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FIAT 850 spider: - Autoemotostoriche.it

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<strong>FIAT</strong> <strong>850</strong> <strong>spider</strong>:<br />

la “l<strong>it</strong>tle ferrari” che<br />

conquistò l’america<br />

• Con questo soprannome la piccola <strong>spider</strong> della Fiat fece breccia nel cuore<br />

degli americani che ne decretarono il grande successo commerciale alla fine<br />

degli anni ‘60. Fece da apripista sul mercato statun<strong>it</strong>ense ad altre scoperte<br />

della casa torinese . Oggi è l’auto ideale per chi, muovendo i primi passi nel<br />

mondo delle auto d’epoca, vuole distinguersi senza spendere una follia.<br />

“C arpe diem”, ovvero “cogli l’attimo”: forse il<br />

grande Nuccio Bertone fece tesoro di questo<br />

antico proverbio quando nel 1964 propose ai vertici<br />

Fiat di realizzare una versione scoperta della <strong>850</strong> di<br />

cui la casa del Lingotto stava approntando un modello<br />

sportivo, la coupè: infatti, in pieno boom economico,<br />

cominciavano ad esservi automobilisti desiderosi di<br />

distinguersi dalla miriade di 600 che aveva motorizzato<br />

il paese e che non erano piu’ disposti ad accontentarsi<br />

di una versione elaborata con una livrea bicolore e<br />

qualche fregio cromato, ferma restando l’esigenza di<br />

vetture con costi contenuti; inoltre Bertone sapeva<br />

che, nel giro di poco tempo, l’Alfa Romeo avrebbe<br />

iniziato a produrre direttamente la nuova Giulia coupè<br />

e che questo avrebbe automaticamente comportato<br />

la fine della produzione della Giulietta Sprint che il<br />

carrozziere torinese assemblava per conto della casa<br />

del Biscione: per ev<strong>it</strong>are la crisi che nel giro di pochi<br />

anni avrebbe spazzato via molti gloriosi marchi di<br />

carrozzerie, era necessario acquisire una commessa<br />

con numeri importanti che consentissero di sfruttare<br />

le capac<strong>it</strong>à produttive dell’azienda: la <strong>850</strong> <strong>spider</strong><br />

avrebbe potuto essere la soluzione ideale perche’<br />

• di Marco Chiari


quattro ruote storiche<br />

aveva tutti gli ingredienti per il successo: una<br />

meccanica semplice e collaudata, un’assistenza<br />

capillare, un prezzo di acquisto abbordabile ma<br />

soprattutto costi di gestione da util<strong>it</strong>aria sotto le<br />

spoglie di una linea da vera sportiva che, negli<br />

Stati Un<strong>it</strong>i, frutterà alla <strong>spider</strong>ina il simpatico<br />

appellativo di “l<strong>it</strong>tle Ferrari”.<br />

Il carrozziere di Grugliasco, però, non ebbe v<strong>it</strong>a<br />

facile nell’ottenere dai”piani alti” della Fiat una<br />

risposta pos<strong>it</strong>iva: infatti la dirigenza della Casa,<br />

sebbene convinta della bontà del progetto,<br />

sciorinò richieste ben difficili da soddisfare:<br />

ad esempio la necess<strong>it</strong>à di realizzare la vettura<br />

in modo che questa potesse essere esposta al<br />

Salone di Ginevra nel marzo 1965: vale a dire che<br />

Bertone aveva a disposizione soltanto pochi mesi<br />

per raggiungere l’obiettivo, un traguardo quasi<br />

impossibile da centrare: tutto era da creare:<br />

progetto, industrializzazione, organizzazione delle<br />

linee produttive; grazie alla grande flessibil<strong>it</strong>à della<br />

sua struttura e ad una squadra di collaboratori di<br />

prim’ordine (un nome per tutti: Giorgio Giugiaro,<br />

autore del disegno della carrozzeria) Bertone<br />

rispettò alla perfezione la tempistica, così la<br />

<strong>spider</strong> debuttò al salone elvetico a fianco della<br />

coupè, il cui disegno fu realizzato dal centro stile<br />

Fiat diretto da Mario e Felice Boano.<br />

Il risultato ottenuto lasciò tutti a bocca aperta: la<br />

linea era moderna, grintosa ed elegante: il frontale<br />

ricalcava gli stilemi sperimentati sulla concept<br />

car “Testudo” realizzata due anni prima su base<br />

Chevrolet “Corvair”, con un muso aerodinamico<br />

caratterizzato dai fari carenati a filo della carrozzeria:<br />

il segreto stava nell’avere posizionato la ruota di<br />

scorta in modo orizzontale, vincendo le resistenze<br />

della Fiat che l’avrebbe prefer<strong>it</strong>a verticale sia per<br />

presunti motivi di sicurezza che per avere una<br />

maggiore somiglianza con la coupè che, in effetti,<br />

adottò quest’ultima soluzione; peraltro, la scelta<br />

fatta con la <strong>spider</strong> si rivelò vincente in quanto<br />

consentì di abbassare il baricentro e migliorare la<br />

guidabil<strong>it</strong>à, moderando la tendenza al sovrasterzo<br />

e la sensibil<strong>it</strong>à al vento laterale che cost<strong>it</strong>uivano<br />

il tallone d’Achille delle tuttodietro; la fiancata<br />

presentava linee tese e leggermente spigolose<br />

anticipando le tendenze che si sarebbero diffuse<br />

Auto & Moto Storiche<br />

5


Auto & Moto Storiche<br />

alla fine degli anni ’60 ed affermate nel decennio<br />

successivo; le portiere erano prive di montanti e<br />

caratterizzate dall’apertura tram<strong>it</strong>e un pulsantino<br />

quadrato corredato da una svasatura cromata<br />

sulla battuta; la nervatura che percorreva tutto il<br />

laterale un<strong>it</strong>a all’assenza di profili cromati dava<br />

origine ad un insieme armonioso e pul<strong>it</strong>o; infine la<br />

coda tronca, caratterizzata da una finta griglia in<br />

alluminio satinato fra i due gruppi ottici, denotava<br />

una forte personal<strong>it</strong>à sottolineata dai paraurti in<br />

due pezzi. Sul frontale e sul cofano posteriore era<br />

stato rispolverato il vecchio logo Fiat circolare su<br />

sfondo rosso circondato da una corona dorata che<br />

da allora caratterizzerà le versioni sportive della<br />

casa torinese per un paio di decenni.<br />

Dunque una linea originale e moderna che<br />

però susc<strong>it</strong>ò anche qualche perpless<strong>it</strong>à: era<br />

considerata troppo leziosa per una vettura di<br />

derivazione util<strong>it</strong>aria e troppo innovativa rispetto<br />

alle concorrenti; gli interni, completamente<br />

differenti dalla vettura di origine, pur lasciando<br />

trasparire in qualche particolare le origini “poco<br />

nobili”, non davano assolutamente la sensazione<br />

di trovarsi a bordo di un auto di piccola cilindrata:<br />

un elegante cruscotto realizzato in finto legno,<br />

una strumentazione ricca al punto da fare invidia<br />

ad alcune auto di oggi (completa di contakm<br />

parziale, contagiri, manometro olio e reostato<br />

illuminazione), ventilatore, tergicristallo a veloc<strong>it</strong>à<br />

regolabile, accendisigari, cassetto portaoggetti<br />

mun<strong>it</strong>o di serratura, …insomma una dotazione<br />

di tutto rispetto per l’epoca e per una vettura<br />

che non arrivava al l<strong>it</strong>ro di cilindrata. Il prezzo al<br />

momento del lancio (£. 1.050.000) differiva di<br />

sole 40.000 Lire da quello della coupè, rispettando<br />

così un altro dei vincoli imposti dalla Fiat in fase<br />

di progettazione.<br />

Accessibil<strong>it</strong>à non eccezionale, discreta ab<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à,<br />

assetto di guida sportivo e spazio sufficiente<br />

per i bagagli (al vano anteriore si aggiunge<br />

lo spazio dietro ai sedili quando la capote è<br />

chiusa) completano il quadro di una vettura<br />

complessivamente riusc<strong>it</strong>a.<br />

Ma forse la trovata più geniale, che distingue l’<strong>850</strong><br />

dalla maggioranza delle altre <strong>spider</strong> dell’epoca,<br />

è la capote a scomparsa: infatti Bertone aveva<br />

realizzato un piccolo capolavoro installando<br />

fra il cofano motore e l’ab<strong>it</strong>acolo uno sportello<br />

incernierato posteriormente sotto al quale il<br />

mantice della capote spariva come per magia. Era<br />

inoltre possibile ottenere su richiesta un hard top<br />

metallico che non ne snaturava la linea, anzi la<br />

ingentiliva ulteriormente trasformandola in quella<br />

di un’elegante coupè a due posti.<br />

La meccanica derivava ovviamente da quella della


<strong>850</strong> berlina ma le modifiche tese a migliorare le<br />

prestazioni non mancarono: la potenza fu elevata a<br />

49 CV, fu aumentato il rapporto di compressione e<br />

infine furono adottati collettori di scarico sdoppiati<br />

e un carburatore Weber a doppio corpo: fu inoltre<br />

modificata la testata nei passaggi dell’acqua per<br />

migliorare il raffreddamento in vista di un uso più<br />

sportivo.<br />

La vettura venne inoltre dotata di freni anteriori a<br />

quattro ruote storiche<br />

disco che, sebbene senza servofreno, risultarono<br />

efficaci e docili da azionare (si ricordi che fra<br />

il target di clientela non mancava il pubblico<br />

femminile). Il cambio sincronizzato e lo sterzo<br />

leggero rendevano la guida comoda mentre per<br />

quanto riguarda il confort i problemi non venivano<br />

dalle sospensioni, rigide quanto basta, ma dalla<br />

scarsa insonorizzazione. L’aspetto più cr<strong>it</strong>ico<br />

della <strong>spider</strong> era cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dalla scarsa tenuta


8<br />

Auto & Moto Storiche<br />

all’acqua: le infiltrazioni erano abbondanti e non<br />

solo attraverso la capote; la s<strong>it</strong>uazione migliorava<br />

sugli esemplari dotati di hard top ma restava il<br />

problema del ristagno di umid<strong>it</strong>à negli scatolati<br />

e nei pannelli porta che favoriva l’insorgere della<br />

ruggine.<br />

Con una veloc<strong>it</strong>à massima di oltre 145 km/h ed<br />

un consumo di circa 6,5 l<strong>it</strong>ri per 100 km si può<br />

dire che fu perfettamente centrato l’obiettivo di<br />

una vettura con prestazioni sportive e consumi da<br />

util<strong>it</strong>aria: buona l’accelerazione da fermo mentre<br />

per avere un buona ripresa alle medie veloc<strong>it</strong>à era<br />

necessario ricorrere al cambio.<br />

Le basi per un modello di successo dunque c’erano<br />

ma la proverbiale e coriacea cautela di casa Fiat<br />

si manifestò anche in questo frangente: a fronte<br />

di una potenzial<strong>it</strong>à produttiva di 30 un<strong>it</strong>à al giorno<br />

garant<strong>it</strong>a dal nuovissimo impianto di Grugliasco,<br />

la dirigenza preferì impostare la produzione “sul<br />

venduto” lim<strong>it</strong>andola ad una decina di esemplari<br />

al giorno: una scelta commercialmente suicida<br />

che fece schizzare alle stelle i tempi di consegna,<br />

ma che soprattutto metteva in difficoltà la Bertone<br />

a causa del sottoutilizzo della sua capac<strong>it</strong>à di<br />

produzione.<br />

Fu quindi giocata la carta della “serie speciale”,<br />

commercializzata con il proprio marchio da un<br />

gruppo di concessionari Bertone (all’infuori dalla<br />

rete Fiat) per cercare di piazzare un maggior<br />

numero di esemplari e fare girare a pieno r<strong>it</strong>mo<br />

la catena di montaggio: nacque così la CL,<br />

Convertibile Lusso, caratterizzata da fin<strong>it</strong>ure più<br />

accurate, allestimenti interni più completi, colori<br />

speciali, profili d’alluminio ai passaruota e un


nuovo logo specifico fra i fari posteriori. Questa<br />

versione, però, non risolse appieno il problema<br />

per cui bisognava trovare nuovi sbocchi alle<br />

<strong>spider</strong>ine: e qui ancora una volta si vide il genio<br />

di Nuccio Bertone che iniziò una nuova battaglia<br />

per smuovere i vertici Fiat dal loro immobilismo<br />

e convincerli ad esportare la vettura negli Stati<br />

Un<strong>it</strong>i: egli era infatti convinto che il mercato<br />

americano avrebbe accolto ottimamente una<br />

<strong>spider</strong> di piccola cilindrata di provenienza<br />

europea ma si trovò di fronte alla t<strong>it</strong>ubanza<br />

del management che era restio ad organizzare<br />

l’aspetto logistico (ricambi, rete vend<strong>it</strong>a) per una<br />

vettura r<strong>it</strong>enuta di nicchia; inoltre le normative<br />

antinquinamento d’oltreoceano già allora erano<br />

particolarmente restr<strong>it</strong>tive e, di conseguenza, si<br />

sarebbero resi necessari onerosi interventi sulla<br />

quattro ruote storiche<br />

meccanica; d’altro canto il designer spingeva in<br />

quanto preoccupato per le sorti della sua azienda<br />

che si trovava nella necess<strong>it</strong>à di dover ottimizzare<br />

la produzione per garantirsi un futuro tranquillo:<br />

alla fine ancora una volta la spuntò Bertone e<br />

i fatti gli daranno ragione: delle 133.000 <strong>850</strong><br />

<strong>spider</strong> prodotte oltre 92.000 varcarono l’oceano<br />

e inoltre il modello spianò la via ad altre vetture<br />

Fiat: inizialmente le <strong>850</strong> berlina e coupè, ma<br />

successivamente, grazie a questa operazione altre<br />

vetture avranno un successo memorabile: c<strong>it</strong>iamo<br />

la 124 <strong>spider</strong>, ribattezzata “Spideramerica” che<br />

verrà esportata negli USA fino a metà degli anni<br />

’80 e la X1/9, realizzata dallo stesso Bertone dal<br />

1972 al 1988.<br />

Dato che le leggi anti pollution chiudevano<br />

un occhio sulle cilindrate inferiori a 819 cc, il<br />

problema fu risolto riducendo la cilindrata da 843<br />

a 817 cc: chiaramente le prestazioni vennero un<br />

po’ mortificate; ( curiosamente un provvedimento<br />

analogo verrà adottato successivamente per le<br />

versioni marchiate Seat e destinate al mercato<br />

spagnolo per motivi fiscali); fu inoltre apportata<br />

qualche variante alla carrozzeria per adeguarla<br />

alle norme USA: rostri, luci di ingombro laterali<br />

e fanaleria modificata. Non mancavano infine<br />

colori speciali che sul mercato <strong>it</strong>aliano si vedranno<br />

solo alcuni anni dopo e lim<strong>it</strong>atamente ad alcune<br />

versioni.<br />

Sarà necessario attendere il 1968 per vedere<br />

un nuovo modello, la <strong>850</strong> sport <strong>spider</strong>, oggi<br />

comunemente chiamata “seconda serie”: questa<br />

versione, ormai in piena ascesa, sarà la più<br />

venduta e sancirà il successo internazionale della<br />

due posti torinese.<br />

Una delle motivazioni che diede “semaforo verde”<br />

alla seconda serie senza le ormai note t<strong>it</strong>ubanze<br />

fu che la Casa era ormai conscia delle buone<br />

potenzial<strong>it</strong>à del mercato americano il quale, però,<br />

richiedeva ulteriori aggiornamenti: con la nuova<br />

legge che imponeva le parabole dei fari di tipo<br />

“sealed beam” gli escamotages trovati da Bertone<br />

per omologare i fari carenati della prima serie<br />

non avevano più speranza; inoltre le autor<strong>it</strong>à<br />

californiane preannunciarono un ulteriore “giro di<br />

Auto & Moto Storiche


10<br />

Auto & Moto Storiche<br />

• L’Abarth elaborò alcune<br />

<strong>spider</strong> che furono ribattezzate<br />

“OT 1000”, con cilindrata<br />

portata a 982 cc, 60 cv<br />

di potenza e una veloc<strong>it</strong>à<br />

massima di 160 km/h;<br />

inoltre fu realizzata in pochi<br />

esemplari una versione a<br />

tetto rigido chiamata “1000<br />

OTR” che, con i suoi 74<br />

cv, raggiungeva i 175 km/<br />

ora, una vera bomba che fu<br />

penalizzata commercialmente<br />

da un prezzo proib<strong>it</strong>ivo<br />

(costava £. 1.500.000, come<br />

una Giulia).<br />

v<strong>it</strong>e” alle normative antinquinamento imponendo<br />

sistemi che potremmo definire gli antesignani<br />

degli odierni catalizzatori e questo costringeva a<br />

ripensare qualcosa anche in termini di meccanica<br />

per non avere prestazioni eccessivamente modeste.<br />

Peraltro anche la clientela europea non avrebbe<br />

disdegnato un incremento delle prestazioni.<br />

Ecco allora debuttare la seconda serie,<br />

caratterizzata da un frontale contraddistinto da<br />

fari verticali e luci di direzione sotto al paraurti;<br />

nel posteriore un pannello lamierato in tinta con la<br />

carrozzeria e riportante il nuovo logo Fiat a rombi<br />

prese il posto della finta griglia satinata; i paraurti<br />

furono dotati di rostri e anche gli allestimenti<br />

interni furono rivisti e migliorati, con l’adozione,<br />

fra l’altro, di una vaschetta portaoggetti davanti<br />

alla leva del cambio e di alette parasole, assenti<br />

sulla prima serie; la grafica della strumentazione fu<br />

modernizzata e il volante nero con razze cromate,<br />

che provocava fastidiosi riflessi a vettura aperta, fu<br />

sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da uno in finto legno con razze brun<strong>it</strong>e.<br />

Maggiori furono le modifiche apportate sotto pelle:<br />

cilindrata elevata a 903 cc (questo propulsore<br />

sopravviverà fino ai nostri giorni motorizzando<br />

127, Panda, Uno ma anche Seat Marbella e Ibiza e<br />

alcune versioni della m<strong>it</strong>ica A112) , potenza di 52<br />

cv, alternatore al posto della dinamo, modifiche a<br />

valvole e carburazione, coppa dell’olio in alluminio<br />

con alettature in stile Abarth e altre modifiche di<br />

minore ent<strong>it</strong>à che portarono la simpatica vettura<br />

ad una veloc<strong>it</strong>à massima di oltre 150 km/h; per la<br />

versione America furono proposti allestimenti interni<br />

specifici con cruscotto in alluminio spazzolato,<br />

spie supplementari, hazard, cinture di sicurezza,<br />

sedili con poggiatesta integrato, luci laterali, fari<br />

modificati e paraurti con tubolari di rinforzo, colori<br />

speciali (anche metallizzati); la cilindrata ridotta<br />

fu mantenuta fino al 1970 dopodichè, a segu<strong>it</strong>o di<br />

alcune modifiche, il motore 903 risultò in regola<br />

con le normative sulle emissioni.<br />

Raggiunta la piena matur<strong>it</strong>à, la produzione filava a<br />

gonfie vele ma Bertone, visto il successo ottenuto<br />

in precedenza con le CL, propose la “Racer”,<br />

caratterizzata da un allestimento più sportivo,<br />

migliori fin<strong>it</strong>ure e strumentazione supplementare<br />

in tre diverse declinazioni: convertibile (di fatto


una Sport Spider meglio rifin<strong>it</strong>a), Berlinetta<br />

(caratterizzata da tetto rigido in vinile non<br />

asportabile,) e Team, (a tetto rigido con<br />

allestimenti interni sportivi, fari supplementari e<br />

evidenti velle<strong>it</strong>à corsaiole); la Berlinetta, di cui<br />

si innamorò Franklin Delano Roosevelt Jr, figlio<br />

dell’ex presidente degli USA e locale importatore<br />

della Fiat, andò a incrementare il numero di <strong>850</strong><br />

circolanti negli States, riscuotendo consensi anche<br />

nelle zone in cui la Spider non era proponibile per<br />

motivi climatici.<br />

Gli esemplari per l’Europa prodotti negli ultimi<br />

due anni avevano allestimenti interni assimilati<br />

a quelli delle versioni USA mentre all’esterno<br />

erano riconoscibili per i colori precedentemente<br />

non disponibili e per le barre tubolari di rinforzo<br />

ai paraurti.<br />

Nel 1972 la <strong>850</strong> <strong>spider</strong> doveva ufficialmente<br />

uscire di produzione passando il testimone alla<br />

più moderna e performante X1/9: tuttavia, la<br />

richiesta proveniente dal mercato americano<br />

costrinse a mantenere la <strong>spider</strong>ina in produzione<br />

fino al maggio 1973, quando uscì dalla catena di<br />

montaggio l’ultimo esemplare, il n. 132.635.<br />

Per completare il quadro ricordiamo che l’Abarth<br />

elaborò alcune <strong>spider</strong> che furono ribattezzate<br />

quattro ruote storiche<br />

“OT 1000”, con cilindrata portata a 982 cc, 60<br />

cv di potenza e una veloc<strong>it</strong>à massima di 160 km/<br />

h; inoltre fu realizzata in pochi esemplari una<br />

versione a tetto rigido chiamata “1000 OTR” che,<br />

con i suoi 74 cv, raggiungeva i 175 km/ora, una<br />

vera bomba che fu penalizzata commercialmente<br />

da un prezzo proib<strong>it</strong>ivo (costava £. 1.500.000,<br />

come una Giulia).<br />

Le <strong>850</strong> <strong>spider</strong> hanno avuto anche qualche momento<br />

di gloria a livello sportivo, sia nelle gare in sal<strong>it</strong>a<br />

che imperversavano alla fine degli anni ’60, sia<br />

in qualche rally pur senza raggiungere punte di<br />

eccellenza; negli Stati Un<strong>it</strong>i, invece, esemplari<br />

elaborati con componenti Abarth ed allegger<strong>it</strong>i<br />

nella carrozzeria hanno spopolato sui circu<strong>it</strong>i in<br />

cui si correva la formula SCCA.<br />

Negli anni successivi, soprattutto nel nostro<br />

paese, per questa simpatica vettura è iniziato<br />

un periodo di declino e di oblio: snobbata dai<br />

concessionari, spesso e volentieri finiva la propria<br />

carriera nei piazzali dei demol<strong>it</strong>ori; la meccanica<br />

veniva cannibalizzata quasi sub<strong>it</strong>o in quanto<br />

molti pezzi di meccanica erano compatibili con la<br />

127 mentre le carrozzerie, già malconcie per la<br />

scarsa protezione antiruggine, erano destinate a<br />

scomparire defin<strong>it</strong>ivamente.<br />

Auto & Moto Storiche<br />

11


quattro ruote storiche


Dovettero passare parecchi anni<br />

prima che ci fosse una riscoperta<br />

che, nel frattempo, si era già<br />

verificata all’estero, soprattutto<br />

in Germania, Austria e Olanda,<br />

e quando ciò avvenne buona<br />

parte degli esemplari circolanti<br />

in Italia (soprattutto quelli<br />

della prima serie) erano ormai<br />

spar<strong>it</strong>i.<br />

Anche per questo motivo,<br />

oggi la Fiat <strong>850</strong> <strong>spider</strong> è una<br />

vettura molto interessante dal<br />

punto di vista collezionistico:<br />

è abbastanza rara, e questo è<br />

un pregio, perché consente di<br />

distinguersi e di ben figurare<br />

anche al fianco di vetture<br />

più prestigiose; la sua linea<br />

riscuote ancora oggi consenso<br />

e simpatia, inoltre ha una<br />

meccanica semplice, affidabile e<br />

con una discreta disponibil<strong>it</strong>à di<br />

ricambi.<br />

Da qualche anno a questa parte le<br />

quotazioni sono in forte ascesa e<br />

sul mercato si trovano esemplari<br />

a quotazioni nettamente<br />

superiori a quelle riportate sulle<br />

riviste specializzate: questo<br />

perché la domanda è superiore<br />

rispetto all’offerta per cui per<br />

una seconda serie in buono stato<br />

si parte dai 7000 euro; per una<br />

prima serie in pari condizioni<br />

occorre aggiungere almeno altri<br />

1000 euro, così come per le CL<br />

e le Racer (non consideriamo<br />

la Team in quanto rarissima e<br />

quindi con prezzi notevolmente<br />

superiori). Per un esemplare<br />

perfetto le richieste possono<br />

arrivare anche a 10.000 euro,<br />

quindi tutto lascia pensare che<br />

la <strong>spider</strong>ina possa rivelarsi a<br />

medio-lungo termine anche un<br />

discreto investimento.<br />

Chi valuta l’acquisto di questa<br />

piacevole vettura deve prestare<br />

molta attenzione ai punti<br />

deboli che, se sottovalutati,<br />

comporterebbero un costo di


estauro superiore al valore<br />

di mercato: occorre quindi<br />

controllare con cura il pianale,<br />

soggetto a corrosione, e tutti i<br />

lamierati in genere, specialmente<br />

nelle posizioni più nascoste;<br />

verificare che il sottoscocca non<br />

sia privo della struttura a “X” che<br />

garantisce la rigid<strong>it</strong>à del telaio;<br />

preferire sempre esemplari<br />

completi di tutti i particolari in<br />

quanto alcuni componenti di<br />

carrozzeria o degli interni sono<br />

quasi introvabili, altri sono<br />

costosissimi (un esempio: i fari<br />

anteriori della prima serie sono<br />

gli stessi della Lamborghini<br />

Miura); la s<strong>it</strong>uazione peggiora<br />

ulteriormente con i componenti<br />

quattro ruote storiche<br />

specifici delle serie speciali;<br />

infine come in tutte le <strong>spider</strong>,<br />

attenzione alla capote che<br />

non deve presentare tagli e<br />

abrasioni e che il telaio della<br />

stessa sia completo di ganci,<br />

centine e leveraggi; a livello<br />

meccanico, oltre alle verifiche<br />

di r<strong>it</strong>o, concentrare i controlli<br />

sulla guarnizione della testata<br />

(in quanto le tuttodietro sono<br />

soggette a surriscaldamento)<br />

e sull’efficienza dell’impianto<br />

di raffreddamento in generale.<br />

Infine è da considerare normale<br />

un assetto leggermente più<br />

basso della parte posteriore per<br />

via del peso del propulsore a<br />

sbalzo.


1<br />

Auto & Moto Storiche<br />

FiAT <strong>850</strong> spiDER (1ª sERiE)<br />

MOTORE:<br />

Tipo 100 GC. 000<br />

sistemazione posteriore<br />

Numero cilindri e disposizione 4 in linea<br />

Cilindrata cc. 843<br />

Alesaggio x corsa mm. 65 x 63,5<br />

Rapporto di compressione 9,3:1<br />

potenza max 47 CV DIN a 6200 giri/min.<br />

Coppia max 6,1 mkg. DIN a 3600 giri/min.<br />

Distribuzione valvole in testa<br />

Accensione spinterogeno<br />

Ratfreddamento acqua, pompa, termostato (cir: 7,5 I.)<br />

Alimentazione pompa, carburatore d. c. Weber 30 DIC 1<br />

(serbatoio: 30 l<strong>it</strong>ri)<br />

Lubrificazione forzata (coppa: 3,3 Chili)<br />

TRAsMissiONE:<br />

Tipo semiassi oscillanti<br />

Frizione monodisco<br />

Cambio 4 marce + RM (tutte sincronizzate)<br />

Comando a leva centrale<br />

Riduzione finale coppia conica ipoide (Rapp. 8/39)<br />

sOspENsiONi:<br />

Anteriore ruote indipendenti, bracci trasversali superiori,<br />

balestra trasversale inferiore, arnmortizzatori telescopici, barra<br />

stabilizzatrice trasversale<br />

posteriore ruote indipendenti, bracci trasversali molloni<br />

elicoidali, ammortizzatori telescopici, barra stabilizzatrice<br />

trasversale<br />

RUOTE:<br />

Disco<br />

pneumatici 5,50-13<br />

FRENi:<br />

A pedale idraulico sulle quattro ruote , anteriori a disco<br />

A mano meccanico sulle ruote posteriori<br />

sTERZO:<br />

V<strong>it</strong>e e settore elicoidale<br />

Diametro di sterzata m 9,60.<br />

iMpiANTO ELETTRiCO:<br />

Tensione 12 V - Dinamo: 230W - Batteria 48 Ah<br />

sTRUTTURA:<br />

Carrozzeria autoportante<br />

DiMENsiONi:<br />

passo m. 2,027<br />

Carreggiate Ant. m. 1,158; post. m. 1,212<br />

Lunghezza m. 3,608<br />

Larghezza m. 1,500<br />

Altezze massima m. 1.300; minima da terra cm 13,5<br />

pEsi:<br />

A vuoto kg. 720<br />

A pieno carico kg. 1040<br />

FiAT <strong>850</strong> spORT spiDER (2ª sERiE)<br />

MOTORE:<br />

Tipo 100 GBC. 000<br />

sistemazione posteriore<br />

Numero cilindri e disposizione 4 in linea<br />

Cilindrata cc. 903<br />

Alesaggio x corsa mm. 65 x 68<br />

Rapporto di compressione 9,5:1<br />

potenza max 52 DIN CV a 6500 giri/min.<br />

Coppia max 6,6 mkg. DIN a 4000 giri/min.<br />

Distribuzione valvole in testa<br />

Accensione spinterogeno<br />

Ratfreddamento acqua, pompa, termostato (circu<strong>it</strong>o. 7,5 l<strong>it</strong>ri)<br />

Alimentazione pompa, carburatore d. c. Weber 30 DIC 2 poi<br />

30 DIC 11 (serbatoio: 30 l<strong>it</strong>ri)<br />

Lubrificazione forzata (coppa: 3,6 Chili)<br />

TRAsMissiONE:<br />

Tipo semiassi oscillanti<br />

Frizione monodisco<br />

Cambio 4 marce + RM (tutte sincronizzate)<br />

Comando a leva centrale<br />

Riduzione finale coppia conica ipoide (Rapp. 8/39)<br />

sOspENsiONi:<br />

Anteriore ruote indipendenti, bracci trasversali superiori,<br />

balestra trasversale inferiore, ammortizzatori telescopici, barra<br />

stabilizzatrice trasversale<br />

posteriore ruote indipendenti, bracci trasversali, mollorie<br />

elicoidale, ammortizzatori telescopici, barra stabilizzatrice<br />

trasversale<br />

RUOTE:<br />

Disco<br />

pneumatici 155-13 o 150-13<br />

FRENi:<br />

A pedale idraulico sulle quattro ruote , anteriori a disco<br />

A mano meccanico sulle ruote posteriori<br />

sTERZO:<br />

V<strong>it</strong>e e settore elicoidale<br />

Diametro di sterzata m 9,60.<br />

iMpiANTO ELETTRiCO:<br />

Tensione 12 V - Alternatore 770 W - Batteria 48 Ah<br />

sTRUTTURA:<br />

Carrozzeria autoportante<br />

DiMENsiONi:<br />

passo m. 2,027<br />

Carreggiate Ant. m. 1,170; post. m. 1,222<br />

Lunghezza m. 3,652<br />

Larghezza m. 1,500<br />

Altezze massima m. 1.300; minima da terra cm 12,5<br />

pEsi:<br />

A vuoto kg. 745<br />

A pieno carico kg. 1065

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