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AMLETO RE DI DANIMARCA

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AUTRICE: LO<strong>RE</strong>DANA BELLANOVA


<strong>AMLETO</strong>, <strong>RE</strong> <strong>DI</strong> <strong>DANIMARCA</strong>.<br />

P<strong>RE</strong>FAZIONE.<br />

Questo romanzo tragico è il seguito del precedente “LA FIGLIA DEL <strong>RE</strong> CLAU<strong>DI</strong>O” da me<br />

scritto. Dall’amore di Amleto e Ofelia nasce il piccolo Amleto che rimasto orfano sente,<br />

nonostante sia circondato dall’amore, il peso della sciagura assegnatagli dal cielo. E’ la storia<br />

dell’ineluttabilità del destino, pronto a travolgere i figli per i padri che alla voce di un’umile e<br />

disperata preghiera, si spezza e salva gli innocenti del futuro. Per quanta spietata la natura sa<br />

essere benevola in questo, poco le somigliano i suoi figli, per i quali nulla conta l’altrui pianto e<br />

tutto vedono in pro loro. La forma è quella del precedente romanzo, una via di mezzo tra il<br />

narrativo e il dialogico. Dalla “FIGLIA DEL <strong>RE</strong> CLAU<strong>DI</strong>O” trarrò la tragedia omonima, non so se<br />

farò lo stesso con il suo seguito. Di proposito non ti illumino lettore, né sulle vicende, né<br />

sull’epilogo. A te lascio la curiosità o il tedio di scoprirli capitolo dopo capitolo. Spero<br />

sinceramente di non annoiarti, se ciò accadesse umilmente ti chiedo scusa e ti prometto di far<br />

meglio la prossima volta.<br />

CAPITOLO PRIMO<br />

Sono trascorsi dodici anni da quell’infausto giorno. Fortebraccio ha in tutto mantenuto il<br />

giuramento fatto alla piccola principessa prima che morisse.. Come la dignità gli imponeva, ha<br />

allevato il principino danese che lo riconosce come padre, ma il dovere si è fatto presto<br />

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compagno dell’amore, poiché proprio quell’amabile fanciullo diventerà il più caro dei suoi figli.<br />

Prima di porre fine al suo viaggio su questa terra, il buon Orazio ha voluto adempiere pienamente<br />

al suo dovere nei confronti dell’amico senza trascurare nulla. Le sue ultime parole rivolte<br />

all’assemblea furono pronunciate per rendere nota l’esistenza del principino ai nobili danesi, ai<br />

popolani che in massa erano accorsi alla notizia dell’incredibile sciagura, per ascoltare il suo<br />

tragico racconto. Tutti prendono a cuore le sorti del bambino e lo vegliano perché in lui vedono il<br />

futuro del regno, la sola speranza di rivedere sul trono di Danimarca un danese, il nipote di<br />

Amleto il valoroso, il figlio del loro amato e infelice principe. Non per questo i danesi non<br />

stimano il nobile Re straniero che governa con saggezza, facendo accrescere la prosperità nel<br />

Paese. Quasi subito la gente gli mostra devozione e guarda commossa quel giovane sovrano, ricco<br />

di virtù e bellezza che quando appare ai sudditi e li saluta, sorride mestamente stringendo al prode<br />

petto quel biondo e ricciuto bambino. Lo porta sempre con sé nelle sue apparizioni, non per<br />

conquistarsi il favore della gente, bensì perché sa che ad essa fa piacere vedere il principino e<br />

sapere che viene ben cresciuto, inoltre, raramente si separa da lui, se non quando le migliori balie<br />

devono provvedere alle sue necessità. Tutti si chiedono perché il loro sovrano, invidiabile per<br />

aspetto e valore, abile nel governo, impareggiabile nella guerra, corteggiato dalle fanciulle più<br />

stimabili, non desideri una donna al suo fianco e perché nonostante la prosperità del regno, il<br />

successo delle sue imprese militari, nei suoi sorrisi non c’è mai un cenno di gioia. Trascorsi però<br />

due anni dal triste giorno, Fortebraccio decide di sposare a malincuore una nobildonna. La sua è<br />

una scelta forzata, non può e non vuole dimenticare il suo povero amore che si è addormentato nel<br />

sangue, ma ha degli obblighi come Re e come padre, deve una regina ai suoi sudditi, una madre,<br />

dei fratelli e una vita serena al suo piccolo Amleto per cancellare, qualora fosse possibile, dal suo<br />

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sangue innocente il marchio di quel giorno fatale. La nascita dei suoi quattro figliuoli, una bimba a<br />

cui dà nome Lorenza, e tre figli maschi, Edoard, Karl, Errik, non muta il sentimento che ha per il<br />

principe ereditario, al contrario lo accresce, gli riserva quegli insegnamenti e quegli onori che<br />

spettano ad un erede al trono e, come accade ad ogni sovrano con il suo successore, lo preferisce<br />

ai fratelli, comprende che Amleto è assai diverso dagli altri fanciulli. E’ riservato, ma amabile,<br />

rispettoso e intelligente. La sua educazione viene affidata ai precettori più preparati, il suo<br />

addestramento ai soldati più abili che ne hanno cura come facevano un tempo con la loro piccola<br />

ribelle. Fra tutti Bernardo si tiene in disparte e sorveglia solo che il fanciullo venga trattato con<br />

gli onori dovuti. I sudditi adorano quel fiorente bambino, ne sono ammaliati per<br />

la grazia del volto, per il portamento regale, i modi raffinati e gentili, il cuore puro e generoso, in<br />

più è il figlio del loro principe diletto e diventerà Re. Nell’interesse che ha per il suo popolo, il<br />

ragazzo ricorda a tutti la principessa Lorenza, che forse ha trasmesso tale amore nel suo<br />

inconscio quando era solo un bimbo in fasce. E’ splendido il principino in sella al vecchio Lampo,<br />

mentre rapido attraversa l’aria trasparente. I suoi limpidi occhi però da espressivi e vispi si son<br />

fatti pensosi e malinconici, forse eredità naturale lasciatagli dal padre o segno incancellabile della<br />

sciagura a lui ignota che il Cielo aveva voluto assegnargli in sorte.<br />

CAPITOLO SECONDO<br />

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Tra i soldati un’apparente normalità è ormai tornata, anche se un’ombra implacabile è la più fedele<br />

compagna di ognuno nella guardia. Da lungo tempo più nessuno parla della principessa e non<br />

perché l’abbiano dimenticata, ma per non riaccendere il dolore l’uno nel cuore dell’altro. Il<br />

ricordo si sa ferisce solo a pensarlo, ma fa ancor peggio a richiamarlo con la voce. Così per<br />

sfuggire alla vergogna di riscoprire la propria debolezza, ognuno sceglie come alleato il silenzio.<br />

Basta però la monotonia di ogni giorno, perché le loro anime gridino vendetta contro il Cielo. La<br />

sera è quasi giunta fredda e uguale, il sole prepara il suo fagotto, presto con il suo carro andrà a<br />

far visita ad altre genti e mentre saluta il Paese si tinge di fuoco e si specchia nelle acque azzurre<br />

e profonde del mare che ruggisce instancabile. Francisco e un suo compagno sorvegliano le porte,<br />

la quiete di sempre viene interrotta da un calpestio. Si accosta a loro un giovane che ha avuto<br />

l’audacia e la sventura di imbattersi nella guardia di quei soldati noti per la loro violenza. Nel<br />

sentire i passi più vicini Francisco si insospettisce, sguaina la spada e gli va incontro minaccioso.<br />

FRANCISCO Chi è là! Parla, chi sei? Canaglia, parla! Senza però aspettare risposta lo colpisce<br />

e così come il passero in volo riceve ignaro e spaventato il colpo maligno del cacciatore spietato,<br />

il giovane crolla ai piedi della sentinella. L’altro soldato accorre ma, nel vedere la preda, resta<br />

turbato.<br />

SOLDATO Dio mio, che cosa hai fatto Francisco! E’ solo un ragazzo, oh poveretto, speriamo che non sia<br />

morto! Come hai potuto colpirlo così freddamente?<br />

FRANCISCO Pensavo fosse un brigante. Dì, hai dimenticato quanti ne ho fermati con la mia<br />

spada?<br />

SOLDATO Per Dio, ti sembra un brigante questo?<br />

FRANCISCO In verità no, dai suoi abiti mi sembra uno studente, ma poteva esserlo.<br />

SOLDATO Poteva essere anche uno di noi.<br />

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FRANCISCO No, avrebbe risposto alle mie domande.<br />

SOLDATO Via, ma se non gli hai dato neanche il tempo di rispondere. La verità è che tu con<br />

troppa facilità metti mano alla spada, più volte Marcello te lo ha rimproverato, ma tu non gli dai<br />

mai ascolto. Che cosa gli dirai se questo poveraccio muore? Ma zitto, mi sembra ancora vivo.<br />

Non restare impalato e aiutami.<br />

FRANCISCO Chi sei ragazzo e perché sei qui? Avanti rispondi!<br />

SOLDATO Sei pazzo? non lo vedi com’è impaurito? Sarà Marcello a interrogare te quando saprà<br />

dell’accaduto- al giovane- Stai tranquillo tu, penseremo noi a farti guarire.<br />

Frattanto Marcello, mentre aspetta il suo turno, osserva attentamente che tutto sia in ordine,<br />

Bernardo invece se ne sta seduto per terra con il suo fiasco di vino accanto, assorto nei suoi tristi<br />

pensieri, mitigati dalla bevanda “sanatrice”. Francisco e il suo compagno conducono da Marcello<br />

e Bernardo la loro vittima. Il giovane si chiede se sono quelli i generosi soldati di cui tanto bene<br />

aveva sentito parlare, spietate macchine da guerra che lo trascinano incuranti del sangue che<br />

continua a scorrergli dalla ferita. Dubita ormai della propria salvezza, è certo che quegli uomini<br />

attendono solo il momento a loro più gradito per sferzargli un ultimo colpo e finirlo. Giunti alla<br />

loro meta le due guardie depongono il ferito ai piedi di Bernardo.<br />

FRANCISCO Ehi, oh Bernardo sei sobrio?<br />

Bernardo scola il suo fiasco di vino e lo lascia cadere.<br />

BERNARDO Ehi ragazzi, cosa abbiamo qui? Una preda di guerra? Ma cosa avete portato?<br />

Guardate, una donzella spaventata e debole. Scommetto che è pronta a invocare la nostra pietà.<br />

Chi lo ha colpito?<br />

SOLDATO Francisco lo ha scambiato per un brigante.<br />

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BERNARDO Dio, un brigante questo? Ehi Francisco cominci ad invecchiare!<br />

SOLDATO Non fidarti delle apparenze, Bernardo, questo ragazzo ne ha avuto di coraggio per<br />

venirci incontro disarmato. E’ qui per parlare con voi. Dì, ma lo conosci?<br />

Bernardo solleva bruscamente il giovane e lo scruta, poi lo lascia cadere e assai scosso si ritrae.<br />

BERNARDO No, non l’ho mai visto prima, credo.<br />

SOLDATO Non ha voluto rispondere alle nostre domande, ci ha detto solo che si chiama Orazio<br />

e che il resto lo avrebbe detto a te e a Marcello.<br />

BERNARDO - a parte- Dio, credo di avere le allucinazioni, forse ho bevuto troppo, è il vino a<br />

farmi questi scherzi. Eppure sono convinto di aver sentito bene e i miei occhi non possono<br />

ingannarmi così- al soldato- Chiamate Marcello, io non sono in animo di ascoltare nessuno.<br />

SOLDATO Non è una novità amico, tu ormai ascolti solo il tuo fiasco.<br />

BERNARDO Stai molto attento a quel che dici, soldato, e pensa agli affari tuoi.<br />

SOLDATO - a Orazio- Ti conviene attendere Marcello ragazzo, perché Bernardo quando è ubriaco<br />

è assai più pericoloso.<br />

Bernardo senza più pensare riprende il suo posto con un nuovo fiasco tra le mani. Nel sentire quel<br />

frastuono, Marcello si avvicina.<br />

MARCELLO Cosa succede qui? Chi è questo ragazzo e chi lo ha ridotto in questo stato? Voglio<br />

il colpevole! Sei stato tu, non è vero Francisco?<br />

FRANCISCO Mi dispiace, ascolta, io credevo... ho fatto solo il mio dovere.<br />

MARCELLO Il dovere ti impone forse di massacrare un innocente? Questo però non è il<br />

momento per discuterne, ma ti assicuro che non finirà così!<br />

FRANCISCO Se è innocente non lo sappiamo ancora, interrogalo!<br />

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MARCELLO - a Orazio- Allora ragazzo, perché sei qui? Chi sei?<br />

FRANCISCO, minaccioso Hai sentito? Avanti rispondi!<br />

MARCELLO Sei diventato pazzo Francisco? Basta con le minacce, via, allontanatevi subito da lui,<br />

incoscienti, non lo fate respirare - I soldati obbediscono, Marcello solleva delicatamente il ferito<br />

e lo sorregge- No, figliolo, non temere, nessuno più ti farà del male. Coraggio, se sei venuto ci<br />

sarà una ragione, parla.<br />

ORAZIO Voi siete Marcello, sono qui per parlarvi.<br />

MARCELLO Come fai a conoscermi?<br />

ORAZIO Io sono Orazio, signore, il più fedele amico del principe Amleto.<br />

Marcello non può più sentire il sangue che scorre nel suo corpo, non riesce a muoversi. Quanto<br />

aveva dovuto lottare per far tacere la sua anima ferita a morte ed ora tutto riaffiora. Il giovane che<br />

sorregge fra le braccia non può essere Orazio, eppure sembra lui! Il soldato sconvolto non riesce<br />

a trovare una spiegazione a quel che accade.<br />

MARCELLO Hai coraggio, sei ferito e ti burli di noi, attento non ti conviene farlo, non toccare<br />

questo tasto, perché è l’unico che può farmi diventare spietato.<br />

ORAZIO Non vi ho mentito, signore, ma comprendo la vostra meraviglia. forse questo vi<br />

convincerà. Guardate - gli mostra un libro che Marcello prende fra le mani, a stento trattenendo le<br />

lacrime, gli altri soldati tristi si avvicinano.<br />

MARCELLO Questo era della nostra Lorenza, glielo aveva regalato il povero Orazio! Come lo<br />

hai avuto?<br />

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ORAZIO Fu lei a darmelo. Perdonatemi, non volevo ferirvi. Per quanto riguarda il principe<br />

Amleto, io mi riferivo al principino, a ‘Bei riccioli’. Cosa sarà di lui se io dovessi morire? Voi<br />

dovete averne sempre cura, è la volontà della vostra Lorenza.<br />

MARCELLO Tu non morirai ragazzo! Siamo ansiosi di ascoltare il tuo racconto, ma prima<br />

dobbiamo curare la tua ferita, non puoi affaticarti.<br />

ORAZIO No, vi prego dovete ascoltarmi ora. Se non dovessi farcela, voglio che sappiate che<br />

amo quel fanciullo più di me stesso.<br />

MARCELLO Ce la farai, non ci credi perché ti senti debole, fidati, è normale, hai perso troppo<br />

sangue, ma la ferita non sembra molto grave. Se è questo che vuoi, parla, ti ascoltiamo. Tu<br />

giovane, leale in tutto, mi ricordi un uomo che ho conosciuto, sembra quasi che in te scorra il suo<br />

sangue.<br />

ORAZIO E’ così, signore. So di quale uomo parlate, era il mio solo parente.<br />

MARCELLO Dio, era forse tuo padre?<br />

ORAZIO Lo sarebbe diventato se la sorte fosse stata meno crudele. Era mio zio, la mia<br />

sventurata madre, sua sorella, morì dandomi alla luce e lasciandomi come solo ricordo il nome<br />

del suo amato fratello. Sono cresciuto fra gli orfani e tutto quello che so e che ho scelto di<br />

diventare lo devo alla mia dolce principessa che con affetto e dedizione si è sempre occupata di<br />

noi. Lei mi diede la prima istruzione e mi addestrò nell’uso della spada.<br />

Si interrompe, la commozione gli impedisce di proseguire.<br />

FRANCISCO L’ho capito subito che non sei del tutto inesperto nella scherma, se non ti fossi<br />

prontamente protetto, il mio colpo ti avrebbe di certo ucciso.<br />

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ORAZIO Non amo la spada che da bambino mi ha strappato tutto quel che avevo. Preferisco<br />

dedicarmi allo studio, ma tutto ciò che lei mi ha insegnato, lo conservo nel mio cuore. Quando<br />

fuggì da corte, trovò riparo nella nostra povera casa, molto si sacrificò generosa com’era, perché<br />

conducessimo una vita dignitosa, mentre ogni giorno di più perdeva le forze a causa delle<br />

ingiustizie compiute dal Re, che tanto la rendevano disperata, preludio forse della sciagura finale,<br />

maledetto il giorno in cui mio zio venne a prendersela per procedere insieme verso il talamo di<br />

morte. Prima che partisse le giurai, come mi chiese, che sarei diventato un uomo colto, giusto e<br />

leale, che avrei protetto il principe e non lo avrei abbandonato mai. Quando seppi dell’atroce<br />

epilogo, benché fossi ancora un bambino, decisi che avrei vissuto solo per mantenere il mio<br />

giuramento. Fino ad allora nessuno mi aveva mai chiamato con il mio nome, un bastardo può<br />

essere chiamato in qualunque modo, poco importa. Dopo il triste giorno, decisi di mettere la mia<br />

vita al servizio del principe, ripresi il mio nome, era un orgoglio per me portarlo e ho cercato di<br />

onorarlo sempre. In questo mi hanno aiutato Paride e Isabella, legati a Lorenza da affetto e<br />

gratitudine, grazie ai loro sacrifici ho potuto studiare.<br />

I soldati commossi e rispettosi coprono con pesanti giacche il ferito per ripararlo dal freddo.<br />

MARCELLO Allora sei venuto per chiederci aiuto, per conquistare la stima del principe.<br />

ORAZIO Da anni ormai siamo amici, ho la sua fiducia come lui ha la mia. Non l’ho mai perso<br />

d’occhio, quando appariva in pubblico fra le braccia del sovrano, io ero sempre presente fra la<br />

folla e dallo sguardo malinconico e dolce del Re, dagli occhi vispi del principino che lo stringeva<br />

con le sue piccole braccia, ho compreso che stava bene insieme a lui. Quando è cresciuto, ho<br />

atteso il momento opportuno per avvicinarlo, fra noi è nato subito un forte legame.<br />

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MARCELLO Sei davvero un’incosciente! Il principe è sempre ben sorvegliato. Quel ragazzo<br />

significa molto per tutti noi, è il nostro futuro, nessuno avrebbe esitato ad uccidere per lui. Quale<br />

pericolo hai corso avvicinandolo! Hai conquistato il suo amore mettendo a rischio te stesso. Qual<br />

è la tua età ragazzo?<br />

ORAZIO Ho vent’anni signore. Sono venuto da voi per dirvi di non preoccuparvi quando il<br />

principe verrà a scuola a Wittemberg, perché io avrò cura di lui. Lo dovevo agli amici della mia<br />

Lorenza. Vi prego non fate saper a ‘Bei riccioli’ che sono ferito, è un fanciullo sensibile e<br />

generoso.<br />

Il giovane stremato non può più parlare, chiude gli occhi scivolando nell’incoscienza, sul suo viso<br />

cala il pallore.<br />

MARCELLO Coraggio figliolo non arrenderti, non darmi questo dolore, il ragazzo ha bisogno di<br />

te. Francisco prega che non muoia, altrimenti non dovrai temere tanto l’ira del cielo e dei suoi<br />

cari estinti, quanto la mia.<br />

FRANCISCO Salvalo, Dio! Se non mi ascolterai dove mai potrò espiare la mia colpa così grave?<br />

BERNARDO Vedrai giovanotto, basterà un po' di vino buono a farti guarire.<br />

MARCELLO E’ inutile Bernardo, non può sentirti ha perso conoscenza. Avanti, se riesci a<br />

reggerti ancora in piedi, aiutami. Cosa aspettate voi altri? Aiutatemi, portiamolo al caldo. Fate<br />

piano, andiamo.<br />

I soldati curano il ragazzo che lentamente si riprende, Marcello non si allontana da lui un istante e<br />

mentre veglia il suo sonno sereno, riscopre pensieri nostalgici che gli straziano l’anima.<br />

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CAPITOLO TERZO<br />

Il mattino giunge a risvegliare le genti, ognuno si appresta ad affrontare un nuovo giorno di fatica.<br />

In una grande sala del castello i principini vocianti stanno per cominciare le loro attività consuete.<br />

Sotto gli occhi delle balie i piccoli, vivaci, giocano e con le loro voci rianimano di vita il castello.<br />

Amleto osserva Edoard che sgorbia sopra un foglio i suoi esercizi, lo aiuta, lo corregge, lo<br />

incoraggia. Lorenza, unica bambina fra tanti fratelli, attende svogliatamente al ricamo, sbuffa,<br />

sbadiglia, si riposa e poi riprende il monotono lavoro. I più piccini si rincorrono fra urla e risate.<br />

Lorenza, mostrando ai piccoli un’espressione spaventosa: “Se non la smettete con questo<br />

frastuono, vi trucido.” I due bambini la guardano spaventati e cercano riparo tra le braccia del<br />

fratello maggiore che li accarezza e li conforta.<br />

<strong>AMLETO</strong> No, Lorenza, non devi essere così dispettosa, guarda li hai fatti piangere.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Per colpa loro mi sono punta, mi hanno distratta.<br />

<strong>AMLETO</strong> Su fammi vedere. Dio, è vero.<br />

Le balia accorrono.<br />

PRIMA BALIA Principessina, come state?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Al diavolo. non è niente, sono stanca di ricamare. Senti Amleto, ho avuto un’idea,<br />

perché non andiamo fuori a giocare?<br />

<strong>AMLETO</strong> No, ora non posso, il precettore mi aspetta, devo studiare, tu cerca di imparare ciò che<br />

ti viene insegnato.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ma non mi va di ricamare, mi annoio!<br />

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<strong>AMLETO</strong> Vieni con me dal precettore allora.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA No, penso che mi annoierei anche lì.<br />

<strong>AMLETO</strong> Ma allora non vuoi proprio fare nulla.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Te l’ho detto voglio giocare.<br />

<strong>AMLETO</strong> Più tardi pigrona.<br />

EDOARD Sei la solita Lorenza.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Nessun precettore vorrà assumersi il pesante compito di educarti, perché sei un<br />

asino che in otto anni hai imparato solo a ragliare ‘mamma, mamma!’<br />

EDOARD Prova a ripeterlo!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Oh, quante volte vuoi e attento se non desideri ritrovarti per terra.<br />

<strong>AMLETO</strong> State buoni, possibile che voi due dobbiate sempre litigare? Avanti, fate pace, non mi<br />

piace, siamo fratelli e dobbiamo essere uniti.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Scusa Edoard, non volevo offenderti.<br />

EDOARD Neanch’io. Dì ti sei fatta tanto male?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Solo un po’.<br />

LA BALIA, accarezzando il capo del principe Amleto. Dio vi benedica, siete un principe saggio e<br />

gentile.<br />

Lorenza riprende il ricamo e lo mostra a Amleto.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Se riuscirò a cavarne qualcosa te lo regalo.<br />

Lui le accarezza i capelli e le bacia la guancia. La regina Sophia raggiunge i suoi bambini nella<br />

sala, ignorando il più grande, bacia gli altri che le corrono incontro cercando le sue braccia e le<br />

sue labbra sotto lo sguardo perplesso e malinconico dell’erede al trono.<br />

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SOPHIA Come stanno i miei piccoli? - tira su il più piccino - cari, voi siete la gioia di vostra<br />

madre - accarezza i lunghi capelli di sua figlia - la mia bambina, stai diventando una signorinella -<br />

che cos’hai alla mano? Come ti sei ferita? - severa guarda Amleto che, rispettoso le bacia la mano<br />

- sono sicura che è tua la colpa ragazzaccio! Ti ho detto migliaia di volte che non devi<br />

coinvolgerla in giochi pericolosi, ma tu non mi ascolti, sei un bambino cattivo e disubbidiente.<br />

Il ragazzo sa di non meritare il rimprovero di sua madre, vorrebbe piangere, ma si trattiene, da<br />

sempre gli hanno freddamente insegnato che a un futuro Re sono vietate le lacrime.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Tu sei cattiva e ingiusta! Perché dai a lui la colpa di tutto quel che accade? Io mi sono<br />

punta mentre cucivo, mio fratello non ha fatto niente per meritare le tue accuse.<br />

<strong>AMLETO</strong> Lascia stare Lorenza non è accaduto nulla.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Dovrebbe almeno chiederti scusa.<br />

SOPHIA Va bene, mi dispiace.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non importa madre.<br />

SOPHIA Non dovresti essere ancora qui, da tempo il tuo precettore ti aspetta, ma tu preferisci<br />

bighellonare e trascuri i tuoi doveri di principe ereditario. Altro che erede al trono! un sognatore<br />

sei, Edoard, nonostante sia più piccolo, mostra molto più carattere di te, dote indispensabile per<br />

un sovrano. Il Re ha riposto in te molta fiducia, vedi di non deluderlo con il tuo comportamento.<br />

<strong>AMLETO</strong> Io non deluderò mai mio padre, signora.<br />

SOPHIA Lo spero per lui, per il popolo, per il tuo bene.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Perché solo con lui riuscite ad essere tanto severa? Quanto al vostro Edoard dubito<br />

fortemente che abbia più carattere di Amleto, è solo una femminuccia che sta tutto il giorno<br />

attaccata alle vostre vesti.<br />

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SOPHIA Quali sciocchezze dici bambina mia! - a Amleto - E tu avanti, il precettore ti aspetta, va’.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non andrò da lui, signora. Oggi mi sento predisposto più per le armi che per lo studio.<br />

SOPHIA La verità è che sei un ragazzo pigro, non ti va di fare niente, sei un irresponsabile. Fai<br />

quello che ti dico, obbedisci!<br />

<strong>AMLETO</strong> No madre, perdonatemi, non vi obbedirò questa volta.<br />

SOPHIA Allora lo dirò al Re, non ti importa di deluderlo, ingrato?<br />

<strong>AMLETO</strong> Non mi importa di nulla.<br />

Come un piccolo animale rifiutato dalla madre perché malato, emarginato dal branco, si sente<br />

abbandonato e triste, così il bel fanciullo, con il cuore ferito si allontana.<br />

BALIA Maestà perdonatemi, ma quel povero ragazzo è un angelo, non ha mai disobbedito prima<br />

d’ora.<br />

SOPHIA Quel ragazzo è solo un debole. E tu Lorenza coraggio, cara, finisci il tuo ricamo.<br />

Le accarezza dolcemente il viso.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Finitevelo da sola! Non voglio più una vostra carezza né un vostro bacio fino a<br />

quando non sarete madre anche con lui.<br />

SOPHIA Cara, io devo essere dura con lui per il suo bene. Non posso comportarmi con Amleto<br />

come faccio con voi, è il principe ereditario, diventerà il Re, ha delle responsabilità, lo capisci<br />

piccolina? La sua educazione è affidata ai precettori e ai soldati. Credi che a me non dispiaccia<br />

essere tanto severa con mio figlio?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA No, non credo che vi dispiaccia. Un principe ereditario non ha diritto a una carezza, a<br />

un po’ d’amore? Amleto ha sempre lo sguardo triste, come mio padre. Io non voglio che diventi<br />

freddo, insensibile e infelice come lui, e come potrà non diventarlo dal momento che voi, i suoi<br />

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genitori, lo avete abbandonato ora che è solo un bambino? Come potrà amare il suo popolo,<br />

quando nessuno mai gli ha mostrato amore? Bene, vado a chiedere udienza al Re, quel ‘signore’<br />

dovrà ascoltarmi.<br />

SOPHIA Sei impazzita figlia mia? Non vuole essere disturbato da voi bambini.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Che me lo dica lui, allora.<br />

SOPHIA Sai quanto è impegnato tuo padre.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non vado a chiedergli di giocare insieme a me, ma a parlargli d’affari. Un’udienza<br />

ogni nove anni alla sua figliola può anche concederla.<br />

SOPHIA Si infurierà!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Oh gli passerà! Voglio proprio parlare a questo “lupo”!<br />

EDOARD Non hai paura di andarci da sola?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA E perché “l’enorme mostro” potrebbe mangiare sua figlia? - il piccolo Edoard,<br />

spaventato, trova riparo tra le braccia di sua madre, così fanno gli altri due bambini, atterriti al<br />

pensiero del severo padre. - Guardate il nostro eroe signora - indica Edoard - altro non è che un<br />

coniglio. Se trema così al pensiero del padre, cosa farà di fronte al pericolo vero, addio!<br />

SOPHIA Ti prego balia, fermala! - la balia prova a prenderla, ma la bambina, sgattaiolando, fugge -<br />

benedetta bambina, mi farà impazzire! Tu sta tranquillo, mio piccolo Edoard, chiederò a tuo padre<br />

di aspettare un altro anno per affidarti al precettore.<br />

CAPITOLO QUARTO<br />

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Più si avvicina alla sala della corona e più nel cuore della bambina cresce la paura. Il coraggio<br />

mostrato prima con la madre si dissolve. Sarebbe tentata di tornare indietro. Pensa con timore a<br />

ciò che la madre dice loro del Re. Cosa può dirgli una volta lì? In fondo conosce così poco<br />

quell’uomo, eppure è curiosa di incontrarlo. Comprende che non può più tirarsi indietro quando di<br />

fronte si trova un uomo gigantesco, una montagna a quegli occhi infantili che sulle prime le mette<br />

paura, è una guardia del Re. La bambina da timida ritorna spavalda.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Signor soldato, ho il permesso di passare?<br />

Il soldato la guarda e le sorride divertito.<br />

SOLDATO Principessina, cosa fate qui? E la vostra balia dov’è?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Niente balia, sono venuta da sola, devo vedere il mio signor padre, tu puoi dirgli che<br />

sono qui?<br />

SOLDATO Vostra madre sa di questa richiesta?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Perché devo per forza fare una richiesta per parlare al mio signor padre? Voglio<br />

vederlo subito.<br />

SOLDATO Il vostro signor padre è impegnato, se vi è venuta nostalgia dovete attendere.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ma quale nostalgia! Devo parlargli, è urgente, devi dirgli che è una questione di vita o<br />

di morte, più di morte però. Se ci sarà da attendere, aspetterò, non ho fretta.<br />

SOLDATO Va bene, siete testarda, vado ad avvisarlo, vedervi gli farà bene, oggi è di pessimo<br />

umore.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Saperlo mi incoraggia!<br />

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Il soldato si allontana, entra nella grande sala. Il cuore della principessa batte forte per il timore e<br />

l’emozione. L’enorme guardia la conduce nella stanza dove il Re si trova, resta titubante fino a<br />

quando il Re con un gesto cortese la invita ad entrare.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA, quasi balbettante, Buon giorno signor Re, stai bene?<br />

FORTEBRACCIO, la prende per mano e intenerito la guarda, Sto bene bambina, Dio quanto sei<br />

cresciuta mia piccola Lorenza! Allora quale questione di vita o di morte ti conduce da me? Deve<br />

essere importante se ti ha fatto vincere il timore.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Sai che noi abbiamo paura di te e non fai niente per evitarlo. Perché lasci che ci<br />

spaventino e non li smentisci? Tu non sei cattivo, ma triste.<br />

FORTEBRACCIO Sono felice che tu sia venuta a trovarmi, in che cosa posso aiutarti?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Da quanto tempo signor padre non parli con mio fratello?<br />

FORTEBRACCIO A chi ti riferisci?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ad Amleto. E’ vero di figli ne hai tanti, ma di tempo per loro assai poco.<br />

FORTEBRACCIO Che cosa ti succede? Non sei contenta di avere tanti fratelli con cui giocare?<br />

Forse avresti voluto anche delle sorelle.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA No, ti ringrazio, sto bene così, anzi avrei voluto qualche fratello in meno e un padre<br />

più vicino.<br />

FORTEBRACCIO Il tuo rimprovero è giusto e lo merito. Arriverà il giorno in cui dovrò fare i<br />

conti con ognuno di voi e con la mia coscienza.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Io non ti ho fatto un rimprovero signor padre, ma un’osservazione.<br />

FORTEBRACCIO Che cosa è successo a tuo fratello?<br />

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LO<strong>RE</strong>NZA Da quanto tempo non lo guardi negli occhi? E’ sempre triste, anche quando gioca. E’<br />

tutta colpa della signora madre, occupati almeno tu di lui, visto che lei non lo fa.<br />

FORTEBRACCIO Che cosa stai cercando di dirmi, che tua madre lo trascura forse? Ti prego<br />

piccola, parla.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Sì è così e non solo, lo rimprovera in continuazione anche quando non ha colpa,<br />

mentre con noi è sempre affettuosa. Lei dice che lo fa per il suo bene, perché deve diventare Re.<br />

Dimmi per questo tu sei così triste, anche tua madre ti trattava in questo modo per le stesse<br />

ragioni? Io non voglio che mio fratello diventi infelice come te, se gli vuoi bene non puoi<br />

permetterlo, o forse anche tu sei infelice per colpa della regina?<br />

Le parole innocenti e confuse di sua figlia tuonano sul Re, lo assalgono come militi assetati di<br />

sangue. Sa di aver fallito, di aver tradito il suo giuramento, si sente vile. A nulla è servito amare<br />

quel bambino con tutta la forza del suo cuore, da quando si è sposato la ha trascurato, affidandolo<br />

alle cure di sua moglie, convinto che lei gli avrebbe dato amore e invece lui... Re infallibile, mai<br />

errore più grave aveva commesso, ignorando quanto il principe soffrisse per il suo<br />

allontanamento e per la freddezza con cui la regina lo tratta. La bambina, nel vedere suo padre<br />

preda del dolore, timorosa ma spontanea gli si accosta e lo abbraccia, il Re la stringe a sé e la<br />

bacia.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Sei in collera con me, signor padre? E’ colpa mia se il tuo cattivo umore è diventato<br />

pessimo?<br />

FORTEBRACCIO Non è con te che sono adirato, ma con me stesso.<br />

La ragazzina sorride e con le minuscole mani gli accarezza il viso.<br />

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LO<strong>RE</strong>NZA Com’è possibile adirarsi con se stessi? Io quando mi... adiro è sempre colpa di<br />

qualcuno, di Edoard per esempio o della mamma.<br />

FORTEBRACCIO Ai grandi succede a volte. Quando crescerai avrai modo purtroppo di<br />

comprenderlo e di sentire quanto male fa. Se non fosse stato per te piccola, tuo padre non avrebbe<br />

mai aperto gli occhi. E tu mia povera Lorenza, perdonami!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Se per te è così importante, ti perdono, ma per cosa?<br />

FORTEBRACCIO Non dicevo a te cara.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ma sono io Lorenza, te ne dimentichi?<br />

FORTEBRACCIO Lo so, tu sei la mia piccola Lorenza.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Sei proprio strano, signor padre. Dimmi, davvero i tuoi figli ti danno fastidio e non<br />

vuoi che vengano a farti visita?<br />

FORTEBRACCIO Io non ho mai detto questo, chi ve lo fa credere?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA La signora madre e dice anche che Edoard ha più carattere di Amleto. Allora qualche<br />

volta posso venire a trovarti!<br />

FORTEBRACCIO Vieni a trovarmi tutte le volte che lo desideri.<br />

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CAPITOLO QUINTO<br />

La regina lascia i due figlioletti più piccoli alle cure delle balie per raggiungere suo marito. E’<br />

accompagnata da una donna che dovrà occuparsi del piccolo Edoard, mentre lei è a colloquio con<br />

il Re. Come sempre lo conduce con sé per poi mostrarlo al padre. La bella regina entra nella sala<br />

della corona e saluta lo sposo che continua a tenere stretta la sua bambina.<br />

SOPHIA Cosa fai qui Lorenza- a Fortebraccio- perdonatemi signore, ma è sfuggita al controllo<br />

delle balie.<br />

FORTEBRACCIO I bambini non mi recano alcun disturbo e tu dovresti saperlo, ma fai credere<br />

loro il contrario.<br />

SOPHIA Mio caro signore, io pensavo...<br />

FORTEBRACCIO Pensavi male, cosa che una brava sposa non dovrebbe fare mai. Una brava<br />

moglie conosce bene i desideri del suo consorte.<br />

SOPHIA Di cosa mi accusate?<br />

FORTEBRACCIO Va’ Lorenza, io e tua madre dobbiamo parlare.<br />

SOPHIA, accarezzando sua figlia, Raggiungi le balie, bambina mia.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA No, io voglio andare a cercare Amleto. Posso andarci padre?<br />

SOPHIA No. potrebbe essere pericoloso.<br />

FORTEBRACCIO E tu lasci che l’erede al trono si esponga al pericolo?<br />

SOPHIA Amleto è un ragazzo, signore.<br />

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FORTEBRACCIO, alla bambina. Va’ pure a cercarlo se vuoi, ti farò accompagnare da uno dei<br />

soldati.<br />

SOPHIA Oh no, signore, non vorrete mandare la bambina insieme ad un soldato!<br />

FORTEBRACCIO Le mie guardie non mangiano i bambini, Sophia. – A un soldato - Ti affido la<br />

bambina, accompagnala a cercare il principe Amleto e stai attento!<br />

SOLDATO Ai vostri ordini, maestà - a Lorenza - Vogliamo andare? Posso avere l’onore di<br />

accompagnarvi, damigella?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Certo signor soldato- si avvicina al Re e lo bacia- arrivederci signor padre.<br />

FORTEBRACCIO, accarezzandole la testa, A presto figliola.<br />

La piccola prende per mano il soldato e guarda triste sua madre.<br />

SOPHIA Non vuoi dare un bacio anche a tua madre?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA No, Signora. Voi sapete bene quando avr ete da me un altro gesto d’affetto, addio.<br />

Si allontana per mano al soldato. Frattanto il piccolo Edoard sfuggito alle balie, sta per<br />

raggiungere sua madre, ma una volta nei pressi della sala, non osa entrare e resta immobile<br />

accanto alla porta.<br />

FORTEBRACCIO Perché la bambina è risentita con te? Che cosa le succede?<br />

SOPHIA Nulla signore, sono solo capricci infantili. Caro, sono qui per parlarvi del nostro<br />

piccolo Edoard, volevo chiedervi di aspettare ancora un anno prima di affidare la sua educazione a<br />

un precettore.<br />

FORTEBRACCIO E perché rimandare? Il ragazzo ha quasi otto anni e deve essere educato da<br />

principe. Amleto è stato affidato ai precettori da quando era molto più piccolo di Edoard, ma per<br />

lui non hai fatto obiezioni, certo, quel piccolo non è tuo figlio e a nulla è servito chiederti di<br />

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amarlo, non per la pietà che qualunque donna sensibile avrebbe provato per la sciagura che ha<br />

colpito un bimbo indifeso, ma per amor mio, questo mi giurasti insieme alla fedeltà il giorno<br />

delle nozze.<br />

SOPHIA Siete ingiusto signore, io sono stata una madre per quel ragazzo, l’ho trattato al pari dei<br />

miei figli, ho lasciato che lo affidaste precocemente ai precettori, perché è l’erede.<br />

FORTEBRACCIO Non mentire donna! Nel suo fare innocente la bambina mi ha raccontato ogni<br />

cosa, ed era molto afflitta per questo, ecco perché è risentita con te, vuol bene a suo fratello.<br />

SOPHIA E se anche così fosse, me ne fate una colpa? Io sono una madre, la madre dei vostri<br />

figli. In voi non c’è natura, voi che continuate a dare più importanza ad una promessa che ormai<br />

non ha più senso che ai vostri figli. Quel bambino non ha il vostro sangue, è Edoard il vostro<br />

primogenito, lui dovrebbe succedervi al trono.<br />

FORTEBRACCIO Non devi neanche pensarlo! Non è solo per quel sacro giuramento che ho<br />

scelto Amleto. Io amo quel fanciullo, è vero non ha il mio sangue, ma tu neanche immagini quante<br />

volte prima che commettessi il grande errore di sposarti, guardandoci negli occhi ci siamo<br />

consolati e non provo vergogna a dire che lo spietato Re guerriero si addormentava disperato<br />

accanto a quell’innocente e lo teneva stretto, dopo avergli raccontato favole e aver pregato per la<br />

sua felicità poiché pur essendo innocente aveva già pagato al cielo il suo tributo di colpa. Non tu,<br />

ma io sono responsabile della sua infelicità, io che non avrei dovuto fidarmi di te lasciandolo alle<br />

tue cure. Ora ascoltami bene Sophia, tutto questo non appartiene a noi, ma al piccolo danese, il<br />

popolo vuole che sia Re, io lo voglio e così sarà, nessuno potrà impedirlo, tanto meno tu.<br />

Maledetto il giorno in cui decisi di prender moglie! Come ho potuto crederti sincera? Non ti ho<br />

sposato perché mettessi i miei figli gli uni contro gli altri, o meglio, tutti contro Amleto.<br />

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SOPHIA La verità è che voi siete ossessionato da un fantasma, vivete all’ombra di un ricordo,<br />

continuate ad amare la vostra Lorenza, ma quella fanciulla è morta, dovete accettarlo. Lei non vi<br />

amava, non vi avrebbe mai sposato, né avrebbe allevato insieme a voi il principino. Io vi ho donato<br />

me stessa, lei non l’avrebbe fatto mai.<br />

FORTEBRACCIO Taci! Lei era troppo pura per donare se stessa a me o ad altri, era troppo pura<br />

per restare su questa terra. Ha saputo fare molto di più. Ha offerto alla morte la sua giovinezza, in<br />

nome di un sentimento nobile. Per questo l’amo ancor di più e l’amerò finché avrò vita. Ti sia<br />

chiara però una cosa: l’amore che porto a quel ragazzo prescinde dal mio dolore e dal dovere<br />

imposto dal giuramento fatto alla mia Lorenza. Lei non l’avrebbe allevato insieme a me, è vero,<br />

ma il piccolo Amleto è mio, l’ho cresciuto io e so che diventerà un grande Re. Sta attenta se vuoi<br />

restare accanto ai tuoi figli a non metterli contro Amleto, altrimenti ti allontanerò da loro per<br />

sempre. Non ti permetterò di farli tramare contro il principe ereditario. Quanto a Edoard, darò<br />

disposizioni perché oggi stesso venga affidato a un precettore, non voglio che piccolo com’è tu<br />

gli avveleni l’anima e lo lasci crescere tra odio, complotti e false competizioni.<br />

Nel sentire le urla del padre, il piccolo Edoard fugge impaurito. Il Re ferito, fuori di sé, lascia il<br />

suo posto.<br />

SOPHIA Dove volete andare mio signore!<br />

I soldati lo seguono.<br />

FORTEBRACCIO Voglio restare solo, non seguitemi.<br />

Va via lasciandosi indietro tutti, tranne il suo dolore.<br />

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CAPITOLO SESTO<br />

Il principino durante gli esercizi di scherma non si dimostra volenteroso com’è di solito, ma<br />

svogliato e distratto. Decide dunque di lasciar perdere, chiede per questo cortesemente scusa al<br />

soldato che lo addestra e assorto nei suoi pensieri si allontana. Si chiede perché la madre non è<br />

mai tenera con lui come con i suoi fratelli, è possibile che non senta mai il bisogno di dargli un<br />

bacio, di fargli una carezza? Perché lo sguardo della regina quando si posa sul suo volto è sempre<br />

freddo e severo? Come mai per lei egli non riesce a sentire nel cuore quel trasporto che un figlio<br />

ha per sua madre? Non fosse stato erede, forse avrebbe ricevuto più amore. Se solo fosse lì il suo<br />

Orazio! Invano ha continuato ad attenderlo dove avrebbe dovuto incontrarlo. E’ forse il ritardo<br />

strano e inusuale dell’amico, sempre puntuale, a rendere più cupi e malinconici suoi pensieri.<br />

Comprende che aspettare non ha più senso e decide di andarlo a cercare. Vaga il bel fanciullo,<br />

uguale in tutto al suo nobile e infelice padre. Giunto nei pressi delle porte scorge Bernardo<br />

sdraiato al suo posto. Sa di non essergli simpatico, eppure sente di volergli bene, prova<br />

compassione per quell’uomo che se ne sta appartato, lontano dai suoi compagni e da se stesso. E’<br />

indeciso se avvicinarlo, essere sgridato anche da lui sarebbe troppo, ma alla fine vince ogni<br />

indugio e gli si accosta.<br />

<strong>AMLETO</strong> Buon giorno, signore.<br />

BERNARDO - solleva lo sguardo- Buon giorno altezza. Come mai siete in giro a bighellonare?<br />

Niente studio oggi? Niente spada? Vi siete forse stancato dei vostri doveri, piccoletto?<br />

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<strong>AMLETO</strong> Quest’oggi ho un impegno più importante, ma conosco i miei doveri e state sicuro che<br />

non li trascurerò.<br />

BERNARDO Meglio per voi.<br />

<strong>AMLETO</strong> Perché voi non seguite mai il mio addestramento? Eppure si dice che tra i soldati siete<br />

uno dei più valorosi, ma io non vi ho mai visto con la spada in pugno.<br />

BERNARDO Fantasie, altezza! Sono anni che non tocco una spada e poi non tirerei mai di<br />

stocco con un lattante, con un ragazzino debole e sciocco come siete voi.<br />

<strong>AMLETO</strong> Perché mi trattate a questo modo! C’è un odio che io non comprendo nelle vostre<br />

parole! Pensavo che non vi piacessero i principi, ma in realtà sono io che non vi piaccio, forse<br />

perché non sono danese come voi?<br />

BERNARDO Nessuno è danese come voi, stupido lattante, non provate più a ripetere il contrario<br />

se non volete che Bernardo vi dia una lezione.<br />

<strong>AMLETO</strong> Né mio padre né mia madre sono danesi, come posso esserlo io?<br />

BERNARDO Loro non lo sono, ma voi sì.- il ragazzo lo guarda perplesso- ma che aria triste ha<br />

questa ‘povera bambina’, cosa vi è successo, la mamma vi ha sgridato? Siete una femminuccia non<br />

un principe.<br />

<strong>AMLETO</strong> I vostri rimproveri sono ingiusti, io non sono una femminuccia.<br />

BERNARDO O sì che lo siete! Vostro padre sì che era un vero principe!<br />

<strong>AMLETO</strong> Era? Mio padre è vivo, signore.<br />

BERNARDO E chi vi ha detto mai il contrario? Sapete? E’ il vino a farmi sbagliare i tempi... la<br />

mia piccola Lorenza, lei sì che era forte e coraggiosa, nonostante fosse solo una ragazzina!<br />

<strong>AMLETO</strong> Chi è Lorenza signore, una vostra amica?<br />

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BERNARDO - beve un sorso di vino- Sì, aveva pochi anni più dei vostri.<br />

<strong>AMLETO</strong> Dov’è ora?<br />

BERNARDO E’ Morta.<br />

<strong>AMLETO</strong> Com’è possibile, era malata?<br />

BERNARDO Sì, di disperazione.<br />

<strong>AMLETO</strong> Volete dire che.... oh, è terribile, mi dispiace davvero signore, per questo siete sempre<br />

triste e infuriato!<br />

BERNARDO Vi dispiace? Non mi serve la vostra compassione principe!<br />

<strong>AMLETO</strong> Da come vi comportate con me sembra che vogliate darmi la colpa delle vostre<br />

sventure.<br />

Senza più badargli Bernardo si attacca al fiasco che tiene fra le mani, il ragazzo glielo strappa e i<br />

suoi occhi azzurri costretti a non piangere mai, si riempiono di lacrime.<br />

BERNARDO Che diavolo vi prende? Ridatemi subito il mio fiasco, lattante.<br />

<strong>AMLETO</strong> No, basta Bernardo, non devi più bere, ti fa male, se continui così morirai e io non<br />

voglio che tu muoia.<br />

BERNARDO Prima o poi tutti si muore, avanti, sparite.<br />

<strong>AMLETO</strong> Dite a me che non mi comporto come un principe, ma voi agite da vigliacco, non<br />

dimenticate che siete un soldato del Re. Non dovete più bere!<br />

BERNARDO Mi state dando un ordine, altezza? Certo, ed io da umile sentinella dovrei<br />

obbedirvi. Bravo, avete imparato presto ad abusare dei vostri poteri. Riferite al Re che questo<br />

soldato, invece di compiere il proprio dovere, se ne sta tutto il giorno sdraiato per terra ubriaco.<br />

Amleto profondamente affranto si arrende e gli restituisce il fiasco.<br />

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<strong>AMLETO</strong> Forse è vero che sono un cattivo ragazzo, signore, per questo ricevo tanti rimproveri.<br />

Tutti i miei sforzi per diventare un buon principe sono inutili, nessuno apprezza il mio impegno.<br />

BERNARDO - posandogli una mano sulla spalla - Dimentichiamo per un istante che tu sei<br />

principe e io il soldato. Dimmi ragazzo che cosa ti succede? che cosa ti hanno fatto a corte? Chi<br />

ha osato offenderti? Non devi far altro che dirmelo.<br />

<strong>AMLETO</strong> Io non vi comprendo signore. Voi mi trattate male e se ci prova qualcun altro diventate<br />

furioso.<br />

BERNARDO Ricordate questo principe, io sono ancora qui solo per proteggervi.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non capisco, ma state sicuro nessuno mi ha offeso. Devo trovare il mio amico, voi non<br />

lo avete visto? Non è venuto a cercarmi un ragazzo alto più o meno così.... no, un po’ di più, ha i<br />

capelli biondi, modi raffinati e gentili, è uno studente di circa vent’anni, si chiama Orazio.<br />

BERNARDO E chi sarebbe, la vostra balia? Non ditemi che gli studenti si occupano anche di<br />

questo!!<br />

<strong>AMLETO</strong> Orazio è il mio più caro amico, è l’unica persona al mondo che mi vuole bene e voi<br />

siete uno stupido.<br />

BERNARDO Non c’è bisogno di prendersela tanto, se quel giovanotto ha vent’anni avrà scelto di<br />

spassarsela, invece che far da balia a un piccoletto come voi.<br />

<strong>AMLETO</strong> Addio signore- si avvicina al soldato di guardia- ehi soldato, è venuto a cercarmi un<br />

ragazzo alto così.... biondo, è uno studente di vent’anni, si chiama Orazio.<br />

IL SOLDATO- accarezzandogli la testa- No altezza, non vi ha cercato nessuno.<br />

<strong>AMLETO</strong> Ti ringrazio, addio.<br />

SOLDATO Addio, piccolo.<br />

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CAPITOLO SETTIMO<br />

Marcello continua a restare accanto al giovane Orazio. Il silenzio viene interrotto dalle voci<br />

esasperate del principe e di Bernardo che giungono fino a loro.<br />

ORAZIO Il principe mi starà aspettando, non vedendomi arrivare si preoccuperà. Aiutatemi<br />

signore, devo andare da lui.<br />

Prova ad alzarsi, ma crolla tra le braccia del soldato che delicatamente lo riadagia sul giaciglio.<br />

MARCELLO Non essere incosciente, lo vedi? Non riesci a stare in piedi, non potresti fare un<br />

passo. Il ragazzo scoprirà che sei stato ferito, vuoi dunque questo? Non ci hai forse pregato di non<br />

farglielo sapere?<br />

ORAZIO Sì, ma non voglio che si senta abbandonato, tradito.<br />

MARCELLO Perché voi giovani siete tanto ostinati e impulsivi? Ascolta, la tua vita non è più in<br />

pericolo, ma basta un nulla perché ritorni ad esserlo, da te dipende. Hai bisogno di riposo per<br />

riprenderti, con il principe inventerai una scusa, lui non è ancora un uomo, avrai tempo per<br />

mettere lealtà e devozione al primo posto, è solo un bambino, ora il tuo affetto è più importante<br />

per lui e non potrai darglielo se non ti salvi. Fa come ti dico figliolo, riposa tranquillo e bada, non<br />

muoverti da qui. Andrò io a cercare il principe e ti porterò sue notizie. Mi procurerò un’erba<br />

calmante e quando tornerò e ti avrò medicato solo allora potrai andare dal ragazzo.<br />

ORAZIO Va bene ma tornate presto, altrimenti non resterò qui ad aspettarvi.<br />

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MARCELLO Tornerò presto - ad un soldato - Restagli accanto e non lasciarlo andare prima del<br />

mio ritorno.<br />

SOLDATO Vai tranquillo Marcello, penserò io al ragazzo.<br />

Non appena il principe vede giungere Marcello gli corre incontro.<br />

<strong>AMLETO</strong> Marcello! Buon giorno, Marcello!<br />

MARCELLO Il mio bel principe, come va giovanotto?<br />

<strong>AMLETO</strong> Bene, vi ringrazio.<br />

MARCELLO Bernardo vi ha trattato male un’altra volta? Ditemi la verità. Non continuate a<br />

proteggerlo con il vostro silenzio. Mi chiedo quando imparerà a portarvi rispetto.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non mi interessa il suo rispetto. Bernardo sta male, dobbiamo aiutarlo, non può<br />

continuare a bere tanto o il vino lo ucciderà.<br />

MARCELLO Avete ragione ragazzo mio. Proverò a parlargli nuovamente. Il soldato mira<br />

teneramente il fanciullo e vede compiersi nella malinconica dolcezza di quel volto infantile la<br />

previsione disperata fatta tra le lacrime dalla sua principessa quando era prossima alla morte, da<br />

braccia straniere e prive d’amore era stato allevato il piccolo Amleto, nonostante l’affetto sincero<br />

del Re. Aveva ricevuto un’educazione rigida, fatta di tanti obblighi e di rare carezze - a parte -<br />

“Eccolo mia amata fanciulla, il piccolo che ti fu tanto caro e che ci affidasti in fasce, un infelice.<br />

Se tu lo vedessi riceveresti un colpo assai più violento di quello che ti ha trafitto il cuore e rapito<br />

la vita. Vedresti gli stessi occhi che tanto ti hanno fatto soffrire, solo che questo non è che un<br />

bambino. Il tuo Marcello ti ha deluso, non è riuscito a fare in modo che il principe crescesse<br />

sereno, né ha potuto aiutare il povero Bernardo che è sempre più lontano da se stesso.”<br />

<strong>AMLETO</strong> Perché mi guardi così Marcello, cosa ti succede?<br />

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MARCELLO Niente principe, niente. Pensavo che dovreste sorridere più spesso come fa ogni<br />

fanciullo alla vostra bella età. I bambini quando sorridono sono più graziosi.<br />

<strong>AMLETO</strong> Io non sono un bambino, sono il futuro Re. Mi sono dunque vietati sorrisi e lacrime.<br />

MARCELLO Abbiamo preteso troppo, siamo stati molto severi con voi.<br />

<strong>AMLETO</strong> Tu no Marcello, sei sempre stato molto comprensivo con me, quando sei al mio<br />

fianco mi sento protetto, sei il mio angelo custode, tante volte mi hai confortato e mi hai dato la<br />

forza per continuare a lottare.<br />

MARCELLO lo abbraccia commosso Grazie principe, non potreste mai immaginare quanto<br />

bene mi facciano le vostre parole. Ora però ditemi, cosa vi preoccupa tanto?<br />

<strong>AMLETO</strong> Sto cercando il mio amico. Dovevamo incontrarci questa mattina, ma ho atteso invano<br />

il suo arrivo. Forse non verrà più spero solo che non gli sia accaduto niente di grave.<br />

MARCELLO Non temete il vostro amico verrà.<br />

<strong>AMLETO</strong> Come fai a saperlo, lo hai visto, è venuto a cercarmi?<br />

MARCELLO No principe, ma fidatevi di me, state tranquillo, se dovesse cercarvi manderò<br />

subito qualcuno a chiamarvi.<br />

<strong>AMLETO</strong> Grazie Marcello.<br />

MARCELLO Coraggio tornate a casa ora, vostra madre si preoccuperà, è tutto il giorno che<br />

mancate. Fra breve verrà la sera e il freddo comincia a farsi sentire.<br />

<strong>AMLETO</strong> No, non voglio tornare a palazzo per ora. Non temere, nessuno si accorgerà della mia<br />

assenza, tranne le balie, ma loro sanno che sono un ragazzo responsabile. Voglio vedere il sole<br />

che parte e la notte che torna. Non voglio tornare a casa.<br />

MARCELLO Non credevo che la vostra anima fosse tanto poetica.<br />

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<strong>AMLETO</strong> Non sopravvalutarmi Marcello, la poesia non c’entra, voglio solo restare per i fatti<br />

miei, senza nessuno che mi ronzi intorno. Addio.<br />

MARCELLO - lo bacia - Addio mio principe, che Dio vi benedica.- Quando il principe è ormai<br />

distante, Marcello si avvicina a Bernardo- Puoi almeno degnarti di salutare, animale.<br />

BERNARDO Salute a te amico, cosa diavolo vuoi?<br />

MARCELLO Ti ho detto che non devi rivolgerti al principe con disprezzo, ma tu continui a farlo,<br />

per Dio, sei un insensibile, come se già non ci avesse pensato il destino a ferirlo.<br />

BERNARDO Via amico, non farmi la morale, che succede, “la piccina” è venuta a lagnarsi con<br />

te?<br />

MARCELLO Ti sbagli, il principe non si è lamentato dei tuoi modi burberi, che io conosco, ma<br />

è preoccupato per la tua salute.<br />

BERNARDO Ma che caro ragazzo!<br />

MARCELLO Io so bene perché lo odi, a causa sua sei costretto a vivere. Lo promettesti alla<br />

piccola Lorenza, ma anche agendo così infrangi la promessa che le hai fatto. Lei non lo ha amato<br />

e difeso al di sopra dell’onore, perché un giorno proprio il suo fedele Bernardo lo tormentasse.<br />

Forse dovremo scendere in campo per difendere il suo diritto al trono, la sua stessa vita. Sembra<br />

che il Re lo ami, ma è uno straniero e ha dei figli suoi, dobbiamo tenerci pronti. Come potrai<br />

proteggerlo tu che non tocchi spada da più di dodici anni?<br />

BERNARDO Saprò proteggerlo.<br />

MARCELLO Ognuno di noi pur soffrendo si è creato un avvenire, una famiglia, perché era<br />

questo che lei voleva, ma tu... niente, te ne stai qui buttato a rovinarti. Io non so più come aiutarti!<br />

BERNARDO Non angosciarti amico, per me hai fatto anche troppo.<br />

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MARCELLO Avanti, in piedi! Guardati, sei già ubriaco. Ora basta! Prendi questa spada e se<br />

proprio non vuoi più vivere, finiscila da uomo. Non puoi capire il dolore che provo nel dirti<br />

questo, ma preferisco che il mio più caro amico muoia da valoroso e non da vigliacco, consumato<br />

dal vino.<br />

BERNARDO Prima devo assicurarmi che il ragazzo diventi Re, poi saprò morire da uomo<br />

valoroso, te lo prometto.<br />

MARCELLO - lo prende per un braccio e lo aiuta ad alzarsi - Non mi hai neanche chiesto notizie<br />

di quel povero ragazzo ferito, eppure in nome del passato dovresti avere un po’ d’affetto per lui,<br />

ma tu ti disinteressi di tutto.<br />

BERNARDO Se fosse morto me lo avresti detto e non saresti stato in animo di farmi la morale.<br />

E’ migliorato?<br />

MARCELLO Sì, è migliorato. Vedo che ti è rimasto ben poco cuore. Avanti, vieni insieme a me,<br />

dobbiamo accompagnarlo dal principe.<br />

BERNARDO Scordatelo. Io quel giovane non voglio rivederlo neanche da lontano.<br />

MARCELLO Perché? Che cos’hai contro di lui?<br />

BERNARDO Niente, ma la sua presenza mi crea disagio e sconforto.<br />

MARCELLO Ancora più sconforto allora dovrebbe crearti la presenza del principe, dal<br />

momento che è l’immagine di suo padre. La verità è che vuoi lasciarmi solo in tutta questa storia,<br />

ti sto chiedendo il tuo aiuto ma tu me lo neghi.<br />

BERNARDO No amico, la verità è che mi sono abituato a vedere la brutta faccia di quel lattante.<br />

MARCELLO Ti abituerai anche a quella del suo amico.<br />

BERNARDO Dio, vederli insieme! Non credi di chiedere troppo al tuo povero Bernardo?<br />

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MARCELLO Sciocchezze! Non comprendi che noi possiamo fare molto perché quei due ragazzi<br />

abbiano una vita serena, un destino migliore? Lo dobbiamo proprio ai loro cari, che furono anche i<br />

nostri. Coraggio, andiamo, non abbandonarmi ti prego.<br />

BERNARDO Andiamo e se vogliamo cominciare a far subito qualcosa, cerchiamo di nascondere<br />

bene al lattante che il suo compare è ferito, se non vogliamo che affoghi il Paese di lacrime. L’ho<br />

visto assai preoccupato per lui. Intuito infantile, forse.<br />

CAPITOLO OTTAVO<br />

Il cielo tinto di rosso annuncia il giungere della sera, il sole scompare dietro le rupi che si<br />

affacciano sul mare. Il bel fanciullo seduto ai piedi di un salice se ne sta rannicchiato per ripararsi<br />

dal freddo che diventa sempre più insistente con il finire del giorno. Guarda il ruscello e si<br />

domanda se vi è differenza fra il freddo che sente sulla pelle e quello che da sempre ha nel cuore.<br />

Sfoga tutta la sua rabbia scagliando con violenza sassi nell’acqua come se volesse accusare e<br />

punire quell’elemento per il suo dolore senza sapere che proprio da lì un giorno cominciò la sua<br />

sciagura. Annoiato da quel gioco si stende senza poter distogliere lo sguardo dal crudele ruscello.<br />

D’improvviso una nuova angoscia opprime il suo cuore innocente, sente che all’amico deve<br />

essere accaduto qualcosa di grave. Si chiede cosa mai farebbe lui se dovesse perdere anche<br />

Orazio, non vuole pensarci, l’unica risposta che sa darsi sono le lacrime che versa protetto dalla<br />

solitudine e che gli bagnano le rosee guance. E’ stata una giornata faticosa per il principe, specie<br />

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per la sua anima. Prima i rimproveri di sua madre e di Bernardo, poi la mancata venuta di Orazio,<br />

infine il desiderio di avere l’amato padre vicino. Non se la sente di tornare a casa, sta troppo bene<br />

ai piedi del suo salice, trova pace. Il canto forte del vento, il rumore dolce dell’acqua, lo fanno<br />

sentire protetto. Dal cielo l’anima di una madre sventurata non trova requie e cerca in ogni modo<br />

di addormentare le pene del suo adorato figliolo.<br />

<strong>AMLETO</strong> - tra sé - Se non torno a casa le balie si preoccuperanno. Sono davvero stanco! Tutto il<br />

giorno balie, precettori, libri, spade, non ne posso più! Dirò a mio padre che non voglio essere<br />

Re, lascio volentieri a Edoard questo onore, così la mamma sarà contenta. Forse ha ragione, ha<br />

più carattere lui di me, è evidente che mia madre non mi ama. Sarebbe stato meglio se io non<br />

fossi mai nato!<br />

Ed ecco prendono vita le parole che la giovinetta guardando il bimbo in fasce rivolse supplice ad<br />

un uomo che accecato dalla vendetta non aveva voluto ascoltarla. Lei e sua madre lo avevano tanto<br />

difeso perché un giorno maledicesse di essere nato e quel giorno era giunto troppo presto,<br />

quando l’età era acerba e il cuore ancora fragile. E’ Orazio a condurre i due soldati al rifugio del<br />

principe. Un brivido intenso provano le guardie nel vedere il fanciullo lì disteso.<br />

MARCELLO Ahimè, povero fanciullo, questo è il ruscello dove annegò sua madre! - a Orazio -<br />

Devi portarlo via da qui, subito!<br />

ORAZIO Certo signore, io non lo sapevo. Il bambino viene qui da sempre quando vuole restare<br />

solo.<br />

MARCELLO Presto va’ da lui e sta’ attento, non affaticarti - Orazio corre verso il principe- ehi,<br />

ma dove corri? E’ davvero pazzo!<br />

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BERNARDO Diciamo che è poco saggio, troppo impulsivo e estraneo ai cerimoniali. Che ne<br />

dici? In fondo sono solo due ragazzi, guardali.<br />

Li osservano e restano entrambi stupiti.<br />

ORAZIO Bei riccioli!<br />

Il PRINCIPE - balzando in piedi - Finalmente! eccoti, Orazio!<br />

Gli corre incontro e gli salta fra le braccia, lui dimentica la sua ferita e lo tira su, gli passa una<br />

mano tra i riccioli e glieli scompiglia per gioco.<br />

ORAZIO Vieni qui, mio piccolo vagabondo!<br />

<strong>AMLETO</strong> Sei un furfante, Orazio, non meriti il mio saluto.<br />

Non termina neanche di pronunciare tali parole che le sue innocenti labbra baciano il volto<br />

dell’amico. Orazio sorride, lo stringe e devoto lo contempla. Non sperava più nel miracolo di<br />

poter riabbracciare e servire ancora il suo principe.<br />

ORAZIO Allora ragazzaccio come stai? Sei diventato più pesante dall’ultima volta che ci siamo<br />

visti, presto non riuscirò più a prenderti in braccio.<br />

<strong>AMLETO</strong> Cosa ti succede, stai male?<br />

ORAZIO No, sono solo un po’ stanco, negli ultimi tempi ho dovuto studiare molto.<br />

<strong>AMLETO</strong> Mettimi giù, vieni, sediamoci qui.<br />

ORAZIO Ascolta, perché non ce ne andiamo via da qui?<br />

<strong>AMLETO</strong> Perché? Mi sembri spaventato amico. Vuoi dirmi cosa diavolo ti succede? Non ti<br />

capisco! Da questa mattina ti presenti solo ora e in più, come se avessi visto il diavolo, vuoi<br />

portarmi via da qui. Io resto, tu fa’ come credi. Il principe si stende al suo posto, Orazio,<br />

vedendolo ostinato fa lo stesso.<br />

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ORAZIO Hai tutte le ragioni per essere in collera con me, principe, ma sono stato costretto a<br />

indugiare più di quanto io volessi, perdonami.<br />

<strong>AMLETO</strong> Principe no, bei riccioli mi piace di più. Sai, quando mi chiami così provo nel cuore<br />

una strana tenerezza, è come se sentissi sulla pelle le carezze di mia madre. Non sono in collera<br />

con te, ma temevo tu fossi in pericolo.<br />

Orazio cerca di deviare il discorso. Non gli piace mentire al suo principe, neanche per il suo bene,<br />

lo fa sentire meschino eppure è costretto a farlo.<br />

ORAZIO In pericolo io? Quando il tuo Orazio si caccia nei guai, sa sempre come tirarsene fuori.<br />

ma basta parlare di me. Dimmi bei riccioli perché piangevi? Sono io il colpevole o c’è dell’altro?<br />

<strong>AMLETO</strong> Ho avuto una pessima giornata amico. Non voglio essere più principe, Orazio, non<br />

m’importa di diventare Re, sono stanco di fare questa vita. Portami via insieme a te.<br />

ORAZIO Non puoi arrenderti bei riccioli tu devi diventare il nostro Re, è importante.<br />

<strong>AMLETO</strong> Allora resta insieme a me, non lasciarmi più solo.<br />

ORAZIO Io studio per essere all’altezza di stare al tuo fianco, ma se è questo che vuoi, sono<br />

pronto a lasciare tutto. Il mio unico desiderio è quello di servirti.<br />

<strong>AMLETO</strong> No, tu non devi servirmi, ma amarmi.<br />

Le due guardie si avvicinano ai ragazzi.<br />

MARCELLO Coraggio principe, dovete tornare a corte, vostro padre vuole parlarvi subito, la<br />

regina vi sta cercando, pare che sia infuriata e ha ragione, siete sparito tutto il giorno l’avete fatta<br />

preoccupare.<br />

<strong>AMLETO</strong> A lei importa solo che io non faccia attendere mio padre. Speravo che la giornata<br />

fosse finita, ma via, andiamo a completarla. Forza caro, ti aspetta la ramanzina del Re.<br />

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MARCELLO Non siate pessimista, chi vi dice che vostro padre voglia rimproverarvi?<br />

<strong>AMLETO</strong> Sta a vedere che vuole darmi il bacio della buonanotte. Da tempo ormai mi manda a<br />

chiamare solo se ha qualcosa da dirmi.<br />

MARCELLO Non è mai stato severo con voi.<br />

<strong>AMLETO</strong> Temo che comincerà ad esserlo, lo vedrai dopo che mi avrà ben strigliato. Deve aver<br />

saputo che oggi ho fatto il vagabondo e in più sono in ritardo. E’ meglio affrettarsi, a domani<br />

amici.<br />

ORAZIO Dio ti protegga bei riccioli<br />

MARCELLO State tranquillo principe.<br />

BERNARDO Spero che il Re vi frusti, ve lo meritate.<br />

Il fanciullo correndo si allontana.<br />

ORAZIO Spero che il Re non lo sgridi.<br />

MARCELLO Tu meriti di essere rimproverato, incosciente! Anche tu in fondo hai bisogno di<br />

essere guidato, sei ancora un ragazzo inesperto e impulsivo. Io avrò cura della tua vita, sarò per te<br />

quel padre che avrebbe dovuto essere il mio povero amico. Egli non ebbe il tempo di trasmetterti<br />

la sua saggezza.<br />

ORAZIO Un uomo saggio signore non abbandona in fasce il figlio del suo più caro amico.<br />

MARCELLO Il tuo risentimento è ingiusto e ti fa male. Io non ti permetto di parlare a questo<br />

modo di lui. Potrai trovare ogni spiegazione nel tuo cuore. Vieni figliolo andiamo.<br />

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CAPITOLO NONO<br />

Quando il principe torna a palazzo, trova ad attenderlo oltre la balia, la severa regina e il piccolo<br />

Karl che appena lo vede gli corre tra le braccia.<br />

<strong>AMLETO</strong> Cosa fai ancora alzato Karl?<br />

KARL - bacia le labbra al fratello - Ti stavo aspettando.<br />

<strong>AMLETO</strong> - a Sophia - Perdonatemi madre.<br />

SOPHIA Hai idea di che ora è? Sei un irresponsabile! Spicciati, il Re ti sta aspettando da tempo.<br />

Dio, non vorrai presentarti da lui così in disordine, penserà che io non ti curo, come se fosse<br />

facile occuparsi di te. Balia aiuta questo vagabondo a mettersi in ordine, sembra appena uscito<br />

dalle stalle e pensa ai bambini io mi ritiro, questo discolo mi ha fatto venire un gran dolore al<br />

capo. Andiamo mio piccolo Karl, la mamma ti accompagna prima a letto.<br />

KARL – piangendo - No, voglio andare insieme a lui, ti prego mamma!<br />

SOPHIA Lui deve andare da tuo padre.<br />

KARL Non mi importa, non gli darò fastidio!<br />

<strong>AMLETO</strong> Andate pure a riposare madre, penserò io a Karl.<br />

SOPHIA Non è compito tuo, ma se volete così, va bene. Non fare attendere oltre il Re e tu Karl<br />

fai il bravo, obbedisci ad Amleto.<br />

BALIA Venite principe.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non preoccuparti balia, faccio da solo.<br />

SOPHIA I poveri, i popolani si vestono da soli, i principi devono essere sempre aiutati, balia?<br />

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BALIA Subito maestà. La donna aiuta il principino a mettersi in ordine- Ora sì che siete davvero<br />

bello, piccolo mio.<br />

Karl alza le braccia e Amleto lo prende sulle spalle.<br />

SOPHIA Cosa fai? Mettilo subito giù, non devi portarlo in spalle, ma per mano! Questo ragazzo<br />

non ha per niente grazia, pensa tu a loro balia.<br />

Sophia si ritira nelle sue stanze.<br />

KARL Puoi riprendermi ora, se n’è andata.<br />

<strong>AMLETO</strong> Vieni lagnoso, sei sicuro di voler venire insieme a me? Se il Re mi sgrida, non<br />

spaventarti e non cominciare a piangere - prima di entrare dal Re, Amleto posa il fratello e lo<br />

prende per mano - dobbiamo essere composti in presenza del Re. Tu fa il bravo e saluta.<br />

KARL - standogli dietro - Sì, sì.<br />

L’espressione preoccupata del Re che ormai lo attende da ore, dà al ragazzo una sensazione di<br />

severità. Gli corre vicino, tirandosi dietro il piccolo Karl.<br />

<strong>AMLETO</strong> Perdona il mio ritardo padre.<br />

FORTEBRACCIO - smentisce i suoi timori accarezzandolo teneramente - Un giorno ragazzo mio<br />

anche tu comprenderai cosa può provare un padre quando non sa dov’è finito suo figlio. Non ero<br />

preoccupato per te figliolo, tu sei ben sorvegliato, ma per la tua anima che mi è assai più cara<br />

della mia.<br />

<strong>AMLETO</strong> - abbassando lo sguardo - Mi dispiace padre mio. Il ragazzo si sente colpevole<br />

all’amarezza di quelle parole pronunciate con dolcezza, avrebbe preferito che egli lo<br />

rimproverasse, lo colpisse, ma gli occhi belli e tristi del Re lo guardano sempre pieni d’amore.<br />

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Fortebraccio si avvede della perplessità del ragazzo e svia dolcemente il discorso rivolgendo le<br />

attenzioni al figlioletto più piccolo.<br />

FORTEBRACCIO Lui è il piccolo Errik?<br />

Amleto si scuote, sorride, solleva il bambino e lo mostra al padre.<br />

<strong>AMLETO</strong> No padre, lui è Karl, grazie a Dio Errik dorme.<br />

Karl fa un gesto di disappunto Io non sono Errik!<br />

FORTEBRACCIO Perdonami figliolo, ti sei offeso?<br />

KARL Sì signore, perché Errik è un lagnoso, piange sempre.<br />

<strong>AMLETO</strong> Già e chissà di chi è la colpa, lui è ancora così piccolo! Vorrei che tu lo vedessi, è<br />

tenero, bello e paffuto.<br />

KARL Non dargli ascolto è bruttissimo.<br />

<strong>AMLETO</strong> Hai salutato nostro padre?<br />

KARL No, lui mi ha scambiato per Errik.<br />

<strong>AMLETO</strong> Bene. Per favore soldato accompagneresti questo bambino maleducato dalla sua balia?<br />

Prontamente Karl si protende verso Fortebraccio e lo bacia “Buongiorno signore, come stai?”<br />

FORTEBRACCIO Bene caro.<br />

<strong>AMLETO</strong> Comunque non è più giorno, Karl.<br />

KARL Sì è giorno, perché siamo ancora alzati.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non comprende ancora la differenza fra il giorno e la sera. Per lui è giorno se si è<br />

svegli, sera se si dorme. Ho dovuto portarlo insieme a me perché ha cominciato a piangere, ma se<br />

devi rimproverarmi puoi farlo anche in sua presenza.<br />

KARL La mamma lo sgrida sempre in nostra presenza.<br />

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<strong>AMLETO</strong>- posandogli una mano sulla bocca- Stai zitto, tu parli troppo Karl!<br />

FORTEBRACCIO Mio povero caro figliolo, perché ordini a tuo fratello di tacere? Non devi mai<br />

nascondere niente a tuo padre.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non ti sto nascondendo nulla. E’ normale che una madre rimproveri suo figlio quando<br />

sbaglia.<br />

FORTEBRACCIO Anche quando non ha colpa? So che ti ha rimproverato ingiustamente.<br />

<strong>AMLETO</strong> Chi ti ha detto questo?<br />

FORTEBRACCIO Tua sorella mi ha raccontato ogni cosa.<br />

<strong>AMLETO</strong> Lorenza esagera sempre. Se si riferiva a ciò che è successo stamattina, la mamma era<br />

stanca e non si sentiva bene.<br />

FORTEBRACCIO Lorenza esagera sempre, Karl parla troppo, la mamma sta male e tu continui a<br />

mentire a tuo padre.<br />

<strong>AMLETO</strong> Tu hai già troppe preoccupazioni, non prendertela con la mamma per colpa mia. Ora<br />

sono pronto ad ascoltare il tuo rimprovero.<br />

FORTEBRACCIO Perché dovrei rimproverarti?<br />

<strong>AMLETO</strong> Perché oggi invece di studiare ho bighellonato.<br />

FORTEBRACCIO Non è grave, è evidente che avevi bisogno di riposo, non devi sentirti in colpa<br />

per questo, una giornata negativa capita a tutti. Tu sei un ragazzo responsabile sin da quando eri<br />

piccolissimo non hai mai trascurato i tuoi doveri.<br />

<strong>AMLETO</strong> Allora non ti ho deluso, hai ancora fiducia in me.<br />

FORTEBRACCIO Non perderai mai la mia fiducia. Sono io che devo chiederti perdono figlio<br />

mio per aver trascurato i miei doveri di padre. - Karl stanco dorme tra le braccia del principe -<br />

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Figliolo lascia il bambino a quel soldato e vieni da tuo padre, devo dirti cose assai importanti, per<br />

questo ti ho fatto chiamare.<br />

<strong>AMLETO</strong> Ma padre, se lascio Karl e si sveglia potrebbe spaventarsi.<br />

FORTEBRACCIO Sei troppo responsabile. Stai tranquillo non si sveglierà. - al soldato - Su,<br />

prendi il bambino e fai piano, attento a non svegliarlo. - Il soldato obbedisce, il Re fa sedere il<br />

fanciullo accanto a sé e gli cinge con un braccio la spalla. Lui gli abbandona il capo sul petto e<br />

cerca disperatamente forza da suo padre.- Il mio bel giovanotto. E’ giunta l’ora che io ti parli di<br />

una cosa assai importante. Tu ormai stai crescendo, sarai il Re di questo Paese ed è per questo<br />

che devo mandarti a completare i tuoi studi nella scuola di Wittemberg - a parte- mia cara<br />

fanciulla devo per forza mandarlo a scuola lì? E’ così piccolo indifeso, non potrei tenerlo insieme<br />

a me? Io posso insegnargli tutto quello che deve sapere. Separarmi da lui, non immagini quanto mi<br />

pesa, sto per perdere il mio unico bene, ma le tue disposizioni saranno eseguite, quel che provo io<br />

non è importante. Il primo passo è fatto, lo so che dovrò dirgli anche il resto, ma dammi il tempo<br />

di trovare la forza, non credevo che mi sarebbe costato tanto dirgli la verità.<br />

<strong>AMLETO</strong> Cosa ti succede padre? Sei preoccupato perché devo andare a Wittemberg? Non<br />

temere, lì studia Orazio, penserà lui a me.<br />

FORTEBRACCIO Dio, Orazio hai detto, chi è?<br />

<strong>AMLETO</strong> E’ il mio buon amico, la persona più leale che io abbia mai incontrato. E’ un giovane<br />

da ammirare, ha fatto tutto con le sue sole forze, non è ricco, è un orfano.<br />

FORTEBRACCIO Sono felice di sapere che non sarai solo lì. Voglio conoscere il tuo amico.<br />

<strong>AMLETO</strong> Domani te lo presento, è venuto a farmi visita, a te non dispiace che il più caro dei<br />

miei amici sia un orfano?<br />

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FORTEBRACCIO No, se è leale come dici, al contrario, credo che ti faccia onore. Un giorno,<br />

figlio mio, qualcuno mi ha insegnato che delle volte i ranghi vanno ignorati, specie se c’è di<br />

mezzo l’amore - e come se stesse per perderlo lo stringe forte - a parte - lo so devo dirgli il resto<br />

– a Amleto – alcune volte, figlio mio, gli uomini agiscono come non dovrebbero, commettono<br />

degli errori imperdonabili. So di non essere stato un buon padre, ma ti ho sempre amato. Devi<br />

promettermi che qualunque cosa accada non lo dimenticherai e non smetterai di volermi bene. –<br />

A parte – Dio non ce la faccio! Come posso dirgli che tutta la sua famiglia è stata sterminata in<br />

una folle strage? Lo so, amata Lorenza, forse il tuo Orazio ha mostrato più coraggio di me,<br />

parlando al popolo dell’efferatezza appena compiuta, ma lui aveva di fronte il popolo del suo<br />

amico, io il figlio, un bambino che non potrà comprendere, siamo soli io e lui, sono un uomo e<br />

non sono così forte. Gli racconterò ogni cosa domani, non credere che sia per viltà, oggi è troppo<br />

turbato, ha avuto una giornata difficile, sono certo che tu mi approveresti.<br />

<strong>AMLETO</strong> Tu sei un padre tenero e giusto, il migliore che un figlio possa avere ed io non<br />

smetterò mai di amarti. Perché mi hai detto queste cose?<br />

FORTEBRACCIO- stremato lo accarezza - Finiremo domani questo discorso, ora va’ a dormire, è<br />

tardi.<br />

Amleto prende il piccolo Karl dalle braccia del soldato, lui apre gli occhi.<br />

KARL Stiamo ancora dal Re?<br />

<strong>AMLETO</strong> Sta tranquillo, su, dormi.<br />

KARL Posso dormire insieme a te?<br />

<strong>AMLETO</strong> Va bene- si avvicina a Fortebraccio e lo prende per mano- vieni insieme a noi, padre.<br />

Il Re lo segue.<br />

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CAPITOLO DECIMO<br />

Nel vederli passare, Lorenza si nasconde poi salta addosso ad Amleto che a stento resta in piedi.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Attento, i pirati ti attaccano!<br />

<strong>AMLETO</strong> Ma sei impazzita? Guarda cosa hai combinato! No, non piangere Karl. Sei una bambina<br />

dispettosa, Lorenza.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA E tu sei un furfante. Ora non posso giocare, il precettore mi aspetta... poi sparisci<br />

tutto il giorno, infame, tutti uguali voi uomini, bugiardi.<br />

<strong>AMLETO</strong> Mi dispiace Lorenza, perdonami.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Al diavolo- guarda Fortebraccio- buona sera signor padre, benvenuto nel regno dei<br />

matti.<br />

<strong>AMLETO</strong> L’unica matta qui sei tu!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Signor padre, quel soldato era uno stupido, abbiamo solo perso tempo. Quell’infame<br />

di tuo figlio si è ben nascosto- ad Amleto- il tuo regalo, prendi.<br />

<strong>AMLETO</strong> Grazie, cos’è?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Una bella corda, così ti ci puoi impiccare.<br />

FORTEBRACCIO Basta signorina, non essere così aggressiva!<br />

<strong>AMLETO</strong> Hai ricamato una nave, è bellissima, grazie!<br />

Una balia insegue il piccolo Errik che a piedi nudi raggiunge i fratelli e il padre.<br />

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BALIA Fate il bravo principino, tornate a dormire.<br />

Lorenza lo prende in braccio, il piccino si stropiccia gli occhi.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Si è svegliato dolce lagna!<br />

KARL Io dormo con lui - indica Amleto che lo affida al padre e si prende il più piccino.<br />

ERRIK Anch’io insieme a te.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Voglio venire anch’io, non vorrete lasciarmi sola, ma dico, proprio a me doveva<br />

capitare la sventura di nascere femmina?<br />

FORTEBRACCIO Non maledire la sorte, nessuno ti vieta di stare con i tuoi fratelli.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ci onori della tua compagnia signor padre? Allora ci racconterai una storia, ad<br />

esempio, quanti nemici hai ucciso.<br />

<strong>AMLETO</strong> Che idea Lorenza, ti prego!<br />

BALIA E’ più facile tenere a bada tutti e quattro i vostri fratelli insieme che voi sola e per<br />

fortuna che siete una bambina! Oh mio sovrano, la sua stanza è diventata un mare!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA E’ il covo dei pirati! Dai sempre a me la colpa, balia, ma è stato anche Errik. Non è<br />

così dolce lagna?<br />

ERRIK Sì, si anch’io.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Stupido, dovevi dire di no, ma devo dirti proprio tutto! I tuoi figli, signor padre, sono<br />

tutti tonti.<br />

<strong>AMLETO</strong> Scommetto che l’unica intelligente sei tu.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA E’ probabile caro. Andiamo a dormire? Ci siamo tutti.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non ci siamo tutti, Edoard dov’è, insieme alla mamma?<br />

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LO<strong>RE</strong>NZA No, è di là che raglia perché la mamma lo ha lasciato solo, va a consolarlo se ci<br />

riesci.<br />

<strong>AMLETO</strong> Andiamo a chiamarlo.- Amleto si avvicina a Edoard e lo prende per mano - Non<br />

piangere Edoard.<br />

EDOARD La mamma non mi vuole più bene.<br />

<strong>AMLETO</strong> Ma che sciocchezze dici! La mamma non sta bene, ai grandi succede qualche volta.<br />

Credi che sia facile per lei stare tutto il giorno dietro a dei diavoli come noi?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Mal di coscienza ha quella strega!<br />

<strong>AMLETO</strong> Basta Lorenza, non provare più a mancare di rispetto alla mamma.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ho ragione io sei un tonto, lei ti tratta male e tu la difendi. Chi arriva per ultimo<br />

dorme per terra.<br />

<strong>AMLETO</strong> Coraggio Edoard se non vogliamo dormire per terra. - a Fortebraccio - Non<br />

meravigliarti padre, questa è la confusione di ogni sera.<br />

Il buon padre racconta una storia ai suoi bambini che dopo essersi sfrenati, si addormentano<br />

sfiniti e lui con loro. I sorrisi, l’allegria, la confusione creata da quegli innocenti, hanno per un<br />

istante allontanato da lui il pensiero del triste compito che lo attende.<br />

CAPITOLO UN<strong>DI</strong>CESIMO<br />

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Una temuta e indesiderata alba sorprende il giovane sovrano al suo risveglio. Resta a contemplare<br />

i principini addormentati, poi li saluta piano per non destarli. Fissa Amleto, la pietà gli strazia<br />

l’anima, gli bacia la fronte e le labbra.<br />

FORTEBRACCIO Non svegliarti ora bambino, dammi il tempo di pensare a cosa dovrò dirti,<br />

dormi.<br />

Lascia i suoi figli e pensieroso si allontana. L’uno dopo l’altro i bambini balzano in piedi e<br />

cominciano a giocare.<br />

<strong>AMLETO</strong> Avanti pigroni, siamo in ritardo. Vieni Karl, ti aiuto io a prepararti. Tu Errik aspetta il<br />

tuo turno.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Poi aiuterai anche me, fratellino?<br />

<strong>AMLETO</strong> Tu sei grande abbastanza per fare da sola, spicciati così potrai aiutarmi con i più<br />

piccoli.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA- prendendo in giro sua madre - A queste cose devono pensarci le balie, ragazzaccio. Il<br />

nostro signor padre se n’è già andato, maleducato, non ci ha neanche dato il buongiorno.<br />

<strong>AMLETO</strong> I suoi impegni iniziano presto al mattino.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Il fatto è che gli pesa proprio stare insieme a noi.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non essere sciocca, sei ingiusta con lui. - a Karl - Eccoti Karl tu sei pronto. Ora<br />

pensiamo al piccolino.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Arrivano i soccorsi.<br />

Entra la balia e si precipita accanto ad Amleto intento a vestire Errik.<br />

BALIA In nome di Dio, principe, cosa fate! Lasciate fare a me. Se lo venisse a sapere vostra<br />

madre si infurierebbe.<br />

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<strong>AMLETO</strong> Lascia stare balia, ho finito. Sono io il più grande, aiutavo i miei fratellini, dov’è il<br />

male? Mia madre dice che i principi non devono vestirsi da soli, infatti io aiutavo i principi a<br />

mettersi in ordine, lo dice sempre lei che sono un vagabondo.<br />

BALIA Ma... benedetto figliolo!<br />

<strong>AMLETO</strong> - avvicinandosi ad Edoard- Vieni Edoard, adesso tocca a te.<br />

EDOARD Preferisco che sia la balia ad aiutarmi, sono un vero principe io.<br />

<strong>AMLETO</strong> Come vuoi.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Senti fratello, visto che hai aiutato tutti, perché non mi dai una mano con questi<br />

dannati capelli?<br />

BALIA Ora ci penso io, principessina.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA No, tu pensa al vero principe.<br />

<strong>AMLETO</strong> - le prende i capelli - Mi piace pettinare i tuoi capelli, sono così belli, sei meravigliosa<br />

sorellina.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Devo dire che neanche tu sei male, quando non scappi sei un buon ragazzo. Cosa farai<br />

ora?<br />

<strong>AMLETO</strong> Vado da Orazio, è qui.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Portagli i miei saluti e digli di non studiare troppo se non vuole diventare stupido.<br />

<strong>AMLETO</strong> Lo farò.<br />

Bacia i fratelli e corre da Orazio che mentre lo aspetta legge.<br />

ORAZIO Salute a te, bei riccioli<br />

<strong>AMLETO</strong> Buongiorno Orazio sei già a lavoro, come va il tuo studio?<br />

ORAZIO - chiude il libro - Bene. Dimmi come è andata con tuo padre ieri, ti ha sgridato?<br />

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<strong>AMLETO</strong> Al contrario e ti giuro avrei preferito che l’avesse fatto. Sono molto preoccupato per<br />

lui, ieri mentre mi parlava mi è parso come se volesse piangere. Spiegami, com’è possibile che<br />

non riesca ad essere felice quando ha tutte le premesse per esserlo. E’ il sovrano di un potente<br />

Stato, ha una bella moglie, dei figli che dovrebbero allietare le sue giornate, ma egli indifferente,<br />

sfugge da tutto questo, quasi non gli appartenesse.<br />

ORAZIO Cosa ti ha detto?<br />

<strong>AMLETO</strong> Che verrò a studiare a Wittemberg, gli ho parlato di te, ha detto che vuole conoscerti.<br />

ORAZIO- a parte- Dio, pover’uomo! Il momento di raccontare la verità al principe è giunto, non<br />

deve essere facile per lui affrontarlo. E tu mio povero principe come accoglierai la tua sventura?<br />

Io saprò starti vicino, lo giuro, su quanto abbiamo perduto. - a Amleto - Tu vuoi molto bene a tuo<br />

padre non è vero bei riccioli?<br />

<strong>AMLETO</strong> Io adoro mio padre, non credo esista al mondo un uomo come lui. E’ un Re<br />

eccellente, un guerriero valoroso, un uomo nobile, un padre generoso. Mi piacerebbe un giorno<br />

diventare come lui. Orazio, chi era Amleto?<br />

ORAZIO Non capisco.<br />

<strong>AMLETO</strong> Voglio sapere chi era Amleto il “valoroso”.<br />

ORAZIO, perplesso, E perché vuoi saperlo? O meglio, perché vuoi saperlo da me? Cosa diavolo<br />

vuoi che ne sappia io di lui?<br />

Confuso riapre il suo libro, come per sfuggire all’argomento.<br />

<strong>AMLETO</strong> Ma sei danese o polacco? Tutti in Danimarca sanno di lui e delle sue gesta e poi tu hai<br />

studiato, queste cose dovresti saperle.<br />

ORAZIO Oh, allora sarò polacco e in più sono un ignorante. Quando era Re non ero ancora nato.<br />

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<strong>AMLETO</strong> Sì che eri nato ed eri abbastanza grande per ricordartene.<br />

ORAZIO Non ricordo. Gli orfani non si sono mai interessati di chi fosse il Re.<br />

<strong>AMLETO</strong> Mi spieghi perché ti adiri tanto?<br />

ORAZIO Chi io? No, non sono adirato.<br />

<strong>AMLETO</strong> Tutti parlano molto di lui, vorrebbero che io diventassi come quel Re.<br />

ORAZIO Cos’altro ti hanno detto?<br />

<strong>AMLETO</strong> Non ricordo.... ma certo! Mi hanno detto che il Re aveva un figlio. La gente di qui è<br />

davvero matta. Pensa che appena chiedo a qualcuno notizie di quel principe, mi guarda triste e con<br />

la scusa del proprio lavoro scappa senza darmi risposta, deve essergli accaduto qualcosa di<br />

terribile, ma stai ascoltando quel che ti dico, Orazio?<br />

ORAZIO Ti ascolto, dimmi principe, perché tanto interesse per questa storia?<br />

<strong>AMLETO</strong> Semplice curiosità. Mi interessava sapere qualcosa sui precedenti regnanti. Vorrei<br />

sapere per quale ragione mio padre ha voluto darmi il nome di un suo nemico, perché fu il Re<br />

Amleto a uccidere mio nonno.<br />

ORAZIO - a parte - Dio, cosa gli rispondo? Non devo esitare altrimenti lo insospettisco - a<br />

Amleto - forse ti ha dato il suo nome perché fu assai valoroso e amato.<br />

<strong>AMLETO</strong> Che ti succede Orazio, tu sei pallido e agitato, hai forse qualche problema?<br />

ORAZIO I problemi li avrò se non riuscirò a farmi entrare in testa questa roba.<br />

<strong>AMLETO</strong> E’ difficile amico se continui a leggere al contrario - gli prende il libro e lo chiude -<br />

lascia perdere i tuoi libri, oggi non mi sembri dell’umore adatto per studiare.<br />

ORAZIO Hai ragione.<br />

<strong>AMLETO</strong> Vieni andiamocene a bighellonare, che ne dici?<br />

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ORAZIO Ottima idea, andiamo.<br />

Per tutto il giorno i due amici restano insieme, parlano, scherzano e dimenticano ogni triste<br />

pensiero. Tornando a palazzo il principe pensa a suo padre, non riesce a cancellare l’espressione<br />

che gli ha visto in volto. Poi trova i suoi fratelli che lo accolgono festosi e l’infantile voglia di<br />

giocare insieme a loro. I due più piccoli si inseguono, poi si azzuffano, Errik finisce per terra e<br />

piange. Amleto lo prende in braccio.<br />

<strong>AMLETO</strong> Sei il solito violento, Karl. Vuoi capirlo che è ancora troppo piccolo per questi<br />

giochi? - accarezza il piccolo e stringendolo a sé lo consola - su mio piccolo Errik, non piangere.<br />

Si avvicina la balia: “Datelo a me, venite principino.” Prova a prenderglielo dalle braccia, ma il<br />

bambino si stringe al fratello.<br />

ERRIK Vattene cattiva, voglio restare con lui.<br />

<strong>AMLETO</strong> Lascialo a me balia cara e tu discolo non devi rispondere da bambino maleducato, ora<br />

gioco io insieme a te.<br />

La regina seguita da due dame raggiunge i suoi figli.<br />

SOPHIA Cosa fai sciocco, ora fai anche la balia? Non si è mai visto che un principe ereditario<br />

prenda in braccio un bambino.<br />

<strong>AMLETO</strong> Mio padre signora mi ha sempre tenuto tra le braccia ed è il Re.<br />

SOPHIA Avanti insolente, dallo a me - bacia il piccolo - chi ha fatto piangere il mio bambino? Su<br />

caro vieni dalla mamma.<br />

ERRIK - aggrappandosi alle vesti di Amleto - Voglio restare con mio fratello!<br />

<strong>AMLETO</strong> Su Errik, fa’ il bravo, va’ dalla mamma.<br />

ERRIK- lo bacia- No, ti prego!<br />

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<strong>AMLETO</strong> Posso tenerlo fino a quando si sarà calmato madre?<br />

SOPHIA Per questo ci sono le balie, ma fa pure. Anche oggi hai vagabondato, vedo che per te<br />

trascurare gli impegni sta diventando un’abitudine.<br />

<strong>AMLETO</strong> Perdonatemi madre!<br />

SOPHIA Certo, perdonatemi madre, mi dispiace, è ogni volta la stessa storia, le solite scuse. Voi<br />

fate i bravi bambini obbedite alla balia, la mamma torna presto.<br />

La regina si allontana, accompagnata dal suo seguito di gentil donne.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Perché quella strega continua a trattarlo così?<br />

EDOARD Io lo so.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Allora avanti genio, parla.<br />

EDOARD E’ normale che lo sgridi sempre, non può amarlo come ama noi, perché non è suo<br />

figlio, Amleto non è nostro fratello.<br />

Il piccolo Amleto non può parlare, solo al pensiero della creatura che ha fra le braccia trova la<br />

forza di restare in piedi, altrimenti le gambe non lo reggerebbero e crollerebbe come la foglia<br />

morta dall’albero alla terra. Lorenza salta addosso a Edoard e lo colpisce: “Cosa diavolo dici<br />

piccolo stupido! Ritratta subito e chiedigli perdono. Sei cattivo, cattivo come lei! Non credergli<br />

Amleto, l’amore che ho per te mi dà la certezza che siamo fratelli!<br />

EDOARD Tu sei una stupida. Hai colpito tuo fratello per difendere un trovatello. Dal momento<br />

che è stato allevato fra noi ed è il maggiore, per non farlo soffrire gli hanno fatto credere che sarà<br />

il Re, ma sono io l’erede, il trono non può essere lasciato a un orfano.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Questo tuo scherzo, Edoard, ti costerà caro!<br />

EDOARD Non si tratta di uno scherzo, ho sentito i nostri genitori che ne parlavano.<br />

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Gli occhi del principe pieni di lacrime ricordano il cielo in autunno che all’improvviso da azzurro<br />

si riempie di pioggia, quando la nube scoppia. Lascia sconvolto Errik tra le braccia di Lorenza.<br />

<strong>AMLETO</strong> Stai tranquillo Edoard puoi tenerti pure il trono e tutto quel che è tuo, a me non<br />

interessa.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Amleto, dove vuoi andare!<br />

<strong>AMLETO</strong> Da chi potrà portarmi via da qui. Corre via disperato.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Sei un piccolo vigliacco Edoard, ammesso che quello che dici di aver sentito fosse<br />

vero, non dovevi dirglielo a questo modo.<br />

La bambina corre preoccupata a cercare suo padre, deve riferirgli quel che è accaduto. Tanta è la<br />

fretta che si dimentica di lasciare Errik alla balia e con lui in braccio continua a correre.<br />

CAPITOLO DO<strong>DI</strong>CESIMO<br />

La prima persona che il piccolo Amleto si trova di fronte nella sua disperata fuga è Bernardo. Il<br />

soldato comprende subito che qualcosa di grave è accaduto al fanciullo.<br />

BERNARDO Dove correte principe?<br />

<strong>AMLETO</strong> Basta con questa farsa, io non sono il principe, ma un trovatello, il Re e la regina non<br />

sono i miei genitori.<br />

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Bernardo da troppo tempo non consola più qualcuno e ha dimenticato come si fa, ma la<br />

disperazione di quell’innocente, l’atroce verità che lo aspetta, lo soffocano di pietà e di dolore.<br />

Per la prima volta lo stringe fra le sue braccia e lo accarezza.<br />

BERNARDO Sì che sei il nostro principe, ragazzo mio, sei il solo ad aver diritto a questo trono.<br />

Chi ti ha detto il contrario? Chi è il colpevole delle tue lacrime pagherà con la vita, lo giuro.<br />

<strong>AMLETO</strong> Edoard me lo ha detto... sostiene di aver ascoltato una conversazione dei nostri<br />

genitori. Dimmi che non è vero niente, ti prego Bernardo! Perché mi ha detto una menzogna tanto<br />

crudele? Eppure io sono sempre stato gentile con lui.<br />

BERNARDO Piccolo bastardo, io lo uccido!<br />

<strong>AMLETO</strong> Non uccidere nessuno, ma aiutami, non mi lasciare qui da solo.<br />

Nel sentire il principino piangere, Francisco si accosta e afflitto lo guarda.<br />

BERNARDO - a parte - Povero ragazzo, non può accettare la realtà, non doveva conoscerla in un<br />

modo tanto brusco. Dio, come reagirà quando saprà il resto? - a Francisco - Non restare a<br />

guardare imbecille, presto corri a chiamare Marcello, digli che il principe ha saputo ogni cosa,<br />

cerca Orazio, fallo venire qui.<br />

<strong>AMLETO</strong> Allora è tutto vero!<br />

BERNARDO Calmati figliolo mio. Devi avere molto coraggio, dimostra di essere un piccolo<br />

Re.<br />

<strong>AMLETO</strong> No Bernardo, non voglio calmarmi, né ho coraggio, né sono un piccolo Re. Dimmi di<br />

chi sono figlio? Chi è mia madre? Chi mio padre? Perché non sono qui insieme a me? Per questo<br />

la regina non mi ha mai amato!<br />

Il buon soldato non può trattenere le lacrime, vede nel dolore del ragazzo il passato che riaffiora.<br />

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BERNARDO Saprai presto ogni cosa, mio dolce principe.<br />

Alla notizia, Marcello e Orazio accorrono angosciati.<br />

MARCELLO Che cosa è successo Bernardo?<br />

ORAZIO Oh Dio, bei riccioli!<br />

Il principino si precipita fra le braccia del suo amico che turbato lo stringe.<br />

<strong>AMLETO</strong> Portami via con te, io non ho niente da fare qui, sono un orfano proprio come te.<br />

BERNARDO L’ha saputo da quel piccolo bastardo di Edoard, pare che abbia ascoltato i sovrani<br />

che ne parlavano. Vuole sapere tutto, Marcello che facciamo?<br />

MARCELLO Per prima cosa mandiamo a chiamare il Re, spetta a lui raccontargli la verità. Il<br />

triste momento di adempiere la volontà del cielo è giunto. Và a chiamare il Re Francisco.<br />

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CAPITOLO T<strong>RE</strong><strong>DI</strong>CESIMO<br />

Prima del soldato giunge dal Re la piccola Lorenza che sfreccia fra le sentinelle di guardia alla<br />

sala della corona dove il Re è impegnato in consiglio. Uno dei soldati la ferma.<br />

SOLDATO Dove andate principessina? Salute principino- agli altri soldati- guardate che tenero<br />

bambino, deve essere Errik il più piccino.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Sì è proprio lui soldato, ma ti prego fammi passare, devo vedere il Re.<br />

SOLDATO Temo che al momento non sia possibile. Vostro padre è in consiglio e ha detto che<br />

non vuole essere disturbato.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Togliti di mezzo, io devo andare da lui.<br />

SOLDATO Fermatevi principessa! - ai soldati - Bloccatela o il Re si infurierà! - a parte - Chissà<br />

perché piangeva povera bambina!<br />

La principessa entra nella sala e si ferma di fronte a suo padre.<br />

FORTEBRACCIO Cosa fai qui Lorenza? Se hai qualcosa da dirmi, parleremo più tardi, non vedi<br />

che sono in consiglio, qui si discutono argomenti molto importanti bambina - ai nobili presenti -<br />

perdonatemi miei nobili signori, ma la bambina deve essere sfuggita alle balie, provvedo subito.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Devi ascoltarmi ora padre, ti prego, ti scongiuro, è importante, non ti ruberò molto<br />

tempo, se mi mandi via te ne pentirai!<br />

FORTEBRACCIO Perché piangi piccina? Cosa è accaduto? Forza dà a me il bambino è un po’<br />

pesante per le tue braccia e seguimi - ai presenti - perdonatemi, tornerò al più presto.<br />

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LO<strong>RE</strong>NZA - a Errik che la stringe per non essere lasciato - Non fare il lagnoso, pesi come un<br />

vitellone bello grasso, va’ da nostro padre che non ti mangia.<br />

Lo lascia al Re e gli va dietro.<br />

FORTEBRACCIO Allora dimmi, cosa c’è di tanto urgente da far interrompere un consiglio di<br />

corte?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Sia chiaro che a me se sei adirato non importa, né mi interessa di aver interrotto il<br />

tuo consiglio.<br />

FORTEBRACCIO Non potrei mai adirarmi con te bambina, ma sono ansioso di sapere cosa ti<br />

turba, parla. - In lacrime la bambina lo abbraccia ed è un folletto di fronte a quel gigante. - No<br />

figlia mia non piangere e spiegami cos’è accaduto. Il piccolo Errik all’orecchio del padre: “E’<br />

tutta colpa di Edoard, l’ha fatta piangere lui”.<br />

FORTEBRACCIO Davvero piccolo e cosa le ha fatto?<br />

ERRIK Non lo so, non ho capito, ma è colpa sua, ha fatto diventare triste anche Amleto, piangeva<br />

pure lui quando mi ha lasciato a Lorenza, per colpa di quel cattivo non mi vuole più bene.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Sarà bene che ascolti me, dubito che tu possa comprendere quello che lui dice, parla<br />

un’altra lingua, quella dei neonati. Edoard sostiene che Amleto non è nostro fratello, ha sentito te<br />

e la mamma parlare e, quel che è peggio, lo ha detto a lui. Ti prego padre, devi fare qualcosa,<br />

bisogna trovarlo, tu solo puoi smentire Edoard.<br />

Fortebraccio sente il fallimento totale della sua missione pesargli come un peccato mortale<br />

sull’anima che sanguina e si annienta: “Oh Dio, mio povero ragazzo! Ecco il risultato delle mie<br />

incertezze e della mia debolezza! Non avrei dovuto indugiare. Con dolcezza dovevo dirgli la verità<br />

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come mi fu chiesto quel giorno, ma invece di pensare alla sua sicurezza, ho pensato al mio e al<br />

suo dolore, per questo sono colpevole di aver causato maggiori sventure.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Allora è vero.<br />

FORTEBRACCIO Nasconderti la verità sarebbe inutile, è tutto vero.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA A me non importa, io lo amo lo stesso, dobbiamo aiutarlo.<br />

FORTEBRACCIO Sì figlia mia, devi continuare ad amarlo, sempre. Sappi bambina che tuo padre<br />

è il solo responsabile del dolore che prova quello sventurato ragazzo.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non ti capisco padre né ti credo.<br />

FORTEBRACCIO - a un soldato - Prendi il bambino, consegnalo alla balia, a sua madre, a chi ti<br />

pare.<br />

ERRIK No, voglio venire anch’io.<br />

FORTEBRACCIO Fa’ il bravo piccolo, obbedisci a tuo padre.<br />

ERRIK No, no.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ci penso io padre. - A Errik - Ascoltami bene tu, premetti che la tua nascita non era<br />

indispensabile, loro ti hanno creato ed io ti distruggo, se non sparisci subito insieme a lui.<br />

FORTEBRACCIO Non devi trattarlo così Lorenza, non è Errik il colpevole.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA No, no i colpevoli siete voi che ci avete affibbiato questo guaio.<br />

FORTEBRACCIO Dio, spero che tu non pensi davvero quello che dici.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA - Bacia il fratello e lo consegna al soldato - In verità signore non so neanch’io quello<br />

che penso.<br />

SOLDATO Porto via anche la principessa?<br />

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FORTEBRACCIO No, - a Lorenza - aspettami qui piccola. Si allontana angosciato, aveva già<br />

preparato ogni cosa per raccontare la verità al fanciullo. In fretta prende lo scritto lasciato da<br />

Lorenza per il principino e nel toccare quei fogli la ferita che ha nel cuore diventa più profonda,<br />

insopportabile, vorrebbe fermarsi, abbandonarsi al suo dolore ma il dovere, sempre lui, non glielo<br />

consente, di là c’è sua figlia che lo aspetta, fuori il principe che ha saputo la verità nel modo<br />

sbagliato. A passi lenti torna dalla bambina e stringendo i miseri fogli rivolge i suoi pensieri allo<br />

spirito della sua amata Lorenza che da sempre in ogni atto della sua infelice vita lo accompagna. -<br />

A parte - Ecco mia Lorenza ciò che devo al nostro Amleto, ecco ciò che resta della sua povera<br />

vita. Dammi la forza ti prego di soccorrerlo con il mio amore. Se solo ci fossi stata tu al mio e al<br />

suo fianco! Oh illusione, per me non provavi che disprezzo. - Posa una mano sulla spalla di sua<br />

figlia - Presto andiamo, vieni insieme a me. Per mano la conduce con sé, la bambina lo segue in<br />

silenzio.<br />

CAPITOLO QUATTOR<strong>DI</strong>CESIMO<br />

Al suo arrivo il Re impaziente si fa strada fra i soldati che lo accusano con gli sguardi, affida la<br />

bambina ad una guardia e si ferma di fronte al suo Amleto che fissandolo, piano, lo uccide.<br />

FORTEBRACCIO Eccomi mio infelice figliolo.<br />

<strong>AMLETO</strong> Io non sono vostro figlio, cosa è successo a mio padre? Ditemi la verità!<br />

Il Re dignitoso che mai aveva abbassato lo sguardo, perde il suo orgoglio e tiene gli occhi fissi<br />

per terra.<br />

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FORTEBRACCIO E’ morto.<br />

<strong>AMLETO</strong> E mia madre?<br />

FORTEBRACCIO E’ morta anche lei. -Gli porge il diario che Lorenza gli consegnò- Prendi mio<br />

piccolo Amleto. Qui c’è scritto ogni cosa dei tuoi sventurati genitori. Questo diario fu scritto<br />

dalla mano di una fanciulla innocente che molto ti amò, proprio dalle sue mani l’ho ricevuto<br />

insieme alla preghiera di consegnartelo un giorno.<br />

Il ragazzo, stringendo fra le mani il diario, “Chi è questa fanciulla e dov’è?”<br />

FORTEBRACCIO Era Lorenza, la figlia del Re Claudio, il fratello di tuo nonno, anche lei è<br />

morta, Amleto.<br />

<strong>AMLETO</strong> Com’è possibile che siano morti tutti - guarda Bernardo, ricorda le sue parole - è la<br />

fanciulla di cui tu mi hai parlato, Bernardo?<br />

BERNARDO Sì principe, la mia piccola Lorenza.<br />

FORTEBRACCIO Ci fu una strage quel giorno, in tanti persero la vita.<br />

<strong>AMLETO</strong> Com’è successo, voi li avete massacrati per prendervi il trono? Perché mi avete<br />

risparmiato? Dovevate uccidermi insieme alla mia famiglia.<br />

FORTEBRACCIO Oh Dio, comprendo il tuo sconforto ragazzo mio, ma non credo di meritare le<br />

tue atroci accuse. I tuoi dal cielo mi sono testimoni che ti ho amato più dei miei figli, più di me<br />

stesso. Il solo errore che ho commesso è stato sposarmi, per me l’amore morì quel triste giorno,<br />

ma l’ho fatto per te, perché non ti mancassero le attenzioni di una madre e dei fratelli che ti<br />

facessero compagnia. Da soli forse saremmo stati più felici. Ora prima di proseguire, ascoltami.<br />

Io avevo perso un bene prezioso, un bene che non mi apparteneva e che forse mai avrei posseduto,<br />

perché mi fu assegnato dal potere degli uomini, ma mi fu tolto dall’amore e dal cielo, ebbi però in<br />

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cambio un bene altrettanto prezioso, tu figlio mio. Non credo di far torto al tuo nobile padre se<br />

continuo a chiamarti così.<br />

<strong>AMLETO</strong> Perché mi avete ingannato?<br />

FORTEBRACCIO Come avrei potuto allevarti in questa realtà atroce? Tuo padre voleva che tu<br />

crescessi sereno, io ho fatto il possibile per esaudire le sue ultime volontà, ma ho fallito.<br />

<strong>AMLETO</strong> Io del trono non voglio più saperne, lasciatelo a vostro figlio che ne ha diritto.<br />

FORTEBRACCIO Tu solo hai diritto a questo trono.<br />

<strong>AMLETO</strong> Chi era mio padre?<br />

FORTEBRACCIO Tuo padre era il principe Amleto.<br />

<strong>AMLETO</strong> Il figlio di Amleto il Valoroso! Ora mi spiego! - guarda deluso Orazio - com’è morto<br />

mio padre, chi l’ha ucciso e perché?<br />

FORTEBRACCIO E’ stato vittima di un complotto, l’ha ucciso Laerte il fratello di tua madre<br />

<strong>AMLETO</strong> Ditemi voi conoscevate mio padre?<br />

FORTEBRACCIO No, quando sono arrivato era già morto, ho saputo ogni cosa dal suo fedele<br />

amico Orazio - a Orazio - tu sei suo parente, non è così? No, di certo non sei suo figlio.<br />

ORAZIO Suo nipote, signore.<br />

<strong>AMLETO</strong> E questo amico di mio padre dov’è? Certo è morto anche lui, sicuramente di sua<br />

mano, per lealtà verso mio padre, non è forse così? - Fortebraccio risponde con un gesto<br />

affermativo e desolato - Giusto io dovevo incontrare un infame?<br />

FORTEBRACCIO A chi ti riferisci figliolo?<br />

ORAZIO A me signore.<br />

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<strong>AMLETO</strong> Vedete? Chi è canaglia sa di esserlo. Tu sapevi ogni cosa, mi hai vilmente mentito, io<br />

avevo fiducia in te, ma quando ti ho fatto quelle domande, mi hai risposto che non sapevi niente,<br />

sei stato sleale, non crederò più alle tue parole, non voglio più vederti.<br />

ORAZIO Come vuoi principe, ma ascolta prima quel poco che ho da dirti, poi non mi vedrai più,<br />

lo giuro. Il cielo non mi ha concesso di essere leale con te fino in fondo come<br />

avRei voluto, ma esiste qualcosa, principe, assai più importante della lealtà ed è la volontà di chi<br />

non c’è più, alla quale sono stato obbligato dalla mia anima ad obbedire.<br />

<strong>AMLETO</strong> Orazio non dare al cielo una colpa che è tua. Io non perdonerò mai il tuo silenzio.<br />

ORAZIO Doveva essere il Re Fortebraccio a raccontarti la verità, quando saresti cresciuto, era<br />

questa la volontà dei tre giovani morti insieme, era la volontà di tuo padre.<br />

<strong>AMLETO</strong> Tu mi sei stato vicino solo per dovere nei loro confronti!<br />

ORAZIO Non puoi accusarmi di non averti amato. Ti ho tenuto tra le braccia quando ero solo un<br />

bambino e già da allora sentivo che il mio destino era di stare al tuo fianco.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non mi importa più niente di te, per quanto mi riguarda puoi anche ammazzarti.<br />

BERNARDO Ora basta, non vi permetto di insultarlo a questo modo, siete solo un ragazzino<br />

stupido e capriccioso. Non siete degno di vostro padre, lui non avrebbe mai umiliato tanto il suo<br />

amico. Come un servo lo trattate, se non avessi conosciuto le virtù della vostra povera madre,<br />

dubiterei che siete il figlio del nostro principe.<br />

ORAZIO Lasciatelo sfogare, è solo un ragazzo ferito.<br />

<strong>AMLETO</strong> Mio padre ha avuto un amico leale che a questo furfante non ha insegnato proprio<br />

nulla.<br />

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BERNARDO Bravo altezza, continuate, distruggete anche quel poco che la vita vi ha lasciato - a<br />

Orazio- mio buon ragazzo è un compito ingrato quello che ti ha assegnato la sorte.<br />

Orazio sente che il suo cuore è ormai vuoto, ma niente spargimenti di sangue. Lo ha giurato sulla<br />

tomba dei suoi cari, il suo compagno sarà il dolore, lontano dall’amato principe, vivrà soffrendo<br />

come ha fatto il buon Bernardo.<br />

<strong>AMLETO</strong> - a Fortebraccio - Di mia madre, cosa potete dirmi signore?<br />

FORTEBRACCIO Non l’ho conosciuta, ma dicono che fosse una fanciulla virtuosa e assai bella.<br />

<strong>AMLETO</strong> Sì, ma com’è morta? E’ stata anche lei vittima del complotto?<br />

Tutti si guardano turbati, nessuno ha il coraggio di dire al ragazzo che sua madre si è tolta la vita.<br />

FORTEBRACCIO Vedi figliolo, la povera Ofelia non ha sopportato il peso degli eventi, è morta<br />

prima che la strage si compisse.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non è possibile si è uccisa! Non ha pensato a suo figlio? Lei non doveva lasciarmi<br />

solo!<br />

FORTEBRACCIO Aveva perso la ragione, mio caro ragazzo, non era conscia delle proprie<br />

azioni. Quando Lorenza, per salvare la tua vita e quella del principe fu costretta a portarti via, non<br />

sopportò il dolore di separarsi da te e da lui. In più per errore proprio la mano di tuo padre uccise<br />

il suo.<br />

<strong>AMLETO</strong> Perché Lorenza ha dovuto portarmi via? Mi state forse dicendo che sono nato nella<br />

vergogna? Povera madre mia! Perché lui non l’ha sposata? Se lo avesse fatto almeno lei forse<br />

sarebbe qui insieme a me.<br />

FORTEBRACCIO Non giudicare il tuo nobile padre, il destino era il suo principale nemico,<br />

ascolta tutto quello che ho saputo dal suo fedele amico prima che lo seguisse.<br />

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Fortebraccio riporta alla lettera il racconto di Orazio, mentre il fanciullo stravolto lo fissa. Gli<br />

parla dell’uccisione del Re Amleto per mano di suo fratello, di come questo salì al trono e sposò<br />

la regina. Del tremendo comando dato dal defunto Re a suo figlio e poi della disperazione del<br />

principe deciso a vendicare suo padre e costretto dal dolore a rinunciare ad ogni suo bene. Gli<br />

narra della sua nascita, di come Ofelia e Lorenza riuscirono a tenerlo nascosto per diversi mesi,<br />

di come Lorenza era fuggita insieme a lui, dell’assassino di Polonio, del viaggio del principe in<br />

Inghilterra, del suo ritorno, di come Lorenza, a costo di se stessa, aveva difeso la sua vita e<br />

l’onore di Ofelia. Infine la morte di sua madre, il vile complotto di Re Claudio che indusse<br />

Laerte, accecato dalla vendetta ad uccidere con un espediente infame Amleto, gli racconta delle<br />

suppliche di Lorenza a Laerte prima, perché non lasciasse orfano il figlio di sua sorella, a Amleto<br />

poi, perché desistesse dalla sciagurata sfida. Gli descrive il triste epilogo e la morte della regina,<br />

del Re, di Laerte, di Amleto e di come, spinti dalla disperazione, anche Lorenza e Orazio<br />

preferirono al loro amore e all’affetto per il principino la morte.<br />

<strong>AMLETO</strong> Se Lorenza mi amava come dite, perché anche lei che poteva restarmi vicino, ha<br />

deciso di abbandonarmi?<br />

BERNARDO Perché la sua vita era legata a quella del principe come se fosse stata partorita dalla<br />

stessa madre nel medesimo giorno.<br />

<strong>AMLETO</strong> Nessuno di loro ha pensato che avrei preferito morire insieme ai miei genitori?<br />

FORTEBRACCIO Dio, così infelice sei stato tra le mie braccia! Su quel diario troverai scritto<br />

ogni cosa, aprilo! E’ macchiato del sangue di tuo padre e dalle lacrime della piccola Lorenza.<br />

Quel nastro appartenne a tua madre. Come posso chiederti di non piangere mio infelice bambino?<br />

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- Marcello porge al Re la spada del principe Amleto - Questa apparteneva a tuo padre, te la lasciò<br />

morendo, ora è tua principe Amleto.<br />

Il piccolo in lacrime prende la spada, la stringe forte, la bacia, sente di non poter ascoltare una<br />

parola di più.<br />

<strong>AMLETO</strong> Perdonatemi signore, vi ho accusato ingiustamente.<br />

FORTEBRACCIO Non importa figliolo.<br />

<strong>AMLETO</strong>- a un soldato- Sai dov’è sepolta la mia famiglia?<br />

SOLDATO Certo, principe.<br />

<strong>AMLETO</strong> Accompagnami ti prego e lasciami lì da solo.<br />

Il soldato prende per mano il ragazzo e lo conduce con sé.<br />

MARCELLO Non vuole nessuno di noi al suo fianco, ma non possiamo lasciarlo solo.<br />

FORTEBRACCIO Non temere soldato, il mio ragazzo è responsabile.<br />

A un cenno di Bernardo i soldati con le armi in pugno circondano il Re. Le guardie fedeli a<br />

Fortebraccio si preparano a difenderlo. Fortebraccio con un cenno ordina ai suoi di fermarsi.<br />

FORTEBRACCIO Fermi, non dovete intervenire per nessuna ragione - ai soldati danesi - e voi<br />

non avete di fronte l’antico guerriero, ma solo un uomo ferito, perché mi puntate le armi? Credete<br />

che io abbia la forza e la volontà per opporvi resistenza?<br />

BERNARDO Voi avete commesso un errore gravissimo, non avete saputo custodire il segreto<br />

del principe, compromettendo forse per sempre la sua serenità. Siete venuto meno alla promessa<br />

fatta a Lorenza. Se vostro figlio gli ha rivelato la verità in quel modo, la colpa è vostra, pagherete<br />

voi per lui.<br />

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FORTEBRACCIO - si consegna ai soldati che lo incatenano - So di essere colpevole, sono pronto<br />

a pagare per i miei errori, ma non ricordatemi il mio fallimento. Io sono stato prima un principe,<br />

poi un Re valoroso, non esponetemi alla vergogna di essere prigioniero, lasciate che sia io stesso<br />

a punirmi, permettetemi di morire con onore così come ho vissuto.<br />

MARCELLO La morte sarebbe una punizione troppo severa e ingiusta, avete governato in modo<br />

impeccabile, avete combattuto con valore per la gloria del nostro Paese e sopratutto avete amato<br />

il principino, lo so, avete fatto del vostro meglio per allevarlo bene e ci siete riuscito.<br />

FORTEBRACCIO In nome di tutto questo, vi chiedo di accogliere la mia supplica.<br />

BERNARDO Io sono pronto ad accoglierla.<br />

MARCELLO Non pensate che già troppo sangue sia stato versato? Non credete che possa<br />

bastare?<br />

Nel vedere suo padre in catene Lorenza sfugge alla guardia, corre dal Re, gli butta le braccia al<br />

collo e resta abbracciata a lui. Ed ecco che la giovinetta dal cielo vuol tramutare il disprezzo<br />

dimostrato in vita a quell’uomo nell’amore espresso dalle braccia innocenti della sua bambina.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Che cosa volete fare a mio padre perfidi soldati? Lasciatelo!<br />

FORTEBRACCIO Ti prego mia piccola Lorenza torna a casa, un giorno capirai- a una guardia-<br />

portala via ti prego- la guardia si avvicina, ma la piccina si stringe più forte a suo padre- avanti<br />

obbedisci!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA No, non ti obbedisco, voglio restare insieme a te.<br />

FORTEBRACCIO Sono pronto ad espiare la mia colpa, ma da supplice condannato vi chiedo di<br />

non fare del male ai miei figli, sono solo dei fanciulli, non fategli pagare i miei errori.<br />

Concedetemi di far partire mia moglie e i miei bambini per la Norvegia.<br />

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MARCELLO Ma certo signore, non potremmo mai negarvelo, lasciate pure che partano, nessuno<br />

farà niente contro di loro.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA No, io non intendo lasciarti, non partirò insieme a loro. Se tu andrai in prigione ci<br />

andrò anch’io, se la loro intenzione è di ucciderti, io morirò insieme a te.<br />

FORTEBRACCIO Tu non sai quel che dici figliola, le tue parole annientano ancor più la mia<br />

anima. Su, va’ a casa.<br />

Bernardo le si accosta.<br />

FORTEBRACCIO - con terrore lo guarda- No soldato non farle del male!<br />

BERNARDO Per il nome che porta, questa bambina è sacra per me e poi non potrei mai fare del<br />

male ad un’innocente.- a Lorenza- Non c’è bisogno di piangere tanto piccola, stai tranquilla, a tuo<br />

padre non accadrà nulla, fidati di me.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non ti credo. Se è vero che il mio nome per qualche ragione è sacro per te, non<br />

separarmi da mio padre.<br />

ORAZIO - a Marcello- Dobbiamo fare qualcosa Marcello, non è giusto infierire contro di lui.<br />

Guardalo, sembra un uomo finito, è del tutto incapace di reagire. Dobbiamo evitare che altre<br />

sciagure si compiano, non dimenticare che il principe lo ama.<br />

MARCELLO Forse hai ragione, il solo modo per salvarlo è far sapere al principe quel che<br />

accade. I soldati sono ben decisi a punire l’errore del Re, ma ti confesso che a me fa davvero<br />

pena.<br />

ORAZIO Il principe saprà, vado ad informarlo.<br />

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CAPITOLO QUIN<strong>DI</strong>CESIMO<br />

Orazio raggiunge il principe e lo trova immobile accanto al sepolcro. Gli occhi assenti del<br />

fanciullo restano fissi su quel marmo. Disperazione, rimproveri e domande sono espressi dal suo<br />

volto, ma non dalla voce.<br />

ORAZIO Devo parlarti, principe.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non voglio ascoltarti, credevo di essere stato chiaro.<br />

ORAZIO Oh chiarissimo! Ma non è per me che vengo, dunque dovrai concedermi qualche<br />

minuto.<br />

<strong>AMLETO</strong> Cosa diavolo vuoi, parla, spicciati.<br />

ORAZIO Devi seguirmi, tu sei l’unico che possa aiutare il Re.<br />

<strong>AMLETO</strong> Voglio restare qui da solo, il resto non mi riguarda.<br />

ORAZIO Non ti riguarda? Vuoi dire che non ti importa quel che accadrà al Re?<br />

<strong>AMLETO</strong> No.<br />

ORAZIO Per Dio, ragazzino, sei uno stupido, un ingrato. Se credi che io sia qui a risponderti sì,<br />

mio signore, no, mio signore, scordatelo, non ne ho l’arte. Non sarò mai complice dei tuoi errori.<br />

<strong>AMLETO</strong> Vai al diavolo!<br />

ORAZIO Valuterò la tua proposta, ma non credo che questo ti riguardi. Resti qui a compiangerli e<br />

a compiangerti, ma forse Bernardo ha ragione, tu non sei degno di loro.<br />

<strong>AMLETO</strong> Loro non sono degni di me, perché mi hanno abbandonato tutti.<br />

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ORAZIO Ora tu, caro, vieni con me. Mentre tu sei qui a piangere, il Re è nelle mani dei soldati.<br />

Nessuno ti nega il diritto di piangere, lo farai dopo per tutto il tempo che vorrai, Vieni. - Lo<br />

trascina per un braccio -<br />

<strong>AMLETO</strong> Non ti permetto di parlarmi così, io sono il principe.<br />

ORAZIO Sicuro, altezza, ed io sono il tuo umile servo. Non lo sapevi che delle volte i servi sono<br />

molto villani? Ti prego, non costringermi a trascinarti lì con la forza. Non voglio che ti perda lo<br />

spettacolo di vedere l’uomo che con amore ti ha allevato, colui al quale tuo padre volle affidare il<br />

trono e te, in catene, spogliato della sua regale dignità, pronto a pagare con la vita piuttosto che<br />

con la prigione la sua colpa.<br />

<strong>AMLETO</strong> Di che cosa lo accusano?<br />

ORAZIO Di tradimento, per il modo in cui tu hai saputo la verità, non indugiare ancora, se non<br />

vuoi restare orfano per la seconda volta, non hai molto tempo. Dì, non vuoi vedere quando gli<br />

strapperanno sua figlia dal collo? Quella povera bambina è decisa a seguire la sorte di suo padre. Il<br />

suo coraggio io l’ho visto e lo conosco bene. - Senza rispondere il principe impugna la spada di<br />

suo padre e corre in soccorso del Re. Orazio guarda il sepolcro - Lo so, forse ho esagerato, sono<br />

stato irrispettoso, ma guardate il risultato e poi cosa importa, non dovrò neanche sforzarmi per<br />

imparare ad essere più riverente, la mia missione amate anime è finita, non mi vuole più al suo<br />

fianco. Sarà meglio seguirlo prima che si cacci in qualche guaio.<br />

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CAPITOLO SE<strong>DI</strong>CESIMO<br />

Il Re frattanto è pronto ad affrontare l’esecuzione decisa dai soldati, l’unico impedimento è la<br />

bambina che non vuole distaccarsi da lui è come se in lei così piccola un coraggio soprannaturale<br />

fosse stato trasmesso da una forza sconosciuta.<br />

FORTEBRACCIO Ora lasciami Lorenza, è un ordine!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA No!<br />

FORTEBRACCIO Dio, talmente in basso sono caduto da non meritare neanche il rispetto e<br />

l’obbedienza di mia figlia?<br />

Lorenza ha un attimo di esitazione nel vedere il profondo avvilimento del padre: “Io, padre, ti<br />

rispetto, ma per obbedirti ti amo troppo.”<br />

FORTEBRACCIO - ai soldati - Sciogliete le mie mani perché io possa abbracciare una volta<br />

ancora mia figlia, avete la mia parola d’onore che nulla farò per liberarmi, mi sono consegnato a<br />

voi spontaneamente.<br />

MARCELLO Avete sentito o anche questo volete negargli? Ci penso io signore.<br />

Con grande rispetto Marcello gli scioglie le mani. Fortebraccio dignitosamente stringe sua figlia<br />

e la bacia senza tradire alcuna emozione.<br />

BERNARDO Prendetegli la spada.<br />

FORTEBRACCIO Questo no soldato, non potete privarmi della dignità!<br />

BERNARDO La riavrete quando sarà il momento.<br />

FORTEBRACCIO E’ ora il momento.<br />

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BERNARDO La bambina signore.<br />

FORTEBRACCIO La bambina puoi prenderla, ma giura che la consegnerai a sua madre.<br />

BERNARDO Sulla tomba della persona che più ho amato al mondo, ve lo giuro. E così potrete<br />

essere sicuro per lei, per gli altri bambini e per la loro madre.<br />

FORTEBRACCIO Lorenza, se davvero ami tuo padre, va’ via ti prego.<br />

Lorenza si nasconde tra le sue braccia: “No, io non vado via”<br />

MARCELLO Non vi pare di esagerare? Quest’uomo ha commesso un errore umano.<br />

BERNARDO Credimi, mi dispiace per lui, ma il mio compito e quello di tutti è di proteggere il<br />

principe.<br />

MARCELLO Sei certo di proteggerlo in questo modo? Sai quanto affetto ha il ragazzo per lui,<br />

guardate quella povera bambina.<br />

Fortebraccio accarezza sua figlia e la consegna a Bernardo, lei in lacrime gli tende le braccia.<br />

FORTEBRACCIO Non temere soldato, è piccola le passerà.<br />

Prende la spada pronto a puntarsela.<br />

MARCELLO Io queste parole le ho già sentite e sappiamo tutti come è andata a finire. Volete<br />

vedere morire per la seconda volta Lorenza?<br />

FORTEBRACCIO Portala via soldato!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Lasciami! Voglio restare insieme a mio padre.<br />

Il Re si punta l’arma pronto a colpirsi, mentre Bernardo si allontana piano con la bambina in<br />

braccio, il principe Amleto con la spada in pugno gli si para davanti.<br />

<strong>AMLETO</strong> Lascia subito mia sorella Bernardo- il soldato obbedisce- vigliacchi cosa gli avete<br />

fatto, liberatelo subito, è un ordine. Lui è il Re per volontà di mio padre e nessuno ha il diritto di<br />

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destituirlo. Se credete che mi abbia fatto torto, io lo libero da ogni responsabilità e voi tutti<br />

dovrete chiedergli perdono - cosa vuoi fare padre mio! Butta via la spada! Come puoi pensare di<br />

abbandonarmi anche tu? Giurami sulla mia spada che finché vivrò non mi lascerai.<br />

Lo libera dalle pesanti catene, poi lo abbraccia e lo bacia.<br />

FORTEBRACCIO Figlio mio, sapere che continui ad amarmi e a considerarmi ancora un po’ tuo<br />

padre mi ridà la vita.<br />

<strong>AMLETO</strong> Tu sei mio padre, mi hai cresciuto, un solo istante ancora e ti avrei perso, io non lo<br />

avrei sopportato.<br />

Anche Lorenza corre tra le braccia di suo padre, mentre tutti i soldati si inginocchiano davanti al<br />

Re.<br />

FORTEBRACCIO Ora ascoltate quel che ho deciso. Dobbiamo preparare ogni cosa per<br />

l’incoronazione del principe, voglio che sia Re ora che io ho la forza per difendere il suo diritto al<br />

trono contro ogni possibile pericolo.<br />

<strong>AMLETO</strong> No padre non devi neanche pensarlo.<br />

MARCELLO Maestà forse il ragazzo ha ragione, è prematuro specie dopo quel che è accaduto.<br />

FORTEBRACCIO Proprio per quel che è accaduto dobbiamo affrettarci, voglio prendere ogni<br />

precauzione se dovesse accadermi qualcosa, il suo diritto al trono deve essere già assicurato- a<br />

Amleto- stai tranquillo, figliolo, tu svolgerai le attività di sempre.- ai sodati- io sarò il suo tutore<br />

fino a quando non sarà in grado di governare.<br />

MARCELLO Certo maestà è giusto.<br />

FORTEBRACCIO - a Marcello - Ti voglio al mio fianco soldato, sei la persona adatta per aiutarmi<br />

nel governo, sei un uomo saggio e giusto.<br />

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MARCELLO Dio maestà faccio il soldato da sempre, non so nulla di governo.<br />

FORTEBRACCIO Imparerai. Devi essere pronto a sostituirmi in qualsiasi momento. Il tuo posto<br />

tra i soldati lo prenderà lui- indica Bernardo- mi sembra adatto, ha carattere. BERNARDO<br />

Perdonatemi, ma non posso accettare l’incarico, Francisco è più adatto di me.<br />

FORTEBRACCIO Come preferisci soldato.<br />

<strong>AMLETO</strong> Hai giurato che non mi abbandonerai.<br />

FORTBRACCIO E non lo farò ragazzo mio, ma come vedi non si possono prevedere gli eventi,<br />

dobbiamo prepararci per non esserne travolti. Per queste ragioni allontanerò la regina Sophia dai<br />

miei figli.<br />

<strong>AMLETO</strong> Io non te lo permetterò mai. Dovrai uccidermi prima di fare questo. I miei fratelli<br />

hanno la fortuna di avere una madre e tu non sarai tanto crudele da separarli. Io per un bacio di mia<br />

madre, per una sua carezza, per un solo suo abbraccio correrei anche ora da lei in Paradiso. Darei<br />

gli anni che mi restano per vedere il suo volto, tutti mi dicono che fu bella, ma io non lo saprò<br />

mai.<br />

FORTEBRACCIO Perdonami caro. C’è un’altra soluzione allora, li manderò tutti in Norvegia.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Scordatelo caro, io da qui non mi muovo!<br />

<strong>AMLETO</strong> Voglio continuare a vivere insieme ai miei fratelli, non voglio separarmi da loro, che<br />

il destino segua il suo corso, sai che lo farebbe comunque.<br />

FORTEBRACCIO Come vuoi. Ascolta, io preferirei rimandare la tua partenza per Wittemberg di<br />

un anno. Ora non me la sento di separarmi da te, so che hai bisogno di avermi al tuo fianco per<br />

riprenderti.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non voglio più andare a Wittemberg, puoi insegnarmi tu ogni cosa.<br />

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FORTEBRACCIO E’ la volontà di tuo padre, ragazzo, anche lui studiò lì.<br />

<strong>AMLETO</strong> Un’altra trovata di mio padre, le ha pensate proprio tutte prima di morire, per<br />

incatenarmi!<br />

FORTEBRACCIO - a Orazio - Vieni qui ragazzo, so che il tuo sangue ti porta a sacrificarti per il<br />

principe e non solo quello, me ne accorgo da come lo guardi. Vorrei che per quest’anno tu<br />

rinunciassi ai tuoi studi per fare da precettore al principe Amleto, devi restare con lui giorno e<br />

notte, dovrai proteggerlo, so che per lui daresti la vita, imparerai per questo ad usare le armi, al<br />

più presto i soldati cominceranno il tuo addestramento. Ti occuperai anche dell’educazione di<br />

Lorenza e di Edoard, con te impareranno a rispettarsi. Bada che è un compito rischioso, non sei<br />

obbligato ad accettarlo. Ho scelto te, perché le tue origini sono una certezza per me.<br />

<strong>AMLETO</strong> Svegliati, non è l’amico di mio padre, ma quel furfante di suo nipote.<br />

ORAZIO Maestà, temo di non essere all’altezza di questo compito.<br />

<strong>AMLETO</strong> Lo credo anch’io.<br />

ORAZIO Il principe non mi vuole al suo fianco.<br />

<strong>AMLETO</strong> Puoi giurarci canaglia.<br />

FORTEBRACCIO Devi perdonarlo, figliolo, tuo padre lo vorrebbe, non dimenticare che<br />

appartiene al più caro dei suoi amici, inoltre sono certo che lui, se fosse necessario, sarebbe<br />

pronto a morire per te.<br />

<strong>AMLETO</strong> Lui? Ma l’hai guardato bene?<br />

FORTEBRACCIO Proprio perché l’ho guardato bene, ne sono convinto.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non ti confondere, non è un fantasma questo, ma una canaglia in carne ed ossa e un<br />

vigliacco che non rischierebbe mai la vita per nessuno. Poiché è un tuo ordine lo accetto<br />

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malvolentieri come precettore - a Orazio - il nostro rapporto sarà quello fra un principe e il suo<br />

istitutore.<br />

ORAZIO Come volete, principe.<br />

MARCELLO Orazio non è un vigliacco, altezza, ha già rischiato di morire per voi, per non ferirvi<br />

pensammo di non farvelo sapere, ma sono costretto a dirvelo, perché possiate comprendere che è<br />

un uomo leale, per voi si è imbattuto tra i soldati armati e Francisco lo ha ferito, per questo è<br />

venuto tardi al vostro incontro e quando ancora era debole non voleva che vi allarmaste. Ogni volta<br />

che si avvicinava a voi rischiava di essere colpito e lui lo sapeva, non è lealtà questa?<br />

<strong>AMLETO</strong> Bene, scopro un’altra menzogna. Hai fatto male a non ucciderlo Francisco.<br />

FORTEBRACCIO - lo colpisce - Non avrei mai voluto figlio mio, tu mi hai costretto a farlo, devi<br />

imparare che un principe non può agire in questo modo. Hai detto una cosa terribile al tuo amico.<br />

Ti ordino di chiedergli perdono immediatamente.<br />

<strong>AMLETO</strong> Certo, perdonami Orazio.<br />

ORAZIO Accetto il vostro incarico, maestà, vi obbedirò e state certo che non verrò meno al mio<br />

dovere. - a Amleto - Se è davvero la mia morte che desiderate principe, posso accontentarvi e<br />

dimostrarvi così che non sono un vigliacco, addio signori.<br />

Profondamente scosso si allontana.<br />

MARCELLO Perdonatemi, vado insieme a lui. - Marcello lo segue -<br />

FORTEBRACCIO Stai sbagliando, figliolo.<br />

<strong>AMLETO</strong> Devo parlarti da solo, padre.<br />

FORTEBRACCIO Bene vieni insieme a me.<br />

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Il Re, dopo aver lasciato la bambina a casa, conduce il principe nella sala della corona e lo fa<br />

sedere accanto a lui.<br />

FORTEBRACCIO Parla piccolo ti ascolto.<br />

<strong>AMLETO</strong> Poiché per me è già tutto deciso, ho una richiesta da farti.<br />

FORTEBRACCIO Chiedi pure.<br />

<strong>AMLETO</strong> Quando sarò grande, vorrei sposare Lorenza, chiedo la mano di tua figlia e spero che<br />

tu vorrai concedermela.<br />

Il bel Re stupito gli sorride.<br />

FORTEBRACCIO Non siete ancora un po’ troppo giovane per parlare di matrimonio?<br />

<strong>AMLETO</strong> Ma ragazzi più giovani di noi sono già promessi.<br />

FORTEBRACCIO Non i miei figli, desidero che ognuno di voi incontri l’amore.<br />

<strong>AMLETO</strong> Io e Lorenza ci vogliamo molto bene.<br />

FORTEBRACCIO L’amore è un’altra cosa, figlio mio. Sai, fino a quando crescerete quante cose<br />

potranno cambiare? Tu andrai a studiare lontano, conoscerai altre fanciulle e lei incontrerà altri<br />

giovani.<br />

<strong>AMLETO</strong> Per me le cose non cambieranno mai e se dovessero cambiare per lei, sarà libera. Sono<br />

certo che anche Lorenza desidera sposare solo me.<br />

FORTEBRACCIO Le hai parlato della tua strana idea?<br />

<strong>AMLETO</strong> Lo farò, volevo chiedere prima il tuo consenso.<br />

FORTEBRACCIO Mio caro ragazzo, niente mi renderebbe più felice di vedervi sposi. Ascolta,<br />

hai il mio consenso, ti concedo la sua mano, ma a una condizione, vi sposerete solo se vi amerete.<br />

<strong>AMLETO</strong> Più di quanto già ci amiamo?<br />

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FORTEBRACCIO Non lo so.<br />

<strong>AMLETO</strong> Padre mio, tu avresti mai sposato una donna che non ti amava?<br />

FORTEBRACCIO No, mai neanche se l’avessi amata più di me stesso. Eppure, figlio mio, stavo<br />

per commettere questa follia, tutto era deciso ma ora so che è preferibile non amare che non<br />

essere amati. Meglio soffrire che fare del male a chi ti è caro e guadagnare così il suo disprezzo.<br />

L’ho compreso proprio quel giorno, quando la trovai agonizzante fra le braccia dell’uomo che<br />

amava ormai morto.<br />

<strong>AMLETO</strong> Oh padre mio, è terribile! Stai parlando di Lorenza, non è vero?<br />

FORTEBRACCIO – commosso - Di lei, figliolo.<br />

<strong>AMLETO</strong> E l’uomo di cui parli era Orazio?<br />

FORTEBRACCIO Sì, Amleto, un uomo leale fino all’ultimo istante della sua giovane vita. Per<br />

questo ti prego, per la devozione che sempre dimostrò a tuo padre, abbi pietà per suo nipote,<br />

davvero egli non merita tanto disprezzo.<br />

<strong>AMLETO</strong> Per loro e per te ci proverò, ma tra noi non sarà mai come fu tra mio padre e il suo.<br />

FORTEBRACCIO Non credi di aver fatto pagare abbastanza a quel povero ragazzo una colpa non<br />

sua? Sei stato molto duro con lui, un principe figliolo deve saper perdonare.<br />

<strong>AMLETO</strong> Ho perdonato la regina, Edoard, ma lui... non posso.<br />

FORTEBRACCIO Inutili sono i miei consigli, dovrai sbatterci la testa da solo, ti aiuterà a<br />

crescere, spero non ti faccia troppo male.<br />

Il ragazzo pensieroso si siede sulle ginocchia del Re.<br />

<strong>AMLETO</strong> La mia povera famiglia non poteva scegliere un uomo migliore a cui affidarmi, non<br />

devi essere triste, sono certo che anche lei lo sapeva.<br />

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FORTEBRACCIO No, non credo, ma ormai non ha più importanza. Promettimi figlio mio che<br />

non trascurerai i tuoi impegni.<br />

<strong>AMLETO</strong> Te lo prometto. Mi lasci un po’ di tempo per piangere i miei cari?<br />

FORTEBRACCIO - accarezzandogli gli occhi - Certo, ma non hai fatto altro da quando hai saputo,<br />

i tuoi begli occhi sono sempre arrossati dal pianto, non ti lascio troppo tempo, non permetterò<br />

che ti abbandoni al dolore. Non dimenticare che sto per deliberare la tua incoronazione, devi<br />

essere pronto.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non temere, padre, mi serve solo un po’ di tempo.<br />

FORTEBRACCIO - gli asciuga gli occhi e le pallide guance - Ora va’ dai tuoi fratelli, sono tutti<br />

preoccupati per te. Dio ti benedica, mio dolce principe.<br />

<strong>AMLETO</strong> Io sono maledetto dalla mia nascita, padre, addio.<br />

CAPITOLO <strong>DI</strong>CIASSETTESIMO<br />

Dopo l’accaduto anche tra i principini regna la tensione, non hanno più voglia di scherzare e se ne<br />

stanno seduti tranquilli accanto alle balie sotto gli occhi preoccupati della loro madre. Amleto<br />

entra nella sala e bacia i fratelli più piccoli, guarda Edoard che lo avvicina e gli prende la mano,<br />

Sophia gli accarezza il capo: “Perdonami figliolo, ti ho causato molto dolore”<br />

<strong>AMLETO</strong> Non occorre signora, ho dimenticato ogni cosa.<br />

SOPHIA Avrei dovuto essere una madre per te e se vorrai da oggi lo sarò.<br />

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<strong>AMLETO</strong> Signora, io una madre ce l’avevo, è lei che voglio, ma il cielo me l’ha tolta. Io vi<br />

rispetterò sempre, perché siete la moglie di mio padre.<br />

SOPHIA Non capisco, avevi anche un padre.<br />

<strong>AMLETO</strong> Mio padre è felice così, perché fu lui ad affidarmi a Fortebraccio.<br />

EDOARD Mi dispiace per quel che ti ho detto Amleto.<br />

<strong>AMLETO</strong> E’ tutto passato fratellino. Dimmi hai già cominciato con il precettore?<br />

EDOARD Sì.<br />

<strong>AMLETO</strong> Bravo! E come va?<br />

EDOARD Male, non mi piace affatto.<br />

<strong>AMLETO</strong> Ti abituerai, con Orazio andrà meglio, ti divertirai, lui non brontola mai ed è sempre<br />

allegro, o meglio era.<br />

Si avvicina a Lorenza, la prende per mano e si allontana insieme a lei.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ti sei ricordato anche di me!<br />

<strong>AMLETO</strong> Devo dirti una cosa importante.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Avanti, sputa!<br />

<strong>AMLETO</strong> Quando diventeremo grandi, voglio che tu diventi la mia sposa, la mia regina.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ma sei diventato pazzo?<br />

<strong>AMLETO</strong> Io sto parlando seriamente.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Allora non mi consideri ancora tua sorella, non mi ami più.<br />

<strong>AMLETO</strong> Certo, ti amo, per questo ti ho proposto di sposarmi, per me non è cambiato niente, sei<br />

sempre la mia dolce sorella, solo che ora abbiamo la possibilità di non separarci mai, neanche<br />

quando saremo grandi.<br />

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LO<strong>RE</strong>NZA Devo pensarci.<br />

<strong>AMLETO</strong> D’accordo.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ci ho già pensato, accetto. Chi lo sa quale marito avrebbero scelto per me, preferisco<br />

te.<br />

<strong>AMLETO</strong> Oh, ti ringrazio.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Devo confessarti una cosa, il pensiero di dovermi sposare un giorno mi ha sempre<br />

fatto paura, specie quando mi parlavano di ragazzine della mia età già promesse. Quante notti a<br />

questo pensiero mi sono svegliata in lacrime, non sopportavo l’idea di separarmi da te.<br />

<strong>AMLETO</strong> Noi non ci separeremo mai. Ascolta, ho già chiesto la tua mano a nostro padre.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA, sorride. Dio, quanto suona strano! Lui cosa ti ha risposto? Aveva altri progetti per<br />

me?<br />

<strong>AMLETO</strong> E’ d’accordo, ma solo se quando saremo grandi ci ameremo. Non ha mai fatto progetti<br />

per te, desidera che sposi l’uomo che ami e ti giuro che se non dovessi essere io ti lascerò libera.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ed io farò lo stesso. Per me questa possibilità non esiste, dove lo trovo uno migliore,<br />

tu e nostro padre siete le persone che più amo al mondo.<br />

<strong>AMLETO</strong> Bene, allora siamo promessi<br />

LO<strong>RE</strong>NZA - gli dà un bacio innocente sulla guancia- Sì, promessi.<br />

<strong>AMLETO</strong> Ora devo lasciarti, a presto.<br />

Si allontana per correre dove più l’anima lo trascina: al sepolcro dei suoi cari.<br />

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CAPITOLO <strong>DI</strong>CIOTTESIMO<br />

Marcello rispettoso resta accanto a Orazio che tormentato dai dubbi tace.<br />

MARCELLO Non comprendo il tuo silenzio ragazzo.<br />

ORAZIO Ho preso la mia decisione, signore. Rifiuterò l’incarico assegnatomi dal Re, accettarlo<br />

non ha alcun senso. Intendo partire al più presto.<br />

MARCELLO Non puoi abbandonare il principe proprio ora, è il peccato più grave che tu possa<br />

commettere contro il cielo e contro chi ti ha amato. Egli non lo avrebbe fatto, segui il suo<br />

esempio e compi il tuo dovere.<br />

ORAZIO Io non sono lui signore, consideratemi pure un vigliacco, ma non posso stargli accanto<br />

se il principe non vuole.<br />

MARCELLO Cosa ti succede? Non capisco, temi il lavoro, il duro addestramento, hai paura di<br />

dover rischiare la vita?<br />

ORAZIO Ho perso la vita con la fiducia del principe, la sola cosa che temo è il suo disprezzo.<br />

MARCELLO Egli non ti disprezza, quel che ha detto è frutto del dolore. Ora ascoltami, ricordo<br />

che suo padre, preso dalla disperazione puntò all’amico la spada, non per questo lui lo ha<br />

abbandonato.<br />

ORAZIO Certo signore, addio, mi attende un lungo viaggio.<br />

MARCELLO Fermati! Partiresti senza dirlo al principe?<br />

ORAZIO E perché dovrei dirglielo, per sentirmi dire che è felice della mia decisione?<br />

MARCELLO Tornerai a Wittemberg, vero?<br />

ORAZIO No, Marcello, non ho alcuna intenzione di riprendere gli studi.<br />

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MARCELLO Tu hai smarrito il cervello, ragazzo mio! Io non ti permetterò di perdere la tua<br />

anima a questo modo. Giurasti alla nostra Lorenza che avresti studiato, che saresti diventato un<br />

uomo giusto e leale e sopratutto che avresti avuto cura del principino. sono bastate dunque le<br />

parole di un bambino disperato a farti dimenticare la tua promessa, sciagurato?<br />

ORAZIO Non avrei dovuto giurare.<br />

MARCELLO Ma lo hai fatto. E sentiamo dove vorresti andare?<br />

ORAZIO Torno alla strada, come ogni vagabondo, appartengo ad essa.<br />

MARCELLO Vuoi finire come Bernardo? Io te lo impedirò. Tu non sei un vagabondo, ricordalo<br />

sempre.<br />

ORAZIO Volete ripetermi che dovrei prendere esempio da lui? Sapete allora cosa mi rimane.<br />

MARCELLO Oh Dio! Spero che sia il tuo cuore ferito a parlare e non la tua mente. Non<br />

dimenticare un dolore che ancora ci tormenta, tu non procurerai ulteriori pene.<br />

ORAZIO No, non lo farò, state tranquillo. Grazie a Dio il mio principe è vivo e sarà un gran Re, la<br />

mia pace sarebbe un peso troppo grave per il suo cuore. Vivrò soffrendo, prendendo ogni giorno<br />

quel che mi capita.<br />

MARCELLO Io ti sarò padre, lascerò i soldati e resterai insieme a me, non voglio che tu come<br />

un miserabile ti perda tra risse e vino.<br />

ORAZIO No Marcello, voi dovete restare al servizio del mio amato principe, vi scongiuro, è la<br />

sola cosa che potete fare per me. Presto il piccolo sarà Re e avrà bisogno di voi.<br />

MARCELLO - preoccupato fissa il suolo - Già, troppo presto giunge questa gioia che a me<br />

porterà un nuovo grande dolore.<br />

ORAZIO Vi preoccupa Bernardo, vero?<br />

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MARCELLO Da dodici anni vive solo per vedere questo momento ed ora che è giunto, cosa<br />

accadrà? Spero che il tempo abbia placato almeno in parte la sua pena.<br />

ORAZIO Mi addolora lasciarvi in una tale situazione, ma io sarei solo una preoccupazione in più<br />

per voi. Le frecciate del mio principe mi annientano ed io non sono così forte. Fino a quando<br />

andrò via, state certo che non verrò meno al mio dovere, terrò d’occhio l’erede, da lontano, senza<br />

importunarlo, addio, vado subito a cercarlo.<br />

MARCELLO Va’ figliolo, buona fortuna e non dare troppa importanza a quel che ti dice.<br />

CAPITOLO <strong>DI</strong>CIANNOVESIMO<br />

Sul povero sepolcro il principino continua a tormentarsi tra domande senza risposta e lacrime<br />

prive di consolazione. Perde lì i giorni, la pace e il colore dalle belle e rosee guance. Reclama al<br />

cielo quel che gli fu tolto, torna a maledire la sorte, la sua nascita. Orazio corre da lui, ma<br />

discreto resta in lontananza, malinconico e impotente lo sorveglia.<br />

<strong>AMLETO</strong> Oh madre mia, so che non mi mancarono le tue carezze, mi sforzo di ricordarle, ma<br />

non ci riesco, né posso ricordare il tuo bel volto e non so perdonarmi per questo. E tu dimmi,<br />

riesci a perdonarti per avermi abbandonato? Più di tuo padre più del mio, avrebbe dovuto contare<br />

per te la tua creatura, che non fu figlia dell’amore, ma di un destino infame. E tu padre quanto ci<br />

hai amato? Cosa eravamo io e la mia povera madre per te? Meno di niente. Non avresti preferito<br />

altrimenti a tuo figlio un assurdo senso dell’onore, il tuo castigo sarà di vedere dal cielo queste<br />

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mie lacrime che nessuno mai potrà asciugare- accarezza il sepolcro, poi volge gli occhi risentiti<br />

alla tomba di Laerte - Tu giovane crudele, come hai potuto non avere alcuna pietà di un bimbo in<br />

fasce, un bimbo che aveva il tuo sangue. Mi restava un padre e tu me lo hai tolto. Mi hanno detto<br />

che non fu tua la colpa, che anche tu fosti travolto dall’inganno di quel Re malvagio, ma la mano<br />

che ha colpito mio padre e non solo lui, fu la tua, io non ti perdonerò. Sei tu il responsabile anche<br />

della morte di Lorenza e del suo Orazio, per loro scelta decisero di seguire il principe, ma è<br />

come se gli avessi uccisi tu. Dolce Lorenza, poco più che una bambina eri! Stringo le carte che<br />

con amore scrivesti per me, ma non posso leggerle, né guardare le parole da te impresse sulla<br />

carta. Da te avrei voluto sapere la verità. Tu, fedele Orazio, tu amasti davvero mio padre! Se ti<br />

fossi salvato avresti di certo potuto insegnare qualcosa di buono a quel farabutto di tuo nipote ed<br />

io sarei stato meno solo.<br />

Il freddo acre torna come ogni sera, il bel fanciullo ignorando il passar delle ore continua a<br />

pregare.<br />

CAPITOLO VENTESIMO<br />

Lorenza giunge in quel triste luogo, guarda Orazio che veglia attento e disperato il suo principe.<br />

La bambina gli corre vicino e spontanea lo prende per mano:<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Pensa al lato positivo della cosa, almeno ti riposi! Non fare quella faccia, mi sembri<br />

uno che è stato appena condannato a morte. Non prendertela tanto, al tuo Amleto gli passerà, non<br />

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pensava le cose terribili che ti ha detto, ma dopo aver saputo del dramma che lo ha colpito, doveva<br />

scagliarsi contro qualcuno e chi meglio del suo fedele amico?<br />

ORAZIO Fosse vero! Cosa fate qui a quest’ora? E’ già buio e fa molto freddo.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ti prego non farmi la predica!<br />

ORAZIO Fino a quando non sarò partito per voi sono responsabile io, dunque adesso ve ne<br />

tornate a casa accompagnata da un simpatico soldato.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ma sei diventato stupido? Tu non puoi partire, devi affrontare la realtà da uomo, non<br />

tirarti indietro come un bambino spaventato.<br />

ORAZIO Oh, belle parole davvero le vostre! Ora fate subito quel che vi ho detto, sono il vostro<br />

precettore, obbedite vi prego.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Dal momento che parti non sei il mio precettore, ragion per cui faccio quello che mi<br />

pare.<br />

ORAZIO Resterò fino a quando il principe non avrà cominciato a reagire, fino ad allora signorina<br />

compirò il mio dovere, eseguirò i comandi del Re, vi consiglio di andare a riposare, perché da<br />

domani voi e il principe Edoard comincerete a studiare insieme a me.<br />

Mentre parla con la bambina non la guarda, non può staccare gli occhi dal suo principe.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA E come potrai sorvegliare Amleto se devi far studiare noi? Non dirmi che sei capace<br />

di stare in due luoghi contemporaneamente.<br />

ORAZIO Non sarà necessario. Studiare all’aperto fa bene, lo facevano Greci e Romani, lo faremo<br />

anche noi.<br />

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LO<strong>RE</strong>NZA Al diavolo tu, i Greci e i Romani! Visto che domani è vicino chiariamoci subito: non<br />

fare il furbo, non provare a dare da leggere ai ragazzi libri interessanti e a me i soliti libracci<br />

noiosi che toccano alle fanciulle, io farò le stesse cose che fanno loro o niente.<br />

ORAZIO Potete stare sicura, da parte mia riceverete gli stessi insegnamenti. Non sono stato<br />

abituato a fare queste distinzioni, da una fanciulla ho ricevuto la prima educazione.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Quella fanciulla se non fosse morta doveva essere mia madre, mio padre la amava<br />

molto, per questo mi ha dato il suo nome.<br />

ORAZIO Sì piccola è vero, il Re l’amava molto e non è solo il vostro nome a provarlo, ma dubito<br />

fortemente che lei sarebbe stata vostra madre, non aveva nessuna intenzione di sposare<br />

Fortebraccio.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Perché? Mio padre è bello, intelligente, valoroso, cos’altro poteva desiderare di più?<br />

ORAZIO - le sorride - L’amore bambina, lei amava un altro giovanotto, ma ora basta chiacchiere.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Anch’io farò come lei, andrò sposa solo per amore. Io e Amleto abbiamo deciso che<br />

quando saremo grandi ci sposeremo, non c’è nessun giovanotto che potrei amare quanto lui.<br />

ORAZIO Sono certo che sarete felici insieme, in questo le somigliate, anche lei amò il suo<br />

principe più di ogni altra persona al mondo, forse più del suo stesso amore.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA - volge lo sguardo al piccolo Amleto - Guardalo Orazio, cosa facciamo?<br />

ORAZIO Non lo so.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Vado da lui, gli ho portato questo scialle per ripararlo dal freddo. Pensi che abbia<br />

intenzione di dormire qui?<br />

ORAZIO Spero proprio di no. Andate e fate presto, è ora di rientrare.<br />

La bambina si avvicina al principe, lo copre con uno scialle e devota saluta il sepolcro.<br />

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LO<strong>RE</strong>NZA Copriti o prenderai freddo. Certo se continui così resterò vedova ancor prima che ci<br />

sposiamo!<br />

<strong>AMLETO</strong> Non temere per me, vieni siediti al mio fianco.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Presto ci sarà la tua incoronazione, dimmi fratello non vorrai presentarti ai tuoi<br />

sudditi così pallido e stanco!<br />

<strong>AMLETO</strong> Ho solo bisogno di un po’ di tempo.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Orazio ha deciso di andarsene.<br />

<strong>AMLETO</strong> Dove, al diavolo?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non farai nulla per fermarlo?<br />

<strong>AMLETO</strong> Che se ne vada! Di un vigliacco non so che farmene.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Se lo dici tu.<br />

Orazio va verso di loro, Lorenza bacia il principe e si allontana.<br />

ORAZIO Perdonatemi altezza, ma prima di partire sentivo il bisogno di congedarmi da loro e da<br />

voi.<br />

<strong>AMLETO</strong> Tu non partirai Orazio, mi servi qui.<br />

ORAZIO Vi scongiuro principe, lasciatemi andare.<br />

<strong>AMLETO</strong> Dimentica il tuo viaggio, è un ordine.<br />

ORAZIO Cosa volete ancora da me? Volete continuare a ferirmi, ad accusarmi di tradimento,<br />

volete che io deponga ai vostri piedi la mia anima, la mia vita? - Il giovane sfinito crolla ai piedi<br />

del sepolcro. - Un improvviso strano piacere prova il principe nel vedere tanto dolore sul volto<br />

stanco dell’amico, eppure sa di amarlo ancora, ma la sventura che lo ha colpito lo rende assai<br />

crudele.<br />

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<strong>AMLETO</strong> Ho diverse ragioni per trattenerti mio malgrado. Benché tu sia un furfante ho dei<br />

doveri nei tuoi confronti. Stupido e vigliacco come sei, se ti lasciassi andare, commetteresti di<br />

certo qualche imprudenza, non che mi importi di quel che può accaderti, ma per loro ti ordino di<br />

restare, mio padre non sarebbe contento se ti abbandonassi. il Re inoltre ti ha dato un ordine, non<br />

ti permetterò di disobbedirgli.<br />

ORAZIO E invece lo farò, così avrete una valida ragione per offendermi e chiamarmi traditore.<br />

Sono stanco di essere sempre umiliato a questo modo. Quel che può accadermi non riguarda voi,<br />

né il vostro defunto padre, né altri.<br />

<strong>AMLETO</strong> Neanche il tuo parente? Dio sei più infame di quanto io credessi! Tanto poco rispetto<br />

merita colui che ti sarebbe stato padre?<br />

ORAZIO Va bene principe, resto ai vostri ordini, da domani comincerete a studiare.<br />

<strong>AMLETO</strong> Io no, ho il permesso di mio padre, mi ha concesso un po’ di tempo.<br />

ORAZIO Quando avete intenzione di reagire? Ricordate che non siete l’unico ad aver perso in<br />

questa catastrofe. Io ho perso la sola persona che avevo al mondo dopo averla appena ritrovata. E<br />

anche Lorenza mi ha lasciato, è come se avessi perduto anch’io i miei genitori, solo voi mi<br />

restavate. Ora vado, altezza, a compiere il mio dovere, per eseguire il comando del Re devo<br />

sottopormi ad un buon addestramento.<br />

<strong>AMLETO</strong> Aspetta, ho bisogno ora di te.<br />

ORAZIO Ordinate.<br />

Il principe gli porge le carte scritte da Lorenza.<br />

<strong>AMLETO</strong> Voglio che tu legga questo per me.<br />

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ORAZIO Fino a questo punto mi disprezzate? Bravo, avete trovato il modo più diretto per farmi<br />

male.<br />

<strong>AMLETO</strong> Ti sbagli, non ti ho chiesto questo per ferirti ma io non ho la forza di leggere da solo.<br />

Puoi rifiutarti, non importa, ti comprendo.<br />

ORAZIO Avanti, datemi questi poveri fogli, leggerò per voi.-Prende il diario-<br />

<strong>AMLETO</strong> Vieni, sediamoci qui.<br />

Si siedono l’uno accanto all’altro e Orazio commosso comincia a leggere: “Ti sei appena<br />

addormentato fra le mie braccia e sei splendido, ancor più quando ti lasci cullare dalla pace che il<br />

sonno ti dona. Dimmi mio tenero principe, stai sognando la tua povera madre che ti stringe al suo<br />

seno? Lei di certo sola nella notte piange e ti invoca, tu solo puoi asciugare il suo pianto ed io ti<br />

riporterò da lei. Hai appena aperto gli occhi e in essi scorgo il solo squarcio di cielo senza nubi.<br />

Sorridi e mi chiedo chi potrà mai ripagare la misera Ofelia per ogni tuo sorriso che ha perso? Tu<br />

la ripagherai con l’amore che le spetta. Devi tenere in cuore tua madre come il tesoro più raro, la<br />

prima cosa che voglio tu sappia è che nessuno ti ama come lei. Ti ha portato in grembo sfidando la<br />

paura e il pericolo, ti ha messo al mondo a rischio della vita e per troppo amore, pur di saperti al<br />

sicuro, si è separata da te. Il suo volto rilucente di grazia diventa più bello mentre ti guarda. Stai<br />

giocando con i miei capelli, è il gioco che preferisci fare. Ogni volta che guardo il cielo stellato,<br />

penso a casa nostra, al nostro cielo, ogni giorno spero che sia l’ultimo lontano da loro, ma sono<br />

trascorsi mesi ormai e temo che quel giorno non arriverà mai. Dio, quando finirà il nostro esilio?<br />

Ho paura bei riccioli, mi sento stanca, ho a stento la forza per prenderti in braccio, come potrò<br />

partire? Dobbiamo però trovare tuo padre, lui non sa ancora di te, ma lo conosco, benché sia<br />

cambiato, sarà felice di incontrarti e di amarti. Non so che fare, non posso fare affrontare a te che<br />

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sei così piccolo un viaggio tanto lungo e rischioso, né posso lasciarti per chissà quanto tempo<br />

insieme a Paride. Tu sventurato bambino non conoscerai tuo padre, né io lo rivedrò. Guardo il tuo<br />

viso e vedo il suo, ogni giorno di più sei uguale a lui, gli occhi, i capelli, lo sguardo, ogni cosa di<br />

te me lo ricorda. Tua madre sarà felice di accorgersi che gli somigli, poiché tanto lo ha<br />

desiderato. Troverò la pace solo quando ti vedrò felice e al sicuro fra le braccia dei tuoi genitori,<br />

ho bisogno di sperare, sogno quel giorno per continuare a vivere. Solo allora io potrò amare<br />

liberamente, il mio cuore ha scelto bei riccioli e tu sei il solo a saperlo. Sento però che io e lui<br />

non saremo mai felici, ha buone ragioni per disprezzarmi, inoltre avrò tutti contro per la mia<br />

scelta, che non è caduta su un principe. Il Re e la regina si opporranno, tuo padre no, poiché è<br />

l’uomo che più ama e stima. Questo ora non mi preoccupa, ogni mia preghiera rivolta al cielo è<br />

per te e per i tuoi genitori, per la vostra felicità volentieri rinuncerei alla mia e alla sua - un<br />

profondo moto di commozione vince l’anima del principino, per quel che ha ascoltato e per le<br />

lacrime che vede cadere dagli occhi dell’amico. Si siede in braccio a lui, lo stringe forte ed<br />

entrambi affidano al pianto il comune dolore. Orazio fa forza su se stesso e riprende a leggere.<br />

C’è scritto dell’infelice, ma sincero amore del principe Amleto e della sua Ofelia, di come egli<br />

costretto dalla disperazione l’aveva allontanata da sé e giunge al lento e straziante epilogo. -<br />

Legge: Tuo padre è ostinato bei riccioli, l’ho pregato di rifiutare la sfida di Laerte, ma non vuole<br />

darmi ascolto, so che ogni cosa dipende dal destino e il destino mi fa tanta paura.<br />

E’ finita mio adorato principino, tuo padre è qui per terra, lo vedo morire, la mia anima è già<br />

insieme a lui, non ti abbandoneremo, ricordalo. Dio, è tutto così assurdo! Non posso scrivere<br />

altro, perdonami.<br />

La tua amica Lorenza. -<br />

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I due ragazzi, rapiti dalla triste lettura, non si accorgono che la notte è ormai giunta da tempo.<br />

Ognuno è trascinato dai propri pensieri e ignora l’altro, fino a quando il principino stanco si<br />

addormenta fra le braccia del suo fedele amico e affida al sonno la disperazione. Orazio sa che il<br />

gesto del principe è stato un atto di debolezza e non di perdono. Ora che dorme se lo stringe, gli<br />

accarezza il capo, poi lo bacia e gli bagna di lacrime il volto. Resta a lungo confuso a<br />

contemplarlo e a pregare. Viene scosso dal tremendo scatenarsi dei fulmini mandati dal cielo alla<br />

terra. Una pioggia fitta, triste accompagna l’urlo del cielo. Orazio copre il bambino con lo scialle,<br />

lo avvolge nella sua giacca, lo ripara fra le sue braccia e si dirige verso la corte. Il suo corpo è<br />

come un muro che protegge dall’acqua il bel fanciullo. Fa un cenno ai soldati che lo lasciano<br />

passare, conduce il principe nella sua stanza, lo adagia sul letto, lo copre e piano si allontana,<br />

deciso a cominciare il suo addestramento, ma il principe balza in piedi e gli corre vicino: “Non<br />

andartene Orazio!”<br />

ORAZIO Avanti principe, tornate a dormire.<br />

<strong>AMLETO</strong> Mi sono addormentato e tu mi hai portato qui, perché? Io volevo restare.<br />

ORAZIO Lo so, ma ha cominciato a piovere, non potevo permettere che vi bagnaste.<br />

<strong>AMLETO</strong> Dove vai, sei completamente bagnato!<br />

ORAZIO Non è un problema, la pioggia mi accompagna da sempre. Vado a compiere il mio<br />

dovere, ho diverse cose da imparare.<br />

<strong>AMLETO</strong> Presto, asciugati o prenderai freddo. Hai riparato me dall’acqua dimenticando te<br />

stesso.<br />

ORAZIO Ho agito come avrebbe fatto uno qualunque dei vostri servi. Ora coraggio, a letto o<br />

sarete voi a prendere freddo. - Lo aiuta a distendersi -<br />

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<strong>AMLETO</strong> Ti prego Orazio resta insieme a me!<br />

ORAZIO Cosa vi succede principe?<br />

<strong>AMLETO</strong> Ho paura, non lasciarmi solo!<br />

Orazio si siede accanto a lui e gli prende la mano.<br />

ORAZIO Va bene principe, ma state tranquillo.<br />

<strong>AMLETO</strong> Sì, tu però promettimi che, se dovessi addormentarmi, non te ne andrai.<br />

ORAZIO Se le mie promesse hanno ancora alcun valore, ve lo prometto.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non sono più bei riccioli per te?<br />

ORAZIO Nel mio cuore lo sarete sempre.<br />

<strong>AMLETO</strong> Mi dispiace di averti offeso, Orazio, credimi.<br />

ORAZIO Via, non pensateci più e ditemi a cosa è dovuto il vostro ripensamento? Vi ha tanto<br />

commosso quel che ha scritto Lorenza sul mio povero zio? Io però non sono come lui e forse<br />

avete ragione voi, sono solo un furfante.<br />

<strong>AMLETO</strong> Marcello dice che gli assomigli in tutto.<br />

ORAZIO Già, come voi somigliate a vostro padre, non per questo siamo obbligati ad amarci<br />

come loro. Comunque Marcello si sbaglia.<br />

Il principino lo abbraccia: “Mi stai forse dicendo che non mi ami più e che non vuoi perdonarmi?<br />

ORAZIO Per me nulla è cambiato, ma per voi sì. Ora la confusione vi fa ricredere, quando sarete<br />

più tranquillo ne riparleremo, non è per me che lo dico, ma per voi. Buona notte principe.<br />

<strong>AMLETO</strong> Buona notte Orazio.<br />

Il giovane continua a tenergli la mano fino al nascere del nuovo giorno. Il fanciullo si desta e il<br />

suo nuovo precettore lo aiuta a prepararsi, lui docile si lascia guidare.<br />

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<strong>AMLETO</strong> Perdonami, ma oggi non mi va di studiare.<br />

ORAZIO Come preferite. Non andate a dare il buongiorno ai vostri fratelli?<br />

<strong>AMLETO</strong> Ora no, più tardi forse.<br />

ORAZIO Non dovete isolarvi con il vostro dolore principe.<br />

<strong>AMLETO</strong> Ti ringrazio per il consiglio, precettore, ne terrò conto. Ormai tu non mi credi più. Hai<br />

scambiato il mio pentimento per confusione.<br />

ORAZIO E’ normale che sia così principe, credetemi. Andate, tra poco vi raggiungo con i vostri<br />

fratelli. - Orazio si dedica con devozione assoluta al proprio lavoro, senza mai riposare. Durante il<br />

giorno si occupa dell’educazione dei fanciulli e mai perde d’occhio il suo principe. La notte<br />

lascia il suo piccolo Amleto addormentato per sottoporsi all’addestramento più duro impartitogli<br />

dai soldati. Quando le forze stanno per cedere ripensa alla sua principessa che giorno e notte<br />

lavorava per loro. Solo questo gli dà la volontà di continuare e di rialzarsi quando stremato cade<br />

sotto i colpi delle violente stoccate.<br />

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CAPITOLO VENTUNESIMO<br />

Marcello preoccupato per l’abbattimento del principe decide di parlarne al sovrano e si reca da<br />

lui. Lo trova seduto con sua figlia sulle ginocchia.<br />

FORTEBRACCIO Sei davvero sicura che quando sarai grande vorrai sposare Amleto?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Puoi scommetterci! E’ il solo che potrei sposare.<br />

FORTEBRACCIO La vostra felicità è cosa che mi preme. Queste non sono decisioni che si<br />

prendono per far piacere a qualcuno.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Lo so padre, ma noi saremo felici insieme, io adoro mio fratello.<br />

FORTEBRACCIO - teneramente la stringe e le sorride - Certo bambina, so bene che adori tuo<br />

fratello. Sarà il tempo a decidere per voi. - Si avvede di Marcello - Vieni pure avanti buon soldato,<br />

ero preso dai discorsi della bambina e non mi sono accorto della tua presenza, dimmi, c’è qualche<br />

novità?<br />

MARCELLO Maestà, il principe Amleto mi preoccupa, temo per la sua salute.<br />

FORTEBRACCIO Il mio ragazzo è forte, ce la farà. Mi ha chiesto un po’ di tempo e io gliel’ho<br />

concesso, sapevo che ne avrebbe avuto bisogno. Per questo ho rimandato la sua partenza per<br />

Wittemberg. So che non furono queste le disposizioni, ma prima della volontà del principe<br />

Amleto, prima della mia promessa, credo ve nga il bene del bambino. Forse sto sbagliando ancora.<br />

MARCELLO No, non state sbagliando, signore, vi state solo comportando come un padre che<br />

prima di ogni cosa pensa al bene di suo figlio, credetemi non c’è cosa più giusta, tutti vi<br />

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ingrazieranno dal cielo, perché è proprio questo che volevano da voi. Il piccolo partirà quando<br />

starà meglio.<br />

FORTEBRACCIO Fra qualche giorno ci sarà la cerimonia per la sua incoronazione, è tutto<br />

pronto. Subito dopo partirò con l’esercito per un’impresa militare che se dovesse riuscire porterà<br />

al regno del mio piccolo Amleto gloria e potenza. Questa volta attaccherò il cuore della Polonia.<br />

MARCELLO E se l’impresa dovesse invece fallire? Non fatemi credere signore che da grande<br />

guerriero quale voi siete non avete calcolato questa possibilità, che è molto alta.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA - lascia il suo posto in braccio al padre – Dio, è tardi, Orazio mi aspetta per studiare,<br />

a presto. - Fugge via inquieta.<br />

FORTEBRACCIO Per mio figlio sono pronto a correre il rischio.<br />

MARCELLO Per lui signore o per voi? La verità è che volete fuggire, perché? Proviamo ad<br />

essere ottimisti e immaginiamo che l’impresa vada a buon fine, avete pensato a tutto il tempo che<br />

dovrete lasciarlo solo? E se dovessero uccidervi, chi potrebbe consolare quella povera creatura<br />

già così sventurata? Ricordate che avete altri quattro figli piccoli che hanno bisogno di essere<br />

guidati.<br />

FORTEBRACCIO Non sarebbero gli unici figli ad aver perso il padre in guerra.<br />

MARCELLO Avete appena detto che quel che più conta per voi è il bene del fanciullo, però vi<br />

contraddite. Desistete maestà, non è della gloria che ha bisogno il piccolo principe, ma della<br />

vostra presenza.<br />

FORTEBRACCIO Dio, stavo per commettere un altro grave errore e tu mi hai salvato appena in<br />

tempo. Non posso perdonarmi, se Amleto avesse saputo la verità in modo diverso, ora non<br />

saremmo qui a temere per lui.<br />

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MARCELLO Non sarebbe cambiato nulla, maestà, neanche se gli aveste parlato voi con dolcezza,<br />

non poteva reagire diversamente ad una tale sciagura. Addio maestà e pensateci vi prego.<br />

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CAPITOLO VENTIDUESIMO<br />

Lorenza raggiunge Orazio e Edoard che studiano ai piedi di un albero, poco distanti dal principe<br />

Amleto.<br />

Orazio Eccovi finalmente principessa!<br />

Lorenza Scusami per il ritardo. Tu continua a far studiare l’asino, io appena posso vi raggiungo,<br />

devo andare da Amleto, ho cose assai importanti da dirgli.<br />

Orazio Di quale asino parlate?<br />

Edoard L’asino sarei io.<br />

Lorenza Soddisfatto della risposta?<br />

Orazio Per niente. Aspettate signorina e ascoltatemi attentamente, perché non intendo<br />

ripetermi. Voglio che fra voi fratelli ci sia rispetto assoluto, sappiate che se qui c’è un asino siete<br />

voi, perché lui è da questa mattina che studia.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non farmi la predica precettore, perché ho fretta.<br />

ORAZIO le porge un libro Il contenuto di questo voi lo dovete raccontare a me domani e non mi<br />

importa se per impararlo ci impiegherete il vostro tempo libero e anche tutta la notte. E’ un<br />

piccolo premio per il vostro ritardo e per aver dato dell’asino a vostro fratello.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Che roba è? Non sarà uno di quei noiosissimi libri che si danno da leggere alle<br />

fanciulle?<br />

ORAZIO Ancora con questa storia! Date un’occhiata.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA, legge: “Virgilio l’Eneide”. D’accordo, credo che ti farò questo favore.<br />

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ORAZIO Oh vi conviene signorina! Sono io il precettore, spetta a me dettare le regole.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Sei un insopportabile tiranno. Mantieni tu Germilio, ripasso a riprenderlo dopo.<br />

ORAZIO prende il libro Virgilio principessa, siete davvero incorregibile!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Via che è lo stesso, credi che il tuo amico del libro possa offendersi per così poco?<br />

- corre verso Amleto –<br />

ORAZIO Ricominciamo principe?<br />

EDOARD Si. Voglio andare anch’io da Amleto.<br />

ORAZIO Certo principe, dopo vi accompagno.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA prende Amleto per mano Amleto dobbiamo fare qualcosa, nostro padre ha deciso di<br />

partire.<br />

<strong>AMLETO</strong> Per andare dove?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Dove va di solito quando parte? In guerra no? Vuole combattere contro i Polacchi.<br />

Quel soldato amico tuo dice che è molto rischioso e se dovesse morire noi che facciamo?<br />

<strong>AMLETO</strong> guarda il sepolcro Moriamo insieme a lui. Resta qui, stai tranquilla gli farò cambiare<br />

idea.<br />

Una volta giunto dal sovrano, il bel fanciullo si ferma di fronte a lui e angosciato lo guarda.<br />

FORTEBRACCIO Vieni figliolo, mi fa piacere vederti.<br />

<strong>AMLETO</strong> La mia padre non è una visita di cortesia.<br />

FORTEBRACCIO Perché? Amleto che cosa ti è accaduto?<br />

<strong>AMLETO</strong> Tu non partirai per la guerra, non senza di me. Se proprio devi andare, io verrò insieme<br />

a te. Sono forte con la lancia, so difendermi con lo scudo, con la spada sono abile e sono<br />

bravissimo a cavallo. Il coraggio non mi manca, posso dimostrartelo. È un po’ che non mi<br />

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addestro, ma posso ricominciare subito. Questa volta sono grande abbastanza per non rinunciare a<br />

mio padre, il destino non mi giocherà di nuovo, ora ho forze per gridare quel che avrei voluto dire<br />

allora. Non provare ad abbandonarmi! Non fare come lui, non scegliere l’orgoglio a tuo figlio.<br />

Mio padre vuole che tu non mi lasci, lo so, Lorenza lo vuole, io non mi separerò da te, sei tutta la<br />

mia famiglia. Non temo solo per la tua vita, io non voglio stare solo senza di te.<br />

FORTEBRACCIO lo accarezza commosso e se lo stringe fra le braccia E’ stata Lorenza a<br />

raccontarti tutto non è vero? Orazio l’aspettava, era in ritardo per lo studio e invece ecco perché<br />

aveva tanta fretta.<br />

<strong>AMLETO</strong> Si, è stata lei,. Le fai una colpa per questo? Se te ne fossi dimenticato è tua figlia, ti<br />

vuole bene e si preoccupa per te. Il dolore indurisce il cuore, io l’ho provato su me stesso, ma a<br />

causa sua tu sei diventato insensibile. Ricordati qualche volta che sei anche padre, che l’ultimo dei<br />

tuoi figli ha da poco cominciato a parlare e a camminare, ma a te cosa importa? Loro sono solo<br />

una compagnia per me, tua moglie una madre, quella donna ti vuole bene.<br />

FORTEBRACCIO Ti sbagli figlio mio, non me ne vuole, nel libro del mio destino non fu scritta<br />

la parola amore. Le altre tue accuse sono giuste e non sei il primo a farmele.<br />

<strong>AMLETO</strong> Ci siamo noi che ti amiamo. Io sono troppo giovane per far da padre ai miei fratelli.<br />

FORTEBRACCIO Calmati figliolo mio, avevo già deciso di non partire più. Marcello mi ha fatto<br />

capire che stavo per commettere un altro errore imperdonabile.<br />

<strong>AMLETO</strong> E tu pensi che io sia tanto stupido da crederti? Tu organizzi un’impresa militare e per<br />

le parole di un soldato e di un ragazzino ci rinunci?<br />

FORTEBRACCIO Si, è così. Non credi più a tuo padre?<br />

<strong>AMLETO</strong> Su questo no signore.<br />

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FORTEBRACCIO Ascoltami bene ragazzo mio, io non ho alcuna intenzione di lasciarti. Ti<br />

aiuterò a diventare un grande Re, come ho promesso a lei.<br />

<strong>AMLETO</strong> Se è vero, rinnova a me che sono tuo figlio, il giuramento che facesti a lei.<br />

FORTEBRACCIO lo stringe, poi gli prende la mano in segno di promessa e lo guarda negli occhi.<br />

Giuro di restare sempre al tuo fianco. Cercherò di essere un padre migliore. Tieniti pronto, fra<br />

qualche giorno sarai tu il Re. Guardami figliolo, è necessario, ma non cambierà nulla, te lo<br />

prometto. Cerca di recuperare le forze per quel giorno.<br />

<strong>AMLETO</strong> Ci proverò padre, addio.<br />

FORTEBRACCIO lo bacia e gli posa una mano sul capo Dio ti benedica piccolo.<br />

Il bel fanciullo si tormenta al pensiero che Fortebraccio lo abbia ingannato e che invece possa<br />

partire per la guerra. A quest’idea, si isola ancor più. Orazio perplesso e attento lo sorveglia, fino<br />

a quando giunge il giorno tanto atteso da tutti.<br />

CAPITOLO VENTIT<strong>RE</strong>ESIMO<br />

L’intero paese è in fermento per l’incoronazione del piccolo Re. C’è grande festa per le strade<br />

affollate di gente, tutti esprimono la propria gioia fra canti e balli. I musici suonano allegramente,<br />

i bambini spargono fiori, le donne investono l’aria con il loro vociare. Suoni e colori si<br />

confondono, i commedianti recitano i loro spettacoli migliori. Da anni non regnava una tale<br />

felicità fra i Danesi. A corte c’è un gran via vai. Le balie indaffarate preparano i principini che<br />

restano stranamente composti accanto alla loro madre. Per questo giorno di grande festa ovunque<br />

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ci sono tavole imbandite. Per ordine del Re sono stati distribuiti cibi prelibati e buon vino, perché<br />

tutti, anche i più poveri possano gioire per il piccolo Re e dimenticare per qualche ora le passate<br />

sciagure. Ogni cosa è stata organizzata in modo da permettere al maggior numero di persone di<br />

assistere alla cerimonia d’incoronazione. I soldati vigili e felici si schierano in alta uniforme e<br />

attendono impazienti l’arrivo del principino, che prima di prepararsi si reca alla tomba dei suoi<br />

cari per pregarli di assisterlo dal cielo. Nel vederlo indugiare Orazio gli fa cenno di seguirlo.<br />

ORAZIO Andiamo principe, è tardi, le balie vi stanno aspettando.<br />

<strong>AMLETO</strong> bacia la tomba Arrivo. Ti prego Orazio, aiutami tu a prepararmi, non mi va di vedere<br />

visi raggianti, né di sentire complimenti inutili.<br />

ORAZIO Come volete. Così però non va bene, perché lo vogliate o no, la musica oggi è questa.<br />

Cosa volete dire poi, che la mia faccia non è raggiante?<br />

<strong>AMLETO</strong> Oh sicuro che lo è come la mia.<br />

ORAZIO Siete un piccolo furfante, andiamo.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non farmi la bricconata di sparire proprio oggi, Orazio.<br />

ORAZIO Oh quale alta opinione avete del vostro servo! Sono si una canaglia, ma non tanto!<br />

Per attenuare la tensione nel cuore del piccolo, Orazio per gioco lo prende sulle spalle e se lo<br />

porta via. In tutta fretta poi lo aiuta a cambiarsi. Il Re preoccupato per il ritardo di Amleto, lo<br />

raggiunge.<br />

ORAZIO E’ pronto maestà. Vi lascio soli.<br />

FORTEBRACCIO lo prende per mano Andiamo figliolo, non devi avere paura io ti resterò vicino<br />

tutto il giorno, mostrati sicuro come ti ho insegnato. Ricordati, un Re non abbassa mai lo sguardo,<br />

perché il popolo negli occhi fieri del sovrano riconosce la propria sicurezza.<br />

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<strong>AMLETO</strong> Dio, non credo di farcela! Ho tanta paura.<br />

FORTEBRACCIO Lo so. No, niente lacrime, ora ascolta. La paura e il dolore devi nasconderli<br />

bene in fondo al tuo cuore e devi sorridere al popolo, perché è così che la gente vuole vedere il<br />

proprio Re. Bisogna fingersi felici anche se dentro si muore. Il giorno che diventai Re, ero molto<br />

triste. Avevo tanto ambito questo regno e tutto a un tratto mi accorgevo che non lo volevo più.<br />

Una sola cosa mi restava ed eri tu fra le mie braccia. Per te è più difficile, non sei che un<br />

fanciullo, ma è un sacrificio che ti chiedo solo per oggi bambino, da domani tutto tornerà come<br />

prima e nessuno più ti tormenterà. Pensa che questo giorno per tanti significa la gioia, per me la<br />

tranquillità. Non dimenticare chi sei. Questo passo non devi compierlo per me o per te stesso, ma<br />

per tuo padre che di certo se avesse potuto sarebbe stato un grande Re e che dal cielo sarà felice<br />

vedendo il suo figlioletto con la corona sul capo. So che non lo deluderai.<br />

<strong>AMLETO</strong> No, non lo deluderò, vedrai potrà essere fiero di me.<br />

FORTEBRACCIO Ero certo che avresti capito. Ti sforzerai di sorridere?<br />

<strong>AMLETO</strong> Lo farò padre.<br />

FORTEBRACCIO lo bacia Bene, andiamo, i tuoi sudditi ci stanno aspettando.<br />

All’arrivo del bel principino: squilli di trombe, rullo di tamburi e spari di cannoni bussano fino<br />

alle porte del cielo, dove la bella Ofelia, stretta finalmente all’amato principe è felice nel veder<br />

diventare Re il suo adorato bambino, per il quale aveva tanto temuto vergogna e pericoli. E’<br />

splendido il fanciullo mentre saluta la folla che esulta. I suoi sorrisi vengono accolti da mani<br />

agitate, da applausi, da berretti levati al cielo, da cori di approvazione e da lacrime di<br />

commozione. Fortebraccio lo accompagna, il piccolo lo guarda ammirato, rapito, come se la sua<br />

vita, il proprio destino fossero legati stretti a quell’uomo. La folla mostra gratitudine, amore al<br />

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Re straniero e lo acclama. Fortebraccio pone la corona sul capo del suo piccolo Amleto e lo<br />

dichiara ufficialmente Re. E’ il primo a giurargli fedeltà, promette poi al popolo di restare<br />

accanto al ragazzo fino al giorno in cui sarebbe stato in grado di governare e che avrebbe<br />

continuato a fare gl’interessi del paese. Il tripudio è generale. Amleto chiama accanto a se i suoi<br />

fratelli. La gente festosa saluta i principini. Il fanciullo stupisce tutti, anche Fortebraccio e sua<br />

moglie quando prende per mano Lorenza e la presenta al popolo come la sua futura sposa.<br />

<strong>AMLETO</strong> Sarà lei un giorno la vostra regina, se il suo cuore continuerà ad amarmi come ora.<br />

La principessina viene sommersa dai fiori.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA a parte ad Amleto Al diavolo tu e l’idiota di tuo padre, potevate al meno avvisarmi.<br />

Per colpa vostra mi vergogno tanto, non ve lo perdonerò.<br />

<strong>AMLETO</strong> a Lorenza Nostro padre non ha colpa, è stata un’idea mia.<br />

FORTEBRACCIO, alla folla. Devo confessarvi che questa notizia sorprende anche me.<br />

Conoscevo la sua intenzione di sposare la principessa Lorenza un giorno, ma non credevo che<br />

volesse renderlo ufficiale. Sono bambini ancora, ma dal momento che hanno deciso, io qui gli do<br />

la mia benedizione. Dio vi benedica ragazzi.<br />

SOFIA Sono commossa signore, stanno davvero bene insieme. Tu Lorenza, dovrai cambiare un<br />

po’ se dovrai diventare la sposa di un Re.<br />

<strong>AMLETO</strong> No signora, a me piace così.<br />

I presenti divertiti ridono. La grande festa prosegue. Marcello orgoglioso conduce i soldati a<br />

rendere omaggio al piccolo Re. Bernardo non ha toccato vino per quel giorno ha lasciato da parte<br />

il suo fiasco. E’ giunto finalmente il momento di essere sobrio per lui.<br />

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BERNARDO fra sé Eccolo mia piccola Lorenza, il nostro ragazzo è sistemato. No, non chiedere<br />

altro al tuo Bernardo! Avete affidato il fanciullo ad un uomo che è parente stretto dell’onore e<br />

della bontà, non per altro fu il Re Amleto a sceglierlo per te, ora si che ne comprendo la ragione.<br />

Il ragazzo mantiene la parola data a Fortebraccio, il suo comportamento è impeccabile.<br />

Impassibile riceve i saluti, ma ah il solo momento di debolezza proprio quando Bernardo va a<br />

giurargli fedeltà. Gli butta le braccia al collo e per nascondere il pianto rifugia il capo sulla grande<br />

spalla del soldato che turbato lo stringe.<br />

BERNARDO fra sé No ragazzo, tu non devi volermi bene, ho fatto l’impossibile in questi anni<br />

per evitarlo, occupandomi solo della tua sicurezza e mai del tuo cuore. Io ti ho sempre ferito, tu<br />

non puoi amarmi – a Amleto – Coraggio mio piccolo Re vederti con la corona è la sola gioia che<br />

provo dopo dodici lunghi anni.<br />

Il bel fanciullo non può dargli risposta, la voce gli resta bloccata nel petto accanto al cuore<br />

oppresso.<br />

CAPITOLO VENTIQUATT<strong>RE</strong>SIMO<br />

Nei giorni seguenti Bernardo continua a tener lontano il suo compagno di sempre e per la prima<br />

volta sopporta da solo il devastante dolore che l’opprime. Sa bene cosa gli resta, è ormai pronto a<br />

guardare il suo destino nei neri occhi e per farlo si reca deciso al sepolcro della sua piccola<br />

principessa. Trova li il bel fanciullo che prega. Nel vederlo il soldato, ha un attimo di esitazione.<br />

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BERNARDO a parte Dio il ragazzo, non ci voleva. Devo liberarmi di lui. – gli va vicino e gli posa<br />

la pesante mano sulla spalla. – ancora qui giovanotto? Avanti, torna a palazzo, fila! Un ragazzo alla<br />

tua età, dovrebbe divertirsi, andarsene in giro, correre a cavallo e invece tu continui a non far<br />

niente.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non è vero che non faccio niente. Guarda Bernardo, ho ripreso a studiare, però da qui<br />

non mi muovo. Perché non mi aiuti?<br />

BERNARDO Ti fai gioco di me lattante? Lascia che sia Orazio ad aiutarti, è lui che ha studiato.<br />

<strong>AMLETO</strong> Meglio di no, io e lui non andiamo troppo d’accordo negli ultimi tempi. Farò da solo.<br />

BERNARDO Diavolo, non puoi continuare a stare qui tutto il giorno.<br />

<strong>AMLETO</strong> E perché no? E’ questo il mio posto. La mia serenità è sepolta qui insieme ai miei<br />

cari.<br />

BERNARDO Non ami più Fortebraccio? Ti ho visto durante la cerimonia, i tuoi occhi erano<br />

pieni d’amore mentre si posavano su di lui o forse hai soltanto finto?<br />

Amleto No, non ho finto, ma presto perderò anche lui. Ha deciso di partire per la guerra e forse<br />

non tornerà. Mi ha assicurato che intende rinunciare a questa impossibile impresa, ma io non gli<br />

credo, lo dice solo per tenermi tranquillo. Voi grandi fate sempre come vi pare ed io sono stanco<br />

di subirne le conseguenze. Faccia come crede, ogni cosa ricadrà su sua figlia.<br />

BERNARDO Ma bravo! Hai preso proprio il lato migliore del tuo povero padre, che il principe<br />

mi perdoni, l’imbecillità. Vuoi come lui allontanare da te le persone che più ti amano? Vuoi<br />

ferirle? Vuoi trascinarle nel baratro? Guarda ragazzo mio – gli indica il sepolcro – questo è il<br />

frutto della vendetta. Non provare a far soffrire quella bambina, anche dall’inferno te lo impedirò.<br />

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Sono certo che un giorno sarai sereno insieme a lei e che terrai nascosto in un angolo del tuo<br />

cuore le cose terribili che ti sono accadute e che purtroppo ti accadranno.<br />

<strong>AMLETO</strong> Cosa significa quel che mi hai detto?<br />

BERNARDO Niente, ragazzo.<br />

<strong>AMLETO</strong> Tu non hai compreso Bernardo. Io non potrei mai ferire Lorenza, l’adoro e la voglio<br />

sempre al mio fianco, non agirò mai con lei, come fece il principe con mia madre. Io mi riferivo<br />

al dolore che proverà se nostro padre dovesse … dio no, non posso pensarci!<br />

BERNARDO Sei un bravo ragazzo, avanti, prendi il tuo cavallo e vattene un po’ in giro. Lampo<br />

non è abituato ad essere trascurato. Hanno dimenticato di dirti che lampo fu il cavallo della mia<br />

Lorenza, glielo donò tuo padre. Prima di morire ci disse che doveva diventare il tuo cavallo. Devi<br />

averne sempre buona cura, perché lei amava molto quell’animale.<br />

<strong>AMLETO</strong> Quel cavallo che già mi era caro, ora sarà per me ancor più sacro.<br />

BERNARDO Quella poveretta di tua madre, non sarà certo contenta nel vederti sempre lagnare.<br />

<strong>AMLETO</strong> Parlami di lei.<br />

BERNARDO Di tua madre?<br />

<strong>AMLETO</strong> No, di Lorenza. Ho letto il suo diario, lì c’è scritto dei miei genitori tutto quel che<br />

potevo sapere, ma di lei parlava poco. Ha confidato a me per primo il segreto del suo cuore, poi<br />

so e forse sbaglio a dirtelo, che pensava molto a te, e in più ho capito che era triste, nient’altro.<br />

BERNARDO Non fu sempre così. Un tempo era felice, il suo volto innocente era accarezzato<br />

dal sorriso, il suo cuore puro accompagnato dalla fantasia. Aveva sempre voglia di scherzare e con<br />

le sue trovate rallegrava tutti. Era vivace, spensierata, coraggiosa, libera e forte come il vento che<br />

soffia da queste parti, fino al giorno in cui tutte le sue certezze crollarono e le malvagie azioni di<br />

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suo padre la condussero così piccola alla rovina. Ricordo quando più piccina di te, sfuggiva alle<br />

balie, me la vedevo comparire davanti tremante di freddo. Io allora me la prendevo fra le braccia,<br />

mi sedevo con lei vicino al fuoco e le raccontavo una storia. Lei adorava i miei racconti, specie<br />

quelli che parlavano delle imprese di Amleto il valoroso, ascoltando la mia voce qualche volta si<br />

addormentava. Il resto fattelo dire da Marcello. Ti prego, ora vattene.<br />

<strong>AMLETO</strong> Sono uno stupido, perdonami Bernardo, non dovevo chiederti di lei.<br />

BERNARDO Non importa. Dimmi ti isoli per non parlare con nessuno e poi tormenti me con le<br />

tue chiacchiere, perché? C’è tanta gente che sarebbe lieta di ascoltarti.<br />

<strong>AMLETO</strong> Mi piace parlare con te.<br />

BERNARDO Non farci troppo l’abitudine.<br />

<strong>AMLETO</strong> Perché? Anch’io ti voglio bene. – il soldato severo lo guarda. –<br />

BERNARDO Peggio per te. Io del tuo affetto non so che farmene.<br />

<strong>AMLETO</strong> Raccontami una delle tue storie Bernardo.<br />

BERNARDO Va via ragazzo.<br />

<strong>AMLETO</strong> Solo se mi spieghi perché vuoi che me ne vada.<br />

BERNARDO Ho da fare.<br />

<strong>AMLETO</strong> Fai pure quel che devi, io non ti darò fastidio.<br />

BERNARDO Voglio pregare.<br />

<strong>AMLETO</strong> Pregheremo insieme.<br />

BERNARDO Questo genere di preghiere non fa per te. Ascolta giovanotto, io ti racconto una<br />

delle mie storie, ma poi tu mi lasci solo.<br />

<strong>AMLETO</strong> D’accordo.<br />

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BERNARDO Bravo figliolo, vieni qui, in braccio al tuo Bernardo. – Il fanciullo rapito lo ascolta<br />

e spera che quel racconto non termini mai, ma la fine giunge. –<br />

BERNARDO Ehi Orazio! - Il giovane accorre.<br />

ORAZIO Eccomi signore.<br />

BERNARDO Sei un incapace! Così ti occupi del fanciullo? Non sai che a quest’ora devi<br />

riportarlo a corte? Avanti spicciati.<br />

ORAZIO Perdonatemi signore, avete ragione. – a Amleto – Rientriamo altezza? – Il soldato fissa<br />

il fanciullo. –<br />

BERNARDO a parte Non mi stancherei mai di guardare il tuo bel viso. No, non posso fermarmi<br />

a pensare al tuo pallore. Io non ho scelta, se non mi uccide la spada, lo farà il vino. Sono un<br />

soldato e voglio morire con onore, non come un miserabile. So che ti darò un nuovo dolore, ma<br />

passerà.<br />

<strong>AMLETO</strong> Cosa ti succede Bernardo?<br />

BERNARDO Nulla, sparisci. – il bel fanciullo gli bacia e gli ribacia le labbra, poi lo stringe.<br />

<strong>AMLETO</strong> non mandarmi via, ti prego!<br />

BERNARDO Fila! Il ragazzo obbedisce e attende l’amico.<br />

BERNARDO Orazio vieni qui, manda da me Marcello e tieni lontano da qui il ragazzo fino a<br />

domani.<br />

ORAZIO Dio, perché Bernardo?<br />

BERNARDO Fai come ti ho detto e niente domande. Devo parlare con Marcello e per il piccolo<br />

fa troppo freddo.<br />

ORAZIO Come vuoi Bernardo.<br />

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BERNARDO Dio ti assista ragazzo.<br />

ORAZIO E illumini il tuo cuore. – prima di seguire l’amico il piccolo Amleto lascia cadere il<br />

diario di Lorenza, poi insieme ad Orazio va a chiamare Marcello. Appena resta solo Bernardo<br />

estrae la spada e la guarda. –<br />

BERNARDO Ho compiuto il mio dovere con il ragazzo e con te, mi sono assicurato che<br />

diventasse Re, ora devo compierlo con me stesso. Perdonami bambina, ma il dolore non mi lascia<br />

scelta. – Con decisione si pianta la spada nel petto e crolla dinanzi al sepolcro sommerso dal suo<br />

sangue, che sgorga dalla ferita come un fiume inarrestabile quando è in piena. E’ questo l’atroce<br />

spettacolo che trova Marcello appena giunge. Si precipita accanto all’amico, s’inginocchia nel<br />

sangue e lo scuote. Sente che respira piano, lo solleva, lo sorregge fra le braccia e si arrende ad<br />

un nuovo seppur temuto dolore. –<br />

MARCELLO Perché Bernardo? Non dovevi! Perdonami Lorenza, mi avevi pregato di aiutarlo,<br />

ma sono arrivato tardi.<br />

BERNARDO Lo vedi Marcello? Il tuo più caro amico non è un vigliacco, ha saputo morire<br />

dignitosamente.<br />

Marcello sa che non può salvarlo e resta impotente a piangerlo.<br />

BERNARDO Perdonami se ti do questo dolore, ma ti voglio vicino quando chiuderò gli occhi. Ti<br />

prego, devi seppellirmi qui accanto a lei. Dimmi che lo farai.<br />

MARCELLO in lacrime Si lo farò, te lo prometto.<br />

BERNARDO Il ragazzo non deve sapere, è già troppo turbato. Raccontagli che sono partito.<br />

MARCELLO D’accordo Bernardo.<br />

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BERNARDO Marcello, devi essere sereno, perché finalmente troverò la pace, di cui ho tanto<br />

bisogno. Non voglio vederti soffrire in questo modo. – frattanto mentre si avvia insieme a Orazio<br />

al castello, il piccolo Amleto si ferma. –<br />

ORAZIO Cosa succede altezza?<br />

<strong>AMLETO</strong> Devo tornare indietro, ho lasciato lì il diario di Lorenza.<br />

ORAZIO lo trattiene No, non dovete tornarci, a nessun patto.<br />

<strong>AMLETO</strong> E perché?<br />

ORAZIO Perché è molto tardi. Custodirà Bernardo il diario, ve lo restituirà domani.<br />

<strong>AMLETO</strong> No, lo rivoglio subito.<br />

ORAZIO Via, non siate ostinato, datemi ascolto.<br />

<strong>AMLETO</strong> Se vuoi seguimi, altrimenti vai all’inferno. – Orazio lo precede e una volta lì si trova di<br />

fronte il sangue, Bernardo agonizzante, Marcello disperato. Il suo primo istinto lo porta a<br />

bloccare il fanciullo e a stringerlo per impedirgli la straziante visione.<br />

ORAZIO No, fermati bei riccioli! Non andare!<br />

<strong>AMLETO</strong> Cosa succede? Lasciami! - Con la forza di un uomo lo scaraventa a terra -<br />

<strong>AMLETO</strong> Bernardo! – Orazio prontamente si rialza e gli corre dietro.<br />

<strong>AMLETO</strong> Ecco dunque la tua preghiera mio Bernardo! Per questo dovevo andarmene! – Si china<br />

sul morente e come quando l’aveva salutato continua a baciargli le labbra. –<br />

<strong>AMLETO</strong> Aiutalo Marcello!<br />

MARCELLO Non possiamo far niente per lui.<br />

ORAZIO Sei riuscito a curare me Marcello, provaci anche con lui.<br />

MARCELLO la ferita è mortale, è un soldato, sapeva come colpirsi senza sbagliare.<br />

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ORAZIO Non possiamo lasciarlo morire qui.<br />

MARCELLO Hai ragione. Aiutami, trasportiamolo al caldo.<br />

BERNARDO No, qui voglio morire. – Il fanciullo lo copre con la sua piccola giacca.<br />

BERNARDO Lunga vita al mio piccolo Re.<br />

<strong>AMLETO</strong> Il tuo piccolo Re non credo che potrà sopportare anche questo. Tutta colpa della<br />

corona: se solo io non fossi diventato Re, tu non saresti qui per terra!<br />

BERNARDO Il tuo Bernardo ora potrà riposare. Io so che sei forte mio piccolo Re. – muore –<br />

MARCELLO Porta via il ragazzo.<br />

ORAZIO No Marcello, non ti lascio solo. Voglio aiutarti a seppellire il povero Bernardo. –<br />

insieme danno sepoltura al soldato, sotto gli occhi smarriti del fanciullo. –<br />

CAPITOLO VENTICINQUESIMO<br />

Dopo la morte di Bernardo, il piccolo Re diventa ancor più taciturno e solitario. Non cerca più la<br />

compagnia dei suoi fratelli, trascorre sempre più tempo seduto accanto al sepolcro. Legge e<br />

rilegge il diario della principessa e diventa ogni giorno più pallido, sconvolto al pensiero di<br />

perdere anche Fortebraccio. Una nuova sera è giunta, Orazio conduce il ragazzo a corte, lui senza<br />

opporsi lo segue. Il giovane lo accompagna nella sua stanza e mentre il bambino dorme siede<br />

accanto a lui e sfoglia un libro, senza però potersi concentrare. Incubi atroci attraversano i sogni<br />

dell’innocente, che sudato e stravolto si desta.<br />

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<strong>AMLETO</strong> Il sangue! Bernardo! Orazio è terribile, mio padre è partito per la guerra, lo hanno<br />

ucciso, l’ho visto! – Orazio getta via il libro, prende il piccolo fra le braccia e gli asciuga il sudore<br />

dal viso.<br />

ORAZIO Calmati bei riccioli. Tuo padre è vivo, non è andato in guerra. Hai fatto solo un brutto<br />

sogno.<br />

<strong>AMLETO</strong> Dov’è? Chiamalo, ti prego!<br />

ORAZIO Ora bei riccioli? Non possiamo disturbarlo in piena notte, lo vedrai domani.<br />

<strong>AMLETO</strong> No, voglio vederlo subito.<br />

ORAZIO Ascolta, ti prometto che domani per prima cosa vado a cercarlo.<br />

<strong>AMLETO</strong> Potrai mai perdonarmi Orazio? Sono stato davvero ingiusto con te. So che mi hai<br />

sempre voluto bene. Ti prendi cura di me senza mai riposare. Io non ho mai smesso di amarti.<br />

ORAZIO Lo so.. sta tranquillo piccolo, non pensarci più. Dio, ma tu tremi!<br />

Amleto ho freddo, mi sento stanco. Aiutami a distendermi Orazio.<br />

Dov’è mio padre? Digli di non partire.<br />

ORAZIO Stai male bei riccioli? - il piccolo si lamenta, invoca suo padre. Il suo respiro è<br />

sempre più affannoso. Orazio gli tocca la fronte e la sente bruciare. La paura lo soffoca e quasi<br />

non gli consente di vedere. Incerto si porta sulla soglia e cerca aiuto. La balia del piccolo Re<br />

accorre.<br />

BALIA Che cosa succede signore?<br />

ORAZIO Aiutami balia, il ragazzo sta male!<br />

BALIA Calmatevi figliolo e siate più chiaro. Che cosa è successo al bambino?<br />

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ORAZIO Credo che abbia la febbre molto alta. La sua fronte brucia e respira a fatica, bisogna far<br />

chiamare Fortebraccio, subito.<br />

BALIA A quest’ora della notte ragazzo mio? No, non occorre, sarà solo uno di quei piccoli<br />

malanni che colpiscono spesso i bambini. Non possiamo per questo violare l’intimità di due<br />

giovani sposi. Siete un uomo anche voi e comprenderete….<br />

ORAZIO La sola cosa che ora comprendo è che bei riccioli, il mio signore sta male e ha bisogno<br />

di suo padre, del resto non mi importa. Se non andrete voi a chiamarlo, vi assicuro che vi andrò io.<br />

BALIA State tranquillo, voi siete troppo irruente giovanotto, non è il caso di preoccuparsi tanto.<br />

Fatemi vedere che cosa gli accade, io ne capisco di bambini! – accarezza la testa bionda del<br />

fanciullo. –<br />

BALIA, a Amleto Allora piccolo mio, cosa vi succede?<br />

<strong>AMLETO</strong> Bernardo! Il sangue! Mio padre, dov’è? Digli di non partire Orazio! Vogliono<br />

ucciderlo è morto anche lui. Mia madre, la vedo, è bella come un angelo!<br />

ORAZIO Tuo padre sta bene bei riccioli: è nelle sue stanze e presto sarà qui. – la donna posa una<br />

mano sulla fronte del bambino.<br />

BALIA Dio che febbrone! Forse avete ragione, bisogna informare i signori. Voi nel frattempo<br />

fategli degli impacchi di acqua fredda sulla fronte. Badate, il panno deve essere sempre bagnato.<br />

ORAZIO Penserò io al ragazzo, in questo momento, la sola cura per lui è Fortebraccio. Ditegli<br />

di venire. – l’esile donna si allontana in fretta. Orazio torna a sedersi accanto al suo piccolo<br />

signore. Devoto continua a bagnargli la fronte che arde come fuoco. Gli occhi stanchi del fedele<br />

Orazio, non sanno liberarsi più dal pianto, ne la sua anima può pregare, quell’avanzo di forza che<br />

gli resta, lo impiega a bagnare la fronte al fanciullo. Nel sentire quel frastuono Lorenza e i suoi<br />

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fratelli si destano e corrono nella stanza del piccolo Amleto. I principini seguono la sorella che si<br />

accosta al letto del fanciullo.<br />

ORAZIO Cosa fate qui bambini? Avanti, tornate a dormire.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Vogliamo sapere come sta Amleto.<br />

ORAZIO Sta bene, sparite.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Menti, i tuoi occhi lo confermano. Se tu che sei un uomo di coraggio versi lacrime<br />

come una debole ragazza, ciò vuol dire che Amleto è grave. – il giovane si asciuga gli occhi con la<br />

mano. –<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non nasconderti, ti ho visto, dimmi la verità ti prego!<br />

ORAZIO Ancora non sappiamo quel che ha. Per questo è bene che non vi avviciniate a lui, al<br />

meno per ora.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Sei un falso predicatore. Perché tu gli stai così vicino allora?<br />

ORAZIO Io non sono un bambino signorina e inoltre non mi separerò da lui fino a quando<br />

entrambi continueremo a respirare.<br />

Lorenza Hai letto il mio pensiero, anch’io farò così. – la principessina bacia le labbra bollenti<br />

del piccolo Re e una lacrima innocente gronda sul volto pallido del bel fanciullo, che nel delirio<br />

continua a chiamare Fortebraccio.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Mio padre è stato avvisato? Corro a chiamarlo.<br />

ORAZIO, la ferma No principessa, sono già andati ad avvisarlo.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Perché non viene ancora? Vado da lui.<br />

ORAZIO No, aspettate. Non credo che sia conveniente che voi andiate da vostro padre.<br />

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LO<strong>RE</strong>NZA Al diavolo, convenienza o no io vado. – a Edoard – Tu Edoard è meglio che aspetti<br />

qui fuori con i bambini, ansi è meglio che torniate a letto.<br />

ERRIK No, no.<br />

EDOARD Vogliamo notizie di Amleto anche noi siamo preoccupati.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Va bene, aspettatemi qui fuori. – esce con i fratelli per andare a cercare suo padre. –<br />

CAPITOLO VENTISEIESIMO<br />

Frattanto la bella Sofia prova a confortare il suo sposo, che seduto sul letto si tormenta fra<br />

pensieri e rimorsi, che non lo lasciano dormire. La donna siede accanto a lui, gli accarezza la<br />

guancia e il capo, ma sono carezze che il nobile guerriero non desidera.<br />

SOFIA State male signore?<br />

FORTEBRACCIO Sto bene, torna a dormire e lasciami ai miei pensieri. – la splendida donna gli<br />

bacia le labbra, ma prontamente lui l’allontana da se. –<br />

SOFIA Non siete riuscito a perdonarmi. Date a me la colpa di tutto quel che è accaduto al<br />

piccolo danese.<br />

FORTEBRACCIO Mai potrò perdonarti, insensibile donna! Ti sposai perché fossi per lui una<br />

madre e invece hai lasciato che crescesse senza amore e questo gli ha reso la sua sventura ancor<br />

più crudele e il ricordo della sua povera madre più straziante. Mi hai giurato più volte, prima delle<br />

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nozze che avresti amato quella creatura come se fosse nata da te. Per questo solo ho tradito i miei<br />

sentimenti. No, non tornare a rinfacciarmi il mio amore per Lorenza, perché sposandoti non ho<br />

tradito lei, che non mi amava, bensì me stesso. Ti assicuro che se lei avesse provato amore per<br />

me, io non avrei mai cercato una madre per il mio Amleto.<br />

SOFIA Le vostre accuse e la vostra freddezza mi feriscono.<br />

Fortebraccio Se tu sei ferita donna, io sono già morto.<br />

SOFIA So di aver sbagliato, ma sono pentita. Avrò cura del piccolo Amleto e insieme lo<br />

aiuteremo a dimenticare la sua terribile storia.<br />

FORTEBRACCIO E’ troppo tardi ormai. Non sei tu la sola ad aver sbagliato con lui, il primo<br />

colpevole sono io, ciò che abbiamo fatto a quel ragazzo non merita perdono.<br />

SOFIA Basta, non tormentatevi più. Siete troppo severo con voi stesso, dovreste essere felice,<br />

avete realizzato il vostro desiderio, il piccolo danese è diventato il Re.<br />

FORTEBRACCIO Da quando ha saputo che non sono io suo padre, non mi ama più. Se mi ha<br />

salvato dal giusto castigo deciso per me dai soldati, lo ha fatto solo per rispettare le ultime<br />

volontà del suo vero padre. Se il piccolo e i soldati mi hanno perdonato, io non mi perdono e so<br />

che neanche il cielo e quei poveri morti possono farlo. – I suoi splendidi occhi si perdono al fine<br />

sulla lama lucente della spada appoggiata alla parete.<br />

SOFIA Basta signore, distogliete gli occhi da quell’arma, volete forse uccidermi?<br />

FORTEBRACCIO triste sorride Uccidere te? No, benché lo meriteresti, donna. Credi che io<br />

sia un mostro? Non colpirei mai la madre dei miei bambini. – Si alza pronto ad uscire. –<br />

Perdonami, ma ho bisogno di stare solo.<br />

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SOFIA No, restate. Vado dai bambini. – Appena fuori dalla stanza la piccola Lorenza si butta in<br />

lacrime fra le sue braccia. La donna se la stringe al petto.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Madre mia, vieni, chiama anche mio padre! E’ terribile!<br />

SOFIA Coraggio piccola mia. Cosa fai ancora alzata? E cos’è che ti sconvolge tanto?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Amleto sta molto male, ha la febbre alta, delira e non riconosce più nessuno.-<br />

SOFIA Oh Dio! Vado a chiamare tuo padre.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA No, tu va da Amleto, dimostragli un po’ d’affetto, mio padre lo chiamerò io.<br />

SOFIA Va bene, ma dagli la notizia con calma, e già molto turbato.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Fidati di me. – la donna si allontana, la bambina raggiunge Fortebraccio che continua<br />

a restare immobile, fino a quando sua figlia non gli si posa sulle ginocchia e lo bacia. Egli la<br />

guarda e l’accarezza.<br />

FORTEBRACCIO Cosa fai qui Lorenza?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Dimenticando le raccomandazioni di sua madre. Devi venire insieme a me da Amleto,<br />

sta molto male, ha la febbre e ha bisogno di averti vicino. Ho paura che muoia!<br />

Fortebraccio non dice nulla, ma sconvolto da quelle parole confuse e innocenti, posa a terra sua<br />

figlia e corre da Amleto. La bambina spaventata lo segue.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Dio, sono un imbecille! La mamma mi aveva raccomandato di stare attenta a quel che<br />

dicevo, ma ormai è tardi. – Al capezzale del bel fanciullo ci sono anche il buon Marcello e Sofia.<br />

La donna accarezza teneramente il piccolo. Amleto apre gli occhi.<br />

<strong>AMLETO</strong> Signora, dov’è mio padre? E’ già partito per la guerra? Non è venuto neanche a<br />

salutarmi!<br />

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SOFIA Stai tranquillo piccolo, ora ci sono io vicino a te. Vedrai presto starai bene. – Gli occhi<br />

erranti del fanciullo si riempiono di lacrime.<br />

<strong>AMLETO</strong> Dov’è mio padre? Voglio vederlo! Chiamatelo, vi prego, ditegli di tornare!<br />

SOFIA a parte E’ ha il coraggio di sostenere che questo povero ragazzo non lo ama più. – Ad<br />

Amleto – calmati caro, lui non è partito, sarà da te fra breve. – Appena Fortebraccio giunge<br />

Orazio gli corre incontro.<br />

ORAZIO Grazie a Dio signore, siete qui. Non ha fatto altro che chiamarvi. E’ terrorizzato<br />

dall’idea che voi possiate partire per la guerra. Consolatelo vi scongiuro! Prendete il mio posto<br />

accanto a lui. – Fortebraccio s’inginocchia accanto al letto bacia al fanciullo la fronte, le labbra e<br />

nel sentirlo ardere per la maligna febbre, perde coraggio e volontà.<br />

FORTEBRACCIO Eccomi figliolo mio, sono qui. Ti prego, dimmi che puoi ascoltarmi. – non<br />

riceve risposta dal fanciullo che diventa sempre più debole - a Marcello - Ascolta, voglio che<br />

vengano consultati i medici più preparati, anche quelli stranieri. Lui è il Re e deve guarire. Ti<br />

prego occupatene personalmente.<br />

MARCELLO Sì mio signore.<br />

I medici sentenziano. Il piccolo Re si è ammalato gravemente per salvarlo bisogna affidarsi, più<br />

che alle cure terrene, al cielo. La notizia si diffonde nel paese, che si chiude in una profonda e<br />

cupa tristezza per la malattia del piccolo Re. Fortebraccio non si separa da lui un istante. Lo cura<br />

e per fargli sentire la sua presenza, continua a tenergli la mano. Lo fissa, è pallido, immobile,<br />

come se fosse già morto, lo sente respirare a fatica. Quando Fortebraccio ascolta l’innocente<br />

voce che continua a chiamarlo, si arrende impotente al dolore. I suoi occhi fieri e orgogliosi, che<br />

di fronte a tante sventure sempre erano rimasti asciutti non possono più trattenere il pianto e si<br />

accorge nella disperazione che sapore dolce hanno le lacrime, una pietanza che egli da prode non<br />

conosceva e che ora è la sola che lo nutre e lo sostiene.<br />

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FORTEBRACCIO Tu me lo affidasti in fasce Lorenza, ti scongiuro, ora non portarmelo via. Io<br />

non potrò sopportare un così grande dolore! – Orazio rimasto in piedi, appartato per tutto il<br />

tempo, prende per mano la piccola Lorenza ed esce con lei. Ad allontanarlo è il grande rispetto<br />

che ha nei confronti di Fortebraccio e del suo dolore. Lascia la bambina alla balia, ma lei<br />

preoccupata lo segue di nascosto. Il giovane si reca al povero sepolcro e buttato per terra prega e<br />

libera la sua anima.<br />

CAPITOLO VENTISETTESIMO<br />

Frattanto un’aspra lotta si scatena in cielo fra il principe Amleto che stanco di vedere soffrire<br />

tanto il suo figlioletto, desidera accoglierlo fra le sue braccia e Ofelia che in lacrime lo supplica<br />

di non farlo. Gli altri spiriti appoggiano l’infelice madre.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> OFELIA Abbi pietà! Il mio bambino non ha l’età per morire.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> <strong>AMLETO</strong> Nostro figlio è stanco di soffrire. Non posso permettere che<br />

diventi un infelice come fu suo padre. Starà meglio insieme a noi e tu non vuoi riabbracciarlo?<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> OFELIA No, voglio che viva. Non mi separai da lui quando era ancora in<br />

fasce, perché morisse bambino.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Sei il solito egoista, neanche la morte ti ha cambiato. Le lacrime<br />

di tuo figlio, come lui stesso ha detto, saranno il castigo per te. Non sarà lui a pagare i tuoi errori,<br />

ne tu renderai vani i nostri sacrifici. Bei riccioli deve vivere o vuoi per la tua incoscienza<br />

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provocare una nuova strage? Se tuo figlio morisse, sarebbero in tanti a seguire la sua sorte. Il buon<br />

Marcello che ancora non si da pace per la morte di questo sciagurato – indica Bernardo che china<br />

il capo – il povero Orazio. Perdonami altezza, quel ragazzo non è che un orfano! Cosa ne dici<br />

allora di Fortebraccio che fu principe e Re mentre ora è solo un uomo finito? Io devo esaudire la<br />

sua preghiera, perché lui ha mantenuto in tutto la promessa che mi fece. Gli abbiamo affidato tuo<br />

figlio e lui lo ha amato e lo ama più della sua stessa vita. No, non lo abbandonerò alla disperazione<br />

e dimmi non provi pietà per la sua bambina? Quell’innocente ama bei riccioli.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> <strong>AMLETO</strong> Ti ricordo che quel ragazzo non è un orfano, ma il nipote di Orazio<br />

e il suo destino mi sta a cuore.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Se è così sappi, che sarà il primo a seguire la sorte di bei riccioli,<br />

ma non il solo.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> ORAZIO E’ vero signore, vieni insieme a me. Guarda Fortebraccio, il nobile<br />

guerriero non fa che piangere al capezzale dell’infelice fanciullo. Ora guarda ai piedi del nostro<br />

sepolcro, guarda il mio povero figliolo. E’ lì che prega, ascoltiamolo. – Il fantasma di Amleto il<br />

valoroso affianca le altre anime in fermento e sfiora la spalla di suo figlio.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> <strong>AMLETO</strong> IL VALOROSO Figliolo, il tuo bambino si deve salvare, dobbiamo<br />

evitare un’altra strage. Ti assicuro che il suo regno sarà prospero e con l’aiuto di quelli che tanto<br />

lo amano, un giorno troverà la serenità.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> <strong>AMLETO</strong> E sia pure. – le anime aleggiano accanto al sepolcro. Quella di<br />

Lorenza avvertendo un pericolo si allontana rapida a cercare un alleato in terra e chi meglio<br />

dell’innocente che porta il suo stesso nome? La raggiunge e con tono affettuoso le parla.<br />

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IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Non essere triste piccola, il tuo Amleto guarirà. Molto dipende<br />

da te però, perché il tuo desiderio si avveri, devi prima salvare Orazio dalla sua disperazione.<br />

Prendi il coraggio che ti do e va, corri al sepolcro dei suoi, lo troverai lì. Dimostra di essere la<br />

figlia del tuo nobile padre. Salvandone uno, li salverai tutti, come in tante occasioni tuo padre da<br />

solo ha salvato il suo esercito, mentre ora non sarebbe in grado di salvare neanche se stesso, cosa<br />

che invece tu hai il potere di fare. Ora va, prima che sia tardi e non farmi domande, non c’è tempo.<br />

– la bambina in lacrime le risponde sorprendendola.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non ho bisogno di farti domande, io so bene chi sei. Non ti deluderò, tu però restami<br />

vicino. – Poi obbedisce al comando piovutole dal cielo e corre via. L’anima del principe Amleto<br />

comprende quale dolore provocherebbe dare con la morte pace al suo amato bambino. Il giovane<br />

Orazio che nella stanza regale del suo piccolo signore, si sentiva soffocare da un dolore tenuto a<br />

freno, ora libera il suo cuore, si dispera, implora e rivolge parole allo spirito di suo zio che lo<br />

osserva affranto. Si inginocchia esausto e incerto.<br />

ORAZIO Tu che impotente vedesti morire il tuo signore, risparmiami un simile terribile dolore.<br />

Ti prego, so che spesso non ho usato con lui il rispetto che si deve al proprio signore, ma la mia<br />

devozione non gli mancò mai. Salvalo ed io imparerò ad agire con lui come si fa con un sovrano e<br />

non penserò più a quel fanciullo come al piccino che tante volte ho tenuto stretto fra le braccia.<br />

Non posso pensare che i suoi genitori non provino pietà per la propria creatura e tu Lorenza vuoi<br />

abbandonarci entrambi? Dio, non è che un bambino! E sia! Se ancora di sangue non si è placato il<br />

cielo, non sarà il suo che è innocente a saziarlo, ma il mio. – Sguaina la spada affidatagli dai<br />

soldati per proteggere il fanciullo. E’ pronto a sacrificare la sua giovane vita in nome di un amore<br />

più forte dell’amore. Suo zio dal cielo lo guarda orgoglioso, ma triste e non si accorge che<br />

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Lorenza non è più insieme a loro. L’anima della principessa infatti resta accanto alla bambina,<br />

come una madre affettuosa. Sa che non deve lasciarla sola e le da la forza di correre fino a quando<br />

ha fiato in corpo. Nel vedere Orazio pronto a trafiggersi, il sangue smette di scorrere in quel<br />

piccolo corpo. La principessina per un istante chiude gli occhi in preda al terrore, ma una mano<br />

dolce quasi materna la guida dal cielo, le fa sentire la sua presenza e la sprona. Senza esitare,<br />

Lorenza si lancia sull’uomo che sconvolto lascia cadere l’arma colpevole e si stringe l’innocente<br />

al petto.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Tu non ragioni più, davvero! Stammi a sentire idiota. Amleto guarirà, ne sono certa.<br />

Chi me lo ha detto non può avermi ingannato e tu tutto quello che sai fare per lui è puntarti una<br />

spada? Non hai neanche il coraggio di restare al suo fianco. Dimmi tu, quando riaprirà gli occhi,<br />

cosa dovrò raccontargli? Che l’amico suo è un vile? Che la sola cosa che ha saputo fare per lui è<br />

stata scappare? Non ti è bastato vedere nei suoi occhi la disperazione per la morte del povero<br />

Bernardo? Se lo abbandoni, non si salverà, perché sei tu che hai il posto più importante nel suo<br />

cuore. Non vuoi attendere il suo risveglio? Tu sei certo che non guarirà. Se è così, abbi almeno la<br />

dignità di aspettare la sua morte, che si possa dire che sei morto con onore, per seguire il tuo<br />

signore, non come un debole incapace di sopportare il dolore. Suo padre nella sciagura, fu più<br />

fortunato di lui, perché l’amico suo gli restò accanto fino all’ultimo istante e prima di ogni cosa<br />

ha pensato all’onore del suo principe, dimenticando se stesso. Tu invece te ne stai qui a piangere<br />

lontano da lui. Fa pure come credi.<br />

ORAZIO fissa colpevole il suolo Basta principessa, non continuate vi prego. Perdonatemi, provo<br />

molta vergogna per quanto avete visto. Voi mi avete salvato dal disonore. Vi scongiuro non parlate<br />

di quanto è accaduto al mio signore, servirebbe solo a fargli ancor più male. Promettetemi che<br />

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manterrete il segreto. – la bambina vede negli occhi disperati dell’amico più rammarico che<br />

pentimento. Vorrebbe consolarlo, gli stringe forte le mani e gli bacia la guancia. Lui intenerito la<br />

guarda.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA D’accordo, non parlerò, te lo prometto, ma devi restare calmo. – raccoglie a fatica la<br />

spada, grande quasi quanto lei. E’ diversa in questo dalla figlia del Re Claudio, che alla sua età era<br />

già un abile spadaccina, ma in coraggio molto le somiglia.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Questa la terrò io per ora.<br />

ORAZIO No principessa, lasciatela subito, potreste ferirvi. Io vi prometto…<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Si, ti credo, ma preferisco non fidarmi. Sta tranquillo, non la toccherò voglio solo<br />

custodirla fino a quando Amleto sarà guarito. Vieni, torniamo da lui.<br />

ORAZIO Certo, ma aspettate, ridatemi la spada, ve la riconsegno subito.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA No, che cosa vuoi fare? Non pensare di imbrogliarmi!<br />

ORAZIO Non abbiate paura mia povera bambina, voglio solo consegnarvi la spada nel suo<br />

fodero, così mi sentirò più tranquillo. Fidatevi non farei mai nulla che possa turbare la vostra<br />

innocenza. – le prende la spada dalle mani, la ripone nel fodero e la consegna alla principessina,<br />

poi la prende per mano e la conduce con se.<br />

CAPITOLO VENTOTTESIMO<br />

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In cielo il fantasma della principessa Lorenza raggiunge le altre anime e soddisfatta vola fra le<br />

braccia del suo amante felice per aver salvato il loro ragazzo. Sa bene che a nulla sarebbe servito<br />

il suo intervento senza l’aiuto e il coraggio dell’innocente figliola di Fortebraccio. Le anime<br />

rapide volano dal piccolo Amleto, concentrano su di lui tutte le loro forze e continuano a<br />

mostrare all’ostinato padre quel che comporterebbe la morte del bel fanciullo. Ofelia accarezza i<br />

biondi riccioli dell’adorato figliolo che nell’incoscienza avverte la sua dolce presenza, poi con lo<br />

sguardo implora il principe che perplesso osserva quel che accade. Lorenza bacia le labbra al suo<br />

bei riccioli, Orazio gli prende la mano e Amleto il valoroso prende posto al capezzale del nipote,<br />

pronto ad infondergli l’energia della vita. Frattanto i vivi, ignari di essere osservati da quei benigni<br />

spiriti, si struggono fra disperazione e rassegnazione. C’è grande confusione nella stanza del<br />

piccolo Re, intorno al suo letto, i medici si affannano per curarlo, ma il loro sconforto parla<br />

chiaro, non c’è più alcuna speranza di salvare il bel fanciullo che non da segni di ripresa. Sophia<br />

guarda impotente il suo sposo, privo di cibo e di riposo. E’ stanco, pare invecchiato di vent’anni e<br />

non dimostra più il vigore dei suoi trentadue anni, ma sempre più perde forza e orgoglio.<br />

Marcello e Francisco sulla soglia restano immobili a contemplare una nuova e dolorosa agonia.<br />

D’improvviso Fortebraccio si alza, è ormai rassegnato a perdere l’amato figliolo. Sa che da<br />

reggente ha doveri a cui non può sottrarsi. E’ pronto a comunicare le sue decisioni in merito alla<br />

successione. Benché le lacrime lo tradiscano, ha ritrovato in parte il suo orgoglio regale nel dare<br />

disposizioni ai presenti. Le ingiuste congetture del popolo che lo ritiene responsabile per la<br />

malattia del piccolo Re, le frecciate maligne che lo accusano di averlo fatto ammalare per<br />

assegnare il trono a suo figlio Edoard, hanno disarmato del tutto quell’animo guerriero. Sconfitto<br />

si rivolge per prima alla sua sposa.<br />

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FORTEBRACCIO Hai vinto tu donna. Sarà tuo figlio a salire al trono, avrà il regno, ma perderà<br />

suo padre e tu lo sposo.<br />

SOPHIA Voi non potete abbandonarci. Nulla vi lega a questo paese, ma per il piccolo danese<br />

siete disposto anche a morire e ad abbandonare me che vi amo e i vostri figli ancora bambini.<br />

FORTEBRACCIO Taci e ascoltami. Tu che non provi pietà per un innocente non sei capace<br />

d’amore. Per quanto riguarda i bambini, Edoard si consolerà con il regno, Karl ed Errik sono<br />

piccoli ancora, ma la mia Lorenza! Per lei si che mi tormento, perché non so se saprà sopportare<br />

il dolore di perdere Amleto e il padre suo. Tu dovrai restarle vicino, è la più fragile fra in nostri<br />

figli. Te la raccomando, ricordati che è la nostra bambina. – La bella donna piange, lui la ignora e<br />

fa un cenno a Marcello che gli si accosta.<br />

FORTEBRACCIO Ascoltami, voglio che sia tu a governare fino a quando Edoard non sarà in<br />

grado di farlo. Affido mio figlio alle tue cure, aiutalo a diventare un sovrano giusto.<br />

MARCELLO No mio signore, se il figliolo del mio povero principe dovesse morire, il mio<br />

compito su questa terra sarà concluso. Promisi a Lorenza di vegliare sul piccolo e pur soffrendo<br />

sempre per la sua giovinezza rapita, lo avrei fatto per tutta la vita, ma se lui morirà, so cosa fare.<br />

FRANCISCO Non guardate me signore, Marcello ha parlato per entrambi.<br />

FORTEBRACCIO Bene, affiderò il governo e Edoard a Orazio. E’ un uomo fedele, è dotto e ha<br />

carattere. Certo è giovane, ma non importa. Quando salii al trono io avevo la sua età.<br />

MARCELLO Dimenticate Orazio, non so dove è finito quel povero ragazzo. Avete detto bene, è<br />

un uomo fedele e da tale purtroppo si comporterà.<br />

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FORTEBRACCIO Se è questa la volontà del cielo, non rimane che rassegnarci. Ti prego occupati<br />

di trovare la persona adatta a cui affidare Edoard e il paese e disponi ogni cosa per la cerimonia<br />

funebre.<br />

MARCELLO Penserò a tutto io signore.<br />

FORTEBRACCIO Mi fa male quel che il popolo pensa di me. Ho provato ad essere un buon Re e<br />

un buon padre, ma è evidente che ho fallito. Le accuse della gente lo confermano, anche se<br />

ingiuste sono le loro frecciate velenose che mi colpiscono. Come potrei io desiderare la morte<br />

del mio ragazzo? – Il Re valoroso di un tempo, ora si sottomette ad un suo soldato come il più<br />

vile degli schiavi e s’inginocchia di fronte a lui.<br />

FORTEBRACCIO Anche tu mi ritieni colpevole? Ti scongiuro, credimi vi state sbagliando! –<br />

Marcello nel vedere quel nobile uomo così ridotto, prova un profondo disagio. Prontamente gli<br />

porge la mano, lo invita ad alzarsi e sconcertato lo fissa.<br />

MARCELLO Cosa fate mio buon signore! Non potete umiliarvi a questo modo, su alzatevi. Il<br />

dolore vi annebbia la ragione. Siete stato un buon Re e un ottimo padre, non avete nulla da<br />

rimproverarvi, ne altri possono accusarvi. Non siete voi colpevole se la sorte vi è stata avversa, ne<br />

dovete perdere per questo la vostra regale dignità. Coraggio mio signore, fidatevi di me,<br />

sistemerò ogni cosa. – a parte – Oh mia piccola Lorenza! È questo il principe orgoglioso che<br />

tanto hai odiato? Potessi tu dal cielo soccorrerlo!<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA a parte Sta tranquillo amico, è quello che sto cercando di fare. –<br />

Orazio entra nella stanza con la principessina sempre per mano. Fortebraccio gli fa cenno di<br />

avvicinarsi, lui gli obbedisce.<br />

ORAZIO Come sta il bambino? Comincia a reagire?<br />

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FORTEBRACCIO No. Sta molto male, è ormai certo che non guarirà. Voglio che sia tu a<br />

governare fino a quando Edoard non diventerà un uomo.<br />

ORAZIO Questa volta temo che non potrò obbedirvi. Non chiedetemi nulla, la sorte ha già<br />

deciso per me. – guarda disperato la piccola Lorenza che è la sola ad avere il volto sereno.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Scordatelo è inutile che mi guardi, io la spada non te la rendo.<br />

ORAZIO sorride mestamente Per raggiungere il mio scopo piccola, non mi è indispensabile la<br />

spada.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Aspetta Orazio, non te ne andare. Ricorda quel che ti ho detto.<br />

ORAZIO So che mi considerate vile, ma non posso vederlo morire, forse perché è ancora un<br />

bambino o più semplicemente perché lo amo.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA tu abbi fede e lui non morirà.<br />

ORAZIO Ma avete sentito quel che ha appena detto vostro padre?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Mio padre poverino farnetica, è comprensibile.<br />

ORAZIO Voi farneticate, a lui lo hanno detto i medici.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Cosa vuoi che capiscano loro? Fidati di me. – a parte – diavolo, il mio Cherubino se<br />

l’è filata e se mi avesse mentito? Se Amleto dovesse invece morire o se la mia fosse stata solo<br />

una visione?<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA alle sue spalle Nessuna visione cara, come vedi non me la sono<br />

filata.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA perdonami mammina, non volevo offenderti.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Come mi hai chiamato piccola impertinente?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Perché non dovevi essere tu mia madre? Mi sarebbe piaciuto essere tua figlia.<br />

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IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Sei una cara bambina, ma io non avrei mai potuto essere tua<br />

madre.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Perché? Mio padre non è cattivo.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Lo so.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Già, dimenticavo che tu lo odi.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Ti sbagli piccola, io non lo odio e mi sento ancora in colpa per<br />

averlo tanto disprezzato. Ora so bene, che se avesse conosciuto i miei sentimenti, avrebbe<br />

rifiutato di prendermi in moglie, perché è un uomo sensibile e puro. Se lo avessi odiato, credi che<br />

ora sarei qui?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non sei qui per lui.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Guarda. Ho lasciato il mio piccolo Amleto alle cure dei suoi<br />

genitori e dei nonni, a Orazio il suo ragazzo, al buon Bernardo i miei amici per vegliare tuo padre.<br />

Credi ancora che lo odi?<br />

Lorenza Si, altrimenti non lo abbandoneresti a una disperazione tanto grande. Ti ha obbedito in<br />

tutto, non solo, nonostante il tuo disprezzo in tutti questi anni ha continuato ad amarti, ma non<br />

provi pietà per lui?<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Nei momenti in cui lo sconforto vinceva la ragione, più volte ho<br />

frenato la sua mano. Se non fossi intervenuta, tu non avresti più ora un padre. Al momento non<br />

posso fare altro per lui. Se non mi credi lattante, la mia presenza è inutile, me ne vado, così<br />

vediamo come va a finire.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA no ti prego, non andartene, mi fiderò di te. Cosa devo fare?<br />

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Il fantasma di Lorenza Ascoltami attentamente. E’ importante che tu convinca tuo padre che<br />

Amleto guarirà. Ti anticipo che non sarà facile, poiché i medici hanno sentenziato.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ti anticipo che sarà impossibile. Come puoi pensare che creda a me e non al parere<br />

dei medici? Parlagli tu, di certo a te crederà, o per convincerlo devo dirgli che ho incontrato un<br />

piccolo angelo in vena di confidenze? Così il mio povero padre sarà ancor più disperato al<br />

pensiero di avere un figlio moribondo e l’altra pazza visionaria.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Calmati ragazzina! Non parlagli di nulla, ma fai quel che ti dico.<br />

Avvicinati a tuo padre, abbraccialo e baciagli le labbra, va. – La bambina obbedisce, benché le<br />

provochi un profondo turbamento avvicinare suo padre, che ai suoi occhi era stato sempre uomo<br />

fermo e impassibile, triste, però mai disperato e che inve ce ora è in balia del dolore. Esita, poi lo<br />

stringe forte e gli bacia le labbra. Lui distratto se la prende a fatica fra le braccia.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA a parte Che il cielo mi aiuti ad assisterli.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Come stai mio signore? Hai un volto talmente stanco! Come sta Amleto?<br />

FORTEBRACCIO Il suo destino di morte trionfa ed io non posso evitarlo. – le lacrime tornano a<br />

cadere dagli occhi del valente guerriero, sotto lo sguardo perplesso della sua figlioletta che non<br />

gli sa più parlare.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA a parte Pover uomo! L’amore che porta ai suoi figli è grande,<br />

quanto l’indifferenza che a causa mia ha per se stesso. Con quanta tenerezza stringe sua figlia,<br />

senza mai staccare gli occhi dal pallido volto di Amleto, che pur non ha il suo sangue. Devo<br />

placare in qualche modo il dolore che da troppi giorni e da troppe notti lo opprime. – a Lorenza –<br />

coraggio piccola mia, parlagli.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Sta piangendo!<br />

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IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Fatti forza cara!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA E’ mio padre!<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Bisogna aiutarlo, non possiamo lasciarlo ai suoi terribili pensieri.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Come posso aiutarlo?<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Devi convincerlo che Amleto guarirà. Non posso essere io a<br />

dirglielo, mi è proibito dal cielo rivelare gli eventi futuri. Mi è stato concesso di scegliere un<br />

solo alleato sulla terra e ed io ho scelto te.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Bella scelta! Egli non mi crederà.<br />

FORTEBRACCIO si scuote Con chi parli figliola?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Chi io, padre? Da sola….con me stessa.<br />

FORTEBRACCIO Anche tu sei sconvolta mia povera bambina! Lorenza - a parte - lo sapevo, già<br />

crede che io sia diventata pazza. - a Fortebraccio – Amleto guarirà padre, credimi. – Fortebraccio<br />

si stupisce nel vedere tanta sicurezza sul volto di sua figlia.<br />

FORTEBRACCIO So bene che lo vorresti, cara, è quello che desideriamo tutti, ma la realtà è<br />

un’altra e tu dovrai essere forte per sopportarla. Dovrai vivere senza di noi, sei bambina ancora, ce<br />

la farai.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA al fantasma Hai visto come mi ha creduto? Sei proprio certa che le cose andranno<br />

come dici tu e non come lui sostiene? Ti hanno informato bene da lassù?<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA la guarda severa Devi fidarti di me.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non offenderti ti prego.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Credi pure a quel che sostiene tuo padre se preferisci.<br />

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LO<strong>RE</strong>NZA No, no, il tuo epilogo mi piace molto di più. Quale è il nostro prossimo passo? –<br />

Fortebraccio la guarda perplesso, poi preoccupato le tocca la fronte. Teme che la febbre come<br />

una maledizione si sia abbattuta anche su di lei.<br />

FORTEBRACCIO Con chi stai parlando piccola mia?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA al fantasma E’ convinto che io stia vaneggiando! Ti prego, tirami fuori da questo<br />

guaio.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Ci penso io cara. Il nostro prossimo passo è…. digli che stai<br />

parlando con una tua amica e cerca di condurlo fuori dalla stanza.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Sono giorni che non si muove da qui. Credi che io sia così forte da poterlo condurre<br />

fuori con la forza?<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Rimanda a più tardi la tua ironia, temo che ne avrai bisogno. Il<br />

buon Dio ti ha dotato d’intelligenza, usala e fa come ti dico, ti seguirà.<br />

FORTEBRACCIO sto aspettando una tua risposta Lorenza.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA stavo parlando con una mia amica signore. Vieni insieme a me.<br />

FORTEBRACCIO E per andare dove? - Lorenza lo prende per mano<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Seguimi e non farmi domande. – l’uomo la segue e appena giunti in un luogo più<br />

appartato si ferma. Un violento bagliore lo investe e splendida appare ai suoi occhi l’amata<br />

principessa Lorenza.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Mi riconosci buon principe? Certo, so bene che non mi hai<br />

dimenticata. In tutto questo tempo mi hai dimostrato un amore e una devozione che io non ho<br />

meritato, non per questo ti sei guadagnato il mio affetto e la mia protezione, ma per la purezza del<br />

tuo cuore. Sono qui per ringraziarti e chiederti perdono. Ingiusto fu il mio disprezzo, ma tu eri per<br />

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me l’uomo che voleva usurpare le terre di mio zio, colui che per volere della corte avrebbe<br />

violato il mio onore e non il giovane nobile che sei. Sulla loro volontà ho vinto io, ma ti ho<br />

lasciato infelice, padre per forza, Re e marito per dovere e mi dispiace credimi. – Fortebraccio è<br />

incapace di reagire. Fissa rapito la sacra immagine che lo appaga di tutto l’amore che gli mancò.<br />

FORTEBRACCIO Oh mia amata fanciulla!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA bella mossa! Ora si che gli viene un colpo!<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Vuoi fidarti una buona volta ostinata bambina? – a Fortebraccio –<br />

non hai ragioni buon principe per abbandonare la vita. La tua figliola è una creatura coraggiosa,<br />

degna del tuo valore e tu la vedrai felice un giorno.<br />

FORTEBRACCIO E come se le vien tolto lo sposo mentre è ancora un bambino? Risparmia il<br />

mio ragazzo ti scongiuro e io ti seguirò anche in questo istante. – il fantasma di Lorenza si<br />

commuove davanti alle lacrime e al dolore di quel valoroso uomo.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Calmati, non è giunta ancora la tua ora!<br />

FORTEBRACCIO Si che è giunta, se non avrete pietà per lui. Neanche il tuo momento era<br />

giunto, comprendi cosa intendo?<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Ti farò allora la stessa domanda che tu mi facesti quel giorno.<br />

Dov’è finito il grande guerriero che mi guardava orgoglioso, sicuro e conduceva in guerra il suo<br />

esercito per la vittoria? Coraggio, devi fidarti di me. Sappi che io resterò sempre al tuo fianco e ti<br />

guiderò anche quando non potrai vedermi è l’unica cosa che posso fare per alleviare la tua<br />

solitudine. Se non hai vissuto sereno accanto alla tua sposa, la colpa è mia. Avrei dovuto dirti il<br />

giorno che ti incontrai alla guida del tuo esercito che mai sarei diventata tua moglie. Ti saresti<br />

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assegnato e avresti cercato altrove l’amore, ma non potevo ferire un uomo che partiva per la<br />

guerra.<br />

FORTEBRACCIO A nulla ti sarebbe servito esser sincera. Non potevo cercare altrove quel che il<br />

mio cuore aveva già trovato nell’istante stesso in cui ti vide e conobbe la tua virtù. Il mio destino<br />

senza more era segnato e tu che appartieni al cielo lo sai. Se mi avessi parlato, io avrei compreso,<br />

non avrei preteso nulla da te, mi sarebbe bastato saperti viva accanto al tuo Orazio. Se aveste<br />

allevato voi il fanciullo, di certo sarebbe stato più felice.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Ti sbagli nobile principe se per una lontanissima ipotesi io per<br />

amore di bei riccioli avessi deciso di sopravvivere, Orazio non sarebbe rimasto al mio fianco,<br />

poiché più del suo amore per me egli teneva in conto l’onore e la devozione al suo principe.<br />

Compiuto il proprio dovere, lui avrebbe seguito comunque il suo signore.<br />

FORTEBRACCIO Se invece di morire, tu avessi scelto di restare al mio fianco per il piccolo<br />

Amleto tutto sarebbe stato più facile.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Oh per lui si, ma per noi sarebbe stato l’inferno. Io senza il mio<br />

principe non avrei vissuto un giorno di più, poiché fra le sue braccia sono cresciuta, ho gioito per<br />

i suoi trionfi, ho sopportato il suo dolore, il suo disprezzo, ma la sua morte era inevitabilmente<br />

anche la mia. Ascoltami. Quel giorno avevo di fronte due possibilità. Morire con il padre o vivere<br />

per il figlio, seguire la mia volontà, come grazie a Dio ebbi la tenacia di fare o la volontà degli<br />

altri che avrebbe distrutto noi due principe. Sarei diventata la tua sposa, come tutti volevano. Ti<br />

avrei dato una sola figliola, questa – indica la piccola Lorenza – che ti sarebbe costata molte più<br />

lacrime di quante tu ne abbia versate dal giorno della mia provvidenziale morte ad oggi. Oltre al<br />

dolore, il rimorso e la mia inguaribile disperazione ti avrebbero tormentato, poiché nobile e<br />

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generoso quale sei, non ti saresti più considerato un uomo, ma un essere vile. Il tuo dolore<br />

avrebbe accresciuto inoltre la mia infelicità. Dimmi buon principe è questo che avresti voluto?<br />

FORTEBRACCIO Almeno saresti rimasta al mio fianco. Io senza alcuna pretesa ti avrei protetta.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA No, non c’era questo scritto nel nostro destino. Ora che so,<br />

benedico la mia forza che mi ha fatto dare ascolto solo al cuore. Voglio però che tu ne sia<br />

convinto, ti aiuterà ad accettarmi solo come tuo angelo protettore. Ho un dolce dono da farti. Il<br />

giorno che guidavi il tuo esercito, fiera e offesa te lo negai, ma oggi te lo sei guadagnato, con la<br />

tua impareggiabile virtù. Posa le sue incorporee labbra sulle labbra dell’uomo, che commosso e<br />

devoto riceve quel bacio tanto desiderato, poi cade addormentato.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Ora vedrai quella che sarebbe stata la nostra vita, se io avessi<br />

scelto la seconda possibilità. Tutto era già scritto. Lorenza abbraccia suo padre.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Che cosa hai fatto a mio padre? Che cos’ha?<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Stai tranquilla. Sta solo dormendo, benché tuo padre sia un uomo<br />

forte, non poteva resistere ancora a lungo senza riposare. Vieni accanto a lui, accarezzagli il capo,<br />

io farò lo stesso. Il viaggio che sta per compiere nei suoi sogni potrebbe distruggere la sua anima,<br />

ma è necessario bambina, perché accetti una volta per tutte la realtà. Noi dobbiamo essere qui al<br />

suo risveglio, pronte a confortarlo.<br />

CAPITOLO VENTINOVESIMO<br />

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Nel suo travagliato sogno Fortebraccio viene trasportato indietro nel tempo, a quel terribile<br />

giorno. Compie un viaggio attraverso l’altro filo del destino. Preparati o lettore a sognare e a<br />

compiere questo viaggio insieme a lui e giudica tu se per la figlia del Re Claudio fu meglio<br />

morire con i suoi o vivere a questo modo, perdendo il candore e il coraggio che di lei conoscevi.<br />

Amleto morente si fa giurare da Lorenza che mai avrebbe abbandonato suo figlio, lei giura, le<br />

ricorda inoltre che per il bene del paese meglio sarebbe se sposasse Fortebraccio, ma poiché ama<br />

Orazio le consente di scegliere lui. Morto il principe, rimasto solo con Lorenza, Orazio la<br />

convince a sposare per il bene di tutti Fortebraccio e la invia a dare al principe norvegese la sua<br />

risposta. Al suo ritorno lo trova disteso, agonizzante acanto all’amico. Orazio ha solo il tempo di<br />

pregarla di non abbandonare il figliolo della sua povera sorella. Così come fu stabilito da tempo,<br />

Lorenza, sconfitta, decide di immolarsi per il paese, per il figlio del suo Amleto, per chi l’aveva<br />

amata e condannata e acconsente di sposare Fortebraccio. I soldati sono felici di averla ancora fra<br />

loro, ma è una gioia che dura poco, perché comprendono presto, che della piccola Lorenza non<br />

resta che il corpo. Fortebraccio comprende il suo dolore e la sposa senza grandi festeggiamenti.<br />

La loquace principessa ora parla di rado e non nasconde più i suoi azzurri occhi quando sono pieni<br />

di lacrime. La piccola regina invia Bernardo alla casa degli orfani e si fa condurre a corte il nipote<br />

di Orazio, spiega al suo sposo che intende tenerlo con se, egli acconsente. Il primo giorno da<br />

sposa e da regina è trascorso, ma è la notte a incuterle terrore, anche se sa di non avere più niente<br />

da difendere, per lei sarà solo una violenza in più, un ulteriore coronamento del suo dolore. Resta<br />

seduta nella sua stanza a cullare il figlio dell’amore. Lo sposo ignaro dei pensieri che la<br />

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tormentano, le si accosta e prova a prendere il bambino, ma lei se lo stringe più forte al seno e<br />

guarda spaventata l’uomo.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Vi prego, voglio essere io a portarlo nel suo letto, non voglio balie fra me e i<br />

bambini, mi occuperò io di loro ricordate che sono qui per questo.<br />

FORTEBRACCIO Come preferisci cara, io non volevo portarti via Amleto, ma vederlo.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Perdonatemi signore. Eccolo, prendetelo pure.<br />

Gli porge il bambino, lui lo prende e lo bacia.<br />

FORTEBRACCIO Dovremmo cercare un precettore per Orazio o preferisci occuparti anche<br />

della sua educazione? So bene che sei in grado di farlo.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Affidate pure l’educazione di Orazio a un precettore, ma dovrà solo farlo studiare, al<br />

resto penserò io.<br />

FORTEBRACCIO Bene. Guarda, il piccolo si è addormentato fra le mie braccia.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Venite, bisogna metterlo a letto.<br />

Dopo aver adagiato il bambino nella stanza che un tempo fu di suo padre, per lui scelta da Lorenza,<br />

il sovrano conduce con se la sua sposa. La stringe forte, ma ai suoi baci, alle sue carezze lei resta<br />

impassibile. Il suo corpo si abbandona inerte fra le braccia del consorte. Al contrario delle altre<br />

vergini vinte da Amore lei non prova che il dolore di quando si perde l’innocenza. Subisce come<br />

una violenza la passione e la tenerezza del suo sposo che attribuisce lo smarrimento della misera<br />

fanciulla all’inesperienza e al pudore, l’amore e la passione non gli hanno concesso infatti di<br />

comprendere. Solo quando la sente tremare tra le sue braccia, vede le lacrime nei suoi occhi e<br />

legge il terrore sul suo pallido viso, si accorge di quel che prova la ragazza. Allora la fissa<br />

smarrito, poi guarda quel che rimane del suo dono forzato e nobile qual è si sente il più vile degli<br />

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uomini. Vorrebbe confortarla, ma due sole parole sono scritte per lui in quegli occhi nascosti dal<br />

pianto: paura e disprezzo. Allora devoto la copre come per dimostrarle che il suo incubo è finito,<br />

ma quando per rincuorarla prova a stringerla, lei si ritrae.<br />

FORTEBRACCIO Perché non mi hai detto che non mi amavi? Se solo lo avessi saputo!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non ditemi che non lo sapevate, io amavo il povero Orazio, ma tutti compreso lui<br />

volevano che sposassi voi. Ho obbedito ed eccomi viva senza più vivere, per la loro soddisfazione.<br />

FORTEBRACCIO Dovevi dirmi la verità, a me fecero credere che tu eri felice di diventare mia<br />

moglie e inoltre quando ti incontrai mentre andavo a combattere contro la Polonia, tu non<br />

rifiutasti di sposarmi.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Partivate per la guerra, mi facevate pena e poi volete spiegarmi che cosa sarebbe<br />

cambiato se vi avessi scongiurato di non sfiorarmi? Lo avreste fatto?<br />

FORTEBRACCIO Si per Dio! Ma credi forse che io sia un essere privo di sentimenti?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Credo che siete un uomo signore e avete preso quanto vi spettava.<br />

FORTEBRACCIO E qui che ti sbagli. Non potrai mai immaginare l’orrore che provo per me<br />

stesso.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA E voi signore potete immaginare quel che provo io?<br />

FORTEBRACCIO Si, si ed è per questo che sto così male. Ricorda sempre che per quanto è<br />

accaduto, devi disprezzare me, non te stessa.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Vi sentite ferito nel vostro orgoglio, ma vi passerà.<br />

FORTEBRACCIO Mi sento ferito nell’anima e non potrò guarire mai, se puoi perdonami, davanti<br />

a Dio ti giuro che non dovrai più temere nulla. L’uomo non può aggiungere altro e vorrebbe che le<br />

lacrime cancellassero la sua colpa. Si vergogna di una debolezza che non riesce a nascondere alla<br />

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sua giovane sposa. Resta seduto in un angolo, al freddo figlio della notte e del rimorso. Ella<br />

comprende che il dolore dell’uomo è sincero e ne prova pietà. Gli va vicino e gli posa l’esile<br />

braccio sulla spalla.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Coraggio signore, quel che è accaduto non importa.<br />

FORTEBRACCIO No, non voglio la tua compassione, né la merito.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Tornate al vostro posto e cercate di riposare, non vorrete trascorrere qui seduto<br />

l’intera notte. Si addormentano abbracciati, un abbraccio accompagnato dalle lacrime. I giorni<br />

continuano a trascorrere bui e uguali per Lorenza. Compagne fedeli dei suoi occhi sono sempre le<br />

lacrime, né più ha alcuna cura di nasconderle. Fortebraccio dopo quell’infelice notte non l’ha più<br />

avvicinata e per timore di ferirla ancora, a stento le rivolge la parola. Lei prova paura ma anche<br />

pietà per il suo sposo che si tormenta per causa sua, né può evitarlo. La piccola regina trascorre le<br />

giornate con il principino fra le braccia e Orazio al suo fianco. Li contempla, pensa ai suoi cari<br />

che tanto vorrebbe raggiungere. Il suo sguardo si perde nel vuoto e si dispera. Quando non è<br />

insieme ai suoi bambini, siede accanto al sepolcro e si abbandona alla lettura con un’espressione<br />

talmente triste da far pietà anche all’aria che le accarezza il viso per confortarla. Si domanda<br />

come mai Fortebraccio non pretenda più nulla da lei, forse aspetta solo che si riprenda, ma è un<br />

uomo e come tale pretenderà i suoi diritti. Sa che non è un malvagio, lo comprende dalla<br />

tenerezza che mostra ai bambini e dallo sguardo pietoso e malinconico che le rivolge, ma non si<br />

fida. Si accorge che un nuovo tormento cresce dentro di lei. Avrà presto un bambino, un figlio che<br />

non desidera e che sarà il primo di chi sa quanti altri. Si sente abbandonata da tutti e si chiede se è<br />

questa la vita che i sovrani, Amleto e persino Orazio avevano voluto per lei. Solo Amleto l’aveva<br />

compresa e nonostante pensasse al bene di suo figlio e del paese, l’aveva lasciata libera di restare<br />

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accanto al suo amato Orazio che invece l’aveva abbandonata fra le braccia di un altro uomo a una<br />

condizione tanto misera. Non riesce a perdonarglielo e nel vuoto che l’avvolge cerca e chiama<br />

solo il suo principe, perché accorra a salvarla. A questi spaventosi pensieri se ne sta seduta con il<br />

principino fra le braccia gli accarezza il capo, lo guarda, lo bacia, poi volge lo sguardo al suo<br />

piccolo Orazio che seduto accanto a lei legge. Il piccolo Amleto sorride sereno e la sua<br />

tranquillità è per lei l’unica ricompensa a una vita straziante e indesiderata. Lo sposo le va vicino,<br />

bacia prima Orazio che rispettoso lo saluta, poi il principino. Lorenza lo osserva diffidente, poi<br />

gli posa il bambino fra le braccia.<br />

FORTEBRACCIO Che cosa ti succede? Sei molto pallida, stai male?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA No signore, mi succede qualche volta di non sentirmi bene, ma è naturale, presto<br />

avrete un figlio.<br />

Alla notizia ricevuta con tanta amarezza, l’uomo non riesce a gioire. Abbassa lo sguardo come per<br />

nascondere gli occhi, sa che la fanciulla non desidera questo bambino e deve invece subirne le<br />

sofferenze che l’attesa e la nascita di un figlio comportano.<br />

FORTEBRACCIO Mi dispiace Lorenza, su la mia vita che non ha più nessun valore, credimi.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Tutto quello che sapete dirmi e che vi dispiace? Non vi rende felice sapere che<br />

avrete un figlio? Povera creatura! Nascerà fra l’indifferenza dei suoi genitori.<br />

FORTEBRACCIO Come potrei essere felice sapendo che tu non desideravi questo bambino?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Se è questo a turbarvi tanto, state sereno, perché io non desidero più nulla, tranne<br />

quel che mi è vietato dal giuramento fatto sul letto di morte al padre dell’infelice creatura che<br />

stringete fra le braccia. Vi ringrazio per l’amore che gli dimostrate, siete un uomo generoso e<br />

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meritavate una sposa migliore. Spero che nasca un maschio, avrete così l’erede che ogni Re<br />

desidera.<br />

FORTEBRACCIO Comprendo il tuo timore e anche se a me piacerebbe una bambina a cui dare il<br />

tuo nome, penso anch’io meglio sarebbe se nascesse un maschio. L’erede è qui, tra le mie<br />

braccia, ma dovrò pensare anche alla Norvegia. Troppo gravoso sarebbe per Amleto governare<br />

entrambi i paesi, dovrebbe stare un po’ qui un po’ lì o se scegliesse di restare nel suo paese, la<br />

Norvegia si sentirebbe assoggettata alla Danimarca e non me lo perdonerebbe.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA State tranquillo, sarà un maschio, per questa ragione, ma anche perché se fosse una<br />

bambina sarebbe condannata all’infelicità che ogni fanciulla ha in sorte. Vi prego date voi la<br />

notizia a chi dovete, scusate la mia assenza, dite che non mi sento bene.<br />

FORTEBRACCIO E dirò la verità. Sei così pallida e stanca! Voglio che ti visiti il medico.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non è necessario signore, non sono la prima donna che aspetta un figlio, state<br />

sereno, non fate quella faccia, sono disturbi normali.<br />

FORTEBRACCIO Ti prego non affaticarti. Il bambino è diventato pesante non tenerlo fra le<br />

braccia.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non vi preoccupate, avrò cura della salute di vostro figlio, ma non chiedetemi<br />

questo.<br />

Si avvicina a lei il piccolo Orazio, le bacia la guancia e le porge un libro.<br />

ORAZIO Questo è tuo, Lorenza, riprendilo. Avrei dovuto restituirtelo da tempo, ma temevo che<br />

se te lo avessi dato, saresti diventata più triste, è giusto però che lo tenga tu.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA, bacia il libro Il mio Orazio! E’ tutto quel che mi rimane di lui.<br />

ORAZIO Lo so, ma non piangere, fa male al tuo bambino.<br />

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Fortebraccio sempre più soffocato dal rimorso, posa il principino fra le braccia della sposa e<br />

prende per mano Orazio.<br />

FORTEBRACCIO Vieni insieme a me figliolo.<br />

ORAZIO Non dovevo signore?<br />

FORTEBRACCIO Certo che dovevi, ragazzo mio, andiamo.<br />

L’infelice regina continua ad attendere suo figlio in solitudine. Gran parte del giorno la dedica<br />

solo ai bambini, il restante tempo rimane immobile accanto ad una tomba che è anche la sua,<br />

perché l’anima è lì, sepolta. Lo stesso posto che l’aveva vista battagliera sfidare la notte, ora<br />

raccoglie i suoi sospiri e le sue lacrime. Molto prega perché nasca un maschio, così non sarà<br />

costretta a dare al Re un altro figlio. Il sovrano non la importuna. Ogni giorno si informa della sua<br />

salute, ma né le donne, né i soldati sanno dirgli nulla, poiché tutti evita la fanciulla. L’unico a<br />

dargli notizie precise è il piccolo Orazio che con lei trascorre gran parte del tempo. A sera poi,<br />

quando è al suo fianco, si rivolge a lei timoroso.<br />

FORTEBRACCIO Come ti senti oggi, Lorenza?<br />

La risposta è la stessa ogni sera anche quando il suo viso è pallido come quello di una morta.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Sto bene signore e anche vostro figlio sta bene.<br />

La fanciulla giunge al giorno del parto debole e stanca, ma ancora una volta sa affrontare con<br />

grande dignità il dolore che ogni giovane madre prova e lei più delle altre che madre non vuole<br />

essere. Fortebraccio attende disperato in disparte la nascita della sua creatura, stringendo al petto<br />

il principino e tenendo Orazio accanto a sé. Anche i soldati attendono ansiosi e preoccupati.<br />

Finalmente la fanciulla stremata da alla luce sua figlia.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA E’ un bambino, vero? Come sta? Sta bene?<br />

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LEVATRICE E’ una bambina meravigliosa, maestà e sta benissimo.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA, in lacrime No, non è vero, non può essere una bambina!<br />

LEVATRICE Su, calmatevi cara, siete così giovane, il prossimo sarà maschio. Comprendo,<br />

temete di aver deluso il vostro sposo.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Lasciatemi sola, vi prego.<br />

LEVATRICE Ma voi avete ancora bisogno di cure!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non ho bisogno di niente, andate via!<br />

LEVATRICE Come volete. Andrò a dare la lieta notizia. Volete prendere la vostra creatura?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA No, sì, datemela e andatevene.<br />

La donna obbedisce, le adagia fra le braccia la piccina. La sventurata madre non la guarda, ma<br />

inconsolabile se la stringe al petto. Alla notizia Fortebraccio si accosta ai soldati. Ha fra le<br />

braccia il principino addormentato, con una mano regge un fascio di fiori bianchi che porge a<br />

Bernardo.<br />

FORTEBRACCIO Prendili soldato e dille ….. No, non dirle nulla da parte mia.<br />

BERNARDO Non andate da lei maestà? Non volete sapere come sta? Non desiderate conoscere<br />

vostra figlia?<br />

FORTEBRACCIO Voi mi direte come sta, vedermi le farebbe solo male. Andate a trovarla, le<br />

farà piacere vedere i suoi amici. Non fatemi domande.<br />

Marcello e Bernardo obbediscono. Quando entrano nella stanza vedono la fanciulla che<br />

stringendo la sua piccola si dispera. Comprendono che quell’infelice non è la loro Lorenza.<br />

Lorenza, a parte Avete visto zia? Mi rimproveravate sempre perché, mentre io pensavo agli<br />

scherzi, voi alla mia età eravate già madre. Ora anch’io lo sono, ma non lo desideravo.<br />

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BERNARDO Come stai piccola?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Vivo ancora, mio buon Bernardo.<br />

MARCELLO E’ bella la tua bambina Lorenza.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Sono lieta che ti piaccia. Purtroppo però è una femmina.<br />

MARCELLO Ti conosco bene, ragazza mia, so per quale ragione desideravi un bimbo. Devi farti<br />

forza, presto dovrai dare al Re un erede, non hai scelta.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Lo so, Marcello, so cosa mi aspetta. Senza di voi non ce la farei a sopportare la mia<br />

condizione. Chi lo sa se Orazio può vedere il mio dolore, lui che diceva di amarmi e che invece è<br />

stato pronto a buttarmi fra le braccia di un altro uomo.<br />

MARCELLO Proprio per amore lo ha fatto, per salvarti la vita.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Quale vita? Questa? No, non posso perdonarlo.<br />

BERNARDO, le porge i fiori Te li manda il tuo sposo.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Certo, è un uomo, un grande sovrano, troppo impegnato per essere qui mentre<br />

partorivo sua figlia.<br />

MARCELLO Comprendo che tu non lo ami, ma non essere ingiusta. E’ rimasto qui fuori,<br />

angosciato tutto il tempo. I bambini sono insieme a lui. Se non è venuto è perché teme di turbarti<br />

con la sua presenza.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Digli di venire a vedere sua figlia.<br />

Marcello esce a chiamarlo. Il buon sovrano sconvolto lascia il principino fra le braccia di Orazio<br />

e segue il soldato. Come un colpevole pronto ad essere giudicato, si avvicina il Re alla sua sposa,<br />

che stringe a sé la piccola ma continua a non guardarla.<br />

FORTEBRACCIO Perdonami ti prego.<br />

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LO<strong>RE</strong>NZA Per cosa mi chiedete perdono? So quali sono i miei doveri, signore e non ne verrò<br />

meno. Quel che provo riguarda me sola. Voi siete stato anche troppo generoso e paziente.<br />

FORTEBRACCIO Conosco anch’io i miei doveri, Lorenza, non sono un mostro, né un uomo<br />

prepotente che usa la propria donna ignorando i sentimenti che lei prova. Lo so che sono in tanti<br />

ad agire così, ma non era questo che io volevo. Mi avessi tu parlato ti avrei offerto il mio affetto,<br />

la mia protezione.<br />

Queste parole sono accompagnate dalle lacrime, la fanciulla ne prova pietà.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non tormentatevi a questo modo, mi fate star male. Avvicinatevi, sedete accanto a<br />

me, non volete conoscere vostra figlia?<br />

Il giovane padre si siede accanto alla sua sposa e triste le prende la mano, poi lei gli mostra la<br />

creatura e pietosa gli accarezza la guancia.<br />

FORTEBRACCIO Vorrei darle il tuo nome.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Datele il nome che preferite.<br />

FORTEBRACCIO Le neghi il tuo sguardo e cos’altro potresti fare mia nobile fanciulla? Sta<br />

tranquilla, il peso di questa figlia non ricadrà su di te, se ne occuperà una balia.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non permetterò mai che un’altra donna si occupi di mia figlia. Io sola avrò cura di<br />

lei, non vi permetterò di allontanarla da me, non deve mancarle il mio amore, né il vostro. Se le<br />

nego il mio sguardo è perché non veda così piccina il pianto negli occhi di sua madre, ma senta<br />

solo il calore delle sue braccia. Ora ascoltatemi bene signore. Purtroppo è una bambina per<br />

questo la proteggerò finché avrò vita. Lei deve essere libera, come un tempo si illudeva di essere<br />

sua madre. Per la mia piccola però sarà diverso, perché avrà me al suo fianco. Lotterò per la sua<br />

felicità, da tempo ormai non tocco una spada ma non esiterò a riprenderla e ad usarla anche contro<br />

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di voi, se vorrete imporle decisioni che la renderanno infelice, come tutti fecero con me. Vi<br />

chiedo solo di amarla, so che ne siete capace e i vostri occhi bagnati di pianto me lo confermano.<br />

FORTEBRACCIO Sta tranquilla, mi è bastato rendere infelice sua madre. Mi fa piacere che tu<br />

voglia occuparti di lei. Sarà meglio per te che io ti lasci.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA No, restate, dovete prenderla in braccio. – delicatamente gliela sistema tra le braccia<br />

- Certo sarete un ottimo padre per lei e per i fanciulli.<br />

Stanca si addormenta, lui devoto resta a guardarla. I mesi trascorrono, ma per i due sposi nulla è<br />

cambiato. Lorenza si dedica solo ai suoi bambini. Fortebraccio quando è libero dagli impegni di<br />

governo fa lo stesso, ma con lei è sempre discreto. La fanciulla sa bene che dovrà dare al sovrano<br />

un figlio maschio, è inevitabile, perché anche la patria del consorte abbia un erede. E’ decisa però<br />

a chiedergli di aspettare che la bambina diventi più grande, perché vuole allevare i suoi figli da<br />

sola. E’ una sera come tante, la giovinetta ha accompagnato a letto i due bambini. La piccola<br />

invece piange e non vuole dormire. Resta seduta nella sua stanza con la figlioletta tra le braccia.<br />

Lo sposo la raggiunge e intenerito la guarda.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Grazie a Dio sta per addormentarsi. Volete salutarla?<br />

FORTEBRACCIO Meglio di no, potrebbe svegliarsi.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non si sveglierà. Eccola, fate piano.<br />

Lui bacia la fronte della bambina e posa un braccio sulla spalla della sposa.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Signore, so bene che dovrò darvi un altro figlio ma è troppo presto, la bambina è<br />

ancora così piccola, vi prego di esaudire questa mia richiesta.<br />

L’uomo ritrae il braccio e la guarda deluso e sconfitto.<br />

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FORTEBRACCIO Come vedo ogni mio gesto viene da te frainteso e in tutti questi mesi non<br />

sono riuscito a dimostrarti niente. Ti spiegherò con chiare parole quello che non hai compreso<br />

dal mio atteggiamento. Io non ho alcuna intenzione di sfiorarti mai più e mi fa male sapere che tu<br />

abbia vissuto tutto questo tempo in una così grande angoscia.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA E il vostro erede, signore?<br />

FORTEBRACCIO Lorenza resterà la nostra unica figlia. Il mio erede è Amleto. Penserà lui a<br />

tutto.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Sposandovi, signore, sapevo quale sarebbe stata la mia sorte. Vi ripeto, conosco i<br />

miei doveri, né voglio che a causa mia violate i vostri verso la Norvegia.<br />

FORTEBRACCIO Al diavolo il dovere. Che la Norvegia pensi di me quel che vuole, non<br />

sacrificherò te per questo. Tu non ti fidi delle mie intenzioni; per dimostrarti che sono sincero ti<br />

lascio. Resta a dormire insieme a nostra figlia, io andrò in un’altra stanza.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Fermatevi, è questo il vostro posto, non sarò io ad esporvi alle maldicenze. Voi siete<br />

un uomo buono, meritate l’amore e avete il diritto di cercare da un’altra parte ciò che io mai potrò<br />

darvi. Fatelo, almeno voi sarete felice.<br />

FORTEBRACCIO Io non sarò mai felice, specie dopo quanto è accaduto. L’amore l’ho già<br />

trovato. La notte ti guardo dormire, non ti sfioro neanche i capelli per non destarti, credimi. Per la<br />

tua pace però, anche a questo sono pronto a rinunciare.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non siete l’uomo che ho giudicato, avete sentimenti puri e sinceri, ma non posso<br />

amarvi e saremo infelici sempre.<br />

In lacrime si abbracciano, la giovinetta prova grande compassione per la disperazione di entrambi.<br />

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CAPITOLO T<strong>RE</strong>NTESIMO<br />

Il fantasma di Lorenza desta l’uomo dal suo sogno.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Credo che tu abbia visto abbastanza mio povero principe.<br />

Coraggio svegliati, devi tornare al più presto dal tuo ragazzo, ho uno strano presentimento.<br />

Fortebraccio confuso e disperato apre gli occhi. Le lacrime bagnano il suo viso stanco. La<br />

bambina lo abbraccia.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Padre mio! Come stai?<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Questa sarebbe stata la nostra vita, mio buon principe. Così era<br />

scritto e non smetterò mai di ringraziare Dio per la mia audacia che mi ha fatto trovare la forza di<br />

dare ascolto solo al mio cuore.<br />

FORTEBRACCIO Io non avrei mai sopportato un simile rimorso, né il tuo dolore. Hai ragione.<br />

Preferisco essere stato il solo a soffrire ad ogni modo se perderò il ragazzo, presto anch’io<br />

troverò la pace. Non mi abbandonare ti prego.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Sarò sempre al tuo fianco. – a Lorenza – è vero bambina, se fossi<br />

vissuta sarei stata tua madre ed è un po’ come se lo fossi, per questo avrò cura della tua felicità,<br />

come tu dovrai avere cura ora di tuo padre. Temo che non sarà ancora facile per lui. A<br />

Fortebraccio – ora ascoltami principe, devi fare esattamente quel che ti dirò. Torna subito al<br />

capezzale del fanciullo e prendigli la mano. Bada, per nessuna ragione dovrai lasciargliela.<br />

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L’uomo obbedisce, torna dal suo Amleto, seguito dalla bambina e dall’amato fantasma. Il principe<br />

Amleto però stanco di veder soffrire tanto la sua creatura, decide in un attimo di debolezza di<br />

ignorare i consigli e i timori delle altre anime e chiama a se il bel fanciullo. Come un giovane<br />

cigno l’innocente anima vola fra le braccia della misera madre che risplende di una luce<br />

purissima. Il corpo resta esanime, immobile come una statua scolpita alla perfezione e lascia nei<br />

vivi la disperazione di un momento temuto e annunciato. Fortebraccio è pronto a seguire la sorte<br />

del fanciullo, ma ricorda le parole “dell’amata” non devi lasciargli la mano per nessuna ragione”.<br />

Lui obbedisce come se fosse costretto a farlo e continua a piangere il suo figliolo. Finalmente il<br />

bel fanciullo può vedere il volto di sua madre che tanto ha sognato.<br />

<strong>AMLETO</strong> Oh madre mia! Ti ho raggiunto nella morte e sono felice perché finalmente posso<br />

vedere il tuo bel viso i tuoi splendidi occhi. Quanto ho sognato le tue carezze, i tuoi baci ed ora<br />

sono qui per non lasciarti più.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> OFELIA No piccolo mio, tu devi vivere per quelli che ti amano, ma<br />

soprattutto per me. Io non ho affrontato il dolore per vederti morire, ma tuo padre non prova pietà<br />

per il mio sacrificio.<br />

<strong>AMLETO</strong> Tu non dovevi lasciarmi! Lorenza mi avrebbe riportato da te e mio padre….. mio<br />

padre, sarebbe tornato da noi.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> OFELIA Così era scritto nel nostro destino, piccolo mio.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Bei riccioli, non è questo il tuo posto.<br />

<strong>AMLETO</strong> Tu sei la mia Lorenza! Il giovane accanto a te è Orazio! Bernardo! I miei nonni! Voglio<br />

restare insieme a tutti voi, ma non vedo mio padre, dov’è?<br />

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IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA E’ quel vigliacco laggiù. Avanti, canaglia, vieni almeno a salutare<br />

tuo figlio.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> <strong>AMLETO</strong> Figliolo mio, non potevo più sopportare il tuo dolore. So che<br />

desideravi conoscerci e ti ho esaudito.<br />

<strong>AMLETO</strong> Mio infelice padre! Il responsabile di tutto questo non c’è, quando lo vedrai padre mio<br />

devi dirgli che se tu lo hai perdonato, io non lo farò mai.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> <strong>AMLETO</strong> Devi farlo invece figliolo. Egli stesso fu raggirato e non<br />

dimenticare che io gli uccisi il padre.<br />

<strong>AMLETO</strong> E lui ha ucciso il mio, la differenza e che io non potevo difendermi. Avevo bisogno di<br />

averti vicino.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> <strong>AMLETO</strong> In questo caso ragazzo mio sono io il colpevole, io che ignorai le<br />

preghiere e le lacrime di Lorenza.<br />

<strong>AMLETO</strong> Lo so padre, ma non lo perdono, perché a causa sua siete tutti qui, persino il mio<br />

povero Bernardo.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> OFELIA E’ tuo zio!<br />

<strong>AMLETO</strong> E’ stato il primo a dimenticarlo.<br />

IL FANTASMA DEL VALOROSO a suo figlio Cosa hai fatto mio ostinato ragazzo? Nessuno ora<br />

potrà evitare una nuova strage.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> <strong>AMLETO</strong> Si rassegneranno alla volontà del cielo.<br />

IL FANTASMA DEL VALOROSO Ti sbagli. Guarda lì, il suo giovane amico!<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> <strong>AMLETO</strong> Dio, è morto anche lui!<br />

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IL FANTASMA DEL VALOROSO Lo sarebbe se io non fossi intervenuto. Il ve leno che ha<br />

bevuto, lo ha fatto cadere addormentato, ma il mio potere non durerà ancora per molto. Sei il solo<br />

a poter rimandare tuo figlio sulla terra. Se non lo farai al più presto, quel ragazzo morirà e gli altri<br />

non avranno sorte migliore.<br />

<strong>AMLETO</strong> No padre! Non lasciare che il mio Orazio muoia! Fallo risvegliare! E tu, furfante, cosa<br />

hai fatto!<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> ORAZIO E’ normale che lui desideri seguirvi altezza.<br />

<strong>AMLETO</strong> Invece di dirmi questo, fa qualcosa, aiutalo non puoi lasciarlo morire!<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> ORAZIO Non c’è nulla che possiamo fare per lui altezza il suo destino è<br />

come il mio dovrà morire insieme al suo signore.<br />

<strong>AMLETO</strong> No, io non lo permetterò. Madre mia, tu che sei buona abbi pietà di tuo figlio! Vederlo<br />

lì disteso, ha cancellato la dolce gioia di aver visto il tuo amato volto. E tu Lorenza dicevi di<br />

amarlo, non provi pietà per lui?<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> OFELIA al fantasma di Amleto Lo hai portato qui per strapparlo all’infelicità,<br />

ma guardalo, è sconvolto. E’ questa la pace che volevi per lui?<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Sei una canaglia senza cuore!<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> <strong>AMLETO</strong> Il solo modo per salvarlo figlio mio è rimandarti sulla terra.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA E cosa aspetti furfante? Fallo! Quella povera bambina e il suo<br />

buon padre penseranno che io li abbia ingannati.<br />

<strong>AMLETO</strong> Voglio andare dal mio Orazio!<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> <strong>AMLETO</strong> La tua lealtà verso il tuo amico mi ricorda la mia. Allora piccolo,<br />

non desideri restare insieme a noi? Hai scelto dunque di aiutare il tuo Orazio?<br />

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<strong>AMLETO</strong> Preferisco la sua vita alla mia pace insieme a voi. No, non credo di somigliarti in<br />

questo, perché tu per un dannato senso dell’onore non hai esitato a sacrificare tutti. Immaginavi<br />

che cosa poteva accaderti, ma ti sei mai chiesto cosa avrebbero fatto, Lorenza e lui? – indica il<br />

fantasma di Orazio – O non ripeterò il tuo errore, voglio tornare indietro a costo di essere<br />

infelice sempre. E poi dimmi, perché non dovrei preferire tornare in dietro? Dov’eri tu quando lui<br />

si occupava di me? Dov’eri quando rischiava la vita per avvicinarmi? E quando Francisco lo ha<br />

colpito dov’eri? Egli mi è stato amico, fratello, padre, guida. E’ stato tenero con me, però mai<br />

sottomesso, mi ha sempre messo di fronte alla realtà che fosse lieta o dura.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> <strong>AMLETO</strong> I tuoi rimproveri figliolo sono giusti, ma non immagini quanto mi<br />

feriscano.<br />

<strong>AMLETO</strong> Mi dispiace padre. Troppo presto ho imparato a ferire quelli che amo. Con Orazio<br />

sono stato molto crudele eppure è bastata una mia parola perché restasse al mio fianco. Lo ho<br />

umiliato, ferito, ma lui non mi ha abbandonato mai. Chi lo sa se un giorno potrà perdonarmi.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> ORAZIO Lo ha fatto altezza, state tranquillo per questo, il suo gesto lo<br />

testimonia.<br />

<strong>AMLETO</strong> La cosa più triste per me era vedere i suoi modi distaccati, ma tutto cambierà ed io<br />

giuro che non lo abbandonerò mai.<br />

Il valoroso scuote il capo, come se conoscesse una nuova verità che preferisce però tenere nel<br />

suo cuore.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> OFELIA Ascolta almeno tuo figlio, ti prego.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Presto, Fortebraccio sta per impugnare la spada! Ricongiungi al<br />

corpo l’anima del tuo bambino. Salutalo Ofelia!<br />

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Ofelia piangendo gli bacia le labbra. Il bel fanciullo per un istante si abbandona all’amore<br />

dell’infelice madre. Suo padre lo avvolge poi fra le sue braccia e lo riconduce sulla terra. Il<br />

giovane cigno tornato alla vita riapre i suoi occhi. Amleto Orazio ti prego svegliati!<br />

FORTEBRACCIO Ti ringrazio amata Lorenza, ero certo che non mi avresti abbandonato! – a<br />

Amleto – Come stai ragazzo mio?<br />

<strong>AMLETO</strong> Sono stanco padre, ma tu non sei partito, vuol dire che sto davvero per morire.<br />

FORTEBRACCIO Ti avevo giurato che non sarei più partito.<br />

<strong>AMLETO</strong> Sì, ma io non ti ho creduto. Non piangere, mi hai detto tu che un Re non deve mai<br />

essere debole.<br />

FORTEBRACCIO Io non sono più Re figliolo, sono solo un padre disperato, che a avuto tanta<br />

paura di perdere il suo bambino.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non imbrogliare! Fino a quando non sarò cresciuto, il Re sei tu. Avvicinati padre,<br />

voglio abbracciarti.<br />

FORTEBRACCIO Se lo stringe, lo accarezza teneramente e gli bagna il volto di lacrime. Il<br />

fanciullo gli asciuga con la piccola mano gli occhi e lo bacia.<br />

<strong>AMLETO</strong> Resterai sempre al mio fianco?<br />

FORTEBRACCIO Sempre. – a Francisco – chiama il dottore, presto! Poi raggiungi Marcello<br />

dagli la notizia e fammi sapere se il povero Orazio si è salvato.<br />

FRANCISCO Vado subito signore – il soldato si allontana –<br />

<strong>AMLETO</strong> Dov’è Orazio?<br />

FORTEBRACCIO Sta bene figliolo, non temere.<br />

Lorenza bacia il fanciullo.<br />

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LO<strong>RE</strong>NZA Quel tuo amico è davvero un imbecille! Vado da lui.<br />

<strong>AMLETO</strong> a Fortebraccio Bernardo è morto padre!<br />

FORTEBRACCIO Lo so ragazzo mio, ma non piangere, devi pensare solo a guarire.<br />

<strong>AMLETO</strong> Come stanno i miei fratelli?<br />

FORTEBRACCIO Sono tutti molto preoccupati per te.<br />

<strong>AMLETO</strong> Ho visto mia madre! Il suo volto dolce e amato! Ho incontrato Lorenza, mio padre,<br />

tutti li ho visti, ma tu non mi credi, pensi che io lo abbia sognato.<br />

FORTEBRACCIO No figliolo, ti assicuro che ti credo, ma la sola cosa importante e che ora<br />

siamo insieme.<br />

Si avvicina il medico che incredulo visita il bambino.<br />

DOTTO<strong>RE</strong> Non riesco a crederci signore! La febbre si è abbassata, non è più in pericolo.<br />

Frattanto Orazio, salvato dal cielo, corre dal suo signore seguito dal buon Marcello e dalla piccola<br />

Lorenza che imprecando contro di lui fa sorridere i vivi e i morti in quell’atmosfera di ritrovata<br />

serenità.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Tutti i vigliacchi della terra uniti in un’unica forza non raggiungono il tuo grado di<br />

viltà.<br />

ORAZIO Via principessa! Non esagerate, ma sapete quant’è grande la terra?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Certo, ti è tornata la voglia di scherzare e non ti importa di averci fatto stare in pena.<br />

ORAZIO Perdonatemi principessa.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Scordatelo! Tu non hai avuto fiducia in me.<br />

ORAZIO Questo non è vero. Io ho aspettato fino all’ultimo istante, come voi mi avete chiesto di<br />

fare.<br />

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LO<strong>RE</strong>NZA Come vedi avevo ragione io! Sai cosa credo? Penso che lassù tu abbia qualcuno che<br />

ti protegga, ma questa volta ha fatto male a soccorrerti, non lo meritavi.<br />

ORAZIO Pensavo che noi fossimo amici.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Già lo pensavo anch’io. Ti ho preso la spada, ma tu mi hai imbrogliato lo stesso.<br />

ORAZIO Vi chiedo perdono principessa, ho tradito la promessa e me ne pento, ma non<br />

rimproveratemi più. Riapro gli occhi e invece di essere contenti mi fate la predica, prima<br />

Marcello, ora voi!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Dove corri furfante? Non ho finito con te!<br />

ORAZIO Perdonatemi principessa, corro da bei riccioli.<br />

MARCELLO Lasciatelo andare cara. Avete fatto bene a fargli una lavata di testa.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Dici? Non credo che mi abbia ascoltato.<br />

Orazio si precipita dal suo signore, se lo stringe al petto. Il fanciullo felice gli butta le braccia al<br />

collo e lo bacia.<br />

FORTEBRACCIO a Orazio Come stai figliolo?<br />

ORAZIO Ora bene mio signore.<br />

FORTEBRACCIO Dovrei rimproverarti, ma credo che ci abbia già pensato Lorenza.<br />

<strong>AMLETO</strong> E’ inutile dirti che non ti sei comportato da uomo Orazio.<br />

ORAZIO E’ stato tuo padre a raccontarti….?<br />

<strong>AMLETO</strong> No, ma so che ti sei salvato solo per volontà del cielo.<br />

ORAZIO Mi reputi dunque troppo debole per restare al tuo fianco?<br />

<strong>AMLETO</strong> Io non voglio separarmi da te, mai, qualunque cosa accada.<br />

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Cala la notte e dopo giorni di incubi e lacrime torna la pace nel cuore della corte e di ogni danese<br />

per l’inaspettata guarigione del Re bambino.<br />

CAPITOLO T<strong>RE</strong>NTUNESIMO<br />

Il bel fanciullo circondato dalle attenzioni e dall’amore di tutti si ristabilisce completamente. Il<br />

colorito torna sulle sue guance, le sue labbra innocenti ritrovano il sorriso e i suoi occhi<br />

splendenti non errano più tra la vita e la morte. Per un intero anno Fortebraccio si separa<br />

raramente da lui, lo guida e lo istruisce affinché possa diventare un buon sovrano. Il ragazzo lo<br />

ascolta attentamente, apprende i suoi insegnamenti, segue religiosamente i suoi consigli e<br />

soprattutto continua a vivere del suo amore che si fa sempre più forte. Anche Sofia ora lo tratta<br />

con tenerezza, ma il fanciullo non se ne accorge, poiché la sua anima continua ad esser piena del<br />

volto della sua vera madre che lo abbaglia e lo appaga.<br />

E’ trascorso un anno, il momento di partire per Wittemberg è giunto. Fortebraccio gli fa le sue<br />

ultime raccomandazioni, malvolentieri lo saluta, affidandolo ad Orazio. A salutarlo ci sono anche<br />

Sofia e i bambini. Lorenza in disparte piange, non può sopportare il pensiero di separarsi da lui.<br />

FORTEBRACCIO Segui i miei consigli figliolo. Fatti sempre onore, sta attento mi raccomando.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non temere padre, starò attento, saprò comportarmi e soprattutto ogni volta che potrò<br />

verrò a trovarti.<br />

Questa separazione pesa troppo ad entrambi.<br />

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FORTEBRACCIO No ragazzo mio non devi piangere, questa volta te lo proibisco. E’ giunto il<br />

momento che incominci a comportarti da uomo.<br />

Se lo stringe. Sofia gli accarezza il capo.<br />

SOFIA Comportati bene caro e non fare il vagabondo come è tuo solito. Ti auguro tanta fortuna<br />

figliolo.<br />

<strong>AMLETO</strong> sorride triste Grazie signora. – a Fortebraccio – padre mio penserò sempre a te.<br />

FORTEBRACCIO Dio ti benedica piccolo.<br />

Lo abbraccia nuovamente. I fratelli gli buttano le braccia al collo e l’uno dopo l’altro lo baciano.<br />

EDOARD Non dimenticarti di noi.<br />

KARL Torna presto.<br />

ERRIK non voglio che vai via!<br />

<strong>AMLETO</strong> Tornerò presto da voi. Mi raccomando siate obbedienti e non fate adirare la mamma. –<br />

si avvicina a Lorenza e le prende la mano – mi aspetterai?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA in lacrime Sempre.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non deve essere un obbligo, ricorda, dovrai guardarti intorno, perché io desidero solo<br />

che tu sia felice.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Come posso esserlo se tu mi lasci?<br />

<strong>AMLETO</strong> Non piangere Lorenza e ascoltami. Io devo partire, era questa la volontà del mio<br />

povero padre ed io gli obbedirò ad ogni costo. Quattro anni passano in fretta, poi non ci<br />

separeremo più, te lo prometto. Verrò spesso a trovarti e ti scriverò ogni giorno, anche se le mie<br />

lettere ti giungeranno tardi, non importa.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ti scriverò anch’io tutti i giorni.<br />

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Lui la bacia sul volto, poi accarezzandole i lunghi capelli la tiene stretta.<br />

FORTEBRACCIO Coraggio figlio mio, devi andare. – a Orazio – te lo affido. Abbi cura di lui,<br />

non dimenticare che è ancora un bambino, ora sei tu che devi proteggerlo.<br />

ORAZIO Potete stare tranquillo signore, la mia vita è al suo servizio.<br />

FORTEBRACCIO Lo so. Dio vi accompagni e vi protegga entrambi, andate.<br />

Il giovane si allontana con il suo piccolo signore per mano. Amleto mantiene la sua promessa e<br />

appena può torna a casa. Il suo affetto per Lorenza diventa sempre più profondo. Quando sono<br />

lontani continuano a scambiarsi lettere, quando si incontrano si fanno promesse e ogni<br />

separazione diventa sempre più dolorosa della precedente. Quando il ragazzo riparte Fortebraccio<br />

a fatica riesce a consolare la sua figliola. Tornati a scuola molto deve impegnarsi Orazio per far<br />

guarire l’amico dalla nostalgia per l’amata.<br />

CAPITOLO T<strong>RE</strong>NTADUESIMO<br />

Gli anni trascorrono tranquilli e il giovane progredisce negli studi, fino a quando giunge il giorno<br />

del sospirato ritorno a casa. Il Re Amleto è finalmente pronto a prendere il suo posto sul trono<br />

per l’incontenibile gioia di tutti i danesi. Mai però si priverà del consiglio e dell’aiuto di suo<br />

padre, che orgoglioso di lui e di se stesso gli resterà sempre accanto nel governo, senza però<br />

trascurare l’educazione di Edoard, che una volta raggiunta l’età sarebbe diventato il Re di<br />

Norvegia. Amleto e Lorenza rimasti fedeli all’amore che si giurarono da bambini decidono con la<br />

benedizione di Fortebraccio e dell’intero paese di sposarsi. Per le nozze del Re viene organizzata<br />

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una festa grandiosa, alla quale tutto il paese partecipa, come fu nel giorno della sua incoronazione,<br />

ma a differenza di allora, ora il giovane Re è felice e desidera che anche i suoi sudditi gioiscano<br />

insieme a lui. Per le strade si fa baldoria e si attende i il suono festoso delle campane. E’<br />

bellissima la piccola regina accanto al suo sposo che la guarda rapito e teme quasi di prenderle la<br />

mano per non distruggere l’incantesimo di quell’immagine, forse mandatagli dal cielo per<br />

ripagarlo di tanta sventura. Al momento della promessa, non solo le giura amore e fedeltà, ma<br />

anche di renderla felice sempre. Dal cielo i suoi cari li osservano commossi. Lacrime di sottile<br />

rugiada piange la misera madre che finalmente può vedere la speranza nel bel volto dell’amato<br />

figliolo. Il valoroso si accosta a suo figlio e gli sfiora il capo “Vedi figliolo mio che bene hai<br />

fatto a darmi ascolto? Guarda come sono raggianti di gioia ora gli occhi del tuo ragazzo. Come ti<br />

promisi il suo regno sarà prospero, grazie anche all’aiuto del nobile straniero che molto ancora<br />

farà per lui. Lo vedi? I sudditi lo adorano e quella tenera fanciulla lo renderà molto felice. Negli<br />

anni che seguiranno conoscerà solo la gioia e potrà dimenticare in parte la sua sciagura, ma<br />

ahimè, trascorsi nove anni, quando avrà raggiunto il ventisettesimo anno di età, si mio infelice<br />

figliolo, la stessa età che tu avevi nell’istante in cui ti privarono della vita, come un’ombra<br />

maledetta, il passato tornerà ad abbattersi su di lui, lo perseguiterà, lo metterà a dura prova,<br />

colpendolo in quel che ha di più caro. No, non perderà la sposa, ne i figli che lei gli darà, non<br />

perderà il nobile Fortebraccio.<br />

L’anima di Lorenza guarda atterrita l’amante “si riferisce ad Orazio? Quale sarà il suo destino?”<br />

Dal rassegnato dolore dell’amato comprende che lui sa cosa intende il valoroso – al fantasma di<br />

Orazio - Tu sai quel che accadrà ti prego devi dirlo anche a me.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> ORAZIO Non so niente Lorenza.<br />

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IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Non lo sai o non vuoi dirmelo?<br />

IL FANTASMA DEL VALOROSO Lui non sa niente cara.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Ditemi almeno se morirà?<br />

IL FANTASMA DEL VALOROSO Molto dipenderà da lui e dalla forza con la quale affronterà il<br />

suo destino. La realtà che dovrà scoprire lo travolgerà e lo separerà dal suo Re.<br />

IL FANTASMA <strong>DI</strong> LO<strong>RE</strong>NZA Io lo impedirò. Non li abbandonerò alla loro sorte.<br />

IL FANTASMA DEL VALOROSO No cara a noi questa volta non sarà consentito intervenire, ma<br />

solo osservare il compiersi del loro destino, poiché a colpirli sarà qualcosa che appartiene al<br />

passato e alla vita, non al cielo, che nulla potrà fare per cancellare quel che è stato e per<br />

modificare gli eventi. A noi non resta che confortarci con la loro gioia presente.<br />

Il giovane è circondato da consiglieri di fiducia: il nobile Fortebraccio, il suo fedele Orazio,<br />

Marcello, Francisco, tutti li ha voluti al suo fianco. Inoltre porta sempre insieme a lui il giovane<br />

Edoard, per prepararlo al momento in cui salirà sul trono di Norvegia. E’ affidata ad Orazio la sua<br />

educazione, come quella di Karl ed Errik. Il bel Re non vuole che i suoi due fratelli diventino<br />

nobili cavalieri o che occupino un’alta carica in un convento, ma desidera avere anche loro al suo<br />

fianco, quando diventeranno uomini. Ha deciso di tenerli a corte, perché un giorno abbiano una<br />

sposa, dei figli e possano essere felici come ora è lui. I due sposi vivono l’uno del respiro<br />

dell’altra. I loro occhi si cercano, s’incontrano e non si perdono mai se non sul viso amato.<br />

L’innocente allegria della sua Lorenza, che leggera come l’aria passa dalla tenerezza alla semplice<br />

pura vivacità, i suoi scherzi ingenui e divertenti, coinvolgono anche il giovane Re e lo trasportano<br />

in una insperata gioia, fatta di spensieratezza infantile e di spontaneità. Dal suo sorriso egli trae<br />

alimento e nel cogliere quel fiore appena sbocciato, mai si stanca di accarezzare quel volto di<br />

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ambina. La contempla da lei ha ricevuto un dono grande, come dalla natura il poeta riceve la<br />

capacità di creare. La stringe e sente che fino a quando non perderà lei dalle braccia, sarà felice<br />

per sempre.<br />

CAPITOLO T<strong>RE</strong>NTAT<strong>RE</strong>ESIMO<br />

In una grande sala Sofia aspetta i suoi figli impegnati nello studio. Lorenza allegramente giunge<br />

correndo.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Salute madre. Sai se il mio “fratellino” è ancora impegnato in consiglio?<br />

SOFIA Dio mio Lorenza, basta con i tuoi scherzi, non sei più una bambina. Quale esempio potrai<br />

dare ai tuoi figli?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Non intendo cambiare. Desidero che i miei figli imparino presto a sorridere, voglio<br />

che amino la vita, voi e soprattutto il mio amato sposo, a ma a proposito di figli… bene, ne<br />

parliamo dopo. Ecco il padre che viene, fra poco dunque vedremo sbucare anche il figlio. –<br />

Fortebraccio le si avvicina, lei lo bacia – Dove hai lasciato il tuo figlioletto preferito?<br />

FORTEBRACCIO Sarà qui tra breve. Figlia mia, i vostri occhi illuminati dalla gioia mi hanno<br />

fatto trovare finalmente la pace.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Presto ti darò una notizia che ti renderà molto felice. Aspettami qui insieme alla<br />

mamma, sarò subito da voi, devo parlare prima al tuo piccoletto. – esce correndo. –<br />

SOFIA Credo proprio di aver capito. Incosciente!<br />

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FORTEBRACCIO Vuoi spiegare anche a me?<br />

SOFIA No. Se non avete capito, state tranquillo e aspettate.<br />

La fanciulla corre fra le braccia del suo sposo che la stringe e in quegli occhi vivaci si specchia e<br />

trova la pace. Lei lo prende per mano, poi gli consegna una spada. La giovane regina ha imparato a<br />

tirar di scherma e spesso per gioco sceglie come avversario lo sposo che volentieri si addestra<br />

con lei.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ti sei ricordato di avere una sposa furfante?<br />

<strong>AMLETO</strong> Mi stai forse dicendo che ti trascuro?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Al contrario, non ti sopporto più. Non fare quella faccia, scherzo. Ascoltami, ho una<br />

cosa sai importante da dirti.<br />

<strong>AMLETO</strong> No Lorenza, se è un altro dei tuoi scherzi, ti prego risparmiami! Quel che più mi piace<br />

di te è il tuo carattere vivace, ma negli ultimi tempi hai esagerato.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA gli accarezza il capo Questa volta non voglio burlarmi di te, è una cosa seria, ma se<br />

non vuoi ascoltarmi, la terrò per me.<br />

<strong>AMLETO</strong> No, parla. Perdonami non volevo offenderti.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ne parleremo un’altra volta, forse fra qualche mese.<br />

<strong>AMLETO</strong> Avanti, parla, non essere ingiusta!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Va bene. Guarda.<br />

Gli mostra un abito da neonato.<br />

<strong>AMLETO</strong> L’hai fatto tu? Bello! Per chi è?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA per te ovviamente, vedi se ti calza. – si i stringe a lui. – presto non saremo più soli,<br />

ci sarà un gradito ospite a farci compagnia. No, in verità caro è un po’ più di un ospite.<br />

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Il giovane la guarda commosso, le bacia le labbra e senza poter dire parola continua a stringerla al<br />

suo petto.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Andiamo a dare la notizia ai nonni?<br />

<strong>AMLETO</strong> Certo, ma andiamo a chiamare prima Orazio e i ragazzi. Anche a Marcello voglio dirlo<br />

subito, tutti devono saperlo.<br />

Dopo aver chiamato Orazio e tutti gli altri, si riuniscono nella sala.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Dobbiamo darvi una notizia. – a Amleto – Su parla.<br />

Amleto presto nascerà vostro nipote.<br />

FORTEBRACCIO stringe e bacia entrambi e mentre li tiene stretti volge lo sguardo grato al cielo.<br />

SOFIA Che gioia figliola mia! Ora però devi riguardarti, non continuare ad essere incosciente!<br />

<strong>AMLETO</strong> Tua madre ha ragione. Tu rappresenti per me l’amore che neanche cento figli possono<br />

uguagliare. Quel che oggi ti ho detto non devi dimenticarlo mai. Ti prego dunque di stare attenta e<br />

di non essere imprudente.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Devi stare tranquillo. Io mi sento benissimo non vorrai tenermi immobile, confinata<br />

in un cantuccio come se fossi una statua?<br />

<strong>AMLETO</strong> Non ti ho detto questo. – a Orazio – Vieni qui amico, accanto a noi.<br />

ORAZIO Sono molto felice per voi.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Scommettiamo? Io dico che sarà un bambino tu caro?<br />

<strong>AMLETO</strong> No, sarà una bambina.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Lo dici per contraddire me furfante, ma vedremo chi ha ragione. Tu cosa dici Orazio?<br />

ORAZIO Credo anch’io che sarà un bambino.<br />

FORTEBRACCIO No, sarà una bambina.<br />

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MARCELLO Io credo che saranno due, maestà.<br />

EDOARD KARL ED ERRIK Ha ragione lui!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Certo, così ve ne occuperete a turno voi quattro.<br />

SOFIA Basta Lorenza! Come puoi scommettere sulla tua creatura?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Perché? Che male c’è? In fondo solo Dio conosce la verità.<br />

CAPITOLO T<strong>RE</strong>NTAQUATT<strong>RE</strong>SIMO<br />

Il momento tanto atteso da tutti a corte è giunto. Un’espressione di inesperta ma coraggiosa<br />

incertezza si legge sul volto sofferente della giovane madre. Accanto a lei c’è Sofia. Nell’animo<br />

del sovrano più che l’attesa per la nascita del figlio, prevale l’ansia per la sua sposa. Sa bene che<br />

per i suoi figlioli avrà un grande amore, però sa che non potrà mai arrivare ad amarli come ama<br />

lei. Se ne accorge ora, mentre invece di pensare a suo figlio, al possibile erede, al regno, prega<br />

che l’amata cessi al più presto di soffrire e torni a sorridere con la sua creatura fra le braccia.<br />

Confortarlo non è un’impresa facile. Ci provano invano Orazio e Fortebraccio.<br />

ORAZIO Comprendo bene quello che provi, ma stai tranquillo, tuo figlio nascerà presto e tu<br />

potrai correre dalla tua sposa.<br />

FORTEBRACCIO Coraggio figliolo, la nostra Lorenza è forte e poi non è la prima donna che da<br />

alla luce un bambino.<br />

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Si avvicina a loro Sofia.<br />

SOFIA Certo marito mio, per te è tutto facile, ma tu non puoi sapere cosa vuol dire mettere al<br />

mondo un figlio. – a Amleto – No mio caro ragazzo, non devi angosciarti a questo modo! Ti<br />

preoccupi troppo, per una donna è naturale dare la vita.<br />

FORTEBRACCIO Perché io cosa avevo detto di diverso?<br />

SOFIA Io posso dirlo. Lui si che è un bravo sposo. Guardate com’è turbato per lei, invece voi?…<br />

voi non vi siete mai preoccupato per me, né vi importava quel che poteva capitarmi.<br />

Un profondo senso di colpa investe Fortebraccio. Si sente un mostro privo di sentimenti. In<br />

passato Sofia aveva sbagliato e lui? L’aveva solo usata, né mai l’aveva degnata di un’attenzione, di<br />

una carezza, mentre lei gli aveva donato se stessa, dei figli. Egli non aveva mai temuto per la sua<br />

sposa. A questo pensiero d’improvviso prova compassione per lei e orrore per se stesso.<br />

FORTEBRACCIO Quel che dici non è vero Sofia, se ti ho fatto intendere questo perdonami.<br />

SOFIA Non importa, ora è questo giovanotto che mi preoccupa. – a Amleto – Coraggio, Lorenza<br />

sta bene, mi ha mandato da te per rassicurarti, ma ecco la levatrice.<br />

La levatrice, raggiante di gioia, si avvicina a loro.<br />

LEVATRICE L’erede è nato maestà.<br />

Lui, il giovane sovrano non l’ascolta neppure, ma corre via.<br />

Sofia lo ferma.<br />

SOFIA Dove corri figliolo?<br />

<strong>AMLETO</strong> Dalla mia sposa!<br />

SOFIA L’usanza vuole che tu conosca prima tuo figlio.<br />

LEVATRICE E’ così maestà, la regina sta bene.<br />

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<strong>AMLETO</strong> Al diavolo le usanze! Lasciatemi andare!<br />

Si libera dalla presa per raggiungere la sua Lorenza.<br />

LEVATRICE Non ha neanche guardato il bambino!<br />

FORTEBRACCIO Lasciatelo andare e portategli suo figlio perché lo prenda fra le braccia e lo<br />

riconosca.<br />

Il giovane padre accarezza e bacia la sua amata sposa e solo nell’istante in cui può stringerla si<br />

calma e ritrova la pace. Lei gli accarezza il viso e per rassicurarlo gli sorride.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Dimmi piccoletto, dov’è il nostro bambino? Io lo avevo mandato da te, dove lo hai<br />

lasciato?<br />

<strong>AMLETO</strong> Non so dov’è, non l’ho ancora visto. Hai detto che è un maschio?<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Dio tutta la Danimarca sa che è nato l’erede al trono, ascolta le campane che festose<br />

annunciano la sua nascita! Io stessa ho udito la levatrice che dava urlando la notizia e tu vieni<br />

candidamente a chiedermi se abbiamo un bambino? Vergognati! Non hai ancora conosciuto tuo<br />

figlio, i sudditi ti spodesteranno se sapranno che non hai riconosciuto subito l’erede.<br />

<strong>AMLETO</strong> Cosa vuoi che mi importi? Devi essere tu a presentarmi nostro figlio.<br />

Entra nella stanza la levatrice con il bel bambino in braccio.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Portatelo qui signora. – La donna le posa il neonato fra le braccia – eccoti piccino,<br />

così piccolo devi già rincorrere quel furfante di tuo padre. – a Amleto – Eccolo il nostro piccolo<br />

Amleto, ora puoi anche prenderlo fra le braccia.<br />

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CAPITOLO T<strong>RE</strong>NTACINQUESIMO<br />

A quel felice giorno ne seguirono molti altri. La serenità finalmente ha sostituito il dolore ormai<br />

quasi dimenticato. Gli anni trascorrono rapidi e felici, come un fiume in piena attraversato da<br />

acque solo limpide. Il giovane Edoard ha preso il suo posto sul trono di Norvegia e lì vive con la<br />

sposa e i suoi due bambini. Karl ed Errik sono rimasti al fianco di Amleto e collaborano con lui<br />

per garantire prosperità al regno. Dopo l’erede sono nati i due gemelli Fortebraccio e Lorenza,<br />

Ofelia, Sofia e l’ultimo nato il piccolo Orazio. Lorenza non si è ancora ripresa dalla nascita<br />

dell’ultimo figlioletto. E’ stanca, debole, il suo volto è ancora pallido, non ha però perso la<br />

volontà di giocare, di far baldoria insieme ai suoi bambini e fra loro proprio lei pare la più<br />

piccina. Il giovane Re, ama osservarli, è un’immagine che gli trasmette sicurezza e serenità. Per<br />

non distruggere quell’incantesimo di semplice purezza, se ne sta in disparte, fino a quando la<br />

sposa non lo scorge e prendendolo per mano non lo invita ad unirsi a loro. Vedendolo i piccini gli<br />

saltano fra le braccia e felici lo baciano. Quando occorre però Lorenza sa essere molto severa<br />

con i suoi bambini, la loro educazione è cosa fondamentale per lei e i piccoli l’ascoltano e le<br />

obbediscono come i soldati al condottiero. La piccola Sofia se ne sta fra le braccia della nonna<br />

che le bacia il viso e accarezza il capo di Ofelia, seduta accanto a lei. Le bambine ascoltano<br />

incantate le fiabe raccontate dalla loro nonna. Amleto raggiunge la sua sposa che culla l’ultimo<br />

nato, mentre i più grandicelli intorno a lei fanno un gran frastuono.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Ora si che assisterai a una commovente scena caro! Su prendi Orazio. – gli porge il<br />

bambino. – il mio piccolino! Quei furfanti non ti lasciano riposare, ma stai tranquillo, ora ci pensa<br />

la mamma, vai da tuo padre.<br />

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<strong>AMLETO</strong> No Lorenza, dove corri? Aspetta, non ti sei ancora rimessa del tutto!<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Oh si piccoletto, sto bene e presto lo vedrai - lancia un’occhiata minacciosa ai<br />

figlioletti che si schierano in ordine di età. – allora birbanti, chi si sacrifica per primo? – si fa<br />

avanti il più grande. – va bene per questa volta voglio essere buona, ma la prossima vi faccio a<br />

pezzettini. Ora venite insieme a me a salutare vostro padre.<br />

La più piccola le tende le braccia, lei la bacia e la conduce dallo sposo seguita dagli altri figli.<br />

Entra nella sala Orazio e si accosta ai sovrani. I piccoli festosi lo assalgono. I tre maggiori si<br />

preparano a seguirlo, e lui ad occuparsi della loro istruzione.<br />

ORAZIO Buon giorno signori.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Buon Orazio! E’ il cielo che ti manda per salvare una povera madre disperata. Abbi<br />

pietà, porta via questi tre piccoli furfanti.<br />

ORAZIO Non esagerate maestà, vi assicuro che voi eravate assai più terribile di loro.<br />

<strong>AMLETO</strong> Era Orazio? No credimi è.<br />

ORAZIO Sicuro che ti credo. – ai bambini – andiamo bambini?<br />

I tre fanciulli baciano il padre e la madre e lo seguono. A sera i piccoli stremati si addormentano<br />

vegliati dalla loro madre che ama guardarli dormire, Fortebraccio resta a farle compagnia. Fuori<br />

Amleto e Orazio guardati dalla luna parlano.<br />

<strong>AMLETO</strong> Lorenza con la sua gioia ha portato la pace nel mio cuore. Sono molto felice al suo<br />

fianco amico.<br />

ORAZIO Lo so signore. Vorrei chiederti il permesso di far visita a Paride e Isabella, è da tempo<br />

che non li vedo, loro hanno fatto tanto per me.<br />

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<strong>AMLETO</strong> Sei libero di andare quando desideri. Ascoltami Orazio. Hai mai pensato di avere una<br />

sposa, dei figli?<br />

ORAZIO No mio signore. Sin da bambino giurai che a te solo avrei consacrato la mia vita, non<br />

ho mai pensato ad altro.<br />

<strong>AMLETO</strong> No Orazio, non è giusto che tu continui a sacrificarti per me. Ogni uomo desidera<br />

avere una famiglia e tu credo più degli altri.<br />

ORAZIO Tu sei la mia famiglia.<br />

<strong>AMLETO</strong> Sai bene cosa intendo. Io sono molto felice e desidero che anche tu lo sia. A corte<br />

molte fanciulle sarebbero liete di averti come sposo. Di cosa ti preoccupi? Resterai comunque al<br />

mio fianco. Essere felice non è un delitto, al contrario è un tuo diritto. Non c’è una fanciulla che<br />

ami? Cosa ti succede? Non vuoi dirmelo? Non ti fidi di me?<br />

ORAZIO Certo che mi fido mio buon signore. Amo da sempre vittoria, la figlia primogenita di<br />

Paride e Isabella.<br />

<strong>AMLETO</strong> Allora sei un imbecille da sempre! Non era necessario sacrificare i tuoi sentimenti.<br />

Quando sarai lì, chiederai la sua mano, bada, è un ordine.<br />

ORAZIO Va bene mio signore.<br />

<strong>AMLETO</strong> Organizzeremo una grande festa per le tue nozze e tutti saremo felici.<br />

ORAZIO Partirò domani all’alba, ma, ... i ragazzi? Devono studiare!<br />

<strong>AMLETO</strong> Parti tranquillo, penserò io a loro durante la tua assenza. Dio ti accompagni mio leale<br />

amico.<br />

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CAPITOLO T<strong>RE</strong>NTASEIESIMO<br />

Il mattino seguente Orazio raggiunge la casa degli orfani e viene accolto con gioia da tutti.<br />

Vittoria che da tempo lo ama senza speranza gli corre incontro, per la prima volta egli le mostra<br />

quell’amore che per anni aveva soffocato nel suo cuore. Devoto la stringe e le bacia le labbra lei<br />

per mano lo conduce dai suoi genitori e si allontana.<br />

ISABELLA Sono lieta di rivederti ragazzo mio. C’è un velo di profonda tristezza negli occhi di<br />

Paride che preoccupato lo guarda.<br />

PARIDE Meglio sarebbe stato figlio mio se tu non fossi mai venuto.<br />

ORAZIO E perché Paride? Cosa è accaduto?<br />

PARIDE Ora che sei qui ho il dovere di raccontarti la verità. Abbiamo scoperto chi è tuo padre.<br />

ORAZIO Mio padre è morto, si è morto insieme alla sua amata Lorenza.<br />

PARIDE E’ proprio così figliolo.<br />

ISABELLA Paride ti scongiuro non dirgli nulla, ormai non serve parlarne, gli faresti solo male<br />

per un passato che non ha più senso.<br />

PARIDE E’ un suo diritto sapere, cara. Se non fosse venuto io certo non l’avrei cercato. Decidi<br />

tu figliolo se vuoi sapere la verità.<br />

ORAZIO Avanti Paride, parla, ti ascolto.<br />

PARIDE Abbiamo ritrovato una lettera scritta da tua madre a suo fratello, l’avevi tu addosso e<br />

nessuno si premurò di leggerla e di consegnarla al destinatario. Ripulendo l’abbiamo ritrovata fra<br />

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vecchie cose, in mezzo ad oggetti che ti appartenevano. Prendila, ma prima di leggerla ascoltami,<br />

non voglio che tu sappia la verità leggendo. Ragazzo mio, anche il sangue ti lega al tuo Amleto,<br />

siete parenti, tuo padre era il figliolo del primo consigliere a corte, pare che la madre del tuo<br />

signore fosse sua sorella.<br />

ORAZIO Deve esserci un errore Paride, tutto potrei accettare dalla sorte fuorché questa<br />

macchia. – legge la lettera – mio adorato fratello, mi resta solo in tempo di scriverti queste poche<br />

righe e di condurre in salvo il mio sventurato figliolo a cui ho dato il tuo nome, poi mi lascerò<br />

morire accanto al mare. Il cielo ha voluto farmi pagare con la vita la mia ingenuità e il disonore,<br />

mi sarà risparmiato almeno il dolore di assistere all’infelice sorte del mio innocente bambino, a<br />

te lo affido morendo. Sei ancora un ragazzo, ma quando sarai uomo devi prenderlo con te. Sappi<br />

che ho peccato per amore, il padre è un giovane libertino che mi ha ingannata, per lui sono stata<br />

una conquista fra le tante. E’ un nobile di corte, a te solo rivelerò il so nome, si chiama Laerte ed<br />

è il figlio del primo consigliere del Re. Non pensare mai di vendicarti, nel tuo cuore puro non c’è<br />

posto per la vendetta, inoltre se tu lo sfidassi non ti salveresti, egli è imbattibile nell’uso delle<br />

armi, come tu sei dotto nell’ingegno. So che ascolterai la mia preghiera, considera che egli è un<br />

uomo, ha sei anni più di te, tu sei solo un ragazzo, hai solo sedici anni, ma egli non esiterebbe ad<br />

ucciderti, addio, la tua amata sorella.<br />

Le parole scritte da sua madre su quel foglio assalgono e atterriscono Orazio che non può<br />

trattenere il pianto. Paride gli posa un braccio sulla spalla.<br />

PARIDE Il povero Orazio seppe solo che sua sorella era morta, scoprì la tua esistenza molto più<br />

tardi.<br />

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ORAZIO Sono figlio dell’uomo che ha ucciso il padre del mio signore! No, non tornerò da lui,<br />

non sono degno neanche di guardarlo.<br />

Disperato il giovane crolla in ginocchio, Vittoria che ha ascoltato gli si avvicina e pietosa gli<br />

accarezza il capo.<br />

PARIDE Calmati figlio mio, tu non hai nessuna colpa per quel che egli ha fatto.<br />

ORAZIO Oh si che ho colpa! In me scorre il suo sangue, Amleto può solo disprezzarmi. Devo<br />

fuggire la mia presenza è un’offesa per il mio signore. Vittoria lo abbraccia.<br />

VITTORIA No Orazio, non andare via se non vuoi tornare dal tuo signore, resta qui insieme a me.<br />

Ci sposeremo, ti renderò felice.<br />

Orazio bruscamente la respinge.<br />

ORAZIO Come puoi parlarmi di felicità mentre il mio cuore sanguina e vorrebbe cessare di<br />

battere? E poi credi che dopo aver conosciuto a corte tante donne raffinate davvero possa<br />

interessarmi una fanciulla come te?<br />

La ragazza corre via in lacrime.<br />

ISABELLA Figlia mia! Vorrebbe seguirla ma Orazio la ferma.<br />

PARIDE non ti permetto di umiliarla a questo modo. Per dirle che non le vuoi bene non era<br />

necessario ferirla come hai fatto. Sei un vigliacco!<br />

ORAZIO Vi prego ascoltatemi entrambi. Il cielo sa se amo vostra figlia, ma parlarle così è stato<br />

necessario, l’ho fatto per il suo bene, sarà più semplice ora per lei dimenticarmi. Quando sono<br />

arrivato avevo l’intenzione di chiedervi la sua mano, ma dopo quanto ho saputo sono condannato.<br />

Vi prego datela in sposa ad un bravo giovane che possa amarla come merita.<br />

PARIDE Ragazzo mio non commettere follie!<br />

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ORAZIO Non temere Paride, mai rivolgerò la mia mano contro me stesso, come invece l’onore<br />

m’imporrebbe di fare. Andrò lontano, forse in Inghilterra, non credo ci rivedremo, addio Isabella,<br />

va da tua figlia. Paride manda uno dei tuoi ragazzi a portare questo messaggio da parte mia al Re.<br />

Scrive e consegna il messaggio a Paride egli lo affida subito ad uno dei suoi figli che lo reca al<br />

Re.<br />

CAPITOLO T<strong>RE</strong>NTASETTESIMO<br />

Quando il figliolo di Paride giunge a corte incontra Marcello che lo conduce da Amleto.<br />

Fortebraccio è insieme a lui quando il ragazzo gli consegna la lettera di Orazio.<br />

MARCELLO Questo giovane ha un messaggio per voi maestà da parte di Orazio.<br />

<strong>AMLETO</strong> prende la lettera Grazie ragazzo, ma cosa sarà accaduto a Orazio? – legge - Mio<br />

venerato signore, vi chiedo perdono se fuggo come un vigliacco, ma dopo quanto ho saputo non<br />

ho più il coraggio di guardarvi negli occhi, non ne sono degno poiché nel mio corpo scorre il<br />

sangue di colui che ha vilmente ucciso il vostro amato padre. Avete tutto il diritto di<br />

disprezzarmi, umilmente mi congedo da voi, addio. – Amleto, smarrito guarda Fortebraccio -<br />

Dio, Laerte era il padre di Orazio! Mio povero amico, comprendo quello che provi, ma non devi<br />

lasciarmi, a me non importa chi fu tuo padre, mai permetterò che tu lavi le sue colpe.<br />

FORTEBRACCIO Coraggio figliolo e rispondimi sinceramente, davvero non ti importa che<br />

Orazio sia figlio dell’uomo che ti uccise il padre?<br />

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<strong>AMLETO</strong> Sicuro per Dio che non mi importa, quell’uomo fu doppiamente canaglia, uccise mio<br />

padre e abbandonò suo figlio. Orazio non ha colpa è anche lui una sua vittima ed io desidero solo<br />

che torni. Devo trovarlo, ti prego padre, pensa tu a Lorenza e ai bambini fino al mio ritorno. Temo<br />

per la sua vita.<br />

FORTEBRACCIO Se dovesse aver commesso un gesto disperato promettimi che non ti lascerai<br />

annientare dal dolore, ricorda che hai una sposa e dei figli che vivono per te, devi tornare da loro.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non posso farti questa promessa, se arriverò tardi dal mio Orazio e non riuscirò a<br />

salvarlo dalla disperazione, preparati a regnare nuovamente per un fanciullo, perché io non<br />

tornerò.<br />

Fortebraccio lo colpisce con una tale violenza da farlo crollare ai suoi piedi.<br />

FORTEBRACCIO Io non ti ho allevato perché un giorno agissi da vigliacco, non ti diedi io la vita<br />

eppure per te ho rinunciato alla pace, tu sei responsabile dei tuoi figli e vorresti abbandonarli.<br />

Ricordati che sei il Re.<br />

<strong>AMLETO</strong> si alza e lo abbraccia. Addio padre mio, grazie. Vado a salutare la mia sposa, abbi cura<br />

di lei, addio.<br />

Amleto tormentato dall’incertezza si avvicina alla sua sposa e se la stringe fra le braccia, lei<br />

turbata dallo stato del marito affida i figli a sua madre e lo segue. Prima di uscire il Re bacia i<br />

suoi figlioli, se li stringe al petto, li fissa con tenerezza, specie il più piccino, poi prende Lorenza<br />

per mano e la conduce con se.<br />

<strong>AMLETO</strong> Il passato torna a perseguitarmi e distruggerà la nostra felicità, forse per sempre.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Mi spaventi, cosa è accaduto?<br />

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<strong>AMLETO</strong> Orazio ha scoperto una verità terribile. Suo padre era la canaglia che uccise il mio.<br />

Egli generoso com’è non può sopportarlo ed è fuggito chissà dove e con quale dolore nel petto.<br />

Ti prego comprendimi, non posso abbandonarlo.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Tu non devi abbandonarlo. Corri a cercarlo, riportalo a casa. Devi convincerlo che lui<br />

non ha alcuna colpa per le azioni di suo padre. Va, parti subito, io volentieri ti accompagnerei, ma<br />

devo vegliare sui nostri bambini. Ti scongiuro qualsiasi cosa sia accaduta al nostro Orazio, ricorda<br />

che i tuoi figli hanno bisogno di te, se non vuoi pensare a me, pensa a loro.<br />

Amleto non può darle risposta, ma la stringe e la bacia come se fosse l’ultima volta. La guarda, né<br />

può trattenere il pianto, lei nuovamente lo abbraccia e lo bacia, è atterrita, ha smarrito il coraggio,<br />

teme di perderlo, egli non ha la forza di separarsi da quelle braccia, ma per rianimarla riprende a<br />

parlarle.<br />

<strong>AMLETO</strong> Non so dove cercarlo.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Per prima cosa va dai suoi amici, forse loro sanno dov’è. Ti prego promettimi che in<br />

ogni caso tornerai da me.<br />

Amleto fissa disperato il suolo e lo bagna di lacrime, le stringe forte le mani.<br />

<strong>AMLETO</strong> Si tornerò, non temere. Grazie mia Lorenza per la felicità che mi hai fatto conoscere.<br />

Continua ad amare i nostri figli e me.<br />

LO<strong>RE</strong>NZA Perché mi dici questo? Non mi abbandonare, sarei la sposa e la madre più misera.<br />

<strong>AMLETO</strong> accarezzandole i capelli e il volto Non piangere tornerò.<br />

MARCELLO gli si avvicina Andiamo maestà, i cavalli sono pronti.<br />

<strong>AMLETO</strong> Andiamo. Hai deciso di accompagnarmi?<br />

MARCELLO Si, vostro padre me lo ha chiesto, ma io avevo già deciso di seguirvi.<br />

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<strong>AMLETO</strong> Avrei preferito partire da solo, ma andiamo.<br />

CAPITOLO T<strong>RE</strong>NTOTTESIMO<br />

Vaga invano Amleto, ma del suo fedele amico non trova traccia. Dopo aver parlato con Paride che<br />

gli ha trasmesso le proprie paure, una disperazione ancor più violenta gli strazia il cuore e gli<br />

consente a stento di vedere la strada. E’ il passato che superbo torna implacabile a rapirgli quel<br />

barlume breve ma intenso di felicità da lui guadagnata a prezzo di tante lacrime innocenti, il<br />

passato che come un mare in tempesta tutti travolge colpevoli e innocenti, no, non risparmia<br />

nessuno, neanche la spensierata giovinezza. E’ il destino, oh lettore, che trionfa, perché è il<br />

marchio che ognuno si porta addosso fin dalla nascita, come sola eredità della natura a cui<br />

nessuno può sfuggire, ma credi tu che se fossero gli uomini ad assegnare il destino agli stessi<br />

uomini sarebbero meno spietati? Con questo dubbio io ti lascio e per parte mia volentieri mi<br />

prendo quel che la natura mi ha dato in sorte. Povero colui che è costretto a prendersi in sorte<br />

quel che non la natura, ma l’uomo ha deciso, ma di certo tu vorrai conoscere il destino del<br />

giovane Amleto e del suo Orazio, torniamo dunque a loro. Orazio lento si dirige verso il mare<br />

deciso a fuggire lontano i più possibile dal suo disonore. All’improvviso insospettito dal<br />

confabulare di cinque uomini armati si ferma ad ascoltare.<br />

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PRIMO BRIGANTE Ascoltatemi, fra breve la bella regina uscirà con le sue adorabili creature, il<br />

Re è partito, suo padre è impegnato negli affari di governo, dunque è sola, sarà un gioco per noi<br />

prenderle il piccolo erede.<br />

ORAZIO estrae senza esitazione la spada Oh Dio Lorenza! Non crediate che sarà tanto facile<br />

riuscire nei vostri sporchi intenti.<br />

Il giovane sa bene di aver ereditato più qualità da suo zio che dal padre, ha dotta la mente, ma non<br />

ha grande abilità nell’uso della spada. E’ pronto però a difendere Lorenza, gli amati bambini e la<br />

serenità del suo signore, certo di soccombere. Si lancia coraggiosamente sui briganti e riesce<br />

anche ad impegnarli, ma i cinque lo attaccano insieme e uno di loro lo colpisce deciso in pieno<br />

petto. Come chi ha smarrito ogni speranza durante il cammino, stramazza al suolo e ad esso affida<br />

sangue e giovinezza. Fissa il cielo e a lui affida i suoi ultimi sospiri, privato di ogni soccorso.<br />

Amleto e Marcello giungono rapidi attratti dal suono fatale delle spade. Alla vista del ferito,<br />

Amleto si lancia dal cavallo accanto a lui. Lo solleva.<br />

<strong>AMLETO</strong> Chi ti ha colpito Orazio? E perché?<br />

Marcello ferma i briganti.<br />

ORAZIO Non pensare a me, aiuta Marcello, devi fermarli, volevano aggredire Lorenza, i<br />

bambini, volevano portarsi via il nostro erede.<br />

Amleto va verso i briganti gli salta addosso e li disarma.<br />

MARCELLO Che cosa devo fare di loro, maestà? Devo arrestarli?<br />

<strong>AMLETO</strong> No, devono morire all’istante, non è una decisione ingiusta la legge non li<br />

risparmierebbe. Volevano aggredire la mia sposa, portar via mio figlio, hanno colpito Orazio e<br />

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saranno la causa della morte del sovrano. Io, Amleto, Re di Danimarca, li condanno a morte, per<br />

mano mia e sarà questa la mia ultima azione di governo.<br />

L’uno dopo l’altro li colpisce sotto lo sguardo angosciato di Marcello che mai aveva visto tanto<br />

odio negli occhi disperati del suo signore, né sa come soccorrerlo. Entrambi tornano accanto ad<br />

Orazio con la speranza di salvarlo. Amleto in lacrime si inginocchia accanto a lui, lo solleva e lo<br />

fissa.<br />

ORAZIO Perdonami mio signore, io non ero degno di restare al tuo fianco. Eccomi a terra, sto<br />

pagando il delitto di mio padre.<br />

<strong>AMLETO</strong> Tu sei pazzo! A me non importa di chi fu tuo padre, tu sei innocente e so che mi hai<br />

sempre amato. Non temere, ti salverai e non ci separeremo più.<br />

ORAZIO No mio dolce signore, guarda, il sole laggiù tramonta ed io con lui.<br />

<strong>AMLETO</strong> Ad ogni modo non ci separeremo, neanche la morte avrà il potere di dividerci.<br />

ORAZIO Mio buon signore, ti scongiuro per il legame sacro della nostra amicizia non<br />

abbandonare la tua sposa nel pianto, ricordati che sei padre.<br />

<strong>AMLETO</strong> Il destino vuole che io ripaghi il sacrificio compiuto quel giorno da un giovane per il<br />

suo signore. Il cielo sa che non sono così forte, non posso separarmi da te.<br />

Orazio volge lo sguardo al cielo come per supplicarlo di aver pietà del suo nobile amico, poi<br />

guarda Marcello in fine il suo sguardo si perde sul volto di Amleto e così fissandolo spira.<br />

Senza incertezze il giovane Re si punta la spada, ma Marcello lo ferma.<br />

MARCELLO Non ve lo permetterò! Voi siete il nostro Re, non pensate alla vostra sposa? Come<br />

potete lasciarla sola ad allevare tutti i figli che le avete dato?<br />

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<strong>AMLETO</strong> Lasciami solo, va, dalle tu la notizia, mio padre non l’abbandonerà e tu pure devi<br />

restarle vicino. Devi dirle che morendo le chiedo perdono, va via!<br />

MARCELLO gli regge i polsi. E credete che potrà mai perdonarvi? Riflettete vi prego, io non<br />

permetterò che vi colpiate. Non intendo andarmene senza di voi. Non mi guardate così, non vi<br />

lascio solo!<br />

<strong>AMLETO</strong> si libera dalla presa. Lasciami per Dio Marcello! Sai che ti amo da sempre, non costringermi ad<br />

usare la spada prima contro di te. Vattene ti prego, non voglio colpirti.<br />

MARCELLO Invece dovrete farlo, perché non me ne andrò, se già avete deciso, uccidete me<br />

prima, io non posso colpirmi, l’ho promesso alla mia Lorenza, ma se avete scelto di morire io<br />

non ho più niente da fare qui, abbiate pietà dunque e se davvero mi amate ascoltatela mia supplica.<br />

Ormai sono vecchio e stanco.<br />

<strong>AMLETO</strong> Bene mio buon Marcello, non avrei mai voluto, ma sia pure così, addio.<br />

Lo colpisce con decisione e lo guarda crollare al suolo, poi colpisce se stesso, cade accanto al<br />

suo Orazio e, più vicino al cielo che alla terra, lo abbraccia.<br />

<strong>AMLETO</strong> Eccoti, oh cielo, il sangue che ti spetta, lava con esso la maledizione che da<br />

generazioni ci opprime e salva ti prego i miei figlioli da questo sciagurato destino, sono bambini<br />

e sono innocenti, che io sia l’ultimo a pagare e che questa catena di male e di morte si spezzi per<br />

non ricadere su di loro. Muore.<br />

Lorenza viene travolta dalla tremenda notizia, sa che non può seguire l’amato sposo benché lo<br />

desideri più di ogni altra cosa, ma è la madre dei suoi sei figli e non può abbandonarli in così<br />

tenera età. Vive dunque per loro che però mai più vedranno le sue labbra sorridere, ma solo i<br />

suoi occhi piangere. Sua madre l’aiuta e la conforta, suo padre è disperato quanto lei, ma ancora<br />

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una volta torna a sacrificare se stesso e la propria pace, poiché non può abbandonare la sua misera<br />

figliola in quello stato sola, con sei creature da allevare.<br />

Riassume il governo nuovamente come tutore del piccolo Amleto che sconvolto dalla morte del<br />

padre non si separa mai da Lorenza. Il bel giovinetto supplice fissa la misera madre e con lo<br />

sguardo la implora perché con le sue mani innocenti cancelli dal capo suo e dei suoi infelici<br />

fratelli una maledizione che da troppo troppo tempo li opprime. Ella se lo stringe al petto gli<br />

accarezza il capo, lo guarda, lo bacia ed è come se proprio con le sue carezze, le sue lacrime di<br />

sposa e di madre sventurata volesse cancellare per sempre dal destino dei suoi miseri figlioletti<br />

quell’ombra implacabile che già tante vittime innocenti aveva provocato.<br />

Fortebraccio è sempre più taciturno, la stanchezza si legge nei suoi begli occhi spenti ormai dal<br />

dolore, ma il valoroso guerriero non si arrende. La regina decide di portare per tutta la vita il suo<br />

lutto. Ha saputo che Vittoria dopo aver rifiutato numerose proposte di matrimonio, rimasta fedele<br />

al suo Orazio ha deciso di entrare in convento. Lorenza si reca a trovarla, la prega di rinunciare<br />

alla veste e di seguirla a corte. Vittoria le va dietro, le resta vicino, l’aiuta con i fanciulli e soffre<br />

insieme a lei. Il cielo tinto di rosso, sazio ormai di sangue ha ascoltato la preghiera dell’infelice<br />

padre e ha liberato dalla maledizione del passato i suoi figlioli.<br />

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