L'ARBORE DELLA CARITÀ - Missionarie della Scuola
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Educare alla priorità <strong>della</strong> persona<br />
dalla persona e tornando sempre ai<br />
rapporti delle persone tra loro e con<br />
Dio» 1 .<br />
Si domanda dove compiere questo<br />
servizio di formazione e riscopre la<br />
scuola come soggetto di missione e<br />
nella scuola un rapporto interpersonale<br />
vero e profondo tra maestro e discepolo.<br />
La cura delle relazioni interpersonali<br />
è per la Tincani la via principale<br />
che può far prendere coscienza alla<br />
creatura <strong>della</strong> sua grandezza, perciò<br />
coglie tutte le occasioni per educare a<br />
conoscere se stessi per realizzarsi, crescere<br />
come persona completa, rispettando<br />
l’originalità soggettiva di ciascuno,<br />
sempre unico e sempre irrepetibile,<br />
dare, come creatura, il massimo<br />
di gloria al Creatore.<br />
La visione antropologica cristiana<br />
è presupposto per un tipo di educazione<br />
veramente formante, che oggi è tanto<br />
più necessaria quanto più è difficile<br />
offrire e far accogliere i principi più<br />
veri e più belli riguardanti la persona<br />
umana. Tutti ci poniamo l’interrogativo<br />
di come comunicare e di come far<br />
volere, di come far passare il discepolo<br />
dal sapere al volere. Accanto agli inviti<br />
autorevoli che giungono dal Papa,<br />
dai Vescovi, dagli studiosi di diverse<br />
discipline ed estrazioni, si levano oggi<br />
qua e là voci di educatori sinceri e desiderosi<br />
di salvare la dignità <strong>della</strong> persona<br />
e il domani dell’umanità: esse<br />
1 Cf. G.B.Montini, Coscienza universi -<br />
taria, in «L’Arbore <strong>della</strong> carità», V-VI, 1978.<br />
8<br />
esprimono desideri e proposte concrete<br />
per una umanizzazione dell’insegnare<br />
che sola può aiutare i giovani.<br />
Per strade diverse c’è un approdo concorde,<br />
non sempre voluto, all’invito<br />
del Vangelo che indica nell’amore e<br />
nella verità dei rapporti la possibilità<br />
di una crescita. Ho ascoltato qualcuna<br />
di queste voci. Mi imbatto per esempio<br />
in un’intervista interessante in cui<br />
Walter Binaghi, che si è occupato di<br />
“controcultura” e di movimenti giovanili<br />
e oggi insegna, alla domanda su<br />
come intende portare nella scuola il<br />
suo pensiero sull’educare, risponde:<br />
«La conoscenza delle discipline e la<br />
strategia didattica sono indispensabili<br />
per un insegnante, ma non sufficienti,<br />
se non sa sviluppare un’empatia nei<br />
confronti degli alunni. L’educazione è<br />
una missione impossibile se manca un<br />
incontro che sia veramente personale,<br />
fatto di curiosità intellettuale, ma anche<br />
di affetto, di quella “paternità” che<br />
la relazione adulto-adolescente implica,<br />
e di cui i ragazzi, anche quando<br />
non la chiedono esplicitamente, sentono<br />
molto la mancanza se non la trovano.<br />
Si impara poco da chi pretende di<br />
eseguire asetticamente una programmazione,<br />
e invece si impara molto da<br />
chi è sentito come esistenzialmente coinvolto<br />
nel proprio percorso di vita» 2 .<br />
La Tincani coglie dall’inizio <strong>della</strong><br />
sua esperienza di educatrice quest’esigenza<br />
di relazioni profonde tra edu-<br />
2 W. Binaghi, E d u c a re:missione im -<br />
possibile?, www.zenit.org/rssitalian-26841.