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La leadership nell'imprenditoria femminile - Paolo Baffi Centre

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Il confronto tra i dati statistici riferiti alla provincia di Brescia e i dati regionali e nazionali, e tra quelli<br />

ottenuti dall’analisi delle interviste e quelli relativi a indagini svolte nella realtà di Cuneo e Carpi, permette<br />

di individuare alcuni elementi di peculiarità della <strong>leadership</strong> <strong>femminile</strong> bresciana.<br />

5.1 Leadership e differenza di genere<br />

Tra i temi affrontati, quello della percezione della differenza di genere nella <strong>leadership</strong> è stato<br />

particolarmente dibattuto. Le intervistate non ravvisano differenze nelle competenze di <strong>leadership</strong> in base al<br />

genere: ritengono piuttosto che si tratti, in primo luogo, di differenze a livello personale; secondariamente,<br />

di una diversa distribuzione e modulazione delle medesime competenze e di un approccio maggiormente<br />

partecipativo alla realtà organizzativa ed alle relazioni.<br />

«.. a livello di competenze, sia gli uomini sia le donne hanno le stesse competenze: le linee guida su<br />

come si fa azienda ci sono. Io credo che la diversità di fare impresa tra un uomo e una donna sta<br />

nell’applicare il proprio lato <strong>femminile</strong> ed il proprio lato maschile, che è un lato psicologico: è la modalità<br />

di approccio che cambia.» [LWBS4]<br />

Per quanto riguarda la strategia, ad esempio, viene sottolineato come proprio la storia di genere abbia<br />

determinato il fatto che nell’uomo prevalga una tendenze impositiva, mentre alla donna appartiene<br />

maggiormente la dimensione persuasiva, che si traduce poi negli stili dirigenziali, gli uni volti ad una<br />

maggior verticalizzazione e autorità, gli altri caratterizzati da una maggior cura dell’ascolto e del dialogo,<br />

del confronto e del rendere consapevoli.<br />

Le peculiarità femminili della <strong>leadership</strong> descritte sono sintetizzabili in due elementi: le competenze<br />

relazionali e il saper essere multitasking.<br />

Componenti basilare delle competenze relazionali sono l’ascolto, la mediazione, la cura. Queste<br />

vengono esplicitate quotidianamente, nel rapporto con i clienti, ma anche con i propri dipendenti e<br />

collaboratori. Una propensione alla cura che dalla predisposizione alla maternità trascende la dimensione<br />

strettamente domestica per divenire una competenza trasversale.<br />

«.. la preoccupazione di dare ascolto, molto ascolto alle persone.. essere attenta.. il bambino piange, tu<br />

non puoi non ignorarlo, allora quando sai che una persona ha un problema (in azienda), tu non puoi<br />

ignorarlo!» [LWBS1]<br />

Con l’espressione ‘essere multitasking’ si intende la capacità di svolgere più azioni<br />

contemporaneamente: la simultaneità operativa. Le intervistate hanno sottolineato il fatto che la donna è<br />

abituata ad avere una visione globale delle situazioni e a dover gestire più cose nello stesso tempo, una<br />

competenza che deriva proprio dalla necessità storica di conciliare più compiti domestici e successivamente<br />

domestici e lavorativi.<br />

«.. questa è una capacità che ha la donna: tenere sotto controllo più cose contemporaneamente. Questa<br />

è una cosa molto importante per il lavoro.. qualunque lavoro, non solo per la <strong>leadership</strong>. Tenere la mente<br />

su diversi piani è proprio una caratteristica <strong>femminile</strong>.» [LWBS1]<br />

Questa atavica attitudine si dimostra come una risorsa estremamente funzionale nel gestire i rapporti<br />

interni ed esterni all’azienda, mantenendo sempre vivo l’orientamento alla produttività, ponendo così punti<br />

di congiunzione tra due orientamenti, quello alla relazione e quello al compito, che nella letteratura sono<br />

stati spessi posti in antitesi.<br />

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