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L'ARBORE DELLA CARITÀ - Missionarie della Scuola

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L’ARBORE <strong>DELLA</strong> <strong>CARITÀ</strong><br />

RIVISTA DELL’UNIONE S. CATERINA DA SIENA<br />

DELLE MISSIONARIE <strong>DELLA</strong> SCUOLA<br />

A. LXII N. 2 2011<br />

POSTE ITALIANE S.p.A.- SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE<br />

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB ROMA


«L’ARBORE <strong>DELLA</strong> <strong>CARITÀ</strong>»<br />

RIVISTA DELL’UNIONE SANTA CATERINA DA SIENA DELLE MISSIONARIE <strong>DELLA</strong> SCUOLA<br />

00178 Roma - Via Appia Antica, 226<br />

Tel. 06.784.411 - Fax 06.784.411.24 - e-mail: arbore2001@virgilio.it<br />

Conto Corr. post. 59379008 - POSTE ITALIANE SpA - SPED. IN ABB. POST.<br />

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB ROMA<br />

A. LXII N. 2 2011<br />

SOMMARIO<br />

EDITORIALE ..................................................................................................................... 3<br />

CAUSA DI CANONIZZAZIONE <strong>DELLA</strong> SERVA DI DIO LUIGIA TINCANI ............. 5<br />

EDUCARE ALLA PRIORITÀ <strong>DELLA</strong> PERSONA<br />

C. BROGGI - Luigia Tincani: amare la persona immagine di Dio ................. 7<br />

G. VENTURI - Se l’uomo non è persona ............................................................ 11<br />

VOCI DALLA MISSIONE<br />

M. DAMIANI - Ferve la vita nella nostra Delegazione indiana ........................ 14<br />

M. ANREOTTI - Voci dall’America – Giovedì Santo 2011 ................................... 18<br />

VITA DI FAMIGLIA<br />

- Sito <strong>Missionarie</strong> <strong>della</strong> scuola .................................................... 20<br />

LA REDAZIONE - Nella gioia di conoscere: India, Pakistan, Polonia .................. 21<br />

A.M. MA RT I N E L L I- Dal Trentino: ieri, oggi… .......................................................... 23<br />

EVENTI<br />

LA REDAZIONE - Se vogliamo l’Italia unita... .......................................................25<br />

A. MORRONE - Caterina da Siena, patrona di Roma, riceve l’omaggio<br />

del Comune di Roma ..................................................................27<br />

TESTIMONIANZE<br />

G. VENTURI - Ricordo di Gabriella Schiavina .................................................30<br />

N. IORIO - Grazie a Gabriella Schiavina .................................................... 31<br />

A. MORRONE - In morte di mio fratello Gennaro .............................................. 33<br />

N. IORIO - Addio a Manuela Mocchiutti ..................................................... 34<br />

ARBORE GIOVANI<br />

L. ARMINIO -“Vite parallele unite da un fischio d’inizio” .............................. 37<br />

F. LAZZARA - Verso la beatificazione di Karol Wojtyla .................................... 39<br />

G. CALABRESE - Non abbiate paura ..................................................................... 41<br />

A. PIZZAMANO - Fai del tuo meglio e poi lascia fare a Dio .................................43<br />

M. SZEPTYCKA - Nella città di S. Tommaso ..........................................................45<br />

J. ILNICKA - Da un altro punto di vista... .......................................................47<br />

SABINA - Il vento dietro le spalle... ...........................................................48<br />

AMICI SCRIVONO<br />

N. SAJEVA - Profumo di eternità .................................................................... 49<br />

ADOZIONI A DISTANZA ................................................................................................. 51<br />

LIBRI .................................................................................................................................. 52<br />

NELLA PACE DEL SIGNORE ......................................................................................... 54<br />

Abbonamento a L’ARBORE <strong>DELLA</strong> <strong>CARITÀ</strong><br />

Annuale € 20.00 - Sostenitore € 30.00 - d’Amicizia € 40.00<br />

Con approvazione del Vicariato di Roma - Dirett. respons. Giuseppe Dalla Torre Del Tempio di Sanguinetto<br />

Autorizz.ne del Trib. di Roma n. 1434 del 27-2-1950 e del 9-1-1967<br />

Tipografia DOMOGRAF s.n.c. - Circ.ne Tuscolana, 38 - Roma - Tel. 06.7100644 - Finito di stampare: luglio 2011


Educare alla priorità <strong>della</strong> persona<br />

3<br />

Editoriale<br />

Èproprio dell’opera educativa non solo formare il soggetto ad una consapevole<br />

scelta tra le varie opzioni possibili, orientandosi per ciò che è buono, giusto<br />

e bello, ma anche a saper discernere secondo una logica di priorità. Vi sono<br />

azioni più buone, più giuste, più belle, tra quelle che pure rispondono all’ontologia<br />

dell’essere umano.<br />

La priorità può essere apprezzata sul metro dell’ordine valoriale, ma può essere<br />

desunta anche da altri parametri, come ad esempio quello temporale, o quello <strong>della</strong><br />

prossimità. Si possono dare priorità relative, perché legate al momento o al contesto;<br />

si danno priorità assolute, che prescindono da ogni elemento storico e contingente,<br />

perché non possono non essere tali sempre, dappertutto e per tutti.<br />

In quest’ultima prospettiva si colloca l’azione diretta ad educare alla priorità<br />

<strong>della</strong> persona. A ben vedere la società del nostro tempo è ricaduta in quel peccato<br />

antico, e tornante nella storia dell’umanità, che nella Bibbia è raffigurato – tra l’altro<br />

– nell’episodio <strong>della</strong> venerazione, da parte del popolo d’Israele, del “vitello d’oro”.<br />

Molto spesso abbiamo la sensazione di vivere in un contesto sociale adorante<br />

una molteplicità di “vitelli d’oro”. Sembra anzi che una sorta di schizofrenia collettiva<br />

ci colpisca tutti: quanto più parliamo di dignità <strong>della</strong> persona, quanto più ne rivendichiamo<br />

gli inalienabili diritti fondamentali, tanto più ci allontaniamo dalla persona<br />

e riduciamo le nostre rivendicazioni in attributi od in cose.<br />

Per una strana sorta di eterogenesi dei fini, la nostra consapevolezza <strong>della</strong><br />

centralità <strong>della</strong> persona si risolve sempre più spesso in una attenzione prioritaria<br />

ad altro.<br />

Ai filosofi individuare le radici remote e prossime delle evoluzioni di pensiero<br />

che hanno condotto all’odierna contraddizione tra la teorica percezione del primato<br />

<strong>della</strong> persona e la concreta orientazione di pensieri, desideri, azioni, verso il primato<br />

di ben altro.<br />

In copertina: La venerabile Luigia Tincani, Fondatrice delle <strong>Missionarie</strong> <strong>della</strong> <strong>Scuola</strong>.


Editoriale<br />

Certo è che chi ha responsabilità educative deve avere ben chiara questa singolare<br />

situazione, sulla quale si deve prioritariamente lavorare se si vuol contribuire al<br />

superamento di quella “emergenza educativa”, che pure è lamentata da più parti. Ma<br />

non solo.<br />

L’educatore deve avere ben chiaro che la formazione alla priorità <strong>della</strong> persona<br />

costituisce il contenuto centrale, essenziale, irrinunciabile, <strong>della</strong> stessa azione paidetica.<br />

L’educazione in sostanza è azione diretta a tirar fuori dall’individuo le potenzialità<br />

che possiede in quanto persona, cioè in quanto soggetto capace di vivere in relazione<br />

con gli altri: con altre persone, da riconoscere nella loro dignità inalienabile<br />

e nelle loro inderogabili spettanze. Cioè lo scopo primario, e forse unico, comunque<br />

essenziale, <strong>della</strong> paideia, è rendere capace ogni individuo di riconoscere nell’altro<br />

una persona, con la quale sapersi poi correttamente rapportare.<br />

Sempre più spesso invece nella nostra società l’altro è percepito ed accettato solo<br />

nella misura in cui – e fin tanto che – risulta essere fonte di utilità. Ma così la persona,<br />

affermata a parole, è tragicamente negata.<br />

“scopo primario, e forse unico,<br />

comunque essenziale, <strong>della</strong> paideia,<br />

è rendere capace ogni individuo<br />

di riconoscere nell’altro una persona,<br />

con la quale sapersi poi<br />

correttamente rapportare”<br />

4<br />

G.D.T.


Causa di canonizzazione <strong>della</strong> serva di Dio Madre Luigia Tincani<br />

Madre Luigia Tincani: dichiarate le virtù eroiche<br />

Il 27 giugno 2011 il Santo Padre Benedetto XVI ha autorizzato<br />

la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto<br />

riguardante le virtù eroiche <strong>della</strong> Serva di Dio Luigia (Gina) Tincani<br />

(1889 -1976), Fondatrice dell'Unione Santa Caterina da Siena delle<br />

<strong>Missionarie</strong> <strong>della</strong> <strong>Scuola</strong>. Da questo momento a Luigia Tincani è<br />

attribuito il titolo di Venerabile perché ha vissuto il Vangelo in<br />

maniera eroica e ha scelto il cammino <strong>della</strong> santità.<br />

5


Causa di canonizzazione <strong>della</strong> serva di Dio Madre Luigia Tincani<br />

Ci domandiamo: che cosa significa santità? Che cosa significa virtù eroica?<br />

Luigia Tincani non si è fermata all’ammirazione<br />

per Gesù, ma ha voluto<br />

imitarlo, fare la sua volontà in ogni<br />

momento. Questa decisione comporta<br />

l’esercizio <strong>della</strong> virtù, ogni giorno,<br />

dall’inizio alla fine <strong>della</strong> vita, con<br />

prontezza, nella gioia, superando coraggiosamente<br />

gli ostacoli che non<br />

mancano mai, significa avere la capacità<br />

di affrontare ogni sacrificio per<br />

amore di Dio e dei fratelli, dimenticando<br />

se stessi e superando ogni egoismo.<br />

Se abbiamo conosciuto Luigia<br />

Tincani – e siamo pochi ormai – se abbiamo<br />

letto qualche sua biografia – e<br />

ce ne sono di belle – ci rendiamo conto<br />

che questa donna è stata veramente<br />

eroica nell’amare con piena dedizione,<br />

nello sperare con lo sguardo fisso in<br />

Dio, nel credere con ottimismo e<br />

fiducia.<br />

Tutte le sue decisioni e i suoi interventi<br />

sono pieni di una dolcissima<br />

letizia, di una gioia che ha le radici<br />

nella fede. Il suo amore è così grande<br />

che si dimentica di sé per dare agli altri<br />

ogni ora del suo tempo, ogni briciola<br />

<strong>della</strong> sua salute.<br />

Serena e padrona di sé, la si vedeva<br />

affrontare con calma sorridente pericoli,<br />

fatiche del lavoro intellettuale e<br />

dell’impegno spirituale indefesso,<br />

malattie frequenti fino all’ultima<br />

prova dolorosissima, con una forza<br />

6<br />

che riceveva dallo Spirito Santo presente<br />

in lei.<br />

La sua virtù più grande fu forse<br />

quell’umile gioiosa semplicità che la<br />

fece passare tra i grandi del mondo –<br />

Papi, studiosi, uomini politici –senza<br />

rumore, nel silenzio, compiendo opere<br />

grandi.<br />

Dalla sua genialità è nata anche la<br />

Libera Università Maria SS. Assunta –<br />

LUMSA – frutto ora ben visibile del<br />

suo appassionato amore per l’educazione<br />

dei giovani.<br />

Chi avvicinava la Tincani percepiva<br />

in lei la profonda comunione con<br />

Dio, una fedeltà eroica alla vocazione<br />

ricevuta, vissuta nella più amabile giustizia.<br />

Chi si incontra oggi con Luigia<br />

Tincani non può rimanere indifferente<br />

di fronte all’eroismo virtuoso che la<br />

caratterizza e che la Chiesa ha riconosciuto<br />

come tale.<br />

Diffuse sempre bontà e fu magnanima<br />

nella carità morale e materiale.<br />

Oggi davanti a lei nascono stupore e<br />

meraviglia e, speriamo, sequela e imitazione.<br />

La inesauribile carità di Gina<br />

Tincani continua ad essere sperimentata<br />

da quanti si rivolgono fiduciosi alla<br />

sua intercessione per ottenere aiuto e<br />

grazie.


Educare alla priorità <strong>della</strong> persona<br />

Luigia Tincani: amare la persona immagine di Dio<br />

La persona umana per Luigia<br />

Tincani è una realtà meravigliosa, che<br />

desta il suo stupore e la riconduce alla<br />

grandezza del Creatore. Ammira la<br />

persona nella sua dignità nobile, ne<br />

evidenzia la saggia economia interiore<br />

con cui tutte le componenti di natura e<br />

di grazia agiscono in feconda cooperazione:<br />

sentimento, intelligenza, volontà;<br />

le tre forze che si dividono il campo<br />

<strong>della</strong> nostra attività interiore, sono<br />

intimamente legate e, se ben governate,<br />

agiscono in una bella armonia. La<br />

fede illumina la persona tutta nella sua<br />

complessità.<br />

L’unione fra la materia e lo spirito<br />

costituisce uno degli elementi più misteriosi<br />

e più meravigliosi <strong>della</strong> creazione<br />

e si manifesta proprio nella natura<br />

umana come accordo armonia unificazione.<br />

L’uomo riassume in una sola<br />

natura le due grandi classi di esseri che<br />

costituiscono l'universo, segnando<br />

quasi il limite, l'orizzonte, come dice<br />

san Tommaso, fra il mondo materiale e<br />

il mondo spirituale. Dio ha fatto sua la<br />

nostra umanità corporea: il Verbo si è<br />

fatto carne, Gesù con la comunione<br />

eucaristica nobilita ancora di più la nostra<br />

persona(L. Tincani, 1920).<br />

La persona, sottolinea spesso la<br />

Tincani, non è fatta dunque a compartimenti<br />

stagni, ma tutte le sue componenti<br />

formano un’unità da conoscere e<br />

far crescere. Non tutte le creature sanno<br />

capire e ammirare la grandezza delle<br />

propria e altrui persona e questa sco-<br />

7<br />

perta fu per la Tincani adolescente e<br />

giovane la molla che fece scattare la<br />

sua decisone: rendere gli altri capaci di<br />

vedere, capire, coltivare tutto ciò che<br />

di buono e di bello Dio ha creato e arrivare<br />

così alla conoscenza di Lui.<br />

Seguendo infatti la giovane<br />

Tincani nella sua crescita e maturazione<br />

scopriamo che il pensiero assiduo<br />

di questa dignità sacra <strong>della</strong> persona<br />

risveglia in lei una volontà sempre<br />

nuova di rivelare a ogni creatura il suo<br />

vero senso, di portare al mondo un<br />

contributo umanizzante, di essere strada<br />

nella scuola ai fratelli, per renderli<br />

consapevoli e responsabili <strong>della</strong> propria<br />

missione, per ciascuno diversa.<br />

Consapevole che la dimensione <strong>della</strong><br />

persona non è sempre percepita in tutta<br />

la sua realtà, che le emozioni, i sentimenti,<br />

le relazioni, sono vissuti in<br />

modo spesso epidermico e banale, senza<br />

la capacità di interrogarsi sul vero<br />

senso del vivere, la Tincani sentì come<br />

suo compito diventare strada per far<br />

scoprire le magnifiche realtà <strong>della</strong> persona<br />

umana ai fratelli.<br />

Sarà discepola e collaboratrice,<br />

nel compito educativo <strong>della</strong> FUCI, di<br />

Monsignor Giovanni Battista Montini,<br />

il futuro Paolo VI, che indicava il servizio<br />

<strong>della</strong> verità come una «vocazione<br />

preziosa»: «Occorre evangelizzare<br />

– non in maniera decorativa, a somiglianza<br />

di vernice superficiale, ma in<br />

modo vitale, in profondità e fino alle<br />

radici – la cultura… partendo sempre


Educare alla priorità <strong>della</strong> persona<br />

dalla persona e tornando sempre ai<br />

rapporti delle persone tra loro e con<br />

Dio» 1 .<br />

Si domanda dove compiere questo<br />

servizio di formazione e riscopre la<br />

scuola come soggetto di missione e<br />

nella scuola un rapporto interpersonale<br />

vero e profondo tra maestro e discepolo.<br />

La cura delle relazioni interpersonali<br />

è per la Tincani la via principale<br />

che può far prendere coscienza alla<br />

creatura <strong>della</strong> sua grandezza, perciò<br />

coglie tutte le occasioni per educare a<br />

conoscere se stessi per realizzarsi, crescere<br />

come persona completa, rispettando<br />

l’originalità soggettiva di ciascuno,<br />

sempre unico e sempre irrepetibile,<br />

dare, come creatura, il massimo<br />

di gloria al Creatore.<br />

La visione antropologica cristiana<br />

è presupposto per un tipo di educazione<br />

veramente formante, che oggi è tanto<br />

più necessaria quanto più è difficile<br />

offrire e far accogliere i principi più<br />

veri e più belli riguardanti la persona<br />

umana. Tutti ci poniamo l’interrogativo<br />

di come comunicare e di come far<br />

volere, di come far passare il discepolo<br />

dal sapere al volere. Accanto agli inviti<br />

autorevoli che giungono dal Papa,<br />

dai Vescovi, dagli studiosi di diverse<br />

discipline ed estrazioni, si levano oggi<br />

qua e là voci di educatori sinceri e desiderosi<br />

di salvare la dignità <strong>della</strong> persona<br />

e il domani dell’umanità: esse<br />

1 Cf. G.B.Montini, Coscienza universi -<br />

taria, in «L’Arbore <strong>della</strong> carità», V-VI, 1978.<br />

8<br />

esprimono desideri e proposte concrete<br />

per una umanizzazione dell’insegnare<br />

che sola può aiutare i giovani.<br />

Per strade diverse c’è un approdo concorde,<br />

non sempre voluto, all’invito<br />

del Vangelo che indica nell’amore e<br />

nella verità dei rapporti la possibilità<br />

di una crescita. Ho ascoltato qualcuna<br />

di queste voci. Mi imbatto per esempio<br />

in un’intervista interessante in cui<br />

Walter Binaghi, che si è occupato di<br />

“controcultura” e di movimenti giovanili<br />

e oggi insegna, alla domanda su<br />

come intende portare nella scuola il<br />

suo pensiero sull’educare, risponde:<br />

«La conoscenza delle discipline e la<br />

strategia didattica sono indispensabili<br />

per un insegnante, ma non sufficienti,<br />

se non sa sviluppare un’empatia nei<br />

confronti degli alunni. L’educazione è<br />

una missione impossibile se manca un<br />

incontro che sia veramente personale,<br />

fatto di curiosità intellettuale, ma anche<br />

di affetto, di quella “paternità” che<br />

la relazione adulto-adolescente implica,<br />

e di cui i ragazzi, anche quando<br />

non la chiedono esplicitamente, sentono<br />

molto la mancanza se non la trovano.<br />

Si impara poco da chi pretende di<br />

eseguire asetticamente una programmazione,<br />

e invece si impara molto da<br />

chi è sentito come esistenzialmente coinvolto<br />

nel proprio percorso di vita» 2 .<br />

La Tincani coglie dall’inizio <strong>della</strong><br />

sua esperienza di educatrice quest’esigenza<br />

di relazioni profonde tra edu-<br />

2 W. Binaghi, E d u c a re:missione im -<br />

possibile?, www.zenit.org/rssitalian-26841.


cando ed educatore con una vivacità<br />

eccezionale, ne tratta nelle due tesi di<br />

laurea, ne vive soprattutto e quando<br />

vuol fare la sintesi <strong>della</strong> sua vocazione<br />

di educatrice nella scuola e nella vita,<br />

parla evangelicamente di una: vocazione<br />

di amore. Con Caterina da Siena<br />

usa le espressioni di maternità e paternità<br />

come doti indispensabili di chi<br />

educa. Afferma che “la capacità di<br />

amare, di voler crescere sempre nell'amore,<br />

e sentirne il desiderio ardente<br />

e avere una pena acuta nel cuore per<br />

non sapere amare abbastanza, dovrebbe<br />

accompagnarci tutta la vita” (L.<br />

Tincani 1957). E per amare, ossia dare<br />

se stessi in vista <strong>della</strong> crescita degli altri,<br />

bisogna arrivare ad essere padroni<br />

di sé, <strong>della</strong> propria persona, <strong>della</strong> propria<br />

intelligenza e volontà che costituiscono<br />

la natura umana nella sua nobiltà.<br />

Il cammino <strong>della</strong> conoscenza di sé e<br />

dell'autodominio è frutto di sforzo e di<br />

collaborazione con la grazia. Così scrive<br />

a un’insegnante: “Adopera te stessa<br />

per il bene delle anime che ti sono affidate,<br />

come si adopera uno strumento<br />

che non ha diritti, se non quello di essere<br />

adoperato” (L. Tincani, 1956).<br />

La Tincani vede nella maternità<br />

così intesa una strada di crescita per<br />

l’educatore prima ancora che per il discepolo<br />

e scrive: “La disciplina <strong>della</strong><br />

maternità ti potrà trasformare, raddrizzare<br />

dove occorre, purificare, fortificare:<br />

lascia che Dio operi in te e per mezzo<br />

tuo”(L. Tincani 1950).<br />

A un’insegnante che, forse per eccesso<br />

di zelo, o per malinteso senso di<br />

Educare alla priorità <strong>della</strong> persona<br />

9<br />

responsabilità era molto severa dice:<br />

“Vorresti essere stoica, invece di cristiana?<br />

Quando mai essere cristiani ha<br />

voluto dire essere senza capacità di<br />

sentire, di soffrire, se anche Gesù ha<br />

voluto farsi vedere a piangere?. “La<br />

durezza – ricorda - deprime sempre di<br />

più e non porta avanti i giovani; i modi<br />

duri possono ferire”. “Bisogna sapere<br />

aprire le braccia e il cuore per dare<br />

vero aiuto e conforto alle persone che<br />

ci sono affidate”. Se ritiene giusto e indispensabile<br />

esigere la disciplina, ancora<br />

più necessario è “sovrabbondare<br />

nella bontà”(L. Tincani, 1962, 1965,<br />

1959, 1965).<br />

La bontà poi si coniuga con la fiducia:<br />

la Tincani sostiene che gli studenti<br />

si rivelano più capaci e migliori<br />

di quello che credevamo, quando si<br />

sentono amati e stimati dai loro professori.<br />

La diffidenza e gli eccessivi timori<br />

indeboliscono i cuori e intorpidiscono,<br />

quando non rovinano del tutto,<br />

la buona volontà! La fermezza di un<br />

educatore dice senso di responsabilità<br />

e desiderio di far crescere il discepolo,<br />

ma anche la fermezza deve diventare<br />

espressione chiara di bontà e allora<br />

produrrà i suoi effetti: “Le difficoltà<br />

non mancheranno mai; i caratteri saranno<br />

sempre diversi e in gran parte<br />

difficili; le volontà saranno sempre poco<br />

pieghevoli, qualche volta ribelli,<br />

ma i cuori non sono quasi mai impenetrabili<br />

e gli animi hanno sempre un lato<br />

buono. Non lasciarti impressionare<br />

e tanto meno sopraffare da certe vivacità<br />

e impetuosità di carattere. Sii fer-


Educare alla priorità <strong>della</strong> persona<br />

ma nel mantenere la tua autorità, nell’essere<br />

quella che decide. La bontà<br />

vince ogni cosa; ma deve essere accompagnata<br />

dalla fermezza nell’esercizio<br />

dell’autorità”(L.Tincani 1963).<br />

Luigia Tincani, per incontrare la<br />

persona del discepolo nella sua verità,<br />

mette in atto la sua maternità, fatta di<br />

bontà ferma e affettuosa, dalla cattedra,<br />

tra i banchi di scuola, in incontri<br />

informali, ai bambini delle elementari,<br />

alle giovani dell’Istituto magistrale,<br />

alle universitarie del circolo fucino.<br />

Benedetta Papasogli, autrice <strong>della</strong> prima<br />

fortunata biografia <strong>della</strong> Tincani, la<br />

vede sempre più “impegnata in una<br />

maternità consumante” e così descrive:<br />

” il contrassegno <strong>della</strong> sua maternità”<br />

con le giovani che educa: “vivere<br />

in ciascuna di loro e, insieme, lasciarsi<br />

«abitare» da loro, far spazio a gioie e<br />

pene, slanci e difficoltà, esami andati<br />

male, lutti da consolare, miserie da<br />

perdonare”. Nella sua vita di formatrice<br />

“tutto era basato su questa rete di<br />

rapporti personali, impegnati, sinceri.<br />

Per lei ciò significava vivere a braccia<br />

sempre spalancate, a vigilanza sempre<br />

in atto” 3 . “Tra dispense e registri di<br />

scuola e tanti impegni per i movimenti<br />

cattolici, la Tincani rinnova, di fronte<br />

a qualunque possibilità di carriera<br />

intellettuale, l’opzione che qualificherà<br />

la sua esistenza: la maternità” 4 .<br />

Madre Tincani dà molta importanza<br />

alla vita dell’insegnante e la vorreb-<br />

3 B. Papasogli, Luigia Tincani, l’oggi<br />

di Dio sulle strade dell’uomo,città nuova editrice,<br />

1985, p. 153.<br />

10<br />

be “sempre allegra, vivace, piena di<br />

energia, di gioia, di bontà, senza malcontenti<br />

e scoraggiamenti visibili. Il<br />

suo tono di fortezza e di serenità fiduciosa<br />

in tutto trascinerà gli altri cuori e<br />

le altre volontà”(L.Tincani, 1963)<br />

E la gioia va conquistata con<br />

un’arte speciale: “Bisogna saper dare<br />

un colpo d'ala e salire al di sopra delle<br />

nuvole per ritrovare tutto l'ardore del<br />

sole!”(L.Tincani, 1955). “Qualunque<br />

sia la difficoltà, quali che siano le sofferenze<br />

che le circostanze e il dovere<br />

ci impongono, i tesori di bene e di grazia<br />

che abbiamo in noi debbono vincere<br />

e avere sempre il sopravvento!<br />

Gioia intima e serenità esteriore sono<br />

il nostro modo di essere e di vivere!”(L.<br />

Tincani, 1966). “Spero che sia<br />

proprio così e che riusciate a restare<br />

così, un po’ al di sopra <strong>della</strong> nebbia e<br />

delle nuvole, sempre immerse nella luce<br />

e nel calore del sole divino!”(L.<br />

Tincani, 1966).<br />

Non posso non ripetere qui quanto<br />

Madre Tincani non si stancava di ripetere:<br />

“La nostra vocazione è una vocazione<br />

di amore. Tutte le vocazioni sono<br />

vocazioni di amore, ma se ce n'è<br />

una in cui l'amore è caratteristica specifica,<br />

se ce n'è una che totalmente è<br />

vocazione di amore, è la vocazione all'insegnamento.<br />

Tutto è luce e tutto è<br />

amore in questa vocazione. E badate<br />

che i giovani lo sentono. E' un mistero,<br />

ma è così”(L. Tincani, 1975).<br />

4 Ivi, p.193.<br />

CESARINA BROGGI


Sosteneva M. Buber che l’io è tale<br />

solo se è in relazione ad un tu; riprendendo,<br />

biblicamente, la duplice relazionalità<br />

di Adamo, esistente (posto<br />

nel mondo) in quanto in relazione a<br />

Dio, e realizzato dal momento <strong>della</strong><br />

comparsa <strong>della</strong> donna, complementare<br />

a lui e “figlia” sua; restando, tutto il resto<br />

– l’Universo in tutte le sue parti,<br />

minerali, vegetali, animali – solo lo<br />

sfondo o il possibile surrogato del proprio<br />

essere autentico.<br />

Naturalmente, come ha sottolineato<br />

G. Marcel, l’altro “c’è”, per me,<br />

solo se lo “riconosco”, se lo considero<br />

“persona”, mai se lo strumentalizzo,<br />

se ne faccio un oggetto; quindi, la<br />

possibilità di essere se stessi (autenticamente)<br />

è possibile, prima di tutto, se<br />

è corretta la mia relazione con me<br />

stesso, se mi considero persona, con<br />

tutte le conseguenze che questo implica,<br />

e tale riconosco l’altro.<br />

In ipotesi, il riconoscimento reciproco<br />

come persone fonda la perfetta<br />

relazione; non ci estranea dal mondo,<br />

del quale restiamo parte, con tutti i<br />

limiti relativi; ma colloca, come direbbe<br />

Rosmini, ogni ente in una “scala di<br />

essere”, nella quale ha il proprio posto.<br />

In tutti i filosofi citati (ed altri), la<br />

relazione fondante – e giustificativa<br />

delle scelte – resta quindi quella con<br />

l’Assoluto; senza <strong>della</strong> quale, si deve<br />

“scendere” all’uomo, ed individuare<br />

Educare alla priorità <strong>della</strong> persona<br />

Se l’uomo non è persona...<br />

11<br />

l’elemento ritenuto fondamentale, caratterizzante:<br />

dalla ragione al sentimento,<br />

e così via (gli ultimi due secoli<br />

hanno offerto le più svariate ipotesi al<br />

riguardo, e ne hanno mostrato, anche,<br />

storicamente, gli effetti).<br />

Non è necessariamente, o semplicemente,<br />

questione di religione o di fe -<br />

de; è, prima di tutto, questione di “logica”,<br />

di onestà nel riconoscere cause<br />

ed effetti. L’alternativa quindi alla<br />

scelta <strong>della</strong> persona – ancora Marcel –<br />

è la strumentalizzazione (servirsi di<br />

…per…), o, volendo, il surrogato (l’animale,<br />

ad es.).<br />

Tutto questo è indubbiamente difficile,<br />

da esprimere e da comprendere;<br />

soprattutto, da applicare; perché è difficile<br />

persuadere qualcuno, specialmente<br />

nella più giovane età (per mancanza<br />

di esperienza, per forza e vigore;<br />

ma, oggi, tutte le età vogliono essere e<br />

si affermano “giovani”), che valga la<br />

pena “rinunciare” a qualcosa, non solo<br />

“in vista di altro”, ma, soprattutto, perché,<br />

nonostante le apparenze <strong>della</strong> immediatezza,<br />

perché “non rispondono”<br />

al mio essere autentico, sono controproducenti,<br />

e così via.<br />

E’ un problema, non solo “ontologico”,<br />

ma “pedagogico”: come applicare<br />

questi princìpi, “da grandi”, se<br />

non vi si è cresciuti “da piccoli”? E come<br />

surrogare, oggi, la crisi delle


Educare al valore <strong>della</strong> parola<br />

“agenzie educative” usuali – la famiglia,<br />

la scuola, dalle elementari alla<br />

Università, la Chiesa, l’opinione pubblica,<br />

i mezzi di comunicazione…– ormai<br />

impossibilitate, salvo eccezione<br />

marginale e frammentata, ad agire in<br />

tal senso?<br />

Il nostro tempo (come ogni tempo)<br />

ha bisogno di maestri; quindi, prima<br />

di tutto, di vite vissute; è invece<br />

soffocato da ideologie vecchie e nuo -<br />

ve, e soffre di una retorica non meno<br />

perversa perché diversa da altre del<br />

passato; è un tempo che ogni giorno<br />

compie passi avanti nella scala dei “diritti”,<br />

che nulla hanno a che fare con i<br />

corrispondenti doveri, e tanto meno<br />

con il servizio reciproco, correlato all’essere<br />

persone.<br />

Alla luce di tali diritti e delle corrispondenti<br />

ideologie, variamente mescolate<br />

e in mutuo sostegno, i modelli proposti<br />

sono quanto meno effimeri (dall’ambito<br />

“musicale” ad Avatar), ma,<br />

purtroppo, soprattutto distruttivi: precocità<br />

sessuale, bevande, fumo/droghe,<br />

luoghi di intrattenimento notturno…<br />

La scuola, il lavoro, la responsabilità…<br />

sono sempre più sentiti come<br />

ostacoli ad una “vacanza” permanente<br />

– perché è nostro diritto “realizzarci”,<br />

individualmente, in ogni età, al meglio,<br />

magari “consensualmente” 1 .<br />

1 Tutto è lecito, si tende a dire, se è fra<br />

adulti (leggi: maggiorenni secondo la legge) e<br />

12<br />

Non dimentichiamo che le ideologie<br />

non partono dal nulla, ma da un<br />

aspetto dell’esistente; tale aspetto (verità,<br />

libertà, società, amore, animalità,<br />

ecc.) viene però esasperato, assolutizzato,<br />

elevato ad unico metro interpretativo<br />

(e poco importa se i conti non<br />

tornano…) 2 .<br />

Non è casuale che nella società<br />

contemporanea la ricerca <strong>della</strong> verità<br />

non sia più un obiettivo reale, ma solo<br />

strumentale: attraverso una azione selettiva<br />

e di enfatizzazione, si ottiene il<br />

convergere <strong>della</strong> attenzione dei mezzi<br />

di comunicazione, <strong>della</strong> politica internazionale,<br />

ecc., su taluni aspetti, minimizzando<br />

e trascurando gli altri. Che<br />

importa se questa procedura porta a<br />

dei paradossi o se l’intera costruzione<br />

si rivelerà falsa? La società attuale non<br />

ha memoria, e, in ogni caso, le smentite<br />

e le assoluzioni vanno in un trafiletto<br />

in ultima pagina, le notizie scandalistiche,<br />

in prima, e per giorni…<br />

Anche gli ultimi fatti nord-africani e<br />

medio – orientali ne sono un tragico<br />

segno 3 .<br />

consensuale; ma anche fra minorenni, se consensuale<br />

(concetto prevalente) – in fondo l’età<br />

è una convenzione: come fermare e distingue -<br />

re, una volta messisi in questa direzione?<br />

2 Come la difesa <strong>della</strong> donna…da parte<br />

di associazioni femministe/ divorziste/<br />

abortiste.<br />

3 Gli esempi, come sempre, servono a<br />

comprendere meglio quanto i ragionamenti of-


Come spiegare, all’uomo contemporaneo,<br />

che la ricerca <strong>della</strong> “felicità”<br />

in termini individuali finisce col realizzare<br />

solo l’uomo – massa, prigioniero<br />

delle indicazioni ideologiche e pubblicitarie?<br />

Come fargli capire che tutto questo<br />

non è novità, che è già successo,<br />

che la storia lo mostra? Come aiutare<br />

l’uomo contemporaneo a riflettere sulla<br />

validità del suo essere-più-vero, e<br />

sul fatto che solo per questa via – più<br />

ferti non siano una astrazione, ma portino in<br />

certe direzioni: la ricerca autentica <strong>della</strong> verità<br />

– pure nei limiti dell’agire umano (che, ad es.,<br />

un Marrou ben ricordava) – sono “al servizio<br />

<strong>della</strong> verità”, che nella storia (e nei comportamenti<br />

nella storia), come nella filosofia, presuppongono<br />

la sua esistenza, non la subordi-<br />

Educare alla priorità <strong>della</strong> persona<br />

l’altro “c’è”, per me,<br />

solo se lo “riconosco”,<br />

se lo considero “persona”<br />

13<br />

difficile, anche molto, nell’immediato<br />

– sta la sua autentica possibilità di essere<br />

se stesso, di vedere gli altri nel loro<br />

essere autentico, quindi di fondare<br />

la stessa propria felicità?<br />

Perché persona – cito ancora<br />

Marcel – si nasce, ma anche si diventa;<br />

o così, o la negazione dell’umano 4 .<br />

Questa è, forse, la vera sfida che ci<br />

troviamo davanti.<br />

G. VENTURI<br />

G. MARCEL<br />

nano al mio sentire occasionale; aspirano all’universalità,<br />

non seguono le mode e le situazioni<br />

civili.<br />

4 Un autore purtroppo poco noto, poco<br />

letto e meditato; eppure, fra i pochi generalmente<br />

leggibili, oltre che profondi; così apprezzato<br />

altrove, es. in India.


Voci dalla Missione<br />

Ferve la vita nella nostra Delegazione indiana<br />

Lasciamo la parola a Martina Damiani, che ha trascorso di recente con le no -<br />

stre missionarie in India alcune settimane di preghiera riflessione fraternità e di vi -<br />

vace esperienza missionaria.<br />

Roma, 3 giugno 2011<br />

Innanzitutto ringrazio le sorelle<br />

dell’India per l’affettuosa accoglienza<br />

e fraternità dovunque e per i bei giorni<br />

di formazione trascorsi insieme. Ho<br />

partecipato alle belle cerimonie di inizio<br />

di noviziato di Margaret Gracy<br />

John Joseph Peter - Lilly Pushpa<br />

Thangaraj – Cynthia Castellino -<br />

Reshma D.Souza - Reema Shalet<br />

Goveas, e di professione perpetua di<br />

Arockiammal Ambrose e Jessy Mary<br />

Veliparumbil Chinnapan.<br />

14<br />

Molto intimo, celebrato solo tra<br />

noi sorelle, l’inizio di Noviziato con le<br />

5 Novizie raggianti nei loro bei sari<br />

bianchi; devota e solenne tra i molti<br />

ospiti arrivati anche da lontano la professione<br />

perpetua di Arockiammal e<br />

Jessy Mary, nella nostra cappella <strong>della</strong><br />

casa centrale di Nithyadhar. Tutto è<br />

stato molto domenicano, apprezzato<br />

dal P. provinciale celebrante e dai numerosi<br />

domenicani e domenicane presenti;<br />

bella e profonda la predica del<br />

India:Arockiammal Amrose e Jessy Mary nel dono definitivo di sé al Signore.


padre spirituale dei giovani domenicani<br />

in formazione. Tutto è avvenuto in<br />

inglese, con qualche canto nelle lingue<br />

delle sorelle festeggiate che vivevano i<br />

momenti più belli e decisivi <strong>della</strong> nostra<br />

vita religiosa.<br />

Ormai la delegazione indiana vive<br />

una vera e propria pentecoste linguistica;<br />

almeno sei sono le lingue materne<br />

delle sorelle: dal konkani al malaya-<br />

lam, dal tamil al telugu, dal kannada<br />

all’oriya, senza dimenticare l’hindi e<br />

naturalmente l’inglese che permette la<br />

comunicazione comune e l’italiano<br />

che anche le più giovani stanno già<br />

imparando. Durante una ricreazione<br />

15<br />

Voci dalla Missione<br />

abbiamo riso tanto per le ridicole corrispondenze<br />

di suoni con significati a<br />

volte anche opposti tra le diverse lingue.<br />

Ma vorrei dare un plauso alle sorelle<br />

perché si impegnano davvero nell’apprendere<br />

queste lingue non facili,<br />

di ceppi diversi e con grafie diverse;<br />

pronte ad andare - vere missionarie indiane<br />

- nei vari stati dell’immensa federazione<br />

indiana.<br />

Genitori, familiari e consorelle partecipano allo loro gioiosa offerta al Signore.<br />

Ho viaggiato a lungo con l’una o<br />

l’altra sorella in treno o pullman per<br />

visitare tutte le nostre case, ad eccezione<br />

di Cochin, in cui però ero rimasta a<br />

lungo 4 anni fa. Ho potuto compiere,<br />

proprio in formato minuscolo, alcune


Voci dalla Missione<br />

esperienze missionarie che tuttavia restano<br />

nel cuore e di cui desidero farvi<br />

partecipi.<br />

Ho conosciuto in Andra Pradesh,<br />

ad Eluru, tre missionari esemplari: un<br />

paolino del Kerala, un guanelliano del<br />

Tamil Nadu e un italiano (solamente<br />

intravisto al monastero) del Pime.<br />

Tutti e tre davvero missionari dei poveri<br />

ed anche sostegno delle nostre sorelle<br />

e delle aspiranti di Eluru. Ho vissuto<br />

esperienze ‘bibliche’ in veste moderna,<br />

che ancora mi rimangono negli<br />

occhi e nel cuore.<br />

Con il paolino P. Alfonso ho visitato<br />

la chiesetta di un povero villaggio<br />

alla periferia di Eluru, appena terminata<br />

anche grazie ad una offerta lasciata<br />

da Livia al Padre e da lui utilizzata per<br />

quei parrocchiani. Durante la sua prima<br />

visita Livia aveva trovato in quello<br />

che era poco più che un recinto le donne<br />

cattoliche in preghiera inginocchiate<br />

davanti ad un altare con gli ombrelli<br />

aperti per difendersi dal sole cocente<br />

(o durante i monsoni dalle piogge<br />

consistenti). La chiesetta ormai completata<br />

come struttura era però ancora<br />

da pitturare e rifinire, e poi mancava<br />

l`elettricità, il ventilatore, una bella<br />

croce. La fede e il desiderio di quei poveri<br />

di avere una propria chiesa è grande.<br />

Il Padre ci ha detto: questi sono i<br />

veri cristiani di cui è il regno dei cieli.<br />

Al nostro arrivo in giorno feriale a poco<br />

a poco sono arrivati tutti: donne,<br />

bambini, uomini, un bel vecchio, quasi<br />

un profeta, al quale hanno offerto<br />

16<br />

una sedia come a noi. Le donne e i<br />

bambini si sono accoccolati ai nostri<br />

piedi mentre gli uomini stavano in piedi.<br />

Ci hanno voluto parlare. Anche io<br />

ho dovuto dire qualcosa che il padre<br />

traduceva in telugu. Un uomo giovane<br />

si è fatto portavoce di tutti ed ha ringraziato<br />

per quanto già fatto ma anche<br />

per chiedere che ci sia la messa in quasi<br />

tutte le domeniche e che si faccia il<br />

catechismo ai bambini. Il padre traduceva<br />

per me in inglese, ma non ha tradotto<br />

tutti gli elogi che hanno fatto a<br />

lui! Le sorelle capivano ed anche io ho<br />

potuto cogliere l’imbarazzo del padre:<br />

la vera umiltà di un bravo missionario.<br />

Olivia comincerà presto ad accompagnarlo<br />

con le aspiranti per fare la catechesi.<br />

Ho visitato anche la parrocchia di<br />

P. Kuriakos, con annessi orfanotrofio<br />

maschile di 40 posti ed alcuni semplici<br />

saloni adibiti a luogo di incontro<br />

diurno per circa 80 anziani <strong>della</strong> zona.<br />

Sono opere realizzate dal padre stesso,<br />

che segue i suoi orfani, indirizzando i<br />

più grandi alle scuole professionali<br />

perché si possano preparare ad una vita<br />

dignitosa. Purtroppo sembra che il<br />

fenomeno di mogli, figli e anziani genitori<br />

abbandonati dai papà in cerca di<br />

avventure e di mogli sempre giovani<br />

in terre più lontane stia aumentando.<br />

Ho visitato alcune delle scuole dove<br />

insegnano le nostre sorelle e conosciuto<br />

i/le rispettivi presidi e qualche<br />

alunno. Ho conosciuto alcuni rettori di<br />

seminari e alcuni padri che spirano


‘compassione per tutti i poveri’ da tutto<br />

il loro modo di essere.<br />

Ho notato anche i progressi che<br />

l’immenso paese sta compiendo soprattutto<br />

per quanto riguarda le infrastrutture:<br />

strade, edifici, metropolitane.<br />

Una popolazione infinita, in movimento,<br />

che mi ha fatto percepire quanto<br />

piccola sia la nostra Italia, anzi la<br />

nostra Europa.<br />

Ho visto quanto vivo sia il senso<br />

<strong>della</strong> festa: la domenica per i cristiani<br />

o le grandi celebrazioni sono momenti<br />

speciali per i quali è bene ‘perdere’ (o<br />

godere?) il tempo ed anche un po’ dei<br />

beni materiali che sono a nostra disposizione<br />

per viverli e condividerli nella<br />

gioia insieme ai nostri cari e ai nostri<br />

vicini, con momenti di preghiera e di<br />

convivialità.<br />

Un’altra considerazione nata in<br />

questo mio viaggio in India (dove ho<br />

toccato le città di Mumbai,<br />

N i t h y a d h a r, Surathkal, Kanhangad,<br />

Bangalore, Eluru; negli stati cioè del<br />

Maharastra, Karnataka, Kerala e<br />

Andra Pradesh): la pacifica, direi fraterna<br />

convivenza tra le varie religioni;<br />

molti tra i vicini di casa delle nostre<br />

sorelle sono hindù o mussulmani e non<br />

vi è solamente rispetto reciproco ma<br />

vera attenzione e aiuto spontaneo, partecipazione<br />

ai momenti di gioia e di<br />

dolore. Dove non sono al potere i fon-<br />

17<br />

Voci dalla Missione<br />

damentalisti (è il caso dell’Orissa da<br />

cui provengono alcune nostre aspiranti<br />

di Eluru i cui parenti sono dovuti<br />

fuggire nella foresta, pronti anche al<br />

martirio, se Dio lo permetterà) la convivenza<br />

è serena e tranquilla. Un hindù<br />

che lavora di notte alla stazione di<br />

fronte alla nostra casa di Bangalore, ha<br />

chiesto a Judith di lasciare una luce accesa<br />

nella cappella, perché lui deve<br />

poter salutare Gesù. Una signora hindù<br />

la cui figlia tredicenne era gravemente<br />

malata di tumore è andata a chiedere<br />

ad Olivia di andare a pregare presso di<br />

lei perché: ‘io so che Gesù compie tanti<br />

miracoli’. Sono i nuovi samaritani<br />

che chiedono le briciole del tanto pane<br />

che noi abbiamo ricevuto e che forse<br />

non sappiamo più apprezzare, gustare,<br />

assimilare.<br />

Mi fermo qui con un caro saluto a<br />

tutte le sorelle dell’India che vorrei<br />

nominare ad una ad una; un augurio a<br />

quelle sorelle che iniziano una nuova<br />

missione nella loro cittadina o in un<br />

luogo più lontano. Nomino soltanto le<br />

aspiranti di Eluru che presto, a Dio<br />

piacendo, inizieranno il postulanto,<br />

con le quali ho potuto condividere belle<br />

giornate e bei momenti di preghiera<br />

insieme: Sangeeta, Hayma, Sunita,<br />

Keerthi, Kamala e Deepa.<br />

MARTINA DAMIANI


Voci dalla Missione<br />

Voci dall’America - Giovedì Santo 2011<br />

Sandy Arjune cinque anni fa ebbe<br />

un’esperienza tragica in famiglia, tale<br />

da schiantare la vita di un genitore. Il<br />

figlio ventenne fu ucciso all’uscita<br />

dalla celebrazione del compleanno di<br />

un amico senza alcuna comprensibile<br />

ragione. La mamma, chiamata per riconoscere<br />

il figlio morto, ebbe da lui<br />

un primo misterioso messaggio: nessuno<br />

riuscì a ritrovare le chiavi <strong>della</strong><br />

macchina, che era <strong>della</strong> mamma, ma<br />

sul sedile davanti c’era la targhetta che<br />

contrassegnava il mazzetto delle chiavi<br />

e che conteneva l’invito ad occuparsi<br />

con amore degli altri.<br />

Nella sua angoscia disperata,<br />

Sandy scoprì la preghiera e la forza<br />

<strong>della</strong> preghiera. Fu condotta istintivamente<br />

a guardare la Madonna addolorata<br />

che contemplava il corpo straziato<br />

di Gesù. Ebbe il dono molto speciale<br />

di sperimentare la sofferenza <strong>della</strong><br />

Madonna nel ripulire il volto di Gesù e<br />

rimuovere le spine ancora conficcate<br />

nella sua sacra testa e di provare lei<br />

stessa il dolore atroce di quelle spine.<br />

Pensò di morire, ma quello fu invece<br />

l’inizio di una meravigliosa attività per<br />

confortare la Madonna attraverso incontri<br />

di preghiera, specialmente il<br />

Rosario e la coroncina <strong>della</strong> Divina<br />

Misericordia, la S. Messa e la facilitazione<br />

del Sacramento <strong>della</strong> Penitenza<br />

e il pellegrinaggio alle sette chiese il<br />

Giovedì Santo.<br />

18<br />

Ho assistito a tre di queste iniziative:<br />

un incontro di preghiera nella<br />

Chiesa di S. Giuseppe a Medford nell’ottobre<br />

2010, con l’Esposizione del<br />

Santissimo, il Rosario internazionale<br />

in 10 lingue diverse, il sacramento <strong>della</strong><br />

Confessione amministrato da 4 sacerdoti<br />

contemporaneamente, infine la<br />

S. Messa. La Chiesa era gremita di<br />

gente devota.<br />

Lo stesso programma si ebbe per<br />

la festa dell’Annunciazione 2011 nella<br />

Chiesa di S. Antonio a Everett.<br />

Il Giovedì Santo, poi, il pellegrinaggio<br />

alle sette chiese ebbe inizio alla<br />

Chiesa di S. Giuseppe in Medford,<br />

con la recita di un Rosario e la coroncina<br />

<strong>della</strong> divina Misericordia. Quindi<br />

in due autobus cento pellegrini si spostarono<br />

in altre cittadine senza interrompere<br />

la preghiera sull’autobus e<br />

fermandosi in ognuna delle successive<br />

chiese per ripetere con fede e devozione<br />

le stesse preghiere. Il pellegrinaggio,<br />

cominciato alle 6 precise, si concluse<br />

alle 12 nella medesima Chiesa di<br />

S. Giuseppe di Medford, con una<br />

Santa Messa celebrata per gli anziani<br />

che la sera non avrebbero potuto partecipare<br />

alla Messa in Coena Domini.<br />

Questo pellegrinaggio, descritto in<br />

poche scarne parole, aveva lo scopo<br />

come ho detto di dare conforto alla<br />

Madonna nell’angoscia <strong>della</strong> Passione<br />

ed era stato preparato da Sandy con


mesi di lavoro, prima per trovare le<br />

chiese disponibili ad accoglierlo, cosa<br />

non facile, poi per interessare le persone<br />

e per preparare loro piccoli doni,<br />

religiosi e non, utili ad incoraggiare e<br />

sostenere nel cammino quotidiano di<br />

fede.<br />

Sandy è una normale signora, sposata<br />

ad un musulmano che collabora<br />

con lei per il tanto lavoro pratico che<br />

questi programmi comportano, ha il<br />

suo lavoro impegnativo di catering;<br />

dedica molto tempo ogni giorno alla<br />

preghiera: ascolta più di una Messa,<br />

recita il Rosario e la coroncina <strong>della</strong><br />

Divina Misericordia possibilmente<br />

con la gente, fa la via Crucis, rimane in<br />

Chiesa in quieta preghiera personale.<br />

E’ sempre accogliente e incoraggiante,<br />

molto moderna, piuttosto mondana nel<br />

Il nostro prossimo<br />

è quello che ci passa accanto<br />

mentre andiamo per la nostra via<br />

senza cercarlo,<br />

19<br />

Voci dalla Missione<br />

suo abbigliamento, estremamente convinta<br />

e profonda nella sua fede e nel<br />

suo amore a Gesù e alla Madonna.<br />

Vorrei che questa storia arrivasse a<br />

Carmela, perché potesse leggere in<br />

chiave diversa la tragica morte di suo<br />

figlio. Vorrei che tutti i genitori che<br />

soffrono per i loro figli potessero incontrare<br />

Sandy e imparare dal suo<br />

esempio dove attingere la forza di cui<br />

hanno bisogno.<br />

Gesù e’ in mezzo a noi sempre<br />

quando due o più siamo riuniti nel suo<br />

nome, cioè con fede in Lui. E’ parola<br />

sua che nessuno può smentire e in cui<br />

dobbiamo aiutarci a credere.<br />

quello che incontriamo bisognoso di aiuto<br />

quando meno ce lo aspettiamo<br />

L. TINCANI<br />

M. ANDREOTTI


Vita di Famiglia<br />

20


Nella gioia di conoscere: India, Pakistan, Polonia<br />

S. Caterina mi ha insegnato a la -<br />

sciarmi illuminare dal “sole eucaristi -<br />

co”, ho constatato che Caterina era<br />

docile agli insegnamenti che riceveva<br />

dal Signore perché credeva con viva<br />

fede che Gesù rimaneva ed operava in<br />

lei. Così la sua vita è stata caratteriz -<br />

zata da una meravigliosa coerenza di<br />

orazione, di opere, di magistero pres -<br />

so i vicini e i lontani. (…)<br />

A noi cristiani in India, piccola<br />

minoranza non sempre accettata e<br />

spesso fatta oggetto di discriminazio -<br />

21<br />

Vita di Famiglia<br />

Tre <strong>Missionarie</strong> <strong>della</strong> <strong>Scuola</strong> hanno compiuto ultimamente i loro studi di vario<br />

livello di teologia o di scienze religiose. Ognuna ha lavorato sull’argomento che le<br />

era più vicino, non solo allargando le proprie conoscenze ma anche approfondendo<br />

la propria fede e scoprendo nuove bellezze negli argomenti che sembravano abbastanza<br />

familiari. Tutte e tre hanno anche sperimentato la vicinanza, l’incoraggiamento<br />

e l’aiuto pratico delle consorelle. Si sono poi incontrate a Villa Ave Maria,<br />

con le sorelle che potevano partecipare dalle altre comunità di Roma, per festeggiare<br />

insieme la conclusione di questa tappa importante <strong>della</strong> loro vita.<br />

Diamo la parola a ciascuna delle tre:<br />

ne, è richiesta una nostra presenza si -<br />

lenziosa e benefica come è la presenza<br />

di Gesù Eucaristia nella nostra casa,<br />

dove il tabernacolo irradia luce e<br />

forza.<br />

CARMELINA D’SOUZA (India),<br />

“L’Eucaristia in santa Caterina da Siena”<br />

* * *<br />

Cristiana, Domenicana e Missionaria<br />

<strong>della</strong> <strong>Scuola</strong>: ho voluto andare<br />

alle radici del mio far parte <strong>della</strong><br />

Chiesa cattolica e del mio aver rispo -<br />

sto alla chiamata ad essere missiona -<br />

ria domenicana, per portare l’annun -<br />

cio <strong>della</strong> salvezza a tutti i fratelli, nel -<br />

l’ambiente <strong>della</strong> scuola e <strong>della</strong> cultu -<br />

ra.<br />

Dopo la ricerca che mi ha molto<br />

appassionato, mi sento con ancor<br />

m a g g i o re consapevolezza, parte di<br />

una Chiesa viva, che soffre e testimo -<br />

nia la sua fede; ringrazio il Signore di<br />

avermi chiamato a far parte <strong>della</strong>


Vita di Famiglia<br />

Famiglia Domenicana che ha formato<br />

in maniera seria e rispettosa i cristia -<br />

ni del Punjab; ho capito meglio la mia<br />

identità di Missionaria <strong>della</strong> <strong>Scuola</strong>,<br />

figlia spirituale <strong>della</strong> venerabile<br />

Madre Luigia Tincani che ha portato<br />

nella scuola del Pakistan, da me fre -<br />

quentata, il fermento <strong>della</strong> passione<br />

evangelizzatrice di Caterina e di<br />

Domenico.<br />

ROBINA SHAFI (Pakistan),<br />

“La missione ecclesiale in Pakistan<br />

e il ruolo delle <strong>Missionarie</strong> <strong>della</strong><br />

<strong>Scuola</strong> nella Diocesi di Multan”<br />

* * *<br />

Aver studiato la perfezione di Dio<br />

e delle creature mi ha permesso di fa -<br />

re quasi un percorso sintetico attra -<br />

verso una grande parte <strong>della</strong> teologia<br />

di s. Tommaso. Prima di tutto su Dio,<br />

perché interrogarsi sulla sua perfezio -<br />

ne richiede di dire tante cose su di Lui<br />

(anche se con la consapevolezza che<br />

22<br />

più sono le cose che non sappiamo di<br />

quelle che sappiamo), tanto sulla sua<br />

natura (e quindi il discorso sulla<br />

Trinità) quanto sul modo con cui Egli<br />

agisce nel creare il mondo. (…)<br />

Lo scopo del presente lavoro è sto -<br />

rico, perché ho cercato di ricostruire il<br />

pensiero di s. Tommaso su un argo -<br />

mento specifico; ma non si può non<br />

notare come alcune delle soluzioni di<br />

s. Tommaso si aprono a problematiche<br />

di grande attualità, come il posto del -<br />

l’uomo nell’universo, con i diversi te -<br />

mi dell’ecologia, ma anche il posto<br />

particolare che nei progetti di Dio ha<br />

l’essere umano mai riducibile a un<br />

semplice ‘pezzo di ricambio’ nel pur<br />

grandioso insieme dell’universo.<br />

MAGDALENA SZEPTYCKA<br />

(Polonia),<br />

“La perfezione di Dio e delle<br />

creature secondo s. Tommaso”


Il 7 maggio 2011, nella mia famiglia<br />

hanno avuto luogo i festeggiamenti<br />

per il cinquantesimo di matrimonio<br />

di due miei fratelli, i più vicini<br />

a me per età. E’stata una bellissima festa,<br />

in cui si sono ripetuti quasi identicamente<br />

i riti di allora, in chiesa e fuori:<br />

solenne ingresso in chiesa, con gli<br />

altari e i banchi addobbati come allora,<br />

solo col prevalere del colore oro, trattandosi<br />

appunto delle nozze d’oro.<br />

Benedizione e riconsegna degli anelli,<br />

rinnovo delle promesse matrimoniali,<br />

liturgia matrimoniale, telegramma e<br />

pergamena con la benedizione del S.<br />

Padre, celebrante, come allora un fratello<br />

Carmelitano. Le manciate di riso<br />

all’uscita <strong>della</strong> chiesa parrocchiale, le<br />

fotografie scattate davanti ad essa, come<br />

50 anni fa, il corteo nuziale, coi<br />

fiocchi d’oro sulle macchine, il ristorante<br />

in un locale di montagna, con<br />

tutte le sorprese dei piatti speciali, dei<br />

regali, delle poesie, le lettere e i canti.<br />

Come allora, ma con quanti cambiamenti!<br />

I volti degli sposi non più<br />

fiorenti di giovinezza come 50 anni fa,<br />

ma simili piuttosto agli alberi autunnali,<br />

dal verde meno fresco, ma carichi di<br />

frutti. I frutti del loro matrimonio erano<br />

presenti a rallegrare, a fare la festa.<br />

Erano i 9 figli (con nuore e generi), i<br />

15 nipoti e pure un pronipotino. La festa<br />

è stata organizzata proprio da loro,<br />

desiderosi di dire a genitori, nonni e<br />

bisnonni la gratitudine per il dono<br />

Dal Trentino: ieri, oggi<br />

23<br />

Vita di Famiglia<br />

<strong>della</strong> vita, ricevuto grazie a loro. E<br />

gliel’hanno detto come meglio hanno<br />

saputo, con la loro presenza, coi regali,<br />

con le sorprese, con i canti e le poesie.<br />

Un inno alla vita! La funzione in<br />

chiesa ne è stata il segno più eloquente.<br />

Le letture fatte dai figli, i canti fatti,<br />

in alternativa, dal coro dei figli e dal<br />

coro dei nipoti, sui gradini delle balaustra.<br />

I nipoti si sono perfino esibiti con<br />

un piccolo concerto di flauti: piccoli e<br />

meno piccoli, ognuno col suo flauto;<br />

dirigente, una delle nipoti. Una celebrazione<br />

che ha detto in pratica quale è<br />

il concetto del matrimonio religioso,<br />

quale il significato <strong>della</strong> famiglia cristiana.<br />

E’ bello qui richiamare un brano<br />

<strong>della</strong> Familiaris Consort i o d i<br />

Giovanni Paolo II, non per invitare ad<br />

essere e vivere come essa dice, ma per<br />

godere nel vedere in concreto la bellezza<br />

del piano divino sulla famiglia e<br />

come la sua realizzazione sia fonte di<br />

beni di ogni tipo, nelle case, nelle città<br />

nelle nazioni, nel mondo.<br />

Così dice, nella sua esortazione<br />

apostolica, il Papa proclamato beato<br />

proprio nei giorni di questi festeggiamenti:<br />

Secondo il disegno di Dio, il ma -<br />

trimonio è il fondamento <strong>della</strong> più am -<br />

pia comunità <strong>della</strong> famiglia, poiché l'i -<br />

stituto stesso del matrimonio e l'amore<br />

coniugale sono ordinati alla procrea -<br />

zione ed educazione <strong>della</strong> prole, in cui


Vita di Famiglia<br />

Oggi, come allora 50 anni fa, ma con quanti<br />

cambiamenti… e quanta ricchezza di figli e nipoti.<br />

24<br />

trovano il loro corona -<br />

mento (cap.14).<br />

Nella sua realtà più<br />

profonda, l'amore è es -<br />

senzialmente dono e l'a -<br />

more coniugale, mentre<br />

conduce gli sposi alla re -<br />

c i p roca «conoscenza»<br />

che li fa «una carne so -<br />

la» (cfr. Gen 2, 24), non<br />

si esaurisce all'interno<br />

<strong>della</strong> coppia, poiché li<br />

rende capaci <strong>della</strong> mas -<br />

sima donazione possibi -<br />

le, per la quale diventa -<br />

no cooperatori con Dio<br />

per il dono <strong>della</strong> vita ad<br />

una nuova persona uma -<br />

na. Così i coniugi, mentre si donano<br />

tra loro, donano<br />

al di là di se stessi la realtà del<br />

figlio, riflesso vivente del loro amo -<br />

re, segno permanente <strong>della</strong> unità<br />

coniugale e sintesi viva ed indisso -<br />

ciabile del loro essere padre e ma -<br />

dre.<br />

Divenendo genitori, gli sposi<br />

ricevono da Dio il dono di una nuo -<br />

va responsabilità. Il loro amore pa -<br />

rentale è chiamato a divenire per i<br />

figli il segno visibile dello stesso<br />

amore di Dio, dal quale ogni pater -<br />

nità nei cieli e sulla terra prende<br />

nome.<br />

Ai festeggiati e a tutti i familiari,<br />

gli auguri migliori per un ancora<br />

lungo futuro insieme.<br />

ANNA MARIA MARTINELLI


“L’Italia s’è desta”<br />

Non possiamo ignorare che l’Italia<br />

ha avuto come una forte scossa e si è...<br />

risvegliata; “s’è desta”!<br />

Chi non ha cantato o ascoltato<br />

quest’anno l’inno d’Italia?<br />

Dove non è stata esposta la bandiera<br />

nel Marzo 2011?<br />

Molte di esse, in giro per l’Italia<br />

dal Sud al Nord, sbattute dal vento<br />

pioggia sole, stanno ancora lì sull’asta<br />

a sfidare le intemperie di notte e di<br />

giorno, quasi insistenti nel volerci ricordare<br />

che senza unità, senza cuore<br />

solidale senza valori profondi nulla si<br />

può mai costruire di buono e duraturo,<br />

né si può essere in grado di resistere al<br />

logorio del tempo e <strong>della</strong> storia.<br />

“Se vogliamo l’Italia unita”, tutti<br />

sappiamo che dobbiamo scavare dentro<br />

di noi per cercarvi la forza unitiva,<br />

quella che aggrega e non divide, quella<br />

che attinge la sua vera origine nella<br />

fiducia che viene dall’Alto.<br />

Ce ne indica la strada la voce autorevole<br />

di Benedetto XVI, che nel<br />

Maggio 2011 dalla basilica di S. Maria<br />

Maggiore ha parlato ai vescovi italiani,<br />

ai cattolici e a tutte le persone di<br />

buona volontà. Lo ascoltiamo:<br />

“Cari Confratelli, l’anniversario<br />

dell’evento fondativo dello Stato uni -<br />

tario vi ha trovati puntuali nel richia -<br />

mare i tasselli di una memoria condi -<br />

Se vogliamo l’Italia unita...<br />

25<br />

Eventi<br />

visa e sensibili nell’additare gli ele -<br />

menti di una prospettiva futura. Non<br />

esitate a stimolare i fedeli laici a vin -<br />

cere ogni spirito di chiusura, distra -<br />

zione e indifferenza, e a partecipare in<br />

prima persona alla vita pubblica.<br />

Incoraggiate le iniziative di formazio -<br />

ne ispirate alla dottrina sociale <strong>della</strong><br />

Chiesa, affinché chi è chiamato a re -<br />

sponsabilità politiche e amministrati -<br />

ve non rimanga vittima <strong>della</strong> tentazio -<br />

ne di sfruttare la propria posizione per<br />

interessi personali o per sete di potere.<br />

Sostenete la vasta rete di aggregazioni<br />

e di associazioni che promuovono ope -<br />

re di carattere culturale, sociale e ca -<br />

ritativo.<br />

Rinnovate le occasioni di incon -<br />

tro, nel segno <strong>della</strong> reciprocità, tra<br />

Settentrione e Mezzogiorno. Aiutate il<br />

Nord a recuperare le motivazioni ori -<br />

ginarie di quel vasto movimento co -<br />

operativistico di ispirazione cristiana<br />

che è stato animatore di una cultura<br />

<strong>della</strong> solidarietà e dello sviluppo eco -<br />

nomico. Similmente, provocate il Sud<br />

a mettere in circolo, a beneficio di tut -<br />

ti, le risorse e le qualità di cui dispone<br />

e quei tratti di accoglienza e di ospita -<br />

lità che lo caratterizzano.<br />

Continuate a coltivare uno spirito<br />

di sincera e leale collaborazione con<br />

lo Stato, sapendo che tale relazione è<br />

benefica tanto per la Chiesa quanto<br />

per il Paese intero. La vostra parola e


Eventi<br />

la vostra azione siano di incoraggia -<br />

mento e di sprone per quanti sono<br />

chiamati a gestire la complessità che<br />

caratterizza il tempo presente. In una<br />

stagione, nella quale emerge con sem -<br />

pre maggior forza la richiesta di solidi<br />

riferimenti spirituali, sappiate porgere<br />

a tutti ciò che è peculiare dell’espe -<br />

rienza cristiana: la vittoria di Dio sul<br />

male e sulla morte, quale orizzonte<br />

che getta una luce di speranza sul pre -<br />

sente.<br />

Assumendo l’educazione come filo<br />

conduttore dell’impegno pastorale di<br />

questo decennio, avete voluto espri -<br />

mere la certezza che l’esistenza cri -<br />

26<br />

stiana – la vita buona del Vangelo – è<br />

proprio la dimostrazione di una vita<br />

realizzata. Su questa strada voi assi -<br />

curate un servizio non solo religioso o<br />

ecclesiale, ma anche sociale, contri -<br />

buendo a costruire la città dell’uomo.<br />

Coraggio, dunque! Nonostante tutte le<br />

Nell’epoca dei simboli, non trascuriamo il simbolo<br />

che ha fatto l’Italia unita.<br />

difficoltà, “nulla è impossibile a Dio”<br />

(Lc 1,37), a Colui che continua a fare<br />

“grandi cose” (Lc 1,49) attraverso<br />

quanti, come Maria, sanno consegnar -<br />

si a lui con disponibilità incondiziona -<br />

ta.”<br />

BENEDETTO XVI<br />

O.R. 26.05.2011


Un Monumento a Caterina da<br />

Siena posto in Roma tra il Ponte e<br />

Castel Sant’Angelo ha molto da dire al<br />

passante e al pellegrino che si aggira a<br />

volte stanco ma soddisfatto tra i sanpietrini,<br />

in cerca di emozioni e di novità.<br />

Il 29 aprile 2011, festa di S.<br />

Caterina da Siena Patrona di Roma,<br />

compatrona d’Italia e d’Europa, davanti<br />

agli spalti di Castel Sant’Angelo,<br />

assiepati da passanti, da curiosi, da<br />

scolaresche sempre pronte a immortalare<br />

momenti suggestivi e a volte anche<br />

ridicoli, c’è un gruppo folto e attento,<br />

rivolto verso il bel Monumento<br />

di S. Caterina da Siena che, per l’occasione,<br />

è stato ripulito.<br />

Si attende il Primo Cittadino di<br />

Roma, il Sindaco Gianni Alemanno e<br />

sua Eccellenza Mons. Vincenzo Pelvi,<br />

Arcivescovo Ordinario Militare per<br />

l’Italia, per il tradizionale omaggio<br />

floreale offerto dal Comune di Roma,<br />

che quest’anno si incornicia nella ricorrenza<br />

del 150° anniversario<br />

dell’Unità d’Italia, curato dal<br />

Cerimoniale Capitolino e dal Centro<br />

Internazionale di Studi Cateriniani<br />

(CISC).<br />

Ci sono esponenti <strong>della</strong> Giunta<br />

Comunale, molti ‘Caterinati’, la rappresentanza<br />

delle volontarie <strong>della</strong><br />

Croce Rossa Italiana e di altre Associazioni<br />

che a vario titolo si ispirano a<br />

S. Caterina, il Coro <strong>della</strong> Polizia<br />

Municipale.<br />

27<br />

Eventi<br />

Caterina da Siena, patrona di Roma, riceve l’omaggio del Comune<br />

Le note toccanti del canto alpino<br />

‘Signore delle cime’ dà inizio alla cerimonia,<br />

elevando il cuore degli astanti<br />

verso l’alto.<br />

La Presidente del CISC Diega<br />

Giunta, salutati gli illustri ospiti e gli<br />

astanti, così spiega la collocazione del<br />

Monumento alla Patrona d’Italia tra<br />

Castel Sant’Angelo e la basilica di S.<br />

Pietro: chiamata dal pontefice Urbano<br />

VI, Caterina giunge a Roma nel novembre<br />

1378, quando la Chiesa è ormai<br />

divisa e scossa dallo Scisma<br />

d’Occidente (1378-1417). Caterina,<br />

vigile e attenta, opera e prega per<br />

Urbano VI: le stanno a cuore l’unità in<br />

seno alla Chiesa e tra la Chiesa e i governi<br />

locali di tutta Europa. Le difficoltà,<br />

i dissapori non mancano neanche<br />

a Roma, tanto che i Romani attentano<br />

alla vita di Urbano VI. La Santa<br />

interviene con la preghiera e con l’offerta<br />

di sé in riparazione ed espiazione.<br />

Gli animi dei rivoltosi alla fine si placano,<br />

ma a lei resta il debito di amore:<br />

in due celebri lettere (371 e 373)<br />

Caterina dirà al Beato Raimondo da<br />

Capua, suo confessore, che il Signore<br />

le ha chiesto di fare un pellegrinaggio<br />

quotidiano alla basilica di S. Pietro e<br />

lei , all’estremo delle sue forze, compie<br />

fedelmente l’obbedienza.<br />

Per quasi tutta la Quaresima del<br />

1380, molto presto al mattino parte<br />

dalla sua casa, l’attuale Piazza S.


Eventi<br />

Chiara 14, raggiungendo San Pietro,<br />

dove digiuna trascorre la giornata pregando<br />

per l’unità <strong>della</strong> Chiesa, per<br />

Urbano VI e per la concordia tra il<br />

pontefice e i suoi figli di Roma.<br />

Nel suo percorso giornaliero<br />

Caterina attraversa Ponte Sant’Angelo<br />

passando davanti al Castello. Il Monumento<br />

a Caterina in Roma non poteva<br />

dunque avere altra collocazione.<br />

Lo scultore Francesco Messina<br />

– cui il monumento era stato commissionato<br />

dalla Madre Tincani – la ritrae<br />

28<br />

sofferente: ne è segno il masso di marmo<br />

che le grava sulle spalle, tuttavia il<br />

suo è un procedere alacre, perché il<br />

suo cuore e il suo spirito battono per<br />

l’amore di Dio e del prossimo.<br />

S.E. Mons. Pelvi, nell’immutata<br />

attualità del pensiero e dell’insegnamento<br />

<strong>della</strong> mistica senese, coglie tre<br />

idee fondamentali offerte dalla Santa<br />

all’uomo di oggi: “l’abbandono in<br />

Dio, la ricerca dell’unità e l’impegno<br />

per la pace”. Conclude il denso suo intervento<br />

con la seguente preghiera:<br />

Roma, Castel Sant’Angelo: S. Caterina riceve l’omaggio<br />

del Comune di Roma e di romani e pellegrini.


O gloriosa Caterina,<br />

suscita in noi l’amore ardente<br />

che ti spinse a dare la vita<br />

per sollecitare la riforma interiore <strong>della</strong> Chiesa<br />

e favorire la pace tra gli Stati.<br />

A te affidiamo il nostro Santo Padre Benedetto XVI,<br />

perché il Signore gli conceda vita e salute<br />

e lo conservi come guida e Pastore dell’umanità.<br />

Difendi, soccorri e conforta l’Italia e l’Europa,<br />

di cui sei stata madre<br />

predicando il Vangelo dell’amore,<br />

in piena fedeltà alla Chiesa di cui ti sentivi figlia<br />

e in totale adesione al popolo,<br />

di cui ti riconoscevi sorella.<br />

Illumina la mente e il cuore dei governanti<br />

a cercare il bene comune,<br />

assistili con la tua sapienza,<br />

perché promuovano il progresso sociale e la libertà religiosa<br />

e si rendano conto che il potere non è proprietà di chi governa,<br />

ma una cosa prestata a tempo,<br />

di cui rendere conto a Dio, giusto giudice.<br />

Il Dottor Aldo Bernabei, presidente del gruppo romano dei caterinati, nel suo<br />

breve intervento fa parlare Caterina ai politici di oggi esortandoli a vivere la politica<br />

come ricerca del bene comune, con purezza di intenti nel rispetto degli avversari<br />

e nell’aiuto dei più deboli, a considerare il proprio potere come ‘città prestata’ e<br />

prestata a tempo. Caterina, al contrario del ‘Principe’ di Machiavelli -continua Aldo<br />

Bernabei - insegna a saper perdere lo “stato di principe” per restare fedele ai propri<br />

principi etici.<br />

Il Sindaco Alemanno si dichiara lieto di presiedere all’annuale omaggio floreale<br />

capitolino e auspica che S. Caterina ridia alla politica del nostro Paese il vero senso<br />

umano. Ella si è fatta a suo tempo messaggera presso chi ricopriva alte cariche e<br />

aveva responsabilità di governo e nello stesso tempo si è fatta ‘prossimo’ al più debole<br />

e misero. L’onorevole Sindaco ha sottolineato che non c’è politica efficace e<br />

credibile se non parte e non ritorna alla realtà <strong>della</strong> persona umana.<br />

Umile e semplice Caterina da Siena, senza alcun potere apparente se non la forza<br />

<strong>della</strong> propria testimonianza, si è fatta ponte di bontà e di pace dando credibilità<br />

sia ai ‘grandi’ sia agli ‘umili’.<br />

ANNA MORRONE<br />

29<br />

Eventi


Testimonianze<br />

Cari amici,<br />

ancora una volta dobbiamo darvi<br />

una notizia triste: sabato, la vigilia di<br />

Pasqua, è venuta meno la nostra<br />

Gabriella. Siamo<br />

increduli davanti al<br />

nuovo lutto, che ripete<br />

quello del prof.<br />

Luciano Simoni il<br />

Natale scorso.<br />

Certo, con la<br />

Gabriella perdiamo<br />

una collaboratrice<br />

<strong>della</strong> prima ora, che<br />

aveva fatto del<br />

“ Tincani” una ragione<br />

di vita e lo<br />

aveva sostenuto in<br />

tutti i modi possibili;<br />

ma perdiamo anche<br />

una persona<br />

che stimava gli<br />

amici corsisti e i docenti del Tincani,<br />

con calore ed entusiasmo.<br />

Vorremmo pensarla, a questo punto,<br />

giovane, giovanissima, come nei<br />

Ricordo di Gabriella Schiavina<br />

30<br />

primi tempi dello scoutismo, la sua<br />

esperienza più coinvolgente, accolta<br />

da tutti gli amici del Tincani che ci<br />

hanno lasciato in questi anni, e che ricordiamo<br />

tutti con grande simpatia.<br />

Perché il passaggio<br />

“di là” per<br />

noi non è fine,<br />

ma continuazione<br />

e inizio, e gli anni,<br />

e gli acciacchi,<br />

scompaiono<br />

nella nuova luce.<br />

Ci mancherai,<br />

Gabriella, all’ingressodell’Istituto,all’accoglienza<br />

alle lezioni,<br />

ma noi continueremo<br />

a vederti<br />

presente per riceverci<br />

con la tua<br />

abituale cordialità, per incoraggiarci e<br />

per dirci… “e il cammino continua”.<br />

G. VENTURI<br />

(Vice-presidente del “Tincani” di Bologna)


Certosa di Bologna, 29.04.2011<br />

Gabriella, è difficile per me darti<br />

un saluto a nome di tutti senza emozionarmi.<br />

Quando venni a Bologna in<br />

Febbraio - soltanto due mesi orsono -<br />

mi raccomandasti ripetutamente:<br />

“Cerca di ritornare presto, più presto<br />

che puoi, perché altrimenti non mi trovi<br />

più!”<br />

Ma tu, Gabriella, questa volta hai<br />

fatto davvero troppo in fretta.<br />

E mi dicesti anche: “sai, adesso<br />

non organizzo più le gite, perché non<br />

ce la faccio, non ho le forze e mi stanco<br />

tanto; adesso ci pensa Carlo”. E invece,<br />

vedo che ne hai organizzato una,<br />

questa di oggi, che possiamo considerare<br />

come la gita di Pasqua: ti sei inventata<br />

una occasione e ci hai chiamati<br />

tutti, ci hai voluti tutti qui attorno a<br />

te, a pregare con te e per te!<br />

Come ha già detto Carlo, sarà difficile<br />

per tutti noi entrare al “ Tincani”<br />

e non vederti lì al tuo posto; il tuo<br />

“ciao” carico di sorriso e di simpatia<br />

era sempre un buon inizio per le ore<br />

che poi si passavano al Tincani, tra<br />

ascolto delle lezioni e attività varie.<br />

Tu, Gabriella, eri al Tincani dagli<br />

anni ’80, cioè dalla fondazione:<br />

quando la prima direttrice, Maria<br />

Teresa Pascucci, avvertì l’esigenza di<br />

una persona che potesse animare<br />

l’ambiente e far fronte alle varie esi-<br />

Grazie a Gabriella Schiavina<br />

31<br />

Testimonianze<br />

genze che a mano a mano emergevano,<br />

ripensò alla bella esperienza<br />

da lei fatta in seno alla scoutismo<br />

e si ricordò <strong>della</strong> sua ex-guida<br />

GABRIELLA SCHIAVINA, sapendola<br />

ricca di vivacità e di iniziativa. Fu<br />

così che ti aspettò al varco in Via S.<br />

Vitale, all’uscita dal tuo posto di lavoro<br />

presso il negozio di numismatica<br />

e ti fece la proposta. Tu accettasti, arrivasti<br />

al Tincani e ti compenetrasti<br />

subito <strong>della</strong> situazione.<br />

Tutti possiamo dire che da allora<br />

non hai mai deluso le aspettative, né di<br />

Maria Teresa né di chi è venuta dopo<br />

di lei; avevi ben capito che nell’ambiente<br />

del “Tincani” occorreva grande<br />

disponibilità, capacità di accoglienza e<br />

di ascolto, occorreva pensare agli altri<br />

più che a se stessi, saper ascoltare con<br />

pazienza, vedere tutto senza mai scandalizzarsi<br />

di nulla, incoraggiare, sostenere,<br />

scusare, confortare, parlare o tacere<br />

a seconda del momento.<br />

Tutti sapevamo al “Tincani” che in<br />

qualunque necessità ti avremmo trovata<br />

pronta.<br />

Mi dicevi sempre che temevi la<br />

solitudine, ma tu, Gabriella, non sei<br />

stata mai sola; basta che ci guardiamo<br />

attorno, in questa chiesa gremita!<br />

Forse ti sarai sentita sola nel passaggio<br />

più difficile <strong>della</strong> tua vita, ma anche in<br />

quel momento la nostra preghiera ti<br />

avrà aiutato.


Testimonianze<br />

Gabriella regalava sempre il suo bel sorriso di accoglienza.<br />

E dicevi anche che quando eri in<br />

casa il tuo telefono scottava per le tante<br />

telefonate in arrivo. Ora il telefono<br />

non suonerà più, ma ti raggiungeremo<br />

in cielo con la nostra gratitudine, la<br />

preghiera, l’affetto.<br />

Non credo, Gabriella, che ci abitueremo<br />

facilmente alla tua assenza;<br />

32<br />

ma tu ricordati che lassù hai ancora un<br />

compito da svolgere: pregare molto<br />

per tutti noi, perché possiamo andare<br />

avanti con la dedizione e l’entusiasmo<br />

che avevi tu.<br />

Addio, GABRIELLA, e grazie di<br />

tutto da tutti!<br />

N. JORIO


“Dio lo ha provato<br />

e lo ha trovato degno di sé;<br />

lo ha saggiato come oro nel crogiuolo<br />

e lo ha gradito come un olocausto”<br />

(Sapienza:2,23…)<br />

Il 3 maggio, nel cuore <strong>della</strong> notte,<br />

è venuto a mancare all’affetto <strong>della</strong><br />

moglie e dei suoi figli mio fratello<br />

Gennaro. Isernino di razza e Calabrese<br />

di adozione. Dopo aver completato<br />

l’Accademia artistica di Napoli, ottenne<br />

il suo primo posto di lavoro a<br />

Reggio Calabria, all’Istituto d’Arte<br />

come professore di ceramica plastica.<br />

La sue qualità umane e artistiche gli<br />

meritarono grande popolarità sia nell’ambiente<br />

scolastico sia nelle varie<br />

Accademie d’Arte. Tante mostre di<br />

Arte sono state allestite da lui e alcuni<br />

capolavori quali la ‘Sirenetta’ per la<br />

fontana di una <strong>della</strong> piazze di Shilla -<br />

Reggio Calabria - ne sono la memoria.<br />

A Reggio Calabria incontrò la sua<br />

‘anima gemella’ da cui ebbe due figli:<br />

Gaetano e Simona che soleva chiamare<br />

“i miei gioielli”. La città di Reggio<br />

Calabria lo ha accolto tra i suoi figli illustri<br />

e gli ha riservato un ‘cuore amico’<br />

come risposta alla grande amicizia<br />

che lo stesso Gennaro ha saputo effondere<br />

nel cuore di tanti. Era l’amico di<br />

tutti, del ‘piccolo’ e del ‘grande’; incontrarlo<br />

significava rimanerne contagiati;<br />

la battuta facile, il sorriso a volte<br />

ironico, il buon umore che serviva a<br />

scacciare la sua e l’altrui malinconia<br />

erano tratti particolari che lo rendeva-<br />

In morte di mio fratello Gennaro<br />

33<br />

Testimonianze<br />

no speciale. Nessuno si allontanava da<br />

Gennaro senza portarne con sé il sorriso<br />

sul volto o nel cuore. Grazie,<br />

Signore, perché ce lo hai donato!<br />

L’immagine dell’oro purificato dalle<br />

scorie, descritto nel libro <strong>della</strong><br />

Sapienza, mette bene in rilievo il tipo<br />

di sofferenza con cui Gennaro è venuto<br />

ad incontrarsi. Una sofferenza lunga<br />

e lenta che lo ha raffinato spiritualmente<br />

rendendolo sempre più docile<br />

alla volontà di Dio. Gennaro ha amato<br />

la vita e per la vita ha lottato fino alla<br />

fine. Il grande poeta indiano Tagore<br />

descrive questa vita terrena come una<br />

festa a cui siamo invitati a suonare uno<br />

strumento. Mi piace dedicarla a mio<br />

fratello nel momento in cui lui si appressa<br />

a ‘guardare il volto di Dio’ :<br />

“Ho ricevuto il mio invito alla festa di<br />

questo mondo;<br />

la mia vita è stata benedetta.<br />

I miei occhi hanno veduto,<br />

le mie orecchie hanno ascoltato.<br />

In questa festa dovevo soltanto suonare<br />

il mio strumento:<br />

ho fatto come meglio potevo la parte che<br />

mi era stata assegnata.<br />

Ora dico: è venuto alfine, il momento di<br />

entrare e guardare il tuo volto e of -<br />

f r i rti il mio silenzioso saluto.”<br />

(Rabindranath Tagore)<br />

Davvero Gennaro hai fatto come<br />

meglio potevi! E anche in questo come<br />

in tante tue opere d’arte ci sei riuscito,<br />

fratello mio caro.<br />

ANNA MORRONE<br />

Missionaria <strong>della</strong> <strong>Scuola</strong>


Testimonianze<br />

Una conoscenza, un cammino e un<br />

dialogo partiti da molto lontano, esattamente<br />

dall’autunno 1977, quando<br />

Manuela, tredicenne, frequentava nella<br />

Parrocchia di S. Maria in<br />

Traspontina in Roma il corso di preparazione<br />

alla Cresima, gestito “in tandem”<br />

dalla sottoscritta e dallo studente<br />

di Giurisprudenza Giovanni Grosso,<br />

diventato poi l’attivissimo ‘Padre<br />

Giovanni’ nella grande Famiglia dei<br />

Carmelitani.<br />

Ci colpì subito quella ragazzina,<br />

molto alta per la sua età, vivace, volenterosa<br />

e attentissima, che non lasciava<br />

cadere nel vuoto una sola parola di<br />

quanto noi cercavamo di far passare<br />

nel gruppo dei cresimandi.<br />

Attentissima a noi, ma al tempo<br />

stesso molto attenta ai compagni, abile<br />

nel calmare quello più turbolento,<br />

nell’aiutare quella che seguiva con fatica,<br />

nell’accondiscendere a quello che<br />

aveva sempre mille domande da fare.<br />

Insomma, ci colpiva quella sua spiccata<br />

tendenza a tenere “in ordine” quello<br />

spicchio di umanità in erba, piuttosto<br />

turbolento, che le girava intorno.<br />

Gli anni futuri mi daranno modo<br />

di capire che quella era una delle sue<br />

spiccate qualità umane.<br />

Con il crescere <strong>della</strong> sua età, crescevano<br />

anche l’apertura e l’amicizia e<br />

diventavano sempre più frequenti le<br />

sue visite nel mio ufficio al “Maria ss.<br />

Addio a Manuela Mocchiutti<br />

1° luglio 1964 – Roma – 10 aprile 2011<br />

34<br />

Assunta”, anche dopo la Cresima; arrivava<br />

puntuale nelle feste comandate,<br />

sempre con piccoli regalini confezionati<br />

da lei.<br />

Senza fatica conseguì il diploma<br />

di scuola media superiore, e allora ritornò<br />

da me: con garbo, ma decisa mi<br />

affidò un compito da svolgere: “se<br />

sente che da qualche parte c’è un lavoro<br />

adatto per me, mi tenga presente<br />

perché sto cercando un lavoretto”; le<br />

risposi che avrei fatto del mio meglio.<br />

Le circostanze vollero che proprio<br />

in quel periodo nel “M. ss. Assunta” si<br />

stesse cercando una segretaria per l’allora<br />

direttore amministrativo (la sottoscritta):<br />

accadde così che, per una evoluzione<br />

quasi naturale delle cose, poche<br />

settimane dopo Manuela entrasse<br />

a lavorare nel mio ufficio.<br />

Il rodaggio fu rapido e tranquillo,<br />

agevolato dalla reciproca conoscenza;<br />

in poche settimane Manuela divenne<br />

padrona <strong>della</strong> situazione, attenta e<br />

svelta a cogliere le esigenze a mano a<br />

mano che queste emergevano.<br />

La sua vita si affiancava così non<br />

soltanto alla mia, ma alla nostra in senso<br />

più allargato e per molti anni l’abbiamo<br />

avuta accanto, abbiamo camminato<br />

insieme, condividendo gioie, ansie,<br />

qualche agitazione nel lavoro, momenti<br />

belli di condivisione, di dialogo


vero, spesso profondo e fortemente coinvolgente.<br />

Il dialogo con Manuela<br />

non era difficile, trattandosi di persona<br />

sempre pronta<br />

a sciogliere in<br />

fretta qualunque<br />

nodo. Lei<br />

si definiva<br />

“spigolosa”,<br />

data la sua natura<br />

vivace e<br />

la tendenza<br />

alla precisione;<br />

ma noi<br />

tutti sapevamo<br />

– e lo sapevano<br />

anche<br />

i suoi colleghi<br />

– che lei era<br />

sempre disponibile;<br />

tutti<br />

avevamo sperimentato<br />

che<br />

nel lavoro era<br />

professionale,<br />

rapida e non<br />

aveva in generel’abitudine<br />

di tenere<br />

d’occhio l’orologio.<br />

Nel frattem-<br />

Manuela non viveva in superficie:<br />

ce lo dice il suo sguardo…<br />

Così amo<br />

po aveva cono-<br />

ricordarla e vosciuto<br />

Ugo Di Marco, affermato reglio rin-graziarla per quello che è stata<br />

stauratore di mobili antichi, pur essen- tra noi; anche per aver sempre saputo<br />

do giovanissimo, con il quale aveva condire il suo lavoro con il costante<br />

formato la sua nuova famiglia.<br />

sorriso e con spiritose garbate battute.<br />

35<br />

Testimonianze<br />

Nell’ambiente di lavoro si interessava<br />

a tutti coloro che a suo parere<br />

avevano bisogno di attenzione, e se<br />

qualcuno appariva<br />

un po’<br />

defilato o comunque<br />

non<br />

a proprio<br />

agio, si poteva<br />

essere certi<br />

che lo<br />

sguardo di<br />

Manuela sarebbe<br />

andato<br />

f r e q u e n t e m e nt<br />

e in quella<br />

direzione.<br />

Credo di<br />

poter aff e rmare<br />

che non<br />

vi sia stato<br />

docente o studente<br />

o collega<br />

che si sia<br />

rivolto a Manuela<br />

e non<br />

abbia ricevuto<br />

da lei accoglienza<br />

e attenzione.


Testimonianze<br />

Ma di un’altra cosa oggi voglio<br />

ancor più ringraziarla a nome di tutti:<br />

dell’esempio forte che ci ha dato durante<br />

la sua lunga logorante malattia;<br />

come dimenticare la pazienza, la fortezza<br />

morale con cui ha saputo ‘portare’<br />

– non sopportare – il suo lungo calvario?<br />

Quando mi comunicò la sua malattia<br />

lo fece con un sorriso; l’ha accettata<br />

fin dall’inizio, senza drammatizzare<br />

troppo e ha saputo viverla dal di<br />

dentro, senza farla troppo pesare. E<br />

appena ritrovava una piccola dose di<br />

forze, si rimetteva al lavoro, sia pure<br />

con grande fatica; questo lo sapevamo<br />

e lo vedevamo bene tutti: dai suoi familiari<br />

– Ugo, mamma papà Simona –<br />

ai medici curanti, a tutti coloro che alla<br />

LUMSA l’hanno conosciuta e frequentata.<br />

Il Signore le ha fatto sempre il dono<br />

di una grande pace, sempre, anche<br />

quando, fisicamente logorata, usciva<br />

con la sua solita battuta: “non ce la<br />

faccio più!” E invece ce l’ha fatta, fino<br />

in fondo.<br />

E con la pace il Signore le ha fatto<br />

anche la grazia di vivere nell’abbando-<br />

36<br />

no più totale a Lui e nella preghiera<br />

più vera e raccolta, le ultime settimane<br />

e giornate e ore <strong>della</strong> sua vita terrena,<br />

sostenuta e costantemente confortata<br />

dall’amore dei suoi cari, dalla costante<br />

presenza <strong>della</strong> zia materna Sr. M. Rosa<br />

Candida, che l’ha davvero accompagnata<br />

verso l’incontro definitivo!<br />

A chi, tre giorni prima <strong>della</strong> morte,<br />

le diceva al telefono: “non vengo a trovarti<br />

per non farti stancare, ma ti penso<br />

tanto e sono vicina con la preghiera”,<br />

lei rispondeva con un filo di voce:<br />

“adesso mi serve questo soltanto: la<br />

preghiera!”.<br />

Addio, Manuela e grazie da tutti<br />

noi. Ti conceda il Signore la pace che<br />

hai meritato dopo tanta sofferenza e ti<br />

stringa tra le braccia <strong>della</strong> sua misericordia.<br />

Ora lassù, alla presenza del<br />

Signore, ti rimane ancora un lavoro da<br />

fare: pregare molto per tutti noi, soprattutto<br />

per i tuoi cari.<br />

Grazie di tutto e addio!<br />

NICOLINA JORIO


“Vite parallele unite da un fischio d’inizio”<br />

Un’ atmosfera<br />

atipica,<br />

sicuramente<br />

un'esperienza<br />

unica nel suo<br />

genere.<br />

Con il coordinamento<br />

ed organizzazione<br />

di Time<br />

Sport Roma,<br />

le università<br />

romane hanno<br />

creato una<br />

rappresentativa<br />

che si è vista<br />

sfidata<br />

dalla squadra<br />

dei detenuti<br />

<strong>della</strong> Casa<br />

Circondariale<br />

di Rebibbia.<br />

Questi gli<br />

universitari<br />

scesi in campo:<br />

Marco Dicuio (R3), Carlos De<br />

S o u s a Olivera Saturnino ( R 3 ) ,<br />

Adriano Cimino (R3), Giuseppe<br />

Opromolla (R3), Loris Latini (R3),<br />

Eduardo Frappoli (ESN), Andres Soler<br />

(ESN), Giuseppe Fabbiano (LUMSA),<br />

Luca Arminio (LUMSA) e<br />

Alessandro Pimpolari (Time Sport).<br />

Per i detenuti è stata una partita<br />

molto sentita perché avevano alle spalle<br />

solo pesanti vittorie e non avevano<br />

37<br />

Arbore giovani<br />

assolutamente<br />

voglia di<br />

cedere il passo<br />

di fronte<br />

alla nostra<br />

rappresentativa.<br />

Dopo l’imbarazzoiniziale<br />

e l’emozione<br />

di trovarsi<br />

in un<br />

contesto molto<br />

particolare,<br />

l’incontro è<br />

iniziato.<br />

I detenuti<br />

hanno mostrato<br />

buon<br />

gioco, grande<br />

spirito di sacrificio,<br />

ma<br />

soprattutto si<br />

sono rivelati<br />

per quelli che<br />

sono: una<br />

squadra molto solida, leale e preparata<br />

atleticamente.<br />

I 34 gradi all’ombra erano diventati<br />

il peggior nemico delle due compagini<br />

che sono state messe a dura prova<br />

dal simultaneo attacco di battaglioni<br />

di moscerini armati di tutto punto.<br />

Alla fine del primo tempo il colpo<br />

di scena: la partita era talmente sentita<br />

per la squadra di casa che Mirko, in<br />

uscita definitiva dal carcere il giorno


Arbore giovani<br />

stesso <strong>della</strong> partita, ha preferito rimanere<br />

qualche ora in più e giocare con i<br />

suoi compagni l'ultima partita per poi<br />

salutarli definitivamente. Alla sostituzione<br />

dell’ “uscente” (così lo definivano<br />

gli altri detenuti), gli spettatori sono<br />

scoppiati in un applauso collettivo<br />

al quale noi ci siamo aggregati conoscendo<br />

la sua storia. Mirko è uscito<br />

dal campo di gioco con le lacrime agli<br />

occhi.<br />

Poi si sa, la palla è rotonda, ed il<br />

campo ha dato ragione ai ragazzi di<br />

Rebibbia che, grazie anche ad un maggior<br />

numero di elementi a disposizione,<br />

hanno vinto meritatamente.<br />

38<br />

Alla fine del match abbiamo<br />

scambiato quattro chiacchiere con altri<br />

detenuti e ci siamo resi conto di quanto<br />

per loro fosse stato importante aver<br />

passato qualche ora <strong>della</strong> giornata in<br />

modo diverso e quanto poco, invece,<br />

fosse costato a noi.<br />

E’ stato un pomeriggio diverso, un<br />

pomeriggio all’insegna del vero Sport,<br />

quello che va oltre i pregiudizi, oltre<br />

gli interessi economici, oltre imbrogli<br />

e scommesse, oltre i valori corrotti ed<br />

i finti moralismi.<br />

LUCA ARMINIO<br />

GIURISPRUDENZA (LUMSA - RM)<br />

Quale solidarietà dobbiamo imparare? I giovani ce la trasmettono, perché ne sono portatori.


Verso la beatificazione di Karol Wojtyla<br />

Palermo, ore 6.45. L’aereo diretto<br />

a Roma Fiumicino è in fase di decollo;<br />

a bordo ci siamo anche noi, un gruppo<br />

di studentesse <strong>della</strong> facoltà di<br />

Giurisprudenza <strong>della</strong> LUMSA d i<br />

Palermo, che ha deciso di vivere assieme<br />

questa nuova esperienza che sappiamo<br />

ci toccherà profondamente.<br />

Con lo spirito di chi si prepara da<br />

mesi a questo evento, raggiungiamo la<br />

Capitale. Un cartellone con l’immagine<br />

di Giovanni Paolo II attira la nostra<br />

attenzione: “Damose da fa’, semo romani”.<br />

Inconfondibile, è lui.<br />

La sua gioiosità è evidente, l’hum<br />

o r, regalatogli probabilmente dal<br />

teatro, grande sua passione in gioventù,<br />

gli appartiene.<br />

Due milioni di pellegrini, giunti da<br />

ogni Nazione, affollano le piazze.<br />

Uomini, donne, bambini, adulti, anziani,<br />

sani, ammalati, disabili… Niente<br />

può fermarli perché è forte il richiamo<br />

del papa, forte è il desiderio di rendergli<br />

omaggio, forte è il bisogno di avere<br />

da lui conforto. D’altronde, è lui ad<br />

aver dato l’esempio.<br />

La prova più significativa l’ha data<br />

negli ultimi anni di vita, quando<br />

esponendo il suo corpo malato, non<br />

permetteva alla malattia di impedirgli<br />

di comunicare con la gente. Solo una<br />

persona capace di credere che la vita<br />

39<br />

Arbore giovani<br />

umana ha un senso in qualsiasi condizione<br />

venga vissuta, può avere il coraggio<br />

di vivere in pubblico il percorso<br />

estremo verso la morte. Questo è un<br />

grande insegnamento: Amore e rispetto<br />

per qualsiasi essere vivente, qualunque<br />

sia la condizione in cui si trovi a<br />

vivere.<br />

E’ la preghiera che accomuna tutti<br />

noi; la preghiera ci avvicina a lui.<br />

Durante la veglia, svoltasi al Circo<br />

Massimo, abbiamo avuto modo di capire<br />

realmente quanto il suo<br />

Pontificato abbia cambiato un’epoca,<br />

quanto i suoi continui viaggi nel mondo<br />

abbiano lasciato un segno indelebile<br />

nei cuori di tutti. Il circo Massimo è<br />

affollatissimo; ce ne rendiamo conto<br />

grazie alle fiaccole che ci sono state<br />

distribuite dai ragazzi <strong>della</strong> Protezione<br />

Civile, anch’essi da ammirare per<br />

il grande lavoro svolto, fiaccole<br />

che illuminavano l’intero spiazzo<br />

s u l l ’ Aventino. Si respirava aria di<br />

serenità, gioia, felicità, amore, solidarietà.<br />

Quasi una voglia di piangere. E’<br />

un pianto liberatorio il nostro, è un<br />

pianto che scaccia via ogni paura, ogni<br />

inquietudine.<br />

Terminata la veglia, i pellegrini si<br />

apprestano a raggiungere piazza S.<br />

Pietro; è lì che passeranno la notte, è lì<br />

che vorranno svegliarsi l’indomani per<br />

assistere da vicino alla S. Messa du-


Arbore giovani<br />

rante la quale verrà beatificato<br />

Giovanni Paolo II.<br />

Purtroppo la piazza, pur tanto<br />

grande, non può ospitarli tutti. Per questo<br />

molti maxi-schermi sono stati montati<br />

in varie postazioni per dare la possibilità<br />

a tutti di assistere all’evento.<br />

Non è facile esprimere su un foglio<br />

bianco le forti emozioni che abbiamo<br />

avuto la fortuna di provare e<br />

certamente in queste poche righe non<br />

ci sono riuscita. Per questo consiglio a<br />

chiunque di partecipare da vicino a<br />

40<br />

questi eventi, perché assicuro che emozioni<br />

del genere è difficile provarle.<br />

Concludo con una domanda alla<br />

quale darò una risposta personale: come<br />

può un uomo richiamare a sé una<br />

folla da tutto il mondo, che senza timore<br />

ha sfidato distanze, condizioni<br />

climatiche, mezzi di trasporto, difficoltà<br />

linguistiche e quant’altro?<br />

Semplice: Giovanni Paolo II non fu<br />

solo un uomo, ma fu ed è Santo in<br />

mezzo agli uomini.<br />

Dalla Sicilia a Roma per l’incontro con la gioventù domenicana,<br />

al richiamo di Giovanni Paolo II.<br />

FABIOLA LAZZARA<br />

(LUMSA – PA)


Non abbiate paura, aprite anzi spalancate le porte a Cristo<br />

Un gruppo di studentesse <strong>della</strong> facoltà<br />

di giurisprudenza <strong>della</strong> LUMSA<br />

di Palermo si è recato in pellegrinaggio<br />

a Roma per prendere parte alla celebrazione<br />

in occasione <strong>della</strong> beatificazione<br />

di Giovanni Paolo II.<br />

È stata un’esperienza estremamente<br />

intensa.<br />

Sin dalle prime ore del mattino,<br />

insieme a migliaia di fedeli, ci siamo<br />

dirette verso San Pietro. In quella interminabile<br />

fila, stretti gli uni con gli<br />

altri, procedevamo molto lentamente<br />

e, nonostante ciò, nessuna stanchezza,<br />

nessuna esitazione ci ha fatto desistere:<br />

noi eravamo lì per Lui.<br />

Si respirava amore: eravamo pellegrini<br />

provenienti da tutto il mondo e<br />

di tutte le età, eppure era come se ci<br />

conoscessimo da sempre.<br />

È veramente difficile trovare le<br />

parole per descrivere l’emozione di<br />

quei momenti; io vorrei farlo rievocando<br />

un’immagine che porterò sempre<br />

nel cuore. Dietro di me c’era una<br />

bambina diversamente abile sulla sedia<br />

a rotelle; ho provato sincera compassione<br />

nei confronti di quella creatura<br />

così fragile, poi ho osservato il suo<br />

volto: la serenità di quello sguardo<br />

esprimeva tutta la dolcezza e la forza<br />

<strong>della</strong> fede. Non c’è stato bisogno di<br />

parole. In un muto gioco di sguardi<br />

ognuno di noi condivideva con il suo<br />

41<br />

Arbore giovani<br />

prossimo la gioia dell’attesa.<br />

Poco prima che iniziasse la<br />

Celebrazione, le nuvole che offuscavano<br />

il cielo si sono diradate ed un sole<br />

abbagliante ha illuminato la Città eterna<br />

riscaldando il cuore dei pellegrini e<br />

facendo vibrare le corde più intime<br />

<strong>della</strong> nostra anima.<br />

Nella sua omelia, il Santo Padre<br />

Benedetto XVI ha ribadito con forza<br />

uno dei messaggi fondamentali del<br />

Beato Giovanni Paolo II: dobbiamo<br />

aprire, anzi spalancare le porte a<br />

Cristo. Non dobbiamo avere paura di<br />

essere e di dirci cristiani, dobbiamo,<br />

invece, diffondere il Vangelo. Non bisogna<br />

temere la Verità perché solo la<br />

Verità è garanzia di libertà.<br />

Quella di Giovanni Paolo II è stata<br />

una testimonianza di fede, di amore<br />

e di coraggio che non è venuta mai<br />

meno, neanche quando le forze hanno<br />

cominciato ad abbandonarlo. Pur nella<br />

sofferenza che ha contrassegnato gli<br />

ultimi anni del Suo Pontificato, Egli,<br />

divenendo tutt’uno con Cristo, ha continuato<br />

a guidare la Chiesa con fede e<br />

umiltà.<br />

È la beatitudine <strong>della</strong> fede di<br />

Giovanni Paolo II che ha condotto più<br />

di un milione e mezzo di pellegrini da<br />

tutto il mondo a Roma.


Arbore giovani<br />

È la beatitudine <strong>della</strong> fede di<br />

Giovanni Paolo II il motivo per cui<br />

tutti noi, sentendoci un’unica famiglia<br />

nell’abbraccio <strong>della</strong> Madre del’umanità,<br />

ci siamo uniti alla preghiera del<br />

Santo Padre Benedetto XVI chiedendo<br />

al Beato Giovanni Paolo II di continuare<br />

a sostenere dal cielo la fede del<br />

popolo di Dio e di benedirci.<br />

L’immensa gioia e la commozione<br />

di quei momenti ci hanno fatto sentire<br />

più che mai parte <strong>della</strong> Chiesa: fratelli<br />

Pronti per la prossima esperienza…<br />

42<br />

e sorelle tra loro solidali nell’amore di<br />

Maria, nostra speranza, immagine e<br />

principio <strong>della</strong> Chiesa.<br />

Oggi, sempre, come ieri lo spirito<br />

del pellegrinaggio si manifesta nella<br />

sua pienezza. Roma accoglie numerosissimi<br />

pellegrini e ciò ci fa comprendere<br />

come, nel corso dei secoli, nonostante<br />

la diffusa convinzione che tutto<br />

debba avere un riscontro oggettivo,<br />

nulla è cambiato: la risposta <strong>della</strong> fede<br />

è sempre forte e concreta.<br />

GIULIA CALABRESE<br />

(LUMSA - PA)


Fai del tuo meglio e poi lascia fare a Dio<br />

Ogni volta che mi chiedono di<br />

parlare <strong>della</strong> mia fede, mi scappa un<br />

sorriso. Non è un sorriso stupido,<br />

scontato, che mira sempre a stemperare<br />

una potenziale accesa discussione<br />

sui massimi sistemi regolatori dell’universo.<br />

Tutto il contrario. E’ un sorriso<br />

spontaneo e incondizionato, difficilmente<br />

esprimibile a parole.<br />

Proprio qualche giorno fa, un amico<br />

da poco conosciuto mi ha chiesto:<br />

“Tu credi?”, e la risposta è fuoriuscita<br />

da sé, immediata, senza ricorrere a formule<br />

preconfezionate e cervellotiche<br />

al fine di prevedere e non turbare troppo<br />

la reazione dell’altro.<br />

“Sì”, ho detto. Non ci sono “ma”,<br />

“forse”, “dipende”… semplicemente<br />

“Sì”!<br />

Una risposta così convinta potrebbe<br />

tacciare chi la pronuncia di arroganza,<br />

ma non è questo lo spirito che<br />

la anima: la mia fede non è giunta ad<br />

un traguardo su cui potersi sedere … è<br />

ricerca, attiva e viva, e in quanto tale<br />

incontra momenti di sconforto e di<br />

buio, per cui necessita di una cura costante<br />

e quotidiana. Il mio percorso di<br />

fede inizia a Rovigo, nella parrocchia<br />

di Santa Maria delle Rose, dove ho ricevuto<br />

tutti i sacramenti. Terminato il<br />

Catechismo, ho frequentato il gruppo<br />

“post Cresima”, che mi ha accompagnata<br />

per tutto il periodo del liceo, sollecitando<br />

le mie curiosità e i miei dub-<br />

43<br />

Arbore giovani<br />

bi sulla strada sempre nuova di Gesù.<br />

Ho avuto la fortuna di conoscere molte<br />

persone che hanno condiviso con<br />

me incontri settimanali di catechesi, ritiri,<br />

campi estivi e feste diocesane.<br />

Il cammino sinodico che il<br />

Vescovo Lucio ha proposto e guidato<br />

qualche anno fa mi ha permesso di accrescere<br />

il senso di appartenenza alla<br />

diocesi e di servizio alla comunità.<br />

Inoltre, come dimenticare la lunga serie<br />

di soggiorni estivi e talvolta invernali<br />

presso la casa di preghiera di<br />

Ganghereto sulle colline toscane?<br />

Posso davvero riconoscere di essere<br />

cresciuta insieme al mio gruppo parrocchiale<br />

e anche insieme alle suore di<br />

quella comunità, che ricordo sempre<br />

con tanto affetto e riconoscenza.<br />

Se dovessi individuare un elemento<br />

essenziale alla base <strong>della</strong> mia fede,<br />

penserei alla libertà. Libertà che la mia<br />

famiglia mi ha sempre garantito, perché<br />

sottolineo con orgoglio che fin<br />

dall’inizio non ho mai vissuto il mio<br />

percorso di avvicinamento a Dio come<br />

una costrizione. I miei genitori e i miei<br />

nonni sono stati per me un esempio<br />

prezioso, ma al contempo mi hanno<br />

sempre lasciato piena libertà di costruirmi<br />

un atteggiamento critico in<br />

termini di personalità e quindi anche<br />

di fede, senza soffocare i miei ‘perché’.<br />

Per questo li ringrazierò sempre.<br />

Qui a Roma mi impegno a continuare<br />

e approfondire ciò che ho inizia-


Arbore giovani<br />

to in Veneto, cercando di cogliere le<br />

opportunità che mi vengono proposte<br />

con un rinnovato coraggio di mettermi<br />

in gioco e senza paura di mettermi in<br />

discussione… il tutto compatibilmente<br />

con un temperamento di per sé ansiogeno<br />

e perfezionista, all’interno di una<br />

realtà universitaria e urbana complessa<br />

e sempre nuova.<br />

Concludendo, è in quest’ottica che<br />

affronterò il pellegrinaggio in Terra<br />

44<br />

Santa dell’inizio di agosto: un nuova<br />

sfida per, con e in Gesù … un invito a<br />

“trovare la forza <strong>della</strong> gioia di abbandonarsi<br />

a Lui”… ancora!<br />

Auguro a molti altri giovani di<br />

avere la fortuna che ho avuto io di essere<br />

guidati nella strada <strong>della</strong> conoscenza<br />

del Signore.<br />

ANNA PIZZAMANO<br />

“Regina Mundi” - Roma<br />

“se non prepariamo ben temprato questo<br />

strumento che è la parola parlata, non potremo<br />

mai offrirci come agili strumenti per portare<br />

la luce <strong>della</strong> fede e aprire la via alla grazia salvatrice.<br />

La fiamma dell’amore divino irradia la sua luce e<br />

il suo calore in tanti modi; irradia da tutto l’essere<br />

e da tutto l’agire di quelle persone che ne sono<br />

veramente investite; ma la parola è pur sempre<br />

il mezzo più espressivo e più rapido, più vicino<br />

al pensiero e all’anima, spiega S. Tommaso,<br />

e perciò più atto a illuminare le menti”.<br />

L. TINCANI


Siamo andati ad Aquino con un<br />

gruppo di professori e di studenti <strong>della</strong><br />

Pontificia Università S. To m m a s o<br />

d’Aquino di Roma, “Angelicum”, per<br />

festeggiare s. Tommaso. La sua festa<br />

nel calendario liturgico cade il 28 gennaio,<br />

ma s. Tommaso è morto il 7 marzo<br />

1274 e ad Aquino si festeggia sempre<br />

in questa data tradizionale. Anzi, i<br />

festeggiamenti durano più di un giorno;<br />

quest’anno si sono svolti nei giorni<br />

dal 5 al 7 marzo, con diverse manifestazioni,<br />

organizzate dal Circolo culturale<br />

s. Tommaso d’Aquino.<br />

Il circolo è stato fondato solo 2 anni<br />

fa, ma la sua preistoria risale al<br />

1974, settimo centenario <strong>della</strong> morte<br />

di s. Tommaso. In quell’occasione il<br />

papa Paolo VI andò ad Aquino e disse:<br />

« Dove, se non ad Aquino, lo studio<br />

<strong>della</strong> nostra religione, anche nella for -<br />

ma elementare, ma necessaria e sa -<br />

piente, deve essere tenuto in onore, e<br />

deve essere compiuto da tutti con par -<br />

ticolare impegno? Ecco allora la le -<br />

zione che ancora viene a noi dal vo -<br />

s t ro Santo Maestro, To m m a s o<br />

d’Aquino: procuriamo di dare studio<br />

assiduo ed amoroso alla dottrina cri -<br />

stiana».<br />

E 35 anni dopo è nato il circolo, il<br />

cui fine consiste nella “promozione di<br />

un progetto culturale fondato nella<br />

dottrina cristiana e aperto ai nuovi linguaggi<br />

<strong>della</strong> cultura e dell’arte”.<br />

Nella città di S. Tommaso<br />

45<br />

Arbore giovani<br />

Nel 2010 il Circolo ha istituito il<br />

Premio internazionale To m m a s o<br />

d’Aquino. Il suo primo laureato è stato<br />

mons. G. Ravasi; quest’anno, 2011,<br />

il prof. J. Finnis, studioso <strong>della</strong> filosofia<br />

del diritto.<br />

Invece nel Concorso Veritas et<br />

Amor, rivolto a giovani studiosi e artisti,<br />

sono stati premiati Kei Nakamura<br />

del Giappone, con la scultura<br />

“Conciliazione del rapporto tra fede e<br />

ragione” e Oana Maria Gotia,<br />

Rumena, con lo studio “il fascino <strong>della</strong><br />

bellezza. Amore e castità nella prospettiva<br />

di San Tommaso d’Aquino”.<br />

Nella cattedrale di Aquino.


Arbore giovani<br />

Dunque, lo scopo principale <strong>della</strong><br />

nostra gita è stato quello di partecipare<br />

alla cerimonia di consegna dei premi<br />

(il pullman è stato offerto dal Circolo<br />

s. Tommaso). Ma approfittando dell’occasione<br />

siamo andati ad Aquino<br />

nella mattinata, e così abbiamo potuto<br />

visitare la città, incominciando dalla<br />

cattedrale. La diocesi di Aquino ha<br />

avuto origine nel V secolo, ma la cattedrale<br />

è un edificio moderno, costruito<br />

dopo la distruzione <strong>della</strong> cattedrale<br />

precedente durante la II guerra mondiale.<br />

Vi si trova una reliquia di s.<br />

Centro storico di Aquino<br />

46<br />

Tommaso: una costola, la più vicina al<br />

cuore, portata da Tolosa dove s.<br />

Tommaso è sepolto.<br />

Nella cosiddetta “casa di s.<br />

Tommaso” (palazzo che apparteneva<br />

alla sua famiglia) siamo stati accolti<br />

dagli abitanti in costumi medievali e<br />

abbiamo ascoltato la lezione del presidente<br />

del circolo, Tommaso Di Ruzza,<br />

sulla vita di s. Tommaso. Tra l’altro,<br />

l’oratore ha sottolineato che s.<br />

Tommaso si chiama “d’Aquino” perché<br />

è nato ad Aquino, come confermano<br />

tutte le ricerche … (se fossimo andati<br />

a Roccasecca, che è un posto alternativo,<br />

avremmo sentito un’altra<br />

versione del fatto). Poi abbiamo visitato<br />

il Museo <strong>della</strong> città, guidati dal suo<br />

direttore Angelo Nicosia che sapeva<br />

dare senso agli incomprensibiùli pezzi<br />

di coccio che occupavano la maggior<br />

parte delle bacheche; ci ha fatto così<br />

percorrere la storia di Aquino, dal paleolitico<br />

al medioevo.<br />

Nel tardo pomeriggio si è svolta la<br />

cerimonia <strong>della</strong> premiazione. La chiesa<br />

di s. Maria <strong>della</strong> Libera era piena di<br />

abitanti (sempre in costumi medievali)<br />

e di ospiti venuti da fuori. Dopo i discorsi<br />

di diverse autorità il prof. J.<br />

Finnis ha parlato sull’attualità <strong>della</strong><br />

teoria <strong>della</strong> legge naturale. E così ancora<br />

una volta abbiamo sentito che s.<br />

Tommaso è importante anche per i<br />

nostri tempi e che bisogna studiarlo<br />

bene…<br />

MAGDALENA SZEPTYCKA


In una grande città di un grande<br />

paese del mondo il 30 marzo è successa<br />

questa storia.<br />

Una donna 70-enne, in pensione, è<br />

entrata, come al solito, in un grande<br />

supermercato alimentare per comprare<br />

pane e latte. La sua pensione non le<br />

permetteva di comprare molto di più:<br />

non moriva di fame, ma alla fine del<br />

mese arrivava con grande fatica.<br />

La donna, come al solito, si è fermata<br />

davanti allo scaffale con la ricotta<br />

dolce al cioccolato (incartati pezzetti<br />

di 15 gr. al costo di 15 centesimi<br />

ognuno); come al solito, ha scelto<br />

quelli di prezzo più basso, ne ha preso<br />

uno in mano, ha letto la marca, poi lo<br />

ha rimesso a posto; ha contato di<br />

nuovo i suoi soldi che bastavano solo<br />

per il pane. Come al solito, la donna,<br />

con un sospiro, ha dato un ultimo<br />

sguardo allo scaffale. E... non come al<br />

solito, ha messo 4 pezzetti di ricotta<br />

nella tasca.<br />

Alla cassa ha funzionato l’allarme:<br />

i tre vigilanti hanno condotto nella<br />

camera di controllo la donna, che ripeteva:<br />

“Io pagherò, figlioli, io pagherò”.<br />

E qui, a causa <strong>della</strong> paura e <strong>della</strong><br />

vergogna, la donna ha avuto l'infarto<br />

ed è morta.<br />

Da un altro punto di vista...<br />

47<br />

Arbore giovani<br />

Non vorrei che entrassimo adesso<br />

nelle sottigliezze giuridiche, psicologiche<br />

o teologiche: se era un furto colpevole<br />

o meno, se era un furto o una<br />

distrazione, se e quanto grave fosse il<br />

peccato.<br />

Vorrei che guardassimo da un altro<br />

punto di vista.<br />

C'è chi chiede elemosina, e noi<br />

gliela diamo o non diamo. Ma c'è anche<br />

qualcun altro; quante volte vediamo<br />

come questa donna: vecchia o non<br />

troppo, straniera o no, uomo o donna,<br />

che sta a lungo davanti a qualche scaffale<br />

di un negozio, scegliendo il prosciutto,<br />

il formaggio, il biscotto con il<br />

prezzo più basso e con la confezione<br />

più piccola, e poi si allontana dallo<br />

scaffale senza prendere niente.<br />

Compriamole noi quello che non<br />

riesce a comprare! Questo è più facile<br />

di quanto non possa sembrare. Basta<br />

dire: “Lei assomiglia tanto a mia nonna,<br />

mamma, zia, sorella (nonno, papà,<br />

zio, fratello); le posso fare un piccolo<br />

regalo?”<br />

JANA


Arbore giovani<br />

Fine dell’anno scolastico. Fine<br />

dell’anno accademico. Fine degli studi.<br />

Tutto insieme!<br />

Per giunta molto ancora da leggere<br />

e da scrivere: le relazioni per la<br />

scuola, gli ultimi compiti in classe, le<br />

correzioni dei quaderni degli alunni, la<br />

tesina finale del corso universitario.<br />

La maggior difficoltà è stata con<br />

quest’ultima: non riuscivo a trovare né<br />

materiale bibliografico né persone che<br />

ne sapessero qualcosa.<br />

Che fare? Se il Signore chiede<br />

qualcosa, deve darne anche la grazia.<br />

Lui è il più logico che ci sia: non chiede<br />

mai cose del tutto impossibili.<br />

Bisogna solo chiedergliele. E chiedergliele.<br />

E avere fiducia.<br />

Ho pensato che la possibilità e il<br />

desiderio di condividere e il bene e le<br />

difficoltà, fossero dei „dadi” per la costruzione<br />

dello spirito di famiglia<br />

nell’Unione. Ed ho scritto una breve<br />

lettera con richiesta di preghiera, una<br />

lettera a tutte le sorelle che hanno indirizzo<br />

di posta elettronica.<br />

Mi hanno fatta commuovere le risposte<br />

che mi sono pervenute; sono arrivate<br />

perfino dall’India e dal Pakistan.<br />

Tutte mi davano coraggio e mi inducevano<br />

ad aver fiducia nella forza <strong>della</strong><br />

grazia divina.<br />

Il vento dietro le spalle<br />

48<br />

Allora ho sentito in modo particolarmente<br />

forte il sostegno fraterno. Ho<br />

trovato i testi adatti, mi sono venute le<br />

idee per la realizzazione dei progetti<br />

che dovevo fare. Ho passato ore e ore<br />

al computer e avevo l’impressione di<br />

correre, come spinta da un vento che<br />

mi soffiava dietro le spalle.<br />

Da ieri la mia tesina sta già all’università<br />

ad aspettare l’esame finale!!!<br />

*<br />

Deo gratias!<br />

A voi, carissime, grazie di cuore!<br />

In particolare alle sorelle <strong>della</strong> mia comunità,<br />

che si sono fatte in due e in tre<br />

per lasciarmi il maggior tempo possibile<br />

per scrivere.<br />

SABINA<br />

Cracovia<br />

giugno 2011<br />

* Nota di Redazione dell’ultima ora:<br />

l’esame finale è stato superato con il<br />

massimo dei voti.


Credo di non essere il solo ad essersi<br />

interrogato sulla sorprendente<br />

partecipazione dei giovani che, con serena<br />

audacia, affrontavano le ore di attesa<br />

per un velocissimo omaggio al loro<br />

padre e amico<br />

Karol che, da<br />

quell’insolita cattedra<br />

continuava<br />

a tessere con loro<br />

uno stupendo<br />

dialogo d’amore.<br />

Un’atmosfera di<br />

pace regnava sovrana<br />

dopo che le<br />

umane soff e r e nze,<br />

sconfitte dal<br />

sonno <strong>della</strong> morte,<br />

avevano definitivamentelasciato<br />

il campo.<br />

Cosa cercavano<br />

quei giovani?<br />

Quale importante<br />

messaggio<br />

desideravano offrirci?<br />

Possiamo raccogliere qualche<br />

monito per orientare le nostre responsabilità?<br />

Quale risposta approntare per<br />

il bisogno di paternità che, in tanti,<br />

chiaramente manifestavano? Queste<br />

ed altre domande si facevano strada<br />

nel mio cuore e credo nel cuore di tanti<br />

uomini di buona volontà. Tenterò,<br />

esternando qualche modesta riflessio-<br />

Profumo di eternità<br />

49<br />

Amici scrivono<br />

ne, di contribuire alla ricerca di risposte<br />

valide a chiarire i contorni di un<br />

evento così eccezionale.<br />

La nostra civiltà cerca in tutti i<br />

modi di demonizzare<br />

due realtà<br />

con le quali,<br />

prima o poi,<br />

dobbiamo confrontarci:<br />

la sofferenza<br />

e la morte.<br />

La tendenza<br />

a nascondere, a<br />

creare filtri, ad<br />

ovattare, ad impostare<br />

il nostro<br />

quotidiano misconoscendo<br />

la<br />

s o fferenza e la<br />

morte, ci introduce<br />

solo su una<br />

scena dove si recita<br />

la farsa dell’uomo<br />

che si<br />

ostina a chiudere<br />

gli occhi su esperienze così importanti.<br />

Giovanni Paolo II ha avuto il grande<br />

merito di mostrare al mondo come<br />

la sofferenza possa essere occasione di<br />

feconda testimonianza diventando momento<br />

di ricerca, di crescita spirituale<br />

che fa germogliare, nascere e maturare


Amici scrivono<br />

sentimenti di gioioso sacrificio, di<br />

compassione e di donazione gratuita<br />

tanto necessari e insostituibili per la<br />

redenzione <strong>della</strong> nostra società.<br />

La sua morte poi introduceva inevitabilmente<br />

i giovani alla presa di coscienza<br />

di qualcosa che superava gli<br />

orizzonti terreni.<br />

Un profumo di eternità aleggiava<br />

lungo l’interminabile fila all’interno<br />

<strong>della</strong> basilica di S. Pietro e in tutte le<br />

case dove un televisore veniva sintonizzato<br />

per seguire l’evento che aveva<br />

catalizzato l’attenzione di tutto il<br />

mondo.<br />

Prima la sofferenza e poi la morte<br />

avevano reso possibile l’impossibile,<br />

avevano travolto tutte le resistenze, lasciavano<br />

gran parte del mondo laico a<br />

vivere l’esperienza di un disorientamento<br />

incapace di mettere ragioni valide<br />

sull’altro piatto <strong>della</strong> bilancia.<br />

50<br />

Un profumo di eternità puntualmente<br />

veniva liberato quando, durante<br />

le giornate mondiali <strong>della</strong> gioventù,<br />

Giovanni Paolo II cercava di orientare<br />

il cuore dei giovani verso quei traguardi<br />

lontani anni luce per chi sceglie il<br />

sentiero dell’esperienza materialistica.<br />

Traguardi invero difficili, ma che<br />

non sono riusciti a disperdere i giovani,<br />

anzi li hanno portati ad apprezzare<br />

tutta la grandezza del messaggio cristiano<br />

e, giorni fa, li hanno condotti ad<br />

affrontare interminabili ore di fila per<br />

catturare ancora un’emozione, per fissare,<br />

per sempre, nei loro cuori il volto<br />

di un profeta che aveva speso tutte<br />

le sue energie per cercarli.<br />

Un profumo di eternità capace di<br />

ridimensionare tutti i surrogati che<br />

l’uomo va cercando di costruirsi nel<br />

tentativo di dare una risposta al senso<br />

<strong>della</strong> propria vita.<br />

NICOLA SAJEVA


51<br />

Adozioni a distanza<br />

Una missionaria educatrice cosa può sognare di più appassionante, se non una marea<br />

di giovani? Sa che a loro bisogna andare e su loro bisogna puntare per il futuro...<br />

Caro amico, con la somma minima di € 180,00<br />

potrai assicurare a un bambino o ad una bambina,<br />

dell’India o del Pakistan, il necessario per una vita dignitosa<br />

e la possibilità di studiare per tutto l’anno.<br />

Riceverai le foto e tutti i dati del bambino,<br />

insieme alle notizie necessarie per metterti in contatto con lui,<br />

se vuoi, tramite le nostre <strong>Missionarie</strong>.<br />

Puoi fare la tua offerta anche in più rate durante l’anno, usando il bollettino<br />

di conto corrente postale allegato a questa rivista.<br />

Grazie <strong>della</strong> tua generosità e delle tue preghiere!


Libri<br />

È un testo che dà una mano ai genitori che non vogliono<br />

lasciare soli i figli nell’avventura dell’incontro con internet.<br />

Un libro che vuole tracciare una mappa delle potenzialità e<br />

allo stesso tempo dei rischi dello strumento internet nelle mani<br />

dei nostri ragazzi. Un’analisi semplice e sintetica, ma suffragata<br />

dal confronto con esperti e autorità del mondo dell’informatica,<br />

che possa essere una guida per aiutare i genitori a<br />

traghettare in sicurezza i loro figli nell’esperienza di navigazione<br />

nella rete.<br />

Il denaro nell’analisi di uno psichiatra e non di un economista,<br />

dunque di chi si occupa di salute <strong>della</strong> mente e non<br />

di tecniche per garantire il benessere economico dell’individuo<br />

e dell’intera comunità. E in questa invasione di campo<br />

si scopre che il denaro è fonte di malattia. Per chi è povero<br />

ma anche per chi ha i forzieri pieni. Vite che ruotano intorno<br />

ai soldi, al desiderio di possederli, alla paura di perderli:<br />

l’ossessione, la dipendenza, l’angoscia, il lutto... si finisce<br />

per ridurre una società al denaro come misura del valore non<br />

solo delle cose, ma <strong>della</strong> stessa persona.<br />

L’uomo a una sola dimensione.<br />

Nel nostro tempo appare sempre più diffusa la percezione<br />

che la società contemporanea si trovi dinnanzi ad una vera<br />

e propria “emergenza educativa”. A tale percezione, talora<br />

segnalata pubblicamente con toni allarmati, segue puntualmente<br />

l’invito per un impegno, non solo pratico, ma anche<br />

e prima ancora scientifico e culturale, di approfondimento<br />

previo all’azione, al fine di porre rimedio ad una situazione<br />

che pare degenerare ulteriormente e che mette in pericolo<br />

la convivenza sociale, compromettendo anche il futuro delle<br />

più giovani generazioni.<br />

52


Perchè il messaggio di felicità che Gesù ha portato sulla<br />

terra non fa più breccia nel cuore dei giovani? Perchè i nostri<br />

ventenni stanno alla larga dalle pratiche di fede e di preghiera?<br />

Il libro interroga sul serio l’inedito che il modo di vivere<br />

e di credere/non credere dei giovani manifesta. Individua così<br />

al fondo del loro cuore la ferita di un grido di speranza, in<br />

mezzo a una società che ama più la giovinezza che i giovani.<br />

L’idea di missione in uno dei luoghi precipuamente destinati<br />

alla educazione, oltre che alla formazione, cioè la<br />

scuola, esprime bene il concetto <strong>della</strong> funzione altissima che<br />

ogni educatore ha, ma che in sé ha ogni uomo che viene al<br />

mondo, di interrelarsi con l’altro e con gli altri.<br />

Le pagine che seguono contengono una raccolta di pensieri<br />

di Luigia Tincani sull’educare; sono come tante tessere<br />

di un mosaico: leggendole e meditandole si percepisce alfine<br />

il grande disegno dell’opera di umanizzazione - che per i credenti<br />

è anche autentica evangelizzazione - che l’azione educativa<br />

è chiamata a realizzare, ed alla quale i Vescovi italiani<br />

invitano tutta la comunità cristiana a riflettere ed impegnarsi<br />

per il prossimo decennio.<br />

53<br />

Libri<br />

A cinque anni dalla sua improvvisa dipartita (2 aprile<br />

2006), nella suggestiva concomitanza del Suo anniversario<br />

con la Pasqua (24 aprile 2011), il dono offerto dai figli alla<br />

Mamma, agli allievi e agli innumerevoli amici, di una<br />

Memoria sempre più viva e sempre più luminosa, indelebilmente<br />

impressa nei cuori di chi l’ha conosciuto.


Nella pace del Signore<br />

Raccomandiamo alla preghiera di tutti nostri familiari e persone care<br />

ritornati alla casa del Padre.<br />

Il Signore accolga tutti nell’abbraccio <strong>della</strong> Sua misericordia e conforti<br />

quanti su questa terra soffrono per il dolore del distacco:<br />

- LORENZO MAZZOTTA<br />

fratello di Mons. Guido.<br />

- GABRIELLA SCHIAVINA<br />

collaboratrice per più di trent’anni nel nostro Istituto Carlo Tincani<br />

di Bologna.<br />

- MANUELA MOCCHIUTTI<br />

per alcuni decenni fedele segretaria in vari uffici <strong>della</strong> LUMSA di<br />

Roma.<br />

- Una sorella e il cognato <strong>della</strong> nostra Consorella Dorothy Batthy. (Pakistan)<br />

- LUIGI ROVERSELLI<br />

padre <strong>della</strong> nostra consorella Carla, molto affezionato alla nostra<br />

Famiglia religiosa.<br />

- Prof. LUCIANO SIMONI<br />

Università “ALMA MATER” di Bologna e da qualche decennio<br />

docente presso il nostro Istituto “Carlo Tincani” di Bologna.<br />

54


ALTAVILLA SILENTINA: Rosaria Reina;<br />

BOLOGNA: Luciano Simoni;<br />

COMO: Elvira Broggi Compare;<br />

FALCADE: Gemma De Pellegrini;<br />

MATERA: Giacinta Turi;<br />

ROMA: Luciana Fantini; Nunzia Ardizzone;<br />

Paola e Lino Araimo; Maria Teresa<br />

Ferrara Orofalo;<br />

S. A N D R E A DI CONZA: Filomena<br />

Mstrodomenico;<br />

PER LE MISSIONI IN INDIA,<br />

IN PAKISTAN E IN POLONIA<br />

(Offerte, Adozioni a distanza,<br />

Borse di Studio)<br />

ALBA ADRIATICA: Maria Felicioni;<br />

BARI: Giacomo Metta;<br />

BOLOGNA: Tiziana Sassoli; Stefano<br />

Sassoli; Luciano Simoni;<br />

BRESCIA: Marcella Rivetta Canciani;<br />

Paola Bonzi;<br />

C A LTA B E L L O T TA: Ins. M. Colletti<br />

Augello e Alunni;<br />

CECCHINA: Maria Cristina Ruta;<br />

CINGOLI: Elia Violoni;<br />

CITTA’ DI CASTELLO: Fam. Massimo<br />

Tacchini;<br />

CUNEO: Giulio e Anna Picollo;<br />

FOGGIA: Lucia Di Gioia;<br />

GAMBATESA: Maria Verde;<br />

GELA: Luigia Narbone;<br />

ISERNIA: Famiglia Iadisernia;<br />

M A C E R ATA: Maurizio Cingolani;<br />

Giuliana Caldarelli; Amalia Benassi;<br />

MONTEMARCIANO: Associazione di<br />

Solidarietà Onlus;<br />

NOVENTA VICENTINA: U. Santimaria;<br />

E. Vendramin;<br />

OLANDA: Gruppo OIKOS;<br />

PALERMO: Rosa e Franco Viola; Vincenzo<br />

Lo Presti; Roberto Boscaino e Gabriele<br />

Boscaino (in memoria <strong>della</strong> zia Maria<br />

Concetta Casiglia); Clara ed Enrico<br />

Procenzano;<br />

Offerte per l’Arbore <strong>della</strong> Carità<br />

55<br />

PARIGI: Mario Loriedo;<br />

PEDEMONTE: Famiglia Sadler;<br />

PERA DI FASSA: Elsa Bernard Vian;<br />

PEZZE DI GRECO – FASANO: Domenica<br />

Barletta;<br />

POLLENZA: Stefania e Renzo Properzi;<br />

REGGIO CALABRIA: Famiglia Morrone;<br />

R E Z Z ATO: Eugenia Cerutti; A n t o n i e t t a<br />

Cerutti; Maria Anodal Bonzi;<br />

RIBERA: Nicola Sajeva;<br />

ROMA: Alberto Pettorossi; Maria<br />

Elisabetta Spanedda; Chiara Mazza;<br />

Nicola Bruni; Sabino Losito; Gerolama<br />

Addis Visconti; Marcella Apuzzo; Rita<br />

Mazza; Bruna Marro e Rosario Carello;<br />

Giuseppe Dalla Torre; Clara Garampi;<br />

Francesco Ramiconi; Stefano Defalchidu;<br />

Pina Gambelli; Gabriella Corbellini;<br />

Graziella Trippa Paddeu;<br />

R O S E TO DEGLI ABBRUZZI: Santina<br />

Rampa;<br />

S. A N D R E A DI CONZA: Filomena<br />

Mstrodomenico;<br />

S. GIOVANNI LA P U N TA: A n t o n e l l a<br />

Raibaldi; Maria Grazia Reibaldi<br />

Finiguerra;<br />

S. SEVERINO MARCHE: Elide Violoni;<br />

TA R A N TO: Diega Aguanno; Saverio<br />

Galizia; Maria Albano; Concetta Spano;<br />

Nicola e Teresa Sebastio;<br />

TORTONA: Maria Teresa Aliberti Mongini;<br />

VESCOVATO: Luigina Scandolara;<br />

V I L L A CASTELLI: Eleonora Miccoli;<br />

Domenico Giovane; Francesco Giovane;<br />

PER LA CAUSA DI<br />

CANONIZZAZIONE <strong>DELLA</strong><br />

MADRE TINCANI<br />

ALBIOLO: Edoardo Pandolfi;<br />

ROMA: Maria Teresa Ferrara Orofalo;<br />

Gerolama Addis Visconti; Roberto<br />

Felicetti.


Sotto la protezione <strong>della</strong> Mater unitatis<br />

poniamo tutto il popolo italiano, perchè<br />

il Signore gli conceda i doni inestimabili<br />

<strong>della</strong> pace e <strong>della</strong> fraternità e,<br />

quindi, dello sviluppo solidale. Aiuti le<br />

forze politiche a vivere anche l’anniversario<br />

dell’Unità come occasione<br />

per rinsaldare il vincolo nazionale e<br />

superare ogni pregiudiziale contrapposizione:<br />

le diverse e legittime sensibilità,<br />

esperienze e prospettive possano<br />

ricomporsi in un quadro più ampio per<br />

cercare insieme ciò che veramente<br />

giova al bene del Paese.<br />

L’esempio di Maria apra la via a una<br />

società più giusta, matura e responsabile,<br />

capace di riscoprire i valori<br />

profondi del cuore umano. La Madre<br />

di Dio incoraggi i giovani, sostenga le<br />

famiglie, conforti gli ammalati, implori<br />

su ciascuno una rinnovata effusione<br />

dello Spirito, aiutandoci a riconoscere e a seguire anche in questo tempo il<br />

Signore, che è il vero bene <strong>della</strong> vita, perchè è la vita stessa. Di cuore benedico<br />

voi e le vostre comunità.<br />

Messaggio di Benedetto XVI<br />

Basilica S. M. Maggiore<br />

25 maggio 2011

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