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Marzo - Parrocchiasarnico.it

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Tempo di Quaresima, tempo di Missioni popolari. Con i padri missionari<br />

che annunciano il Vangelo non solo nella chiese della forania o<br />

nella famiglie, ma anche nei supermercati, nelle aziende, nelle scuole.<br />

Con un risultato sorprendente: nessuno, proprio nessuno, ha detto no<br />

all’ascolto della Parola. Ne è sorpreso, prima di ogni altro, monsignor<br />

Emilio Goi, parroco di Buia e vicario della forania che nell’arcidiocesi<br />

di Udine da due anni ha organizzato la Grande Missione al popolo, in<br />

corso dal 2 marzo. Trenta i missionari e le missionarie francescani, provenienti<br />

da ogni parte d’Italia e anche loro sono sorpresi dell’adesione<br />

raccolta in questo angolo del Friuli, Il periodo scelto è proprio quello<br />

della Quaresima, il più adatto, secondo Goi, alla conversione dei cuori e<br />

degli stili di v<strong>it</strong>a; «vogliamo risvegliare chi crede e coloro che oggi sono<br />

indifferenti e lontani». «Il traguardo, - fa eco don Daniele Calligaris - è<br />

riuscire a portare luce, speranza e v<strong>it</strong>a, in senso pieno e cristiano, nei nostri<br />

paesi, lo scopo non è convertire, ma proporre il Vangelo come v<strong>it</strong>a e naturalmente<br />

susc<strong>it</strong>are nei battezzati uno spir<strong>it</strong>o missionario e di annuncio».<br />

La parola di Dio “porta a porta”<br />

In arcidiocesi di Udine, 30 «missionari» francescani portano l’annuncio anche nei supermercati, nelle aziende e nelle scuole<br />

L’uomo contemporaneo non ha familiar<strong>it</strong>à col senso del peccato e per<br />

la Chiesa la sfida è particolarmente importante. Ecco allora la proposta:<br />

sviluppare «l’arte pastorale del farsi trovare». Lo ha sostenuto il<br />

cardinale Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il clero, nel<br />

messaggio inviato al corso promosso dalla Pen<strong>it</strong>enzieria apostolica sul<br />

senso del peccato nella società di oggi e sulla «nuova evangelizzazione».<br />

«Qualunque sia la ragione per cui un fedele domanda di accostarsi al<br />

sacramento della riconciliazione, l’accoglienza che noi gli riserveremo,<br />

la car<strong>it</strong>à che gli useremo, l’ascolto profondo e attento di cui saremo capaci<br />

e la divina misericordia che sapremo mostrare, rappresenteranno<br />

gli elementi cost<strong>it</strong>utivi dell’annuncio evangelico, della evangelizzazione,<br />

«La Missione - scrive padre Gianni De Rossi ai fedeli delle parrocchie<br />

interessate - è una spinta formidabile non solo a spalancare le porte delle<br />

nostre realtà cristiane perché altri possano vedere, credere e entrare, ma<br />

molto di più è un mandato ad uscire da queste porte che più che difenderci<br />

ci tengono prigionieri». «Un tempo in cui sperimentare - spiega il frate<br />

francescano - il coraggio delle fede nei confronti della nostra timida paura<br />

ammantata da alibi e giustificazioni, un regalo che il Signore ci fa per dimostrare<br />

che lui è sempre con noi e agisce con noi, solo se diamo la possibil<strong>it</strong>à».<br />

«L‘idea della Missione popolare, spiega il vicario foraneo monsignor Giovanni<br />

Riverti - nasce dal desiderio di far vivere alle persone un’esperienza<br />

particolare non fatta solo di ascolto, ma di coinvolgimento e di chiamata<br />

rivolta a tutti, praticanti e non, vicini e lontani, per rispondere a un’esigenza<br />

ins<strong>it</strong>a nella natura della Chiesa e della parrocchia come comun<strong>it</strong>à accogliente.<br />

Un’esperienza ecclesiale, ma insieme comun<strong>it</strong>aria civile, che abbiamo<br />

voluto calare nella realtà del presente che il manzanese sta attraversando<br />

dal punto di vista economico, lavorativo e occupazionale».<br />

Il confessionale luogo di evangelizzazione<br />

Il cardinale Piacenza al corso sul foro interno promosso dalla Pen<strong>it</strong>enzieria apostolica:<br />

il confessore dev’essere un testimone luminoso, occorre l’arte pastorale di farsi trovare.<br />

della quale ogni fedele, anche<br />

senza esprimerlo, ha profondo<br />

bisogno», ha detto il porporato.<br />

Il confessionale è luogo di accoglienza,<br />

di trasmissione della<br />

fede, di trasmissione della dottrina.<br />

Il sacerdote che confessa,<br />

deve prima di tutto sentirsi ed<br />

essere riconciliato con se stesso,<br />

per diventare credibile ed accogliente<br />

verso il pen<strong>it</strong>ente. «Se il<br />

pen<strong>it</strong>ente si accosta al confessore<br />

- aggiunge il porporato - e,<br />

con questo solo atto, testimonia<br />

la propria fede, quanto più il<br />

confessore è moralmente tenuto,<br />

davanti a Dio e alla Chiesa, ad<br />

essere luminoso testimone della<br />

fede per il pen<strong>it</strong>ente».<br />

Dobbiamo vivere questo straordinario<br />

ministero, che il Signore<br />

ci ha affidato, nella n<strong>it</strong>ida consapevolezza che ogni volta che un pen<strong>it</strong>ente<br />

si rivolge a noi, dicendo: Padre, mi può confessare?, egli sta<br />

rinnovando la propria professio fidei e si attende, dal sacerdote, la<br />

stessa cosa. Per tale ragione, il confessionale, proprio per la prossim<strong>it</strong>à<br />

che esso comporta e l’apertura di cuore e di mente che in esso può<br />

accadere, è luogo di trasmissione della fede.<br />

È allora importante e necessario riproporre il valore della misericordia<br />

di Dio nei confronti dell’uomo peccatore e ricordare che il suo vero<br />

significato, così come il vero significato del peccato, si rivelano pienamente<br />

in Gesù.<br />

Mar. 2013 ilPorto - 11

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