la sicurezza e la salute dei lavoratori - AUSL12 di Viareggio

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Sanità PERCORSO anno 8 numero 12 Dicembre 2007 ChE COS’è L’InfLUEnZA? L’influenza è un’infezione respiratoria virale molto contagiosa perché si trasmette attraverso goccioline di muco, saliva, ed in genere per via aerea, anche semplicemente parlando vicino ad un’altra persona, ha un andamento tipicamente stagionale (in Italia quasi sempre comincia a manifestarsi alla fine di dicembre e si può prolungare fino a marzo – aprile). L’influenza ha un periodo di incubazione breve, variabile da 1 a 4 giorni (in media 2 giorni), durante il quale si può essere già contagiosi. In particolare il periodo di contagiosità comincia qualche giorno prima della comparsa dei sintomi e si prolunga per 3 – 5 giorni; ciò significa che il virus può essere trasmesso anche da persone che non manifestano ancora sintomi della malattia. Il virus influenzale, che resiste molto bene nell’ambiente esterno in situazioni di freddo e bassa umidità, si diffonde facilmente negli ambienti chiusi affollati. Caratteristiche cliniche della malattia: Sintomi sistemici: improvvisa insorgenza di mal di testa, febbre, brividi, dolori muscolari e malessere generale. Sintomi respiratori: la tosse e il dolore alla gola (faringodinia) possono diventare assai intense man mano che i sintomi generali si riducono. I reperti obiettivi sono minimi nella malattia non complicata. I pazienti con influenza non complicata migliorano nel giro di 2 – 5 giorni e sono da considerarsi guariti dopo una settimana, sebbene la tosse possa persistere per 1 – 2 settimane. La sensazione di debolezza generale post-influenzale può persistere per settimane. La diagnosi di influenza si basa sui sintomi cli- nici, ma la certezza diagnostica si ha solo con l’identificazione dei virus influenzali con i test di laboratorio; tuttavia l’identificazione dei virus non è utile per il singolo individuo, perché non modifica la scelta della terapia e viene quindi effettuata solo per identificare i virus circolanti, la cui conoscenza è essenziale per la produzione di vaccini per la stagione successiva. Prevenzione dell’influenza: La trasmissione del virus dell’influenza si può verificare per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con le mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Misure di igiene e protezione individuale: 1) lavaggio delle mani (in assenza di acqua, uso di gel alcolici); 2) buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti e lavarsi le mani); 3) isolamento volontario a casa dalle persone con malattie respiratorie febbrili (specie in fase iniziale); 4) uso di mascherine da parte delle persone che hanno sintomatologia influenzale, quando si trovano in ambienti sanitari tipo ospedali o case di cura. Tali misure si aggiungono ai presidi farmaceutici che sono la vaccinazione e i farmaci sintomatici o eventuali antivirali. Complicanze dell’influenza: Normalmente l’influenza è una malattia senza gravi conseguenze, ma in alcune persone, soprattutto le più deboli come gli anziani, può causare complicanze anche gravi per la salute. Le complicanze dell’influenza vanno dalle sinusiti ed otiti (queste ultime soprattutto nei bambini), alle polmoniti batteriche (o virali più rare, ma più gravi), alla disidratazione, al peggioramento di malattie preesistenti (ad esempio malattie croniche dell’apparato cardiovascolare o respiratorio). La vaccinazione: La vaccinazione antinfluenzale rappresenta il mezzo più efficace e sicuro per prevenire la malattia e le sue complicanze. La composizione dei vaccini antinfluenzali viene aggiornata di anno in anno. In presenza di buona corrispondenza tra la composizione del vaccino e i virus influenzali circolanti, l’efficacia stimata in adulti sani varia dal 70 al 90%; nei bambini e nei ragazzi fino a 16 anni è stimata un’efficacia pari al 60-70%; negli anziani che vivono in comunità l’efficacia stimata nel ridurre la mortalità legata all’influenza varia dal 23 al 75%. Se si considerano gli anziani che vivono in strutture di lunga degenza, la stima di efficacia nel ridurre i decessi è del 23-79%. Gli antivirali: Sebbene la vaccinazione annuale rappresenti la migliore strategia per la prevenzione delle complicanze da virus influenzali, gli antivirali possono essere considerati come ulteriore aiuto terapeutico per la profilassi ed il trattamento dell’influenza. Degli antivirali attualmente in commercio in Italia sono autorizzati per l’uso profilattico l’amantadina e l’oseltamivir. L’amantadina è un farmaco indicato per l’influenza causata dai virus di tipo A. L’oseltamivir è indicato contro l’influenza A e B ed è caratterizzato da una maggiore tollerabilità rispetto all’amantadina. L’efficacia profilattica degli antivirali dipende in modo cruciale dal tempo di somministrazione, che non dovrebbe superare le 48 ore dall’esordio dei sintomi influenzali. Infine è stato descritto in letteratura che i virus dell’influenza possono acquisire resistenza agli antivirali: per questo l’uso profilattico degli antivirali non è raccomandato di routine (d’abitudine) durante le epidemie stagionali di influenza. Va ribadito inoltre che gli antivirali: − non sono un'alternativa alla vaccinazione; − devono essere sempre assunti su prescrizione e sotto controllo medico. Come si cura l’influenza: La terapia di base dell’influenza è essenzialmente sintomatica; è consigliabile riposo nella fase acuta della malattia e per 24- 48 ore dopo la scomparsa della febbre. Nei casi di influenza non complicati, con febbre elevata, cefalea, dolori articolari, possono essere indicati i farmaci antipiretici, analgesici e antinfiammatori (più comuni sono il paracetamolo e l’acido acetilsalicilico - aspirina - che però non va usato nei bambini e negli adolescenti) e decongestionanti nasali per favorire la respirazione. Gli antibiotici sono utili per il trattamento di complicanze respiratorie causate da batteri, ma è importante evitarne l’uso indiscriminato ed assumerli solo se prescritti dal medico curante. Il loro uso non appropriato va infatti evitato perché può favorire la selezione di batteri resistenti agli antibiotici. Dott. Bruno Salis Segretario provinciale FIMMG Lucca
Non è detto che per fare cooperazione sanitaria con i Paesi in via di sviluppo si debba per forza partire e lavorare in loco. Si può farlo benissimo e con ottimi risultati, anche predisponendo azioni e strumenti, raccordandosi con operatori, associazioni ed enti che fino ad oggi lavoravano isolati ed in maniera frammentata. Il nuovo corso regionale in materia, dando seguito a quanto espresso dal Piano sanitario regionale, ha una parola d’ordine che si chiama “integrazione”. Per poter impiegare con maggiore efficacia le scarse risorse esistenti è meglio raccordare tutti i soggetti e “fare sistema”. Integrazione, prima di tutto, fra le attività della cooperazione sanitaria e quelle della cooperazione decentrata; integrazione poi di asl e aziende ospedaliere dentro la aree vaste, individuando i Coordinamenti di Area Vasta come le sedi in cui elaborare e proporre progetti; integrazione, infine, fra tutti i soggetti del territorio (associazioni, enti locali, ecc.) i quali, coordinandosi a livello provinciale in Forum e Tavoli di coordinamento per le azioni decentrate, nello specifico delle azioni sociosanitarie, trovano le aziende sanitarie quali punti di riferimento essenziali. Le strategie regionali La strategia regionale indica alcune priorità nella progettazione sanitaria di interventi. Essi dovrebbero tendere a garantire l’universalità di accesso alle prestazioni, dando priorità assoluta alle fasce più deboli della popolazione, i bambini e le donne; tendere a rafforzare i sistemi sanitari nel loro complesso, in alternativa alle strate- anno 8 numero 12 Dicembre 2007 PERCORSO gie d’intervento centralizzate e “calate dall’alto”; potenziare infrastrutture, sistemi di programmazione e controllo, di acquisto e distribuzione di farmaci essenziali (inclusi i farmaci antiretrovirali per il trattamento dell’AIDS); investire, soprattutto, in risorse umane all’interno del settore pubblico e formare, nonché motivare il personale sanitario. L’ASL della Versilia nella cooperazione Fare cooperazione in questo nuovo scenario per l’ASL 12 rappresenta sia mettersi a disposizione di alcune priorità regionali, ma anche valorizzare il lavoro di alcuni soggetti del territorio ed infine raccordarsi per azioni di sistema entro l’Area vasta. Per il primo di questi aspetti, alla luce dei criteri di sostenibilità e appropriatezza, dobbiamo rile- vare la progettazione insieme al Consorzio Metis di Pisa di un sistema basato sul web ed in grado di gestire la fornitura di materiale sanitario (apparecchiatureelettromedicali, arredi e mobilio, presidi medico chirurgici, farmaci e altro). Nell’ambito di questa attività si è potuta riscontrare la necessità di integrazione di ogni punto della rete del sistema sanitario toscano e del sistema ter- ritoriale locale mediante la creazione del sistema web della Cooperazione Sanitaria Internazionale. Si è così prolungata tale partnership mediante la presentazione di un progetto di iniziativa regionale che avesse l’ obiettivo di condurre alla messa “in rete” di tutti i soggetti sul fronte delle azioni sociosanitarie e che integrasse anche il sistema di gestione delle forniture di materiali. Il lavoro di valorizzazio- Sanità L’AUSL12 DI VIAREGGIO NELLA COOPERAZIONE SANITARIA INTERNAZIONALE (CSI) IL SISTEMA TOSCANO DELLA COOPERAZIONE ne delle risorse locali ci ha condotti, affiancati al Comune di Viareggio, a sostenere mediante finanziamento regionale l’azione condotta dall’Associazione Nutripa Versilia per la prevenzione e la cura della malnutrizione acuta dei bambini della zona di Butare in Rwanda. Le azioni di sistema realizzate nell’ambito del Comitato di area Vasta per la CSI, anche attraverso un intenso lavoro di scambio di idee, saperi e metodi, si sono concretizzate, prima di tutto, nel contributo dato alla stesura delle Linee Guida, presentate ufficialmente nell’ottobre scorso e che serviranno da indirizzo per tutti i soggetti toscani che d’ora in avanti progetteranno interventi sociosanitari nell’ambito della CSI. Attualmente è in corso nelle aree vaste il monitoraggio degli operatori aziendali che hanno lavorato o che intendono farlo, in progetti di CSI. Tale monitoraggio servirà come base per l’avvio di una banca dati cui sarà indispensabile accedere per fornire ai progetti toscani le risorse umane necessarie all’intervento diretto nei paesi terzi. Dott. Roberto Della Cerra Staff Direzionale Referente CSI Azienda USL 12 di Viareggio Mappatura dei soggetti attivi nell’ambito della cooperazione sanitaria Il Progetto di Iniziativa Regionale di Cooperazione Sanitaria “Integrazione e rete di cooperazione sanitaria di Area Vasta Nord Ovest” si prefigge l’obiettivo di creare una rete di cooperazione sanitaria tra i soggetti sanitari attivi nell’Area Vasta Nord Ovest al fine di migliorare gli interventi implementati nei Paesi in Via di Sviluppo dai soggetti coinvolti e di indirizzare gli stessi verso interventi sanitari integrati, assicurando e garantendo la continuità degli interventi. Il progetto prevede, tra le varie attività, quella di creare una mappatura dei soggetti sanitari attivi nell’ambito della cooperazione sanitaria nell’Area Vasta Nord Ovest. Partner e referente per la realizzazione di tale attività è l’Istituzione Centro Nord-Sud, ente strumentale della Provincia di Pisa per le politiche di cooperazione, immigrazione e intercultura. La mappatura è di estrema utilità per comprendere in maniera chiara quali siano i soggetti che si occupano di cooperazione allo sviluppo, quali sono i settori di intervento in cui operano, quali sono le aree geografiche verso cui indirizzare la loro attenzione. L’obiettivo di tale attività è di sistematizzare le informazioni già esistenti, valorizzarne le specificità, le esperienze pregresse maturate e gli eventuali canali istituzionali di cooperazione già attivati e aumentare in tal modo la circolazione di informazioni concernenti la realizzazione di attività di cooperazione sanitaria internazionale. Qualsiasi operatore abbia già avuto esperienze in questo settore o intenda averne è pregato gentilmente di ritirare il questionario necessario per poter essere inserito nel database presso il REFERENTE COOPE- RAZIONE SANITARIA INTERNAZIONALE DR. ROBERTO DELLA CERRA - Staff Direzionale Villa Pergher. e.dellacerra@usl12.toscana.it Telefono 0584.6055391
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