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DA VEDERE<br />
ARTA ntis.<strong>info</strong><br />
Il Guggenheim<br />
L’avanguardia americana 1945-1980<br />
di Massimiliano Alberico Grasso<br />
La difficoltà maggiore per un fruitore che si avvicina al mondo<br />
dell’arte è concepire e far propria un‘opera astratta o <strong>info</strong>rmale.<br />
Da sempre la domanda più frequente che ci si pone è<br />
cosa voglia trasmettere l’artista con un determinato tipo di<br />
lavoro, privo di figure, di forme, di elementi ben decodificabili.<br />
Per gli addetti ai lavori verrebbe spontaneo affermare che,<br />
dinnanzi ad un’opera, qualsiasi sia la natura, bisognerebbe<br />
lasciarsi andare, mettere da parte il razionale e lasciare libero<br />
sfogo al sentimento. In poche parole: far propria l’opera<br />
con cui si è entrati in contatto. Purtroppo, nella maggior parte<br />
dei casi, lo spettatore privo di conoscenza, ma comunque<br />
sensibile, non riesce a relazionarsi nelle modalità più semplici<br />
come quelle appena descritte. Oggi viviamo in un tempo<br />
in cui la conoscenza della storia in generale si è fermata, o<br />
meglio, si è preoccupata di istruire e tramandare quello che<br />
ha interessato una parte del nostro tempo, creando quasi un<br />
limite invalicabile che non va oltre la barriera della Seconda<br />
Guerra Mondiale. Successivamente è come se la storia<br />
si fosse fermata e di conseguenza anche il tempo. La causa<br />
sarebbe da ricercare in quella più lontana formazione primaria<br />
che, non curante dei processi storico-evolutivi succedutisi<br />
dalla seconda metà del Novecento, ci ha resi insensibili e mal<br />
predisposti a recepire le trasformazioni socio culturali che,<br />
all’avviso di molti, potrebbero apparire irrilevanti ma che, al<br />
contrario, hanno modificato l’assetto globale e socio-culturale<br />
del mondo attuale. Per l’arte il discorso non è poi così<br />
differente. Infatti, effettuando un’analisi temporale, l’Astrattismo<br />
con tutte le correnti ad esso collegate, resta una tecnica<br />
assai recente, che si diffonde a partire dai primi decenni del<br />
XX sec. L’espressione massima esplode tonante a partire dagli<br />
anni ‘50 con il confluire di diverse correnti culturali nell’Espressionismo<br />
Astratto, tipico movimento americano.<br />
8 Gift, The Mark Rothko Foundation, Inc., 1986<br />
ture cromatiche date dai gesti spontanei tipici del lavoro di<br />
9<br />
Quest’anno è possibile usufruire di un approfondimento culturale<br />
in grado di illustrare in maniera esauriente il percorso<br />
evolutivo dell’arte e delle avanguardie che hanno caratterizzano<br />
gli anni compresi tra il 1940 e il 1980. Infatti con il<br />
nuovo anno si apre una la stagione dedicate alle grandi<br />
mostre internazionali. Dal 7 febbraio è visitabile al Palazzo<br />
delle Esposizioni di Roma Il Guggenheim. L’avanguardia<br />
Americana 1945-1980: sessanta capolavori della collezione<br />
permanente della Solomon R. Guggenheim Foundation.<br />
La mostra, curata da Lauren Hinkson, ripercorre quasi quarant’anni<br />
di tendenze contemporanee che caratterizzarono<br />
la seconda metà del ‘900, con opere dei più grandi maestri<br />
dell’avanguardia americana. Più di 50 gli artisti in esposizione<br />
come Jackson Pollock, Mark Rothko, Roy Linchtenstein,<br />
Andy Warhol, Richard Serra, Chuck Close.<br />
Mark Rotko (1903-1970)<br />
Untitled, 1947<br />
olio su tela, cm 121x90,1<br />
Solomon R. Guggenheim Museum, New York<br />
Il Guggenheim. L’avanguardia americana 1945-1980, con le<br />
opere di questi artisti, effettua in maniera dettagliata e assai<br />
meticolosa, una panoramica significativa sulla storia artistica<br />
del paese, rimarcando in maniera sostanziale i movimenti<br />
dell’arte statunitense, dall’Espressionismo Astratto alla Pop<br />
Art, dal Minimalismo al Post Minimalismo, dall’Arte Concettuale<br />
al Fotorealismo. Attraverso una straordinaria selezione<br />
(proveniente dall’intero circuito Guggenheim, Solomon<br />
Guggenheim di New York, Peggy Guggenheim di Venezia,<br />
Guggenheim Museum di Bilbao), di opere pittoriche, scultoree,<br />
fotografiche, viene esaminato un particolare periodo<br />
segnato da sfide radicali senza precedenti, contro quella tradizione<br />
consolidata dell’arte canonica troppo statica per il<br />
XX secolo. La mostra è divisa in sei sezioni. Il percorso si avvia<br />
con gli anni immediatamente successivi alla seconda Guerra<br />
Mondiale, quando l’Espressionismo Astratto iniziò a diffondersi<br />
attirando le attenzioni internazionali su un gruppo di artisti attivi<br />
a New York, così da rendere gli Stati Uniti il centro globale<br />
dell’arte moderna. Nelle prime sale ci si confronta con gli approcci<br />
ancora ingenui di questo gruppo di giovani talentuosi<br />
che iniziavano a relazionarsi con l’astrattismo. Infatti L’Espressionismo<br />
Astratto convogliava in esso, una fervida cerchia<br />
di correnti culturali, tanto da rendere New York la capitale<br />
dell’avanguardia. Molti dei nomi presentati in mostra devono<br />
il proprio successo alla Art of This Century, celebre galleriamuseo<br />
fondata da Peggy Guggenheim, nipote del più famoso<br />
Solomon. Ella ebbe un ruolo fondamentale nel panorama<br />
artistico di quegli anni, contribuendo con la sua galleria a<br />
creare un luogo ideale per il dialogo tra due generazioni a<br />
confronto: quella proveniente dagli artisti dell’avanguardia<br />
Jackson Pollock (1912-1956)<br />
Untitled (Green Silver), 1949<br />
smalto e vernice alluminio su carta applicata su tela, cm 57,8 x 78,1<br />
Solomon R. Guggenheim Museum, New York<br />
Gift, Sylvia and Joseph Slifka, 2004<br />
europea, rifugiatisi in America per sfuggire alla guerra, e la<br />
giovane generazione formata da nomi ancora sconosciuti ai<br />
più, come William Baziones, Arshile Gorky, Robert Morherwell,<br />
Jackson Pollock e Mark Rothko. Un gruppo diventato collettivamente<br />
noto come New York School. La terza sezione è<br />
occupata dalle nuove tendenze della pittura astratta degli<br />
anni ‘50 , dove gli artisti come Frank Stella o Kenneth Noland<br />
si distaccarono dalla corrente espressionista della New York<br />
School per volgere la ricerca sui valori fondamentali della<br />
pittura e i suoi elementi: linea, campitura, forma, colore. Prediligendo<br />
la geometria e la precisione, evitarono le sfuma-<br />
Pollock o de Kooning. Il percorso continua giungendo agli<br />
anni ‘60 e all’avvento della Pop Art. Rinnegati nuovamente i<br />
principi della scuola di New York, lontani dalle ideologie estetiche<br />
naturali da essa professata, pionieri della new art come<br />
Andy Warhol e Roy Linchenstein decisero di sconvolgere<br />
sfrontatamente il panorama culturale, facendo dell’estetica<br />
mediatica il punto di forza di un nuovo movimento che segnerà<br />
il corso della storia dell’arte. Il mondo commerciale, la<br />
stampa commerciale, il prodotto industriale, seriale, entrano<br />
prepotentemente nell’arte figurativa. Ciò che ne deriva è un<br />
artefatto figlio della politica di mercato, imitazione o mistificazione,<br />
di una società consumistica. Provocazione e critica<br />
della cultura popolare. Quinta e sesta sezione della mostra<br />
sono dedicate alle correnti che caratterizzarono primi anni<br />
sessanta: il Minimalismo, il Post minimalismo, l’Arte Concettuale<br />
e i primi collezionisti che si appassionarono al nuovo<br />
concetto di arte ( Robert Mangoll, Robert RYman, Dan Flavin,<br />
Donald Judd). Tra gli italiani emerge la figura del conte<br />
Giuseppe Panza di Biumo, che concentrò nella residenza<br />
di famiglia a Varese una delle più vaste collezioni di opere<br />
minimaliste, postminimaliste, concettuali. Tra le tante eredità<br />
della Pop Art va ricordata la pittura foto realista a cui è dedicata<br />
la sezione finale della mostra. Artisti come Robert Bechtle,<br />
Tom Blackwell, e Richard Estes ricorrono alla fotografia per<br />
documentare le <strong>info</strong>rmazioni, successivamente trasposte su<br />
tele di grandi dimensioni, realizzata con la tecnica ad olio<br />
e riprodotte a mano con precisione estrema. Nel perseguire<br />
obiettivi molto vicini il Fotorealismo deve molto alla Pop Art,<br />
differenziandosi però dal non voler trasmettere messaggi<br />
provocatori e ironici, ma bensì un’obiettività paragonabile<br />
alla neutralità meccanica della fotografia.<br />
Roy Lichtenstein (1923-1997)<br />
Grrrrrrrrrrr!!, 1965<br />
olio e magna su tela, cm 172,7 x 142,5<br />
Solomon R. Guggenheim Museum, New York<br />
Gift of the artist, 1997 Andy Warhol (1928-1987)<br />
Orange Disaster #5, 1963<br />
smalto acrilico e serigrafia su tela<br />
cm 269,2 x 207<br />
Solomon R. Guggenheim Museum, New York<br />
Gift, Harry N. Abrams Family Collection, 1974<br />
Charles Bell (1923-1997)<br />
Gum Ball No. 10: “Sugar Daddy”, 1975<br />
olio su tela, cm 167,6 x 167,6<br />
Solomon R. Guggenheim Museum, New York<br />
Purchased with funds contributed by Stanley and Sheila Cooper, 1975<br />
Il Guggenheim. L’avanguardia americana 1945-1980, ennesima<br />
lodevole iniziativa firmata Palazzo delle Esposizioni e<br />
Guggenheim. Quest’ultima dal 1937 attraverso la Solomon<br />
R. Guggenheim Foundation, si dedica alla promozione della<br />
comprensione e conoscenza dell’arte moderna e contemporanea.<br />
Attualmente fanno parte del circuito il Guggenheim<br />
Museum di New York, Peggy Guggenheim Collection<br />
di Venezia, Guggenheim Museum di Bilbao, The Deutsche<br />
Guggenheim di Berlino.<br />
7 febbraio - 6 maggio 2012<br />
Palazzo delle Esposizioni<br />
Via Nazionale, 194 - 00184 Roma<br />
www.palazzoesposizioni.it