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nuovo logo specifico fra i fari posteriori. Questa<br />
versione, però, non risolse appieno il problema<br />
per cui bisognava trovare nuovi sbocchi alle<br />
<strong>spider</strong>ine: e qui ancora una volta si vide il genio<br />
di Nuccio Bertone che iniziò una nuova battaglia<br />
per smuovere i vertici Fiat dal loro immobilismo<br />
e convincerli ad esportare la vettura negli Stati<br />
Un<strong>it</strong>i: egli era infatti convinto che il mercato<br />
americano avrebbe accolto ottimamente una<br />
<strong>spider</strong> di piccola cilindrata di provenienza<br />
europea ma si trovò di fronte alla t<strong>it</strong>ubanza<br />
del management che era restio ad organizzare<br />
l’aspetto logistico (ricambi, rete vend<strong>it</strong>a) per una<br />
vettura r<strong>it</strong>enuta di nicchia; inoltre le normative<br />
antinquinamento d’oltreoceano già allora erano<br />
particolarmente restr<strong>it</strong>tive e, di conseguenza, si<br />
sarebbero resi necessari onerosi interventi sulla<br />
quattro ruote storiche<br />
meccanica; d’altro canto il designer spingeva in<br />
quanto preoccupato per le sorti della sua azienda<br />
che si trovava nella necess<strong>it</strong>à di dover ottimizzare<br />
la produzione per garantirsi un futuro tranquillo:<br />
alla fine ancora una volta la spuntò Bertone e<br />
i fatti gli daranno ragione: delle 133.000 <strong>850</strong><br />
<strong>spider</strong> prodotte oltre 92.000 varcarono l’oceano<br />
e inoltre il modello spianò la via ad altre vetture<br />
Fiat: inizialmente le <strong>850</strong> berlina e coupè, ma<br />
successivamente, grazie a questa operazione altre<br />
vetture avranno un successo memorabile: c<strong>it</strong>iamo<br />
la 124 <strong>spider</strong>, ribattezzata “Spideramerica” che<br />
verrà esportata negli USA fino a metà degli anni<br />
’80 e la X1/9, realizzata dallo stesso Bertone dal<br />
1972 al 1988.<br />
Dato che le leggi anti pollution chiudevano<br />
un occhio sulle cilindrate inferiori a 819 cc, il<br />
problema fu risolto riducendo la cilindrata da 843<br />
a 817 cc: chiaramente le prestazioni vennero un<br />
po’ mortificate; ( curiosamente un provvedimento<br />
analogo verrà adottato successivamente per le<br />
versioni marchiate Seat e destinate al mercato<br />
spagnolo per motivi fiscali); fu inoltre apportata<br />
qualche variante alla carrozzeria per adeguarla<br />
alle norme USA: rostri, luci di ingombro laterali<br />
e fanaleria modificata. Non mancavano infine<br />
colori speciali che sul mercato <strong>it</strong>aliano si vedranno<br />
solo alcuni anni dopo e lim<strong>it</strong>atamente ad alcune<br />
versioni.<br />
Sarà necessario attendere il 1968 per vedere<br />
un nuovo modello, la <strong>850</strong> sport <strong>spider</strong>, oggi<br />
comunemente chiamata “seconda serie”: questa<br />
versione, ormai in piena ascesa, sarà la più<br />
venduta e sancirà il successo internazionale della<br />
due posti torinese.<br />
Una delle motivazioni che diede “semaforo verde”<br />
alla seconda serie senza le ormai note t<strong>it</strong>ubanze<br />
fu che la Casa era ormai conscia delle buone<br />
potenzial<strong>it</strong>à del mercato americano il quale, però,<br />
richiedeva ulteriori aggiornamenti: con la nuova<br />
legge che imponeva le parabole dei fari di tipo<br />
“sealed beam” gli escamotages trovati da Bertone<br />
per omologare i fari carenati della prima serie<br />
non avevano più speranza; inoltre le autor<strong>it</strong>à<br />
californiane preannunciarono un ulteriore “giro di<br />
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