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L'Ociada aprile - giugno 2013 (pdf - 2MB) - Casadiriposo ...

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Aprile | Maggio | Giugno <strong>2013</strong> 81 a edizione<br />

L’ociada<br />

Rivista dell’Azienda pubblica di servizi alla persona<br />

“Santo Spirito”<br />

www.casadiriposo-bressanone.it<br />

Casa di Riposo Bürgerheim<br />

Amministrazione<br />

Viale Mozart, 28 · 39042 Bressanone<br />

Tel. 0472 255 000 · Fax 0472 255 001<br />

E-mail: info@casadiriposo-bressanone.it<br />

Sanatorio<br />

Via Dante, 51 · 39042 Bressanone<br />

Tel. 0472 812 634 · Fax 0472 812 639<br />

Beato Artmanno<br />

Via Fienili, 1 · 39042 Bressanone<br />

Tel. 0472 835 761 · Fax 0472 835 736<br />

Casa Eiseck<br />

Seebegg, 19 · 39043 Chiusa<br />

Tel. 0472 845 002 · Fax 0472 523 882


2<br />

L’OCIADA Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong><br />

Stimate lettrici<br />

e stimati lettori,<br />

nell’ultima edizione dell’“Ociada”, il nostro<br />

direttore Helmut Pranter ha riferito sull’intenzione<br />

dell’APSP di realizzare il nuovo<br />

modello dei piccoli gruppi abitativi, ossia<br />

delle comunità domestiche per anziani.<br />

Vorrei tornare su questo importante argomento<br />

ed illustrare i progetti e le idee che<br />

saranno determinanti per gli anni a venire.<br />

Sono contenta che in questo momento a<br />

Bressanone si stia discutendo il modello dei<br />

piccoli gruppi abitativi per anziani, e che si<br />

stia prendendo in considerazione di realizzarlo<br />

nel progetto di ristrutturazione della<br />

Casa di Riposo Bürgerheim. I nuovi modelli<br />

abitativi, sintomo di un mutamento sociale,<br />

permetteranno agli anziani che vivono in<br />

casa di riposo, di esprimere e realizzare i<br />

propri bisogni abitativi individuali. Perciò,<br />

al fine di creare delle proposte abitative<br />

adeguate, cercheremo di prendere in considerazione<br />

il più possibile le biografie e le<br />

esigenze abitative specifiche di ogni ospite.<br />

I nuovi modelli abitativi, all’interno di un<br />

ambiente protetto, offriranno a ciascun residente<br />

il proprio spazio privato, promuovendo<br />

l’autonomia personale e garantendo<br />

assistenza e sostegno a seconda delle specifiche<br />

esigenze individuali. È una gioia per<br />

me poter collaborare nei primi tentativi di<br />

applicazione del nuovo approccio presso le<br />

strutture già esistenti. Tali esperienze pratiche<br />

serviranno come base per le pianificazioni<br />

future.<br />

Questo periodo di transizione offre tante opportunità<br />

e sono certa che più che mai saremo<br />

in grado di garantire condizioni abitative<br />

idonee a coloro che vivono e che vivranno in<br />

casa di riposo.<br />

Helene Trippacher<br />

Vice-Responsabile tecnico dell’assistenza<br />

INDICE<br />

Il progetto delle comunità domestiche<br />

presso la Casa Jakob a Guntramsdorf<br />

in Austria ............................................... 3<br />

Sportello di consulenza per l’assistenza<br />

e il sociale vince il 2° premio a<br />

Cultura Socialis ...................................... 7<br />

Storie di vita: Antonia Oberhuber Bazzoli .. 8<br />

La storia di Lourdes .............................. 10<br />

Immagini di una slittata indimenticabile .. 12<br />

Dal Consiglio della Casa ........................ 13<br />

Il serpente nel contenitore del latte ........ 14<br />

Una rondine non fa primavera ................ 15<br />

Scatti dalla Casa Eiseck ........................ 16<br />

Ci congratuliamo con i nostri collaboratori . 17<br />

Auguriamo gioia e successo nel<br />

nuovo incarico ...................................... 18<br />

La pagina divertente ............................. 19


Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong> L’OCIADA<br />

Il progetto delle comunità domestiche presso<br />

la Casa Jakob a Guntramsdorf in Austria<br />

Dopo circa un anno di progettazione, la<br />

Casa Jakob è stata inaugurata. Presso cinque<br />

comunità, denominate “Barockschlössl”,<br />

“Anningerblick”, “Schneebergblick”, “Eichkogelblick”<br />

e “Alte Mühle”, 75 anziani<br />

non autosufficienti hanno trovato un nuovo<br />

focolare. In ogni comunità convivono in un<br />

ambiente accogliente e protetto, 15 persone<br />

anziane. Il modello dei piccoli gruppi<br />

abitativi è stato una novità per tutti: per i<br />

residenti, per il personale e per i parenti.<br />

Richieste al personale<br />

I collaboratori hanno vissuto il periodo di<br />

progettazione delle comunità domestiche<br />

con un misto di curiosità e gioia ma anche<br />

di apprensione, perché questo nuovo mo-<br />

L’autrice: Christina Reitmayer gestisce<br />

la Casa Jakob a Guntramsdorf in Austria,<br />

una residenza per anziani che ha introdotto<br />

il nuovo concetto abitativo delle<br />

comunità domestiche.<br />

3


4<br />

L’OCIADA Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong><br />

dello abitativo doveva ancora dimostrare la<br />

sua validità pratica. Penso che un importante<br />

fattore di successo sia stato quello<br />

di offrire, prima dell’apertura della casa,<br />

una buona preparazione ai collaboratori attraverso<br />

l’organizzazione di corsi di formazione<br />

che trattavano le caratteristiche del<br />

modello delle comunità domestiche.<br />

Dopo l’apertura della Casa Jakob, il cambiamento<br />

è stato particolarmente percepito<br />

dal personale infermieristico ed assistenziale:<br />

mettere le prestazioni curative<br />

in secondo piano, garantendo comunque<br />

un’assistenza medica, infermieristica e riabilitativa<br />

adeguata, per dare ampio spazio<br />

all’accompagnamento degli anziani nelle<br />

attività quotidiane e nella loro vita sociale,<br />

ha rappresentato una grande sfida ma<br />

anche una grande opportunità per abbandonare<br />

vecchi schemi mentali e per aprire<br />

nuove prospettive. Per alcuni collaboratori<br />

ha significato un enorme cambiamento che<br />

ad es. una persona anziana, prima di essersi<br />

lavata e pettinata, potesse fare colazione<br />

in vestaglia insieme a tutti gli altri ospiti,<br />

oppure che un anziano potesse decidere<br />

di iniziare la sua giornata a partire dalle<br />

ore 9.30. Coloro che avevano già lavorato<br />

nell’ambito dell’assistenza domiciliare<br />

hanno avuto meno difficoltà ad adeguarsi<br />

alla nuova situazione, in quanto già abituati<br />

ad attenersi ai bisogni individuali della<br />

persona anziana e non alla rigida gestione<br />

del tempo, proposta dai tradizionali modelli<br />

d’assistenza.<br />

Ritengo fondamentale sottolineare che<br />

in una comunità domestica il lavoro d’assistenza<br />

non deve assolutamente essere<br />

imprigionato dentro rigidi schemi di tempo<br />

(per es. orari, ecc.), al contrario ritengo<br />

le basi di questo approccio l’individualità<br />

e l’unicità di ogni ospite della comunità.<br />

Inoltre abbiamo costatato che, quando i<br />

collaboratori riescono ad abbandonare le<br />

“vecchie” abitudini e si lasciano coinvolgere<br />

da una nuova quotidianità, la loro stessa<br />

soddisfazione cresce in modo significativo.<br />

La comunità domestica è un modello abitativo<br />

che a tutti gli interessati richiede un<br />

atteggiamento di fondo: per es. di tenere


Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong> L’OCIADA<br />

sempre presente che, quando si entra in<br />

una comunità domestica si entra nella casa<br />

di qualcun’altro, e quindi, prima di entrare<br />

si suona il campanello. Prima di entrare<br />

nella stanza di un ospite, si dimostra rispetto,<br />

bussando alla sua porta. Ogni comunità<br />

ha una cassetta postale propria. Promuoviamo<br />

le abitudini, i riti e le tradizioni degli<br />

anziani perché li riteniamo parte integrante<br />

della loro identità. Valorizzare e promuovere<br />

l’autonomia di ognuno di loro è la nostra<br />

missione di ogni giorno. Nella comunità<br />

domestica gli spazi sono molto più raccolti<br />

che nelle ”classiche case di riposo”, quindi<br />

si avverte immediatamente quando qualcuno<br />

non rispetta questi principi.<br />

Nel periodo di progettazione di Casa Jakob,<br />

ci è stato molto utile visitare una residenza<br />

per anziani in Svizzera, che ormai da qualche<br />

anno è attiva secondo il modello delle<br />

comunità domestiche. Lì, i nostri dipendenti<br />

hanno potuto percepire cosa significa<br />

vivere e lavorare in un gruppo abitativo e<br />

cosa lo rende diverso dai modelli tradizionali.<br />

Per riuscire a passare dalla teoria alla<br />

pratica, prima dell’apertura della casa, ci<br />

è stato utile partecipare a laboratori che<br />

vertevano sulle tematiche del principio di<br />

”normalità” e sulla collaborazione tra i vari<br />

gruppi professionali. Dopo i primi quattro<br />

mesi dall’apertura della casa Jakob, si è<br />

rivelato necessario ripetere i succitati laboratori<br />

per continuare ad approfondire le nostre<br />

conoscenze in materia. Ancora adesso<br />

continuiamo ad aggiornarci su tutto quello<br />

che riguarda la tematica del modello abitativo<br />

delle comunità domestiche.<br />

Le aspettative degli ospiti e dei familiari<br />

Il modello dei piccoli gruppi abitativi è una<br />

novità anche per i futuri ospiti e per i loro<br />

familiari ed ha riscosso molto interesse già<br />

prima dell’apertura della nostra casa.<br />

Particolarmente entusiasmante il confort<br />

promesso, tuttavia gli interessati spesso<br />

non sanno immaginarsi come tutto questo<br />

possa funzionare. Suscita stupore l’idea<br />

che nella vita quotidiana, persone non<br />

autosufficienti possano collaborare nella<br />

5


6<br />

L’OCIADA Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong><br />

sfera dei lavori domestici: per es. la mamma<br />

anche in comunità, può cucinarsi la<br />

sua bistecca. Ha suscitato scetticismo la<br />

mancanza di un reparto di lungodegenza,<br />

quando le condizioni generali dei genitori<br />

vanno deteriorandosi ed in questo contesto<br />

abbiamo dovuto dare molte spiegazioni.<br />

Prima dell’ammissione di un nuovo ospite<br />

è importante fare dei colloqui approfonditi.<br />

Ancora oggi, tre anni dopo l’apertura della<br />

casa, dobbiamo ogni volta rispiegare che<br />

nonostante l’atmosfera familiare, è presente<br />

un’assistenza qualificata 24 ore su 24 e<br />

che anche persone gravemente ammalate<br />

o in fin di vita possono essere assistite individualmente<br />

e con molta professionalità.<br />

Il tempo di adattamento alla nuova situazione<br />

abitativa varia da ospite ad ospite.<br />

La signora Eberhart, che abita nella casa<br />

Jakob da quando è stata inaugurata sottolinea:<br />

“Qui ho tutto quello che mi serve,<br />

la mia camera personale, l’assistenza<br />

quando necessito di essa e la compagnia.<br />

Direi che si può parlare proprio di amicizia<br />

quella che si è creata nel nostro gruppo”.<br />

La signora Kundtner ha arredato molto pia-<br />

cevolmente la sua stanza presso la comunità<br />

“Anningerblick” e racconta: “Alcuni<br />

tra i miei conoscenti mi ripetono sovente<br />

la stessa domanda e cioè come mi trovo a<br />

vivere presso la casa di riposo e quando io<br />

rispondo “splendidamente”, loro non riescono<br />

a credermi. Allora amo ripetere: “Se<br />

non ci credi vieni tu stesso a vedere con i<br />

tuoi occhi”.<br />

Non a tutti gli ospiti riesce facile il trasferimento<br />

dal loro appartamento o dalla loro<br />

abitazione per andare a vivere presso Casa<br />

Jakob. Però il modello dei piccoli gruppi<br />

abitativi, con i suoi nuovi formati abitativi<br />

e assistenziali, a molti facilita proprio<br />

la fase del trasferimento e produce sia un<br />

effetto positivo sul vivere comune, che un<br />

effetto di benessere sul singolo. Così, dopo<br />

tre anni di pratica possiamo affermare con<br />

orgoglio: ll modello dei piccoli gruppi abitativi<br />

offre alla persona un nuovo focolare. Si<br />

differenzia chiaramente dalle tradizionali<br />

forme nell’ambito dell’assistenza residenziale.<br />

Un modello che convince allo stesso<br />

modo collaboratori/trici, ospiti e familiari.<br />

Christina Reitmayer<br />

Servizio di parrucchiere per gli ospiti<br />

Dal 28 febbraio <strong>2013</strong> viene di nuovo ripristinato il servizio di parrucchiere.<br />

Il nostro parrucchiere è il Sig. Roberto Degli Esposti.<br />

Informazioni riguardo prenotazioni e prezzi vengono<br />

fornite presso l’area abitativa.


Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong> L’OCIADA<br />

Sportello di consulenza per l‘assistenza e il<br />

sociale vince il 2° premio a Cultura Socialis<br />

Giunta alla sua settima edizione, l’iniziativa<br />

“Cultura Socialis” con il motto “Unirsi<br />

nel lavoro” si è svolta giovedì, 14 marzo a<br />

Vipiteno presso lo stabilimento di produzione<br />

Prinoth. L’assessore alle politiche sociali<br />

Richard Theiner ha premiato i migliori<br />

progetti sociali presentati nel 2012.<br />

Più di 230 proposte di progetti nell’ambito<br />

sociale sono stati raccolti dalla ripartizione<br />

Famiglia e politiche sociali. Il concorso è<br />

suddiviso in cinque categorie riguardanti<br />

rispettivamente: settore informale, settore<br />

formale, settore politica comunale e settore<br />

mass media.<br />

Il consultorio per l’assistenza e il sociale che<br />

è stato inaugurato il 1° <strong>giugno</strong> 2012 presso<br />

la Casa di Riposo Bürgerheim, ha vinto il<br />

2° premio nel settore “Formale”. I cittadini<br />

possono rivolgersi ad un’unica struttura centrale<br />

in grado di fornire servizi, informazioni<br />

e consulenze in merito a tutte le questioni<br />

in ambito sociale e della cura alla persona.<br />

Il personale del consultorio è demandato<br />

dall Azienda Sanitaria, dai Servizi Sociali<br />

della Comunità Comprensoriale Valle Isarco<br />

e dall’APSP “Santo Spirito”. Il premio<br />

Cultura Socialis nel settore “Formale” ha<br />

vinto un progetto teatrale: L’officina teatrale<br />

Consulenza per l’assistenza e il sociale<br />

Sede: Bürgerheim, Viale Mozart 28, piano terra, Bressanone<br />

Orari di apertura al pubblico:<br />

Lunedì, martedì, giovedì e venerdì: 9 – 12,<br />

inoltre giovedì pomeriggio: 14 – 16<br />

Telefono: 0472 820591<br />

Lebenshilfe che ha come attori<br />

persone con disabilità.<br />

I progetti devono avere alcune<br />

caratteristiche, come, ad esempio,<br />

essere rivolti in maniera<br />

specifica alla prevenzione ed<br />

avere per obiettivo il mantenimento<br />

e il miglioramento di tutti<br />

oppure di una categoria di persone,<br />

trasmettere gioia e mettere<br />

in risalto il personale arricchimento<br />

che si prova attraverso<br />

l’impegno sociale, aumentare nella popolazione<br />

la percezione di problematiche<br />

sociali e gruppi problematici e rafforzare<br />

l’identificazione con aspetti sociali, garantire<br />

spazio e sostegno anche alle attività<br />

del volontariato, contribuire all’intensificazione<br />

della comunicazione e del dialogo e<br />

al collegamento delle iniziative di aiuto e<br />

sostegno, agire in modo non burocratico,<br />

semplice, diretto e orientato al bisogno di<br />

prestazioni di sostegno, rendere possibile<br />

il dialogo e la partecipazione, come anche<br />

incentiva l’iniziativa e la responsabilità del<br />

singolo (anche di chi abbisogna di sostegno),<br />

perseguire idee e concetti e dà spazio<br />

alla creatività sociale.<br />

Magdalena Ralser<br />

7


8<br />

L’OCIADA Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong><br />

Storie di vita:<br />

Antonia Oberhuber Bazzoli<br />

Una donna che ama la vita<br />

Al secondo piano del Sanatorio dopo aver<br />

percorso un lungo corridoio, apro la porta<br />

della stanza di Antonia Oberhuber. Alle<br />

pareti i ricordi di una vita di gioie e dolori,<br />

profumo di fiori e una libreria ricca di riviste<br />

e giornali; “E’ l’unico modo che ho per<br />

tenermi aggiornata e non sentirmi esclusa<br />

dal mondo”, dice Antonia, lì seduta su una<br />

sedia a rotelle e i capelli lisci ancora magnificamente<br />

del loro colore originale.<br />

Dai suoi occhi si sprigiona un guizzo, un<br />

lampo di inaspettata vitalità, in cui si ha<br />

l’impressione di scorgere una dose di non<br />

scontata ironia, “perché Cristina tutta questa<br />

curiosità? Mi vuoi fare il terzo grado?”,<br />

mi chiede. “Devo scrivere della tua vita,<br />

delle tue passioni”, le rispondo incuriosendola.<br />

Nata il 12 novembre del 1935 a Brunico<br />

e vissuta a Gais fino all’età di ventiquattro<br />

anni, Antonia frequentò le scuole elementari<br />

in lingua tedesca. “Non potei proseguire<br />

gli studi poiché le scuole medie distavano<br />

da Brunico cinque chilometri e a<br />

quell’epoca erano davvero tanti a piedi e<br />

gli inverni erano molto rigidi”.<br />

Prima di cinque fratelli, Antonia conduceva<br />

una vita semplice e modesta. “Non ho vissuto<br />

una vera infanzia, il tempo per giocare<br />

non era molto”, afferma. Le sue giornate,<br />

racconta, erano scandite da molti compiti,<br />

l’aiuto alla famiglia numerosa era doveroso<br />

a quell’epoca.<br />

La crisi degli anni trenta, il fascismo e la<br />

guerra, imperversavano e in un piccolo<br />

paese di tremila abitanti, la povertà e la<br />

mancanza di occasioni favorevoli a una vita<br />

meno umile hanno segnato la sua esisten-<br />

za. “Ci sono ricordi, dove la vita smette di<br />

essere dolce”, afferma Antonia, “Mio padre<br />

era un boscaiolo, e per garantire il pane alla<br />

famiglia lavorava sodo tutto il giorno”. Non<br />

si arruolò per la seconda guerra mondiale<br />

perché era invalido a causa del suo lavoro;<br />

“Mi ricordo il sabato mattina spendeva i<br />

pochi soldi che guadagnava per comprare<br />

il latte a noi. “ Antonia mi sorride mentre<br />

gusta il suo dessert alla frutta. “Dico<br />

sempre a mio figlio Norbert che è cresciuto<br />

nell’abbondanza, noi sognavamo un paio di<br />

scarpe nuove e un maglione per l’inverno e<br />

ricevere queste piccole cose ci donava una<br />

gioia infinita”.


Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong> L’OCIADA<br />

Ad un tratto mi giro verso la parete di fronte<br />

al letto e vedo una foto che ritrae una bella<br />

donna, un uomo e due bambini: “Quella<br />

sono io”, dice, “mio marito che non c’è<br />

più e i miei due figli”. Antonia conobbe il<br />

marito in una fredda e soleggiata giornata<br />

d’inverno a Bressanone nel 1958. “Ero<br />

in città a fare acquisti quando vidi per la<br />

prima volta il mio futuro marito, ci siamo<br />

sposati dopo un anno, il sette febbraio del<br />

1959 con una semplice cerimonia, pochi<br />

invitati in una piccola chiesetta, mi trasferii<br />

in quell’anno a Bressanone e divenni la<br />

signora Bazzoli”.<br />

Il marito lavorava come muratore tutto il<br />

giorno, un lavoro molto faticoso e impegnativo<br />

che lasciava poco spazio alla famiglia;<br />

possedevano solo un motorino che il marito<br />

spesso usava per spostarsi in città.<br />

“Rimanevo a casa quasi tutto il giorno per<br />

sbrigare le faccende domestiche e accudire<br />

i figli, una casalinga ha sempre tanto da<br />

fare! Mio marito non voleva che lavorassi<br />

ma preferiva vedermi crescere i figli. Quando<br />

potevo ritagliarmi un po’ di tempo per<br />

me stessa leggevo libri, giornali e riviste<br />

ma soprattutto lavoravo all’uncinetto”.<br />

Tuttora scorgo nella sua stanza gomitoli e<br />

ferri di varie misure che Antonia custodi-<br />

La Sig.ra Fischnaller (2 a da sinistra) insieme alle sue sorelle<br />

sce gelosamente in grosse buste colorate.<br />

“Vieni..., girati, fammi prendere le misure<br />

della vita!” mi chiede ogni tanto intenta a<br />

fare un maglione di lana quando passo a<br />

trovarla.<br />

La giocosità e l’ironia fanno di Antonia una<br />

signora simpatica e divertente, sempre con<br />

la battuta pronta dona allegria alle persone<br />

che le stanno intorno. Le barzellette un po’<br />

spinte e il sorriso sulle labbra la rendono<br />

giovanile e gioiosa.<br />

“Dai adesso mi accompagni a comprare<br />

il Dolomiten e l’Alto Adige, l’edicola<br />

dell’ospedale è distante!”<br />

Antonia esprime desideri minimi: andare al<br />

bar, un giro in città, comprare il giornale,<br />

un pigiama nuovo, il rumore del vento; piccole<br />

cose che per noi sono scontate ma che<br />

per una persona semplice come lei suscitano<br />

sempre un emozione.<br />

Riaccompagnata nella sua stanza l’aiuto<br />

ad andare a letto.<br />

Me ne vado pensando a lei come una donna<br />

forte che nonostante tante avversità,<br />

tanti lutti e perdite, sia una signora fortunata<br />

perché le è rimasta la gioia di vivere.<br />

Antonia Oberhuber<br />

Cristina Bertante<br />

Facciamo gli auguri alla<br />

Signora<br />

Barbara Fischnaller Obrist<br />

per i suoi 101 anni.<br />

101<br />

9


10<br />

L’OCIADA Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong><br />

La storia di Lourdes<br />

Ai piedi dei Pirenei, Lourdes accoglie ogni<br />

anno 5 milioni di visitatori provenienti da ogni<br />

parte del mondo. Qui un giorno Maria è apparsa<br />

all’umile veggente Bernadette Soubirous,<br />

incaricandola di un grande messaggio di<br />

speranza per l’umanità, sofferente nel corpo<br />

e nello spirito, che è l’eco della parola di Dio<br />

affidata alla chiesa.<br />

La mattina dell’11 febbraio 1858 era un giovedì<br />

grasso e a Lourdes faceva molto freddo.<br />

In casa Soubirous non c’era piu`legna da ardere.<br />

Bernadette, che allora aveva 14 anni,<br />

era andata con la sorella Toinette e una compagna<br />

a cercare dei rami secchi nei dintorni<br />

del paese. Verso mezzogiorno le tre bambine<br />

giunsero vicino alla rupe di Massabielle, che<br />

formava, lungo il fiume Gave, una piccolo<br />

grotta. Qui c’era il riparo per i maiali, un angolo<br />

sotto la roccia dove l’acqua depositava<br />

sempre legna e detriti. Per poterli andare a<br />

raccogliere, bisognava però attraversare un<br />

canale d’acqua, che veniva da un mulino e si<br />

gettava nel fiume.<br />

Toinette e l’amica calzavano gli zoccoli, senza<br />

calze. Se li tolsero, per entrare nell’acqua<br />

fredda. Bernadette invece, essendo molto delicata<br />

e soffrendo d’asma, portava le calze.<br />

Pregò l’amica di prenderla sulle spalle, ma<br />

quella si rifiutò, scendendo con Toinette verso<br />

il fiume.<br />

Rimasta sola, Bernadette pensò di togliersi<br />

anche lei gli zoccoli e le calze, ma mentre si<br />

accingeva a far questo udì un gran rumore:<br />

alzò gli occhi e vide che la quercia abbarbicata<br />

al masso di pietra si agitava violentemente<br />

per quanto non ci fosse nell’aria neanche un<br />

alito di vento.<br />

Poi la grotta fu piena di una nube d’oro, e<br />

una splendida signora apparve sulla roccia.<br />

La Signora aveva l’aspetto di una giovane di<br />

sedici o diciassette anni. Vestita di bianco con<br />

una fascia azzurra che scendeva lungo l’abito,<br />

portava sulla testa un velo bianco che lasciava<br />

intravedere appena i capelli ricadendo all’indietro<br />

fino all’altezza della fascia. Dal braccio<br />

le pendeva un grande Rosario dai grani bian-<br />

chi, legati da una catenella d’oro, mentre sui<br />

piedi nudi brillavano due rose, anch’esse di<br />

un oro lucente.<br />

Istintivamente, Bernadette s’inginocchiò, tirando<br />

fuori la coroncina del Rosario. La Signora<br />

la lasciò fare, unendosi alla sua preghiera<br />

con lo scorrere silenzioso fra le sue dita dei<br />

grani del Rosario. Quando la piccola veggente<br />

ebbe terminato il Rosario, la bella Signora<br />

scomparve all’improvviso, ritirandosi nella<br />

nicchia, così com’era venuta.<br />

Tre giorni dopo, il 14 febbraio, Bernadette<br />

- che ha subito raccontato alla sorella e<br />

all’amica quanto le era accaduto, riferendo<br />

della cosa anche in casa - si sente chiamata<br />

interiormente verso la grotta di Massabielle,<br />

munita questa volta di una bottiglia di acqua<br />

benedetta che getta prontamente sulla Santa<br />

Vergine durante la nuova apparizione, perché,<br />

così le è stato detto, su queste cose non si sa<br />

mai e potrebbe anche essere il diavolo a farle<br />

un tiro mancino… La Vergine sorride al gesto<br />

di Bernadette e non dice nulla.<br />

Il 18 febbraio finalmente la Signora parla.<br />

“Non vi prometto di farvi felice in questo<br />

mondo - le dice, ma nell’altro. Volete farmi la<br />

cortesia di venire qui per quindici giorni?” La<br />

Signora, quindi, confida a Bernadette tre segreti<br />

che la giovane deve tenere per sè e non<br />

rivelare mai a nessuno.<br />

Intanto la notizia delle apparizioni si diffonde<br />

in un baleno in tutta Lourdes e molti curiosi<br />

si recano con Bernadette in quella grotta dove<br />

lei dice di vedere “Aquèro”(quella là, nel dialetto<br />

di Lourdes). Bernadette, infatti, non conosce<br />

il francese, ma sa parlare solo il patois,<br />

il dialetto locale.<br />

E intanto l’afflusso della gente alla grotta aumenta.<br />

Nell’apparizione del 24 febbraio la<br />

Madonna ripete per tre volte la parola “Penitenza.”<br />

Ed esorta: “Pregate per i peccatori.”<br />

Il giorno seguente, la Signora dice a Bernadette<br />

di andare alla fonte a lavarsi e a bere. Ma<br />

non c’erano fonti in quel luogo, né sorgenti.<br />

La Signora allora indica il punto esatto. Bernadette<br />

vi si reca e poiché non vede l’acqua


Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong> L’OCIADA<br />

comincia a scavare con le sue mani, impiastricciandosi<br />

la faccia e mangiando fili d’erba.<br />

Tutti i presenti si burlano di lei. Ma poco dopo,<br />

da quella piccola buca scavata nella terra dalle<br />

mani di Bernadette, cominciava scorrere<br />

acqua in abbondanza. Un cieco si bagnò gli<br />

occhi e riacquistò la vista all’istante.<br />

Da allora la sorgente non ha mai cessato di<br />

sgorgare. È l’acqua di Lourdes, che prodigiosamente<br />

guarisce ancora oggi ogni sorta di<br />

mali, spirituali e fisici, e senza minimamente<br />

diffondere il contagio delle migliaia di malati<br />

immersi nelle piscine. È anche il ricordo più<br />

caro che ogni pellegrino ama portare con sè,<br />

facendo ritorno a casa della cittadella di Maria.<br />

Ma un fatto ancora più eclatante doveva verificarsi,<br />

dopo il miracolo della sorgente, per<br />

avvalorare come soprannaturali le apparizioni<br />

di Massabielle. La Signora aveva chiesto a<br />

Bernadette che i sacerdoti si portassero lì in<br />

processione e che si costruisse una cappella.<br />

L’abate Peyramale, però, parroco di Lourdes,<br />

non ne volevo sapere e chiese perciò a Bernadette<br />

un segno irrefutabile: qual’ era il nome<br />

della bella Signora che appariva alla grotta?<br />

Nell’apparizione del 25 marzo 1858, “Aquero”<br />

rivelò finalmente il suo nome. Alla domanda<br />

di Bernadette, nel dialetto locale rispose:<br />

“Que soy era Immaculada Councepciou.”<br />

(“Io sono l’Immacolata Concezione”). Quattro<br />

anni prima, Papa Pio IX. aveva dichiarato<br />

L’Immacolata Concezione di Maria un dogma,<br />

cioè una verità della fede, secondo cui Maria<br />

è sola tra tutti gli esseri umani mai vissuti,<br />

nata senza macchia del peccato originale.<br />

Tuttavia la cosa all’epoca non era molto diffusa<br />

nella chiesa cattolica e non era certamente<br />

un’espressione nota a una contadina semplice<br />

e sottoeducata che riusciva malapena a<br />

leggere. Bernadette ripete` questa frase, che<br />

non comprendeva, e corse a dirla al parroco<br />

che ne rimase turbato.<br />

Giovedì 16 luglio fu l’ultima apparizione. Una<br />

palizzata impediva l’accesso alla grotta. Bernadette<br />

attraversò il Gave e vide la Vergine<br />

esattamente come se ella si fosse trovata davanti<br />

alla grotta.<br />

La prima visione e le successive diciassette<br />

analoghe che la giovane avrebbe avuto sono<br />

state accettate, dopo attente analisi e raccolte<br />

di testimonianze dirette come eventi miracolosi<br />

della Chiesa cattolica che le riconosce come<br />

manifestazioni della Beata Vergine Maria.<br />

Visto il grande interesse che stava richiamando<br />

su di se, Bernadette si ritirò dalle Suore<br />

della Carità a Nevers. Trascorse lì gli ultimi<br />

anni della sua breve esistenza, lavorando<br />

come assistente nell’infermeria e poi come sacrestana,<br />

creando inoltre ricami per abiti d’altare<br />

e vesti. Durante un grave attacco d’asma,<br />

chiese l’acqua della sorgente di Lourdes, e i<br />

suoi sintomi regredirono per non tornare più.<br />

Tuttavia non cercò di curarsi allo stesso modo,<br />

quando più tardi si ammalò di tubercolosi ossea.<br />

Morì all’età di 35 anni.<br />

Aveva seguito lo sviluppo di Lourdes come<br />

santuario per pellegrinaggi mentre viveva lì,<br />

ma non fu presente per la consacrazione della<br />

basilica nel 1876.<br />

Bernadette ha ricevuto la Canonizzazione nel<br />

1933 ed è la Santa protettrice degli ammalati<br />

e la patrona di Lourdes. Viene ricordata il 16<br />

<strong>aprile</strong>.<br />

Il miracolo è la creatura preferita della fede.<br />

Johann Wolfgang von Goethe<br />

Michaela Mussner - (fonti diverse)<br />

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12<br />

L’OCIADA Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong><br />

Immagini di una slittata indimenticabile…<br />

…insieme al Signor Nino Salino, ospite presso il Bürgerheim<br />

La strada stessa è la meta,<br />

la strada da San Leonardo ad ”Ackerboden“.


Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong> L’OCIADA<br />

All’affermazione: “È stato bellissimo, un piccolo pezzo di<br />

paradiso…“, il Signor Nino risponde: “E sì, bello, bello…!”<br />

Dal Consiglio della Casa<br />

Riassunto del protocollo del verbale del 18 gennaio <strong>2013</strong><br />

• La presidente Sig.ra Margareth Mussner<br />

saluta tutti i membri presenti, viene esaminato<br />

ed approvato all’unanimità il verbale<br />

della seduta del 11 ottobre 2012.<br />

• Il Direttore Pranter informa che nell’agosto<br />

2012 è stato approvato il nuovo organigramma<br />

e l’annessa organizzazione<br />

aziendale. L‘organigramma è disponibile<br />

sul sito web e nell’intranet dell’Azienda.<br />

• La Signora Mussner informa, che presso<br />

le residenze per anziani di Bressanone<br />

verrá di nuovo offerto un servizio di parrucchiere.<br />

La prossima seduta del Consiglio della<br />

Casa viene fissata per il 22 maggio <strong>2013</strong><br />

con inizio alle ore 17.<br />

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14<br />

L’OCIADA Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong><br />

Il serpente nel contenitore del latte<br />

Mi chiamo Sonja Wiedenhofer e lavoro<br />

come operatrice socio sanitaria al Sanatorio.<br />

Sono nata il 1° febbraio 1970 e sono<br />

cresciuta a Luson con i miei nonni, visto<br />

che mio padre morì quando avevo appena<br />

11-12 anni. Nel 1972 nacque mia sorella<br />

Elke e nel 1973 mia cugina Silvia. Silvia<br />

visse con noi fino a quando andò a scuola,<br />

mentre Elke rimase con i miei nonni fino<br />

alla seconda elementare.<br />

Mia nonna e mio nonno avevano una vecchia<br />

casa in cui il riscaldamento c’era solo<br />

in cucina e nella “Stube”. Non avevamo<br />

nemmeno acqua corrente e dovevamo andarla<br />

a prendere da una fontana che ovviamente<br />

in inverno era ghiacciata. Quindi, in<br />

inverno prendevamo la neve da far sciogliere<br />

per poterla usare per lavarci, cucinare e<br />

pulire. Noi tre dovevamo anche raccogliere<br />

coni d’abete e piccoli ramoscelli che andavano<br />

benissimo per accendere il fuoco.<br />

In una calda giornata d’estate litigammo<br />

molto. Per castigo dovetti io, insieme a<br />

Silvia, andare a raccogliere i mirtilli. Ci<br />

incamminammo nel bosco con due contenitori<br />

del latte. Nessuna delle due aveva<br />

voglia ed eravamo infastidite dal fatto, che<br />

solo noi due dovevamo andare mentre Elke<br />

poteva starsene a casa.<br />

Arrivate sul luogo dei mirtilli vedemmo un<br />

piccolo serpente nero strisciare sul suolo.<br />

Silvia ebbe subito l’idea di far prendere un<br />

grande spavento alla nonna. Con grande<br />

velocità afferrò il serpente e lo ripose nel<br />

suo contenitore del latte, il mio contenitore<br />

invece lo riempimmo da brave con i<br />

mirtilli.<br />

Tornando a casa non ce la facevamo più<br />

a trattenerci dal ridere. Aspettammo con<br />

ansia che la nonna aprisse il contenitore.<br />

Quando lo aprì, il serpente scosciò fuori e<br />

strisciò sul tavolo. La nonna prese un grande<br />

spavento e buttò velocemente il serpente<br />

nel prato dietro casa. Ricevemmo così il<br />

nostro secondo castigo in quel giorno, ma<br />

questa è un’altra storia…<br />

Sonja Wiedenhofer<br />

La casa dove abitava Sonja con la sorella e la Suo padre che tiene amorevol-<br />

cugina<br />

mente Sonja


Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong> L’OCIADA<br />

Una rondine non fa primavera<br />

La vita delle rondini<br />

era un continuo migrare<br />

da una zona all’altra<br />

della terra, un lavoro alquanto<br />

faticoso da sostenere,<br />

ma restava l’unico<br />

sistema per assicurarsi<br />

clima mite tutto l’arco<br />

dell’anno.<br />

Era d’uopo ormai per gli<br />

uomini associare la venuta<br />

delle rondini all’avvicinarsi<br />

della primavera,<br />

perché le stesse facevano<br />

da sempre la loro<br />

apparizione nel periodo<br />

che precedeva la bella<br />

stagione.<br />

Accadde che un giorno le rondini in massa<br />

si rifiutassero di migrare, e una giovane<br />

rondine animata da un’irresistibile voglia<br />

di volare lontana, cercò in tutti i modi di<br />

convincerle a spostarsi ancora verso luoghi<br />

caldi e pieni di colori.<br />

Le rondini furono irremovibili, le stagioni<br />

erano divenute più miti e pertanto non era<br />

più necessario migrare. Anche le rondini<br />

seguivano la morbida linea dell’evoluzione,<br />

senza irrigidirsi di fronte alle loro consuetudinarie<br />

abitudini.<br />

Ma la giovane compagna sentiva ardere<br />

nel petto il desiderio d’avventura, e seppur<br />

comprendendo il discorso degli adulti, decise<br />

di volare lontano alla ricerca del luogo<br />

ideale dove soggiornare.<br />

Durante il viaggio vide molti paesi e incontrò<br />

altre compagne che facevano il suo<br />

stesso volo, le salutò una a una nel vederle<br />

planare verso paesi dai molteplici colori e<br />

profumi, mentre lei non trovava mai un posto<br />

che le piacesse così tanto da indurla a<br />

fermarsi. Volò per mesi e mesi, sostando<br />

giusto il tempo che le occorreva<br />

per rifocillarsi e<br />

ripartire poi immediatamente,<br />

ma la stanchezza<br />

di un volo tanto lungo logora,<br />

e a un tratto il peso<br />

di quel viaggio le si fece<br />

insostenibile, tanto da<br />

costringerla a fermarsi.<br />

Volteggiava in quel momento<br />

su di una cittadina<br />

tutta imbiancata a<br />

neve, i cui tetti candidi<br />

riflettevano la luce del<br />

sole, e ne restò per qualche<br />

istante abbagliata.<br />

Planando morbidamente<br />

sulle vie affollate, tutti<br />

furono stupiti nel vedere una rondine in<br />

pieno inverno.<br />

E molti considerarono quell’avvenimento<br />

come l’annuncio di un’anticipata primavera.<br />

Le donne prepararono gli abiti leggeri,<br />

sognando già il soffio tiepido dei venti, il<br />

profumo dei fiori e i cieli tersi e limpidi.<br />

Il sorriso di quelle persone fu davvero un<br />

anticipo di primavera, tutti si riversarono<br />

per le strade per applaudire la rondine solitaria<br />

che aveva portato la buona novella,<br />

e la giovane rondine nel vedere la gioia che<br />

aveva suscitato decise di non andarsene<br />

più.<br />

La primavera giunse senza alcun anticipo,<br />

ma il sorriso dal volto degli abitanti di quel<br />

fortunato paese non si spense più e da allora<br />

una massima del luogo fece il giro del<br />

mondo:<br />

“Una rondine non fa primavera nei cieli,<br />

ma nei cuori sì. Perché se hai il cuore a<br />

festa non puoi scorger la tempesta.”<br />

Dal libro “La piccola voce” di Cleonice Parisi<br />

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L’OCIADA Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong><br />

Scatti dalla Casa Eiseck<br />

Coloriamo insieme le uova di Pasqua.<br />

Giocare a Tombola ormai è diventato una tradizione.<br />

Il Sig. Mitterrutzner raccoglie i fiori di sambuco.<br />

Come sono belli i gattini!


Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong> L’OCIADA<br />

Scatti dalla Casa Eiseck<br />

Il Sig. Winkler festeggia il suo compleanno. Anche il “Krampus” ha le mani fredde e il<br />

cuore caldo.<br />

Ci congratuliamo con i nostri collaboratori...<br />

Bernadetta Weger, cuoca presso la Casa di Riposo Bürgerheim, ha<br />

concluso il corso di “cuoca in dietetica” presso la scuola professionale<br />

alberghiera “Kaiserhof” a Merano.<br />

Paul Berger, infermiere ed insegnante di Kinaesthetics, ha l’incarico<br />

di sostenere collaboratori, ospiti e parenti nella loro quotidianità, tramite<br />

un accompagnamento specifico che si basa sulla visione del<br />

movimento. Negli anni 2011/2012 ha frequentato un corso di formazione<br />

complementare in Germania, con l’obiettivo di interessare ai<br />

principi basilari di Kinaesthetics anche persone non coinvolte direttamente<br />

nell’assistenza. Tematiche principali del corso erano:<br />

• Qualità di Vita nella Terza Età • Salute sul Posto di Lavoro<br />

• Apprendimento Creativo<br />

Non puoi insegnare qualcosa ad un uomo.<br />

Lo puoi solo aiutare a scoprirla dentro di sé.<br />

Galileo Galilei<br />

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L’OCIADA Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong><br />

Auguriamo gioia e successo nel<br />

nuovo incarico...<br />

Da sinistra: Vera Prader, Benedikta Fischnaller<br />

e Brigitte Mitterrutzner<br />

COLOFONE:<br />

Team redazionale: Cristina Bertante, Martha Kofler,<br />

Sandra Kusstatscher, Annemarie Lanz, Michaela Mussner,<br />

Helmut Pranter, Magdalena Ralser, Anneliese Rigger,<br />

Nadia Vivaldo, Sonja Wiedenhofer<br />

Direzione della redazione: Sara Marmsoler<br />

Traduzione: Herta Anvidalfarei, Cinzia Brunialti,<br />

Claudio De Nigro, Laura Martinelli, Natalie Aquila,<br />

Nadia Vivaldo, Magdalena Ralser<br />

Foto Copertina: Klara Regina Vötter<br />

Editore: APSP “Santo Spirito” con sede a Bressanone,<br />

Viale Mozart 28<br />

Grafica e stampa: Kraler Druck, Bressanone/Varna<br />

Distribuzione gratuita<br />

…alla Signora Benedikta Fischnaller<br />

che da responsabile dell’area abitativa<br />

1 e 2 del Bürgerheim è passata all’area<br />

abitativa 5.<br />

…alla Signora Vera Prader come nuova<br />

responsabile dell’area abitativa 1 del<br />

Bürgerheim.<br />

…alla Signora Brigitte Mitterrutzner<br />

come nuova responsabile dell’area abitativa<br />

2 del Bürgerheim.<br />

Colline Sabine, Toscana<br />

AVVISO:<br />

Per facilitare una lettura scorrevole del tes to abbiamo scelto la forma grammaticale maschile. La forma<br />

femminile è sottintesa.


Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong> L’OCIADA<br />

La pagina divertente<br />

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L’OCIADA Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong>

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