29.05.2013 Views

La Scienza nel Periodo Borbonico: ovverosia l ... - INFN Napoli

La Scienza nel Periodo Borbonico: ovverosia l ... - INFN Napoli

La Scienza nel Periodo Borbonico: ovverosia l ... - INFN Napoli

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

presentato il 21 ottobre del 1812, quando il Murat era <strong>nel</strong>le steppe della lontana Rus-<br />

sia alla testa della cavalleria dell’esercito napoleonico condannato alla disfatta. Pochi<br />

giorni dopo, il 4 novembre, in occasione dell’onomastico della regina Carolina, fu<br />

posta solennemente la prima pietra. Una generosa donazione del re permise anche di<br />

ordinare la costruzione di un parco di strumenti di prima qualità alla più famosa ditta<br />

dell’epoca, la tedesca Uzschneider-Reichenbach.<br />

I lavori però, a causa – sembra – della disonestà della prima ditta appaltatrice<br />

delle opere edili, andarono a rilento. Nel febbraio del 1815 il barone Xavier von<br />

Zach, molto noto negli ambienti scientifici dell’epoca per essere stato il fondatore ed<br />

editore del primo giornale scientifico internazionale, le «Monatliche Correspondenz»,<br />

giunse a <strong>Napoli</strong> con Reichenbach e con gli strumenti per provvedere alla loro instal-<br />

lazione, ma purtroppo trovò l’edificio ancora molto lontano dall’essere completato.<br />

L’inasprirsi della situazione politica costrinse i due stranieri a partire frettolosamente<br />

lasciando gli strumenti nei loro imballaggi. Il cantiere rimase fermo per oltre un anno,<br />

e i lavori ripresero solo dopo il ritorno a <strong>Napoli</strong> di Ferdinando. Ma anche questa vol-<br />

ta, i preventivi gonfiati, l’incapacità dello Zuccari <strong>nel</strong> dirigere i lavori e la disonestà<br />

delle ditte rischiarono di far arenare l’operazione per sempre. Fu solo sul finire del<br />

1817 che il re si decise a nominare Giuseppe Piazzi direttore generale degli Osserva-<br />

tori del Regno e a dargli l’incarico di portare a compimento la specola partenopea.<br />

Anche se il fatto non è documentato, non appare improbabile che il re conoscesse<br />

personalmente Piazzi e avesse con lui una qualche consuetudine, avendo entrambi a-<br />

bitato il medesimo Palazzo dei Normanni per tanti anni: Ferdinando nei piani nobili e<br />

l’astronomo sui tetti, dove è plausibile che qualche volta, <strong>nel</strong>le calde serate estive, il<br />

re sia salito a guardare il cielo.<br />

Consegnato l’Osservatorio di Palermo <strong>nel</strong>le mani del nuovo direttore, Niccolò<br />

Cacciatore, Piazzi giunse a <strong>Napoli</strong> <strong>nel</strong> 1817 e in pochi mesi modificò il progetto ori-<br />

ginale, semplificandolo e razionalizzandolo con alcuni mutamenti «che oggi si rico-<br />

noscono utili, rendendo possibili, con essi e con altre modifiche alla parte decorativa,<br />

economie che permisero il completamento dell’opera» 86 . Scriveva <strong>nel</strong> 1818 all’amico<br />

Oriani:<br />

39

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!