Bilancio Sociale 2009 - ATC Torino
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<strong>Bilancio</strong> <strong>Sociale</strong> <strong>2009</strong><br />
CIT - CONSORZIO INTERCOMUNALE TORINESE
CIT - CONSORZIO INTERCOMUNALE TORINESE<br />
<strong>Bilancio</strong> <strong>Sociale</strong> <strong>2009</strong><br />
a cura del gruppo di lavoro per il <strong>Bilancio</strong> <strong>Sociale</strong>
Presentazione del Presidente dell’Assemblea del C.I.T.<br />
In tempi in cui gli Enti pubblici sono con sempre più frequenza afflitti da crisi<br />
economica e da bilanci che stentano a mantenere il pareggio non si può che<br />
esprimere soddisfazione nel constatare che il C.d.A. del Consorzio Intercomunale<br />
Torinese nella gestione degli ultimi otto anni, anche con una nuova stipulazione<br />
della convenzione con l’A.T.C., non solo ha portato l’Ente ad avere un bilancio<br />
in attivo ma, superando le non poche difficoltà, burocratiche e amministrative,<br />
è riuscito a portare avanti la politica di vendita degli alloggi agli assegnatari,<br />
individuata dall’Assemblea dei Comuni come strumento prioritario del C.I.T.<br />
Infatti, essendo da tempo conclusa la fase operativa degli interventi di edilizia<br />
economico-popolare, lo scopo prioritario del Consorzio non poteva che essere<br />
quello di intervenire, con un importante effetto sociale, nel dare la possibilità a<br />
molti cittadini aventi diritto di diventare proprietari della casa a suo tempo loro<br />
assegnata con contratto di affitto agevolato.<br />
Il futuro dei Consorzi è oggi molto incerto dopo che la legge nazionale ha di<br />
fatto ridimensionato l’attività e la sopravvivenza dei Consorzi, ma sarà cura<br />
dell’Assemblea dei Comuni Consorziati individuare quale strada intraprendere<br />
per non perdere un patrimonio sociale e amministrativo che ha rappresentato nel<br />
tempo uno strumento significativo per le classi meno abbienti.<br />
Roberto Tricarico<br />
Delegato del Sindaco di <strong>Torino</strong><br />
Presidente dell’Assemblea consortile
Presentazione della Presidente del C.d.A. del C.I.T.<br />
L’intento di questo <strong>Bilancio</strong> <strong>Sociale</strong> dell’anno <strong>2009</strong> è di rendere noto in modo<br />
trasparente e chiaro l’operato del Consiglio di Amministrazione ai propri<br />
interlocutori. In particolare agli utenti ed ai Comuni consorziati viene evidenziato<br />
come l’amministrazione del Consorzio risulti in coerente sintonia con le scelte<br />
politiche assunte non solo per l’anno in esame, ma anche durante questi ultimi<br />
otto anni di attività in attuazione di quanto a suo tempo approvato in sede di<br />
Relazione Previsionale e Programmatica.<br />
Una sentita esigenza di offrire un riscontro sui risultati acquisiti, sull’affidabilità<br />
dei dati contenuti nei documenti contabili che, da soli, non sempre esprimono<br />
significatività sulla rilevanza delle informazioni e sull’attendibilità del processo di<br />
realizzazione degli obiettivi prefissati.<br />
In quanto agli esiti ottenuti emerge chiaro il conseguimento di un buon trend<br />
del mantenimento ordinario del patrimonio immobiliare, a cui si aggiungono<br />
apprezzabili risultati anche nella manutenzione straordinaria, a tutto vantaggio<br />
della qualità abitativa.<br />
Ma il provvedimento più significativo di questo mandato amministrativo, che<br />
peraltro ha registrato una sostanziale revisione e modifica della Convenzione<br />
tra C.I.T. e A.T.C., è certamente da ricercare nel Piano Vendite che ha consentito<br />
e consentirà l’acquisto degli alloggi occupati a una fascia di utenti spesso in<br />
condizioni disagiate che altrimenti ben difficilmente avrebbero potuto realizzare<br />
le loro aspirazioni di possedere una propria casa.<br />
Peraltro dal presente documento si evince come, definitivamente esaurito il<br />
ruolo iniziale teso a promuovere il processo urbanistico-immobiliare, l’attività<br />
amministrativa del C.I.T. si sia oggi spostata sulla gestione del patrimonio abitativo.<br />
Attraverso la stessa si sono verificate in questi anni consistenti entrate dovute<br />
agli attivi della riscossione degli affitti, successivamente messi a disposizione dei<br />
comuni, e a quelle dei proventi delle vendite da finalizzare in nuovi interventi di<br />
edilizia residenziale pubblica.<br />
3
Infine un ultimo aspetto che avalla l’opportunità di questo primo “rendiconto<br />
sociale”: proprio in considerazione del fatto che allo stato attuale non esistono<br />
prospettive certe per il C.I.T. e che pertanto non si è potuto adottare un preventivo<br />
Piano Strategico con relativo Piano Generale di Sviluppo, si rendeva oltre<br />
modo necessaria una rilettura aggiornata dell’attività del Consorzio oltre alla<br />
presentazione di possibili scenari futuri.<br />
Scenari che vanno da una provocatoria ipotesi di un rilancio, leggi permettendo,<br />
a supporto del recente “Programma Casa: 10.000 alloggi entro il 2012”, fino allo<br />
scioglimento-liquidazione del Consorzio con riassegnazione ai Comuni del<br />
patrimonio edilizio e riutilizzo dei fondi esistenti per ulteriori interventi che<br />
abbiano attinenza con l’edilizia pubblica.<br />
Questo in sintesi è il presente <strong>Bilancio</strong> <strong>Sociale</strong>, rendicontazione sulle quantità e<br />
sulle qualità di relazione tra il C.I.T. ed i soggetti di riferimento, mirante a delineare<br />
un quadro omogeneo, puntuale, completo e trasparente della complessa<br />
interdipendenza tra i fattori economici e quelli socio-politici connaturati e<br />
conseguenti alle scelte fatte. Ed al tempo stesso, è anche documentazione del<br />
passato amministrativo, riepilogo dei traguardi raggiunti ed enunciazione delle<br />
evoluzioni possibili. Una presentazione dell’attività svolta da sottoporre a comuni,<br />
enti sovra comunali, istituzioni e a tutti gli utenti che desiderano comprendere<br />
meglio l’azione amministrativa del C.I.T.<br />
Liliana Cavigioli<br />
Presidente del C.d.A.<br />
4
Il Consiglio di Amministrazione<br />
Presidente Liliana Cavigioli<br />
Vice Presidente Bernardino Orrù<br />
Consiglieri Rinaldo Accornero<br />
Donato Cocomero<br />
Aldo Grasso<br />
Franco Rolfo<br />
Antonio Soldo<br />
5
Nota metodologica<br />
Il <strong>Bilancio</strong> <strong>Sociale</strong>, anche in ottemperanza a quanto disposto dalla “Direttiva del Ministro<br />
della Funzione Pubblica - del 17 febbraio 2006 - sulla rendicontazione sociale nelle<br />
amministrazioni pubbliche” è un processo utile principalmente nella definizione del<br />
sistema di rendicontazione socio-economica e di rilevazione delle informazioni.<br />
Le finalità sono l’elaborazione di strumenti innovativi di gestione amministrativa e la<br />
rappresentazione, in un quadro unitario, del rapporto tra programma politico, sistema<br />
istituzionale, obiettivi, risorse, risultati rendendo conto del complesso delle attività<br />
dell’ente.<br />
L’esperienza consolidata ha permesso di elaborare una prassi operativa fortemente<br />
condivisa che è stata sintetizzata nel Manuale “Metodo Piemonte per il <strong>Bilancio</strong> <strong>Sociale</strong>” e<br />
che ha costituito il riferimento metodologico per la gestione del progetto.<br />
Il Gruppo di Lavoro e il Coordinatore scientifico, che hanno visto coinvolti unitamente<br />
all’ente gestore A.T.C., il Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di <strong>Torino</strong> -<br />
Facoltà di Economia, l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Ivrea,<br />
Pinerolo, <strong>Torino</strong> (ODCEC <strong>Torino</strong>), hanno gestito l’elaborazione del presente bilancio.<br />
Chiavi di rendicontazione sono le due aree di intervento dell’Ente che permettono di<br />
rappresentare funzionalmente le attività realizzate e gli obiettivi raggiunti nell’esercizio<br />
<strong>2009</strong> durante il governo dell’Amministrazione.<br />
Il Gruppo di lavoro ha realizzato le fasi operative in conformità alle indicazioni del manuale<br />
curando gli stadi della rilevazione delle informazioni, redazione del documento e della<br />
comunicazione del <strong>Bilancio</strong> <strong>Sociale</strong>.<br />
Il controllo di processo, in conformità ai principi del “Metodo Piemonte” in materia di<br />
<strong>Bilancio</strong> <strong>Sociale</strong>, è stato effettuato mediante supervisione del Coordinatore e confronto,<br />
sul piano scientifico-metodologico, con il professionista incaricato della validazione<br />
professionale che ha attuato la verifica di processo attestandone la rispondenza ai canoni<br />
metodologici adottati.<br />
L’analisi del risultato è stata realizzata mediante l’approfondimento interno con gli attori<br />
istituzionali e mediante l’attivazione di un processo di coinvolgimento degli stakeholder<br />
che ha realizzato un confronto collaborativo finalizzato al miglioramento continuo del<br />
processo di rendicontazione.<br />
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Indice<br />
Presentazione del Presidente dell’Assemblea<br />
Presentazione della Presidente del C.d.A.<br />
Il Consiglio di Amministrazione<br />
Nota metodologica<br />
Premessa sull’edilizia Residenziale Pubblica<br />
<strong>ATC</strong> Agenzia Territoriale per la Casa della Provincia di <strong>Torino</strong><br />
Il Consorzio Intercomunale Torinese: l’identità<br />
Origini e sviluppo<br />
La missione<br />
Gli organi politici e l’organizzazione del C.I.T.<br />
Gli Stakeholder<br />
Le recenti scelte politiche dell’Amministrazione<br />
La dismissione del patrimonio<br />
Problematiche relative al Piano Vendite<br />
Rendiconto Economico<br />
Le entrate e le spese<br />
I risultati di gestione<br />
La destinazione della spesa a favore dei soggetti interessati<br />
La Relazione <strong>Sociale</strong><br />
Le politiche<br />
Area di intervento A - Gestione degli alloggi<br />
Area di intervento B - Vendita del patrimonio immobiliare<br />
Le proposte per il futuro<br />
Validazione del processo<br />
Glossario<br />
Bibliografia e sitografia<br />
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La promozione del “bene casa” nel sistema sociale, è fattore<br />
determinante per un omogeneo sviluppo economico<br />
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Premessa sulle origini<br />
dell’Edilizia Residenziale Pubblica<br />
Con particolare riferimento al territorio torinese<br />
La storia dell’Edilizia Residenziale Pubblica è indissolubilmente legata e si fonde a quella degli<br />
Enti che, a partire dagli inizi del 1900, ne sono i gestori. Si tratta degli Istituti Autonomi per le<br />
Case Popolari, ora variamente denominati a seconda delle regioni italiane di appartenenza,<br />
che sono stati istituiti con la prima legge promulgata in Italia per facilitare la costruzione di<br />
case popolari (la legge n.254 del 31.5.1903 per iniziativa dell’on. Luigi Luzzatti).<br />
Il provvedimento si inseriva nel quadro di una politica sociale che, al principio del secolo,<br />
diffuse in Italia forme nuove di enti economici e l’intervento dello Stato a beneficio dei<br />
ceti popolari, senza trascurare l’effetto indotto sia su scala più propriamente sociale, sia<br />
come fattore di sviluppo economico.<br />
Si voleva con tale dispositivo trasformare e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni,<br />
in specie dei ceti meno abbienti, applicando nel rapporto sociale il principio di solidarietà,<br />
informato a precise esigenze di giustizia distributiva.<br />
Questo principio di solidarietà e di giustizia sociale emergeva chiaramente dalla lettura<br />
dell’art. 22 della citata legge, che improntava l’iniziativa degli Istituti Autonomi: non<br />
un interesse prettamente economico o esigenze di profitto, ma una precisa volontà ad<br />
intervenire nel sistema sociale, avendo come oggetto solo ed esclusivamente il “bene casa”.<br />
Con Legge 31 maggio 1903 n. 254 e successivi regolamenti, lo Stato Italiano emise il<br />
primo provvedimento organico inteso a ricercare un rimedio all’assillante problema<br />
delle abitazioni minime, e con il nuovo Testo Unico del 27 febbraio 1908 n. 85 ed il<br />
successivo Regolamento 12 agosto 1908 n. 528, incoraggiò le costruzioni residenziali<br />
con benefici di carattere fiscale e finanziario. Gettate così le basi dell’edilizia economicopopolare,<br />
nacque nelle principali città italiane, l’Istituto per le Case Popolari.<br />
Per poter delineare in maniera approfondita la materia dell’Edilizia Residenziale<br />
Pubblica è indispensabile soffermarsi sulla natura dell’Istituto per le Case Popolari e su<br />
come esso, sia a livello nazionale che locale, abbia avuto ed abbia tutt’ora una funzione<br />
fondamentale per la gestione delle attività legate all’edilizia economico/popolare. In<br />
particolare ci soffermeremo sulla realtà della Città di <strong>Torino</strong>.<br />
Per iniziativa del Comune e con l’ausilio della Cassa di Risparmio di <strong>Torino</strong> e dell’Istituto<br />
9
Opere Pie del San Paolo, sorse l’Istituto Case Popolari, riconosciuto come Ente Morale con<br />
Regio Decreto 8 dicembre 1907, “filantropico nei fini ed economico nei mezzi, attrezzato e<br />
specializzato nell’organismo tecnico amministrativo e finanziario per la costruzione di un vasto<br />
demanio di stabili di carattere economico da concedersi in locazione senza scopo speculativo”.<br />
Gli Enti fondatori, contribuendo ciascuno con 1 milione, dotarono l’Istituto del primo capitale<br />
di Lire 3 milioni. Inoltre il Comune assegnò gratuitamente 6 lotti di terreno e i due Istituti di<br />
Credito accordarono la concessione di mutui a condizioni particolarmente favorevoli.<br />
La dislocazione dei quartieri realizzati nel primo periodo avvenne in zone industriali<br />
seguendo, nello sviluppo, l’allargamento e la trasformazione dell’intera città di <strong>Torino</strong>.<br />
Nel periodo che va dal 1907 al 1912 sorsero 8 quartieri (o gruppi come erano allora<br />
denominati) con un totale di 2.398 alloggi e con 4.449 camere affittabili.<br />
Le esigenze dell’urbanesimo sopra ricordate, collegate al costo delle costruzioni ed<br />
alla scarsa disponibilità di capitale non consentirono di orientarsi verso un tipo ideale<br />
di costruzione. L’Istituto dovette ricorrere invece alla costruzione intensiva di caseggiati<br />
estremamente semplici ed economici a 4 o 5 piani fuori terra.<br />
Dopo questo iniziale periodo di attività cominciarono a manifestarsi i primi sintomi di<br />
un rallentamento nella richiesta di alloggi, sintomo che determinò una crisi con sensibili<br />
perdite di bilancio dovute agli alloggi sfitti.<br />
Tale situazione contingente si protrasse fino al 1917 quando le popolazioni del Veneto<br />
furono costrette dalla guerra con l’Austria a lasciare le loro terre invase e a trovare<br />
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sistemazione negli alloggi sfitti delle case popolari. Risorse così impellente il problema<br />
delle costruzioni e si fece nuovamente sentire la penuria di case, aggravata dall’aumento<br />
vertiginoso del costo dei materiali da costruzione.<br />
Nella primavera del 1919 ebbe inizio un secondo ciclo di attività edilizia nell’ambito di<br />
un programma concordato con il Comune di <strong>Torino</strong>, il quale concesse gratuitamente le<br />
aree occorrenti alla realizzazione di altre 3.500 camere e assegnò il proprio contributo<br />
nel rimborso degli interessi dei capitali mutuati, oltre alla fidejussione a garanzia dei<br />
medesimi; questo consentì di praticare fitti relativamente contenuti .<br />
Il secondo ciclo di attività dell’Istituto risultò come il più travagliato e il più critico. Con<br />
Regio Decreto 15 luglio 1923 numero 1714, si costituì l’Istituto per le Case Economiche<br />
proprio con lo scopo di costruire alloggi da cedersi in proprietà. Nel periodo che va dal<br />
1921 al 1928, furono realizzati 3 gruppi di quartieri con un totale di 2.226 alloggi; dal<br />
1930 al 1940 sorsero altri quartieri con un totale di 1.253 alloggi.<br />
Nel 1929 fu riscattato il patrimonio della Società Anonima Cooperativa “Ente Nazionale<br />
Della Città Giardino”, la cui proprietà era costituita da 21 palazzine a 2 piani f.t. in regione<br />
S. Francesco di Mirafiori, che furono cedute agli occupanti già soci della Cooperativa,<br />
col patto di futura vendita. Successivamente nel 1931 l’Istituto riscattò le attività della<br />
Società Torinese Abitazioni Popolari in liquidazione e nel 1934, in applicazione del<br />
Regio Decreto n. 881/34, ebbe luogo la fusione tra il patrimonio immobiliare cittadino e<br />
l’Istituto Case Economiche, forte di ben 7 quartieri. Nello stesso anno vennero concluse<br />
le trattative per il passaggio in gestione delle case municipali, costituite da 6 gruppi<br />
comprendenti 917 alloggi.<br />
La Legge 6 giugno 1935 n. 1129 stabilì la trasformazione degli Istituti Case Popolari in<br />
enti provinciali, riuniti per l’unità di interessi in Consorzi, alle dirette dipendenze del<br />
Ministero dei Lavori Pubblici e un successivo decreto sancì il riconoscimento dell’Istituto<br />
Autonomo Case Popolari della Provincia di <strong>Torino</strong> approvando il nuovo Statuto.<br />
Gli anni che separarono questi ultimi avvenimenti dallo scoppio della seconda guerra<br />
mondiale videro l’Istituto impegnato con i primi cantieri in provincia, in virtù dei<br />
contributi dei Comuni e del finanziamento dell’Istituto Nazionale di Previdenza <strong>Sociale</strong>.<br />
Il terzo ciclo è direttamente e conseguentemente collegato agli avvenimenti del<br />
secondo conflitto mondiale.<br />
La stasi in dipendenza degli avvenimenti bellici fu soltanto interrotta da piccole<br />
costruzioni, perchè la mancanza di fondi e la scarsità di materie prime impedirono ogni<br />
serio programma edilizio; l’attività dell’Istituto fu comunque intensa, con la creazione<br />
11
di ricoveri antiaerei e la costruzione di baracche e di alloggi di fortuna (le cosiddette<br />
casermette) per i danneggiati dagli eventi bellici. Alla fine del conflitto le perdite<br />
risultarono gravissime: 252 furono gli alloggi totalmente distrutti e 3.425 quelli sinistrati.<br />
I primi anni del dopoguerra videro l’Istituto impegnato ad affrontare il lavoro di<br />
ricostruzione e di riparazione dei danni bellici e qualche anno dopo fu progettato il<br />
completamento del Quartiere di Mirafiori con un significativo miglioramento qualitativo<br />
degli alloggi realizzati.<br />
Vennero anche edificate case da assegnare a riscatto e a locazione, in virtù di alcune<br />
provvidenze legislative quali la legge INA-Casa e la Legge per i profughi e i baraccati. Il<br />
numero degli alloggi costruiti fu in quel periodo di 1.810.<br />
La vera e propria ripresa edilizia cominciò tuttavia nel 1953 ed allora la città di <strong>Torino</strong> e la<br />
Provincia si arricchirono di case e di quartieri costruiti dall’Istituto in proprio o per conto<br />
di altri Enti. Iniziarono a sorgere così i grandi complessi del Regio Parco, della Falchera, di<br />
Lucento, corso Sebastopoli.<br />
Contemporaneamente vennero assegnati in amministrazione gli stabili delle case<br />
statali e della Gestione INA-Casa. Nel 1958 venne posta la prima pietra del grande<br />
quartiere residenziale delle Vallette, realizzato per conto del comitato di coordinamento<br />
dell’edilizia popolare (C.E.P.), che prevedeva la realizzazione di 16.469 vani.<br />
Nel dicembre del 1962 venne appaltato per conto della Gestione INA-Casa il nuovo<br />
complesso residenziale di Mirafiori Sud, che consentì la costruzione di 798 alloggi per<br />
4.494 vani oltre all’edificio per il centro commerciale. La consistenza del patrimonio al<br />
dicembre 1962 era di 22.307 alloggi.<br />
In quegli anni particolare importanza per l’edilizia pubblica, e conseguentemente per lo<br />
IACP, assunsero le Leggi n. 167 del 18 aprile 1962 e n. 60 del 14 febbraio 1963.<br />
Mentre con la prima Legge, visto l’esaurirsi del patrimonio di aree disponibili di<br />
proprietà dell’Ente o del Comune, si assicurava il reperimento di nuove aree per ulteriori<br />
insediamenti abitativi economici-popolari, con la seconda si istituiva la Gestione Case<br />
per Lavoratori (Gescal), con la liquidazione del patrimonio della gestione INA-Casa.<br />
Gli anni settanta segnarono un’altra pietra miliare nella storia dell’edilizia residenziale<br />
pubblica con la Legge n.865/71, che di fatto trasformò gli Istituti Autonomi Case Popolari<br />
da Enti Pubblici Economici a non Economici, con prevalenza pertanto dell’attività<br />
pubblico-assistenziale. Fu l’avvio di una trasformazione progressiva della disciplina del<br />
settore tanto nella programmazione nazionale e regionale degli interventi quanto nel<br />
decentramento delle funzioni amministrative, in particolare nel ruolo delle regioni, ma<br />
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soprattutto con una gestione unitaria delle risorse disponibili.<br />
Tra il 1972 e il 1977 alcuni D.P.R. introdussero principi di integrazione della politica della<br />
casa, di sviluppo del territorio e di una disciplina unitaria dei canoni. Si mise anche in<br />
atto il primo tassello del decentramento burocratico con trasferimento di deleghe alle<br />
Regioni e si disciplinarono le assegnazioni nonchè l’organizzazione degli Enti Pubblici<br />
operanti nel settore dell’edilizia residenziale pubblica.<br />
A seguito dell’emanazione di nuove leggi e della soppressione di enti quali la Gescal,<br />
il patrimonio fino ad allora costruito fu in parte ceduto agli assegnatari aventi diritto<br />
ed in parte trasferito agli I.A.C.P., che divennero gli unici soggetti attuatori dell’edilizia<br />
residenziale pubblica.<br />
Il più importante provvedimento di quel periodo è costituito dal cosiddetto Piano<br />
Decennale per l’Edilizia (Legge n.457 del 5.8.1978) che, affiancandosi alla disciplina dei<br />
suoli (Legge n.10 del 28.1.1977) e<br />
a quella dell’equo canone (Legge<br />
n. 392 del 27.7.1978), contribuì a<br />
delineare un quadro organico di<br />
vasto respiro.<br />
Il piano decennale del 1978 è<br />
un documento programmatico<br />
di base per l’insieme dell’edilizia<br />
residenziale pubblica, nel quale<br />
trovano posto sia gli interventi di<br />
edilizia sovvenzionata (realizzata<br />
con il contributo dello Stato con<br />
mutui in conto capitale), sia quelli<br />
di edilizia convenzionata (realizzata<br />
grazie alla convenzione tra vari enti pubblici, istituti di credito e imprese costruttrici per<br />
alloggi in sola locazione a canone fisso per periodi determinati), sia quelli di edilizia<br />
agevolata (realizzata con contributi dello Stato in conto interessi), sia gli interventi<br />
di recupero del patrimonio edilizio esistente, sia infine quelli per l’acquisizione e<br />
l’urbanizzazione delle aree necessarie alle edificazioni.<br />
Il governo dell’edilizia residenziale pubblica è affidato al Comitato Interministeriale per<br />
la Programmazione Economica (CIPE), al Comitato regionale per l’Edilizia Residenziale<br />
(CER) e alle Regioni. Il Ministero dei Lavori Pubblici viene così a perdere gran parte della<br />
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posizione ricoperta in precedenza. L’organo centrale della programmazione del settore è<br />
il CER (organismo ora disciolto), che opera in modo collegato alle scelte generali del CIPE;<br />
viene istituito un Fondo Unico per l’edilizia popolare presso la Cassa Depositi e Prestiti che<br />
ha il compito di procedere alle erogazioni agli enti richiedenti (Regioni) in relazione allo<br />
svolgimento dei programmi prestabiliti.<br />
Il sistema finanziario è rigidamente accentrato e pone in essere un delicato intreccio di<br />
procedimenti che si condizionano reciprocamente e che devono attuarsi secondo una serrata<br />
scansione dei tempi. Fu così che il deficit abitativo aumentò, con conseguenze anche gravi nelle<br />
aree metropolitane, e si verificò un sostanziale ristagno dell’intervento pubblico nell’edilizia.<br />
Si resero indispensabili nuove normative sulle modalità di finanziamenti (Legge 25/1980<br />
e Legge 94/1982) che permisero nuovamente l’intensificarsi dell’attività costruttiva, alla<br />
quale si unì anche quella del recupero abitativo.<br />
Gli I.A.C.P., potendo contare su sovvenzioni per la realizzazione della programmazione<br />
pluriennale, ripresero ad operare efficacemente, nonostante i bassi ricavi derivanti da<br />
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canoni di locazioni stabiliti per legge li penalizzassero con nuovi interventi abitativi ed<br />
una proficua serie di iniziative di assistenza a favore delle famiglie locatarie.<br />
Come già per il 1° e 2° settennio INA-Casa, anche il piano decennale Gescal, venne<br />
finanziato da un “polmone centrale” a cui affluirono i contributi dello Stato, dei lavoratori<br />
dipendenti e dei datori di lavoro.<br />
Con questo disposto legislativo, pur essendo la programmazione degli interventi di<br />
edilizia residenziale pubblica demandati ad un Comitato Centrale con sede in Roma,<br />
l’Istituto assunse vasti e nuovi impegni con compiti esecutivi, direzionali e di vigilanza sul<br />
programma decennale per la generalità dei lavoratori, per Cooperative, Aziende ed Enti.<br />
Negli anni settanta inoltre, l’inasprimento della cosiddetta “bolletta energetica”<br />
causata dall’aumento del costo del petrolio, con i conseguenti negativi riflessi sociali<br />
ed il perdurare del flusso migratorio, riproposero con cadenze spesso drammatiche<br />
il problema casa, che esplose con le occupazioni di massa di abitazioni intervenute<br />
nell’autunno del 1974. E questo malgrado l’approvazione da parte dello I.A.C.P. di <strong>Torino</strong>,<br />
in accordo con la F.I.A.T., di un piano straordinario per la realizzazione di abitazioni<br />
riservate prevalentemente ai dipendenti dell’Azienda. Sui 4.000 alloggi previsti se<br />
ne realizzarono soltanto 2.542 ubicati in <strong>Torino</strong>, Orbassano, Crescentino e Volvera.<br />
Contestualmente, venne attivato un intervento straordinario finanziato dalla Gescal e<br />
localizzato a Falchera Nuova (n. 1370 alloggi), Mirafiori Sud (n. 830 alloggi), Altessano-<br />
Venaria (n. 800 alloggi) ed in altri centri della Provincia.<br />
L’attività dell’Istituto - divenuto con la Legge di riforma n. 865/71 unico Ente attuatore<br />
dei programmi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata dallo Stato - non si fermò<br />
però alle nuove costruzioni, ma con i finanziamenti delle Leggi n. 513 del 77 e n. 457/78,<br />
predispose un vasto piano d’intervento di risanamento per i quartieri costituiti prima del<br />
1925 che interessò 1644 alloggi, anche per porre freno ad una preoccupante crescita<br />
di morosità totale e autoriduzioni dei canoni. Nonostante le innumerevoli difficoltà,<br />
l’Istituto tra gli anni ‘70 e ‘80 riuscì a costruire e risanare 13.116 abitazioni, sicché il<br />
patrimonio in gestione, pur ridottosi per gli alloggi venduti agli inquilini, annoverò in<br />
quel periodo ben 30.788 alloggi (di cui 18.625 in proprietà, 9.929 dei Comuni, 2.234 dello<br />
Stato). I locali commerciali e comunque non ad uso abitativo in gestione erano 2.937. Nel<br />
frattempo e nella prospettiva dei decentramenti operativi del riordino delle autonomie<br />
locali nel tempo seguite, con legge regionale n. 11 del 26/4/93, l’Istituto trasformato in<br />
Agenzia Territoriale per la Casa (<strong>ATC</strong>), è divenuto ente regionale operante nel campo<br />
dell’edilizia pubblica e delle relative infrastrutture.<br />
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A.T.C. – Agenzia Territoriale per la Casa<br />
L’Agenzia Territoriale per la Casa della Provincia di <strong>Torino</strong> è un soggetto pubblico<br />
che persegue il pubblico interesse, identificato con l’obbligo sociale di fornire<br />
appartamenti economici da porre a disposizione delle categorie di cittadini meno<br />
abbienti e di provvedere all’amministrazione e gestione del proprio patrimonio e di<br />
quello ad essa affidato da altri Enti Pubblici.<br />
L’iniziativa legislativa regionale, nell’introdurre una nuova denominazione (Agenzie<br />
Territoriali per la Casa) ha inteso, in particolare, riconoscere ai nuovi enti un allargamento<br />
della loro capacità di intervento al fine anche di garantire, stante la rigidità delle entrate<br />
finanziarie derivanti dai canoni degli alloggi, ulteriori possibili risorse per il perseguimento<br />
dei fini statutari e con l’obiettivo di raggiungere le economicità di gestione.<br />
Costituisce quindi obiettivo centrale della legge una razionalizzazione ed un<br />
forte rilancio delle Aziende preposte all’attuazione di una politica per la casa, che<br />
sempre maggiormente si deve connotare nel perseguimento di obiettivi volti alla<br />
riqualificazione dei tessuti urbani periferici. E’ qui, infatti, che la proprietà pubblica è<br />
più forte, mentre più debole è - oggettivamente - la qualità “urbanistica”.<br />
Anche l’incremento del patrimonio abitativo rientra nei fini statutari, attivando canali<br />
di finanziamento diversi rispetto a quelli tradizionali dell’e.r.p.s.<br />
Da segnalare, infine, la Legge 560/93, che consentendo la vendita di una cospicua<br />
parte del patrimonio immobiliare degli enti Pubblici, costituisce la base per un<br />
rilancio dell’edilizia residenziale, prevedendo espressamente il reinvestimento dei<br />
ricavi per l’incremento e la riqualificazione della stessa.<br />
Ed è proprio grazie a tale legge che sarà realizzata la vendita del patrimonio<br />
immobiliare del C.I.T., argomento per il quale si rende necessaria una più dettagliata<br />
esposizione nella seconda parte della presente relazione.<br />
In chiusura di questo cenno storico, e tornando all’attualità dei nostri giorni, emerge una<br />
connotazione positiva: l’A.T.C., superata una gravissima crisi finanziaria e di credibilità<br />
operativa che l’aveva condotto a due distinte gestioni commissariali, a far tempo dall’1/7/96<br />
ha avuto gli organi deliberanti ed esecutivi ricostituiti con l’insediamento di una nuova<br />
Presidenza, di una nuova Direzione e di un rinnovato Consiglio di Amministrazione che<br />
per la prima volta, dopo cinquant’anni, ha risanato il bilancio dell’Ente.<br />
17
Il Consorzio Intercomunale Torinese:<br />
l’identità<br />
Origini e sviluppo<br />
Tra la metà degli anni settanta ed i primi degli anni ottanta, il fabbisogno abitativo<br />
per le classi meno abbienti si manifestò ancora una volta nell’area torinese<br />
con particolare rilevanza. La 1ª e 2ª cintura registrarono un notevole flusso di<br />
immigrazione, prevalentemente dalle regioni meridionali, ma anche da zone<br />
sottosviluppate del centro-nord nonché da aree marginali dello stesso Piemonte,<br />
prevalentemente generato dal comparto automobilistico (Fiat) in quegli anni in<br />
notevole espansione.<br />
Conseguentemente l’edilizia residenziale pubblica dovette attrezzarsi per<br />
rispondere alla crescente domanda di abitazioni a canoni di locazione contenuti,<br />
essendo i nuovi nuclei, spesso gravati da notevoli carichi familiari e con redditi<br />
molto vicini al limite della sussistenza.<br />
L’esigenza di ritrovare nuove aree idonee e di programmare in forma coordinata ed<br />
efficiente la progettazione e la costruzione di nuove abitazioni, anche e soprattutto<br />
al di fuori dei confini torinesi, portò ad un accordo tra 17 comuni dell’hinterland<br />
che si consorziarono per dar vita al Consorzio Intercomunale Torinese.<br />
Con Decreto del Presidente della Giunta Regionale 30.5.1980 n. 4223 aderivano<br />
al C.I.T. i seguenti Comuni: Alpignano (quota partecipativa 1,70%), Beinasco (q.p.<br />
1,70%), Bruino (q.p. 1,25%), Borgaro Torinese (q.p. 1,70%), Caselle Torinese (q.p.<br />
1,70%), Collegno (q.p. 2,20%), Grugliasco (q.p. 2,20%), Leinì (q.p. 1,70%), Moncalieri<br />
(q.p. 2,20%), Nichelino (q.p. 2,20%), Orbassano (q.p. 1,70%), Piossasco (q.p. 1,70%),<br />
Rivalta di <strong>Torino</strong> (q.p. 1,70%), Rivoli (q.p. 2,20%), San Mauro (q.p. 1,70%), Settimo<br />
Torinese (q.p. 2,20%), <strong>Torino</strong> (q.p. 70,25%).<br />
La missione<br />
La logica di rendicontazione alla base di questo bilancio sociale è volta a ricostruire<br />
un modello interpretativo che ci permette di rendere comprensibile tanto la missione<br />
quanto il senso dell’agire dell’Amministrazione del C.I.T. quale valore creato per gli utenti.<br />
19
Il C.I.T., dieci anni dopo la sua costituzione, vide ampliato il proprio oggetto sociale<br />
a seguito dell’entrata in vigore della Legge 142/90 trasformandosi in “Consorzio di<br />
Servizi” finalizzato alla promozione della formazione di programmi di riqualificazione<br />
urbana, alla redazione di progetti di opere pubbliche con coordinamento dei<br />
relativi appalti, alla pianificazione e gestione urbanistica, alla costituzione di un<br />
Visione<br />
e<br />
missione<br />
Politiche<br />
e<br />
obiettivi<br />
Risorse<br />
allocate<br />
Interventi<br />
realizzati<br />
Modello interpretativo della Gestione Integrata della Accountability<br />
Risultati<br />
Ottenuti<br />
osservatorio della situazione abitativa, nonché alla programmazione manutentiva<br />
del proprio patrimonio, realizzato o in fase di costruzione.<br />
Tra gli obiettivi programmatici assegnati al consorzio, vanno evidenziati:<br />
• una funzione di organismo di concentrazione e di raccordo delle politiche<br />
a scala metropolitana dei diversi livelli di governo presenti sul territorio, per<br />
quanto attiene il settore abitativo e dei servizi connessi<br />
• un ruolo di supporto tecnico per la programmazione, la progettazione, il recupero di<br />
risorse e l’attuazione dei grandi progetti a scala sovracomunale, in stretto raccordo con<br />
la Provincia, a cui è demandata dalla Legge 142/90, la promozione e il coordinamento<br />
dei processi di ampliamento e riqualificazione dell’area metropolitana<br />
Il C.I.T. per far fronte ai compiti affidatigli dallo statuto, operò così significative modifiche<br />
organizzative e di bilancio che gli permisero di monitorare da un lato, con centri di costo<br />
e spesa autonomi, i costi attinenti l’attività di gestione e di manutenzione ordinaria e<br />
straordinaria del proprio patrimonio immobiliare - costi finanziati pro/quota da tutti<br />
i Comuni consorziati - e dall’altra i costi attinenti l’attività di progettazione, svolta per<br />
conto di alcuni Comuni e dagli stessi interamente finanziata.<br />
Il ruolo del C.I.T. subì un primo notevole depotenziamento con la Legge Regionale<br />
46/95 e s.m. che mise l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica<br />
in capo ai Sindaci dei Comuni nel cui territorio è ubicato il patrimonio. Ciò rese<br />
di fatto indisponibili per alcuni soci del Consorzio, ed in primis per il Comune di<br />
20<br />
Eetti<br />
prodotti
<strong>Torino</strong>, gli alloggi che, pur rientrando nella quota di loro proprietà, sono dislocati<br />
sul territorio di altri Comuni consorziati e conseguentemente venne a cessare lo<br />
scopo che, alla base dell’operazione, mirava alla soluzione dell’emergenza abitativa<br />
della allora nascente Città Metropolitana, mediante l’assegnazione di alloggi di<br />
proprietà consortile, a prescindere dall’ubicazione degli immobili medesimi.<br />
Alcuni anni dopo un ulteriore provvedimento legislativo ridusse ulteriormente il<br />
ruolo del C.I.T. sancendo il passaggio del personale dipendente del Consorzio ad<br />
altri Enti Pubblici e imponendo di fatto il contemporaneo trasferimento all’<strong>ATC</strong>, a<br />
partire dal 1° gennaio 1999, dell’attività di gestione e manutenzione del proprio<br />
patrimonio immobiliare, mediante apposita convenzione quinquennale con<br />
mandato di rappresentanza. Scelta peraltro favorita dalla ripresa di operatività e<br />
alla riorganizzazione dell’Istituto Autonomo avvenuta grazie alla Legge finanziaria<br />
del 1997, con cui riuscì a ricontrattare i mutui con le banche, i debiti e i crediti, a<br />
comprimere le spese di gestione, a risanare e a ripianare gli squilibri finanziari che<br />
aveva accumulato nel tempo.<br />
Gli obiettivi economici prefissati con il trasferimento della gestione e manutenzione<br />
del patrimonio consortile all’A.T.C., sono così riassumibili:<br />
1. non far gravare più alcun onere sui comuni consorziati per la gestione del<br />
proprio patrimonio immobiliare, ottenendo per contro da A.T.C. congrue<br />
garanzie in ordine a modalità, tempi, costi e qualità del servizio di gestione<br />
ordinaria e straordinaria del patrimonio immobiliare<br />
2. destinare ad investimenti in manutenzione straordinaria degli immobili<br />
C.I.T. parte del gettito prelevato dagli affitti, fermo restando che i Comuni<br />
continuino a farsi carico dell’onere dei mutui, a suo tempo contratti con la<br />
Cassa Depositi e Prestiti<br />
3. trasferire ad A.T.C. tutto il personale in organico, compreso quello dirigenziale<br />
4. mantenere in capo al C.I.T. l’attività inerente l’assegnazione degli alloggi da ripartirsi<br />
secondo i criteri dell’apposito regolamento adottato dall’Assemblea dei sindaci<br />
5. contenere le spese per gli interventi di manutenzione ordinaria fino alla<br />
concorrenza massima di una cifra concordata con A.T.C. (specificamente<br />
complessive Lire 9.350 vano/mese convertite in € 4,82)<br />
6. contenere le spese relative alla prosecuzione dell’attività amministrativa e<br />
finanziaria, che è rimasta in capo al C.I.T., in una cifra forfetaria annua concordata<br />
21
con A.T.C. (specificamente Lire 9.500 vano/mese convertite in € 4,91)<br />
7. far rientrare le somme per il pagamento della fiscalità generale e dell’I.C.I.<br />
all’interno dell’ammontare degli affitti introitati dall’A.T.C. per conto del C.I.T.<br />
8. evitare il deficit delle morosità, colpevoli ed incolpevoli, riferendosi ai conti<br />
derivati dall’incassato e non dal bollettato, dando facoltà al C.I.T. di decidere<br />
quanto impegnare per manutenzione straordinaria<br />
Di conseguenza risulta sostanzialmente esaurito lo scopo primario del Consorzio dal<br />
momento che l’organismo a suo tempo costituito dalla volontaria adesione degli Enti<br />
Locali viene a perdere:<br />
• il ruolo strategico connesso alla funzione di attore per le politiche territoriali<br />
sovra comunali legate alle funzioni residenziali e alla qualità dei servizi di<br />
valorizzazione degli stessi ambiti residenziali<br />
• il ruolo di supporto strumentale in termini di collaborazione per la definizione e<br />
l’elaborazione dei programmi di intervento dell’E.R.P.<br />
• la funzione di osservatorio sui problemi dell’abitazione e della qualità della vita<br />
nelle aree urbane segnate da forte disagio<br />
• il ruolo di promozione delle politiche di rinnovo e riqualificazione mediante<br />
l’utilizzo di finanziamenti offerti dai regolamenti dell’Unione Europea<br />
La sottoscrizione della convenzione con A.T.C. nel 1999 ha di fatto garantito in questi<br />
anni il mantenimento del patrimonio consortile a buoni livelli di manutenzione<br />
ordinaria e straordinaria, grazie all’utilizzo diretto delle riscossione degli affitti, e non<br />
22<br />
Nuova costruzione<br />
40 alloggi in Nichelino - Via Castello
facendo gravare quindi alcun tipo di spesa sui bilanci dei comuni consorziati.<br />
Un passaggio importante per il CIT ,che peraltro nel frattempo si e’orientato verso<br />
una gestione esterna di tutte le sue attività, e’ rappresentato dall’approvazione del<br />
“Piano Vendita” del patrimonio consortile, ad opera del suo nuovo C.d.A., insediatosi<br />
nel 2002. Una scelta che segna significativamente l’attivita’ del Consorzio in questa<br />
ultima fase e che potrebbe anche portare allo scioglimento o quanto meno alla<br />
trasformazione del Consorzio stesso.<br />
L’anno successivo vede il rinnovo della Convenzione con l’<strong>ATC</strong>. Si introducono importanti<br />
condizioni migliorative per il Consorzio sul piano gestionale, con particolari garanzie<br />
per la collaborazione permanente di personale qualificato e l’assistenza della Direzione<br />
Patrimonio <strong>ATC</strong> proprio per quanto attiene alla realizzazione del piano vendite consortile.<br />
Da segnalare che la nuova sede legale del CIT viene collocata al di fuori della sede A.T.C.<br />
Negli anni 2003-2004, tra l’altro, con la costruzione di 40 alloggi in Nichelino e la<br />
sopraelevazione di 16 alloggi, su uno stabile esistente a Leinì, (i progetti sono degli<br />
anni ‘90) si esaurisce definitivamente il periodo di edificazione del C.I.T.<br />
Gli organi politici e l’organizzazione del C.I.T.<br />
Gli organi del consorzio sono:<br />
• l’Assemblea Consortile - composta dai rappresentanti dei comuni consorziati<br />
nella persona del Sindaco, o di suo delegato, ciascuno con la responsabilità<br />
pari alla quota di partecipazione al consorzio<br />
23
• il Consiglio di Amministrazione, composto da 3 a 7 membri, di cui la metà<br />
più 1 in rappresentanza della Città di <strong>Torino</strong>, quale maggiore socio aderente<br />
(compresi il Presidente e il Vice Presidente del Consiglio stesso qualora gli<br />
stessi siano espressione del Comune medesimo)<br />
• il Presidente dell’Assemblea consortile, rappresentato dal sindaco della Città<br />
di <strong>Torino</strong>, o suo delegato<br />
• il Presidente del Consiglio di Amministrazione, eletto dall’Assemblea<br />
• il Direttore, organo monocratico, nominato dalla rappresentanza politica, a<br />
cui viene affidata la gestione del consorzio<br />
• il Collegio dei Revisori dei Conti, i cui componenti - tre - sono nominati<br />
dall’Assemblea Consortile e durano in carica tre anni<br />
Come già accennato, pur continuando ad operare giuridicamente, dal ‘99 il C.I.T<br />
non dispone più di una struttura organica essendo stato trasferito il personale<br />
dipendente in altri enti pubblici.<br />
Dalla nascita del C.I.T. si sono succeduti ben 7 consigli di amministrazione che, in<br />
funzione del diverso momento politico-gestionale, hanno sempre operato per la<br />
più corretta ed efficiente amministrazione del Consorzio:<br />
dal 1980 al 1984 Presidente Marcello Vindigni<br />
dal 1984 al 1986 Domenico Russo<br />
dal 1986 al 1991 Gianpaolo Zanetta<br />
dal 1991 al 1993 Domenico Mercurio<br />
dal 1993 al 1998 Giorgio Rosental<br />
dal 1999 al 2002 Marta Levi<br />
dal 2002 ad oggi Liliana Cavigioli<br />
Gli stakeholder<br />
Come detto, il C.I.T. per realizzare la propria missione,<br />
ha affidato le sue attività ad A.T.C., che può considerarsi<br />
dunque suo principale stakeholder. Tuttavia l’assolvimento<br />
del proprio connaturato compito di ente pubblico impone<br />
di assicurare direttamente a tutti gli utenti -famiglie, giovani<br />
coppie, anziani, ecc. - il giusto grado di soddisfazioni dei<br />
bisogni socio-abitativi che si presentano, anche nell’attuale<br />
Anche per meglio definire la domanda<br />
emergente di abitazioni e le sue peculiarità<br />
può risultare interessante soffermarci<br />
sul recente “focus” del 16.06.2010<br />
sulla composizione dei nuclei famigliari,<br />
limitandoci ai residenti in <strong>Torino</strong>, e sui<br />
flussi migratori.<br />
(fonte Città di <strong>Torino</strong>)<br />
24
Monogenitori<br />
Persone sole<br />
Coppie con gli<br />
Coppie senza gli<br />
Altre tipologie<br />
Totale nuclei<br />
fase di vendita del patrimonio immobiliare .<br />
I partner pubblici: (Comuni, ASL, Provincia, Regione, Stato) sono considerati<br />
stakeholder imprescindibili per l’Amministrazione del C.I.T. Grazie ad essi infatti,<br />
una sinergica collaborazione permette di creare un sistema integrato di interventi.<br />
In questo modo è possibile valorizzare le forze presenti, per meglio gestire tutte le<br />
iniziative già in atto ed attivare nuove forme di intervento, sempre più rispondenti<br />
alle esigenze di una società che cambia velocemente.<br />
Nel <strong>2009</strong> risultano registrate nei registri anagrafici della Città complessivamente<br />
442.277 nuclei familiari (+0,2% rispetto al 2008). Ad aumentare in particolare le<br />
famiglie monogenitoriali (+1,8%) che rappresentano il 9,3% del totale. Le persone<br />
sole registrano un aumento pari allo 0,8% e rappresentano il 42% del totale. Si<br />
conferma il trend che vede nella crisi della famiglia tradizionale, la più significativa<br />
tendenza nella evoluzione dei nuclei familiari residenti. In calo di 1,8 punti<br />
percentuali le famiglie con figli (composte da due genitori e almeno un figlio) e di<br />
0,8% punti le coppie senza figli. Anche nel <strong>2009</strong> (così come lo era stato nel 2007 e<br />
nel 2008) i singles, con complessivi 185.656 unità, superano le coppie con o senza<br />
figli (in totale n. 173.047).<br />
L’analisi dei dati complessivi rileva nel <strong>2009</strong>, in controtendenza rispetto agli anni passati,<br />
la preponderanza dei movimenti immigratori (il 55% del totale dei movimenti) rispetto<br />
25<br />
2006 2007 2008 <strong>2009</strong> Variazioni % 08/09<br />
39.528<br />
178.357<br />
101.006<br />
79.101<br />
37.088<br />
435.080<br />
40.038<br />
181.845<br />
99.254<br />
78.904<br />
39.896<br />
439.937<br />
40.596<br />
96.939<br />
78.457<br />
41.323<br />
441.551<br />
41.326<br />
184.236 185.656<br />
95.204<br />
77.843<br />
42.248<br />
442.277<br />
+ 1,8<br />
+ 0,8<br />
- 1,8<br />
- 0,8<br />
+ 2,2<br />
+ 2,2
ai movimenti emigratori. Nel 2008 l’incidenza dei movimenti immigratori rispetto al<br />
totale dei movimenti era del 34%, nel 2007 del 39% e nel 2006 del 40%.<br />
Il saldo immigrazione/emigrazione nel <strong>2009</strong> è positivo ( + 9,46%) e pari a n. 3.852<br />
unità.<br />
N. immigrati dall'area metropolitana<br />
e dai comuni contermini <strong>2009</strong><br />
22.288<br />
N. emigrati nell'area metropolitana<br />
e nei comuni contermini 2008<br />
18.436<br />
SALDO I/E = + 9,46%<br />
Le recenti scelte politiche dell’Amministrazione<br />
L’analisi di nuove prospettive politiche e operative per il futuro del C.I.T., ovviamente<br />
conseguenti alle scelte ed ai provvedimenti precedentemente illustrati, ha<br />
rappresentato il primo e piu’ importante impegno del C.d.A. insediatosi nel 2002.<br />
Il quadro delle opzioni possibili individuato dal Consiglio di Amministrazione, da<br />
sottoporre successivamente all’Assemblea, per individuare le strategie operative<br />
future era il seguente:<br />
• sciogliere il C.I.T.<br />
• trasformarlo in una S.P.A. a prevalente capitale pubblico (con il Comune di<br />
<strong>Torino</strong> quale maggiore azionista)<br />
• cartolarizzare il patrimonio<br />
• vendere agli aventi diritto, ai sensi della Legge 560/93<br />
Come prima fase si sono presi in considerazione gli scenari di riferimento entro i<br />
quali collocare le azioni necessarie al superamento del Consorzio e la liquidazione/<br />
trasferimento del patrimonio dello stesso. Nell’ambito delle analisi possibili per la<br />
riorganizzazione della struttura C.I.T., e per quanto concerne la determinazione<br />
della redditività del Consorzio ed in generale della solidità della sua struttura<br />
finanziaria, si è fatto riferimento ai fondamenti economico/giuridici del T.U.E.L.<br />
(D.Lgs. 18.8.2000 n.267 e s. i e m.) ed anche a confronti di natura privatistica per la<br />
riorganizzazione della configurazione del C.I.T. medesimo.<br />
26
Il lungo ed articolato lavoro, posto in essere dalla Presidenza del consiglio di<br />
amministrazione, (vedere a tal proposito la delibera C.d.a. n.5 del 20/03/2003, ad<br />
oggetto “Approvazione documento conclusivo relativo allo studio di fattibilita’ per<br />
la trasformazione del consorzio”) ha portato alla stesura di un progetto strategico<br />
strutturato secondo le seguenti ipotesi di scelta:<br />
1. Scioglimento – liquidazione<br />
2. Trasformazione – conferimento<br />
Tale lavoro si è esplicitato nella ricognizione del patrimonio da un punto di vista<br />
catastale, del valore patrimoniale, delle opere di manutenzioni straordinarie<br />
intervenute nel corso degli anni ed incidenti sul valore finale degli immobili e nella<br />
proposta di un primo crono programma di attività.<br />
Scioglimento - liquidazione<br />
L’art. 32 dello Statuto del C.I.T. prevede che in caso di scioglimento del Consorzio, il<br />
patrimonio consortile sia ripartito tra i Comuni partecipanti in rapporto ai rispettivi<br />
conferimenti. Occorre altresì tenere in considerazione che in questo contesto si<br />
sono prese in esame tre fattispecie:<br />
a. Scioglimento del Consorzio seguendo le procedure del codice civile e della<br />
Legge 1404/56 o del DPR 902/86, con conferimento dei beni ai soci (Comuni)<br />
b. Scioglimento e liquidazione del Consorzio con cessione dei beni a Ente terzo<br />
(non socio) interessato alla cessione (A.T.C.)<br />
c. Messa in liquidazione del patrimonio immobiliare del Consorzio con<br />
vendita agli assegnatari e successivamente scioglimento del Consorzio<br />
tramite conferimento di liquidità ai soci proporzionalmente alle quote di<br />
partecipazione al Consorzio stesso<br />
Commenti e considerazioni<br />
ipotesi a: In questo caso, in conformità a quanto previsto dalla Legge e dallo<br />
Statuto, la procedura di scioglimento si esplica sostanzialmente attraverso il<br />
seguente schema:<br />
• redazione dello stato di consistenza patrimoniale e redazione di un progetto<br />
di liquidazione con il riparto dei beni<br />
• proposta di deliberazione del Consiglio di Amministrazione ed approvazione<br />
da parte dell’Assemblea Consortile<br />
27
• approvazione dello scioglimento del Consorzio da parte dei Comuni Consorziati<br />
(è sufficiente che si esprima favorevolmente la maggioranza degli Enti)<br />
• riparto dei beni del Consorzio e loro trasferimento ai Comuni consorziati in<br />
proporzione alle quote possedute<br />
Ipotesi b: Si segue sostanzialmente la procedura di cui al punto A), con la differenza<br />
che il trasferimento dei beni avviene anziché ai Comuni consorziati all’A.T.C. di <strong>Torino</strong><br />
(soggetto d’imposta ai fini IRES) che corrisponde al C.I.T. un prezzo “di liquidazione”<br />
per assumere non solo la gestione, ma la proprietà di tutti gli immobili.<br />
Ipotesi c: Ferma restando la necessità di una verifica puntuale sull’alienabilità in<br />
tutto o in parte del patrimonio del Consorzio, occorre esaminare anche la fattibilità<br />
della messa in liquidazione agli assegnatari del patrimonio immobiliare, in forma<br />
preventiva allo scioglimento del Consorzio stesso, al fine di semplificare sia gli<br />
aspetti fiscali (la liquidità non è tassabile), sia quelli relativi al frazionamento.<br />
Trasformazione - conferimento<br />
In questo caso sono state approfondite le seguenti ipotesi:<br />
a. Trasformazione del Consorzio (inteso come azienda consortile) in una S.p.A.<br />
secondo quanto previsto e regolato dall’articolo 115 del D. Lgs. 267/2000.<br />
In tal caso i soci rimarrebbero (in tutto o in parte) i Comuni, i quali si<br />
troverebbero comunque costretti a riaffrontare il tema della ragione sociale<br />
del nuovo strumento societario.<br />
L’operazione godrebbe di un bonus fiscale (seppure di durata temporanea) ai<br />
sensi dell’art. 3 comma 69 della Legge 28/12/95 n. 549.<br />
b Costituzione di una nuova società composta dai Comuni ed eventualmente<br />
da A.T.C. a cui il consorzio conferisce, come capitale di dotazione gli immobili<br />
di sua proprietà e l’A.T.C. capitale o servizi (prestazioni accessorie).<br />
Successivamente alla cessione del ramo di azienda il Consorzio si scioglie,<br />
non avendo da affrontare il problema della liquidazione del patrimonio<br />
immobiliare (utilizzo della procedura richiamata nel caso di scioglimento -<br />
liquidazione).<br />
Commenti e considerazioni<br />
Ipotesi a: Ha più il carattere di un caso di studio che non quello di una vera e propria<br />
possibilità operativa. Se infatti ha senso percorrere la strada dell’approfondimento<br />
28
normativo e fiscale della proposta, resta di difficile comprensione la ragione che<br />
porta a costituire una società per azioni in sostituzione di un consorzio se le finalità<br />
e la composizione societaria rimangono le stesse.<br />
Ipotesi b: Assume le stesse forme del caso A) ma è sostanziata da una<br />
partecipazione diretta di A.T.C. e quindi potrebbe rappresentare uno strumento<br />
idoneo ad affrontare il tema dell’allocazione del patrimonio in capo ad una società<br />
(immobiliare) partecipata dal gestore del patrimonio.<br />
L’approfondimento dovrebbe prendere in esame anche la scelta tra la costituzione<br />
di una società di capitali o di una fondazione, manovra -questa- fiscalmente più<br />
vantaggiosa.<br />
Cartolarizzazione<br />
L’ultima ipotesi presa in esame è stata quella della cartolarizzazione del patrimonio<br />
degli Enti Locali regolata dall’art. 84 della Legge Finanziaria 2003 (L. n. 289 del 27<br />
dicembre 2002).<br />
Tale articolo estende alle Regioni, agli Enti Locali e ad altri Enti Pubblici l’applicabilità<br />
dei procedimenti di dismissione degli immobili di proprietà pubblica.<br />
L’art. 84 autorizza pertanto le Regioni e gli Enti Locali (mentre per gli altri enti<br />
prevede che essi possano trasferire i propri immobili a titolo oneroso alle Regioni o<br />
agli Enti Locali, affinché siano questi ultimi a compiere le operazioni di dismissione)<br />
a costituire una società a responsabilità limitata specificatamente deputata alle<br />
operazioni di cartolarizzazione. E’ tuttavia stato sottolineato che lo scopo di tale<br />
norma sia consentire agli enti proprietari di immobili di dismetterli per “far cassa”,<br />
introitando liquidità, in modo da compensare la scarsa remuneratività derivante<br />
dalla gestione ordinaria degli stessi, non rilevando l’impiego delle risorse così<br />
introitate. La normativa in questione non supera peraltro il dispositivo della Legge<br />
560/93, che prevede, viceversa, il riutilizzo delle somme derivanti dalla vendita nel<br />
…”reinvestimento in edifici ed aree edificabili, per la riqualificazione e l’incremento<br />
del patrimonio abitativo pubblico…” e vincola con puntuali procedure il<br />
versamento, l’utilizzo e il reimpiego delle somme stesse.<br />
La norma infatti si rivolge al patrimonio pubblico, di generico carattere immobiliare,<br />
non già agli immobili di edilizia residenziale pubblica, in quanto gli stessi sono<br />
sottoposti a precisi vincoli normativi.<br />
29
Dopo un susseguirsi di analisi e considerazioni, sia politiche che tecniche,<br />
anche allo scopo di poter superare l’istituto consortile in quanto tale, non più<br />
corrispondente alle ragioni per le quali era stato fondato, l’Assemblea dei Sindaci<br />
del C.I.T. con deliberazione 26.11.2003 n. 4 ha deciso ,con il 96,10 % di quote a<br />
favore, di procedere alla vendita del patrimonio secondo quanto previsto dalla<br />
Legge 560/93, concedendo contestualmente l’opportunità ai Comuni di poter<br />
recedere dal Consorzio e quindi di essere liquidati fino alla concorrenza della<br />
quota partecipativa. E’ da sottolineare inoltre che dal piano vendite venivano<br />
esclusi gli immobili ubicati nel Comune di <strong>Torino</strong>, e che e’ stato stabilito che il piano<br />
vendite sarà da considerare concluso, decorso il termine di 3 anni dalla data di<br />
approvazione dello stesso da parte della Regione Piemonte.<br />
L’Assemblea consortile quindi ha condiviso la strategia proposta dal C.d.A., pur all’interno<br />
di un quadro di ipotesi più complesso, di procedere alla vendita agli assegnatari del<br />
patrimonio immobiliare in forma preventiva alla trasformazione del Consorzio stesso.<br />
E questo anche al fine di semplificare sia gli aspetti fiscali (la liquidità non è<br />
tassabile), sia quelli relativi al frazionamento.<br />
La positiva ricaduta sociale di questa politica è assolutamente da evidenziare in<br />
termini di possibilità, da parte degli assegnatari, di poter vedere realizzata la grande<br />
aspettativa dell’acquisto della loro casa, dall’investimento economicamente<br />
sopportabile ed anzi con la possibilità messa a disposizione di forme di rateizzazione<br />
a tasso d’interesse legale (1,5%).<br />
Questa scelta ha permesso di mantenere l’auspicato equilibrio fra le aspettative<br />
dei comuni consorziati, la città di <strong>Torino</strong> quale socio di maggioranza e gli utenti,<br />
garantendo concrete ed uniformi possibilità di acquisto.<br />
Si può sottolineare a questo punto che le scelte strategiche sono state orientate, oltre<br />
che da aspetti squisitamente finanziario/patrimoniali, anche da quelli sociali. Infatti lo<br />
scopo del CIT è di garantire l’abitazione ai ceti meno abbienti e, in questa particolare fase<br />
di trasformazione, di agevolare gli aventi diritto all’acquisto della propria abitazione.<br />
Il grado di libertà, nell’esercitare pienamente la facoltà di vendita, si inserisce nei<br />
fatti nel quadro di riferimento normativo già definito dalla Legge 560/93. Al di là<br />
degli aspetti definiti dal prezzo di cessione (quello di mercato con un determinato<br />
sconto minimo), dalle garanzie da dare agli assegnatari (prelazione o diritto<br />
esclusivo) e dal reimpiego delle risorse derivate, resta in ogni caso il dovere di<br />
30
Comuni<br />
Alpignano 1.493.391<br />
Beinasco<br />
Borgaro<br />
Bruino<br />
Caselle<br />
Collegno<br />
Grugliasco<br />
Leinì<br />
Moncalieri<br />
Nichelino<br />
Orbassano<br />
Piossasco<br />
Rivalta<br />
Rivoli<br />
San Mauro<br />
Settimo<br />
<strong>Torino</strong><br />
Totale 87.846.508<br />
offrire adeguate opportunità di acquisto a questa fascia di popolazione.<br />
La dismissione del patrimonio<br />
Da un punto di vista operativo (patrimoniale e contabile) si è proceduto a verificare la<br />
consistenza dei valori immobiliari nonché la situazione debitoria/creditoria dei comuni<br />
consorziati desumibile dal conto consuntivo (Rendiconto di Gestione) dell’esercizio 2002.<br />
E’ stato predisposto il seguente quadro riepilogativo del valore del patrimonio C.I.T.<br />
al fine di poter procedere all’approvazione del piano di vendita ed incaricare l’A.T.C.<br />
ad istruire le pratiche di alienazione in favore degli aventi diritto:<br />
Totale<br />
patrimonio<br />
Da rilevare che nell’anno 2004 sono usciti dal consorzio i comuni di Nichelino,<br />
Settimo T.se, Rivoli, Piossasco, Leinì e Rivalta; nel 2005 ne hanno seguito l’esempio<br />
i comuni di Alpignano, Orbassano e Beinasco.<br />
Per statuto, le quote dei comuni receduti sono state assorbite dalla Città di <strong>Torino</strong>,<br />
che ha visto così crescere la propria percentuale di proprietà all’87,05%. Il sistema<br />
di rimborso, previsto dalla deliberazione assembleare n. 5 del 26/11/2003 e<br />
successivamente modificata con atto n. 9 del 14/11/2007, prevede che le spettanze<br />
di rimborso vengano messe a disposizione dei comuni sul conto presso la Banca<br />
d’Italia, tenuto da A.T.C., e che gli stessi possano utilizzarle mediante interventi di<br />
31<br />
1.493.391<br />
1.493.391<br />
1.098.081<br />
1.493.391<br />
1.932.623<br />
1.932.623<br />
1.493.391<br />
1.932.623<br />
1.932.623<br />
1.493.391<br />
1.493.391<br />
1.493.391<br />
1.932.623<br />
1.493.391<br />
1.932.623<br />
61.712.172<br />
Percentuale proprietà originaria<br />
I comuni evidenziati sono quelli in cui non insistono alloggi<br />
1,70% Alpignano<br />
1,70% Beinasco<br />
1,70% Borgaro<br />
1,25% Bruino<br />
1,70% Caselle<br />
2,20% Collegno<br />
2,20% Grugliasco<br />
1,70% Leinì<br />
2,20% Moncalieri<br />
2,20% Nichelino<br />
1,70% Orbassano<br />
1,70% Piossasco<br />
1,70% Rivalta<br />
2,20% Rivoli<br />
1,70% San Mauro<br />
2,20% Settimo<br />
70,25% <strong>Torino</strong>
edilizia residenziale pubblica previsti dalla Legge 560/1993, i cui progetti siano<br />
approvati dalla commissione tecnico consultiva di A.T.C.<br />
Di conseguenza a ciò si è ridisegnata l’assegnazione percentuale di proprietà del<br />
consorzio secondo il seguente schema:<br />
Comuni<br />
Alpignano 1.542.856<br />
Beinasco<br />
Borgaro<br />
Bruino<br />
Caselle<br />
Collegno<br />
Grugliasco<br />
Leinì<br />
Moncalieri<br />
Nichelino<br />
Orbassano<br />
Piossasco<br />
Rivalta<br />
Rivoli<br />
San Mauro<br />
Settimo<br />
<strong>Torino</strong><br />
Totale<br />
patrimonio<br />
1.542.856<br />
1.535.891<br />
1.129.331<br />
1.535.891<br />
1.987.623<br />
1.987.623<br />
1.544.893<br />
1.987.623<br />
1.999.273<br />
1.542.856<br />
1.544.893<br />
1.544.893<br />
1.999.273<br />
1.535.891<br />
1.999.273<br />
63.468.422<br />
Totale 90.429.359<br />
Percentuale proprietà attuale<br />
I Comuni evidenziati sono quelli che sono ancora consorziati, mentre i restanti sono<br />
quelli che hanno aderito al recesso nel corso degli anni 2004 e 2005. Il risultato<br />
totale del patrimonio si è incrementato in seguito alla costruzione di nuovi alloggi<br />
siti nei Comuni di Nichelino ( n. 40 unità) e Leinì (n. 16 unità).<br />
A partire dall’esercizio 2007 si sono realizzate le prime vendite. Le unità immobiliari<br />
alienate, pari a n. 57 alloggi del 2007, n. 59 alloggi nel 2008 ed n. 54 nel <strong>2009</strong>,<br />
così per complessive n. 170 unità hanno prodotto incassi, per contanti, per un<br />
totale di circa 6,6 milioni di euro di cui 4,1 già versati in Banca d’Italia e messi a<br />
disposizione dei comuni consorziati per il loro riutilizzo in interventi di E.R.P.S.<br />
Le attuali normative, infatti, dispongono che i fondi pervenuti da alienazioni di<br />
edilizia pubblica vengano versati semestralmente in banca centrale, per il tramite<br />
di A.T.C., e riutilizzate esclusivamente per interventi vincolati all’edilizia residenziale<br />
pubblica sovvenzionata.<br />
32<br />
0,00% Alpignano<br />
0,00% Beinasco<br />
1,70% Borgaro<br />
1,25% Bruino<br />
1,70% Caselle<br />
2,20% Collegno<br />
2,20% Grugliasco<br />
0,00% Leinì<br />
2,20% Moncalieri<br />
0,00% Nichelino<br />
0,00% Orbassano<br />
0,00% Piossasco<br />
0,00% Rivalta<br />
0,00% Rivoli<br />
1,70% San Mauro<br />
0,00% Settimo<br />
87,05% <strong>Torino</strong>
Problematiche relative al piano vendite<br />
Al momento la strategia programmatica del Consorzio è focalizzata sulle ope-<br />
razioni di vendita degli alloggi e sul monitoraggio di queste attività svolte dagli<br />
uffici preposti A.T.C. La tempistica auspicata e regolamentata dalla convenzione<br />
con l’A.T.C., che prevedeva quale data di realizzazione dell’intero piano vendita il<br />
31.12.2010, è stata rimodulata dall’Assemblea del C.I.T. in tempi più ampi con una<br />
nuova scadenza fissata al 31.12.2013. Occorre sottolineare, a tal proposito, come la<br />
situazione catastale del patrimonio immobiliare attualmente necessita di una profonda<br />
rivisitazione in quanto molte regolarizzazioni di abusi o carenze di agibilità,<br />
sono tutt’ora in corso di istruttoria.<br />
Da ciò deriva la difficoltà a procedere alla stipula di nuovi atti notarili. E cio’ nonostante<br />
gli uffici A.T.C. preposti alla vendita si siano attivati da tempo per regolarizzare,<br />
sia direttamente, sia tramite le società del gruppo, tutte le pratiche ancora<br />
in sospeso. Data la mole di lavoro le tempistiche previste, ancorchè monitorate<br />
nel nuovo cronoprogramma, saranno purtroppo difficilmente osservabili. Un ulteriore<br />
approfondimento è rivolto al trend di adesione al piano vendite. L’attuale<br />
dato evidenzia infatti una percentuale di vendite pari al 20-25% ma il dato va letto<br />
tenendo conto sia delle difficoltà derivanti dalla recente normativa, nazionale<br />
Andamento delle vendite nel triennio 2007-<strong>2009</strong> (Legge 560/1993)<br />
33<br />
Anno Vendite in contanti Vendite rateali Totale<br />
2007 2.087.212,90 524.799,92 2.612.012,82<br />
2008 1.896.718,96 667.978,49 2.564.697,45<br />
<strong>2009</strong> 2.619.106,01 312.891,94 2.931.997,95<br />
Totali 6.603.037,87 1.505.670,35 8.108.708,22<br />
3.500.000,00<br />
3.000.000,00<br />
2.500.000,00<br />
2.000.000,00<br />
1.500.000,00<br />
1.000.000,00<br />
500.000,00<br />
2007 2008 <strong>2009</strong><br />
Vendite rateali Vendite in contanti Totale
e regionale, che ha prodotto iniziali incertezze e conseguente sospensione delle<br />
vendite nell’attesa dei richiesti chiarimenti regolamentari, sia dell’attuale difficile<br />
situazione economica. Alla luce di tale situazione il Consiglio di Amministrazione<br />
ha proceduto ad attivare una ulteriore campagna di sensibilizzazione, mirata a tutti<br />
gli assegnatari degli alloggi, affinché venga rinnovato l’interesse all’acquisto.<br />
Utilizzo fondi della Legge 560/1993 (Norme in materia di alienazione degli alloggi<br />
di edilizia residenziale pubblica): i Comuni di Piossasco e Orbassano hanno<br />
richiesto nell’anno 2010 l’utilizzo dei fondi per i seguenti interventi e importi, a<br />
seguito della presentazione di relativi “progetti” all’apposita Commissione dell’<strong>ATC</strong>:<br />
• Comune di Orbassano<br />
• € 260.000,00 per la sistemazione dei giardini di via De Gasperi inseriti in<br />
quartiere di E.R.P. e pertanto rientranti nell’utilizzo dei fondi vincolati<br />
all’edilizia pubblica<br />
• Comune di Piossasco<br />
• € 385.000,00 per la realizzazione della piazza/giardino nel quartiere di<br />
E.R.P. di Viale Ferruccio Parri<br />
• € 165.401,23 per la realizzazione parco giochi Largo Andruetto<br />
• € 58.638,60 per la fornitura e posa attrezzature ludiche parco giochi in<br />
Largo Andruetto<br />
Si ricorda che i comuni che hanno aderito al recesso dal C.I.T. verranno liquidati,<br />
per la loro quota di compartecipazione, secondo le regole adottate dall’Assemblea<br />
dei sindaci.<br />
Nel caso in specie i comuni di Orbassano e Piossasco, grazie all’utilizzo dei fondi<br />
come sopra indicato, hanno recuperato parte della loro quota di partecipazione<br />
consortile.<br />
A tal proposito pare opportuno sottolineare come anche per i restanti comuni<br />
ancora consorziati, si possa delineare l’opportunità di accedere ai fondi della L.<br />
560/93, proprio utilizzando l’istituto del recesso.<br />
Tale linea strategica, unitamente ad altre, verrà meglio analizzata nella “Relazione<br />
<strong>Sociale</strong>” al successivo paragrafo 3.2 ‘Proposte per il futuro’.<br />
34
35<br />
La capacità di spesa degli enti pubblici<br />
è condizionata dalla misura delle loro entrate
anno Titolo I Titolo II Titolo III Titolo IV Titolo V Titolo VI Totale<br />
2005 - 3.500 3.820.900 439.000 209.000 265.000 4.737.400<br />
2006 - - 3.913.000 25.439.000 209.000 175.000 29.736.000<br />
2007 - - 4.085.000 10.439.000 209.000 175.000 14.908.000<br />
2008 - - 3.962.000 10.439.000 209.000 175.000 14.785.000<br />
<strong>2009</strong> - 15.000 3.930.000 10.439.000 209.000 175.000 14.768.000<br />
Valori in Euro - Fonte : dati a consuntivo dei vari anni (stanziamenti definitivi di bilancio)<br />
36
Rendiconto economico<br />
Le entrate e le spese<br />
Come già esplicitato in precedenza, i rapporti economici e patrimoniali del Consorzio<br />
con i suoi stakeholders sono regolati dalla convenzione stipulata con A.T.C.<br />
in data 11/12/1998, e successivamente modificata per adeguarla alle mutate esigenze<br />
di mercato, la quale provvede a redigere un’apposita contabilità separata<br />
per gli immobili gestiti in nome e per conto di C.I.T. sia per quelli ad uso abitativo di<br />
edilizia residenziale pubblica, sia per i locali adibiti ad uso diverso dall’abitazione.<br />
I principi contabili di riferimento sono contenuti nel T.U.E.L. 267/2000 e ad essi è<br />
riconducibile il seguente quadro riepilogativo della sezione “Entrate”, che condizionano<br />
la capacità di spesa degli Enti Locali (e quindi anche del Consorzio Intercomunale<br />
Torinese) e della sezione “Spese”.<br />
Nei grafici che seguono si evidenziano gli andamenti del periodo 2005-<strong>2009</strong>.<br />
ENTRATE<br />
Le entrate si articolano in:<br />
Titolo I Entrate tributarie derivanti da tributi, tasse e imposte<br />
Titolo II Entrate da contributi e trasferimenti correnti derivanti da trasferimenti che lo Stato e<br />
la Regione destinano agli Enti Locali<br />
Titolo III Entrate extratributarie derivanti dai servizi pubblici forniti (tariffe, rette, etc.)<br />
Titolo IV Entrate da alienazioni e trasferimenti di capitale derivanti dalle cessioni<br />
Titolo V Entrate da accensioni di prestiti derivanti dall’assunzione di mutui<br />
Titolo VI Entrate per servizio in conto di terzi<br />
Titolo I: Entrate tributarie derivanti da tributi, tasse e imposte<br />
Il C.I.T. non avendo potere impositivo, non possiede entrate tributarie.<br />
Titolo II: Entrate da contributi e trasferimenti correnti derivanti da trasferimenti<br />
che lo Stato e la Regione destinano agli Enti Locali<br />
In questo Titolo sono allocate le entrate derivanti dal contributo erogato dalla Tesoreria<br />
per il sostegno di attività istituzionali.<br />
Con il contratto di convenzione di tesoreria, stipulato nel 2005, l’Istituto di Credito<br />
37
Intesa-San Paolo S.p.A., aggiudicatario del servizio, si è impegnato ad erogare un<br />
contributo di € 3.500 per il triennio 2005-2006-2007: detto importo è stato accertato<br />
nella sua interezza nell’anno 2005.<br />
Con la nuova Convenzione, per il periodo 1/1/<strong>2009</strong> – 31/12/2011 Intesa-San Paolo<br />
S.p.A. ha offerto condizioni più vantaggiose e si è impegnata ad erogare un contributo<br />
“una tantum” di € 15.000 per il triennio, da destinare come in precedenza<br />
ai fini istituzionali perseguiti dall’ente; tale importo è stato imputato interamente<br />
all’esercizio finanziario <strong>2009</strong>.<br />
Titolo III: Entrate extratributarie<br />
Le entrate che caratterizzano le attività gestionali di un ente pubblico si trovano<br />
in questa parte del bilancio. Nel caso in specie del C.I.T., le risorse predominanti<br />
derivano dai canoni degli immobili di E.R.P.<br />
4.100.000,00<br />
4.050.000,00<br />
4.000.000,00<br />
3.950.000,00<br />
3.900.000,00<br />
3.850.000,00<br />
3.800.000,00<br />
3.750.000,00<br />
3.700.000,00<br />
3.650.000,00<br />
2005 2006 2007 2008 <strong>2009</strong> Entrate - Titolo III<br />
Di questa voce fanno parte:<br />
• gli affitti riversati da A.T.C. per canoni<br />
• i proventi derivanti dall’utilizzo del patrimonio<br />
• gli interessi su fondi di cassa disponibili<br />
• introiti e rimborsi diversi<br />
La voce “affitti riversati da A.T.C. per canoni” segue la variabilità delle entrate relative<br />
ai canoni incassati e alla morosità degli inquilini e di conseguenza delle politiche<br />
per il recupero dei crediti che adotta A.T.C. Il picco dell’anno 2007 deriva<br />
proprio da un forte recupero della morosità.<br />
38
Affitti riversati da A.T.C.<br />
Proventi derivanti<br />
dall’utilizzo di patrimonio<br />
La voce “proventi derivanti dall’utilizzo del patrimonio” indica il diritto di utilizzo<br />
che alcuni gestori di reti telefoniche hanno acquistato per posizionare alcune antenne<br />
per la ricezione del segnale su immobili di proprietà del C.I.T. I contratti di<br />
locazione hanno durata novennale. L’utilizzo di questi introiti finanzia le manutenzioni<br />
dello stabile in cui sono poste (manutenzioni ordinarie e/o straordinarie).<br />
L’andamento di questa voce è da ritenersi stabile.<br />
La voce “interessi su fondi di cassa disponibili” indica gli interessi che la “Banca<br />
d’Italia” corrisponde a C.I.T. per le risorse che il consorzio tiene sul conto fruttifero.<br />
Gli interessi seguono la giacenza media del venduto. Questa voce ha avuto un<br />
andamento stabile negli esercizi 2006, 2007 e 2008, mentre nel <strong>2009</strong> è cresciuta<br />
notevolmente in quanto sono stati versati complessivamente gli introiti derivanti<br />
dalle vendite, pari a n. 170 alloggi al 31/12/<strong>2009</strong>, per euro 6,6 milioni.<br />
39<br />
4.100.000,00<br />
4.000.000,00<br />
3.900.000,00<br />
3.800.000,00<br />
3.700.000,00<br />
3.600.000,00<br />
32.000,00<br />
31.000,00<br />
30.000,00<br />
29.000,00<br />
28.000,00<br />
27.000,00<br />
26.000,00<br />
2005<br />
2005<br />
2006<br />
2006<br />
2007<br />
2007<br />
2008<br />
2008<br />
<strong>2009</strong><br />
<strong>2009</strong>
80.000,00<br />
70.000,00<br />
60.000,00<br />
50.000,00<br />
40.000,00<br />
30.000,00<br />
20.000,00<br />
10.000,00<br />
0,00<br />
La voce “introiti e rimborsi diversi” è una categoria di risorsa residuale e ha seguito<br />
un andamento stabile nel quinquennio in questione (2005/<strong>2009</strong>).<br />
2.500,00<br />
2.000,00<br />
1.500,00<br />
1.000,00<br />
500,00<br />
0,00<br />
2005<br />
2005<br />
2006<br />
2006<br />
2007<br />
2007<br />
2008<br />
2008<br />
<strong>2009</strong><br />
<strong>2009</strong><br />
Titolo IV: Entrate da alienazioni e trasferimenti di capitale derivanti dalle<br />
cessioni<br />
In questa parte di bilancio vengono allocate le entrate derivanti dalle alienazioni<br />
degli immobili, nonché il trasferimento di fondi, da parte di A.T.C. per finanziare le<br />
manutenzioni straordinarie degli immobili<br />
Il titolo IV, qui complessivamente rappresentato, ricomprende quanto sopra descritto<br />
per i seguenti valori:<br />
• valore locativo degli affitti, pari allo 0,50% che la legge sull’ERP impone di investire<br />
in manutenzioni straordinarie, pari ad € 439.000. L’anno <strong>2009</strong>, inoltre,<br />
è stato integrato mediante l’applicazione dell’avanzo di amministrazione per<br />
€ 600.000,0<br />
40<br />
Interessi su fondi cassa<br />
disponibili<br />
Entroiti e rimborsi diversi
Entrate - Titolo IV<br />
Quota canoni riversata<br />
per finanziamento<br />
manutenzione straordinaria<br />
Proventi derivanti da vendite<br />
alloggi e da trasferimento ai<br />
comuni consorziati<br />
• gli introiti derivanti dalle vendite nel 2006 sono stati stanziati con valori di<br />
alienazioni che, in una prima fase di previsione, riportavano 25 milioni; successivamente<br />
detti importi sono stati ridimensionati in funzione dell’effettiva<br />
adesione all’acquisto.<br />
41<br />
30.000.000,00<br />
25.000.000,00<br />
20.000.000,00<br />
15.000.000,00<br />
10.000.000,00<br />
5.000.000,00<br />
0,00<br />
1.200.000,00<br />
1.000.000,00<br />
800.000,00<br />
600.000,00<br />
400.000,00<br />
200.000,00<br />
0,00<br />
30.000.000<br />
25.000.000<br />
20.000.000<br />
15.000.000<br />
10.000.000<br />
5.000.000<br />
0<br />
2005<br />
2005<br />
2005<br />
2006<br />
2006<br />
2006<br />
2007<br />
2007<br />
2007<br />
2008<br />
2008<br />
2008<br />
<strong>2009</strong><br />
<strong>2009</strong><br />
<strong>2009</strong>
Titolo V: Entrate da accensioni di prestiti derivanti dall’assunzione di mutui<br />
Vengono riportati i trasferimenti regionali in quota capitale di mutui accesi per le<br />
edificazioni in Settimo e Orbassano in stabili di edilizia convenzionata.<br />
250.000,00<br />
200.000,00<br />
150.000,00<br />
100.000,00<br />
50.000,00<br />
0,00<br />
Questa voce rappresenta il trasferimento in conto capitale di fondi che la Regione<br />
versa al C.I.T. quale contributo di mutui accesi negli anni ‘90 e finanziati con Legge<br />
Regionale n. 28/76. Il Consorzio, a sua volta, trasferisce pro-quota ai comuni consorziati<br />
l’importo spettante a ciascuno. Nel corso del quinquennio questa voce ha<br />
mantenuto un andamento stabile.<br />
Titolo VI: Servizi per conto di terzi<br />
Questa voce rappresenta delle partite di giro che sono formate da tre fonti di entrata:<br />
• ritenute previdenziali ed assistenziali<br />
• ritenute erariali<br />
• rimborso spese per servizi per conto di terzi<br />
300.000,00<br />
250.000,00<br />
200.000,00<br />
150.000,00<br />
100.000,00<br />
50.000,00<br />
0,00<br />
2005<br />
2005<br />
2006<br />
2006<br />
2007<br />
2007<br />
2008<br />
2008<br />
<strong>2009</strong><br />
<strong>2009</strong><br />
42<br />
Entrate - Titolo V<br />
Entrate - Titolo VI
SPESE<br />
Le spese si articolano in:<br />
Titolo I Spese correnti destinate all’acquisto dei fattori produttivi necessari allo svolgimento dei<br />
diversi servizi (personale, acquisto di beni, prestazioni di servizi, oneri finanziari, etc.)<br />
Titolo II Spese in conto capitale destinate all’acquisto di beni durevoli (immobili, attrezzature,<br />
etc.) e alla realizzazione di opere<br />
Titolo III Spese per rimborso di prestiti destinate al rimborso della quota capitale dei mutui contratti<br />
Titolo IV Spese per servizi in conto di terzi<br />
anno Titolo I Titolo II Titolo III Titolo IV Totale<br />
2005 3.824.400 648.000 - 265.000 4.737.400<br />
2006 3.913.000 25.648.000 - 175.000 29.736.000<br />
2007 4.085.000 10.648.000 - 175.000 14.908.000<br />
2008 4.387.000 11.388.000 - 175.000 15.950.000<br />
<strong>2009</strong> 3.945.000 11.248.000 - 175.000 15.368.000<br />
Titolo I: Spese correnti<br />
Le spese correnti sono caratterizzate dagli impegni per la gestione del patrimonio<br />
consortile suddiviso, in funzione della natura della spesa medesima, nei rispettivi<br />
interventi previsti a bilancio.<br />
Nell’anno 2008 si è avuto un picco del totale delle spese correnti dovuto dall’applicazione<br />
di parte dell’avanzo di amministrazione, per complessive € 1.165.000,<br />
di cui 425.000, trasferite per la gestione corrente ai comuni consorziati, alla voce<br />
di spesa “gestione dei beni demaniali – trasferimenti”. Tale opzione è stata prevista<br />
nel novellato Statuto, art. 30.<br />
Più precisamente:<br />
• 300.000,00 euro alla Città di <strong>Torino</strong><br />
• 45.000,00 euro al Comune di Collegno<br />
• 45.000,00 euro al Comune di Grugliasco<br />
• 35.000,00 euro al Comune di San Mauro<br />
43<br />
Valori in Euro - Fonte : dati a consuntivo dei vari anni (stanziamenti definitivi di bilancio)
4.400.000,00<br />
4.200.000,00<br />
4.000.000,00<br />
3.800.000,00<br />
3.600.000,00<br />
3.400.000,00<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
<strong>2009</strong><br />
Titolo 1 - Spese correnti - Funzione 1 2005 2006 2007 2008 <strong>2009</strong><br />
Organi ist., partec. e decentramento. Prestazioni di serivizi 159.000,00 159.000,00 76.000,00 76.000,00 76.000,00<br />
Segr. generale, pers. e org.. Personale 27.000,00 27.000,00 27.000,00 27.000,00 27.000,00<br />
Segr. gen., pers. e org.. Utilizzo di beni di terzi 91.500,00 103.256,00 124.000,00 124.000,00 124.000,00<br />
Gest. econ., finanz., program.. Prestazione di servizi - - - - 10.000,00<br />
Gest. dei beni demaniali e patr.. Prestazione di servizi 2.587.700,00 2.664.544,00 2.215.800,00 2.158.800,00 2.358.800,00<br />
Gest. dei beni demaniali e patr.. Utilizzo di beni di terzi 3.000,00 3.000,00 3.000,00 3.000,00 3.000,00<br />
Gest. dei beni demaniali e patr.. Trasferimenti - - - 425.000,00 -<br />
Altri servizi generali. Ac.i di beni di cons. e/o di mat. prime 8.700,00 8.700,00 8.700,00 8.700,00 8.700,00<br />
Altri servizi generali. Prest. di servizi 50.000,00 50.000,00 50.000,00 50.000,00 50.000,00<br />
Altri servizi generali. Trasferimenti 2500,00 2500,00 2500,00 2500,00 2.500,00<br />
Altri servizi generali. Imposte e tasse 635.000,00 635.000,00 465.000,00 465.000,00 65.000,00<br />
Altri servizi generali. Oneri straord. della gest. corrente 186.000,00 186.000,00 186.000,00 186.000,00 355.000,00<br />
Altri servizi generali. Fondo svalutazione crediti 852.000,00 829.700,00 830.000,00<br />
Altri servizi generali. Fondo di riserva 74.000,00 74.000,00 75.000,00 31.300,00 35.000,00<br />
TOTALE TITOLO 1 3.824.400,00 3.913.000,00 4.085.000,00 4.387.000,00 3.945.000,00<br />
Valori in Euro - Fonte : dati a consuntivo dei vari anni (stanziamenti definitivi di bilancio)<br />
La restante parte di avanzo di amministrazione applicata al bilancio d’esercizio<br />
2008, pari a € 740.000 ha finanziato spese di investimento in Titolo II, come più<br />
avanti specificato.<br />
Titolo II: Spese in conto capitale<br />
La peculiarità delle attività consortili si focalizza sulle opere di investimenti in manutenzioni<br />
straordinarie. Inoltre, con l’approvazione del piano vendite, si sono inserite<br />
a bilancio nuove voci afferenti i trasferimenti ai comuni receduti delle quote<br />
loro spettanti.<br />
Nell’anno 2006 si è avuto un picco del totale della spesa in conto capitale dovuta<br />
alla voce di spesa “Edilizia Residenziale Pubblica Locale e piani di edilizia economico<br />
popolare – trasferimenti di capitale” per euro 25.648.000,00 che è nettamente<br />
44<br />
Spese - Titolo I
Spese - Titolo II<br />
superiore ai successivi anni in quanto nella prima fase di attuazione del piano vendite<br />
si erano previste più adesioni e, conseguentemente, più introiti.<br />
Tuttavia a causa delle notevoli attività di regolarizzazioni catastali perseguite da<br />
A.T.C., non si è potuto realisticamente realizzare quanto indicato in fase di previsione.<br />
Negli anni successivi, infatti, lo stanziamento si è assestato dagli iniziali 10<br />
milioni ai successivi 5.<br />
Il trasferimento della restante quota parte di avanzo di amministrazione, pari ad €<br />
740.000 utilizzato per investimenti, è stato erogato ai comuni consorziati secondo<br />
le seguenti quote, rappresentative della percentuale di proprietà:<br />
• Comune di Borgaro Torinese per € 35.000,00<br />
• Comune di Bruino per € 25.000,00<br />
• Comune di Caselle Torinese per € 35.000,00<br />
• Comune di Moncalieri per € 45.000,00<br />
• Comune di <strong>Torino</strong> per € 600.000,00<br />
45<br />
30.000.000,00<br />
25.000.000,00<br />
20.000.000,00<br />
15.000.000,00<br />
10.000.000,00<br />
5.000.000,00<br />
0,00<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
<strong>2009</strong><br />
Titolo 2: Spese in conto capitale 2005 2006 2007 2008 <strong>2009</strong><br />
Funzione 1<br />
Gest. dei beni dem.. Acquis. di beni immobili 439.000,00 439.000,00 439.000,00 439.000,00 1.039.000,00<br />
Gest. dei beni demaniali.Trasferimenti di capitale 209.000,00 209.000,00 209.000,00 209.000,00 209.000,00<br />
Totale Funzione 1 648.000,00 648.000,00 648.000,00 648.000,00 1.248.000,00<br />
Funzione 9<br />
Urbanistica e gest. del territorio. Acquis. di beni<br />
immobili<br />
- - - - -<br />
E.R.P.L. e piani di edil. econ.-popol.. Acquis. di beni<br />
immobili<br />
- - - - -<br />
E.R.P.L. e piani di edil. econ.-popol.. Trasferim. di<br />
capitale<br />
- 25.000.000,00 10.000.000,00 10.740.000,00 10.000.000,00<br />
Totale Funzione 9 25.000.000,00 10.000.000,00 10.740.000,00 10.000.000,00<br />
TOTALE TITOLO 2 648.000,00 25.648.000,00 10.648.000,00 11.388.000,00 11.248.000,00<br />
Valori in Euro - Fonte : dati a consuntivo dei vari anni (stanziamenti definitivi di bilancio)
Titolo III: Spese per rimborso di prestiti<br />
Non esistono mutui intestati a C.I.T. in quanto i Comuni del Consorzio provvedo-<br />
no, pro quota, direttamente al pagamento delle rate semestrali dei mutui ancora<br />
accesi relativi al finanziamento di costruzioni di stabili siti in Settimo Torinese ed<br />
Orbassano. Tali mutui andranno a scadere a dicembre 2015.<br />
Titolo IV: Spese per servizi per conto di terzi<br />
Questa voce rappresenta delle partite di giro che sono formate da quattro tipologie di spesa:<br />
• ritenute previdenziali ed assistenziali<br />
• ritenute erariali (I.R.Pe.F.)<br />
• restituzione di depositi cauzionali<br />
• spese per servizi per conto terzi<br />
300.000,00<br />
250.000,00<br />
200.000,00<br />
150.000,00<br />
100.000,00<br />
50.000,00<br />
0,00<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
<strong>2009</strong><br />
Nel corso dell’ultimo quadriennio ha seguito un andamento stabile. Dal 2005 al 2006 questa<br />
voce è diminuita in quanto le spese si sono stabilizzate su criteri di previsione standard.<br />
Titolo IV - spese per servizi<br />
per conto di terzi 2005 2006 2007 2008 <strong>2009</strong><br />
Ritenute previdenziali e<br />
assistenziali al personale 15.000 15.000 15.000 15.000 15.000<br />
Ritenute erariali 150.000 150.000 150.000 150.000 150.000<br />
Spese per servizi per conto<br />
terzi 100.000 10.000 10.000 10.000 10.000<br />
Totale Titolo IV 265.000 175.000 175.000 175.000 175.000<br />
46<br />
Spese - Titolo IV
Anno<br />
1999 3.567.600,00<br />
2000<br />
2001<br />
2002<br />
2003<br />
2004<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
<strong>2009</strong><br />
I risultati di gestione<br />
Con la presa in carico del patrimonio consortile dal 1 gennaio 1999, A.T.C. ha ade-<br />
guato il criterio del calcolo dei redditi uniformandolo alla metodologia adottata<br />
per gli altri alloggi gestiti ed ha successivamente provveduto ad effettuare il censimento<br />
socio/economico attraverso il quale sono state aggiornate le situazioni<br />
reddituali ferme al 1997, compreso.<br />
Dal 1999 inoltre ai Comuni consorziati non viene più attribuito alcun onere relativo<br />
a ripiani finanziari , ma , anzi, viene riconosciuto annualmente un avanzo economico<br />
di gestione che, seppur non materialmente distribuito dato il vincolo di<br />
destinazione, rappresenta un utile per il consorzio che confluisce nell’avanzo di<br />
amministrazione.<br />
Da segnalare che le nuove costruzioni abitative hanno contribuito, anche se in minima<br />
misura, a determinare maggiori entrate da canoni in quanto il patrimonio del C.I.T.<br />
si è incrementato di 56 unità (40 nuove unità in Nichelino e 16 in Leinì) dall’anno 2005.<br />
Va rilevato infine che dall’anno 2007 sono iniziate le vendite del patrimonio consortile<br />
e che, pertanto, il decremento di n.170 unità abitative ha inciso sulla minore<br />
riscossione dei canoni, mentre il recupero della morosità (pari circa al 20%) ne ha<br />
determinato un incremento.<br />
Viene di seguito evidenziato, tramite tabella e grafico, l’andamento del gettito dei<br />
canoni di affitto:<br />
Canoni<br />
d’atto<br />
3.607.400,00<br />
3.593.000,00<br />
3.938.000,00<br />
3.728.000,00<br />
4.030.000,00<br />
4.072.700,00<br />
4.780.000,00<br />
5.073.600,00<br />
4.813.000,00<br />
5.006.700,00<br />
Per quanto concerne i costi, invece, come si evince dalla sotto riportata tabella,<br />
l’andamento si può considerare subordinato alle scelte strategiche previste nella<br />
nuova convenzione. Si sono infatti realizzati maggiori costi relativi a maggiori in-<br />
47<br />
6.000,00<br />
5.000,00<br />
4.000,00<br />
3.000,00<br />
2.000,00<br />
1.000,00<br />
0,00<br />
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 <strong>2009</strong>
terventi manutentivi, a fronte di una riduzione dei costi amministrativi, in quanto<br />
razionalizzati secondo una stima forfetaria annua e non più in funzione del sistema<br />
“vano/mese”. Questa scelta ha comportato economie gestionali a favore di positive<br />
Anno n.alloggi costi di manutenzione<br />
ordinaria<br />
<strong>2009</strong><br />
2008<br />
2007<br />
2006<br />
2005<br />
costi di gestione<br />
amministrativa<br />
imposte (I.C.I.) Totale costi<br />
2005 1.968 1.071.589,56 1.343.773,69 413.730,47 2.829.093,72<br />
2006 1.968 1.699.472,72 1.203.907,49 433.838,67 3.337.218,88<br />
2007 1.911 1.872.791,12 1.136.176,64 433.178,00 3.442.145,76<br />
2008 1.852 2.161.159,93 1.084.855,43 39.259,00 3.285.274,36<br />
<strong>2009</strong> 1.798 2.734.108,47 1.080.551,00 44.712,00 3.859.371,47<br />
Confronto andamento anni 2005-<strong>2009</strong><br />
Costi per alloggio<br />
Anno medio generale medio per manutenzione ordinaria medio per gestione amministrativa<br />
2005 1437,55 544,51 682,81<br />
2006 1695,74 863,55 611,74<br />
2007 1801,23 980,01 594,55<br />
2008 1773,91 1166,93 585,78<br />
<strong>2009</strong> 2146,48 1520,64 600,97<br />
200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000 2100<br />
Costo medio generale Costo medio per manutenzione ordinaria Costo medio di gestione amministrativa<br />
48
Avanzi di gestione<br />
riconosciuti a C.I.T.<br />
ricadute sulla riqualificazione immobiliare del patrimonio posto in vendita.<br />
In relazione all’analisi dei risultati di amministrazione, si ricorda che l’A.T.C. riconosce<br />
annualmente al C.I.T. un consistente avanzo di gestione, già al netto delle spese<br />
generali, di amministrazione e di manutenzioni ordinarie, che permette al Consorzio<br />
di coprire ampiamente le spese di manutenzione straordinaria e di distribuire<br />
parte dell’avanzo di amministrazione ai comuni consorziati.<br />
Utilizzando le quote così accantonate il Consiglio di Amministrazione, alla guida<br />
dell’attuale Presidente, ha realizzato dal 2002 ad oggi svariati e importanti interventi<br />
per la riqualificazione del patrimonio immobiliare C.I.T. (come evidenziato<br />
per il periodo 2005-<strong>2009</strong> nell’elenco di pag. 48-49).<br />
49<br />
2005<br />
Ricavi Costi Avanzi di gestione<br />
4.072.702,87 2.829.093,72 1.243.609,15<br />
2006 4.780.011,90 3.337.218,88 1.442.793,02<br />
2007 5.073.646,74 3.442.145,76 1.631.500,98<br />
2008 4.813.414,82 3.285.274,36 1.528.140,46<br />
<strong>2009</strong> 5.006.735,84 3.859.371,47 1.147.364,37<br />
1.800<br />
1.600<br />
1.400<br />
1.200<br />
1.000<br />
800<br />
600<br />
400<br />
200<br />
0<br />
Grafico rappresentativo dell’andamento<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
<strong>2009</strong>
La destinazione della spesa a favore dei soggetti interessati<br />
I principali interlocutori del Consorzio, come già accennato in precedenza,oltre all’ente<br />
gestore A.T.C., sono fra gli altri, i comuni – sia quelli tuttora soci che quelli receduti<br />
– ed, in primis, gli assegnatari degli alloggi. Gli indirizzi politici di intervento sul patrimonio,<br />
sono infatti quasi esclusivamente, rivolti ad utilizzare le risorse disponibili per<br />
il miglioramento edilizio ed per il soddisfacimento dei fabbisogni degli assegnatari.<br />
Proprio in questa direzione è stata sottoscritta la Convezione con A.T.C. che, in<br />
un’ottica di garantire una costante efficienza dei beni utilizzati, si impegna ad assicurare<br />
la sicurezza dell’inquilinato. Nello specifico l’art.7 della convenzione prevede<br />
che, a titolo di rimborso per i costi relativi all’attività di gestione (compresi gli<br />
oneri del personale addetto alla manutenzione e gli oneri riflessi), C.I.T. riconosce<br />
ad A.T.C. annualmente il costo vano/mese delle manutenzioni ordinarie del patrimonio<br />
consortile (al 30/04/2010 pari a 11.813 vani) fino alla concorrenza massima<br />
complessiva di € 5,76 oltre I.V.A. dove applicabile e comunque fino ad un massimo<br />
degli incassi provenienti dagli affitti. Il C.I.T. può integrare con fondi propri.<br />
L’ente gestore A.T.C. decide le priorità di interventi di gestione ordinaria.<br />
La proprietà C.I.T. interviene, invece, sulle priorità di manutenzioni straordinarie<br />
3.000.000,00<br />
2.500.000,00<br />
2.000.000,00<br />
1.500.000,00<br />
1.000.000,00<br />
500.000,00<br />
0,00<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
<strong>2009</strong><br />
deliberando, annualmente, l’elenco degli interventi proposti da A.T.C.<br />
Lo 0,50 % degli affitti incassati è per legge destinata agli interventi di manutenzione<br />
straordinaria; A.T.C. provvede alla programmazione dei fabbisogni di manutenzione<br />
straordinaria che sottopone annualmente all’approvazione del C.d.A<br />
consortile.<br />
50<br />
Interventi di manutenzione<br />
ordinaria 2005 - <strong>2009</strong>
Riepilogo interventi di manutenzione straordinaria.<br />
Anni 2005 - <strong>2009</strong><br />
Anno Comune Tipo di intervento importo<br />
2005 Borgaro - Via Gramsci 79/97 ripassamento tetto in tegole, revisione faldaleria, canali di gronda e pluviali 189.000,00<br />
2005 Borgaro - Via Torrazza 20/26 rifacimento impermeabilizzazione tetto piano 200.000,00<br />
2005 Borgaro - Via Martiri della Libertà 30 ripassamento tetto in tegole, revisione faldaleria, canali di gronda e pluviali,<br />
creazione di vespai aerati al piano terreno e creazione di barriere anti risalita su<br />
murature ai piani terreni<br />
200.000,00<br />
2005 Collegno - Via Parri 1 sostituzione impianto addolcimento acqua potabile 9.000,00<br />
2005 Alpignano - Via Rossini 3, Via Pianezza 29, Via<br />
Cavour 40<br />
messa a norma canne fumarie e sostituzione impianto addolcimento acqua potabile 152.000,00<br />
2005 <strong>Torino</strong> - Via Bligny 16 coimbentazione sottotetto, ripasso tetto 20.000,00<br />
2005 Alpignano - Via Rossini 3, Borgaro - Via Torrazza<br />
20/26, Caselle Piazza Borsellino 1 e 2, Moncalieri<br />
- Via Juglaris 66, Via Pasubio 40, Orbassano<br />
- Via Calvino 31, Rivalta - Via Adamello 11,<br />
Rivoli - Via Tevere dal 39 al 45<br />
adeguamento alla Legge 46/1990 degli impianti ascensori 39.000,00<br />
2006 Alpignano - Via Rossini 3 intervento di messa a norma autorimesse interrate 59.000,00<br />
2006 Caselle Torinese - Via Generale Dalla Chiesa 6/12 revisione impianti elettrici, aperture prese di ventilazione 176.000,00<br />
2006 Rivoli - Via Tevere dal 39 al 45 aperture di ventilazione, revisione tetti falderie e cornicioni 148.000,00<br />
2006 Nichelino - Via Del Pascolo 50 aperture di ventilazione 8.000,00<br />
2007 Borgaro - Via Gramsci sostituzione avvolgibili 13.400,00<br />
2007 Borgaro - Via Torrazza ripristino facciate 60.000,00<br />
2007 Collegno - Via Parri 1 e 3 tinteggiature vani scale 136.000,00<br />
2007 Orbassano - Via Marconi 22 rifacimento autoclave, citofoni e cancello automatico 55.000,00<br />
2007 <strong>Torino</strong> - Strada Verna 29 ripristino facciate danneggiate da incendio, ripassamento tetto ed installazione<br />
antenne<br />
247.000,00<br />
2007 <strong>Torino</strong> - Strada del Meisino ripassamento tetti 100.000,00<br />
2008 Alpignano - Via Pianezza 29/a, Via Cavour 40/a sistemazione pozzetti impianto elettrico di illuminazione cortile e ripristino<br />
pavimentazione cortili, sistemazione rampre per disabili<br />
101.000,00<br />
2008 <strong>Torino</strong> - Strada del Meisino 33/a ripassamento leggero tetti e installazione TV satellitare e terrestre, ripristino pannelli<br />
in facciata, coloritura ringhiere in acciaio<br />
362.000,00<br />
<strong>2009</strong> Grugliasco - Via Riesi, 20 sostituzione dei bow windows 320.000,00<br />
<strong>2009</strong> Moncalieri - Via Pasubio, 40 ripristino facciate, revisione impianto elettrico parti comuni, ripristino pannelli solari<br />
e ripassamento tetto<br />
300.000,00<br />
<strong>2009</strong> <strong>Torino</strong> - Via Bligny 16 ripresa facciate per gravi distacchi, realizzazione di cappottatura causa ponti termici<br />
con presenza grave di muffe interno alloggi, revisione impianto elettrico parti<br />
comuni e revisione tetto<br />
300.000,00<br />
TOTALE QUINQUENNIO 3.194.400,00<br />
51
Le pubbliche amministrazioni devono comunicare con<br />
veridicità e trasparenza. Devono pensare, parlare e scrivere<br />
con chiarezza.<br />
Noi ci siamo impegnati a farlo.<br />
52
La relazione sociale<br />
Le politiche<br />
I principi dettati dal “Metodo Piemonte” vengono qui ripresi e condivisi in partico-<br />
lare laddove si esplicita che, nella visione umanistica, il <strong>Bilancio</strong> <strong>Sociale</strong> esprime so-<br />
prattutto la capacità dell’Ente di declinare in azioni concrete i valori e principi in cui<br />
si riconosce, a partire dalla centralità della persona, che rappresentano la propria<br />
cultura di riferimento e qualificano gli elementi della propria mission istituzionale.<br />
Nell’altra visione, non alternativa ma sinergica alla precedente, fondata sul principio<br />
di responsabilità, il <strong>Bilancio</strong> <strong>Sociale</strong> esprime l’ampliamento della dimensione<br />
del rendiconto dai confini della contabilità finanziaria agli ambiti della rendicontazione<br />
sociale. In questo senso, il <strong>Bilancio</strong> <strong>Sociale</strong> evolve verso un vero e proprio<br />
bilancio di sostenibilità, capace di rendere fra loro complementari, in una prospettiva<br />
omogenea, gli elementi in cui si declina l’impegno dell’Ente nei confronti degli<br />
stakeholder: la responsabilità sociale, la responsabilità ambientale, la responsabilità<br />
connessa all’impiego accorto, efficace ed efficiente delle risorse (responsabilità<br />
economico-finanziaria).<br />
Si tratta di due concezioni di bilancio che, come detto, non appaiono incompatibili,<br />
anzi nella definizione dei principi del <strong>Bilancio</strong> <strong>Sociale</strong> è bene che vengano<br />
entrambe prese in considerazione, così come attuato da C.I.T., in quanto vanno<br />
comunque incontro alle aspettative degli stakeholder che si attendono dagli enti<br />
coinvolgimento, opportunità di partecipazione, coerenza nel perseguire i propri<br />
obiettivi, nonché un forte impegno alla trasparenza, completezza e attendibilità<br />
dei bilanci e dei rendiconti.<br />
Per la redazione del presente bilancio si è utilizzato l’approccio operativo endogeno,<br />
nel senso che la gestione del processo e la redazione del documento è stata<br />
affidata alla struttura interna dell’ente, assegnando a soggetti esterni la supervisione<br />
scientifica e metodologica nonchè la validazione del processo professionale.<br />
Prevale, in questo tipo di approccio, la valenza del <strong>Bilancio</strong> <strong>Sociale</strong> quale strumento<br />
di governance che, tuttavia, definiremo atipica in quanto la gestione indiretta del<br />
53
patrimonio consortile caratterizza la strategia di relazioni con gli stakeholders in<br />
forma traslata da A.T.C.<br />
E’ stato creato un sistema adeguato di indicatori qualitativi, quantitativi e finanziari<br />
in grado di rendere conto della capacità dell’Ente di individuare rapporti qualificati<br />
e duraturi con gli stakeholder ed incentrati su principi della sostenibilità. La relazione<br />
sociale è articolata in due assi di governo: la gestione degli alloggi (Area di<br />
intervento A) e la vendita del patrimonio immobiliare (Area di intervento B).<br />
Per l’“Area di intervento A” sono stati individuati i seguenti elementi, secondo lo<br />
schema proposto dal “metodo Piemonte”:<br />
• l’obiettivo<br />
• l’attività svolta<br />
• direzione A.T.C. coinvolta<br />
• gli stakeholder e le modalità di partecipazione<br />
• le risorse introitate ed impiegate<br />
• il risultato raggiunto<br />
• l’indicatore<br />
Per l’ ”Area di intervento B” si sono, invece, personalizzati gli elementi di cui sopra<br />
secondo le seguenti voci:<br />
• l’obiettivo<br />
• l’attività svolta<br />
• direzione A.T.C. coinvolta<br />
• gli stakeholder e le modalità di partecipazione<br />
• le unità immobiliari poste in vendita<br />
• le unità immobiliari vendute<br />
• l’indicatore<br />
Area di intervento A – Gestione degli alloggi<br />
Obiettivo: monitorare la gestione di A.T.C. al fine di verificare l’effettiva efficienza<br />
nelle operazioni di bollettazione ed incasso dei canoni d’affitto, nonchè nelle attività<br />
di programmazione ed intervento delle manutenzioni ordinarie;<br />
Attività svolta: controllo trimestrale dei rendiconti forniti da A.T.C. (incasso canoni,<br />
impiego fondi), eventuali autorizzazioni, previa valutazione ed analisi da parte del<br />
C.d.A., di cambi alloggi relativi a soggetti in particolari condizioni di disagio;<br />
54
Direzioni A.T.C. coinvolte: Innovazione e Risorse, Gestione Abitativa, Servizio Ma-<br />
nutenzioni, U.R.P.<br />
Stakeholder:<br />
• soggetti: assegnatari degli alloggi CIT<br />
• modalità di partecipazione: Call Center <strong>ATC</strong>., Amministratori d’area nominati<br />
per i singoli quartieri<br />
Risorse introitate: (esercizio <strong>2009</strong>)<br />
• Canoni incassati pari a € 5.006.700 per n. 1.798 alloggi (di cui n.188 di edilizia<br />
agevolata che prevede canoni di locazione maggiori)<br />
• canone medio annuo per alloggio 5.006.700/1.798 = € 2.785<br />
Risorse impiegate: (esercizio <strong>2009</strong>)<br />
• Costo annuo per interventi di manutenzione ordinaria e spese di gestione e<br />
amministrazione pari a € 3.866.700<br />
• Costo medio di gestione per alloggio = 3.866.700/1.798 = € 2.151<br />
Risultato raggiunto: (esercizio <strong>2009</strong>)<br />
• redditività media annua per alloggio € 634<br />
Indicatore:<br />
espresso in percentuale di redditività<br />
Area di intervento B – Vendita del patrimonio immobiliare<br />
Obiettivo:l’attività propedeutica alla trasformazione/scioglimento del C.I.T. si sostanzia<br />
nella dismissione del patrimonio immobiliare. In seguito a questa scelta voluta<br />
dall’Amministrazione è stato sottoscritto con A.T.C. un “Accordo di programma<br />
per la vendita del patrimonio CIT”. Nel cronoprogramma, contenuto nell’Accordo,<br />
si sono stabiliti gli stadi di attuazione del piano, su un patrimonio complessivo iniziale<br />
di n. 1.968 unità immobiliari di cui n.188 in Edilizia agevolata non rientranti<br />
nel piano vendite regolamentato dalla Legge 560/1993 (Edilizia sovvenzionata).<br />
L’obiettivo ottimale del Piano prevedeva la vendita di n.200 alloggi per anno; obiettivo<br />
che alla data del 31.12.<strong>2009</strong> non si è potuto raggiungere appieno, in quanto le<br />
problematiche relative alle regolarizzazione degli abusi edilizi (tecnico/catastali) e<br />
la mancanza di agibilità per alcune unità immobiliari, nonche’ alcune lentezze pro-<br />
55<br />
3.866.700<br />
100 - * 100 = 22,76%<br />
5.006.700
cedurali delle societa’ specificatamente incaricate dall’A.T.C. nella predisposizione<br />
degli atti, hanno comportato tempi di soluzione più lunghi del previsto.<br />
Attività svolte: approvazione regolamenti di condominio e documentazione di<br />
adesione all’acquisto da inviare agli assegnatari; monitoraggio delle attività preliminari<br />
svolte da A.T.C. e dalle società ad essa collegate, programmazione atti di<br />
vendita per i quartieri sanati, presenza del CIT alla stipula degli atti notarili.<br />
Direzione A.T.C. coinvolta: Gestione Abitativa, Servizio utenza e patrimonio, U.R.P.<br />
Stakeholder :<br />
• soggetti: assegnatari degli alloggi C.I.T.<br />
• modalità di partecipazione: telefonate interlocutorie da parte degli inquilini<br />
per ottenere informazioni più specifiche, adesioni offerte di vendita, pagamento<br />
spese tecniche, stipula degli atti<br />
Unità immobiliari poste in vendita: (obiettivo <strong>2009</strong>) n. 200<br />
Unità immobiliari vendute: (nel <strong>2009</strong>) n. 54<br />
Indicatore:<br />
54<br />
200<br />
* 100 = 27%<br />
Considerazioni generali sull’utilizzo fondi della legge 560/1993<br />
I Comuni di Piossasco e Orbassano (receduti dal C.I.T. rispettivamente nell’anno<br />
2004 e 2005) hanno presentato progetti di utilizzo di fondi E.R.P.S rispettivamente<br />
per euro 609.039,83 ed euro 260.000,00 per progetti esplicitati nel precedente<br />
paragrafo 1.7. L’importo complessivo, pari a euro 869.039,83, rappresenta il 13% di<br />
utilizzo sul totale incassato dalle vendite dal 2007 al <strong>2009</strong>, pari a euro 6.603.037,87.<br />
Dall’analisi dei risultati ad oggi rilevati appare evidente come sia auspicabile una<br />
maggiore sensibilizzazione per attivare nuove politiche di investimento in ambito<br />
E.R.P., considerando che il capitale disponibile ammonta ad euro 5.733.998,04.<br />
Indicatore di reinvestimento fondi E.R.P.<br />
(espresso in percentuale di utilizzo sul totale incassato)<br />
869.039,83<br />
6.603.037,87<br />
* 100 = 13%<br />
Considerazioni sulla customer satisfaction<br />
Un’ulteriore analisi sul raggiungimento degli obiettivi in termini di efficacia, e cioè<br />
sulla capacità di soddisfare i bisogni degli utenti, ci porta ad evidenziare come sia<br />
56
stata più che soddisfacente l’azione amministrativa sull’attività istituzionale pre-<br />
valente: la manutenzione ordinaria del patrimonio consortile. I dati desunti dalla<br />
banca dati A.T.C. si riferiscono al 2010 in quanto non rilevati prima dell’entrata in<br />
vigore del D.Lgs. n. 150/<strong>2009</strong> che ne ha determinato l’obbligatorietà. Essi comprendono<br />
tutto il patrimonio amministrato dall’ente e pertanto anche quello del C.I.T.<br />
La rilevazione telefonica della customer satisfaction effettuata da A.T.C. relativamente<br />
alle manutenzioni ordinarie operate nell’anno 2010, su richiesta dell’inquilinato, ha riguardato<br />
una banca dati di 5882 utenti, dei quali ne sono stati presi a campione 2550.<br />
Ad essi sono state poste 5 domande attraverso la seguente intervista telefonica:<br />
1 L’intervento è stato eseguito?<br />
Gli ordini che hanno ricevuto come risposta “NO” sono stati segnalati direttamente<br />
ad A.T.C. per le verifiche conseguenti.<br />
2 Quando è terminato l’intervento?<br />
57<br />
Comunicato <strong>ATC</strong> del 25.01.2011<br />
Positivo il parere degli assegnatari sugli interventi di manutenzione ordinaria.<br />
Positivo il parere degli assegnatari delle case Atc che hanno chiesto, nel corso del 2010, un intervento di<br />
manutenzione ordinaria nel proprio appartamento. Lo ha rilevato l’indagine di customer satisfaction sugli 8.422<br />
interventi di piccola manutenzione (serramenti, citofoni, perdite d’acqua, ecc.) eseguiti da Atc lo scorso anno.<br />
Su un campione di 2.550 utenti che si sono sottoposti all’intervista telefonica il 74,4 per cento ha dichiarato di<br />
essere soddisfatto, il 17,4 per cento ha giudicato il lavoro sufficiente, mentre 149 persone, pari all’8,2 per cento ha<br />
espresso un parere negativo. Oltre al giudizio complessivo sull’intervento (positivo, sufficiente, negativo), gli utenti<br />
sono stati interrogati anche per sapere se il guasto segnalato è stato eliminato. A questa domanda il 90,8 per cento<br />
ha confermato la risoluzione del problema. Soddisfazione anche per il cartellino identificativo: l’81,3 per cento<br />
degli intervistati ricorda di averlo visto sulla tuta dei i tecnici.<br />
Risposte Previste n. %<br />
Sì 1820 71,40<br />
No 730 28,60<br />
TOTALE 2550 100,00<br />
Risposte previste n. %<br />
oltre 3 giorni prima della data di chiusura prevista 213 39,40<br />
3 giorni prima 24 4,40<br />
2 giorni prima 23 4,30<br />
1 giorno prima 30 5,50<br />
data prevista 55 10,20<br />
TOTALE interventi eseguiti entro il termine previsto 345 63,80
Risposte previste n. %<br />
1 giorno dopo 29 5,40<br />
2 giorni dopo 24 4,40<br />
3 giorni dopo 19 3,50<br />
oltre 3 giorni dopo la data di chiusura prevista 124 22,90<br />
TOTALE interventi eseguiti oltre il termine previsto 196 36,20<br />
TOTALE interventi di cui l’utente ricorda la tempistica (su 1820) 541 100,00<br />
Si evidenzia come 1279 utenti su 1820 (70,3%) abbiano risposto “NON RICORDO”<br />
3 Gli operai erano muniti di cartellino di identificazione?<br />
Risposte Previste n. %<br />
Sì 1479 81,30<br />
No 341 18,70<br />
TOTALE 1820 100,00<br />
4 L’intervento ha eliminato il guasto?<br />
Risposte Previste n. %<br />
Sì 1652 90,80<br />
No 168 9,20<br />
TOTALE 1820 100,00<br />
5 Giudizio complessivo sulla realizzazione dell’intervento<br />
Risposte Previste n. %<br />
Positivo 1354 74,40<br />
Sufficiente 317 17,40<br />
Negativo 149 8,20<br />
TOTALE 1820 100,00<br />
Indicatori di efficacia (Raggiungimento degli obiettivi in termini sia quantitativi<br />
che qualitativi. Capacità di soddisfare i bisogni degli utenti)<br />
74,4% 17,4% 8,2%<br />
58
Le proposte per il futuro<br />
Le disposizioni normative introdotte dalla Legge Finanziaria 2010 (Legge<br />
23.12.<strong>2009</strong> n. 191 e successive modifiche introdotte dalla Legge n.42/2010 convertita<br />
con modifiche nel D.L. n.2/2010) prevedono la “… soppressione dei consorzi di<br />
funzioni tra gli enti locali, facendo salvi i rapporti di lavoro a tempo indeterminato<br />
esistenti, con assunzione delle funzioni già esercitate dai consorzi soppressi e delle<br />
relative risorse e con successione ai medesimi consorzi in tutti i rapporti giuridici e<br />
ad ogni altro effetto”.<br />
Il C.I.T è, come visto, un consorzio di servizi istituzionali e non già un consorzio di<br />
funzioni. La normativa vigente non prevede la funzione di “Edilizia residenziale Pubblica”,<br />
bensì il servizio con ad esso correlato un patrimonio immobiliare, non previsto<br />
invece nel trasferimento di funzioni dai comuni ai consorzi. Escludendo pertanto la<br />
perentorietà della normativa, che produce effetti in concomitanza con il primo rinnovo<br />
del consiglio di amministrazione successivo al 1° gennaio 2011, occorre analizzare<br />
le diverse opzioni a disposizione del Consorzio per i possibili orientamenti.<br />
La strategia perseguibile più aderente ai fini istituzionali dell’Ente Consorzio potrebbe<br />
essere quella di riorganizzare il C.I.T. , eventualmente riallargando il numero<br />
degli aderenti, proponendo una nuova linea gestionale/societaria di attività , peraltro<br />
in coerenza con il “Programma Casa: 10.000 alloggi entro il 2012” della Regione<br />
che sollecita una politica attuativa di intervento ed erogazioni di contribuiti per<br />
il rilancio dell’edilizia sovvenzionata ed agevolata.<br />
Pur essendo la proposta in qualche modo provocatoria e difficilmente realizzabile<br />
allo stato attuale, non è comunque da sottovalutare la potenzialità economica<br />
del consorzio che, come ampiamente descritto nelle precedenti sezioni, produce<br />
annualmente un utile superiore al milione di euro. L’ipotesi di nuovi investimenti,<br />
nuove attività di progettazione e costruzione grazie al reimpiego degli avanzi di<br />
amministrazione accumulati negli anni, potrebbero dunque essere un interessante<br />
spunto di riflessione per delineare un nuovo futuro del C.I.T.<br />
Al momento però la stessa continuità di funzionamento e deliberativa del CIT, e ancor<br />
di più l’innesco di nuova progettualità, almeno per quanto attiene al suo Consiglio<br />
di Amministrazione, si scontrano con le nuove disposizioni introdotte dalla<br />
Legge 30.7.2010 n.122 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di<br />
competitività economica”, che stabiliscono, all’art.5 comma 7, : “…Agli amministra-<br />
59
tori di comunità montane e di unioni di comuni e comunque di forme associative<br />
di enti locali aventi per oggetto la gestione di servizi e funzioni pubbliche non possono<br />
essere attribuite retribuzioni, gettoni, indennità o emolumenti in qualsiasi<br />
forma siano essi percepiti”.<br />
L’attuale C.d.A., pur non avendo più percepito a partire dall’entrata in vigore della<br />
norma alcun tipo di indennità, ha finora lodevolmente e regolarmente proseguito<br />
nelle proprie attività consiliari assumendo gli atti deliberativi e delineando le<br />
strategie utili alla gestione dell’ente. Tuttavia il protrarsi degli effetti legislativi su<br />
menzionati comporta indubbiamente una seria riflessione sugli effetti di ricaduta,<br />
che con il tempo potrebbero aggravarsi, sull’operatività del C.d.A. con pesanti<br />
ripercussioni sulle fasi decisionali e rischi evidenti di immobilismo e disimpegno.<br />
A quel punto, a fronte di paralisi dell’organo di programmazione ed indirizzo, si<br />
imporrebbe un intervento politico delle amministrazioni consorziate con diverse<br />
ipotesi operative, a partire dal Commissariamento del Consorzio fino all’assunzione<br />
diretta delle funzioni nel C.d.A. degli stessi Amministratori (Assessori alla casa ?)<br />
in rappresentanza dei vari Comuni consorziati.<br />
Mentre nel primo caso l’Assemblea dovrebbe nominare un commissario per il<br />
tempo necessario quanto meno alla realizzazione/conclusione del piano vendite,<br />
secondo le direttive poste dalla stessa Assemblea con deliberazione n. 4 del<br />
26.11.2003 e successivamente modificate con atto n. 9 del 14.11.2007, nel secondo<br />
caso va ricordato che si renderebbe indispensabile l’apporto di alcune modifiche<br />
allo Statuto dell’Ente, sia per l’individuazione dei requisiti alla nomina dei nuovi<br />
consiglieri sia per quelli degli organi di presidenza.<br />
Valutata negativamente l’eventualità di dare continuità funzionale all’Ente non<br />
rimarrebbe che concordare sul recesso contemporaneo di tutti i Comuni ancora<br />
presenti nella compagine consortile ( <strong>Torino</strong>,Borgaro, Bruino, Caselle, Collegno,<br />
Grugliasco, Moncalieri e San Mauro) pervenendo conseguentemente allo scioglimento<br />
dello stesso. Sempre che la Città di <strong>Torino</strong> non opti per un recesso limitato<br />
agli altri comuni, risultando così unico socio proprietario del consorzio , pervenendo<br />
successivamente allo scioglimento .<br />
Tra l’altro questa scelta comporterebbe per i comuni receduti la possibilità di utilizzare<br />
direttamente i proventi della Legge 560/93 derivanti dalle vendite reinvestendo<br />
in nuovi progetti di E.R.P.<br />
60
Glossario<br />
Accountability - Il termine esprime l’impegno e l’azione a “rendere conto”, cioè a mo-<br />
tivare le ragioni delle scelte politiche e delle azioni, rappresentando i risultati raggiunti<br />
e il valore creato per gli stakeholder.<br />
Customer satisfaction - E’ la misurazione della qualità percepita da cittadini,<br />
associazioni ed imprese rispetto alle azioni realizzate ed ai servizi offerti dall’ente<br />
locale. Misurando e conoscendo i bisogni dei destinatari le amministrazioni pubbliche<br />
possono progettare politiche e servizi efficaci.<br />
Efficacia - Efficienza - Economicità - Per efficacia si intende la misura in cui l’ente<br />
raggiunge i propri obiettivi, in particolare la capacità di soddisfare i bisogni e di apportare<br />
un cambiamento nel livello di benessere della comunità. L’efficienza indica<br />
il corretto impiego delle risorse in rapporto ai servizi ottenuti. L’economicità rappresenta<br />
la capacità di un’organizzazione di perdurare nel tempo, senza incorrere<br />
in situazione di insolvenza o di dissesto.<br />
Missione - La missione è una sorta di manifesto che esprime in modo chiaro la ragion<br />
d’essere di un’organizzazione e il sistema di valori che guida le sue azioni. Per<br />
l’ente locale rappresenta il “progetto sociale” e i valori sulla base dei quali vengono<br />
assunte le scelte.<br />
Partecipazione - Le Amministrazioni che attivano il percorso di redazione del bilancio<br />
sociale partono dalla convinzione che questo sia lo strumento attraverso cui<br />
esporsi alla valutazione dei propri stakeholder affinché possa realizzarsi una reale<br />
partecipazione dei medesimi alle scelte amministrative.<br />
Politiche - Le politiche rappresentano le aree di bisogno rispetto alle quali l’Amministrazione<br />
si assume la responsabilità di intervenire per raggiungere gli obiettivi<br />
che si è prefissata. Dalle politiche scaturiscono specifici interventi e servizi rivolti<br />
alla comunità.<br />
Sistema di valori - È la dichiarazione della cultura che guida i comportamenti di<br />
un’organizzazione, influenza le decisioni che prende, le azioni e i progetti che realizza.<br />
Progettare, realizzare e presentare il bilancio sociale significa anche presen-<br />
62
tare i valori in cui l’ente crede e ai quali si ispira nell’amministrazione della propria<br />
comunità.<br />
Stakeholder (portatori di interessi) - Gli stakeholder sono l’elemento caratterizzante<br />
e fondante del bilancio sociale. Per un ente pubblico sono tutti coloro che<br />
risultano influenzati dalle scelte dell’Amministrazione o riescono ad influenzare le<br />
scelte della stessa. In tale accezione si considerano stakeholder non solo i cittadini,<br />
ma tutte le realtà nei confronti delle quali l’Amministrazione attua delle politiche,<br />
come ad esempio il territorio, inteso come enti (Regioni, province, comuni, società<br />
di capitale pubblico – A.R.P.A./A.T.O. ecc.)<br />
Bibliografia e sitografia<br />
• Bilanci Finanziari e Rendiconti di Gestione del C.I.T. degli anni dal 2005 al <strong>2009</strong>;<br />
• Deliberazioni del Consiglio di Amministrazione e dell’Assemblea Consortile<br />
del C.I.T.<br />
• Manuale Metodo Piemonte per il <strong>Bilancio</strong> <strong>Sociale</strong> – Ed. Regione Piemonte 2010<br />
• VI Rapporto – anno <strong>2009</strong> – Osservatorio Condizione Abitativa della Città di<br />
<strong>Torino</strong> – Ed. Civico Centro Stampa della Città di <strong>Torino</strong><br />
• Report A.T.C./GETICA s.r.l. su customer satisfaction relativo alle manutenzioni<br />
ordinarie – Ed. 17.1.2011<br />
• <strong>Bilancio</strong> <strong>Sociale</strong> e di mandato 2004-<strong>2009</strong> Comune di Rivarossa – Ed. Aprile <strong>2009</strong><br />
• www.atc.torino.it<br />
• www.comune.torino.it<br />
• www.regione.piemonte.it<br />
• www.bilanciosociale.it<br />
63
Coordinamento generale Giannicola Marengo – Direttore C.I.T.<br />
Coordinamento tecnico-organizzativo Bianca Nicola – Funzionaria incaricata A.T.C.<br />
Coordinamento scientifico Enrico Sorano – Dipartimento di Economia Aziendale della<br />
Facoltà di Economia dell’Università di <strong>Torino</strong><br />
Coordinamento di processo Bianca Nicola – Funzionaria incaricata A.T.C.<br />
Alberto Millaci - Facoltà di Economia, indirizzo<br />
Management Pubblico, dell’Università di <strong>Torino</strong><br />
Validazione di processo Davide Barberis – Ordine dei Dottori commercialisti ed<br />
esperti contabili di Ivrea, Pinerolo e <strong>Torino</strong><br />
Progetto grafico Gianpiero Xuereb - Xg Communication Design - Chieri (TO)<br />
Stampa Intergraph - Mappano di Caselle (TO)
C.I.T. - Consorzio Intercomunale Torinese<br />
Sede Legale Via Corte d’Appello n. 10<br />
presso Assessorato alla Casa della Città di <strong>Torino</strong><br />
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