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rentati perchè discendono da uno<br />
stallone molto considerato, la variabilità<br />
finisce per ridursi pericolosamente.<br />
Le conseguenze sono che la<br />
razza non può più evolvere. Questa<br />
è senza dubbio la ragione per cui<br />
vi è un’idea diffusa in cinofilia, in<br />
particolare nei cani da caccia: il<br />
ricorso, ogni tanto all’incrocio. Oltre<br />
al fatto che l’incrocio concretizza un<br />
fallimento della selezione – come<br />
abbiamo già sottolineato – ricorrervi<br />
traduce un certo “Egoismo”. In effetti,<br />
è la selezione che, da sola, genera<br />
il progresso genetico continuato.<br />
Ricorrere all’incrocio beneficia il<br />
progresso genetico ottenuto grazie<br />
agli sforzi degli altri, senza il proprio<br />
contributo.<br />
La riduzione della variabilità genetica<br />
ha un’altra conseguenza ben<br />
nota: l’aumento della frequenza<br />
d’espressione delle malattie ereditarie<br />
a determinazione autosomale<br />
recessiva. Il cane non è affetto da<br />
un fardello genetico più importante<br />
delle altre specie ma l’incidenza<br />
delle anomalie ereditarie è incontestabilmente<br />
preoccupante in alcune<br />
razze. Ciò è dovuto per primo ad un<br />
aumento del tasso di consanguineità<br />
che facilita il passaggio dei<br />
geni recessivi allo stato omozigote.<br />
Ricordiamo l’aforisma di LUSH:<br />
“La consanguineità non commette<br />
crimini, li rivela”. Segnaliamo<br />
anche che un gene recessivo può<br />
aumentare la sua frequenza in una<br />
popolazione dall’utilizzo abusivo di<br />
un campione che, peraltro, trasmette<br />
un’anomalia recessiva senza che<br />
lo si sappia.<br />
La deriva verso l’ipertipo è una delle<br />
“Malattie” della cinofilia attuale. A<br />
dispetto di tutti gli avvertimenti dati<br />
da più di trent’anni dai veterinari, si<br />
continuano ad incontrare cani ipertipici<br />
nelle esposizioni, ai quali vengono<br />
assegnate i premi maggiori. Il<br />
risultato è che, se la Convenzione<br />
europea di <strong>Pro</strong>tezione degli Animali<br />
da Compagnia, iscritta ormai nel<br />
Diritto francese, verrà applicata un<br />
giorno con fermezza, delle razze<br />
intere rischieranno di sparire e gli<br />
obiettivi di selezione dovranno essere<br />
largamente rivisti. Nella Convenzione<br />
ci sono alcune esagerazione<br />
ma è risaputo che gli eccessi in un<br />
verso ne producono degli altri in<br />
quello opposto. Non verrà ricordato<br />
mai abbastanza che un cane non è<br />
un giocattolo: ma un essere vivente<br />
sensibile che deve poter vivere per<br />
un tempo sufficientemente lungo,<br />
riproducendosi naturalmente e non<br />
possedendo caratteristiche morfologiche<br />
o fisiologiche suscettibili<br />
di nuocere alla sua salute. Questo<br />
è l’obiettivo generale che ognuno<br />
deve avere sempre in memoria,<br />
anche se deve essere sfumato per<br />
alcune razze, almeno nel loro stato<br />
attuale.<br />
Questi sono i principali rischi legati<br />
alla selezione, ma ve ne sono ancora<br />
altri.<br />
Conclusione<br />
Gli allevatori degli animali da reddito,<br />
non hanno più la possibilità di<br />
intervenire in materia di selezione,<br />
poiché la scelta dei maschi riproduttori<br />
non viene più fatta da loro, gli<br />
allevatori di cani avendone, invece,<br />
ancora facoltà dovranno essere molto<br />
responsabili poiché gli errori di<br />
selezione, oltre le conseguenze che<br />
riguardano l’allevamento, rischiano<br />
di nuocere alla salute degli animali<br />
e, peraltro, sono suscettibili di ripercuotersi<br />
sull’insieme della razza. In<br />
questo senso, che lo si voglia o no,<br />
l’allevatore è impegnato in un’azione<br />
collettiva.<br />
Per ottimizzare i risultati dei suoi<br />
sforzi di selezione, l’allevatore deve<br />
disporre di un solido buon senso<br />
e delle conoscenze di base di<br />
genetica, che riguardano i metodi<br />
ed i rischi di selezione. Ci siamo<br />
accontentati qui di proporre un piano<br />
dettagliato, contenente qualche<br />
raccomandazione, che potrà essere<br />
in seguito completata.<br />
Bernard DENIS<br />
<strong>Pro</strong>fesseur honoraire de<br />
l’Ecole vétérinaire de Nantes,<br />
président de la Société d’Ethnozootechnie<br />
5, Avenue Foch, 54 200 TOUL.<br />
Taison di Calisto Ferrero