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Biografia - Comune di Pollica

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LA CULTURA SCIENTIFICA NELLA SICILIA BORBONICA<br />

per l’in<strong>di</strong>pendenza 13 . Rosaroll, da appassionato collezionista qual era, possedeva<br />

una rara e ricca collezione <strong>di</strong> armi offensive e <strong>di</strong>fensive del me<strong>di</strong>oevo,<br />

tra le quali spiccava una corazza in seta –presumibilmente rinascimentale,<br />

inventata da un certo Gabriele Pugliese, napoletano – che resisteva<br />

alle palle <strong>di</strong> fucile alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> cinque passi 14 .<br />

Il corpetto antiproiettile in fibre vegetali ha, dunque, molti padri e,<br />

volendo ripercorrerne la genesi, bisogna risalire ad<strong>di</strong>rittura all’antichità,<br />

all’epoca cioè in cui si usava indossare a scopo <strong>di</strong>fensivo delle imbottiture<br />

<strong>di</strong> sostanze vegetali filamentose (per lo più cotone e lino) pressate e imbevute<br />

<strong>di</strong> sale ed aceto per renderle infeltrite. In seguito, si pensò <strong>di</strong> utilizzare<br />

“l’arco del cappellaio” per infeltrire le fibre del corpetto. Tale processo chimico-meccanico<br />

fu utilizzato da Andréas Papadópoulos Bretós, un personaggio<br />

sul quale occorre insistere, sottolineando che egli fu me<strong>di</strong>co e letterato,<br />

<strong>di</strong>ffusore degli ideali filellenici in Francia e in Italia, biografo dell’eroe<br />

nazionale greco Ioannis Capo<strong>di</strong>stria (1776-1831), cavaliere del Reale<br />

or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Francesco I, partecipe della vita culturale <strong>di</strong> Napoli, dove aveva<br />

stu<strong>di</strong>ato nel Real Liceo del Salvatore laureandosi poi all’Università.<br />

Andréas Papadópoulos Bretós, auspicando che il pettorale potesse<br />

entrare a far parte dell’equipaggiamento delle truppe, sottopose al sovrano<br />

delle due Sicilie un prototipo <strong>di</strong> corpetto antiproiettile, che lui chiamava<br />

pilima (vocabolo greco che significa feltro).<br />

Il re Fer<strong>di</strong>nando II fu entusiasta <strong>di</strong> avere a <strong>di</strong>sposizione quella nuova<br />

arma segreta, capace <strong>di</strong> resistere alle armi bianche ed a quelle da fuoco portatili.<br />

Parere positivo espresse anche una apposita commissione governativa e<br />

così, nel 1841, all’inventore fu concesso un sostanzioso riconoscimento<br />

pecuniario (3000 ducati), mentre in gran segreto cominciava a livello sperimentale<br />

la costruzione delle corazze per il Ministero della guerra, in un laboratorio<br />

<strong>di</strong> artiglieria al quale potevano accedere soltanto persone fidate 15 .<br />

13 D’AYALA M. 1848, p. 175.<br />

14 Testimonianza <strong>di</strong> Andréas Papadópoulos Brétos, che incontrò nel 1818 “il generale napoletano”<br />

(PAPADOPULO VETROS A. 1843, p. 4). Giuseppe Rosaroll nei suoi scritti e<strong>di</strong>ti, a<br />

quanto sembra, non citò corpetti e armi <strong>di</strong>fensive in fibre vegetali. Ringrazio per l’informazione<br />

Giovanni Rapisar<strong>di</strong>, che ha recentemente pubblicato a Torino una nuova e<strong>di</strong>zione commentata<br />

de La scienza della scherma, scritta da Rosaroll assieme a Pietro Grisetti.<br />

15 Con ministeriale del 26 marzo 1841 «Si emanano or<strong>di</strong>ni perché venga sperimentato il pilima<br />

del dottor <strong>di</strong> Corfù Andrea Papadopulo Vetrò». Agli or<strong>di</strong>ni seguirono le Lettere della<br />

Direzione generale dei corpi facoltativi, a firma del principe <strong>di</strong> Satriano, datate Napoli primo<br />

aprile e 4 giugno 1841. Il ten. col. Matteo Giuliani doveva sorvegliare gli esperimenti.<br />

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