L'Ociada aprile - giugno 2013 (pdf - 2MB) - Casadiriposo ...
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L’OCIADA Aprile - Maggio - Giugno <strong>2013</strong><br />
Storie di vita:<br />
Antonia Oberhuber Bazzoli<br />
Una donna che ama la vita<br />
Al secondo piano del Sanatorio dopo aver<br />
percorso un lungo corridoio, apro la porta<br />
della stanza di Antonia Oberhuber. Alle<br />
pareti i ricordi di una vita di gioie e dolori,<br />
profumo di fiori e una libreria ricca di riviste<br />
e giornali; “E’ l’unico modo che ho per<br />
tenermi aggiornata e non sentirmi esclusa<br />
dal mondo”, dice Antonia, lì seduta su una<br />
sedia a rotelle e i capelli lisci ancora magnificamente<br />
del loro colore originale.<br />
Dai suoi occhi si sprigiona un guizzo, un<br />
lampo di inaspettata vitalità, in cui si ha<br />
l’impressione di scorgere una dose di non<br />
scontata ironia, “perché Cristina tutta questa<br />
curiosità? Mi vuoi fare il terzo grado?”,<br />
mi chiede. “Devo scrivere della tua vita,<br />
delle tue passioni”, le rispondo incuriosendola.<br />
Nata il 12 novembre del 1935 a Brunico<br />
e vissuta a Gais fino all’età di ventiquattro<br />
anni, Antonia frequentò le scuole elementari<br />
in lingua tedesca. “Non potei proseguire<br />
gli studi poiché le scuole medie distavano<br />
da Brunico cinque chilometri e a<br />
quell’epoca erano davvero tanti a piedi e<br />
gli inverni erano molto rigidi”.<br />
Prima di cinque fratelli, Antonia conduceva<br />
una vita semplice e modesta. “Non ho vissuto<br />
una vera infanzia, il tempo per giocare<br />
non era molto”, afferma. Le sue giornate,<br />
racconta, erano scandite da molti compiti,<br />
l’aiuto alla famiglia numerosa era doveroso<br />
a quell’epoca.<br />
La crisi degli anni trenta, il fascismo e la<br />
guerra, imperversavano e in un piccolo<br />
paese di tremila abitanti, la povertà e la<br />
mancanza di occasioni favorevoli a una vita<br />
meno umile hanno segnato la sua esisten-<br />
za. “Ci sono ricordi, dove la vita smette di<br />
essere dolce”, afferma Antonia, “Mio padre<br />
era un boscaiolo, e per garantire il pane alla<br />
famiglia lavorava sodo tutto il giorno”. Non<br />
si arruolò per la seconda guerra mondiale<br />
perché era invalido a causa del suo lavoro;<br />
“Mi ricordo il sabato mattina spendeva i<br />
pochi soldi che guadagnava per comprare<br />
il latte a noi. “ Antonia mi sorride mentre<br />
gusta il suo dessert alla frutta. “Dico<br />
sempre a mio figlio Norbert che è cresciuto<br />
nell’abbondanza, noi sognavamo un paio di<br />
scarpe nuove e un maglione per l’inverno e<br />
ricevere queste piccole cose ci donava una<br />
gioia infinita”.