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n°93 - Società Italiana Pro Segugio

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rentati perchè discendono da uno<br />

stallone molto considerato, la variabilità<br />

finisce per ridursi pericolosamente.<br />

Le conseguenze sono che la<br />

razza non può più evolvere. Questa<br />

è senza dubbio la ragione per cui<br />

vi è un’idea diffusa in cinofilia, in<br />

particolare nei cani da caccia: il<br />

ricorso, ogni tanto all’incrocio. Oltre<br />

al fatto che l’incrocio concretizza un<br />

fallimento della selezione – come<br />

abbiamo già sottolineato – ricorrervi<br />

traduce un certo “Egoismo”. In effetti,<br />

è la selezione che, da sola, genera<br />

il progresso genetico continuato.<br />

Ricorrere all’incrocio beneficia il<br />

progresso genetico ottenuto grazie<br />

agli sforzi degli altri, senza il proprio<br />

contributo.<br />

La riduzione della variabilità genetica<br />

ha un’altra conseguenza ben<br />

nota: l’aumento della frequenza<br />

d’espressione delle malattie ereditarie<br />

a determinazione autosomale<br />

recessiva. Il cane non è affetto da<br />

un fardello genetico più importante<br />

delle altre specie ma l’incidenza<br />

delle anomalie ereditarie è incontestabilmente<br />

preoccupante in alcune<br />

razze. Ciò è dovuto per primo ad un<br />

aumento del tasso di consanguineità<br />

che facilita il passaggio dei<br />

geni recessivi allo stato omozigote.<br />

Ricordiamo l’aforisma di LUSH:<br />

“La consanguineità non commette<br />

crimini, li rivela”. Segnaliamo<br />

anche che un gene recessivo può<br />

aumentare la sua frequenza in una<br />

popolazione dall’utilizzo abusivo di<br />

un campione che, peraltro, trasmette<br />

un’anomalia recessiva senza che<br />

lo si sappia.<br />

La deriva verso l’ipertipo è una delle<br />

“Malattie” della cinofilia attuale. A<br />

dispetto di tutti gli avvertimenti dati<br />

da più di trent’anni dai veterinari, si<br />

continuano ad incontrare cani ipertipici<br />

nelle esposizioni, ai quali vengono<br />

assegnate i premi maggiori. Il<br />

risultato è che, se la Convenzione<br />

europea di <strong>Pro</strong>tezione degli Animali<br />

da Compagnia, iscritta ormai nel<br />

Diritto francese, verrà applicata un<br />

giorno con fermezza, delle razze<br />

intere rischieranno di sparire e gli<br />

obiettivi di selezione dovranno essere<br />

largamente rivisti. Nella Convenzione<br />

ci sono alcune esagerazione<br />

ma è risaputo che gli eccessi in un<br />

verso ne producono degli altri in<br />

quello opposto. Non verrà ricordato<br />

mai abbastanza che un cane non è<br />

un giocattolo: ma un essere vivente<br />

sensibile che deve poter vivere per<br />

un tempo sufficientemente lungo,<br />

riproducendosi naturalmente e non<br />

possedendo caratteristiche morfologiche<br />

o fisiologiche suscettibili<br />

di nuocere alla sua salute. Questo<br />

è l’obiettivo generale che ognuno<br />

deve avere sempre in memoria,<br />

anche se deve essere sfumato per<br />

alcune razze, almeno nel loro stato<br />

attuale.<br />

Questi sono i principali rischi legati<br />

alla selezione, ma ve ne sono ancora<br />

altri.<br />

Conclusione<br />

Gli allevatori degli animali da reddito,<br />

non hanno più la possibilità di<br />

intervenire in materia di selezione,<br />

poiché la scelta dei maschi riproduttori<br />

non viene più fatta da loro, gli<br />

allevatori di cani avendone, invece,<br />

ancora facoltà dovranno essere molto<br />

responsabili poiché gli errori di<br />

selezione, oltre le conseguenze che<br />

riguardano l’allevamento, rischiano<br />

di nuocere alla salute degli animali<br />

e, peraltro, sono suscettibili di ripercuotersi<br />

sull’insieme della razza. In<br />

questo senso, che lo si voglia o no,<br />

l’allevatore è impegnato in un’azione<br />

collettiva.<br />

Per ottimizzare i risultati dei suoi<br />

sforzi di selezione, l’allevatore deve<br />

disporre di un solido buon senso<br />

e delle conoscenze di base di<br />

genetica, che riguardano i metodi<br />

ed i rischi di selezione. Ci siamo<br />

accontentati qui di proporre un piano<br />

dettagliato, contenente qualche<br />

raccomandazione, che potrà essere<br />

in seguito completata.<br />

Bernard DENIS<br />

<strong>Pro</strong>fesseur honoraire de<br />

l’Ecole vétérinaire de Nantes,<br />

président de la Société d’Ethnozootechnie<br />

5, Avenue Foch, 54 200 TOUL.<br />

Taison di Calisto Ferrero

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