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osservatorio73-74 - Osservatorio Letterario

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II<br />

il toro è un novello.<br />

Lasciato correre. Venti minuti<br />

e la spada gli apre un sentiero sottopelle<br />

(«mediocre, a malapena una spanna»).<br />

La stoccata manca di eleganza<br />

si commenta, ed è un problema l’andarsene lento<br />

(«ma sono giovani, impareranno»)<br />

disattende il tragico<br />

ne fraintende il crescendo:<br />

ora è di uncini per carne e udito – he-he più di pochi<br />

he-he in eccedenza, he-he<br />

il suo composto infinito:<br />

lasciarsi<br />

inginocchiare.<br />

III<br />

Perché non si accasci<br />

prematuro<br />

dei rosa si danno i turni: accendersi spegnersi<br />

riaccendersi rispegnersi<br />

riaccendere<br />

spegnere.<br />

Le cappe dei banderilleros.<br />

Il loro sbocciare dalla polvere avrebbe ricordato certi<br />

[fiori.<br />

***<br />

«Tra me<br />

e me c’è stato<br />

un intervallo deserto, un letto solo mio,<br />

questo fiume invernale da ammettere<br />

in cui mi getto a pieno corpo ogni giorno,<br />

procurata;<br />

Davide, dal finestrino, dal tuo binario obbligato<br />

a un diverso rigore<br />

non colmare a ipotesi sull’ampiezza<br />

bracciate che non puoi e non mi devi:<br />

la tua stima<br />

sarà esatta e sarà errata<br />

e io sono lì, in una contraddizione<br />

che affronto scalza, sempre,<br />

mentre fissi gli estremi, li fissi e non li senti<br />

combaciare:<br />

è un modo del non trovarsi,<br />

uno in più.<br />

(Sono riemersa per me,<br />

carezza l’acqua senza pensarla adesso,<br />

toccami in superficie, ma toccami)».<br />

Renzo Ferri (1948) — Ferrara<br />

ALBUM PRIVATO<br />

(1241-1276)<br />

Il ritorno, sul vasto mare,<br />

è una traccia invisibile<br />

interpunta dai delfini<br />

in caduta<br />

mentre tu, Odisseo,<br />

osservi silenzioso<br />

della tua nave le azzurre<br />

velature e le corde<br />

di crudo lino e di canapa<br />

intrecciate e di profumati legni<br />

il fasciame.<br />

Hai disegnato su fragili portolani<br />

la rotta, a lambire<br />

coste dirupate e porti;<br />

la mano ansiosa<br />

sopra i fogli e negli occhi<br />

dell'amata Penelopè<br />

il sorrio e dell'amatissimo figlio<br />

il volto.<br />

D'Hatria le paludi<br />

ormai lontane è il ricordo,<br />

e d'altri mari e terre<br />

l'incerto domani.<br />

Il ritorno: alle spiagge d'Itaca<br />

prossime<br />

vola il tuo cuore,<br />

Odisseo, ma la verità,<br />

quella verrità che cercavi,<br />

non l'hai trovata<br />

e forse neppure la troverai<br />

lungo le rive sasssose e i campi<br />

e i boschi<br />

dell'aspra tua isola,<br />

nè d'altri popoli o terre o città<br />

lontane:<br />

solo agli Dei è consentito sapere<br />

ciò che agli uomini è nascosto.<br />

Idolo Hoxhvogli (1985) — Porto San Giorgio (Fermo)<br />

PREFAZIONE<br />

Si può parlare del dolore? Un uomo come può<br />

permettere il trionfo dell’inautentico? La falsa gaiezza<br />

del presente è un sintomo, la voce di questo nostro<br />

tempo senza spirito. Neppure uno spirito dei tempi<br />

possiamo permetterci. Cosa siamo diventati? Forse ciò<br />

che siamo: una delusione, un’amarezza, un disinganno.<br />

Un triste dispiacere o una voluttuosa necessità? Non si<br />

possono servire due padroni: o il mondo dei valori o i<br />

valori del mondo. Il valore nel mondo: questo è il reale<br />

fare superomistico. Oltre l’uomo è chi imbriglia la realtà<br />

al valore: ciò è titanico, non il farsi travolgere. Quale<br />

superamento infatti nel lasciarsi investire?<br />

I BLUES<br />

Qui non si rinasce mai<br />

Qui non si rinasce mai.<br />

Ci si sveglia ogni giorno per ricominciare a morire.<br />

Hai sperato che la notte portasse consiglio,<br />

spalmasse un poco di miele sul tuo mattino.<br />

Sbagliasti, un coagulo di sangue<br />

rattrappito di tuo fratello morto ammazzato<br />

portò.<br />

6<br />

OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l’Altrove ANNO XIV – NN. 73/<strong>74</strong> MARZ.-APR./MAGG.-GIU. 2010

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