COPIA IN ABBONAMENTO - Il Resto

“Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, S1/MT ” 

Anno III | Numero 103 | 17 dicembre 2011 

ISSN 2038-0208 

00103 

9 772038 020008 

Rifiuti zero: si può anche nei nostri comuni. L’esempio di Modugno 

Alsia Basilicata: storia di una gestione davvero “straordinaria” 

L'INFORMAZIONE SUL TERRITORIO 

COPIA IN ABBONAMENTO 

L’inchiesta altamurana dimostra secondo gli inquirenti una situazione così radicata sul territorio 

murgiano che fa riflettere. Nelle 228 pagine del fascicolo decine di nomi di imprenditori, politici, 

anche carabinieri. Tutti collusi o tutti vittime? Intanto vengono fuori importanti collegamenti con 

la ‘ndrangheta calabrese e la camorra campana. 

www.ilresto.tv 

OGNI SABATO IN EDICOLA 

ALTAMURA 

Tresca: “Basta con 

questa giunta 

spazio ai tecnici” 

MATERA 

Cattedrale: 7 secoli 

di storia dimenticati 

in 6 anni 

GRAVINA 

Verso il voto 

continua lo scontro 

nel Pd 

SANTERAMO 

Non solo biomasse 

accerchiati dalle 

energie alternative 

CASSANO 

La storia infinita del 

“giardino privato” 

della Pro Loco 

BITONTO 

Tutto pronto per 

il park & ride. Ma 

servirà? 

MODUGNO 

Altra tegola sul 

Comune: Scognamillo 

denuncia il sindaco 

BITETTO 

Parcometri e Ztl 

prove di moderna 

viabilità 

BINETTO 

Il Comune “taglia” 

le luminarie natalizie 

PALO 

Criminalità: il prefetto 

“studia” il caso Palo 

GRUMO 

Astronave dei rifiuti 

Sel attacca il sindaco 

di Cassano 

TORITTO 

Case di via Da 

Vinci, Geronimo 

“Un successo della 

comunità”

■ Ogni cosa 

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4 | iL RESTO settimanale | 10 dicembre 2011



ISSN 2038-0208 

00102 00102 

9 772038 020008 

Ri uti zero: si può anche nei nostri comuni. L’esempio di Modugno 

Alsia Basilicata: storia di una gestione davvero “straordinaria” 

L’inchiesta altamurana dimostra secondo gli inquirenti una situazione così radicata sul territorio 

murgiano che fa ri ettere. Nelle 228 pagine del fascicolo decine di nomi di imprenditori, politici, 

anche carabinieri. Tutti collusi o tutti vittime? Intanto vengono fuori importanti collegamenti con 

la ‘ndrangheta calabrese e la camorra campana. 



2,00 euro 1,00 euro 

ALTAMURA 

Tresca: “Basta con 

questa giunta 


MATERA 

Cattedrale: 7 secoli 

di storia dimenticati 

in 6 anni 


Verso il voto 

continua lo scontro 

nel Pd 

SANTERAMO 

Non solo biomasse 

accerchiati dalle 

energie alternative 

CASSANO 

La storia infinita del 

“giardino privato” 

della Pro Loco 

BITONTO 


il park & ride. Ma 

servirà? 

MODUGNO 

Altra tegola sul 

Comune: Scognamillo 

denuncia il sindaco 

BITETTO 

Parcometri e Ztl 

prove di moderna 

viabilità 




PALO 

Criminalità: il prefetto 

“studia” il caso Palo 

GRUMO 

Astronave dei rifiuti 

Sel attacca il sindaco 

di Cassano 

TORITTO 

Case di via Da 

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comunità” 

DIRETTORE 

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REDAZIONE 

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IN QUESTO NUMERO 

HANNO COLLABORATO 

Giuseppe PROGGI 

Luigi MAZZOCCOLI 

Marino PAGANO 

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Francesco P. CAMBIONE 

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Lucia CARBONARA 

Donata PELLEGRINO 

Carmine ERRICO 

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Roberto PAGLIARULO 

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Antonella TERRANOVA 

Paolo CARLUCCI 

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Il Resto settimanale 

testata registrata 

al tribunale di Matera 

al n.5 del 2009 

Numero chiuso in redazione 

il 7 dicembre 2011 alle ore 01.28 


Da isola felice a inferno dantesco 

E’ un’operazione 

giornalisticamente scorretta 

ma editorialmente fruttuosa 

(in termini di copie vendute) 

quella di prendere stralci 

dell’ennesimo fascicolo sulle 

presunte commistioni tra 

mafia, politica e imprenditoria 

ad Altamura e dintorni e 

sbatterli a casaccio sulle 

pagine dei giornali. In questo 

momento forse il lettore ha 

più bisogno di capire se il suo 

vicino di casa è un boss che 

di sbirciare dal buco della 

serratura delle intercettazioni 

telefoniche e ambientali. 

E allora è questo il servizio 

che dobbiamo provare a 

rendere. Sì, perché in quel 

fascicolo ci sono finiti tanti di 

quei nomi eccellenti (e altri 

ne verranno fuori a breve) 

che questa parte di Murgia 

rischia di trasformarsi, 

almeno nell’immaginario 

collettivo, da “isola felice” in 

“inferno dantesco”. Poiché 

per non essere inghiottiti dal 

modernismo sfrenato di questi 

tempi dobbiamo sempre 

ricordare i consigli dei nostri 

nonni, la loro esperienza 

ci insegna che la verità sta 

spesso nel mezzo. E allora 

noi abbiamo provato solo 

a mettere ordine in quelle 

carte tenendo presente che 

quest’altra inchiesta, già in 

fase pre-processuale, è stata 

ridimensionata dal Gip. Poco 

male, le ricostruzioni sono 

ben circostanziate e ci sono 

un gran numero di prove, ma il 

grande interrogativo è questo: 

premesso che c’era un clan che 

controllava tutto, chi ne faceva 

parte e chi invece, per timore, 

aveva nei suoi confronti un 

atteggiamento neutrale 

editoriale 

di Saverio Ricci 

se non accondiscendente? 

Questa risposta potrà essere 

data solo dopo che saranno 

resi noti tutti gli altri faldoni 

dell’infinita inchiesta. 

Un particolare, però, presi 

dalla foga di sbattere i vari 

mostri in prima pagina, 

è sfuggito quasi a tutti. I 

collegamenti documentati 

tra la mafia murgiana, la 

‘ndrangheta calabrese 

e la camorra campana. 

Collegamenti che significano 

soprattutto traffico di armi 

da guerra, di droga e (badate 

bene) di rifiuti. Quei rifiuti 

che probabilmente sono 

seppelliti in tante parti della 

nostra splendida Murgia, 

che inquinano le nostre falde 

e che ci trasmettono chissà 

quali patologie. Che non sia 

questo l’ultimo girone di 

questo inferno dantesco? 

skype: ilresto 

Chiama direttamente dal tuo pc Il Resto redazione 

NOVITÀ 


Anno III | Numero 72 | 30 aprile 2011 www.ilresto.tv 



intervista vista esclusiva esclusiva al al al al cardinal cardinal cardinal cardinal Ruini Ruini Ruini Ruini 

Il Il Il ricordo ricordo ricordo di di di Giovanni Giovanni Giovanni Paolo Paolo Paolo II II II intervista inte esclusiva al cardinal Ruini 

L'INFORMAZIONE L'INFORM 

SUL TERRITORIO 

tutti i nostri numeri arretrati scaricaricabili all'indirizzo 

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Anno III | Numero 86 | 6 agosto 2011 www.ilresto.tv 

OGNI SABATO TO IN IN EDICOLA 

EDICOLA 

ALTAMURA 

Moramarco a 360 

gradi su sport e 

politica 

MATERA 

Guarini: “Il Pd torni 

unito oppure tutti a 

casa” 



l’ottavo assessore 

mancano solo le 

deleghe 

SANTERAMO 

Progetto in rete per i 

diversamente abili 

CASSANO 

Eternit: problema da 

bomba ecologica 

BITONTO 

Rischio pignoramenti 

per Palazzo Gentile? 

MODUGNO 

Interviste a Vasile, 

Magrone, Angiulli 

e Cinelli 

BITETTO 

Intervista doppia 

PPaladino-Costa 

BINET BINETTO 

Vianini Vianini: è ora 

di di pa parlare davvero 

di di boni bonifica 

PPA 

PA PALO 

Si Si presenta presen rresen 

il candidato 

sindaco sindaco Iurilli Iu 

GRUMO GRUMO 

Statale Statale 96 96: via libera 

al al raddoppio raddoppio 

TORITTO TORITT 

Bilancio: Bilancio: spendere spende 

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sull'ospedale della Murgia 

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La La peste peste italiana: italiana: il il caso caso Basilicata Basilicata di Bolognetti Bolognetti 

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TO IN EDICOLA 


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il programma 

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L’inchiesta: L’inchiesta: L’inchiesta: L il il mare mare monstrum monstrum di Puglia Puglia e Lucania Lucania 

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si avveri avveri prima prima la profezia profezia dei Maya Maya 

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Attualità 


Anche Modugno aderisce all’iniziativa. E aumentano 

i comuni pugliesi 

Rifiuti zero: si può 

di Valentina Loporchio 

► Modugno dice no ai rifiuti 

inquinanti e si avvia al progetto 

“rifiuti zero”. Parola del 

sindaco Domenico Gatti, intervenuto 

a margine dell’incontro 

pubblico “Rifiuti zero: 

da noi quando?”, organizzato 

dal comitato “Modugno città 

plurale” lo scorso 9 dicembre. 

“Già da qualche mese abbiamo 

messo in atto le premesse per 

tale progetto, coinvolgendo 

scuole e istituzioni. In consiglio 

comunale – ha aggiunto 

– abbiamo destinato 91mila 

euro di cofinanziamento 

all’Ato Ba/2, così come pensato 

ad un’isola di raccolta rifiuti 

alle porte di Carbonara, 

al fine di ottenere un miglioramento 

della raccolta differenziata 

e sgravi sulla tassa 

dei rifiuti per i cittadini. Chiediamo 

pertanto l’aiuto e la 

consulenza del centro ricerche 

rifiuti zero”. Un passo in 

avanti verso l’obiettivo di una 

massiccia riduzione dei rifiuti 

e, laddove possibile, del loro 

riciclo, dopo il parere sfavorevole 

dato dall’Arpa Puglia 

all’impianto termovalorizzatore 

della Ecoenergia (che 

sarebbe sorto nella zona industriale) 

e deliberato dalla 

Regione Puglia-Servizio Ecologia 

il 2 dicembre. A dire no 

all’inceneritore diverse motivazioni, 

tra cui la raccolta di 

15mila firme per dimostrare 

la contrarietà dei cittadini di 

Modugno alla realizzazione 

dell’inceneritore, che avrebbe 

bruciato pneumatici e componenti 

per auto, e sarebbe 

sorto nella zona industriale 

dove però sono anche presenti 

siti di interesse archeologico. 

Di Modugno, ma anche di altre 

realtà pugliesi, si è parlato 

nell’auditorium della scuola 

“Tommaso Fiore”: tutti i posti 

a sedere occupati, segno 

che l’argomento ha destato 

molto interesse tra i cittadini 

e quanti tra associazioni e comitati 

provenienti da molte 

parti della regione, hanno voluto 

ascoltare le esperienze, le 

denunce e le proposte di Paul 

Connett, professore di chimica 

della St Lawrence University 

di New York, ideatore 

della strategia “zero rifiuti” e 

del coordinatore italiano del 

progetto Rossano Ercolini. 

Entrambi hanno sottolineato 

come in Puglia non ci sia 

un vero e proprio piano per la 

riduzione dei rifiuti. E i dati 

confermano la loro tesi: la raccolta 

differenziata arriva appena 

al 18% dei rifiuti totali; 

il restante 82% viene semplicemente 

bruciato nei termo- 

valorizzatori presenti a Massafra, 

Cavallino, Conversano, 

con emissioni di fumi nocivi e 

nano particelle ricche di mercurio, 

piombo, sostanze dunque 

cancerogene. Altri due 

impianti, a Brindisi e Manfredonia, 

sono pronti ad essere 

messi in funzione tra le 

proteste dei cittadini. L’idea è 

di produrre energia elettrica 

dalla combustione dei rifiuti. 

La realtà, come dichiarato durante 

l’incontro dai relatori, 

è che di energia se ne produce 

ben poca, poiché trattasi 

di “eco balle” di rifiuti di 

qualità scadente, non com- 

Mentre cresce la protesta contro 

i termovalorizzatori-inceneritori 

poste dalla sola frazione irrecuperabile 

e residuale derivante 

dal ciclo completo 

di trattamento differenziato. 

Per non parlare, come spiegato 

dai relatori, degli interessi 

economici dietro a tali 

impianti; “Con l’impianto cdr 

tra Mola e Conversano - ha 

dichiarato Pietro Santamaria 

del comitato “Riprendiamoci 

il futuro” di Mola – la

Regione di fatto obbliga la 

produzione di ben 470 tonnellate 

di rifiuti al giorno, del 

costo di smaltimento di 125 

euro a tonnellata per i cittadini. 

La gerarchia dei rifiuti 

è pertanto stravolta, si 

punta al recupero energetico 

ma non si fa nulla per la riduzione 

dei rifiuti”. E ancora 

gli interventi di Giuseppe Di 

Munno (coordinamento contro 

gli inceneritori della provincia 

di Foggia) e Roberta 

Forte da Galatina, entrambi 

concordi sull’inchiesta svolta 

dal giornalista di Altraeconomia 

Luca Martinelli, che 

svela una sorta di asse tra 

ELLECI 

di Scarabaggio Carlo 

Paul Connett 

il governatore della Regione 

Vendola ed il gruppo Marcegaglia, 

proprietario al 51% 

del consorzio Cogeam, che 

si è aggiudicato buona parte 

della gestione degli impianti 

pugliesi. Dalla denuncia al 

racconto delle buone pratiche, 

quelle messe in atto dal 

progetto zero rifiuti, che prevede 

attività di riduzione degli 

imballaggi, compostaggio 

di rifiuti organici, analisi dei 

rifiuti, raccolta porta a porta, 

etc. Il progetto è stato finora 

adottato da circa 60 comuni 

in tutta Italia, tra cui le salentine 

Alessano, Corsano, 

Morciano di Leuca, Patù, 

Salve, Tiggiano e Gagliano 

del Capo, che in meno di un 

anno hanno portato all’incremento 

del 70% della raccolta 

differenziata. Lo scorso 3 ottobre 

anche la giunta comunale 

di Napoli, da sempre afflitta 

dall’emergenza rifiuti, 

ha dichiarato di voler applicare 

tale strategia. ■ 

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Attualità 


7

PREPARIAMO CESTI NATALIZI PER AZIENDE 



Per ospitare seminari ed eventi sulla fiera delle aree protette 

Aspettando Mediterre 

opportunità per le strutture 

ricettive murgiane 

di Vito Stano 

► Nell’attesa di Mediterre 

2012 e dopo le polemiche 

seguite alla decisione della 

Regione Puglia di riproporre 

l’evento presso il capoluogo 

e non in altre aree da rilanciare 

dal punto di vista turistico, 

l’ente Parco Nazionale 

dell’Alta Murgia intende realizzare 

un programma d’iniziative 

nelle date del 07/08, 

14/15 e 21/22 gennaio 

2012 nell’ambito di “Aspettando 

Mediterre 2012”. 

L’evento promosso dalla 

Regione Puglia in collaborazione 

l’ente Parco ha finalità 

divulgative, di promozione, 

di tutela e di valorizzazione 

del patrimonio 

ambientale dell’area protetta. 

L’iniziativa è finalizzata 

inoltre ad individuare 

strutture extra alberghiere 

provviste di spazi idonei 

alla realizzazione delle attività 

che si intendono organizzare. 

Le strutture per 

candidarsi è necessario che 

siano dotate di precise caratteristiche, 

tra cui: spazi 

per poter ospitare e gestire 

sia in interni che in esterni 

un numero di visitatori non 

inferiore alle 100 unità; poter 

ospitare e gestire in spazi 

interni ed esterni manifestazioni 

teatrali e concerti, 

fornendo supporto per forniture 

di energia elettrica e 

spazi per il backstage; poter 

ospitare e gestire in spazi 

interni ed esterni convegni e 

seminari con un numero di 

posti non inferiore alle 100 

unità; poter fornire supporto 

logistico adeguato, quale, 

ad esempio, zone parcheggio, 

oltre che essere in 

possesso di spazi o strutture 

idonei alla somministrazione 

di alimenti al pubblico. 

Inoltre è necessario essere 

produttori di alimenti 

o prodotti tipici dei territori 

di riferimento, con annessi 

laboratori di trasformazione 

e/o coltivazioni/ 

allevamento. Pertanto tutti 

i soggetti proprietari e/o 

possessori di strutture ricettive 

extra alberghiere ricadenti 

nei territori dei tredici 

comuni facenti parte 

del Parco Nazionale dell’Alta 

Murgia sono invitati a 

manifestare il proprio interesse 

ad ospitare gli eventi 

attraverso raccomandata 

preferibilmente entro mercoledì 

21 dicembre 2011, 

specificando tipologia della 

struttura ricettiva, ubicazione 

della stessa e prezzi 

praticati. La documentazione 

dovrà pervenire in 

plico chiuso recante la dicitura 

“Manifestazione d’interesse 

Evento: Aspettando 

Mediterre 2012”, presso la 

sede dell’Officina del Piano 

del Parco Nazionale dell’Alta 

Murgia, Via Valle Noè n. 

5 70037 Ruvo di Puglia (Ba). 

In fase di valutazione, a parità 

di requisiti, costituirà 

titolo preferenziale l’aver 

sottoscritto con l’Ente Parco 

la “convenzione per la 

realizzazione di interventi 

per la gestione ambientale 

da parte di privati nel territorio 

del Parco Nazionale 

dell’Alta Murgia” per le annate 

agrarie 2009-2010 e 

2010-2011 o anche per una 

sola di esse. ■ 

Attualità 


11

Attualità 


Cinque commissari in sei anni e nove proroghe 

Alsia: storia di una gestione 

“straordinaria” 

di Giuseppe Balena 

► Non c’è niente di più definitivo del provvisorio. 

Questo vale in Italia, ma soprattutto in 

Basilicata. Ne è un esempio il caso dell’Alsia, 

acronimo di “Agenzia Lucana per lo Sviluppo 

e Innovazione in Agricoltura”. Sei anni di gestione 

commissariale, cinque commissari in 

altrettanti anni e nove proroghe di commissariamento. 

Numeri significativi per un ente 

ormai con una cronica gestione “straordinaria”. 

Il 31 dicembre prossimo scade l’ultimo 

anno di commissariamento, dopo l’ennesima 

proroga concessa lo scorso agosto. 

Intanto oltre 200 unità 

lavorative aspettano di 

conoscere il loro destino 

Sarà veramente l’ultima? Si accettano scommesse. 

Di fatto, dunque, l’ente è bloccato 

e privo di operatività ormai da anni, precisamente 

da quando è stato commissariato 

in virtù dell’articolo 10 della legge regionale 

n.11/2006; recita testualmente la norma di 

legge: “Ai fini e nelle more della riorganizzazione 

dell’attività amministrativa nel settore 

agricolo regionale, la gestione dell’Alsia istituita 

con la legge regionale n. 38/96 è affidata 

a un Commissario straordinario, nominato 

dalla giunta regionale entro trenta 

giorni dall’entrata in vigore della presente 

legge. Il commissario straordinario dura in 

carica sino all’entrata in vigore della legge di 

riorganizzazione di cui al comma 1 e, comunque, 

non più di un anno. Al Commissario è riconosciuto 

un compenso annuo pari al 70% 

di quello previsto per i Dirigenti Generali dei 

dipartimenti regionali”. Sono passati invano, 

invece, quasi sei anni. Una storia grottesca 

più che “straordinaria”: la regione, dunque, 

elude la propria legislazione. Si attende, pertanto, 

fiduciosi la nuova governace di questo 

ente sub regionale, ma anche dell’intero 

comparto. Una riorganizzazione annunciata 

più volte come “imminente”, anche di recente, 

da parte degli esponenti politici e del 

governo regionale, sebbene non risulti ancora 

nessuna proposta concreta all’esame 

del consiglio. L’Alsia è lo strumento operativo 

della Regione Basilicata nel sistema agroalimentare, 

con delega alla gestione dei servizi 

di sviluppo agricolo e delle azioni inerenti il 

completamento della riforma fondiaria. Nel 

corso degli anni l’agenzia ha assunto un 

ruolo determinante anche come elemento di 

raccordo delle azioni operate nel settore primario 

da ciascuna delle componenti strutturali 

del sistema lucano dei servizi di sviluppo

agricolo. In linea con gli indirizzi della politica 

agricola comune dell’Unione Europea 

ha definito e messo a punto un preciso protocollo 

per la buona pratica agricola teso a 

trasferire alle imprese gli strumenti e le conoscenze 

più moderni per la tutela delle risorse 

naturali e dell’intero patrimonio delle 

bio-diversità. Questo pacchetto di servizi diretto 

alle imprese si avvale delle collaborazioni 

di una rete di strutture di supporto 

quali le università, i centri di ricerca, le associazioni 

e i consorzi dei produttori. Molti 

dei dati raccolti grazie a questa rete sono poi 

elaborati e diffusi agli operatori attraverso 

bollettini e pubblicazioni. Sin dalla sua istituzione, 

inoltre, ha ricevuto dalla Regione 

Basilicata il compito di dismettere definitivamente 

il patrimonio della riforma fondiaria. 

A distanza di circa cinquant’anni l’ente 

ha trovato una situazione caratterizzata da 

difficoltà tecniche, amministrative e giuridiche 

imputabili all’abbandono delle terre e dei 

fabbricati, ai conseguenti passaggi di condu- 

Prezzi bassi in Puglia, protesta la Cia 

La speculazione dell’olio 

di G. G. 

► L’annata olearia in Puglia 

è partita con il piede 

sbagliato. La denuncia dura 

viene fatta dalla Cia Puglia: “I 

bassi prezzi delle olive da olio 

di questi giorni non hanno alcuna 

giustificazione, perché 

abbiamo una carenza di olio 

extravergine di oliva a livello 

nazionale, e quindi siamo 

di fronte esclusivamente ad 

una speculazione fatta da 

commercianti, industriali, 

imbottigliatori, e dal sistema 

della trasformazione, con i 

frantoi oleari che sono sempre 

più forti nel processo produttivo 

e speculativo. La speculazione 

in Puglia sui prezzi 

dell’olio extravergine di oliva 

sta determinando risvolti 

negativi nei confronti delle 

aziende olivicole pugliesi che 

producono olio di eccellente 

qualità, e sta mettendo in ginocchio 

un comparto che registra 

una crisi economica 

senza precedenti. Dall’altra 

parte registriamo una debolezza 

intrinseca della produzione, 

perché la vendita delle 

olive è un elemento di svantaggio. 

Gli olivicoltori, invece, 

dovrebbero fare il possibile 

per trasformare le olive 

in olio”. 

La Cia Puglia chiede, in ogni 

caso, che l’olio extravergine 

venga veramente tutelato, e 

propone l’abbassamento del 

parametro degli Alchil Esteri 

da 75 mg/kg a 30, in modo 

zione, all’urbanizzazione dei terreni, al contenzioso 

diffuso, alla situazione degli stati di 

possesso, ai cambi di destinazione d’uso e, 

non ultima, una fetta rilevante d’infrastrutture 

da cedere ad altri soggetti pubblici. L’intero 

patrimonio è composto da 44 agglomerati 

(borgate e centri rurali), migliaia di ettari 

di terreno e boschi, centinaia di fabbricati e 

centinaia di chilometri di strade interpoderali. 

I beni della riforma rappresentano ancora 

oggi un patrimonio in grado di poter influenzare 

gli scenari economici della regione. 

Sin dalla sua istituzione l’Alsia è costata più 

di 100 milioni di euro. Nel 2006 ha ricevuto 

dalla regione 6.5 milioni di euro, nel 2007 

6.3 milioni, nel 2008 7 milioni, nel 2009 11 

milioni e nel 2010 10 milioni. In uno degli 

ultimi consigli regionali è addirittura venuto 

meno il numero legale al momento della votazione 

del rendiconto dell’ente. Intanto, oltre 

200 unità lavorative aspettano di sapere 

il loro destino. L’ansia per il destino dell’Alsia 

cresce in maniera “straordinaria”. ■ 

da non consentire le miscele 

fraudolente con olio lampante, 

che ancora viene utilizzato 

sul mercato. 

L’assessore regionale alle Risorse 

Agroalimentari Dario 

Stefàno, “su nostra richiesta 

– dice la Cia - ha convocato 

un tavolo per affrontare 

questa situazione, che sta seriamente 

compromettendo il 

futuro di migliaia di aziende 

olivicole pugliesi, già sul lastrico 

per la crisi economica 

che, ormai, da anni sta caratterizzando 

il settore. L’olivicoltura 

in Puglia, infatti, interessa 

360 mila ettari, con 

l’impiego di 9 milioni di giornate 

lavorative ed una Plv di 

quasi 300 milioni di euro”. ■ 

Attualità 


13

Attualità 



► Domenica 23 novembre 

1980 ore 19,34. Un momento 

che ha segnato per 

sempre la storia recente 

della Basilicata. Una forte 

scossa di magnitudo 6,5 

della scala Richter della 

durata di circa 90 secondi 

squarcia la tranquillità di 

una vasta zona a cavallo tra 

Campania e Basilicata. Sono 

passati molti anni, ma la 

paura e l’angoscia sono ancora 

vivi nella popolazione 

lucana. Vivi a tal punto da 

ripresentarsi non solo nei 

ricordi, ma anche nella realtà. 

In queste settimane, infatti, 

la zona del massiccio 

del Pollino, al confine con 

la Calabria, è stata interessata 

da oltre 520 scosse telluriche. 

Secondo Giampaolo 

Giuliani, ex tecnico dell’Istituto 

di Fisica dello Spazio 

Interplanetario distaccato 

presso i laboratori Nazionali 

del Gran Sasso, la situazione 

è molto simile a quella 

che ha preceduto il terremoto 

in Abruzzo. In particolare, 

l’aumento dell’attività 

sismica interessa una 

faglia verticale lunga circa 

30 km; il fatto che tutto si 

In queste settimane la zona del massiccio 

del Pollino è stata interessata da oltre 520 

scosse telluriche 

La Basilicata 

a rischio sismico 

stia verificando in un fuoco 

ben particolare potrebbe lasciare 

prevedere un incremento 

dinamico all’interno 

della faglia stessa, dovuto a 

una particolare attività sotto 

la crosta terrestre che interessa 

l’area. Fino a questo 

momento tutto sotto controllo: 

le scosse hanno raggiunto 

il grado massimo di 

3,6. Quest’attività tellurica 

è un fenomeno che si trascina 

ormai dal settembre 

del 2010. Nei giorni scorsi i 

tecnici dell’Ingv (Istituto nazionale 

di geofisica e vulcanologia) 

si sono recati sul 

Pollino per installare quattro 

nuovi sismografi che serviranno 

a monitorare meglio 

lo sciame sismico a Rotonda, 

Orsomarso, Castelluccio e 

Santa Domenica Talao. La 

zona, come si sa, è a elevato 

rischio sismico e in passato 

si sono già registrate scosse 

di una certa importanza. 

Come quella del 9 settem- 

bre 1998, quando alle 13,28 

un terremoto di magnitudo 

5,6 ha colpito la zona del 

lagonegrese con epicentro 

proprio tra i comuni di Rotonda, 

Lauria, Castelluccio 

Inferiore e Castelluccio 

Superiore. In quell’occa- 

sione, purtroppo, si è registrata 

anche una vittima. 

La Regione Basilicata, dal 

canto suo, non dispone ancora 

di una rete sismologica 

propria e l’unico progetto di 

collaborazione con l’Università 

della Basilicata è fermo 

ormai da tempo. Lo sciame 

sismico ha, però, messo in 

allerta le istituzioni e la popolazione. 

Infatti, sebbene 

sia impossibile prevedere un 

Nei prossimi giorni si svolgeranno 

alcune iniziative di educazione alla 

prevenzione 

terremoto, è importante, comunque, 

essere preparati. 

Nei prossimi giorni in Basilicata 

si svolgeranno alcune 

iniziative di educazione alla 

prevenzione che vedono il 

coinvolgimento dei Dipartimenti 

Nazionale e Regionale

di Protezione Civile, l’Istituto 

Nazionale di Geofisica e 

Vulcanologia e la Direzione 

Scolastica Regionale. In particolare, 

alle scuole sarà proposta 

la visione di due filmati 

realizzati dall’Istituto nazionale 

di Geofisica e Vulcanologia 

riguardanti i comportamenti 

da tenere in caso 

di terremoti. Dalla teoria, 

però, nel frattempo si sta 

passando ai fatti: è stata allestita, 

infatti, una minitendopoli 

accanto all’istituto 

comprensivo “Don Bosco” 

di Rotonda. Aumenta, dunque, 

la preoccupazione soprattutto 

da parte degli abi- 

tanti della zona interessata. 

Al fine di fare chiarezza sulla 

situazione in divenire sono 

stati divulgati alcuni appro- 

fondimenti basati sui dati 

forniti dall’Ingv e dall’Ufficio 

Rischio sismico e vulcanico 

del Dipartimento della Protezione 

civile. Si legge sul 

sito dell’Ingv: “Nella zona 

di confine tra le province 

di Potenza e Cosenza è in 

atto una sequenza sismica. 

Non c’è, almeno fino a questo 

momento, un terremoto 

principale seguito da repliche 

di minore intensità, ma 

si stanno verificando scosse 

di energia paragonabile tra 

loro, distribuite in maniera 

casuale nel tempo”. Lo studio 

delle sequenze sismiche, 

come quelle in atto nella 

zona del Pollino, non consente 

di fare ipotesi sulla 

possibilità che si verifichi o 

meno una scossa molto più 

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forte in grado di produrre 

danni seri a cose e persone. 

La Basilicata è in grado di 

fronteggiare un evento simile? 

Dopo il terribile terremoto 

del 1908 Giuseppe 

Mercalli affermò: “La sismologia 

non sa dire quando, 

ma sa dire dove avverranno 

terremoti rovinosi e sa pure 

graduare la sismicità delle 

diverse province italiane, 

quindi saprebbe indicare al 

governo dove sarebbero necessari 

regolamenti edilizi 

più e dove meno rigorosi, 

senza aspettare che prima 

il terremoto distrugga quei 

paesi che si vogliono salvare”. 

■ 

Attualità 

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15

Attualità 

Social shopping nell’occhio del ciclone, soprattutto 

per quanto riguarda le visite mediche low cost 

È bufera sui gruppi 

di acquisto online 


di M. Elena Caroselli 

► Da diverso tempo si parla di social 

shopping. Siti come Groupon, 

Groupalia, Let’s bonus e tanti altri 

si presentano in qualità di gruppi 

di acquisto online che, quotidianamente, 

offrono una vasta gamma 

di offerte per tutti i gusti. Pacchetti 

viaggio, visite mediche, trattamenti 

di bellezza, corsi di fitness, pranzi 

e cene a prezzi stracciati. Occorre 

una semplice registrazione al sito 

per poi procedere alla scelta del 

prodotto desiderato. Viene stabilita 

una quota minima di adesioni all’offerta 

affinché sia valida e, una volta 

raggiunto il numero di persone previsto, 

viene recapitata una e-mail 

con i dettagli del pagamento. Infine 

si stampa il coupon e lo si può utilizzare 

entro il temine previsto (a volte 

anche 6 mesi di tempo dalla data 

di acquisto). La gente è entusiasta 

perché in questo modo può permettersi 

non solo il superfluo ma anche 

quelle necessarie visite mediche 

trascurate in tempo di crisi. Ma 

c’è da fidarsi? Qualche tempo fa è 

scoppiata una polemica nel settore 

sanitario. Va bene cogliere al volo 

le occasioni ma sulla salute non si 

scherza, infuriava l’accusa. Molto 

spesso tra le offerte figurano visite 

dentistiche a soli 29 euro con tanto 

di ablazione del tartaro e sbiancamenti. 

L’ordine dei medici non è 

d’accordo su queste pratiche che 

trova pericolose in quanto si può 

andare incontro a professionisti 

poco seri che pensano molto di più 

al numero dei clienti paganti piuttosto 

che incentrarsi sulla salute 

del singolo paziente. Durissimo l’attacco 

del presidente della Federazione 

Nazionale dell’Ordine dei Medici 

Chirurghi e degli Odontoiatri, 

Amedeo Bianco: “Siamo di fronte a 

un misero last minute, una sorta di 

‘gratta e vinci’. Ma è un’operazione 

commerciale che non va sottovalutata 

perché gioca su un aspetto delicato, 

pericoloso e persino ingannevole, 

perché offrire tariffe che 

sono sotto i costi di produzione 

vuol dire entrare in una dinamica 

del tutto sballata. Certo, può andare 

bene se è un’iniziativa episodica, 

ma con questa frequenza si 

sedimenta nel pubblico l’idea che 

certe prestazioni in realtà sono lowcost 

e chi applica il prezzo normale 

è un farabutto”. 

I gruppi di acquisto online, a loro 

volta, accusano gli ordini di una 

vera e propria difesa corporativa 

mediante la strumentalizzazione 

della “tutela del paziente”. Del 

resto, quante volte non rilasciano 

fatture ai propri pazienti e tendono 

a restringere il mercato che invece 

deve essere libero? 

Secondo Codacons, l’associazione 

dei consumatori, non è dimostrabile 

l’equivalenza tra super sconto 

e livello scadente del servizio. Infatti 

i controlli sulla qualità dei partner 

vengono eseguiti regolarmente. In 

secondo luogo il prezzo non riflette 

il valore della prestazione in quanto 

lo sconto è limitato nel tempo visto 

che l’offerta è valida solo per 24 ore 

e la qualità è assicurata dalla competenza 

e dalla serietà del professionista, 

non dal tariffario. 

Groupon, in particolare, si oppone 

a tutte le polemiche sollevate 

dall’ordine dei camici bianchi affermando: 

“Non intendiamo privare la 

sanità del suo valore, bensì permettere 

al singolo utente di accedere a 

servizi notoriamente costosi risparmiando 

sensibilmente”. ■

Annunci di lavoro anonimi e fuorilegge: al danno si 

aggiunge la beffa per i disoccupati 

Attenzione agli specchietti 

per le allodole 

di Francesco Filippetti 

► Chi è alla ricerca di un’occupazione 

sempre più spesso si imbatte 

in annunci “anonimi”: inserzioni 

che ricercano personale ma 

che non indicano con chiarezza 

né “chi è” il datore di lavoro, la società, 

la ditta che offre lavoro, né 

con quale contratto, per quale durata, 

con quale compenso. Sono gli 

annunci “anonimi” del seguente 

usuale tipo: “Prestigiosa società, 

leader nel settore, 

cerca personale per 

avvio qualificata attività 

nel settore 

dell’abbigliamento. 

Guadagno di sicuro 

interesse. Per partecipare 

alla selezione 

chiamare il numero 

…..”(segue un numero 

quasi sempre 

di cellulare). Molte 

volte, purtroppo, 

questi annunci nascondono 

veri e propri 

tentativi di truffa 

o raggiri (si pensi 

alle c.d. “catene di 

S. Antonio”, al multilevel marketing, 

ecc.). Pochi sanno che siffatte 

inserzioni “anonime” sono espressamente 

vietate e sanzionate dalla 

legge. Difatti, un datore di lavoro 

che ha bisogno di personale e decide 

di cercarlo pubblicando annunci 

o inserzioni su giornali, riviste, 

siti internet deve osservare le 

seguenti regole: 

1. se decide di pubblicare direttamente 

un annuncio su un qualsiasi 

mezzo di informazione (radio, 

tv, internet, quotidiani, periodici, 

ecc.) non può mai “nascondersi” 

dietro l’anonimato; difatti, la ditta 

che cerca personale deve indicare 

chiaramente e ben in evidenza 

nell’annuncio i seguenti dati: cognome/nome 

(se ditta individuale) 

o la propria ragione sociale, il codice 

fiscale se persona fisica o partita 

Iva se persona giuridica; il testo 

della relativa ricerca con indicata 

la posizione di lavoro oggetto 

della inserzione. Ma non è finita 

qui; chi cerca personale è tenuto 

(anche tramite la società concessionaria 

di pubblicità o gli editori 

o i gestori dei mezzi di informazione 

o media utilizzati) ad inviare 

l’annuncio di ricerca di personale 

al Centro per l’impiego (ex Ufficio 

di Collocamento) competente entro 

10 giorni dalla pubblicazione; 

2. se vuole avvalersi dell’anonimato, 

il datore di lavoro deve rivolgersi 

esclusivamente ai Centri per l’Impiego 

pubblici o 

alle società privateautorizzate 

ed accreditate 

a favorire 

l’incontro 

tra domanda e 

offerta di lavoro 

(c.d. Agenzie 

per il lavoro 

il cui elenco è 

sul sito del Ministero 

del Lavoro: 

http:// 

w w w . l a v o r o . 

gov.it/Lavoro/ 

md/AreaLavoro/occupazione/AlboInformatico/). 

Queste semplici regole sono fissate 

dagli articoli 9 e 19 del D.Lgs. 

10/09/2003, n. 276 e dalla circolare 

del Ministero del Lavoro n. 30 del 

21/07/2004. Attenzione: gli editori, 

i direttori responsabili e i gestori 

dei mezzi d’informazione che non 

rispettano le regole riportate e quindi 

pubblicano annunci “anonimi” a 

mezzo stampa, internet, televisione 

o tramite altri mezzi di informazione 

(in qualunque forma effettuate) 

sono puniti con una sanzione amministrativa 

pecuniaria da 4.000 a 

ben 12.000 euro. Non resta che fare 

molta attenzione agli annunci di ricerca 

di personale “anonimi”: potrebbero 

rivelarsi “specchietti per 

le allodole”! E, nel caso, segnalarli 

al Servizio Ispettorato della competente 

Direzione Provinciale del Lavoro: 

salassare i potenziali truffatori 

farebbe bene anche al disastrato 

bilancio dello Stato! ■ 

Attualità 


17

In primo piano 

E’ questo il grande 

interrogativo 

sull’ennesima 

inchiesta che 

ha travolto la Murgia 

Le dichiarazioni dei 

collaboratori 

di giustizia 

le intercettazioni e 

il coinvolgimento di 

politica, imprenditoria 

e carabinieri 


Collusi o vittime? 

di Saverio Ricci 

► Collusi con la criminalità o vittime 

della criminalità? E’ questo il 

grande interrogativo intorno all’ennesima 

inchiesta su mafia, politica 

e imprenditoria che ha coinvolto 

la città di Altamura e l’intera 

area murgiana a cavallo tra Puglia 

e Basilicata. Nelle 228 pagine del 

fascicolo d’inchiesta ci sono molti 

episodi che per molti suonano già 

come una condanna ma che, con 

la solita correttezza giornalistica 

che contraddistingue il nostro settimanale, 

noi sottoporremo ai lettori 

senza alcun commento, certi 

che avranno la capacità di formarsi 

autonomamente una propria opinione. 

Lo facciamo memori che, 

nella nostra attività, ci siamo imbattuti 

spesso in casi che sembravano 

prendere una piega nelle 

fasi preprocessuali e poi ne hanno 

presa una diametralmente opposta 

durante il processo. Pensiamo a 

un’inchiesta analoga a quella murgiana 

condotta dall’allora Pm Carofiglio 

(poi diventato parlamentare 

del Pd e scrittore) su intrecci 

tra mafia, politica e imprenditoria 

a Foggia all’inizio del 2000. Partì 

con l’ipotesi di collusione di alcuni 

imprenditori e politici, finì con la 

loro assoluzione perché ritenuti 

vittime del sistema mafioso che li 

strozzava. Insomma, non finanziatori 

del clan ma costretti a mantenere 

il clan in cambio di protezione. 

E proprio questo il punto su cui in 

questo momento bisogna riflettere 

per capire cosa è accaduto negli ultimi 

anni in questa parte di Murgia. 

Una calma apparente da “isola fe- 

lice” ravvivata proprio dall’omicidio 

del presunto boss Bartolo Dambrosio. 

Queste le dichiarazioni del collaboratore 

di giustizia (e indagato 

nell’inchiesta Vincenzo Laterza) attribuite 

proprio a Dambrosio: “Ad 

Altamura sono io che comando. Io 

sono il capo. Se devono buttare a 

me a terra, devono buttare gli altri 

a terra, quindi, prima di mettere 

qualcuno in piedi ad Altamura, devono 

toccare me, devono passare 

sopra a me”. Il pentito ha poi affermato: 

“Bartolo giostrava tutto 

lui, aveva tutto lui in mano perché 

prendeva i pizzi, lo rispettavano 

tutti, tutti, tutti”. 

LA POLITICA 

La tira in ballo direttamente la moglie 

del presunto boss ucciso Valeryia 

Hiblova. Parlando con un’amica 

al telefono il 10 settembre del 

2010 (pochi giorni dopo l’omicidio), 

dice: “Gli hanno attaccato al collo 

sto timbro, timbro di boss e adesso 

si vergognano di far vedere la faccia. 

Adesso ho letto oggi sulla Gazzetta 

che hanno visto i carabinieri 

anche…su facebook che il sindaco 

ha accettato l’amicizia…che ha 

accettato, non ha accettato niente, 

nessuno l’amicizia. Poi io, ma 

non lo so io come se fosse che si 

frequentavano, ma chi lo conosce? 

Sto sindaco…chi lo conosce sto sindaco. 

Ma per piacere. Però il sindaco 

si è avvicinato quando c’erano le 

votazioni…eh Bartolo con i bigliettini 

se puoi distribuire…eccetera… 

visto che voi li avete…eh per certe 

cose era buono, però l’avete timbrato 

per i comodi vostri. L’hanno 

sempre tenuto sulla bocca di tut-

ti per i comodacci loro, mortacci a 

tutti quanti loro che devono bruciare 

all’inferno”. 

La figura del’ex assessore Vito Zaccaria 

viene fuori dapprima in occasione 

di un parere negativo dell’ufficio 

tecnico del Comune di Altamura 

a Colonna Giuseppe Antonio 

(detto il “fighetto”), per una pratica 

edilizia, successivamente in occasione 

di un accertamento della Polizia 

Municipale. In una intercettazione 

del 17 luglio 2007 Zaccaria 

chiama Colonna e lo informa di 

aver sistemato la questione, lo invita 

a fargli recapitare la documentazione 

prima che sia consegnata 

all’Utc: “Come finisce il geometra 

quella documentazione me la fai 

portare. Ho risolto il problema, la 

deve portare a me mi raccomando”. 

I COLLEGAMENTI 

CON LA ‘NDRANGHETA 

Nel fascicolo dell’inchiesta altamurana 

in più fasi si dimostrano i collegamenti 

tra la malavita locale e 

la ‘ndrangheta calabrese, probabilmente 

rinsaldati in carcere. In 

particolare viene indicato l’episodio 

della consegna di due kalashnikov 

e una mitraglietta a un clan di San 

Leonardo di Cutro (Crotone). La circostanza 

(poi confermata anche da 

altri testimoni) la si apprende in un 

interrogatorio di Vincenzo Laterza. 

La consegna fu fatta da Biagio Genco 

(poi vittima di lupara bianca) e 

da una ragazza. L’idea di accompagnarsi 

con una ragazza, che era 

all’insaputa di tutto, serviva a dimostrare, 

in caso di un eventuale 

controllo, che si stava effettuando 

una normalissima gita. Ma anche i 

calabresi sarebbero stati poi ad Altamura 

ospiti dello stesso Genco. 

Laterza riferisce in un interrogatorio 

al Pm Digeronimo : “Genco mi 

disse: ‘Vincenzo sono venute due 

macchine, erano tutte e due blindate, 

io andavo in mezzo’. Diceva 

lui che loro avevano delle armi da 

guerra. Mi disse dell’episodio in cui 

uno fu ammazzato da questi con un 

bazooka in Calabria, ed erano stati 

questi clan qua”. 

L’IMPRENDITORIA 

Secondo l’accusa (ipotesi però ridimensionata 

dal Gip) l’indagato 

Mario Clemente, detto Franco, 

avrebbe offerto il proprio contributo 

al’associazione mettendo 

a disposizione la propria struttu- 

ra imprenditoriale (Clemar, Italfibre, 

etc.). Il pentito Vincenzo Laterza, 

nel corso dell’interrogatorio del 

22 luglio 2009, ha confermato che 

Bartolo Dambrosio riusciva a imporre 

ai commercianti l’acquisto di 

panni in microfibra, commercializzati 

dalla ditta di Mario Clemente; 

all’eventuale rifiuto seguivano minacce 

o addirittura vere e proprie 

estorsioni: “Lui è bravo nel parlare, 

è bravissimo. Però non so, non sono 

mai stato presente. Che io sappia 

devono comprare per forza i panni 

dal Dambrosio, sennò Dambrosio li 

minaccia e o gli chiede l’estorsione, 

cioè lui ha l’entrata come devo dirti, 

per lui è un’entrata. Cioè gli fa 

vedere il prodotto o lo compri o lo 

compri per forza”. Effettivamente i 

riscontri hanno portato ad acquisti 

anche da 6mila euro l’anno di panni 

in diverse attività locali. E a proposito 

di quella commistione di cui 

parlavamo, Laterza in un altro interrogatorio 

dice: “Questo (riferito a 

Clemente, ndr) ha un’azienda grande 

di divani, cioè è un miliardario. 

Lui custodisce Dambrosio economicamente, 

gli da’ tutto. Ce l’ha lui 

a lavorare per timidezza, perché ha 

paura di Dambrosio. Sì però lui si 

fa avere i soldi, a parte lo stipendio 

che lui prende, in più gli da’ una 

cosa, cerca estorsione”. 

I CARABINIERI 

Vengono citati nel fascicolo i sospetti 

suscitati in alcune occasioni 

dai carabinieri della caserma di 

Altamura. L’8 settembre del 2020, 

in una comunicazione inviata via 

facebook all’onorevole di Italia dei 

Valori Pierfelice Zazzera (uno dei 

primi a chiedere lo scioglimento 

del consiglio comunale altamurano 

per infiltrazioni mafiose), un 

brigadiere in servizio nella compagnia 

fa riferimento alla collusione 

tra appartenenti all’arma, in particolare 

il maresciallo materano Nicola 

Logiudice, ed esponenti della 

criminalità organizzata. Lo stesso 

lamentava che, a seguito della denuncia 

di un suo collega in merito 

al mancato assolvimento dell’obbligo 

di firma da parte di Bartolo 

Dambrosio, allora sottoposto a sorveglianza 

speciale, mai sottoposto 

all’autorità giudiziaria, lo stesso 

era stato trasferito in provincia di 

Matera, mentre nessun provvedimento 

era stato adottato nei confronti 

del comandante. ■ 


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19


Desiree Digeronimo 


Interrogate le tre persone arrestate e il maresciallo 

dei Cc Carotenuto, sospeso dall’incarico 

Il maresciallo Logiudice 

si difende: “Mai favorito 

Dambrosio” 

di Isabella Maselli 

► Le violazioni contestate a Nicola Logiudice, 

potrebbero essere messe in discussione 

dall’indagine difensiva. Il maresciallo dei Carabinieri, 

comandante della stazione di Altamura 

ai domiciliari dal 6 dicembre scorso 

nell’ambito dell’indagine 

su presunti 

intrecci tra mafia e 

politica, si è infatti 

difeso a 360 gradi 

nell’interrogatorio 

di garanzia davanti 

al gip del Tribunale 

di Bari, Vito 

Fanizzi. Due giorni, 

cinque ore complessive, 

per rispondere 

a tutte le domande 

del giudice alla presenza 

della Pm Antimafia, 

Desirè Digeronimo, 

titolare 

del fascicolo d’inchiesta 

insieme al 

Pm Francesco Bretone 

e all’applicato 

della Distrettuale 

Nazionale Antimafia, 

Roberto Pennisi. 

Logiudice è accusato 

di favoreggiamento 

personale e 

false dichiarazioni, per non aver segnalato 

che il defunto presunto boss di Altamura, 

Bartolo Dambrosio, non ottemperava all’ob- 

bligo di firma cui era sottoposto. Chiarendo 

la propria posizione, Logiudice ha detto agli 

inquirenti, come riferito dalla difesa, che “le 

violazioni che gli si contestano non sono addebitabili 

a lui”. Logiudice è sostanzialmente 

accusato di aver “coperto” nel 2007 Bartolo 

Dambrosio, omettendo di denunciarlo quando 

l’uomo, sorvegliato speciale, non si presentava 

la domenica in caserma per firmare 

l’apposito registro. L’altra accusa riguarda le 

relazioni di servizio trasmesse in Tribunale 

in cui veniva attestata, falsamente, la buona 

condotta del sorvegliato speciale. 

In settimana, giovedì scorso, è stato interrogato 

anche l’altro maresciallo dei Carabinieri 

coinvolto nell’indagine, Massimo Carotenuto, 

attualmente sospeso 

e che rischia 

l’interdizione. Dieci 

giorni fa gli interrogatori 

di Giuseppe 

Antonio Colonna 

e Mario Dambrosio, 

fratello del boss, 

entrambi in carcere 

per i reati di associazione 

mafiosa, 

usura, estorsione, 

detenzione e porto 

illegale di armi da 

guerra con relative 

munizioni e sostanzeesplodenti, 

nell’ambito della 

stessa indagine. 

Colonna ha chiesto 

il differimento 

dell’interrogatorio 

a causa di problemi 

di salute. Mario 

Dambrosio si è avvalso, 

invece, del- 

Roberto Pennisi 

la facoltà di non rispondere. 

Secondo le voci che circolano in Procura siamo 

solo all’inizio di un’inchiesta che si potrebbe 

allargare a macchia d’olio, anche per- 

Secondo le voci che circolano in Procura 

l’inchiesta potrebbe allargarsi a macchia d’olio 

ché nello stesso fascicolo vengono contestati 

gli stessi reati “ad altre persone non ancora 

identificate” e vengono fatti nomi e cognomi 

(per la normativa sulla privacy siamo costretti 

a non farli) di altri personaggi di spicco 

dell’imprenditoria e della politica locale 

sottoposti a intercettazioni telefoniche e ambientali. 

Non resta che attendere dunque ulteriori 

sviluppi. ■

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Iacovone: una lunga 

e preziosa storia 


di Rosita Stella Brienza 

► Giuseppe Iacovone, noto imprenditore 

materano, inizia la sua attività nei primi anni 

sessanta, quando, appena diciannovenne, 

apre la sua prima bottega in via Nazionale. 

Dapprima opera come tecnico esperto nella 

riparazione di strumenti di precisione come 

orologi, tachimetri e contachilometri con il 

marchio Veglia. 

I fratelli Borletti, fondatori della storica ditta 

milanese produttrice della famosa sveglia 

Veglia, poi acquisita dalla Magneti Marelli, 

chiamavano direttamente il signor Iacovone, 

unico loro referente nella regione Basilicata. 

Giuseppe Iacovone, racconta che nell’anno 

1974 a Matera c’era una forte crisi, infatti il 

bar Nazionale, che si trovava e si trova nei 

pressi della sua prima bottega trasformatasi 

oggi in una bellissima gioielleria, era sempre 

affollato di uomini. Nel suo negozio il lavoro 

non mancava e con molti sacrifici e grande 

senso del dovere è riuscito a far fronte ai carichi 

e agli impegni presi. Man mano che le 

cose procedevano, il signor Iacovone ha fatto 

un ulteriore passo in avanti inserendosi 

nel settore orafo. Sempre con senso pratico 

e grande saggezza, nel 1976 ha intrapreso 

la vendita di manufatti di oro, coinvolgendo, 

in questa seconda attività, anche il fratello. 

Ovviamente la vendita presupponeva anche 

la riparazione e la conoscenza approfondita 

del materiale. Ecco dunque un ulteriore investimento 

nei corsi di formazione nella lavorazione 

e riparazione dell’oro. Giuseppe Iacovone 

ha sempre sognato e realizzato i propri 

sogni grazie ad una forte determinazione 

e tenacia che caratterizzano la sua persona. 

Grazie a questa forte personalità, oggi 

l’azienda Iacovone si occupa di gioielleria di 

marca, orologeria e argenteria. E’ concessionaria 

Salvini, Re Carlo e Chimento e orologi 

Zenith, Hamilton e Tissot. E’ presente a Matera 

e ad Altamura in una location in pieno 

centro, dove grazie alla cortesia del personale 

potrete ammirare gioielli, pietre preziose, 

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23

Altamura 


di Lorenzo Loizzo 

► “Un vero viaggio di scoperta 

non è cercare altri luoghi 

ma avere nuovi occhi”. È 

con questa frase di Marcel 

Proust che il professor Enzo 

Rullani, docente di economia 

della conoscenza alla “Venice 

International University” di 

Venezia, ha sintetizzato la 

sua “strategia d’uscita dalla 

crisi”. Infatti, nel seminario 

che Camera di Commercio di 

Bari (a presiedere Giuseppe 

Ricacrdi), Cna e Confartigianato 

hanno proposto agli 

imprenditori altamurani, il 

relatore ha proposto un insolito 

percorso che richiede 

uno sguardo nuovo nei confronti 

delle cose e dell’economia. 

Oggi, infatti, vediamo 

le cose con gli occhi del passato, 

mediato dal fordismo, 

che ci ha abituati all’idea 

che l’azienda possa creare 

benessere. Idea obsoleta, secondo 

il professor Rullani, 

che ha funzionato sino agli 

anni ’70, perché si reggeva su 

un pensiero utopico, che riteneva 

che le aziende potessero 

prevedere la domanda, 

creando così delle strutture 

rigide e poco flessibili. Così 

è stato organizzato lo Stato, 

sono state organizzate la sanità, 

l’amministrazione, la 

scuola, etc. Nel frattempo vediamo 

grandi aziende americane 

e tedesche, che fanno 

produrre il 40% del proprio 

prodotto da altri. 

Inoltre negli ultimi trent’anni, 

sempre con lo sguardo 

fordista, siamo stati i “cinesi” 

d’Europa: utilizzando le 

conoscenze di altri abbiamo 

fatto dei prodotti simi- 

Dibattito con gli imprenditori locali per 

trovare soluzioni alle difficoltà economiche 

Per uscire dalla crisi 

bisogna avere nuovi 

occhi 

li a quelli di tanti altri, che 

abbiamo venduto solo perché 

costavano meno. Rinunciando 

a ricerca e innovazione. 

Con l’economia globale 

questo ciclo è finito. Infatti 

Cina, India, Brasile ed Est 

Europa, con un costo della 

manodopera molto più basso 

della nostra, hanno preso 

il sopravvento. Sono riuscite 

a sopravvivere, o stanno 

meglio, tutte quelle aziende 

che in questi anni hanno fatto 

ricerca, hanno creato prodotti 

di qualità, hanno saputo 

fornire servizi e nuovi stili 

di vita, riuscendo così ad entrare 

nella filiera globale con 

idee originali. L’inversione, 

la ricerca deve portarci alla 

conoscenza generativa, che 

produce nuove idee e nuovi 

prodotti più complessi, nuovi 

stili di vita, non replicabili. 

Per esempio Slow Food che 

oltre a degli alimenti, propone 

anche una filosofia di vita, 

unica e irripetibile. E tutto 

questo non si improvvisa, è 

frutto di investimenti, di rischio 

e soprattutto di reti, di 

circuiti di idee, cultura, tecnica 

che mette in comunicazione 

le imprese, l’università, 

le associazioni, capaci di 

mobilitare tutti per proporsi 

al mondo. Ed in questo con- 

testo, nel villaggio globale, 

Pasquale Orlando, dirigente 

della Regione Puglia per 

la gestione dei fondi Fesr, 

ha voluto ricordare il ruolo 

fondamentale, che in questo 

momento hanno le economie 

locali, che dovrebbero riuscire 

a promuove direttrici positive 

che immettano in un circolo 

virtuoso imprese, università 

ed associazioni. A tal 

riguardo Orlando ha ricorda- 

to tutti i vari fondi messi a disposizione 

dalla Regione per 

aiutare le imprese che in questo 

momento hanno sempre 

meno accesso al credito delle 

banche. Infine Dario Longo, 

segretario di Confartigianato 

Puglia e Pasquale Ribezzo, 

segretario del Cna Puglia, 

hanno voluto sottolineare le 

competenze diffuse ma polverizzate 

nella nostra regione 

e quindi il bisogno di una 

regia sociale che riesca a coordinare 

e razionalizzare: per 

esempio il turismo di cui tutti 

parlano, molti operano ma 

di cui nessuno sa nulla, perdendosi 

in una babele; e il bisogno 

di una grande operazione 

di verità da parte dei 

vari enti come la Regione, che 

non devono fare assistenzialismo, 

distruggendo le idee e 

il lavoro. ■

di Paolo Carlucci 

► Dopo la bufera giudiziaria abbattutasi 

su Altamura, qualche equilibrio 

potrebbe incrinarsi. In questi 

ultimi giorni abbiamo assistito a 

una copiosa diffusione, senza precedenti, 

di comunicati stampa bipartisan 

che lasciano trapelare che 

qualcosa potrebbe succedere. Non 

ultimo quello a firma di Lillino Colonna 

e Giacomo Panaro che ritengono 

“che le sedi giudiziarie siano le 

uniche nelle quali vadano fatte valere 

le opposte ragioni dell’accusa e 

della difesa, che eventuali responsabilità 

andranno in quella sede dimostrate 

e provate, e che è improprio 

e contrario all’interesse della 

città mettere in atto la denigrazione 

dell’avversario politico attraverso 

iniziative mediatiche volte a gettare 

discredito sulla civica amministrazione, 

poiché le stesse sono 

idonee soltanto a far danno alla 

città di Altamura e all’intero territorio 

nel quale operano imprese e 

amministratori che svolgono la loro 

attività nella piena legalità ed onestà. 

Il nostro è però un atteggiamento 

che non può non informarsi 

alla prudenza e al rispetto delle attività 

della magistratura, che è giusto 

proceda serenamente ad accertare 

eventuali fatti costituenti 

reato. Questo non può significare 

però né emissione di verdetti anticipati 

e impropri né continuare 

ad alimentare irresponsabilmente 

sospetti e pubbliche denigrazioni 

in assenza di concrete emergenze, 

posto che questo contribuisce soltanto 

ad avvelenare il clima politico 

distogliendo l’attenzione da quello 

che l’amministrazione comunale effettivamente 

è in grado di realizzare 

per la città. Il campo della responsabilità 

politica è bene non venga 

confuso e rimanga invece chiaramente 

distinto da quello delle responsabilità 

penali e personali, che 

allo stato non possono nemmeno 

ipoteticamente delinearsi - almeno 

per quanto a noi è dato oggi sapere 

- sebbene qualcuno voglia evidentemente 

utilizzare il tema a scopi 

strumentali ed elettorali”. Al di là 

dello sciacallaggio mediatico, va ricordato 

che ad oggi ci sono solo indagati 

e, quindi, così come sancito 

dall’articolo 27 della Costituzione, 

nessuno può essere condannato 

fino a quando non vi sia una sentenza 

di condanna definitiva. Tutto 

Altamura 

Comunicati stampa bipartisan fanno supporre che 

qualcosa potrebbe accadere 

Equilibri politici instabili 

ciò vale a maggior ragione in Italia, 

la Repubblica, per antonomasia 

delle banane, dove si parte spesso 

con il botto mediatico e poi si finisce 

quasi sempre per dimenticare 

che chi era spacciato in partenza 

subito dopo è assolto, perché il fatto 

non sussiste. Fatta questa precisazione, 

va soltanto menzionato che 

in questa bufera ci ha rimesso la 

credibilità delle istituzioni. Oggi il 

cittadino altamurano inizia a diffidare 

di chi dovrebbe tutelarci e proteggerci. 

La conseguenza più grave 

è che, ancor più di prima, qui vengono 

a mancare dei punti di riferimento. 

Un’anarchia sostenuta dai 

colletti bianchi, dove l’uguaglianza 

e il rispetto di tutti vanno a farsi benedire. 

Molti politici di entrambi gli 

schieramenti hanno verbalmente 

preso le distanze da questo modo 

di fare che ricorda più i regimi dittatoriali 

che le moderne democrazie, 

ma nessuno ancora provocatoriamente 

sta prendendo le distanze. 

Anche se sono tanti quelli che ritengono 

che, dimettersi oggi, apparirebbe 

come un segno di debolezza, 

in realtà questa sarebbe l’occasione 

buona per azzerare tutto e ricominciare 

d’accapo. Non basta solo dire 

“non ci sto”, ma è il momento giusto 

per mettersi alle spalle dei modi 

di fare che alimentano solo il clientelismo 

e non la crescita di tutti. 

Se qualcuno cadrà, la responsabilità 

morale ricadrà su tutti, perché 

non è possibile che in casa propria 

non si sappia chi entra e chi esce. 

A detta dei soliti ben informati, inoltre, 

siamo solo all’inizio di una bufera 

che potrebbe contare molte vittime. 

Vedremo come andrà a finire 

e se non si tratta della solita bolla 

di sapone della repubblica delle banane. 

■ 


25

Altamura 


Il consigliere torna sulla necessità di azzerare la giunta comunale 

Tresca: “Basta con i soliti nomi 


di Giuseppe Proggi 

► Daniele Tresca un fiume 

in piena. Dopo l’ultima intervista 

rilasciata a noi de “Il 

Resto”, il consigliere comunale 

ritorna a parlare, continuando 

a sostenere che sia 

giunto il momento di cambiare 

qualcosa all’interno 

della maggioranza. Basta 

con i soliti cognomi e spazio 

a tecnici con capacità e competenze. 

Cosa può succedere a questa 

amministrazione alla luce 

dell’ultima bufera giudiziaria? 

Col senno di poi posso affermare 

che qualcuno avrebbe 

dovuto fare quel passo indietro 

tanto voluto dal sindaco 

Stacca, per il buon andamentodell’amministrazione. 

Il sindaco, pero, non ha 

avuto il coraggio di azzerare 

la giunta. Se l’avesse fatto alcuni 

mesi fa, quando lo suggerii, 

sicuramente avremmo 

avuto meno attacchi di quelli 

che stiamo subendo. Ho 

sempre creduto e continuo 

a credere in questa maggioranza 

e nell’operato di Stacca, 

ma oggi questa politica mi 

ha deluso. 

La minoranza chiede che 

Stacca vada a casa. Non è meglio 

fare un passo indietro prima 

che qualcuno decida di sciogliere 

il consiglio comunale? 

Bisogna dare alla magistratura 

il tempo per fare chiarezza. 

Non bisogna sciogliere 

il consiglio comunale, se non 

ci sono prove certe. Fare un 

passo indietro, comunque, 

significherebbe ammettere 

che l’amministrazione Stacca 

non è stata capace di rispondere 

alle aspettative di 

una città che ha voluto questa 

compagine. Se poi queste 

accuse, fatte da chi non riesce 

a governare col consenso, 

avessero un fondamento, 

sarebbe meglio andare tutti 

a casa. 

In una precedente intervista 

ha affermato che: “Ormai 

non c’è più distinzione tra minoranza 

e maggioranza. L’opposizione 

sa più di me e partecipa 

alle decisioni come se fosse 

perfettamente integrata nel sistema”. 

Alla luce di quanto è 

successo, è ancora convinto di 

ciò? E’ stato lungimirante o pura 

casualità? 

Ho fatto quelle affermazioni 

sulla base di un degrado generale 

della politica. La gente 

non crede più in questa 

politica urlata che demolisce 

se stessa. Sono stato, forse, 

lungimirante, visto che 

Daniele Tresca 

Ho bisogno di credere che 

non ci siano, come riportato dai 

giornali infiltrazioni mafiose 

per continuare a fare politica 

in molti provvedimenti del 

consiglio comunale ho visto 

un’opposizione perfettamente 

in sintonia con la maggioranza, 

che vota a favore. Mi 

sarei aspettato, invece, da 

loro emendamenti in contrasto 

con la linea della maggioranza. 

Poca politica e molto 

opportunismo. 

Sempre nella stessa intervista 

ha parlato di azzeramento 

della giunta. E’ ancora opportuno 

farlo? 

Ora più che mai. Non azzerarla, 

ma ci vorrebbero sicuramente 

degli assessori tecnici 

e con cognomi diversi. 

Ma si rende conto che con 

queste affermazioni rischia di 

essere fatto fuori dalla maggioranza? 

(Ne viene fuori un sorriso) Ho 

bisogno di credere che non 

ci siano, come riportato dai 

giornali, infiltrazioni mafiose, 

per continuare a fare politica. 

■

Importo complessivo un milione e 800mila euro 

Aggiudicati i lavori per il recupero 

dell’ex mattatoio 

di G. G. 

► E’ stato aggiudicato l’appalto per 

la ‘’progettazione ed esecuzione dei 

lavori di completamento e recupero 

tecnico funzionale dell’ex mattatoio 

comunale da adibire a laboratori 

giovanili’’. Lo rende noto l’amministrazione 

con un comunicato. 

Si tratta dell’ampliamento dell’attuale 

Laboratorio Urbano Portalba 

(“Bollenti spiriti”) realizzato presso 

la struttura comunale in via Porta 

Alba: tale progetto rientra nell’ambito 

dell’area vasta ‘’Città Murgiana’’. 

L’importo complessivo ammonta 

ad euro 1.800.000 di cui 

1.470.000 per servizi di progettazione 

e coordinamento della sicurezza 

in fase di progettazione, lavori 

e oneri della sicurezza. L’appalto è 

stato aggiudicato alla ditta ‘’Ing. 

Antonio Resta & C. srl’’ a seguito 

della sentenza del Consiglio di Stato 

n. 6240/2011 del 24/5/2011, depositata 

il 24/11/2011, con cui 

è stato accolto l’appello proposto 

dall’impresa. La ditta è aggiudicataria 

per l’importo netto ‘’a corpo’’ 

di euro 1.152.924,55, più Iva (di 

cui 1.056.938,16 per lavori, euro 

43.993,76 per attività di progettazione 

definitiva, euro 31.995,46 

per attività di progettazione esecutiva 

ed euro 19.997,17 per attività 

di coordinamento della sicurezza in 

fase di progettazione), corrispondente 

ad un ribasso del 20,011%, 

oltre ad euro 28.640, più Iva, per 

oneri della sicurezza non soggetti 

a ribasso. La ditta eseguirà prima 

la progettazione finale e poi avrà 

in consegna i lavori per la realizzazione 

dell’ampliamento. Saranno 

utilizzati dei locali comunali in via 

Marecchia, adiacenti al Laboratorio 

Giovanile e retrostanti la parrocchia 

di Sant’Agostino. 

L’avviso di Esito Gara, a firma del 

Dirigente del VI Settore, Biagio Maiullari, 

è pubblicata nell’Albo Pretorio 

e nella sezione Bandi di gara. ■ 

Altamura 


27

Matera 


Ad Agna e San Giacomo due opere nel completo abbandono 

Dragone, Padula… 

quanti “casini” a Matera 

di Luigi Mazzoccoli 

► “Là dove c’era l’erba ora 

c’è una città”…San Giacomo, 

Agna, una volta contrade di 

campagna, oggi periferie urbane: 

la prima a Nord, l’altra 

a Sud del centro città. In 

aree elette un tempo a residenze 

estive dalla borghesia 

rurale cittadina che usava 

trascorrervi lunghi periodi di 

riposo. I casini Dragone e Padula, 

con la loro tipica architettura, 

erano quindi le “case 

vacanza” dei benestanti materani 

fino a metà del secolo 

scorso. Oggi invece sono assediati 

dal cemento dell’urbanizzazione 

moderna nei 

due rioni. E appaino desolati, 

se non addirittura inquietanti. 

Eppure sono “centri 

polifunzionali di quartiere”, 

almeno nei progetti elaborati 

dal Comune di Matera. Che 

gennaio 2001 aveva emanato 

un bando per il programma 

di recupero urbano del rione 

San Giacomo che prevedeva 

tra l’altro proprio il 

restauro dell’ex Villino Dragone. 

L’opera però sarebbe 

stata appaltata solo nel novembre 

del 2004, con lavori 

da realizzare entro tre anni: 

se li era aggiudicati l’Ater di 

Matera, direttamente interessata 

al progetto, che prevedeva 

infatti anche la realizzazione 

di 24 alloggi di 

edilizia residenziale pubblica 

(le case popolari, ndr). Tutto 

bene insomma, sennonché… 

mancava una firma! Quella 

del governatore lucano Vito 

De Filippo, che però si sarebbe 

scomodato da Potenza 

solo a febbraio 2006 per sottoscrivere 

appunto l’accordo 

di programma per la realizzazione 

dell’opera. Memora- 

bile la dichiarazione dell’allora 

sindaco Michele Porcari: 

“Questa intesa - aveva detto 

nell’occasione - segna un importante 

passo in avanti nel 

processo di riqualificazione 

in uno dei rioni più popolosi 

della città”. Già, due anni 

e mezzo dal bando per una 

firma…E comunque quell’ 

“importante passo” è rimasto 

l’ultimo…Da allora sono 

trascorsi infatti altri sei anni, 

ma a Villino Dragone non 

c’è nessun lavoro in corso e 

nessuna traccia di un cantiere, 

ma solo desolazione e 

tutt’intorno il consueto scenario 

di degrado, comune a 

tante zone della città, con 

erbacce, macerie e rifiuti 

di ogni genere (nella prima 

foto). Esattamente come 

al Casino Padula ad Agna. 

Eppure lì i lavori sono iniziati 

da tempo. Nel novem-

Da edifici storici a monumenti alla 

mala-amministrazione: idee 

progetti e soldi svaniti nel nulla 

bre 2004 infatti, il Comune 

emanava nell’ambito del 

PISU il bando per la realizzazione 

e gestione del “Centro 

Polifunzionale di Quartiere 

Rione Agna”, un’opera 

che comprendeva la ristrutturazione 

e l’ampliamento 

dell’antico edificio, con la costruzione 

di una palestra e di 

campetti polivalenti con relativi 

servizi, la realizzazione 

di parcheggi, viabilità a contorno, 

percorsi pedonali e la 

recinzione dell’intera area; 

ed ancora la sistemazione 

a verde dell’adiacente Parco 

degli Ulivi, la realizzazione 

di un laghetto, l’illuminazione 

esterna, l’impianto d’irrigazione, 

le pavimentazioni 

e l’arredo urbano dell’intero 

centro. Insomma, un gran 

bel progetto, per il quale era 

stata stanziata la cospicua 

somma di 5 milioni di euro. 

Ma di cui tuttavia presto si 

sarebbe persa traccia. Tanto 

che nel giugno 2006 gli abitanti 

della zona denunciavano 

in una lettera aperta 

“l’evidente stato di abbandono 

e di assoluta dimenticanza 

di problemi e necessità 

dei cittadini del rione… 

Qualche speranza c’era per 

la riqualificazione del “Casino 

Padula” in centro di 

quartiere polifunzionale grazie 

ai finanziamenti PISU. 

Non si sa più nulla! Che non 

sia stato dimenticato?”. Evidentemente 

sì. Ci sarebbero 

infatti voluti ben tre anni e 

una nuova Amministrazione 

comunale (Porcari nel frattempo 

aveva lasciato il posto 

a Buccico, ndr) perché 

l’opera, a dicembre del 2007, 

fosse appaltata. Intanto però 

si erano persi per strada 3 

milioni e mezzo di euro: i 5 

milioni iniziali si erano infatti 

misteriosamente ridotti 

a soli 1 e mezzo…I lavori sarebbero 

poi iniziati il 19 maggio 

del 2008 per concludersi 

il 25 maggio 2009: almeno 

così prevedeva l’appalto. Ma 

quei lavori in realtà non si 

sono affatto conclusi: il cantiere 

infatti è rimasto fermo 

da tempo. “I lavori avevano 

subito un rallentamento 

a seguito del fallimento 

dell’azienda che aveva vinto 

la gara di appalto. Abbiamo 

quindi rapidamente rescisso 

il contratto e proceduto allo 

scorrimento della graduatoria”, 

facevano sapere nel 

gennaio scorso dal Comune, 

nell’annunciare che erano 

stati consegnati i lavori per 

il completamento dell’opera 

con un ulteriore finanziamento 

di 200mila euro, probabilmente 

necessari per rimuovere 

gli evidenti segni del 

degrado conseguente all’abbandono 

di questi anni: ultimazione 

prevista per gennaio 

2012. Ma ancora una volta 

il cantiere si è bloccato: di 

nuovo tutto fermo, ormai da 

diversi mesi. E così la desolazione 

e il degrado si sono 

nuovamente impossessati 

del Casino Padula (nell’altra 

foto). E tutt’intorno non c’è 

neanche più la campagna di 

una volta…■ 

Matera 


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Matera 


Ennesima interruzione nei lavori di restauro dell’antica basilica 

Sette secoli dimenticati in 6 

anni: la storia interrotta della 

Cattedrale 


► Una grande mano nera 

che intima l’alt. Quel cartello 

sulla recinzione del cantiere è 

quanto mai esplicito: in Cattedrale 

non si può entrare. 

Ormai da circa 6 anni. Nel 

2003 infatti l’antico duomo 

subì due crolli, rispettivamente 

a gennaio e novembre: 

nel primo caso vennero giù le 

trabeazioni e gli stucchi del 

tardo Ottocento, con le alzate 

lignee sottostanti e l’altare 

della Madonna della Bruna; 

nel secondo, invece, il dissesto 

riguardò la navata di sinistra 

con lo sgretolamento degli 

elementi architettonici e il 

danneggiamento della statua 

di Sant’Ilario. E così si resero 

necessari lavori di restauro, 

che iniziarono nel 2006 con 

l’inevitabile chiusura della 

basilica. L’opera non venne 

ultimata nei tempi previsti, 

ma il ritardo fu contenuto 

nei limiti fisiologici: quei lavori 

infatti si sono conclusi 

ad agosto dello scorso anno. 

Sennonché la Direzione Regionale 

per i Beni Culturali 

e Paesaggistici della Basilicata 

acconsentì alla richiesta 

della Curia cittadina di 

dotare il Duomo di un nuovo 

impianto elettrico e, perché 

no, anche di un impianto di… 

riscaldamento! In oltre sette 

secoli nessuno ne aveva mai 

sentito il bisogno ma evidentemente 

gli sconvolgimenti 

climatici ormai incombono… 

e così ci vuole un altro milione 

e 200mila euro e soprattutto 

altri due anni di lavoro! 

Che è stato affidato alle imprese 

Restauri G.E.G. e Pietrafesa 

Impianti, cui l’opera è 

stata consegnata il 12 luglio 

del 2010 per concludersi il 3 

maggio del prossimo anno, 

come riporta la tabella di 

cantiere (nella foto). Ancora 

qualche mese quindi perché 

la Cattedrale torni ad essere, 

come da sempre, il cuore dei 

festeggiamenti del 2 Luglio; 

e ad offrirsi in tutto il suo 

splendore alle visite dei turisti 

che invece in tutti questi 

anni hanno dovuto accontentarsi 

di dare un’occhiata 

furtiva ai suoi splendidi interni 

attraverso la squallida 

grata apposta intanto al 

portale d’ingresso. In effetti 

i lavori sembravano procedere 

spediti, nel rispetto dei 

tempi previsti: così assicurò 

la soprintendente Marta Ragozzino 

lo scorso anno in occasione 

dell’apertura straordinaria 

della cattedrale nei 

giorni di Natale. Ma evidentemente 

ci dev’essere stato 

qualche contrattempo: da 

qualche mese infatti i lavori 

sono inesorabilmente fermi. 

Bisognerà quindi attendere 

ancora. Ma intanto sei anni 

di chiusura sembrano aver 

fatto dimenticare sette secoli 

di storia. Edificata sull’area 

dell’antico monastero benedettino 

di Sant’Eustachio a 

partire dal 1230, la cattedrale 

fu infatti completata 

nel 1270 e dedicata originariamente 

a Santa Maria di 

Matera; dal 1389 poi, anno 

in cui il papa Urbano VI (già 

arcivescovo della città) istituì 

la festa della Visitazione, fu 

intitolata a Santa Maria della 

Bruna, patrona della città. 

Nel tempo poi è stata via via 

arricchita: all’interno, tra le 

altre, un’opera eccezionale, 

il grandioso presepe in pietra 

di Altobello Persio. Capostipite 

di una famiglia di artisti 

e intellettuali – il figlio 

Antonio era medico e filosofo, 

Ascanio filosofo e lette- 

rato, Domizio pittore e Giulio 

scultore – si era trasferito 

ventenne a Matera (da Montescaglioso, 

dove era nato 

nel 1507) per sposare Beatrice 

Goffredo, sorella di Leonardo, 

canonico della Cattedrale. 

Dove tra il 1530 e il 

1534 scolpì appunto l’imponente 

Natività, “una tra le più 

belle dell’Italia meridionale” 

secondo lo studioso tedesco 

Joseph Kreimaier. Un gioiello 

nel gioiello che da allora ha 

incantato materani e visitatori 

e che rappresenta perfettamente 

la civiltà millenaria 

dei Sassi, per il suo carattere 

popolaresco e contadino: la 

Madonna e S.Giuseppe sembrano 

infatti una Brunetta e 

uno Stacchiuccio qualunque 

di una qualunque epoca 

della storia della città; anche 

il Bambinello e gli angeli sono 

forse ispirati a personaggi del 

tempo, come pure i Magi, il 

suonatore di zampogna, il 

pastore e la donna che fila; 

gli stessi animali sono assolutamente 

realistici: buoi e 

asini, pecore e cavalli erano 

parte integrante della vita nei 

vicinati. Quando nei Sassi si 

“faceva” cultura tutti i giorni. 

Ora invece tocca attendere il 

2019. Anche per riaprire la 

Cattedrale? ■

| iL RESTO settimanale | 10 dicembre 2011

Matera 

Questo sabato apre finalmente al pubblico l’antica cisterna 

sotto Piazza Vittorio Veneto 

Il Palombaro 

riemerge dalla Storia 



► Il nome è curioso e può 

trarre in inganno: i “palombari” 

a Matera non c’entrano 

nulla con i subacquei 

con scafandro, anche 

se entrambi sono sommersi 

dall’acqua. Il termine deriva 

infatti da “palomba”, il 

muro con cui nell’Ottocento 

si tamponavano le corti a 

pozzo per farne delle grandi 

cisterne per la raccolta e la 

conservazione dell’acqua 

piovana. Ce ne sono diverse, 

nei Sassi e soprattutto nella 

dorsale settecentesca della 

città. Quando infatti, a partire 

dal XVIII secolo Matera 

cominciò ad espandersi al 

di fuori dei due antichi rioni 

di pietra, bisognava provvedere 

all’approvvigionamento 

idrico: nacquero così i palombari. 

Il più grande fu realizzato 

sotto l’attuale superficie 

di Piazza Vittorio 

Veneto, che allora non esisteva 

ancora: i lavori per il 

Palombaro Lungo iniziarono 

intorno al 1850 con l’accorpamento 

di una serie di cantine, 

per terminare con l’ultimo 

ampliamento nel 1881. 

Un’opera imponente (nella 

foto) con i suoi circa 20 metri 

di profondità e i 3.300 metri 

cubi di capacità: l’ennesimo 

esempio del grande ingegno 

dei nostri avi, davvero con- 

tadini dal cervello fino. Che 

in questo modo si garantirono 

a lungo le riserve d’acqua 

necessarie per gli usi 

quotidiani. Almeno fino agli 

anni ’20 quando, sotto il Fascismo, 

la città fu collegata 

all’Acquedotto Pugliese. Il 

Palombaro Lungo, così come 

tutti gli altri, cadeva in disuso. 

E anche nel dimenticatoio. 

Intanto sopra si era 

sviluppata Piazza del Plebiscito, 

poi rinominata Piazza 

Vittorio Veneto: la terra 

aveva così sommerso per 

sempre l’enorme cisterna - 

così almeno si pensava allora 

– insieme a un’area della 

città che per secoli aveva pulsato 

di vita, con la millenaria 

chiesa del Santo Spirito, 

il mercato del Fondaco di 

Mezzo, una torre aragonese 

delle fortificazioni medioevali 

della città, abitazioni, 

botteghe e cantine…1991, 

oltre un secolo dopo, in occasione 

dei lavori di riqualificazione 

della piazza, gli ipogei 

ritornano alla luce: due ampi 

squarci nel selciato consentono 

da allora di ammirare 

le aree più esterne, scalinate 

e corrimano realizzati appositamente 

permetterebbero 

invece di addentrarsi nei 

suggestivi spazi sotterranei: 

sennonché, tranne in alcune 

estemporanee occasioni, gli 

ipogei sono rimasti sempre 

desolatamente chiusi ed abbandonati. 

I lavori per la loro 

riqualificazione e la conseguente 

realizzazione di un 

Centro Visite – finanziati 

nel 2005 dal Governo centrale 

con 2.350.000 euro dei 

Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate) 

ma appaltati 

solo nel marzo del 2007 e 

iniziati qualche mese dopo – 

non sono infatti ancora ultimati. 

E intanto in tutti questi 

anni migliaia di visitatori 

hanno perso l’occasione 

unica di un suggestivo viaggio 

all’interno della Terra e… 

della Storia. Saranno più 

fortunati quelli che giungeranno 

nelle ormai prossime 

vacanze natalizie: questo sabato 

infatti, 10 dicembre, finalmente 

il Palombaro apre 

al pubblico. Per sempre? 

“Stiamo verificando la possibilità 

di tenere aperto questo 

ambiente anche dopo le festività 

natalizie”, dice il sindaco 

Adduce. Già, tutto questo 

tempo è evidentemente 

trascorso invano: quattro 

anni di ritardo non sono bastati 

per pensare a come gestire 

il sito. Oggi quindi il 

Palombaro riemerge dalla 

Storia, ma sempre col rischio 

di annegare nella mediocrità 

del presente… ■


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di G. G. 

► Il completamento della 

Tangenziale Ovest e il reperimento 

di suoli per le 

cooperative edilizie sono 

due interventi che potrebbero 

dare una boccata 

d’ossigeno all’economia 

della città di Matera, 

o almeno a quella parte di 

essa che fa leva sull’edilizia, 

settore capace di 

invertire il ciclo economico 

negativo. Questo è 

il pensiero espresso in 

una nota di Confapi Ma- 

di G. G. 

► Il suo collega barese Francesco 

Schittulli si era già espresso 

sulla questione qualche giorno fa 

chiedendo al governo nazionale di 

guardare prima ai tenti enti inutili 

che proliferano in ogni zona 

d’Italia che alle istituzioni-Provincia, 

ora sbotta anche Franco Stella, 

presidente della giunta provinciale 

materana. Lo fa al’indomani 

del piccolo dietro-front della squadra 

Monti sull’abolizione delle Province. 

“Il sub-emendamento che 

lascia in carico giunta e consigli 

provinciali fino alla scadenza naturale 

del mandato, presentato in 

extremis nella serata dal governo 

– spiega Stella in una nota - dimostra 

che la questione della cancellazione 

delle Province non rientra 

nei canoni della liceità costituzionale 

e della efficienza economica”. 

tera per scuotere dal torpore 

la città. “L’edilizia, 

con i suoi circa 200 settori 

dell’indotto – si legge 

nel comunicato - vive da 

tempo una fase di stagnazione 

da cui occorre venir 

fuori per ridare prospettive 

alle imprese e ai lavoratori. 

Secondo Confapi 

Matera il completamento 

della Tangenziale Ovest, 

per il quale in passato si 

è rinunciato ad un finanziamento 

di 9 milioni di 

euro, oltre a decongestionare 

il traffico nel centro 

cittadino e a rendere la 

città più vivibile, avrebbe 

anche la funzione di impiegare 

numerose maestranze 

attualmente 

senza lavoro. Altrettanto 

dicasi per la domanda 

di alloggi di cooperative 

edilizie in città, cui non 

corrisponde un’adeguata 

Il presidente dopo il sub-emendamento 

che prevede la fine naturale dei mandati 

Stella: “Incostituzionale 

abolire le Province” 

Il presidente Stella, all’indomani 

della giornata campale che dava 

per certa la decadenza degli organi 

provinciali il 31 marzo 2013, dichiara 

con lucidità e tranquillità 

come “non si possa pensare di risolvere 

i problemi del Paese e di 

tagliare i costi della politica stravolgendo, 

come ribadito anche dal 

presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione, 

una legge costituzionale 

che ha istituito un presidio istituzionale 

locale a tutela degli interessi 

dei cittadini. Se dobbiamo 

ragionare in termini di produttività 

sarebbe più opportuno rafforzare 

le deleghe in capo alle amministrazioni 

provinciali, per snellire le 

procedure e rendere più efficienti 

gli innumerevoli servizi forniti ai 

cittadini. Sottrarre alle Province la 

gestione amministrativa e togliere 

al popolo la possibilità di scegliere 

i propri rappresentanti, presidenti 

Matera 

“Due interventi che potrebbero dare una 

boccata d’ossigeno all’economia della città” 

Suoli per 

cooperative 

e Tangenziale 

Ovest: le priorità 

Confapi 

disponibilità di aree edificabili. 

Anche questo intervento 

– conlude Cofapi 

- consentirebbe di aprire 

nuovi cantieri, dando una 

risposta alle giovani coppie 

che non trovano casa 

e calmierando i prezzi 

in città, ancora troppo 

alti”.■ 

e consiglieri, svuota di senso e di 

significato l’istituzione stessa. Una 

istituzione che è stata concepita, 

invece, per dare senso e sviluppo 

ai territori”. ■ 


37

Gravina 

La minoranza chiede il commissariamento della sezione gravinese 

Continua lo scontro nel Pd 

di Antonella Testini 

► Non si placa nemmeno 

durante il periodo natalizio 

lo scontro tra maggioranza 

e minoranza (così come si 

sono autodefiniti) all’interno 

del Pd gravinese. A 

leggere gli ultimi scambi di 

opinione sembra proprio 

che quest’anno in casa Pd 

non chiederanno a Babbo 

Natale di portare qualcosa 

ma piuttosto di portarsi via 

qualcuno. 

Dopo l’affondo a mezzo 

stampa del vice Cozzoli e 

di alcuni membri del partito 

tra cui l’ex consigliere 

Calderoni, che accusavano 

Valente di aver mortificato 

il partito con “una 

gestione personalistica” gli 

stessi chiedono l’intervento 

della segreteria regionale 

e provinciale per denunciare 

di “non essere mai 

stati invitati a nessuna assemblea 

per definire le alleanze, 

per indire le primarie 

di partito, per costituire 

la commissione elettorale, 

per discutere le dimissioni 

del segretario candidato 

a sindaco” è arrivata, sempre 

via internet la replica 

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del segretario. Valente scomoda 

addirittura Norberto 

Bobbio per ricordare ai 

suoi compagni di partito 

che per essere veramente 

democratici occorre partecipare 

alla vita del partito. 

Il segretario ricorda di aver 

discusso con 

l’assemblea le 

diverse questioniinterne 

tra cui anche 

la faccenda 

relativa alle 

alleanze politiche 

con il terzo 

polo “condivisa 

dal segretario 

provinciale, 

Vito Antonacci, 

in occasione della festa democratica 

dello scorso ottobre” 

che “rispecchia gli 

orientamenti del partito a 

livello nazionale, regionale 

e provinciale, così come si 

apprende quotidianamente 

dagli organi di stampa”. 

Insomma Valente suona 

la sveglia ai rivoluzionari 

con un documento che, 

riassunto in poche parole, 

sembra voler dire: “Ma fino 

ad ora dove siete stati?”. 

Una risposta che ha fatto 

saltare dalla sedia Cozzoli 

che per l’ennesima volta 

ha preso carta e penna 

e, giusto per non perdere 

il gusto, è andato ancora 

più pesante: “Faccio parte 

della minoranza interna 

del Pd, e da quanto apprendo, 

ne faccio 

parte da sempre.Finalmente 

si è squarciato 

il velo di 

Maya che ha 

coperto gli occhi 

del Pd sin 

alla sua nascita. 

Emerge con 

tutta la sua ca- 

Alesio Valente 

rica distruttiva 

la realtà. Va- 

lente non è il mio segretario, 

né può tornare a esserlo”. 

Dunque, se è vero 

che “verba volant e scripta 

manent” non ci sono più 

margini di contrattazione e 

la rottura del partito sembra 

oramai imminente visto 

che Cozzoli rimarca sul 

mancato coinvolgimento 

dei partiti dell’estrema sinistra 

nell’alleanza che il 

Pd ha stretto con il terzo 

polo nelle scorse settimane 

durante le quali, continua 

life is now 

a scrivere “non mi pare ci 

siano stati incontri di partito 

per avallare tale assurda 

condotta politica. Mi piacerebbe 

sapere se i nostri dirigenti 

sovraordinati sono 

veramente a conoscenza di 

quanto accaduto”. In questo 

tiro e molla dalle mezze 

verità dove nessuno ha 

ancora interesse a scoprire 

tutte le carte i vertici regionali 

e provinciali stentano 

a far sentire la propria 

voce, Cozzoli e i suoi 

sostenitori proseguono nel 

loro duro attacco chiedendo, 

a pochi mesi dalle prossime 

elezioni amministrative, 

il commissariamento 

del partito. Difficile capire 

cosa accadrà nelle prossime 

ore visto che la segreteria 

gravinese almeno ufficialmente 

non ha ancora 

risposto ma la sensazione 

comune è che si sia voluta 

scatenare una tempesta in 

un bicchier d’acqua o ancora 

meglio si sia creato il 

pretesto per fare emergere 

quelle contrapposizioni 

mai appianate tra maggioranza 

e minoranza la 

cui naturale conseguenza 

sarà l’emigrazione dei rivoluzionari 

in un altro partito 

che, stando alle solite voci 

di paese, sarebbe già confezionato 

con tanto di candidato 

sindaco. ■ 

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► Che fine ha fatto il progetto 

del wi-fi gratuito in 

piazza della Repubblica? 

Un’iniziativa accolta favorevolmente 

dall’intera giunta 

comunale che lo scorso mese 

di maggio aveva deliberato di 

aderire al progetto promosso 

dalla testata on line Wired. 

it in collaborazione con Unidata 

un operatore di telecomunicazioni 

specializzato 

nei servizi “senza fili”, che 

aveva promosso l’istallazione 

di 150 hot spot in altrettante 

piazze italiane per celebrare 

i 150 anni dell’Unità d’Italia. 

Il posto ideale per istallare 

l’antenna era stato individuato 

presso l’istituto Benedetto 

XIII nella centralissima 

piazza della Repubblica con 

l’intento di trasformare ciò 

che è diventato oramai un 

parcheggio a cielo aperto, in 

un interessante luogo di ritrovo 

di giovani. Acquisiti 

tutti i pareri e le autorizzazioni 

compreso il contratto 

con una nuova società di telecomunicazioni 

per l’attivazione 

della linea Adsl, a 

giugno l’amministrazione comunale 

ha sottoscritto il contratto 

con Unidata che a sua 

volta si è impegnata ad offrire 

in comodato d’uso gratuito 

tutti gli strumenti hardware 

e software per il funzionamento 

della linea. Sembra, 

dunque, tutto pronto ed infatti 

da palazzo di città partono 

anche i primi comuni- 

cati stampa che annunciano 

l’innovazione in piazza ma, 

ciò che il portavoce dell’ex 

sindaco Divella definisce “la 

lentezza della macchina burocratica”, 

ossia i continui 

rinvii, l’attesa snervante dei 

preventivi e dei pareri favorevoli 

a cui si aggiungono le 

perenni crisi amministrative, 

hanno rallentato l’intero iter 

burocratico e dimenticato 

l’antennina wi-fi in un armadietto 

del Comune dove 

pare sia ancora depositata. 

In questi giorni anche il consigliere 

provinciale Romita è 

intervenuto a mezzo stampa 

Scade a fine mese l’iniziativa 

ma a palazzo di città tutto tace 

Wi-fi gratuito 

il progetto smarrito 

per chiedere al commissario 

di procedere velocemente 

all’istallazione dell’antenna 

che fornirà l’accesso gratuito 

a internet per i prossimi 

14 giorni. Praticamente sino 

al prossimo 31 dicembre 

giorno di scadenza del contratto 

e dell’iniziativa “Wi-Fi 

gratuito in 150 piazze”. Giuseppe 

Schinco, portavoce 

dell’ex sindaco e promotore 

della prima ora dell’iniziativa 

già alcune settimane fa aveva 

chiesto un incontro con il 

commissario ma ad oggi è ancora 

in attesa di una risposta 

mentre dice rammaricato: 

“Non mi resta che confidare 

nel Padre Eterno” . A fine 

mese Unidata chiederà indietro 

l’intero pacchetto perché 

senza una preventiva comunicazione 

per chiedere una 

proroga del progetto, a fine 

mese sarà staccato il servizio. 

A questo punto non ci resta 

che prendere atto dell’ennesima 

occasione perduta e 

forse dell’ennesima figuraccia 

che il Comune di Gravina 

ha rimediato. L’unica cosa 

che possiamo fare è spiegare 

ai gravinesi che il wi-fi viaggia 

via etere, non nel mondo 

dei sogni. ■ 

Gravina 


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Tra crisi economica e gioco di squadra 

Un Natale povero ma ricco 


► Sono le piccole cose che rendono 

tangibile la presenza del commissario 

a Gravina. Tralasciando le ordinanze 

degli ultimi giorni finalizzate 

a mettere ordine nella macchina 

amministrativa o per precisare una 

volta e per tutte che il piazzale antistante 

palazzo di città non è un 

parcheggio pubblico, sono i piccoli 

gesti che fanno capire come per 

amministrare una città serva ordine 

e organizzazione. E’ infatti del 

6 dicembre la determina con cui il 

commissario prefettizio ha affidato 

alla Giannelli impianti l’incarico di 

istallare le luminarie natalizie per 

le vie principali della città. Passano 

pochi giorni e le strade sono illuminate 

i negozi addobbati e sul corso 

principale cominciano a spuntare, 

insieme ai Babbo Natale, anche i 

cittadini a passeggio. Un bel salto 

di qualità rispetto allo scorso anno 

quando abbiamo rischiato di tenere 

la mano sul tappo dello spumante 

in attesa che Gravina si vestisse a 

festa. Ma la novità di quest’anno 

è un’altra. In piena austerity, infatti, 

amministrazione comunale e 

associazioni hanno programmato 

a costo quasi zero un cartellone di 

eventi natalizi che certamente renderà 

le festività più piacevoli nella 

speranza che servano soprattutto a 

ridare fiato all’economia locale. E’ 

partita già i primi di dicembre con 

le aperture straordinarie dei negozi 

anche nei giorni festivi, la lunga 

maratona culturale che si concluderà 

dopo l’Epifania. Tra presentazioni 

di libri e spettacoli teatrali fi- 

nalmente emerge la voglia di fare 

squadra e pazienza se l’amministrazione 

comunale si è solo presa 

l’onere di istallare le luminarie e finanziare 

la stampa del cartellone, 

tanto da scoraggiare qualche amatore 

gravinese che, una volta accertata 

la chiusura del rubinetto pubblico, 

ha pensato bene di sbattere la 

porta in faccia agli amici e di festeggiare 

un Natale ad personam. Nonostante 

tutto restano tante le manifestazioni 

in programma tra cui 

spuntano le rappresentazioni teatrali 

a cura dell’associazione gravinese 

81 in programma per il 23 e il 

30 dicembre oltre all’ennesima affollatissima 

replica de “Ajr, jousce e 

crè” in programma per il 5 gennaio. 

Poi i concerti programmati nelle diverse 

chiese da diversi artisti e per 

un Natale all’insegna della musica 

e del divertimento arriva domenica 

18 dicembre “Natale in tutti i sensi” 

organizzato dall’associazione Orgoglio 

Gravinese che propone, in collaborazione 

con altre associazioni, 

un percorso multisensoriale tra le 

vie più suggestive e meno conosciute 

del centro storico tra musica 

folk, istallazione di pittura, pettole 

e vino. A chiudere il cartellone nei 

primi giorni di gennaio 2012 sono 

in programma il Concerto di Natale 

a cura dell’Associazione Camerata 

Mozartiana e il Concerto dell’Epifania 

presso le Officine Culturali. 

Insomma a Gravina quest’anno si 

celebra un Natale ricco di cultura 

e divertimento sebbene povero di 

fondi e inventiva. Ma l’importante 

è che il Natale arrivi anche in questo 

angolo di Murgia. ■ 

Giorni 

sbagliati 

ovvero la 

fiducia 

di Salvatore U. Digennaro 

Gravina 

Lo scomunicato 

Dopo aver fatto una cazzata, anche 

grossa, l’essere umano s’accartoccia 

su se stesso come le vecchie carte del 

pane, quelle che si usavano una volta 

quando si comprava la focaccia a 500 

vecchie lire e si impregnavano d’olio, 

e si usavano come scottex e in più 

sovente, quando si era raffreddati ci si 

soffiava pure il naso. Dopo aver fatto 

una cazzata, anche immensa, l’essere 

umano che di umano ha ancora le 

sembianze e le sensibilità, si chiude in 

camera oscura a cercar di sviluppare 

le foto migliori per ridar luce a tutto 

quello che sembra irrimediabilmente 

buio. Dopo aver fatto una cazzata, 

anzi un cazzatone enorme, l’essere 

umano che sa ancora di umano e 

quindi soffre e comprende, implora 

un perdono principalmente a se 

stesso e a chi ha danneggiato. Dopo 

aver capito di aver fatto una cazzata, 

l’essere umano perde fiducia in se 

stesso e fede in qualsiasi divinità e si 

annulla come neve al sole. Quando 

fanno le cazzate, gli esseri umani che 

son prima di tutto umani e quindi 

sbagliano, ammettono gli errori e 

anche se intrisi nella disperazione 

si fanno forza, prendono forza da 

angeli di passaggio, si rimettono 

addosso il fardello di un’esistenza 

e ricominciano a macinare attimi di 

quella strana cosa che dicon vita. 

“Non bisogna mai smettere di avere 

fiducia negli uomini. Il giorno che 

accadrà, sarà un giorno sbagliato.” 

dice Titta Di Girolamo ne “Le 

conseguenze dell’amore” di Paolo 

Sorrentino. Dopo aver sbagliato 

giorni e giorni, l’essere umano 

prova ad avere di nuovo fiducia. 


43

Santeramo 

di Vito Silletti 


Mentre si dibatte ancora del problema centrale 

vengono protocollate nuove richieste per fotovoltaico ed eolico 

Non solo biomasse: il territorio 

assediato dalle energie alternative 

► “Assalto a Fort Apache” 

o “Alla conquista del West”. 

Queste sembrano le frasi più 

adatte per descrivere quello 

che sta accadendo negli ultimi 

anni: l’avanzata inesorabile 

delle energie alternative. 

Qualcuno potrebbe dire: 

“Ma non va bene mai niente! 

Prima ci si lamentava dell’inquinamento 

atmosferico, ora 

ci si lamenta delle energie 

rinnovabili”. “Le fonti di energia 

alternativa vanno bene, 

ma ci vuole criterio anche in 

questo” affermerebbe qualche 

altro. 

L’installazione e l’utilizzo di 

fonti energetiche rinnovabili 

in questi ultimi tempi hanno 

subito un’accelerazione incredibile. 

Sono tante ormai le 

società che sbucano da ogni 

parte, che fanno domanda 

alla Regione e al Comune per 

ottenere il via per realizzare 

impianti fotovoltaici, parchi 

eolici e centrali a biomasse. 

Sembra una corsa alla conquista 

dell’oro, una corsa alla 

conquista di terreni e territori 

ancora disponibili e accattivanti. 

In Puglia è un fenomeno assai 

diffuso. Per quanto riguarda 

gli impianti fotovoltaici 

è la prima regione in 

Italia nel produrre energia 

elettrica con 15.493 impianti 

per un totale di 1.292 MW. 

Anche Santeramo si è adeguata 

a questo trend quantomeno 

per quel che riguarda 

il fotovoltaico. Diverse sono 

le società che sono venute a 

colonizzare i territori santermani 

ed hanno installato diversi 

impianti. La zone molto 

appetibili sono quelle delle 

Matine. Cosa curiosa è che 

si vanno a occupare terreni 

molto fertili per metterci gli 

impianti e non i tanti incolti 

presenti sulla Murgia. Oramai 

si possono notare distese 

di pannelli solari che vanno 

ad impattare con il paesaggio 

del territorio santermano. 

A giugno 2009 l’amministrazione 

comunale di Santeramo 

unitamente a quella di 

Laterza organizzarono un 

incontro con gli agricoltori, 

soprattutto della piana delle 

Matine, per ragguagliarli 

sulla validità del solare. Detto 

incontro aveva come argomento 

“Il polo energetico di 

Viglione. Le energie rinnovabili: 

ambiente ed occupazione”. 

Fu ventilato anche un 

introito per il Comune. Era 

la società Sunray Italy s.r.l. 

che proponeva. L’attivazione 

è stata negata perchè la Via 

(Valutazione di Impatto Ambientale) 

per tre impianti fotovoltaici 

per generare “ener- 

gia verde” con strutture ancorate 

al suolo di 19,9 MW 

ciascuna in terreni seminativi 

nella zona della Contrada 

Matine, lungo la strada provincialeVenusio-Torrespagnola 

e in località contrada 

Cipolla nel Comune di Matera, 

poneva grossi impatti 

su flora, fauna, microclima, 

suolo e interferenza con altri 

progetti, nonché erosione ed 

evoluzione sul territorio. 

Le opere connesse a questi 

impianti interessano il Comune 

di Santeramo e la Regione 

Puglia “per la stazione 

elettrica utente e per la quota 

parte dei cavidotti di connessione 

elettrica ricadenti”. 

Una considerazione intristiva 

i santermani perché i terreni 

fertili della piana non 

avrebbero prodotto più piante 

dai raccolti abbondanti. 

C’è da dire che nella zona di 

Viglione viene prodotto un 

eccezionale primitivo che ha 

fruttato in Giappone una significativa 

segnalazione per 

la tenuta omonima. 

E allora il problema delle 

biomasse, molto attuale nella 

cittadina di Santeramo, si 

connota di altri elementi perché 

da un elenco del comitato 

del no vengono elencati le 

centrali a biomasse operanti 

o che si vogliono avviare nelle 

zone vicine. Ci sarebbero: a

Ginosa una centrale Gin Power 

da 5 MW; ad Acquaviva 

Ecoacqua Srl con una da 20 

MW; a Casamassima il Consorzio 

Cem con 24 MW; a Laterza 

la Ecomed Srl con una 

centrale da 30 MW; a Castellaneta, 

sempre l’Ecomed, con 

30 MW ed ancora a Ginosa 

New-co Energetica con 14,5 

MW. Per non parlare di altre 

cittadine relativamente più 

lontane. L’assedio, pertanto, 

è enorme ed i problemi che 

questo proliferare di centrali 

sono molti. Sono tanti, perciò, 

i cittadini che insieme a 

Pd, Idv, Sel e comitato del no 

hanno protestato e presenta- 

to delle istanze per bloccare 

la procedura per la realizzazione 

di un impianto a biomasse 

nel territorio murgiano, 

in contrada Montefungale, 

ai confini con Matera e 

Altamura. Purtroppo il commissario 

ha firmato la delibera 

che prevede lo schema 

di convenzione e l’atto di impegno, 

non ritenendo giuridicamente 

valide le istanze 

presentate per una possibile 

moratoria. Adesso la patata 

bollente è passata nelle 

mani della Regione. Alcuni 

politici, a livello regionale, si 

stanno interessando al problema 

come Antonio Decaro 

Idea Ambiente 

D I S I N F E S T A Z I O N I A M B I E N T A L I 

Professionisti 

della derattizzazione 

facile, sicura,efcace ed economica 

capogruppo del Pd alla Regione 

Puglia o come il consigliere 

regionale di Sel Michele 

Ventricelli. Anche il 

consigliere regionale Loizzo 

del Pd ha espresso preoccupazioni 

e si è detto disposto 

all’interessamento.E l’assedio 

potrebbe avere un altro 

elemento. Riguarda l’eolico 

nel territorio di Matera. Il 

24 novembre è stata protocollata 

una lettera da parte 

della società Marcopolo Engineering 

di Borgo San Dalmazzo 

(Cuneo) ai Comuni di 

Santeramo, Altamura e Matera 

che dovrebbe prevedere 

la realizzazione di un parco 

eolico costituito da 14 aerogeneratori 

per una potenza 

nominale massima di 35 

MW da ubicarsi nel in località 

Masseria Verzellina (Matera). 

Grosse pale tra poco potrebbero 

girare al vento con 

problemi di vibrazioni nel terreno 

e di danno per la fauna 

avicola, soprattutto per 

il grillaio che potrebbe venir 

decimato. Sarà possibile che 

un “Don Chisciotte” combatta 

contro questi nuovi mulini 

a vento? ■ 

• DISINFESTAZIONI 

• DERATTIZZAZIONI 

• DISINFEZIONI 

Santeramo 

• DISERBO INDUSTRIALE 

• ALLONTANAMENTO COLOMBI 

• PULIZIE CONDOMINIALI 

E STRAORDINARIE 

Piazzale Europa, 11 - Altamura (Ba) - Tel./fax 080 3144788 - cell. 3282835679 - www.ideambiente.it - p.iva 07146010728 


45

Santeramo 


► Si è svolta sabato 10 dicembre 

la terza edizione 

dello spettacolo “Palcoscenico 

2011”, organizzato 

dall’Athletic Marathon Santeramo 

in favore delle associazioni 

Nova Vita e Progetto 

“Oltre i Limiti”. L’evento, a 

scopo benefico e di solidarietà, 

ha avuto luogo nel teatro 

“Il Saltimbanco” dell’Oratorio 

Salesiano di Santeramo 

e ha riscosso un grande successo, 

tanto che molte persone 

sono state costrette a rimanere 

in piedi. Erano circa 

450 gli spettatori a fronte dei 

300 posti a sedere. 

A fine serata sono stati raccolti 

1.770 euro, una cifra 

più alta rispetto a quella della 

scorsa edizione che si era 

attestata sui 1.180. Questi 

soldi andranno a favore delle 

due associazioni sopra citate, 

ovvero Nova Vita e Progetto 

“Oltre i limiti”. 

L’Associazione NovaVita si 

occupa del recupero e del 

sostegno dei soggetti postcomatosi 

e cerebrolesi mentre 

il progetto “Oltre i Limiti”, 

che fa parte della struttura 

dell’Athletic Marathon , 

è invece rivolto a ragazzi e ragazze 

diversamente abili che 

partecipano anche all’attività 

federale agonistica. 

Alla serata sono intervenuti 

piccoli (per età) e grandi artisti 

che hanno messo a disposizione 

la loro professionalità 

e la loro partecipazione 

gratuita. L’evento è stato 

dedicato “all’indimenticabile 

Nicola Lella – ha affermato 

Franco Fraccalvieri, presidente 

dell’Athletic Marathon 

– collaboratore attivo 

del progetto ‘Oltre i Limiti’ e 

presidente dell’associazione 

‘Prometeo’, prematuramente 

scomparso pochi giorni fa” al 

quale è stata dedicata l’intera 

anteprima dello spettacolo. 

Nell’anteprima si sono esibiti 

alcuni ragazzi del corso 

musicale della scuola Media 

Francesco Netti. Hanno presentato 

la serata la piccola rivelazione 

Giuseppe Fraccalvieri 

e Franco Fraccalvieri. 


Grande successo per la manifestazione di beneficenza 

Palcoscenico 2011 

note di solidarietà 

A seguire si è esibito 

il gruppo proveniente 

da Acquaviva delle Fonti, 

“VoicesInCanto&Chorus” 

dell’insegnante Lia Carone. 

Grossa ovazione del pubblico 

al termine del brano “Vivo per 

lei” di Andrea Bocelli. Simpatici 

i balletti, le coreografie e i 

costumi della scuola di danza 

Paola Ronchi. 

Tanti gli artisti presenti: è salita 

sul palco del Saltimbanco 

la cover band di Zucchero 

Fornaciari rappresentata 

da Rocco “Sugar” Magnante. 

Poi è arrivato il turno del tanto 

atteso fisarmonicista Alessio 

Giove, di appena 15 anni, 

assoluto talento naturale di 

uno strumento non facile da 

suonare ma, nelle sue mani, 

coinvolgente e affascinante. 

Giove ha prima duettato con 

il sassofonista Fabrizio Fiorentino, 

14 anni, e poi con 

il ballerino della scuola di 

danza Edon’è, Mirko Fraccalvieri. 

Il giovane Giove tra 

non molto prenderà parte 

alla trasmissione di Canale 

5 “Italian got’s talent”. 

Interessanti le esibizioni di 

Marica Barbieri e di Alessia 

Cammisa, 14 anni altamurana 

che, insieme alla sua 

band, ha cantato dal vivo. 

E non è finita qui. Ciliegina 

sulla torta la presenza di due 

giovani cantanti della trasmissione 

“Ti lascio una canzone” 

di Antonella Clerici: la 

santermana Luana Fraccalvieri 

e il gravinese Giuseppe 

Picciallo. “Cori e applausi 

hanno accompagnato i brani 

da loro cantati – ha affermato 

un’entusiasta Franco 

Fraccalvieri – ovviamente in 

maniera sublime”. 

Alla fine gran chiusura con 

il medley di brani dei ragazzi 

dell’associazione “Crisalide” 

di Gravina, dell’insegnante 

Veronica Pompeo e della talent 

scout Isabella Abiuso, 

collaboratrice attiva dei programmi 

televisivi “Io canto” e 

“Ti lascio una canzone”. 

“Un sincero grazie a tutte le 

persone che hanno permesso 

tutto ciò – ha concluso 

Fraccalvieri – agli artisti, agli 

sponsor alle persone semplici 

che hanno fatto la loro donazione. 

Un grazie particolare, 

consentitemelo, lo devo 

fare a mio fratello Mario; so 

solo io quanto sabato ci sia 

stato di grande aiuto. Un grazie 

va anche ai collaboratori 

Marathon ed al pubblico”. ■

I proprietari hanno dovuto abbandonare le case nel lontano 1999 

L’archeologia sociale e il caso 

del condominio di viale della 

Resistenza 

di Vito Stano 

► Dopo l’archeologia industriale forse qualcuno 

parlerà e scriverà di archeologia sociale. 

Gli edifici (case singole, condomini e strutture 

pubbliche) ormai in stato di abbandono 

non si contano più, tanto che in un recente 

consiglio comunale è emersa la necessità di 

un monitoraggio del vecchio nucleo storico 

cittadino, al fine di poter approntare dei lavori 

di messa in sicurezza o di ristrutturazione. 

Il problema non riguarda più il solo 

centro storico, ma diverse zone del paese. 

Infatti in viale della Resistenza c’è un condominio 

i cui residenti hanno dovuto abbandonare 

le abitazioni nel 1999, allorquando le 

crepe già visibili ad occhio nudo erano soltanto 

il campanello d’allarme di un problema 

ampiamente diffuso in buona parte dell’area. 

La sostanza argillosa del terreno sottostante 

ha causato negli anni la sollecitazione degli 

edifici, che, se sottoposti a lavori di ristrutturazione 

come altri nella zona, avrebbero 

conservato una buona tenuta. Non è stato il 

caso del condominio rosso. 

La storia di queste abitazioni è lunga e complessa, 

il nodo della vicenda è individuabile 

nel fallimento della cooperativa che costruì 

l’edificio. Al momento dell’acquisto infatti i 

neo proprietari versarono una somma di denaro 

in acconto, che col tempo avrebbero dovuto 

saldare. Intanto col tempo non furono 

effettuati i lavoro di manutenzione e l’edificio 

iniziò a subire evidentemente l’usura degli 

anni. Il 1999 fu l’anno della svolta, ai condomini 

fu proposto di acquistare, versando il 

saldo, l’appartamento in cui abitavano o vendere. 

I nove condomini vendettero perché i la- 

vori di ripristino sarebbero stati troppo esosi. 

Ad acquistare fu un geometra cassanese, 

che una volta rilevato lo stabile ha dato avvio 

ai lavori o almeno così sembra. 

Le foto a corredo dell’articolo dimostrano 

come i lavori siano iniziati e che siano da un 

po’ di tempo stati interrotti. L’interrogativo 

che sorge alla vista delle immagini (dal vivo 

rende ancora meglio) è che coloro che stanno 

effettuando i lavori dovrebbero coprire o portar 

via il cumulo di macerie diventato ormai 

una collinetta? A nessuno è balenata l’idea 

che da quelle macerie si volatilizzano delle 

polveri sottili nocive che quotidianamente i 

vicini inquilini inalano senza saperlo? E ancora, 

l’inizio dei lavori non dovrebbe essere 

preceduto dall’affissione della cartellonistica 

informativa adeguata? Forse i lavori di ristrutturazione 

non sono ancora iniziati, ma 

è evidente che c’è un problema di tutela della 

salute che gli organi preposti dovrebbero 

accertare. ■ 

Cassano 


47

Cassano 

Il presidente reggente Ferrante: 

“Era un giardino privato…” 

Pro Loco: una storia 

infinita 

di Vito Stano 


► La consegna dei dossier della Pro Loco “La 

Murgianella” in consiglio comunale non ha 

certamente avviato a conclusione la travagliata 

storia che ha come protagonisti Cosimo 

Macchia, presidente defenestrato, Pierpaola 

Sapienza, assessore alla Cultura, e Giuseppe 

Ferrante, attuale presidente reggente. L’intreccio 

è degno di un noir di paese, in effetti i 

colpi di scena si fanno attendere e il mistero 

resta fitto sulle verità. Le verità, appunto, al 

plurale perché come ogni bega legale che si rispetti 

non c’è una sola e indiscutibile, ma c’è 

la verità di parte che vede contrapposti Macchia-Sapienza 

da una parte e Ferrante e il suo 

direttivo dall’altra. Dopo le mancate risposte 

dell’ex presidente Cosimo Macchia, proviamo 

a carpire la verità di Giuseppe Ferrante, presidente 

che traghetterà l’associazione alle pros- 

sime elezioni a marzo 2012. 

Presidente Ferrante di quali anomalie o colpe si è 

macchiata la gestione di Cosimo Macchia? 

L’ex presidente non ha quasi mai coinvolto il 

consiglio direttivo nelle decisioni prese con il 

comune e in particolare con l’assessorato alla 

Cultura e Turismo; né lo ha fatto con l’assemblea 

con cui non sono mai state comunicate e 

discusse le linee direttive; non ha mai riconosciuto 

il ruolo fondamentale del segretario-tesoriere, 

a cui era stato negato perfino l’accesso 

al conto corrente dell’associazione. Anche 

quando cinque su sette membri del consiglio 

si sono dimessi, Macchia non ha convocato i 

soci in assemblea per comunicare cosa succedeva. 

Insomma, aveva fatto della Pro Loco 

un giardino privato… 

Che prove avete a sostegno della vostra verità? 

Nessuno ha mai detto che manca denaro dalle 

casse. Le nostre verità sono nei libri dei verbali 

di consiglio e di assemblea, certificati dal 

commissario che il mese scorso ha convocato 

le nuove elezioni. 

D’altra parte abbiamo portato a conoscenza di 

tutti i consiglieri comunali la situazione con 

un corposo documento in cui si elencano mo- 

vimenti curiosi di fatture, denaro e quant’altro 

tanto che il Comune ha bloccato tutta la 

rendicontazione sull’estate cassanese proprio 

per vederci chiaro. 

Era così pericoloso per la Pro Loco il rapporto istituzionale 

che il presidente Macchia intratteneva 

con l’assessore Sapienza? 

Non si tratta di “pericolosità”. Il problema era 

che non si trattava di un rapporto tra istituzione 

e associazione, ma tra assessore e presidente 

di cui nulla conoscevamo né potevamo 

conoscere. 

Sta pensando di intentare azioni legali contro 

qualcuno? 

No, almeno per il momento. 

Non crede di essere in conflitto di interesse, in 

quanto presidente della Pro Loco e cronista e fotografo 

di Cassanoweb.it? 

E in che cosa consiste questo conflitto? Noi 

siamo una associazione, quello un sito di informazione. 

Cosa dovrebbe configgere? 

Pensa che il rapporto con l’assessore Sapienza si 

possa ricucire? E in che modo visti gli ultimi eventi? 

Per il bene del paese, va ricucito. Mi sono presentato 

al sindaco, ho avuto un colloquio cordiale 

senza problemi e mi ha detto che si farà 

tutto ciò che per Cassano è giusto e utile. 

Lei è a conoscenza delle aggressioni anche fisiche 

che ha subito l’ex presidente Cosimo Macchia 

da alcuni componenti del direttivo? Cosa ne pensa? 

Non ci sono state aggressioni fisiche. Solo un 

vivace scambio di opinioni esasperato da situazioni 

che non dovevano degenerare. Forse

qualcuno non avendo altri argomenti da controbattere 

alle nostre precise richieste, ha tirato 

in ballo questa storia… 

Qual è il suo rapporto attualmente con Macchia? 

Abitiamo nello stesso paese. 

Queste le risposte di Giuseppe Ferrante alle 

nostre domande. L’intervista purtroppo non è 

stata fatta vis à vis ma via telematica e questo 

comporta inevitabilmente un ammanco di do- 

di V.S. 

In tempi di crisi buona norma 

vorrebbe che i sacrifici li 

facessero anche i politici, ma 

dato che a costoro non sfiora 

neanche per l’anticamera 

del cervello di prendere 

provvedimenti, a darsi una 

mossa ci pensano gli italiani, 

quelli che la mattina vanno 

a lavoro, che stentano a 

pagare le bollette, che non 

vanno a ristorante ogni 

sera. L’iniziativa nata sul 

web si è diffusa sul territorio 

nazionale e ha lambito 

anche il nostro territorio, 

tra i comuni murgiani dove è 

già possibile firmare ci sono 

Cassano, Santeramo, Bitonto. 

L’iniziativa, nata in modo 

trasversale ai partiti e 

promossa dal gruppo 

facebook “Nun Te Regghe 

Più”, dal titolo della 

famosa canzone di Rino 

Gaetano, ha come obiettivo 

la promulgazione di una 

legge di iniziativa popolare 

formata da un solo articolo: 

“i parlamentari italiani eletti 

al senato della repubblica, 

alla camera dei deputati, 

il presidente del consiglio, 

i ministri, i consiglieri e gli 

assessori regionali, provinciali 

e comunali, i governatori 

delle regioni, i presidenti delle 

province, i sindaci eletti dai 

cittadini, i funzionari nominati 

nelle aziende a partecipazione 

pubblica, ed equiparati non 

debbono percepire, a titolo 

di emolumenti, stipendi, 

indennità, tenuto conto del 

costo della vita e del potere 

reale di acquisto nell’unione 

europea, più della media 

aritmetica europea degli eletti 

negli altri paesi dell’unione 

per incarichi equivalenti”. 

In particolare ai sensi degli 

articoli 7 e 48 della legge 

25 maggio 1970 n. 352 la 

cancelleria della Corte 

mande e rende la stessa intervista zoppa. Ci 

sarebbero altre domande che rivolgeremmo a 

Ferrante, tra cui sarebbe interessante approfondire 

l’aspetto del conflitto d’interesse soltanto 

presunto, ma potenziale, che si ravvede 

(almeno ai nostri occhi) nel ricoprire due ruoli 

di spicco all’interno della comunità, presidente 

della Pro Loco e giornalista. Poiché alla 

Sua risposta presidente Ferrante risponderemmo 

che il conflitto c’è ed è lampante, perché 

il giornalista dovrebbe controllare l’operato 

dell’associazione più importante di un paese. 

E dunque se il giornalista è anche il presidente 

dell’associazione in questione (e lo stesso 

varrebbe per i partiti) secondo lei, tenendo in 

conto la sua perfetta buona fede, un conflitto 

potenziale c’è o no? Sia chiaro anche che questo 

non è un esercizio ludico tipo “sparare a 

zero sul presidente”, ma una riflessione sullo 

stato della Pro Loco e perché no una riflessione 

sullo stato dell’arte dell’informazione locale, 

vittima essa dei conflitti e gli intrecci (tutti 

leciti s’intende) che in una piccola realtà sono 

ravvisabili e diffusi. Per il resto continueremo a 

scavare affinché la verità venga a galla, azioni 

legali permettendo.■ 

Suprema di Cassazione 

ha annunciato, con 

pubblicazione sulla GU 

n. 227 del 29-9-2011, la 

promozione della proposta 

di legge di iniziativa popolare 

dal titolo: “Adeguamento 

alla media europea degli 

stipendi, emolumenti, 

indennità degli eletti negli 

organi di rappresentanza 

nazionale e locale”. 

La raccolta firme viene 

effettuata tramite appositi 

moduli vidimati depositati 

negli uffici elettorali 

dei comuni italiani, qui 

l’elenco aggiornato in 

tempo reale dei comuni 

nei quali è già possibile 

andare a firmare:http:// 

nunteregghepiu.altervista. 

org/comuni.htm 

L’iniziativa è completamente 

autofinanziata dai promotori 

e dagli aderenti quindi la 

diffusione dei moduli potrà 

Cassano 

Anche a Cassano, Santeramo e Bitonto 

Raccolta firme 

per l’adeguamento 

degli stipendi politici 

essere non omogenea, 

eventuali segnalazioni 

di comuni sprovvisti di 

moduli potranno essere 

effettuate direttamente nel 

gruppo facebook http:// 

www.facebook.com/ 

groups/nunteregghepiu/ 

50.000 firme sono il minimo 

richiesto dalla legge per la 

presentazione della proposta, 

80.000 sono il numero 

necessario per sopperire ad 

eventuali errori e anomalie di 

raccolta ma il vero obiettivo 

è quello di poter raccogliere 

le firme di tutti gli italiani 

stanchi di mantenere i 

privilegi di una classe politica 

capace solo di badare ai propri 

interessi personali. Una firma 

non costa molto, continuare 

a restare indifferenti costa 

molto di più. 

Andate a firmare nel 

vostro comune e non 

fatelo da soli. « 


49

Bitonto 


Valla: “Inciderà molto positivamente sul traffico cittadino”. 

Ma dai paesi vicini notizie sconfortanti 

Tutto pronto per il Park & Ride 

di Vito Schiraldi 

► Dopo mesi di idee, progetti, 

discussioni e polemiche 

il sindaco di Bitonto 

Raffaele Valla sembra aver 

raggiunto uno dei suoi principali 

obiettivi programmatici: 

la realizzazione di un 

park & ride nella zona della 

ex stazione del tram. 

A renderlo noto è proprio il 

primo cittadino che nel corso 

della conferenza stampa 

sullo stato di avanzamento 

dei lavori pubblici in città 

ha aperto una importante 

parentesi sul tema del parcheggio 

in via Messeni. 

“È stato un ottimo investimento 

– riferisce Valla in 

merito alla questione – il Comune 

l’ha pagato poche centinaia 

di migliaia di euro e 

adesso vale più di 5 milioni. 

In molti hanno offerto queste 

cifre per costruirci abitazioni 

e zone residenziali, ma non 

ho ceduto di un millimetro: 

lì andava realizzato il park & 

ride e così sarà”. 

A confermare lo stato di avanzamento 

dell’iter procedurale 

è stato l’assessore ai Lavori 

Pubblici Vito Labianca, 

mentre l’ingegner Puzziferri, 

tecnico del Comune, ha spiegato 

di come il progetto preveda 

anche “un ampio parco 

di circa 1.500 metri quadrati 

con diversi giochi per bambini 

e una grande quantità di 

alberi e piante che sarà addossato 

all’area in cui è ubicata 

la scuola materna. In 

questo modo si andrà a mitigare 

la presenza del parcheggio”. 

L’area destinata 

alla sosta dei veicoli avrà invece 

un’estensione di 2.500 

metri quadri e come anticipato 

più volte dallo stesso 

Valla, consentirà agli automobilisti 

di lasciare il proprio 

mezzo in quell’area, anche 

per tutta la giornata, al 

costo di un 1 euro. Un bus 

navetta elettrico li condurrà 

poi verso le mete più distanti 

dal parcheggio. “Sarò 

il primo utilizzatore del park 

& ride – promette perentorio 

il primo cittadino – i bitontini 

devono capire che l’uso 

della macchina è altamente 

dannoso per la salute di tutti. 

L’incidenza delle malattie 

respiratorie e delle leucemie 

in città è in crescita 

ed è impossibile non credere 

essa dipenda dall’aumento 

dell’inquinamento. I bitontini 

raramente si spostano a 

piedi o in bicicletta per raggiungere 

il centro”. 

Sul progetto però restano 

ancora i pesanti dubbi lanciati 

in tempi non sospetti dal 

consigliere comunale Francesco 

Paolo Cuoccio secondo 

cui “la sistemazione a parcheggio 

non migliora di certo 

la vita del quartiere. Anzi degrada, 

se è possibile, ancora 

di più la dignità di quelle persone 

che lo abitano”. 

Per Cuoccio “il park & ride 

è una soluzione funzionale 

per città come Bari, dove 

l’affluenza dei lavoratori e de- 

gli avventori degli importanti 

esercizi commerciali da tutto 

l’hinterland barese crea seri 

problemi sia al traffico che 

alla sosta degli autoveicoli. 

Bitonto non è Bari, non attira 

eserciti di lavoratori dai 

comuni limitrofi. La criticità 

della sosta e del traffico a 

Bitonto è causata prevalentemente 

più da un problema 

socio-culturale che logistico 

e non si risolve col park & 

ride”. 

C’è di più. Gli esempi delle 

altre città delle province di 

Bari e della Bat sono tutt’altro 

che confortanti. A Barletta 

e Bisceglie quest’infrastruttura 

non esiste e nemmeno 

se ne parla. Ad Andria 

non è una struttura fissa, ma 

è un servizio fornito solo dal 

giovedì al sabato e solo dalle 

18 alle 22. Molto simile a 

Trani dove viene istituito solo 

nei mesi estivi, per un’oretta 

al giorno, per tentare di arginare 

il flusso dei turismo balneare 

e con risultati davvero 

scarsi. A Molfetta poi, dove 

si era tentato di avviarlo in 

maniera più incisiva e organica 

con le stesse finalità tranesi 

è miseramente naufragato 

dopo meno di un mese. 

I dubbi maggiori poi sono 

sulla sostenibilità economica 

del progetto: “Potrà mai 

autosostenersi un parcheggio 

con 100 posti auto a prezzo 

convenzionato di un euro 

al giorno? Basterà per pagare 

la sorveglianza, la manutenzione 

del verde, l’illuminazione 

e il servizio di bus navetta 

elettrici? Chi e come rifonderà 

le sicure perdite di questa 

opera? La delusione maggiore 

– conclude il consigliere 

comunale - stia nel vedere altri 

comuni riuscire a cogliere 

al volo occasioni irripetibili, 

mentre Bitonto continua ad 

attaccarsi al tram”. ■

di Vito Schiraldi 

► Stop agli scatti “automatici” nelle 

promozioni; analisi puntuale della 

qualità del lavoro svolto; premi, 

sanzioni e avanzamenti di carriera 

assegnate in base al merito. Questi, 

almeno nelle intenzioni, gli obiettivi 

che stanno alla base dell’adeguamento 

del regolamento sull’ordinamento 

degli uffici e dei servizi approvato 

in questi giorni dalla giunta 

Valla. 

Con apposita delibera infatti il Comune 

ha inserito nel vigente regolamento 

generale di organizzazione 

il Titolo XI, denominato “il ciclo della 

performance” (artt. da 47 a 54), 

attraverso cui l’amministrazione intende 

dare risvolto pratico al decreto 

legislativo 27.10.2009 n.150 “Attuazione 

della legge 4 marzo 2009, 

n.15, in materia di ottimizzazione 

della produttività del lavoro pubblico 

e di efficienza e trasparenza delle 

pubbliche amministrazioni”. 

“Si tratta – spiega più dettagliatamente 

la delibera - di norme di diretta 

attuazione dei principi di imparzialità 

e buona amministrazione 

enunciati dall’art.97 della Costituzione 

e che, di conseguenza, costituiscono 

‘principi generali dell’ordinamento’ 

validi, quindi, anche per 

le amministrazioni dotate di autonomia 

legislativa (Regioni) e regolamentare 

(Province e Comuni)”. 

Interessanti le novità introdotte 

dall’adozione di queste modifiche 

regolamentari. Prima fra tutte 

la “misurazione e valutazione della 

performance organizzativa ed individuale, 

condizione necessaria per 

l’erogazione di premi legati al merito 

ed alla performance e di pubblicizzare 

le relative informazioni”, 

come riporta il testo della determina. 

L’obiettivo è quello di puntare 

decisi allo “sviluppo del ciclo di gestione 

della performance ed utilizzazione 

di sistemi premianti, secondo 

criteri di valorizzazione del merito, 

con rendicontazione dei risultati 

agli Organi di indirizzo politico - amministrativo, 

ai vertici dell’Amministrazione, 

nonchè ai cittadini”. Un 

risultato da raggiungere, stando a 

quanto riportato nel provvedimento 

approvato in giunta, attraverso 

la “promozione da parte degli Organi 

di indirizzo politico amministrativo 

della cultura della responsabilità 

per il miglioramento della 

performance, del merito, della tra- 

Bitonto 

Cambiano le norme per la gestione del personale 

puntando al principio della meritocrazia 

Dipendenti comunali alla 

lente d’ingrandimento 

sparenza e dell’integrità”. 

Un progetto decisamente ambizioso 

che farà ampio uso dei sistemi 

selettivi, secondo logiche meritocratiche, 

con il divieto di distribuire 

incentivi e premi in maniera 

indifferenziata o sulla base di automatismi, 

garantendo anche modalità 

selettive per le progressioni 

economiche e di carriera. Anche gli 

incarichi e le responsabilità verranno 

affidati sulla base della professionalità 

sviluppata ed attestata dal 

sistema di misurazione e valutazione 

della performance. 

A fornire le linee guida di questo 

adeguamento regolamentare sarà 

il progetto “Performance e merito” 

promosso dall’Anci nell’ambito del 

Protocollo d’Intesa tra l’Associazione 

Nazionale dei Comuni Italiani ed 

il Ministero per la Pubblica Amministrazione 

e l’Innovazione, cui il comune 

di Bitonto ha aderito con la 

determinazione dirigenziale 1° Settore 

n.38 del 12.02.2010. L’Anci 

infatti - nell’ambito degli interventi 

avviati - ha trasmesso a Palazzo 

Gentile un documento che raccoglie 

tutti gli indicatori di risultati 

sulla base del questionario “Indicatori 

di performance” sottoposto ai 

partecipanti. 

Sarà questo il nuovo “spauracchio” 

del personale del Comune? Per il 

momento l’amministrazione si dota 

di un importante strumento per la 

valutazione dell’operato dei dipendenti 

comunali. Un passo inevitabile 

anche alla luce delle nuove normative 

europee in materia di risparmio 

ed ottimizzazione delle risorse 

che stanno mettendo a dura prova 

le amministrazioni di tutta la nazione. 

■ 


51

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I vigili seguiranno corsi di formazione e autodifesa. 

Previsto un numero breve unico per le emergenze 

Polizia Locale 

le novità piacciono a Valla 

di V. S. 

► Con l’approvazione in consiglio regionale 

del nuovo ordinamento della 

Polizia Locale cambia radicalmente il 

modo di concepire il corpo dei Vigili 

Urbani e si caratterizzano maggiormente 

i compiti di tutela della sicurezza 

pubblica. Una innovazione che 

coinvolge molto da vicino ovviamente 

anche il comando della Polizia Municipale 

di Bitonto, chiamato a metabolizzare 

in fretta il nuovo dispositivo 

di legge approvato in via Capruzzi. 

Soddisfatto il sindaco di Bitonto Raffaele 

Valla, che dopo l’epurazione 

dell’ex assessore al ramo Giulio Cesare 

Ferrara, detiene la delega alla 

Pm. “È una legge divenuta 

indispensabile – spiega 

Valla ai taccuini de Il Resto 

– il vecchio ordinamento 

era ormai obsoleto e vi 

erano troppe zone d’ombra 

che non contribuivano 

a definire con precisione 

compiti e ambiti d’intervento 

degli agenti”. In 

effetti una decisa svolta 

nella definizione del ruolo preciso di 

questa figura, a metà tra impiegato 

comunale e forza dell’ordine, c’è 

stata. Anzi tutto il dispositivo contribuisce 

proprio ad accompagnare la 

trasformazione del Vigile Urbano in 

agente di Polizia Locale. Presto sarà 

anche istituito un numero telefonico 

unico di tipo breve, come quelli per 

Polizia e Carabinieri (112 – 113), per 

chiamare i Vigili Urbani, uguale in 

tutta la Regione. C’è poi la new entry: 

l’attività ispettiva sui tributi locali, 

una sorta di Polizia Tributaria dei 

Comuni. Ma non sono i soli cambiamenti 

in vista, né tantomeno i più 

evidenti. 

“La novità più importante – spiega il 

tenente di Pm Gaetano Paciullo – riguarda 

certamente la formazione obbligatoria, 

sancita all’articolo 20 del 

dispositivo. La trasformazione da Vigile 

ad agente di Polizia Locale non 

poteva non prevedere corsi di formazione, 

aggiornamento ed autodifesa. 

Dopotutto essendo un ruolo san- 

zionatorio il rischio di conflittualità 

con l’utenza è altissimo e necessita 

di una preparazione, talvolta anche 

psicologica, non di poco conto. Negli 

anni passati invece un fischietto ed 

una paletta erano sufficienti ad essere 

catapultati per strada, perché ciò 

che contava era la visibilità”. 

L’obbligatorietà della partecipazione 

alla scuola di formazione sancisce 

anche la fine della possibilità di 

mettere a capo dei comandi di Pm 

ex graduati di Polizia e Carabinieri 

come è accaduto ad esempio per Bitonto, 

dove a capo dei Vigili vi è un 

ex funzionario della Polizia: a diventare 

comandante potrà essere solo 

un altro vigile urbano. Fondamentale 

anche la ridefinizione 

del numero di agenti 

necessario in relazione 

alla popolazione da vigilare, 

un rapporto che dovrà 

mantenersi di un “poliziotto 

locale” ogni 700 

abitanti. “Questa proporzione 

– spiega preoc- 

Raffaele Valla 

cupato Valla – stigmatizza 

ancora di più l’enorme 

divario fra il numero di vigili che dovremmo 

avere, più di 80 e gli agenti 

effettivamente a disposizione, appena 

36. I vincoli del Patto di Stabilità 

purtroppo impediscono di assumere 

nuovo personale e credo sia profondamente 

ingiusto. Proprio alla luce di 

questa ridefinizione delle competenze 

e delle prerogative del corpo, indirizzata 

alla trasformazione in forza 

dell’ordine vera e propria, il governo 

nazionale dovrebbe consentire l’assunzione 

di nuovi vigili andando oltre 

il patto di stabilità, perché si tratta 

appunto di una questione di ordine 

pubblico”. Ma il dispositivo appena 

varato segna una netta linea di demarcazione 

tra impiegati comunali 

e agenti di Polizia Locale? Paciullo 

si stringe nelle spalle e sibillino nicchia: 

“Per far sì che avvenga sarebbe 

necessario distinguere nettamente 

il titolo del contratto di lavoro, prevedendo 

una diversa contrattazione 

rispetto agli impiegati. Al momento 

però questo è solo un auspicio”. ■ 

Bitonto 

linformazione sul territorio 

per il socialE 

Società Cooperativa Sociale a r.l. 

Onlus 

Servizi rivolti a diversamente 

abili e persone con svantaggio 

1) • Centro di educazione al lavoro 

• Formazione al lavoro 

• Educazione alle autonomie 

sociali e personali e 

supporto psicologico 

• Laboratori artistici 

• Laboratori informatici 

e digitalizzazione dei testi 

2) Pet-therapy terapia e 

attività assistita dagli animali 

3) Sil servizi di inserimento 

lavorativo 

•Servizi territoriali 

diurni e residenziali per 

persone con disabilità. 

• Centro diurno socio- 

riabilitativo “Crisalide” 

• Centro dislessia 

“Sos Dislessia” 

N° VERDE 800125955 

• Comunità socio riabilitativa 

“ARGE” 

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piazza Ferdinando II di Borbone 18 

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tel. e fax 080 3756461 

cell. 320 8395749 

direzione@personabile.org 


53

Modugno 


Mimmo Gatti risponde: “Accuse false e ignobili” 

Altra tegola sul Comune 

Scognamillo denuncia il sindaco 

di Isabella Maselli 

► Sono le cooperative edilizie 

a dare nuovi grattacapi 

all’amministrazione Gatti. 

Una in particolare, per la verità, 

la “Guido Rosso” di Peppino 

Scognamillo, ex consigliere 

comunale e candidato 

sindaco alla scorse elezioni 

comunali con la lista “Pianeta 

Solidale”. Nei giorni 

scorsi Scognamillo ha depositato 

in Procura una denuncia 

contro ignoti (anche 

se nel testo dell’esposto fa i 

nomi dei presunti responsabili 

degli illeciti che descrive, 

ex consiglieri comunali e tecnici 

del Comune). La denuncia 

è indirizzata al pm Francesco 

Bretone, lo stesso che 

coordina l’indagine sulla 

presunta concussione di alcuni 

amministratori vecchi 

e nuovi per concessioni edilizie 

rilasciate, questa l’accusa, 

in cambio di tangenti. 

L’argomento è la “proposta di 

lottizzazione delle aree ricadenti 

nei comparti edilizi di 

tipo A, e precisamente A/2”. 

Scognamillo ripercorre le 

tappe dell’approvazione del 

piano di lottizzazione del 

comparto, fino alla definitiva 

adozione con delibera consiliare. 

Parla di “incontri nella 

sede del Comune tra rappresentanti 

della cooperativa e 

rappresentanti istituzionali 

dell’Amministrazione comunale”, 

per arrivare alle accuse 

di “ritardi inspiegabili, 

burocrazia incomprensibilmente 

infinita posta in essere 

da chi ha interesse a ritardare 

la realizzazione delle 

opere”, forse perché, ipotizza 

Scognamillo il progetto 

delle cooperative potrebbe 

“distruggere la concorrenza 

di imprenditori dell’edilizia 

locale”. Non si è fatta at- 

tendere la risposta del sindaco 

alle ennesime accuse 

nei suoi confronti, definite 

“niente di più falso ed ignobile. 

Come si può affermare – 

si chiede Mimmo Gatti - che 

una nuova amministrazione 

composta da un sindaco e 

da assessori tutti alla prima 

esperienza e da un consiglio 

comunale rinnovato per il 

70% e dell’età media di appena 

44 anni, possa avere 

tra i propri primi obiettivi 

Peppino Scognamillo 

quello di ostacolare le legittime 

aspirazioni di una cooperativa 

edilizia? Comincio 

a pensare che questo sia un 

altro tassello di un progetto 

ben più ampio e che mira 

a buttare ancora veleno su 

Modugno. E comincio a pensare 

che questa amministrazione 

sia scomoda. Chi poteva 

immaginare, infatti, che 

Modugno un giorno potesse 

avere degli amministratori di 

questo tipo? Giovani, liberi, 

formatisi politicamente tra 

la gente e non certo frequentando 

certi salotti. O certi 

ambienti in cui lo sfoggio 

del lusso e l’arroganza rappresentano 

l’unica ragione 

di vita. O certi ambienti in 

cui l’inganno e la truffa sono 

il pane quotidiano. Ora, nel 

pieno di una bufera giudiziaria 

già in atto, si sveglia il 

presidente di una cooperativa 

edilizia. Giova ricordare 

che questo sindaco – sotto- 

linea Gatti - da assessore 

all’Urbanistica, negli anni 

scorsi si è fatto promotore 

di portare all’attenzione del 

consiglio comunale il ‘Regolamento 

per l’assegnazione 

di suoli da destinare all’Edilizia 

Residenziale Pubblica’ e 

si è battuto per questo. Altro 

che poteri forti”. Anche 

il sindaco ripercorre le tappe 

del piano di lottizzazione di 

quella cooperativa, adottato 

nel 2010 e approvato nel 

2011, durante uno degli ultimi 

consigli utili dell’amministrazione 

Rana, facendo a 

sua volte delle ipotesi. “Pare 

che succeda che il numero 

dei soci (della cooperativa di 

Scognamillo, ndr) sia superiore 

agli alloggi che sono sicuri 

poter essere assegnati, 

in virtù del Regolamento Comunale 

vigente. Si crea tensione 

nella cooperativa nel 

momento in cui vengono 

fuori questi problemi; alcuni 

soci reclamano la restituzione 

delle somme già versate 

(si parla di 60mila euro 

circa); altri soci cominciano 

a fare la coda dietro la porta 

del sindaco per avere spiegazioni; 

il presidente chiede un 

incontro ufficiale con l’Amministrazione 

che puntualmente 

viene accordato; ci si 

lascia con l’intesa che la cooperativa 

con i propri tecnici 

si sarebbe incontrata con gli 

uffici e che avrebbero poi approfondito 

la questione. Ora 

arriva l’esposto. E’ un modo 

– dice Gatti - per spostare sul 

sindaco e l’amministrazione 

comunale responsabilità che 

non gli appartengono”. Ora 

la Procura, come atto dovuto, 

dovrà approfondire la 

vicenda che potrebbe andare 

a ingrossare il già ampio fascicolo 

sull’edilizia modugnese. 

■

di Fabiano Di Liso 

► Nascerà a Modugno il centro comunale 

per la raccolta differenziata. Ad annunciarlo 

è il sindaco, Mimmo Gatti. L’opera ha un costo 

complessivo di circa 218 mila euro di cui 

91 mila euro circa finanziati dal Comune. 

Lo scopo è quello di ridurre la quantità di rifiuti 

da smaltire in modo indifferenziato realizzando 

un luogo per il deposito dei materiali 

in attesa del trasporto e successivo trattamento 

finale ivi compreso il riutilizzo. L’intervento 

sarà realizzato sulla via per Carbonara, 

in un’area dell’abitato di facile accessibilità, 

ben collegata alle infrastrutture viarie e tecnologiche 

dei Comuni. Sarà consentito oltre 

che il conferimento dei materiali di normale 

raccolta (vetro, plastica, carta, pile, farmaci), 

anche di altri che creano notevoli problemi 

se conferiti all’ordinario servizio di raccolta, 

come ingombranti, metallici, scarti verdi provenienti 

da potature e sfalci. Per svolgere al 

meglio queste funzioni il centro sarà realizzato 

e gestito, in modo da soddisfare una serie 

di requisiti. Sarà presidiato e gestito da personale 

adeguatamente formato, in grado di 

“guidare” il deposito dei materiali negli spazi 

opportunamente predisposti per i materiali 

divisi per flussi separati. Sarà recintato e accessibile 

solo in presenza del personale addetto 

e negli orari stabiliti. Ad ogni cittadino 

sarà consegnata un’apposita tessera magnetica. 

I materiali saranno pesati e i contenitori 

identificati per riconoscere incentivi al cittadino 

che conferisce. Sarà predisposto un 

apposito spazio riservato allo svolgimento di 

iniziative di pubblicizzazione, informazione 

e formazione. Saranno previste diverse aree: 

di manovra, di stoccaggio, uffici, portineria, 

postazioni per la pesatura, parcheggi, verde. 

“Dovrà rappresentare – commenta il sindaco 

- un punto di incontro per i cittadini, un luogo 

dove il rifiuto si trasforma in risorsa, un 

punto di informazione e di educazione ambientale. 

In altri termini, accogliente, ben inserito 

nel contesto cittadino, funzionale, produttivo 

e dinamico”. 

Ma in tema d’ambiente il Comune ha recentemente 

approvato anche il servizio di vigilanza 

affidato ai volontari della Protezione Civile 

con il compito di informare e sensibilizza- 

Modugno 

Sarà realizzato sulla via per Carbonara 

Nasce il centro 

comunale per la 

raccolta differenziata 

re tutti i cittadini sulle “buone pratiche” da 

seguire nel conferimento dei rifiuti, sugli orari 

da rispettare e soprattutto sulle modalità 

utili a differenziare i rifiuti. La vigilanza ambientale 

volontaria, già attiva su tutto il territorio 

comunale, “è un ausilio a dir poco essenziale 

– sottolinea l’assessore all’Ambiente, 

Vito Signorile - per il programma che l’amministrazione 

intende realizzare per la raccolta 

differenziata e il decoro di tutta la città. Ai volontari 

della protezione civile è stato affidato 

il compito di rilevare le anomalie riscontrate 

sul territorio e di raccogliere i suggerimenti 

e le segnalazioni per migliorare il servizio facendo 

leva anche sul buon senso civico dei 

cittadini. Sarà svolta un’attività di monitoraggio 

che andrà di pari passo con un’intensa 

attività di comunicazione, dove l’educazione 

e l’informazione sul rispetto delle regole 

fissate nelle ordinanze sindacali, la riduzione 

dei rifiuti, la raccolta differenziata e il decoro 

urbano, avranno un ruolo preminente. Questa 

iniziativa è da considerarsi la miglior forma 

di prevenzione sanitaria collettiva, perché 

un territorio ben presidiato e informato, anche 

per l’effetto deterrente ad esso associato, 

limita l’azione inquinante individuale. Il comportamento 

virtuoso dei cittadini attraverso 

il rispetto delle regole e degli orari di conferimento, 

l’uso appropriato delle isole ecologiche 

renderanno evidenti in futuro i vantaggi, 

anche economici e di decoro, che possono 

derivarne per tutta la città”. ■ 


55


57

Palo del Colle 

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Chiesto che il Comando locale venga accorpato 

a quello di Modugno e non più a Molfetta 

Emergenza criminalità 

il prefetto «studia» 

il caso Palo 

di Donata Pellegrino 

► Emergenza criminalità a Palo del 

Colle. L’allarme non arriva solo dalle 

cronache locali, dalla cittadinanza ma 

ora anche dalle istituzioni. Tanto che il 

sindaco Conte, dopo una nottata di incendi 

dolosi, furti e quanto altro, è felice 

di ospitare la visita del neo eletto prefetto 

di Bari, Mario Tafaro. Dopo 6 mesi 

di poltrona vacante, e una lunga querelle 

tra il sottosegretario all’Interno, 

Alfredo Mantovano e il ministro agli Affari 

Regionali, Raffaele Fitto, l’ha spuntata 

quest’ultimo che tanto caldeggiava 

la nomina dell’ex prefetto di 

Lecce. Sarà per una lunga 

mancanza di sorveglianza 

del territorio, carenza di 

personale, gravissimo momento 

di crisi economica ed 

occupazionale, sta di fatto 

che la criminalità, micro e 

macro, a Bari e provincia 

nell’ultimo anno è aumentata 

a macchia d’olio. Tra 

i tanti paesi coinvolti, in prima fila c’è 

Palo del Colle, controllata da affiliati 

mafiosi, subordinata a clan, terra di 

traffici illeciti, estorsione e furti. Tra i 

cittadini dilaga la paura, diminuisce la 

fiducia negli organi di difesa. Ad hoc 

quindi, la visita del prefetto Tafaro in 

un paese che egli stesso ammette “non 

aver mai visto”. Nonostante l’inspiegabile 

mistificazione del fenomeno da 

parte del presidente del consiglio, Cutrone, 

quando parla di “una semplice 

delinquenza dovuta alla mancanza di 

valori delle nuove generazioni”, la criminalità 

a Palo sembra essersi radicata 

nel profondo del connettivo sociale, 

a tutti i livelli. Di fronte a una 

situazione grave, che necessita maggiore 

controllo e rapidità d’intervento, 

la proposta più intelligente arriva dai 

banchi della maggioranza, nello specifico 

dal consigliere Amendolara: “Chiediamo 

che il Comando di Palo venga 

accorpato a quello di Modugno e non 

più a Molfetta”. Stupisce che il prefetto 

non fosse a conoscenza neanche 

di questa situazione, ma che prenderà 

in considerazione il provvedimento. Il 

suo è stato tuttavia un discorso lineare 

sulla sinergia tra istituzioni e sul 

valore della denuncia da parte del cittadino. 

“Sono un servitore della collettività, 

come tutti gli amministratori 

pubblici. La mia esperienza pregressa 

mi porta a credere ancora oggi che il 

dialogo è fondamentale per risolvere 

i problemi. Bisogna denunciare – ha 

esortato – solo così si aiuta la prefettura 

e la magistratura nelle fasi successive. 

Ricoprire un territorio così vasto con 

poche risorse richiede uno sforzo notevole, 

per questo c’è bisogno 

di collaborazione. La sicurezza 

– ha aggiunto Tafaro – 

non è un bene dello Stato – 

ma di tutti noi”. La richiesta 

del prefetto barese è quella 

di “non enfatizzare i problemi, 

perché ciò significa 

far diminuire quel grado di 

sicurezza che il cittadino 

Mario Tafaro 

percepisce”. Forse questo 

discorso qualche anno fa non avrebbe 

fatto una grinza, oggi si è andato oltre 

l’enfatizzare. I cittadini non denunciano 

perché hanno paura, ma soprattutto 

perché non si sentono tutelati da 

chi di dovere. E’ più facile confidarsi 

con un amico, col prete, col giornalista 

che con le forze dell’ordine e raccontare 

di continue storie di furti, richieste di 

‘pizzo’, droga, cercando di divincolarsi 

da una morsa, quella della criminalità, 

che spesso non lascia scampo. La cosa 

meno divertente è che è sotto gli occhi 

di tutti. ■

di Mauro Schiraldi 

► Con una serie di manifesti 

affissi nel paese, il sindaco 

di Binetto, Vito Siciliano, nel 

fare gli auguri alla popolazione, 

precisa che quest’anno 

non verranno spesi soldi 

pubblici per l’addobbo natalizio 

del paese. Negli anni 

passati, precisa il sindaco, 

il costo delle tradizionali luminarie 

ammontava a circa 

4.000-5.000 euro, una cifra 

che la giunta comunale ha 

deciso di non spendere, dato 

il difficile periodo di crisi economica 

e finanziaria, e visto 

il crescente bisogno di moneta 

sonante nelle casse dei 

Comuni per far fronte ai servizi 

primari e urgenti a sostegno 

della popolazione. 

In effetti, tornando indietro 

Il sindaco spiega: “Risparmieremo 4-5mila euro” 



di un anno, con la delibera 

n. 103 del 2 dicembre 2010, 

il Comune stanziava una cifra 

di 5.000 euro, nella quale, 

oltre agli addobbi, era compresa 

la spesa per le manifestazioni 

teatrali e culturali. 

Andando indietro di un anno 

ancora, però, con la delibera 

n. 95/48 del 2009, la stessa 

amministrazione comunale 

stanziava una somma di 

4000 euro, destinata all’acquisto 

di addobbi (non al 

noleggio), con l’intento di 

“costituire una quantità di 

addobbi da arricchire anno 

dopo anno, secondo le possibilità 

dell’ente”. La somma 

messa a disposizione per 

tale acquisto non permette, 

in effetti, di comprare chissà 

che, e le casse comunali sono 

quelle che sono. Qualche luminaria 

a forma di stella è 

comparsa sulle strade principali, 

forse si tratta del 

frutto dei suddetti acquisti. 

Per il resto, è lo stesso sindaco 

a chiedere ai binettesi 

di dare spazio alla fantasia 

e alla creatività per abbellire 

nel modo migliore e originale 

i balconi delle proprie case, 

invitando anche i commercianti 

a mettersi d’accordo fra 

loro per addobbare le strade 

antistanti le loro attività. 

Risparmiare sulle luminarie 

di Natale non è sbagliato, del 

resto non sono le lucine colorate 

a fare il Natale, come 

non lo sono i regali o il panettone. 

Solo che senza le 

lucine, la tremenda crisi che 

stiamo subendo ci sembrerà 

più tangibile, e le feste natalizie 

un po’ meno luminose 

del solito. E questo forse non 

è tanto sbagliato. ■ 

Binetto 


59

Grumo Appula 

di G. G. 


► La questione astronave 

dei rifiuti di Grumo continua 

a far discutere. Dopo 

la polemica innescata dalle 

dichiarazioni del sindaco di 

Cassano Murge Maria Pia 

di Medio alla nostra testata 

(“quell’impianto a mio avviso 

potrebbe essere utilizzato 

e diventare quello di riferimento 

dell’Ato Bari 4 perché 

ormai è stato costruito e non 

si può più fare marcia indie- 

tro”), una dure replica arriva 

dal capogruppo di Sinistra 

Ecologia e Libertà nel consiglio 

comunale di Grumo, Vito 

Errico. “La signora Di Medio 

– scrive Errico - spazzi pure 

i pavimenti di casa sua ma 

non pretenda di gettarne le 

immondizie in casa d’altri. Io 

capisco che il mondo di destra 

abbia in particolare simpatia 

quell’offesa alla natura 

che lambisce il Parco dell’Alta 

Murgia. Ne comprendo anche 

le motivazioni, che sono 

tutte politiche giacché la politica 

delle congreghe tende 

sempre a privilegiare i tornaconti 

particolari dei confrati 

a danno dell’interesse pubblico. 

Ma il troppo stroppia 

sempre”. 

Errico nella nota ripercorre le 

tappe che hanno portato alla 

realizzazione dell’astronave: 

“La storia di quel monumento 

all’abusivismo edilizio ed 

al maltrattamento dell’ambiente 

nasce come predilezione 

degli affari di singoli 

Il Sel di Grumo risponde al sindaco di Cassano 

Di Medio sull’ipotesi di riutilizzo 

dell’astronave dei rifiuti 

“Quella porcheria 

dev’essere abbattuta” 

ed umiliazione degli interessi 

delle comunità . Fu la Provincia 

di Bari a rilasciare una 

discutibile licenza a costruire, 

che l’amministrazione di 

Grumo Appula dell’epoca impugnò 

in tutte le sedi legali, 

ottenendo piena soddisfazione 

dai tribunali, che dichiararono 

abusivo il manufatto 

ed inedificabile il suolo, in 

prima istanza e in sede di appello. 

In attesa che la Cassazione 

si esprima definitivamente, 

e sono mesi, si assiste 

ad una girandola di contorsioni 

per far rientrare dalla 

finestra quello che la giustizia 

ha scacciato dalla porta. 

Sarebbe a dire che le ammi- 

Maria Pia Di Medio 

nistrazioni di destra dell’Ato 

Ba 4 si stanno sperticando da 

tempo per fare di quell’abuso 

illegale un uso legittimo, 

perseguendo la solita strada 

italiota del ‘chi ha avuto, 

ha avuto; chi ha dato, ha 

dato’. Incapaci di risolvere il 

problema dei rifiuti del proprio 

comprensorio, cacciato-

i e prede dell’effetto nimby, 

i sindaci di destra, per conservare 

i loro consensi elettorali, 

vogliono andare a scatarrare 

in casa altrui e ritengono 

che nulla di meglio ci 

sia di quella sputacchiera, 

impiantata fra le querce grumesi 

di Torre dei Gendarmi. 

Il sindaco di Grumo gli ha 

dato una mano, salvo poi, 

dietro una serrata campagna 

di denuncia, aperta da 

noi di Sel, fare marcia indietro 

e perdersi nel limbo di color 

che son sospesi”. 

Errico conclude con una 

presa di posizione netta: 

“Approfittiamo delle risibili 

dichiarazioni del sindaco 

di Cassano per dire una parola 

definitiva sulla vicenda 

dell’astronave. Per quanto ci 

riguarda, quella porcheria, 

monumento della protervia 

padronale, che ritiene di poter 

fare il suo porco comodo 

ovunque in nome della ricchezza 

del danaro, simbolo 

dell’arroganza di una politica 

reazionaria, che garantisce 

il territorio sol quando può 

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colarvi cemento armato, emblema 

della tracotanza amministrativa, 

che considera 

i banchi delle opposizioni 

nei consessi della democrazia 

come ‘banco degli asini’, 

raffigurazione di una religione 

del creato, che usa acqua 

santa ed aspersori non per 

servire Dio ma per benedire 

gli idoli di Mammona, deve 

andare giù. Sbriciolata dalla 

dinamite dell’Esercito Italiano, 

che può intervenire come 

difesa del territorio nazionale. 

E con buona pace della signora 

Maria Pia Di Medio, la 

quale si dice certa che ‘l’abbattimento 

non risolverebbe 

il problema perché non ripristinerebbe 

lo stato dei luoghi’. 

Noi non sappiamo quale 

competenza abbia il sindaco 

di Cassano in fatto di ripristino 

dello stato dei luoghi. 

Noi sappiamo che nel deserto 

del Neghev, uno dei posti 

più infernali della terra, 

gli israeliani sono riusciti ad 

assicurare un notevole sviluppo 

agricolo lungo la valle 

dell’Arava, che congiunge 

Vito Errico 

la depressione del Mar Morto 

con la costa del Mar Rosso. 

Qualsiasi posto, quindi, 

si può bonificare. Per giunta, 

a Torre dei Gendarmi non 

vogliamo impiantare agrumeti. 

Vogliamo soltanto che 

tornino a stormire le querce. 

E pretendiamo che la Provincia 

di Bari ci remuneri del 

danno subito. Lo abbiamo 

di già proposto in conferenza 

dei capigruppo del consiglio 

comunale di Grumo. 

Continueremo a perseguirne 

l’obiettivo, caso mai il sindaco 

di Grumo faccia, come 

al solito, il pesce in barile” ■ 

Grumo Appula 

SCONTI DAL 30 AL 50% 

su cucine, soggiorni, divani, camere e camerette 

E FINANZIAMENTI A TASSO ZERO 


61

Bitetto 

Quelle che sono diventate due vere e proprie emergenze 

(traffico e parcheggi) da affrontare 

Parcometri e Ztl: due idee 

per migliorare la viabilità 

cittadina 

di Vito Lapolla 


► Il problema della viabilità 

a Bitetto lo abbiamo affrontato 

più volte da queste pagine. 

Ora che il periodo natalizio 

dovrebbe (almeno sulla 

carta) portare ad avere qualche 

macchina in più che attraversa 

il paese o cerca il 

tanto agognato parcheggio “in 

centro”, è reso ancora più evidente. 

Colpa di una viabilità 

alternativa alquanto ingarbugliata 

che riesce difficilmente 

a far transitare al di fuori 

del perimetro abitato le auto 

ma anche degli interminabili 

lavori per la realizzazione 

dell’aula liturgica presso il 

santuario del Beato Giacomo 

(che ha ostruito la via d’in- 

gresso per chi proviene da Binetto-Grumo). 

Ora è in fase di 

ultimazione l’arteria che do- 

vrebbe collegare l’area di parcheggio 

del santuario con la 

strada perimetrale e si torna 

a parlare di ritorno al doppio 

senso in corso Garibaldi, ma 

sembrano palliativi che potranno 

portare a ben pochi risultati. 

Il traffico da via Bari 

fino all’altezza del Comune a 

tratti sembra davvero impazzito 

e trovare un posto auto 

nell’area di piazza Immacolata 

(unica adibita insieme 

a quella nelle vicinanze della 

chiesa della Maddalena) nelle 

ore di punta è un’impresa. 

La vecchia amministrazione 

aveva lanciato l’idea dei parcometri. 

Idea impopolare ma 

che forse potrebbe essere rispolverata 

per regolamentare 

la sosta e portare (perché no) 

qualche fondo aggiuntivo (di 

questi tempi serve) nella casse 

comunali. A tal fine potrebbero 

essere utilizzati almeno 

i parcheggi di piazza Immacolata 

e della Maddalena. Da 

entrambe le zone si potrebbe 

così raggiungere tranquillamente 

a piedi il centro cittadino. 

Ovviamente, però, bisognerebbe 

prevedere un pass 

per i residenti. I soldi derivanti 

da questa iniziativa po- 

Via Beato: sospesa la chiusura al traffico 

di G. G. 

Via Beato non sarà più chiusa 

al traffico per tutte le festività 

natalizie. Lo spiega in una 

nota l’amministrazione 

comunale dopo la lettera 

arrivata al Comune a firma 

dei titolari degli esercizi 

commerciali della zona che 

“in considerazione del periodo 

chiedono la sospensione 

temporale dell’efficacia del 

provvedimento in modo tale 

da consentire agli avventori 

di poter liberamente accedere 

alle unità commerciali 

insistenti nel tratto di 

strada interessato”. 

“Attesa la congiuntura 

economica in atto che colpisce 

in maniera sintomatica il 

settore commerciale in genere 

– si legge nell’ordinanza 

del sindaco Occhiogrosso 

- vista la sensibilità 

dell’amministrazione nei 

confronti dei problemi di 

tale categoria; si dispone 

con effetto immediato e 

per i motivi sopra espressi, 

la sospensione temporale 

dell’efficacia dell’ordinanza 

numoero 53 del 01.08.2011 

dalla data odierna a tutto 

il giorno 09.01.2012”. « 

trebbero poi essere utilizzati 

per trasformare il centro storico, 

uno dei più belli e caratteristici 

dell’intera Puglia 

e teatro della tante manifestazioni 

organizzate dalla locale 

Pro Loco (dal mercatino 

medievale al corteo in abiti 

d’epoca), in una zona a traffico 

limitato e prevedere anche 

alcuni bus navetta che 

portano (ad esempio) dal 

centro al santuario o al cimitero 

o al tanto discusso Parco 

Tre Ponti. E’ evidente, infatti, 

che con il progetto di recupero 

delle antiche chianche 

e quello già avvenuto di ristrutturazione 

della cattedrale, 

non si può continuare 

a far sfrecciare le auto per i 

vicoli del borgo antico, anche 

per lo smog che vi si provoca. 

Tra l’altro parcometri e zone 

a traffico limitato sono presenti 

in quasi tutti i comuni 

e non si capisce perché non 

possano esserlo anche a Bitetto. 

■

Ora si spera che la stessa cosa accada per gli inquilini di via Flemming 

Ufficiale: revocata la confisca per le 

villette di via Da Vinci 

di Carmine Errico 

► Sarà un Natale con i fiocchi, 

quello che passeranno i residenti 

delle villette di via Leonardo da 

Vinci. Il Tribunale ha revocato la 

confisca degli immobili poiché gli 

acquirenti non sapevano, in buona 

fede, che potesse esserci il rischio 

di abuso edilizio. Un lungo sospiro 

di sollievo che, si spera, arriverà 

anche per gli inquilini di via Flemming: 

per loro la sentenza é attesa 

a giorni. Il sindaco, Michele Geronimo, 

ha espresso la “massima 

soddisfazione per gli esiti della vicenda”, 

dichiarando: “La notizia 

di G. G. 

Dopo il successo dello scorso 

anno, la fabbrica di Nichi di 

Toritto promuove la seconda 

edizione di “Rimettiamoci in 

gioco”, l’iniziativa finalizzata 

alla raccolta di giocattoli 

da devolvere alla Caritas 

ed alle scuole dell’infanzia. 

non può che far piacere all’intera 

comunità, perché tutti sono stati 

sempre vicini a queste persone 

che si sono trovate improvvisamente 

in una situazione molto difficile 

in maniera del tutto inconsapevole. 

E’ una sentenza che porta 

serenità non solo ai proprietari di 

quelle abitazioni, ma a tutti i cittadini, 

perché chi compie un atto in 

buona fede sarà riconosciuto anche 

in atto giuridico, non solo a livello 

umano. Tutti quanti sapevamo che 

quei cittadini che avevano acquistato 

quelle case lo avevano fatto 

in buona fede, però fino ad oggi la 

mostruosità del meccanismo nor- 

Torna questa domenica l’iniziativa di solidarietà organizzata 

dalla fabbrica di Nichi 

Rimettiamoci in gioco 

“Recuperiamo i giochi 

dismessi e facciamo un regalo 

all’ambiente e ai bambini 

meno fortunati – spiegano gli 

organizzatori - lo spirito che 

anima questa iniziativa è infatti 

duplice, quello solidale e quello 

ecologico, giacchè il recupero 

di giocattoli inutilizzati, che 

sarebbero altrimenti finiti 

in discarica, alimenta una 

catena di recupero molto 

attuale e indispensabile ai 

giorni d’oggi. Poichè non tutto 

ciò che non si usa più è da 

buttare. Regaliamo un sorriso 

ai bambini in vista del Natale: 

vi aspettiamo domenica 18 

dicembre a partire dalle ore 

10,30 in piazza Moro”. 

Toritto 

mativo li aveva comunque “stritolati”. 

Poi finalmente è stata riconosciuta 

la validità della loro buona 

fede”. Il sindaco ha anche voluto 

mettere da parte ogni tipo di polemica 

non attribuendo “questa vittoria, 

né alla politica, né all’amministrazione” 

ma sottolineando che 

si tratta di “un successo della comunità” 

e che “per tale ragione nessuna 

risposta all’opposizione” che 

in questi anni ha allestito un’intera 

campagna elettorale su questa 

vicenda, “è necessaria visto che 

quello che conta realmente è che le 

famiglie, dopo la sentenza, abbiano 

ritrovato la giusta serenità”. ■ 


63

Cultura e spettacoli 

È MUV Matera, sito web con tante 

foto d’epoca all’insegna dell’amarcord 

In un museo virtuale la 

storia recente di Matera 

Luigi Mazzoccoli 

► Io mi ricordo. In dialetto romagnolo 

“a m’arcord”, espressione che Federico 

Fellini unì in un’unica parola per 

dare il titolo ad uno dei suoi film più 

noti. Amarcord da allora è entrato a 

pieno titolo nel linguaggio comune, assumendo 

così i requisiti di un vero e 

proprio neologismo, col significato di 

rievocazione del passato in toni nostalgici. 

Ed è proprio questo l’intento di 

MUV Matera, il Museo Virtuale della 

memoria collettiva di Matera, presentato 

nei giorni scorsi alla città. E soprattutto 

già da qualche settimana 

attivo in Rete all’indirizzo www.muvmatera.it: 

qui è possibile infatti guardare 

in modo assolutamente gratuito 

migliaia di foto d’epoca e video, 

leggere interviste, ascoltare canzoni 

e consultare documenti che rappresentano 

e descrivono l’immenso patrimonio 

storico-culturale della Città 

dei Sassi. “Una foto blocca un momento 

di vita in un’immagine – dicono 

i curatori del sito, i giovani materani 

Domenico Bennardi, Annabella 

Di Trani e Aldo Paolicelli – che può essere 

muta o invece caricarsi di significato 

nel momento in cui qualcuno riconosce 

in essa una storia. Che poi si 

unisce alle storie di ciascuno per costituire 

insieme quella collettiva. E la sto- 


ria di Matera è ricca di trasformazioni 

ed eventi, spesso documentati da fotografi 

che ne hanno percepito la bellezza 

e l’importanza”. Chiunque può 

contribuire ad arricchire il MUV, che 

così si amplia di giorno in giorno con il 

materiale che gli utenti possono liberamente 

inserire, magari con simpatici 

commenti. Un po’ come succedeva (e 

succede tuttora) in “Com’era Matera”, 

frequentatissimo gruppo di Facebook 

(circa 3000 iscritti), che in questo caso 

si è emancipato dalla sua desolante 

natura di grande luogo di “cazzeggio” 

virtuale. È lì infatti che è nata l’idea del 

MUV, anzi quel gruppo è la versione 

embrionale del sito, promossa qualche 

tempo fa dalla stessa Di Trani: “Entusiasmo, 

ricordi, fatti ed eventi che affioravano 

in maniera crescente – dice 

- di pari passo con l’espandersi del 

gruppo, hanno reso palese che l’iniziativa 

andava perfezionata e migliorata”. 

Ecco allora il sito, che è davvero 

fonte inesauribile di ricordi e nostalgia. 

È possibile infatti riscoprire aree della 

città dove “qui una volta era tutta campagna” 

ed ora invece sono completamente 

urbanizzate. E vedere immagini 

di Serra Venerdì, Lanera, Bottiglione 

e dei borghi rurali in costruzione ed 

appena ultimati, circondati allora solo 

dai campi. Ed ancora luoghi o edifici 

che non ci sono più: la fabbrica di mat- 

toni Manicone e Fragasso, per esempio, 

nell’attuale Piazza Bianco dove ora 

sorge un albergo; o l’antica villa comunale 

dove ora invece c’è il palazzo della 

Provincia; o l’antichissimo convento di 

S.Francesco, accanto alla chiesa, abbattuto 

per costruirci la sede della 

Banca d’Italia...ma ce ne sono tanti. E 

poi immagini dai set dei tanti film girati 

in città, antiche botteghe e negozi, le 

visite istituzionali del Re Vittorio Emanuele 

e di Mussolini, panorami ormai 

scomparsi, personaggi popolari, trasformazioni 

urbane e tanto altro in 

ben 32 sezioni con migliaia di foto. Che 

presto potrebbero essere esposte in un 

museo reale, per condividere questo 

patrimonio con i più anziani, poco avvezzi 

alle tecnologie, ma depositari di 

ricordi personali che valgono almeno 

quanto una foto. Del resto la memoria 

storica di un territorio appartiene 

a tutta la sua comunità. E ne rappresenta 

l’identità. ■ 

Confederazione Nazionale 

dell’Artigianato e della Piccola 

e Media Impresa

Questo sabato con la compagnia Talìa Teatro 

“La frtin du povridd” 

al Duni 

di G. G. 

► MATERA - Una strenna natalizia 

si annuncia sul palcoscenico 

del Teatro Duni di Matera per questo 

sabato 17 dicembre (inizio ore 

21). E’ “La frtin du povridd (la fortuna 

del povero)”, commedia in vernacolo 

materano ispirata a “La fortuna 

con la F maiuscola” di Eduardo 

De Filippo e Armando Curcio che la 

compagnia Talìa Teatro ha affidato 

alla stagione teatrale “Teatri Uniti 

d’Italia - Le città della scena a Matera”. 

Risalgono al 1994 le prime 

riedizioni in vernacolo di classici 

del teatro nazionale, in particolare 

delle opere di Eduardo, che Antonio 

Montemurro, con la sua compagnia 

“Talìa Teatro”, ha proposto nella 

sua città, contribuendo non poco ad 

avvicinare la magia del palcoscenico 

a una componente vasta e variegata 

della comunità locale, e alimentando 

altresì la crescita delle numerose 

aggregazioni filodrammatiche 

che animano lo scenario culturale 

cittadino. 

Con “La frtin du povridd”, riscritto 

e diretto da Montemurro, nella 

vita misera e disillusa di Antonio si 

spalanca improvvisamente uno spiraglio 

di speranza. Egli vive in una 

modestissima casa dei Sassi, nel secondo 

dopoguerra. Gli sono accanto 

la moglie Nunzia e il figlio adottivo 

Franceschino, ragazzo strampalato 

e bizzarro. 

Ci sono poi la vicina pettegola e invadente 

Giulia, una moglie fedifra- 

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ga, Amalia, un avvocato traffichino 

fino ai ricchi insensibili borghesi. 

Antonio, pur di racimolare un po’ di 

denaro, accetta di riconoscere come 

figlio uno sconosciuto ragazzo borghese 

in procinto di contrarre un 

matrimonio di interesse. Non mancano 

in questo adattamento, come 

è costume di Talia Teatro, spunti di 

riflessione impegnati: le condizioni 

di vita nei Sassi negli anni Cinquanta, 

la perfidia di alcuni personaggi, 

la bontà di altri, il senso di amicizia 

e di solidarietà, il vicinato come 

ambiente sociale dei poveri. Un teatro 

didattico per tutti. Oltre alla rappresentazione 

inclusa nella stagione 

teatrale, sono in programma due 

repliche (domenica 18 dicembre alle 

17 e martedì 3 gennaio 2012 alle 21, 

sempre al Teatro Duni). ■ 


La scelta preferita da 

costruttori, proprietari e utenti. 


65


di G. G. 


Questo sabato lo show 

dell’Umbertone nazionale 

Smaila’s club 

a Matera 

► Questo sabato 17 dicembre 

riprende la rassegna Di- 

5sensi, che giunge alla sua 

terza tappa e dalla Puglia, 

esattamente da Altamura, si 

sposta a Matera, nella terra 

dei Sassi, all’Hilton Garden 

Inn di Matera per l’appuntamento 

che avrà come protagonista 

Umberto Smaila 

(inizio ore 22,30, ingresso 

su invito). 

Il tour che lo vede impegnato 

da diverse settimane nell’Italia 

meridionale, farà tappa in 

Basilicata per questa rassegna 

firmata Musicaeparole 

che alterna musica live a dj 

set, per accontentare la richiesta 

del pubblico adulto. 

Uomo dello spettacolo per 

eccellenza, l’Umbertone na- 

zionale, da diversi anni, è 

in giro con le sue esibizioni 

live nei migliori club italiani 

ed esteri, nei quali porta, 

grazie al suo enorme bagaglio 

di esperienza, non solo 

la sua voce, ma anche una 

grande carica di simpatia e 

buon umore. 

Nato a Verona, ma diventato 

milanese di adozione, ha 

avuto da sempre una forte 

propensione per la musica, 

che è sempre stata una costante 

nella carriera di questo 

artista. Proprio nel Capoluogo 

lombardo inizia il 

suo percorso lavorativo che 

lo porterà a diventare il personaggio 

tanto amato da tutti 

gli italiani, con alcuni amici, 

che come lui sono diventati 

delle celebrità, ovvero 

Gerry Calà, Franco Oppini e 

Ninì Salerno. Insieme, misero 

su un gruppo, il cui nome 

era “I Gatti di Vicolo Miracoli” 

e così Smaila iniziò nel 

1971 ad esibirsi nel Derby 

Club. Questo è stato il punto 

di partenza della sua escalation. 

Nel ’72 pubblicarono 

il primo album, nel ’75 iniziarono 

le prime apparizioni 

in tv, sul programma nazionale 

della Rai Il Dirodorlando, 

nel ’77 parteciparono alla 

trasmissione Non Stop e agli 

inizi degli anni 80, sebbene 

avessero perso alcuni componenti 

del gruppo, costituito 

anche da Gianandrea 

Gazzola e Spray Mallaby, la 

loro notorietà era così tanta 

al punto che Umberto Smaila 

poteva già vantare una carriera 

televisiva molto attiva. 

Nel ‘86 fu chiamato alla conduzione 

di “C’est la vie” e un 

anno dopo a quella di “Colpo 

Grosso”, fortunatissimo 

sexy varietà che lo vedrà impegnato 

fino al 1991. Continuano 

le partecipazioni in 

tv, come anche l’amore per la 

musica, al punto che, in qualità 

di imprenditore, ha dato 

vita ad una catena di night 

club che porta proprio il suo 

nome: “Smaila’s”. Qui l’Umbertone 

nazionale e i suoi 

amici di sempre, si esibiscono 

in spettacoli canori coinvolgenti 

e divertenti. ■

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67



Qualcosa in meno rispetto agli altri anni, 

e soprattutto rimaniamo orfani di Pixar 

A Natale andrai al cinema? 

di Roberto Pagliarulo 

► Sarà la crisi, sarà il mondo che va 

a rotoli, ma quest’anno il Natale al cinema 

non si prospetta proprio ricco e 

florido di pellicole interessanti. A parte 

il numero poco folto - che se da una 

parte è un bene, dall’altra riduce la 

scelta – anche la fantasia dei distributori, 

sopratutto italiani, sembra essersi 

lasciata andare. Due su tutte: 

nessun film Pixar e il solito cinepanettone 

che torna alle origini con Vacanze 

di Natale a Cortina contrastato dal solo 

Pieraccioni e il suo Finalmente la Felicità. 

Non volendo essere del tutto catastrofisti 

qualche notizia buona c’è. 

Ritorna Sherlock Holmes della premiata 

ditta Guy Ritchie (alla regia) Robert 

Downey Jr. e Jude Law. Dopo il 

brillante primo capitolo, siamo sicuri 

che con un budget ben gonfiato ne vedremo 

delle belle. La signora Louise 

Veronica Ciccone, in arte Madonna, 

aveva scelto bene sposando il signor 

Guy Ritchie e ancor meglio ha fatto 

separandosi da lui visto che il regista 

inglese da allora sta sfornando film 

davvero piacevoli come Rock’n’rolla o 

questa rivisitazione un po’ più rude 

dell’investigatore letterario. Da vedere 

anche il film che presenta George Clooney 

nei panni di attore e soprattutto 

di regista. Si chiamerà Le idi di marzo 

e racconterà una storia di corruzione 

e politica americana. Di livello altissimo 

gli interpreti Ryan Gosling, Marisa 

Tomei, Evan Rachel Wood, Philip 

Seymour Hoffman, Paul Giamatti, 

Max Minghella, Jeffrey Wright. Super 

cast anche per Capodanno a New 

York (malgrado il titolo non si tratta di 

un cinepanettone d’oltreoceano): Michelle 

Pfeiffer, Zac Efron, Robert De 

Niro, Halle Berry, Cary Elwes, Alyssa 

Milano, Common, Jessica Biel, Carla 

Gugino, Katherine Heigl. Non conoscete 

qualcuno di questi nomi? Cercateli 

nella rete e scoprirete che li avete 

visti tantissime volte in altri film e serie 

televisive. Sul fronte dell’animazione 

poco e niente. Lo spin-off di Shrek de 

Il gatto con gli stivali potrebbe essere 

un successo ma anche una delusione 

di aspettative. Il co-protagonista della 

saga dell’orco Dreamworks diventa 

protagonista unico di un film a lui dedicato. 

La ricetta è sempre la stessa: 

parodia, irriverenza e decostruzione. 

La Warner bros invece si propone col 

film in animazione 3D Il figlio di Babbo 

Natale, un must per i più piccini! L’arci 

noto Luc Besson presenta il terzo capitolo 

della saga di Arthur impegnato a 

ristabilire l’equilibrio tra i due mondi. 

Qualcosa c’è, ma la sensazione è che il 

Natale sia diventato un periodo come 

gli altri. ■


La poetessa Antonella Pagano (originaria di Palo del Colle ma lucana d’adozione) 

vince il premio San Vitale 

“La brigantessa dalle lunghe trecce” 

trionfa a Bologna 


► “Brigantessa dalle 

lunghe trecce sono. Ho 

vagato per arbusti sin da 

quand’ero in fasce allattato 

alle spine del cielo 

lucano antico ho sognato 

tra i rovi l’ardimento che 

m’è schizzato dal cuore 

mezzo pietra e metà lingua 

ardente di fuoco. Son 

brigantessa dalle lunghe 

trecce…”. È questo l’incipit 

dell’opera con la quale 

la poetessa appulo-lucana, 

Antonella Pagano, 

ha vinto la XIII edizione 

del prestigioso premio 

“San Vitale”. La “Brigantessa 

dalle lunghe trecce” 

si è aggiudicato il 1° premio 

assoluto per la sezione 

teatro del concorso 

nazionale indetto in collaborazione 

con la Re- 

Antonella Pagano 

gione Emilia Romagna, la 

Provincia e il Comune di 

Bologna e l’omonima Associazione 

Gruppo di Lettura 

“San Vitale”. La cerimonia 

di consegna del 

premio si è svolta sabato 

3 dicembre nella storica 

Sala Silentium di Bologna. 

Il concorso nazio- 

nale di scrittura e di arti 

visive riservato alle donne 

quest’anno ha avuto come 

titolo “L’amore, la politica, 

l’arte, l’erotismo, il gioco. 

Quando la passione ha 

la meglio sulla ragione”. 

Il concorso promuove la 

creatività femminile, offrendo 

alle nuove scrittrici, 

la possibilità di 

mostrare quanto sia importante 

il talento delle 

donne nella scrittura e 

nelle arti visive, consentendo 

di volta in volta, 

a coloro che ottengono 

la pubblicazione dei testi 

premiati o segnalati, 

di proporsi all’attenzione 

del grande pubblico. Antonella 

Pagano, è nata a 

Palo del Colle, ma è lucana 

d’adozione e attualmente 

vive a Roma. Personalità 

poliedrica: drammaturga, 

poetessa, performer, giornalista 

e pittrice. È, inoltre, 

ideatrice del “Modello 

di Pedagogia dell’Arte che 

passa per la Creatività e 

conduce alla Bellezza”. 

Tale sistema è stato adottato 

da istituzioni scolastiche 

di ogni ordine e 

grado, da istituzioni culturali 

e da numerose biblioteche. 

Questo modello 

innovativo è stato insignito 

dalla Croce Rossa 

Italiana per “L’alto valore 

umanitario” e le Poste 

Italiane hanno concesso 

quattro Annulli Speciali 

Filatelici. L’autrice ha 

più volte rappresentato 

il Centro di Drammaturgia 

Europea di Potenza 

in giro per la penisola. È 

stata responsabile, dal 

1982 al 2000, delle segreterie 

degli Assessorati alla 

Cultura, Pubblica Istruzione, 

Edilizia Scolastica, 

Cultura d’Impresa e Cultura 

delle Parità e Pari Opportunità 

della Provincia 

di Matera; dal 2004 ha lavorato 

presso il Comune 

di Roma ai Grandi Eventi 

e alle Politiche Giovanili 

della Cultura e rapporti 

con l’Università. È stata, 

inoltre, vincitrice del premio 

di poesia “Isabella 

Morra”. L’ultimo riconoscimento 

del premio “San 

Vitale” arriva per un componimento 

che trasuda 

in tutta la sua essenza la 

“lucanità” e la sua storia. 

L’opera è stata premiata 

con la pubblicazione e 

la messa in scena, dopo 

quella curata dalla stessa 

autrice nello scorso ottobre 

nell’ambito della rassegna 

organizzata dall’Enpals 

e dedicata alle autrici 

di teatro. È la rappresentazione 

di una donna che 

fugge per compiere il viaggio 

che le potrà garantire, 

a rischio della vita, 

la conquista con dignità 

dell’identità. Una figura 

femminile tipica e controversa 

dell’Italia post – 

unitaria. La Pagano continua 

a sorprendere con 

la sfida possente di mettere 

in scena l’arte e la 

vita allo stesso tempo, 

in una commistione di 

drammaturgia e poesia. 

Una peculiare riscrittura 

della figura della brigantessa, 

identità di donna 

da scoprire nella pienezza, 

nella definizione 

dell’identità da riacquistare 

per far riguadagnare 

la dignità, magari 

scoprendo persino le autentiche 

ragioni della ferocia 

e dell’efferatezza di 

alcune azioni. Una preziosa 

azione di revisionismo 

storico. Donne 

ignorate dalla storia, eppure 

indispensabili alla 

stessa, soprattutto a 

quella “minore”. Donne 

che hanno offerto senza 

esitazione e impavidamente 

le loro gambe per 

far correre le notizie purché 

giungessero ai combattenti. 

Donne belle - 

non solo brutte, come la 

cronaca dell’epoca preferiva 

dipingerle - che 

hanno dovuto nascondere 

le fluenti chiome in 

cappellacci e i corpi giovani 

in abbigliamenti maschili. 

Donne che hanno 

dovuto seppellire il romanticismo, 

la passione, 

gli ideali e l’identità civile 

per una causa più nobile. 

Il sesso “debole” al 

cospetto della forza della 

storia. Una presenza che 

la storia ufficiale ha cercato 

di cancellare e di dimenticare: 

“Son brigantessa 

dalle lunghe trecce 

io che non conosco la carezza. 

Aooo! Ao! Per tutto 

il mondo adesso me ne vo’, 

se poi tutta la storia vuoi 

sapere infilati nel bosco e 

vienimi a vedere!”. ■ 


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Lunedì 19 sarà inaugurata 

una mostra in suo onore 

Gravina celebra 

Nunzio Incannamorte 


► Una mostra per ricordare 

un eroe gravinese. Sarà 

inaugurata lunedì 19 dicembre 

presso il palazzo della 

Fondazione Pomarici Santomasi 

quella dedicata a Nunzio 

Incannamorte il giovane 

capitano dell’esercito italiano 

assassinato dai tedeschi. 

L’iniziativa promossa 

dalla Fondazione Santomasi 

e dal Comune di Gravina 

nasce dalla volontà 

della famiglia Incannamorte 

e in modo particolare dal nipote 

che porta il suo stesso 

nome, di donare molti cimeli 

appartenuti al giovane militare. 


classe 1913 si arruola giovanissimo 

nell’esercito italiano 

e diventato tenente nel 

1938, prende parte con i suoi 

compagni al secondo conflitto 

mondiale schierandosi 

sul fronte alpino. Partecipa 

a diverse spedizioni tra cui 

la campagna in Russia ma, 

rientrato in patria durante 

i giorni dell’armistizio, cade 

vittima di un’imboscata tedesca. 

Muore il 10 settembre 

1943 nel tentativo di salvare 

i suoi compagni dal fuoco tedesco. 

Insignito della medaglia 

al valore militare, il capitano 

Incannamorte resta 

una delle figure più affascinanti 

e comunque meno conosciute 

della nostra comunità. 

I familiari, in modo 


particolare le sorelle, lo ricordano 

con tanto affetto e ancora 

si commuovono quando 

raccontano alcuni episodi di 

vita familiare. 

La cerimonia a lui dedicata 

si svolgerà in due diverse location. 

Dopo la Santa Messa, 

il commissario prefettizio 

deporrà presso la lapide dedicata 

all’ingresso del Palazzo 

di città una corona commemorativa 

in ricordo di Incannamorte 

a cui seguirà un 

convegno per illustrare il personaggio 

di Nunzio Incannamorte. 

Al termine della cerimonia, 

che sarà presenziata 

dal picchetto d’onore, presso 

la Fondazione Santomasi 

sarà inaugurata la mostra 

permanente con l’intera raccolta 

delle divise, dei libri e 

degli effetti personali del capitano. 

■ 



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L’imprenditore altamurano nuovo socio dell’U.s.d. Irsinese 

Columella irrompe nel calcio 

materano 


► La svolta ora c’è. Ma il 

nuovo proprietario dell’U.s.d. 

Irsinese non sarà né il salentino 

Fiorentino né il barese 

Divella, nelle settimane 

scorse indicati come possibili 

acquirenti della società 

calcistica materana. È invece 

l’altamurano Carlo Dante 

Columella, titolare della 

Tradeco, azienda che da oltre 

vent’anni si occupa della 

raccolta e smaltimento dei rifiuti 

ad Altamura e in diversi 

altri comuni delle province 

di Bari, Brindisi, Taranto e 

Matera, per un numero complessivo 

di circa 450mila cittadini 

serviti e una forza lavoro 

di 540 unità. Un colosso 

dunque, con grandi potenzialità 

finanziare. La trattativa 

con i dirigenti dell’Irsinese 

è stata rapida: iniziata 

un paio di settimane fa, si è 

conclusa positivamente nella 

serata di martedì scorso, 

quando i due soci superstiti 

Giacomo Silvano e Mi- 

chele Potenza hanno sottoscritto 

l’ingresso in società di 

Columella. Che quindi non 

si limiterà a sponsorizzare 

la squadra ma ne diventerà 

socio di maggioranza. Scongiurato 

così il ritiro dal campionato, 

minacciato nuovamente 

dalla dirigenza al 

termine della gara di domenica 

scorsa: finalmente possono 

tirare un sospiro di sollievo 

e pare che anzi siano 

già all’opera per rafforzare 

la squadra, che ora non potrà 

assolutamente mancare 

la salvezza per poi puntare 

ad obiettivi più importanti 

dalla stagione prossima. Del 

resto la Tradeco in passato si 

era conquistata spazi importanti 

nello sport anche a livello 

nazionale, quando negli 

anni ’90 era lo sponsor principale 

della squadra di pallavolo 

femminile di Altamura 

che allora militava nel massimo 

campionato di serie A1. 

A Matera però, almeno inizialmente, 

la notizia non ha 

suscitato grande entusia- 

smo. Molti ricordano infatti 

con inquietudine come l’inizio 

della fine del calcio biancoazzurro 

era coinciso con 

la gestione di un altro altamurano, 

quel Franco Tafuni 

scomparso prematuramente 

qualche anno fa: 

certo, la squadra ottenne allora 

un insperato ripescaggio 

in serie C1 ma poi in due 

anni, per gravi irregolarità 

amministrative e finanziarie, 

sprofondò nell’inferno 

dell’Interregionale per poi 

fallire definitivamente (l’Fc 

Matera che era in Seconda 

Divisione lo scorso anno era 

la trasformazione del MateraSassi 

dell’avvocato Ripoli). 

Ma soprattutto resta 

ancora senza risposta l’inquietante 

interrogativo che 

incombe dall’estate scorsa: 

dove sono gli imprenditori 

materani? Evidentemente in 

periodo di crisi avranno ben 

pensato di nascondere i soldi 

sotto il mattone. Proprio da 

dove continuano a prenderli 

da decenni…■ 

Sport 


73

Sport 

La Edil Balda vince contro l’Invicta Brindisi dopo il ko di Nardò 

Basket: pronto riscatto 

di Santeramo 



► SANTERAMO - La Edil 

Balda Santeramo riscatta 

prontamente la sconfitta 

di quattro punti subita ad 

opera del Nardò vincendo 

contro l’Invicta Brindisi per 

100-89. L’incontro giocato 

contro il Nardò si era chiuso 

sul punteggio di 78-82. Desantis 

mette a segno 6 punti 

consecutivi ma non sempre 

può fare miracoli. Il primo 

quarto si conclude sul 16 a 

22. Silletti, Jackson e Stano 

trovano delle soluzioni che 

incanalano la Edil Balda sui 

binari giusti. A 5’19” i tifosi 

santermani si esaltano perché 

è la loro squadra a condurre 

nel punteggio (32-30). 

Da questo momento sembra 

che i murgiani mettano da 

parte le difficoltà e chiudono 

il tempo sul 47-44. Mc Rae 

si dà da fare sotto i tabelloni. 

Però la squadra perde palloni 

che rimettono in gioco gli 

ospiti sotto solo di un punto. 

L’ultimo tempo è elettrizzante. 

Stano G. mette a segno 

6 punti consecutivi, Porfido 

ne segna 2 importanti. A 

1’31” dalla fine le due squadre 

sono sul 78 pari. Si sbagliano 

3 tiri consecutivi dalla 

linea del tiro libero. Il Nardò 

chiude vincendo meritatamente 

la gara. 

Nell’incontro giocato con il 

Brindisi, domenica scorsa, 

bisognava invertire la rotta. 

E così è stato. Miglior realizzatore 

murgiano Mc Rae con 

32 punti. I parziali sono stati: 

19-24; 43-44; 72-69; 100- 

89. L’Invicta Brindisi parte 

bene e si porta, grazie anche 

a Caliandro e Morrone, sul 

12-4. I santermani reagiscono 

con Stano G. che piazza 

due bombe. Nel primo quarto 

l’Invicta resta avanti di 5 

lunghezze. 

Il secondo tempo ha un buon 

avvio per la Edil Balda, che 

fa girare bene la palla e cerca 

di non sprecare palloni. 

Con l’aiuto di Mc Rae, Jackson 

e Desantis, i santermani, 

a 4’03”, sorpassano gli avversari 

per 38 a 35. Entra in 

campo De Ruvo e la difesa 

tiene bene agli attacchi ospiti. 

Il pubblico si rifà gli occhi 

quando Mc Rae effettua due 

tap-in con rispettive schiacciate 

in volo. Si va all’intervallo 

sul punteggio di 43-44. 

Al ritorno in campo la Edil 

Balda mostra molta aggressività. 

Il tempo scorre sul leit 

motiv del batti e ribatti dalla 

lunga distanza. Mc Rae è 

super con un 5 su 5 da 3, 

Desantis piazza una tripla 

e Stano G. fa lo stesso con 

due bombe. La gara è però 

in equilibrio: 72 a 69. 

Anche nell’ultimo tempo 

non mancano le emozioni 

che mandano i tifosi in visibilio. 

Porfido si mette in evidenza 

con 8 punti consecutivi: 

due da 3 e uno da 2. Il 

vantaggio murgiano è di +13. 

L’Invicta cerca di riavvicinarsi 

ma i santermani, quando 

mancano ormai 1’57” alla 

fine, tengono bene il campo 

e si difendono egregiamente 

dal pressing a tutto campo 

dei brindisini. Dario Silletti 

e Musci tengono a bada il 

temuto Caliandro, Stano D. 

mette a segno un contropiede 

e Difonzo scaglia un tiro da 

7 metri. Il numeroso pubblico 

di Santeramo è in delirio e 

applaude le due squadre per 

l’ottima prova offerta. 

“Una partita – ha affermato 

uno dei dirigenti, Michele Lopane 

– piena di emozioni e 

il risultato non fa una piega. 

Siamo stati bravi soprattutto 

nel restare agganciati agli avversari, 

anche quando il divario 

rischiava di essere pesante. 

Gli ospiti hanno cercato 

di costruire il successo 

sulle paure e sulle nostre 

palle perse. L’Invicta è una 

squadra che ha molta energia 

e che gioca con un ritmo 

che per noi poteva essere letale. 

Speriamo che questa 

prestazione molto positiva ci 

dia continuità e fiducia”.■

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La Zeta System sbanca anche il campo 

dell’Asd Centro Giovanile Padre Pio 

Volley: Santeramo 

non si ferma più 

► SANTERAMO - Continua 

il periodo magico della Zeta 

System Santeramo che anche 

nell’ultima gara disputata ha 

colto l’ennesima vittoria, peraltro 

fuori casa. Nella nona 

giornata del campionato di 

pallavolo femminile di serie 

D, le murgiane hanno sbancato 

il campo dell’Asd Centro 

Giovanile Padre Pio con 

un perentorio 3-0, dopo circa 

un’ora e un quarto di gioco. 

C’è da dire, inoltre, che nel 

rooster santermano mancavano 

ben quattro giocatrici: 

per l’occasione sono state 

chiamate due giovani at- 

lete dell’Under 18. Il mister 

Raffaele Lazazzara, però, 

non ha avuto nessun bisogno 

di cambi. Il sestetto sceso 

in campo è stato: Verrone 

al palleggio e Natuzzi opposta, 

Tritto e Massaro centrali, 

Miale e Sette di banda, più 

il libero Simonetti. Nel primo 

set buono l’avvio santermano 

con l’intesa tra Verrone e Natuzzi 

che con tre punti vanno 

sul 2-9. Le sangiovannesi 

non mollano e risalgono fino 

a 10-12. Non hanno fatto i 

conti con Angelica Massaro 

“che passa dal centro – hanno 

affermato i dirigenti – e 

mette in difficoltà le avversarie 

sulla battuta”. Si arriva al 

13-19. Le giocatrici di casa 

aggiungono 4 punti al loro 

score e si va sul 17-20. Questa 

volta è l’allenatore murgiano 

che chiama il time out. 

Al ritorno in campo le santermane 

conquistano ben cinque 

palle set. L’Asd Centro 

Giovanile Padre Pio annulla 

la prima ma sbaglia la battuta. 

Il set va alla Zeta System 

(19-25). Il secondo set sembra 

più equilibrato (7-8). Le 

santermane cercano di fuggire 

(12-18) ma le sangiovannesi 

non demordono e conquistano 

il pari sul 21-21. 

L’arbitro fischia un fallo di 

posizione prima alla Zeta System 

(23-23) e poi alla squadra 

di casa che perde così il 

set 25-27. Nel terzo parziale 

le giocatrici di casa partono 

male tanto che il primo punto 

lo faranno dopo gli 8 della 

squadra murgiana (1-8). Il 

leit motiv dei primi due set 

non c’è più e nonostante alcuni 

cambi si arriva al 15-25 

finale. E così le santermane 

conquistano un’importante 

vittoria. Ora il secondo posto 

è più vicino, a un solo punto, 

grazie alla vittoria esterna 

per 2-3 del Capurso sul campo 

del Molfetta. Sabato 17 la 

Zeta System attende la Robur 

Bitonto, ultima in classifica, 

mentre il Molfetta dovrà 

recarsi proprio a San Giovanni 

Rotondo. ■ 

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► FERRANDINA - Si è tenuto il 9 dicembre 

scorso presso il “Cineteatro 

della Valle” di Ferrandina, in provincia 

di Matera, la consegna del 6° premio 

“Michele Alboreto” promosso dall’associazione 

“Le Mans Model Fan Club”. 

Il riconoscimento è assegnato a nomi 

del motorismo nazionale che si sono 

messi in evidenza nell’anno di riferimento. 

Quest’anno il premio è stato 

consegnato dalle mani di Nicola Sandivasci, 

presidente dell associazione, 

a Giancarlo Fisichella. Durante la serata, 

inoltre, è stato assegnato a Maurizio 

Pepe dell’Autosport Sorrento il 

premio “Best Performance Show”, 

giunto alla sua quarta edizione. Nuovo 

testimonial per il prossimo quinquennio 

è stato nominato, invece, il pilota 

Marco Cioci della scuderia Ferrari Endurance. 

Alla manifestazione erano 

presenti, inoltre, Vito Postiglione (vice 

campione Porsche Carrera Cup), Antonino 

La Vecchia (campione italiano 

Super Salita), Francesco Solimena 

(presidente Aci Potenza), Carmine Capezzera 

(presidente di Basilicata Motor 

Sport), esponenti del motorsport 

lucano e dei corpi di vigilanza stradale. 

Ospite speciale dell evento è 

stato Ettore Bassi. L’attore pugliese, 

testimonial storico del club, ha portato 

la sua testimonianza di appassionato 

del mondo motoristico e protagonista 

in varie gare dilettantistiche. Di tutto 

rispetto il livello dei premiati di questa 

edizione: Marco Cioci e Giancarlo Fisichella. 

Il primo è un pilota romano con 

un lunghissimo palmares di vittorie, 

tra le quali: nel 2008 all’Open Gt International 

Championships (Corvette 

GT3) con tre pole position, una vittoria 

e due podi, nel 2007 all’Open Gt International 

Championship (Lamborghini 

Gallardo GT3) con tre pole position, 

una vittoria e quattro podi e nel 

2006 con la vittoria nella “Sei ore di 

Vallelunga” (Maserati MC12). Il protagonista 

della serata è stato Giancarlo 

Fisichella. Proprio a proposito di Alboreto 

ha dichiarato: “Con Michele 

ho corso insieme ed era un grandissimo 

pilota. Mi ha dato tanti consigli 

utili per la mia carriera. Ho dedicato 

proprio a lui il podio che feci a 

Monza nel 2006”. Cresciuto in una 

famiglia di origini siciliane nel quartiere 

romano di Pietralata, dove il padre 

Roberto possiede una propria officina 

di carrozzeria, all’età di soli otto 

anni ha iniziato ad allenarsi nel circuito 

della “Pista d’Oro” di Guidonia, 

partecipando a campionati nazionali 

e internazionali di kart e ottenendo 

un notevole numero di vittorie. Nel 

1991 è entrato nella sua prima squadra 

corse, la “Formula Alfa Boxer”. Nel 

1996 ha debuttato in Formula 1 con il 

team di Giancarlo Minardi, passando 

in seguito alla Jordan e alla Benetton. 

Nel 2005 è approdato alla Renault al 

fianco di Fernando Alonso. In quella 

stagione si è aggiudicato la vittoria nel 

Gran Premio d’Australia, dopo aver 

conquistato anche la pole position. 

Nella stagione 2006 ha vinto il Gran 

Premio della Malesia e ha contribuito 

alla conquista del secondo titolo costruttori 

consecutivo per la Renault 

con diversi podi e piazzamenti a punti, 

chiudendo quarto nella classifica finale. 

Dalla stagione 2010 è il terzo pilota 

Ferrari. Ha gareggiato, inoltre, anche 

nella “Le Mans Series” a bordo di 

una Ferrari F430 dove è stato affiancato 

dai compagni di squadra quali 

l’ex pilota di F1 Jean Alesi e Toni Vilander. 

Ha partecipato alla XX edizione 

della “Sei ore di Vallelunga” su una 

Ferrari F430 GT2 in equipaggio con 

Cioci e Perazzini. Nel 2011 ha partecipato 

alla “Le Mans Series”, il prestigioso 

campionato di gare endurance, 

centrando subito la vittoria nella seconda 

gara, la 1000 km di Spa-Francorchamps. 

Ha preso parte alla “24h 

di Le Mans”, dove si è piazzato, sempre 

a bordo della Ferrari, al secondo posto. 

Nella stagione appena trascorsa, 

infine, ha vinto il titolo piloti della “Le 

Mans Series” con una gara di anticipo. 

Sempre nel 2011, ha vinto il campionato 

“ILMC” insieme al suo compagno 

di squadra Jimmy Bruni. Riconoscimento 

più che meritato, dunque, da 

parte dell’associazione “Le Mans Model 

FanClub”, nata nel 1996 per volontà 

di modellisti estimatori della mitica 

24h della Sarthe, da cui prende 

il nome il sodalizio. L’associazione è, 

da sempre, impegnata in un’attività 

di divulgazione della cultura della sicurezza 

stradale, soprattutto nei confronti 

delle nuove generazioni. Durante 

la cerimonia di premiazione, 

infatti, è stato proiettato un filmato 

con la testimonianza di una ragazza 

in fin di vita in seguito a un incidente 

stradale del sabato sera. La cerimonia 

di premiazione è stata, inoltre, l’occasione 

per discutere della creazione di 

un autodromo in Val Basento. Chissà 

che non si possa dare la giusta spinta 

a un territorio che da tempo ha alzato 

il piede dall’acceleratore dello sviluppo 

economico. ■ 

Sport 

Foto Rocco Scattino 

Si è discusso anche 

dell’idea di creare un 

autodromo in Val Basento 

Premio 

Alboreto 

Ferrandina 

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