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Venti anni dopo - Centro di Documentazione Pier Vittorio Tondelli

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“<strong>Venti</strong> <strong>anni</strong> <strong>dopo</strong>: i giovani <strong>di</strong>alogano con <strong>Tondelli</strong>”<br />

Cronaca <strong>di</strong> una attività <strong>di</strong>dattica<br />

<strong>di</strong> Anna Pozzi<br />

C'è in ballo anche la grande responsabilità degli organi <strong>di</strong> informazione e<br />

dell'establishment culturale, poiché se noi offriamo ai più giovani soltanto<br />

schifezze, che cosa potremo mai chiedere in cambio? Al <strong>di</strong>sorientamento<br />

<strong>di</strong> alcuni giovanissimi che chiedono cosa poter vedere, cosa poter leggere,<br />

quali artisti poter frequentare, si risponderà allora<br />

decisamente: i classici (<strong>Pier</strong> <strong>Vittorio</strong> <strong>Tondelli</strong>)<br />

...chi sa giocar con le parole<br />

non fatica a sfruttarle come baldracche.<br />

(W. Shakespeare)<br />

Proporre <strong>Pier</strong> <strong>Vittorio</strong> <strong>Tondelli</strong> ad una classe <strong>di</strong> V liceo vuol <strong>di</strong>re, paradossalmente,<br />

trarre beneficio dall’assenza <strong>di</strong> un canone novecentesco, ovvero, dall’assenza con<strong>di</strong>visa <strong>di</strong><br />

autori significativi, quin<strong>di</strong> irrinunciabili in una programmazione <strong>di</strong> classe.<br />

Una libertà questa, che se da un lato è testimone <strong>di</strong> uno scollamento sempre più consistente<br />

tra materie umanistiche e società, dall’altro consente al docente <strong>di</strong> essere a sua volta<br />

in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> un canone e parte attiva nella costruzione della memoria storica, quin<strong>di</strong> della<br />

trasmissione della letteratura; tale libertà offre, inoltre, alla scuola la possibilità <strong>di</strong> essere<br />

laboratorio e fucina <strong>di</strong> scoperta, elaborazione, rielaborazione e produzione <strong>di</strong> cultura.<br />

E se la letteratura deve aiutare ad essere “sempre più intelligenti, sensibili, moralmente forti” 1 ,<br />

se deve offrire la possibilità <strong>di</strong> conoscere e conoscersi, <strong>di</strong> guardare a se stessi e al mondo, <strong>di</strong><br />

cogliere i <strong>di</strong>fetti e la straor<strong>di</strong>narietà degli eventi, <strong>di</strong> relazionarsi con sé e con l’altro, <strong>di</strong> capire<br />

“le proporzioni della vita, il posto dell’amore in essa, e la sua forza e il suo ritmo, e il posto<br />

1<br />

Italo Calvino, Il midollo del leone, in Una pietra sopra, Einau<strong>di</strong>, 1980<br />

1<br />

Seminario <strong>Tondelli</strong>, un<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 <strong>di</strong>cembre 2011.<br />

Intervento <strong>di</strong> Anna Pozzi : <strong>Venti</strong> <strong>anni</strong> <strong>dopo</strong>: i giovani <strong>di</strong>alogano con <strong>Tondelli</strong>.


della morte, il modo <strong>di</strong> pensarci e non pensarci”, 2 <strong>Tondelli</strong> ha un ruolo fondante nel fissare ,<br />

esprimere, insegnare tutto ciò; nell’infondere, <strong>di</strong> nuovo, fiducia nella letteratura, fiducia nel<br />

mestiere <strong>di</strong> scrittore. Un ruolo che lo fa entrare <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto nel così <strong>di</strong>scusso canone del<br />

Novecento.<br />

<strong>Pier</strong> <strong>Vittorio</strong> <strong>Tondelli</strong> assolve infatti alle con<strong>di</strong>zioni ritenute importanti per meritare il<br />

titolo <strong>di</strong> autore degno <strong>di</strong> essere ricordato e trasmesso. Possiede la caratteristica a parte<br />

obiecti, ovvero la con<strong>di</strong>zione che considera il canone da un punto <strong>di</strong> vista delle opere<br />

prodotte dall’autore e della loro capacità e forza nel fondare una tra<strong>di</strong>zione, un modello. E’<br />

innegabile che le opere <strong>di</strong> <strong>Tondelli</strong> aprano la strada a nuovi narratori (dai giovanissimi<br />

pubblicati nei tre volumi del suo progetto Under 25, ai giovani c<strong>anni</strong>bali, ai <strong>di</strong>versi scrittori<br />

fuoriusciti dalle citate esperienze, e non solo), a coloro che ritrovano nella parola la fiducia<br />

per narrare e per esprimere se stessi e il proprio mondo, le proprie emozioni, le proprie paure;<br />

la voglia <strong>di</strong> affidare alla parola il ruolo <strong>di</strong> ritrarre la vita che gli occhi vedono e che la mente<br />

percepisce. Una voglia <strong>di</strong> scrittura che torna <strong>dopo</strong> l’ubriacatura delle avanguar<strong>di</strong>e, <strong>dopo</strong> la<br />

progressiva per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> fiducia nel romanzo e nella scrittura narrativa in generale. Una scrittura,<br />

quella <strong>di</strong> <strong>Tondelli</strong>, che fa scuola attraverso il sound della pagina, la mimesi della realtà, lo<br />

spazio emozionale e il citazionismo postmoderno. Una scrittura che, <strong>dopo</strong> essersi cibata e<br />

aver introiettato e <strong>di</strong>gerito le neoavanguar<strong>di</strong>e, la metanarrativa, il racconto extraletterario, la<br />

pignoleria strutturalistico-semiotica , non rifiuta <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticare la realtà “per i simulacri e i<br />

feticci imposti dalle comunicazioni <strong>di</strong> massa” 3 e torna ad essere salvezza , voglia <strong>di</strong><br />

raccontare e raccontarsi. E’ poi evidente in <strong>Tondelli</strong> anche la presenza della caratteristica a<br />

subiecti, ovvero quella con<strong>di</strong>zione che rende uno scrittore ascrivibile al canone dal punto <strong>di</strong><br />

vista del pubblico, dunque della ricezione delle opere nelle quali si riconosce una memoria<br />

storica, una selettività che affonda le ra<strong>di</strong>ci nel bisogno <strong>di</strong> una comunità <strong>di</strong> definirsi e<br />

riconoscersi. Ed è impossibile tentare <strong>di</strong> negare un riconoscimento in tal senso alla narrativa<br />

nata dalla macchina da scrivere <strong>di</strong> <strong>Tondelli</strong>. Un autore puro, svincolato da un certo mercato<br />

2 Italo Calvino, op. cit.<br />

3 <strong>Pier</strong> <strong>Vittorio</strong> <strong>Tondelli</strong>, Scarti, in Opere (Cronache, saggi, conversazioni), a cura <strong>di</strong> F. Panzeri, Classici<br />

Bompiani, 2001<br />

2<br />

Seminario <strong>Tondelli</strong>, un<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 <strong>di</strong>cembre 2011.<br />

Intervento <strong>di</strong> Anna Pozzi : <strong>Venti</strong> <strong>anni</strong> <strong>dopo</strong>: i giovani <strong>di</strong>alogano con <strong>Tondelli</strong>.


e<strong>di</strong>toriale che ha prodotto e produce letteratura <strong>di</strong> consumo a tavolino, che crea best seller e<br />

personaggi. <strong>Tondelli</strong> arriva al lettore con la forza della sua scrittura, con la fede nella capacità<br />

comunicativa della parola, con il suo essere scrittore attento alla realtà quanto alla lingua.<br />

Arriva al lettore con quella letteratura che sa <strong>di</strong> essere immorale, cinica, spietata,<br />

poeticissima: frutto <strong>di</strong> un corpo a corpo, <strong>di</strong> un cuore a cuore 4 , <strong>di</strong> un lavoro consapevole, per<br />

niente improvvisato, del mestiere <strong>di</strong> scrittore. E così, le opere <strong>di</strong> <strong>Tondelli</strong> hanno un successo<br />

<strong>di</strong> pubblico e un riconoscimento che va oltre, pur inglobandoli, quegli inutili <strong>anni</strong> ’80, che va<br />

oltre, pur essendone espressione, la categoria del postmoderno. I suoi scritti, la sua de<strong>di</strong>zione<br />

alla letteratura ha permesso, come scrive François Wahl , che alla letteratura accadesse<br />

qualcosa. 5<br />

È per i citati motivi, e per molto altro ancora, che <strong>Tondelli</strong> merita un posto nelle<br />

programmazioni annuali della Letteratura italiana <strong>di</strong> un ultimo anno <strong>di</strong> scuola superiore,<br />

quin<strong>di</strong> nella formazione degli studenti-citta<strong>di</strong>ni.<br />

L’incontro degli studenti della mia classe con <strong>Tondelli</strong> è stato, inizialmente, poco<br />

formale: un inciampare sulle emozioni. Presa dalla voglia <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre con loro la bellezza<br />

<strong>di</strong> un testo a cui stavo lavorando, un giorno, durante un momento <strong>di</strong> pausa <strong>dopo</strong> un’ora <strong>di</strong><br />

lezione, ho letto loro alcuni Biglietti agli amici.<br />

<strong>Tondelli</strong>, un autore che alcuni <strong>di</strong> loro già conoscevano attraverso le parole <strong>di</strong> Luciano<br />

Ligabue; un autore che era stato snobbato da altri proprio perché citato da Ligabue. Un autore<br />

sconosciuto, per molti, ma che, a detta della prof., parlava anche <strong>di</strong> loro, a loro, con un<br />

linguaggio nuovo, con una musica della pagina e una musica suonata, quella che ancora oggi<br />

ascoltano molti <strong>di</strong>ciottenni. Un personaggio scomodo, <strong>Tondelli</strong>. Uno <strong>di</strong> quelli che<br />

incuriosisce i più anticonformisti e che fa arricciare il naso a chi è ancorato alla tra<strong>di</strong>zione.<br />

Un autore che ha subito catturato l’ attenzione della classe.<br />

La reazione interessata a quelle letture e alle informazioni che avevo dato riguardo allo<br />

scrittore, oltre alla oggettiva vali<strong>di</strong>tà dell’autore in questione, hanno sra<strong>di</strong>cato ogni resistenza<br />

4 P.V. <strong>Tondelli</strong>, da Gli Scarti, op. cit.<br />

5 PVT permise che alla letteratura “accadesse” qualcosa, e questo significa molto. François Wahl, PVTTPV,<br />

Panta, N. 9, 1992)<br />

3<br />

Seminario <strong>Tondelli</strong>, un<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 <strong>di</strong>cembre 2011.<br />

Intervento <strong>di</strong> Anna Pozzi : <strong>Venti</strong> <strong>anni</strong> <strong>dopo</strong>: i giovani <strong>di</strong>alogano con <strong>Tondelli</strong>.


e mi hanno fatto capire che era arrivato il momento per infrangere la routine <strong>di</strong> un<br />

programma ufficiale per proporre, nell’ottica <strong>di</strong> una riflessione sulla scrittura e sul suo<br />

utilizzo/fine/significato, l’autore <strong>Tondelli</strong>, lo scrittore , l’uomo , l’intellettuale , il laboratorio<br />

della scrittura che egli apre a tutti coloro che vogliono capire e apprendere qualcosa sul e del<br />

suo lavoro <strong>di</strong> scrittore. L’occasione <strong>di</strong> offrire ai ragazzi l’opportunità <strong>di</strong> superare le barriere <strong>di</strong><br />

un silenzio spesso reso consistente da un ipocrita perbenismo, che nasconde <strong>di</strong>etro la<br />

maschera del conformismo la ricchezza dell’alterità . Un silenzio inopportuno nei riguar<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Pier</strong> <strong>Vittorio</strong> <strong>Tondelli</strong>, un autore che, come tanti gran<strong>di</strong> classici, educa alla pluralità <strong>di</strong> punti <strong>di</strong><br />

vista, al superamento delle categorie a priori, che rinnova la centralità dell’uomo in quanto<br />

in<strong>di</strong>viduo, persona.<br />

Così, quasi in punta dei pie<strong>di</strong>, <strong>Tondelli</strong> è entrato nella classe e ha creato quel sano scompiglio<br />

che è linfa per le menti: ha interagito con i ragazzi, tra Leopar<strong>di</strong>, Pirandello, Svevo, Proust<br />

,Dino Campana, Pasolini; ha <strong>di</strong>alogato con loro e con tutti quegli autori già conosciuti nel<br />

corso degli stu<strong>di</strong> e che hanno riposto nella scrittura, nella letteratura tutta quella forza <strong>di</strong><br />

essere strumento per capire e per capirsi; per conoscere e conoscersi; “midollo del leone, un<br />

nutrimento per una morale rigorosa e per una padronanza della storia” 6 ; scrittori che hanno<br />

confidato in quella letteratura immorale, che “fruga e cerca e cava fuori aff<strong>anni</strong>, e malattie, e<br />

morti: con appassionata in<strong>di</strong>fferenza, con sdegnato furore, con cinismo ostinato li sceglie, li<br />

giustappone, scuce, manipola, ritaglia. Una piaga purulenta si gonfia in metafora, una strage<br />

non è che un’iperbole, la follia un’arguzia per deformare il linguaggio, scoprirgli moti, gesti,<br />

esiti impreve<strong>di</strong>bili. Ogni sofferenza non è che un modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporsi del linguaggio, un suo<br />

modo <strong>di</strong> agire” 7 . E così, il viaggio tra le pagine <strong>di</strong> <strong>Tondelli</strong> è stata un’esperienza dalla quale<br />

nessuno se ne è allontanato intatto.<br />

Sulla scia <strong>di</strong> una con<strong>di</strong>zione emotiva iniziale e tangibile, ho dato agli alunni da leggere alcuni<br />

racconti. Qualcuno è corso a comprare Camere separate, altri Rimini. Qualcuno aveva trovato<br />

Altri libertini nella biblioteca <strong>di</strong> casa. Altri libri sono stati portati da me. In breve tempo, i<br />

ragazzi hanno <strong>di</strong>vorato i testi e li hanno scambiati. Nel giro <strong>di</strong> poco più <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci giorni non<br />

6<br />

Italo Calvino, op. cit.<br />

7<br />

Giorgio Manganelli, Letteratura come menzogna, Adelphi, 1985<br />

4<br />

Seminario <strong>Tondelli</strong>, un<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 <strong>di</strong>cembre 2011.<br />

Intervento <strong>di</strong> Anna Pozzi : <strong>Venti</strong> <strong>anni</strong> <strong>dopo</strong>: i giovani <strong>di</strong>alogano con <strong>Tondelli</strong>.


c’era un alunno che non avesse letto almeno un paio <strong>di</strong> racconti e qualche pagina ritagliata<br />

qua e là.<br />

Nella prima fase ho lasciato loro lo spazio per scambiarsi opinioni ed emozioni, per fare<br />

critica e per con<strong>di</strong>videre ciò che li aveva colpiti <strong>di</strong> più, ciò che avevano riconosciuto e in cui si<br />

erano riconosciuti. E’ stato, <strong>di</strong>ciamo così, il momento empatico, quello in cui gli alunni-<br />

lettori, liberi da vincoli e paure <strong>di</strong> verifiche e formalità, hanno dato spazio alle loro in<strong>di</strong>viduali<br />

sensibilità e capacità <strong>di</strong> recepire e <strong>di</strong> trasmettere. Ho lasciato loro il campo aperto e così hanno<br />

liberamente letto, con<strong>di</strong>viso e commentato passi e motivazioni delle scelte. Ciò che è emerso<br />

è stato uno spaccato <strong>di</strong> forte emozionalità. I testi <strong>di</strong> <strong>Tondelli</strong> li avevano schiavizzati 8 e lo<br />

spazio emozionale aveva preso il sopravvento.<br />

Le letture in classe sono iniziate da una fine, la parte conclusiva <strong>di</strong> Autobhan, il racconto che<br />

chiude la raccolta <strong>di</strong> Altri libertini.<br />

Quanto segue è un breve spaccato delle scelte testuali operate dai ragazzi e delle<br />

considerazioni emerse:<br />

“Professore’”, ha esor<strong>di</strong>to Davide, “ questa storia dell’odore, dell’odore da seguire, è<br />

emozionante, dà una carica vitale forte”:<br />

Col naso in aria fiutare il vento, strapazzare le nubi all’orizzonte, forza, è ora <strong>di</strong> partire,<br />

forza tutti insieme incontro all’avventuraaaaa! 9<br />

“Ho sentito la solitu<strong>di</strong>ne nelle sue parole, quella che ho provato io in un certo momento della<br />

mia vita, quando mi sono trovata a fare i conti con me stessa. Perché si può fuggire da tutto e<br />

da tutti, ma non da se stessi”. Il riferimento <strong>di</strong> Tiziana è al racconto da lei scelto e con<strong>di</strong>viso:<br />

Questa specie <strong>di</strong> patto , scritto da <strong>Tondelli</strong> nel 1987:<br />

In sostanza, tutti i viaggi che si fanno sono solo la figura <strong>di</strong> quell’altro viaggio all’interno <strong>di</strong><br />

noi stessi che inizia nel momento in cui nasciamo e finisce quando Dio vorrà. Non c’è viaggio<br />

più avvincente <strong>di</strong> quello che ognuno può fare alla scoperta <strong>di</strong> sé 10 .<br />

8 P.V.<strong>Tondelli</strong>, Colpo d’oppio, in Opere cit.<br />

9 P.V. <strong>Tondelli</strong>, Autobhan, in Altri libertini, in Opere (Romanzi, teatro, racconti), a cura <strong>di</strong> F. Panzeri, Classici<br />

Bompiani, 2001<br />

10 P.V. <strong>Tondelli</strong>, Una specie <strong>di</strong> patto, in op. cit.<br />

5<br />

Seminario <strong>Tondelli</strong>, un<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 <strong>di</strong>cembre 2011.<br />

Intervento <strong>di</strong> Anna Pozzi : <strong>Venti</strong> <strong>anni</strong> <strong>dopo</strong>: i giovani <strong>di</strong>alogano con <strong>Tondelli</strong>.


“Mi piace come <strong>Tondelli</strong> indaga l’interiorità, quella ricerca <strong>di</strong> equilibrio che alle volte è<br />

propria della sintassi. Un equilibrio che vuole strutturarsi su dati certi, ma che si rivela fragile,<br />

come la vita. Mi piace la consapevolezza della precarietà che è <strong>di</strong> quel filo sottile, così teso,<br />

così solido nella sua tensione, eppure così facile da spezzare”, <strong>di</strong>ce Irene prima <strong>di</strong> iniziare a<br />

leggere le parole <strong>di</strong> <strong>Pier</strong> a Gennaio:<br />

E’ un momento buono, per me, questo gennaio. Fino a qualche anno fa, avevo paura <strong>di</strong><br />

ammettere che le cose mi stessero andando bene. Sapevo che non sarebbero durate e che,<br />

essendo ogni giorno un evento assolutamente impreve<strong>di</strong>bile, probabilmente ciò che era<br />

bianco sarebbe con estrema facilità <strong>di</strong>ventato nero. Questo mi spaventava. Perché? Perché<br />

<strong>Pier</strong> era giovane e soffriva maledettamente della propria incompetenza a risolversi la vita.<br />

Erano perio<strong>di</strong> in cui girava a vuoto, in cui l’immagine stessa <strong>di</strong> sé che piroettava vanamente<br />

su se stesso gli prendeva continuamente il cervello. Ha attraversato quel periodo. E’<br />

sopravvissuto.<br />

Per come è oggi organizzata la mia vita, posso facilmente supporre che ancora una volta il<br />

bianco cambierà in nero, che da questo gennaio tranquillo precipiterò in un tremendo mese<br />

futuro. Questo però non mi fa più paura. (…) Si deve fare tutto il possibile, sapendo che è<br />

assolutamente inutile 11 .<br />

“Ma la solitu<strong>di</strong>ne salva”, esor<strong>di</strong>sce Marianna, “è quella solitu<strong>di</strong>ne che alle volte si fa urgenza,<br />

necessità <strong>di</strong> colmare quello spazio che la parola lascia aperto, nel suo tentativo spesso così<br />

vano <strong>di</strong> voler rivelare, farsi comprende, salvo invece essere sterile e fraintesa: il tentativo <strong>di</strong><br />

rivelare una verità che non è mai compresa. Perché la vera guerra è quella che si combatte<br />

contro l’incomprensione. Nella solitu<strong>di</strong>ne la parola torna ad essere intera, a essere dono, quel<br />

dono che è comunque speranza; è una strada concreta e trovata. Una strada che ci fa <strong>di</strong>re forse<br />

possiamo non essere più in guerra”:<br />

11<br />

P.V. <strong>Tondelli</strong>, <strong>Pier</strong> a gennaio, in op. cit.<br />

6<br />

Seminario <strong>Tondelli</strong>, un<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 <strong>di</strong>cembre 2011.<br />

Intervento <strong>di</strong> Anna Pozzi : <strong>Venti</strong> <strong>anni</strong> <strong>dopo</strong>: i giovani <strong>di</strong>alogano con <strong>Tondelli</strong>.


La guerra, la vera guerra, <strong>di</strong>ce Klaus, è questa: non l'o<strong>di</strong>o che getta le persone una contro<br />

l'altra, ma soltanto la <strong>di</strong>stanza che separa le persone che si amano. (...) D'improvviso non mi<br />

sento più in guerra. E so che questo sentimento non ha a che vedere con il Natale, né con il<br />

Nord, che è sempre il Sud <strong>di</strong> qualcos'altro, né con Berlino. E' una cosa che ha a che fare con<br />

la mia vita: qualcosa <strong>di</strong> intimo e soffice che mi fa star bene, improvvisamente, in quella notte,<br />

solo su un autobus, avviato per le strade della mia metropoli 12 .<br />

Inutile nasconderlo, la lettura e la con<strong>di</strong>visione dei testi ha commosso tutti e i ragazzi, forse<br />

come mai era accaduto, si sono sentiti parte <strong>di</strong> quelle parole lette, toccati nel profondo da<br />

quelle emozioni provate dai personaggi, fittizi eppure profondamente vivi. <strong>Tondelli</strong> ha<br />

risvegliato la voglia <strong>di</strong> leggere , grazie alle sue emozioni, alle sue descrizioni, al suo<br />

linguaggio così <strong>di</strong>retto, anche quando assume i toni dell’elegia, alla forza prorompente della<br />

sua sintassi, a quella potenza evocativa che imbriglia nella pagina il lettore, fascinato dal<br />

ritmo della frase, dall’ empatia che provocano quei segni grafici che esprimono significati. Un<br />

lettore catalizzato dal riconoscimento <strong>di</strong> sé e dell’altro, attratto da un’attrazione irresistibile<br />

che lo vede incollato alla pagina, come le suole all’asfalto:<br />

ogni lettore non sa mai fino in fondo quali siano le ragioni della propria passione per la lettura.<br />

Ma riconoscerle è importante. Significa comprendere che solo quelle parole, quelle frasi, quelle<br />

pagine ci comunicano “qualcosa” che prima non sapevamo, ci aiutano a riconoscere in noi il<br />

bisogno <strong>di</strong> bellezza, o <strong>di</strong> verità, o <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimento 13 .<br />

Nella lezione successiva ho fissato i punti car<strong>di</strong>ne che rendono <strong>Tondelli</strong> un autore<br />

assolutamente da frequentare: la sua poetica, la varietà dei registri e dei ritmi con cui usa la<br />

parola; il suo essere scrittore impegnato nel sottile gioco che la letteratura offre. Abbiamo<br />

aperto le sue pagine <strong>di</strong> scrittore che parla della scrittura, che parla ai giovani, e abbiamo<br />

percorso il suo rapporto e quello <strong>di</strong> altri autori con la propria penna e con la letteratura: il<br />

riconoscimento della scrittura come valore per l’io prima ancora che per la collettività. Una<br />

12<br />

P.V.<strong>Tondelli</strong>, Ragazzi a Natale, in op. cit.<br />

13<br />

P.V. <strong>Tondelli</strong>, da Una conferenza emiliana, op. cit.<br />

7<br />

Seminario <strong>Tondelli</strong>, un<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 <strong>di</strong>cembre 2011.<br />

Intervento <strong>di</strong> Anna Pozzi : <strong>Venti</strong> <strong>anni</strong> <strong>dopo</strong>: i giovani <strong>di</strong>alogano con <strong>Tondelli</strong>.


scrittura come unica salvezza (Svevo) 14 ; una scrittura per <strong>di</strong>menticare se stessi e per<br />

<strong>di</strong>stogliersi dalla <strong>di</strong>sperazione 15 (Pirandello) ; una scrittura che è in<strong>di</strong>ce stesso dell’esistere<br />

(Dino Campana); 16 una necessità <strong>di</strong> scrivere per far sì che niente ( il non espresso) <strong>di</strong> sé possa<br />

morire (Pasolini) 17 ; una scrittura che è un <strong>di</strong>gerire la realtà (<strong>Tondelli</strong>) 18 . Un percorso che ci<br />

ha consentito <strong>di</strong> attraversare una parte <strong>di</strong> Novecento per prendere coscienza <strong>di</strong> quanto<br />

rilevante sia quell’arte umanistica sempre più <strong>di</strong> nicchia, sempre più mal vista, poiché poco<br />

produttiva ( in termini economici); sempre meno considerata anche dai programmi scolastici<br />

che nella nuova Riforma prevedono, anche nei licei, una eliminazione della Letteratura a<br />

vantaggio della Linguistica.<br />

La seconda fase del lavoro ha visto i ragazzi <strong>di</strong>visi in gruppi, attivi nelle ricerche e nel<br />

reperire collegamenti: un lavoro che ha consentito <strong>di</strong> raccogliere e scambiare conoscenze e<br />

informazioni dal Postmoderno, al fumetto <strong>di</strong> Pazienza, al cinema <strong>di</strong> Tarantino, alla musica <strong>di</strong><br />

Guccini e degli Smith. Su <strong>Tondelli</strong> e la musica.<br />

Sono nati confronti coerenti e convincenti tra le poetiche decadenti e la narrativa d’esor<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

<strong>Tondelli</strong> e quella poi dei C<strong>anni</strong>bali. Le epifanie che i lettori avevano colte sulla pagina hanno<br />

richiamato alla mente Proust e le madeleine. Le illuminazioni hanno fatto nascere confronti<br />

con Rimbaud. Ancora un lavoro <strong>di</strong> scavo, quello dei ragazzi, mossi dal desiderio <strong>di</strong> penetrare<br />

più a fondo il loro autore e farlo agire e interagire con quanto avevano stu<strong>di</strong>ato e appreso nel<br />

corso della <strong>di</strong>dattica precedente e con quanto stavano apprendendo <strong>di</strong> nuovo.<br />

Sotto la mia guida, gli studenti hanno poi avuto modo <strong>di</strong> effettuare un’indagine sul linguaggio<br />

utilizzato da <strong>Tondelli</strong>, un linguaggio che è innesto, nella lingua letteraria, del parlato<br />

14<br />

Insomma fuori della penna non c'è salvezza!, I. Svevo, Diario, in data <strong>di</strong>cembre 1902; Opera omnia, III.<br />

15<br />

Io scrivo e stu<strong>di</strong>o per <strong>di</strong>menticare me stesso – per <strong>di</strong>stormi dalla <strong>di</strong>sperazione, L. Pirandello, in Lettera alla<br />

sorella (31 ottobre 1931) in Opere, Nuova e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>retta da Giov<strong>anni</strong> Macchia, a cura <strong>di</strong> Alessandro D'Amico,<br />

Milano 1997<br />

16<br />

Scrivo per provarmi che esisto…<strong>dopo</strong> essermi fatto lacerare dalla vita, la mia parola che nonostante sale ha il<br />

<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> essere ascoltata, Dino Campana, Lettera a Prezzolini, 1914, in G. Pariani, Vita non romanzata <strong>di</strong> Dino<br />

Campana. Lettere scelte( 1910-1931), a cura <strong>di</strong> T. Giannotti, Firenze, 1994<br />

17<br />

Ciò che non esprimo muore./Non voglio che nulla muoia in me./Il mio orgasmo è consumarmi/fino ai detriti<br />

della pazzia/il mio orgasmo è risparmiarmi,/non perdere una lacrima…/Mi scuote una febbre da maniaco/al<br />

pensiero <strong>di</strong> giungere tar<strong>di</strong>/<strong>di</strong> perdere un istante: troppa vita/deve affrontare questo vivo/che io nutro senza<br />

averne forza. <strong>Pier</strong> Paolo Pasolini, da <strong>Venti</strong> pagine <strong>di</strong> <strong>di</strong>ario (1948-1949), in Tutte le poesie, vol. I, Mondadori-<br />

Meri<strong>di</strong>ani, 2003.<br />

18<br />

P.V. <strong>Tondelli</strong>, da Biglietti agli amici, in op. cit. NO IL MESTIRE DI SCRITTORE<br />

8<br />

Seminario <strong>Tondelli</strong>, un<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 <strong>di</strong>cembre 2011.<br />

Intervento <strong>di</strong> Anna Pozzi : <strong>Venti</strong> <strong>anni</strong> <strong>dopo</strong>: i giovani <strong>di</strong>alogano con <strong>Tondelli</strong>.


quoti<strong>di</strong>ano, <strong>di</strong> un gergo giovanile, dei giovani che crescono ai margini delle periferie, <strong>di</strong> una<br />

gestualità e una matericità fatta <strong>di</strong> tic e inflessioni, <strong>di</strong> una parola che si piega alle esigenze del<br />

suo autore per rendere per iscritto qualcosa che appare ancor più devastante e cinico, violento<br />

e <strong>di</strong>sarmante, poetico e dolorosissimo <strong>di</strong> quanto non sia la realtà vera. Una lingua che non è<br />

solo pastiche, ma ritmo, quello della musica, della sintassi, dove anacoluti, ellissi, frasi<br />

nominali fanno da padroni. Dove l’interpunzione è usata in maniera originale e funzionale a<br />

quel ritmo: il ritmo della frase. Una presa <strong>di</strong> coscienza che la vita appare più vita nella<br />

operazione linguistica, nella finzione, nella scrittura:<br />

-la letteratura non descrive le cose, ma quello che si può <strong>di</strong>re sulle cose 19<br />

E’ stato interessante notare come un gergo spesso triviale sia risultato più fasti<strong>di</strong>oso e<br />

<strong>di</strong>ssacrante attraverso la lettura ad alta voce <strong>di</strong> un passo che alla fruizione <strong>di</strong> stralci<br />

decisamente splatter <strong>di</strong> un film <strong>di</strong> Tarantino, visionato sullo schermo in occasione <strong>di</strong> un<br />

confronto tra un nuovo modo <strong>di</strong> fare letteratura e un nuovo modo <strong>di</strong> fare cinema. Il potere e la<br />

forza della parola scritta <strong>di</strong> <strong>Tondelli</strong> è riuscita a superare la forza e il potere delle immagini.<br />

L’ultima parte del lavoro ha visto come protagonista il laboratorio <strong>di</strong> <strong>Tondelli</strong> scrittore, un<br />

lavoro che è partito dall’articolo Gli scarti, apparso per la prima volta su Linus nel 1985,<br />

quello in cui si evince, come bene ha messo in luce Antonella Lattanzi, “L’apertura ai<br />

giovani, la democratizzazione della scrittura, lo scar<strong>di</strong>namento del linguaggio paludato, un<br />

nuovo modo <strong>di</strong> guardare ai classici e <strong>di</strong> intraprendere e interpretare la meravigliosa<br />

operazione <strong>di</strong> scrivere” 20 .<br />

E così <strong>Tondelli</strong> ha mostrato ai ragazzi come la scrittura, la letteratura, sia un’operazione<br />

linguistica, “un’operazione <strong>di</strong> imitazione, ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> attivazione della menzogna” 21 , un “atto<br />

<strong>di</strong> perversa umiltà perché colui che maneggia oggetti letterari è coinvolto in una situazione <strong>di</strong><br />

provocazione linguistica. Irretito, irrigato, immerso in una trama <strong>di</strong> orbite verbali, sollecitato da<br />

segnali, formule, invocazioni, puri suoni ansiosi <strong>di</strong> una collocazione, abbagliato e ustionato da<br />

fulminei, erratici percorsi <strong>di</strong> parole, voyeur e cerimoniere, egli è chiamato a dar testimonianza sul<br />

19 P.V.<strong>Tondelli</strong>, da Una conferenza emiliana, op. cit.<br />

20 Antonella Lattanzi, La lettura “cuore a cuore” degli scarti. Seminario <strong>Tondelli</strong>, settima e<strong>di</strong>zione, Correggio,<br />

Palazzo dei Principi, 15 <strong>di</strong>cembre 2007.<br />

21 P.V.<strong>Tondelli</strong>, da Una conferenza emiliana, op. cit.<br />

9<br />

Seminario <strong>Tondelli</strong>, un<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 <strong>di</strong>cembre 2011.<br />

Intervento <strong>di</strong> Anna Pozzi : <strong>Venti</strong> <strong>anni</strong> <strong>dopo</strong>: i giovani <strong>di</strong>alogano con <strong>Tondelli</strong>.


linguaggio che gli compete, che lo ha scelto, l’unico in cui gli sia tollerabile esistere” 22 . E come<br />

sia importante non cadere nelle trappole <strong>di</strong> un cattivo scrittore che “pensa sempre <strong>di</strong> parlare dei<br />

gran<strong>di</strong> sentimenti, <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> problemi” 23 e <strong>di</strong> risolvere, <strong>di</strong> conseguenza, tutti i drammi dell’uomo e<br />

sondare tutto lo scibile umano.<br />

Attraverso l’ultimo <strong>Tondelli</strong>, è stato inoltre possibile osservare che la scrittura è fatta anche della<br />

forza che ha un autore <strong>di</strong> scoprirsi, <strong>di</strong> mettersi a nudo, <strong>di</strong> mostrare le proprie ferite, le proprie<br />

debolezze; <strong>di</strong> interagire con se stesso e con i propri sentimenti attraverso la scrittura; un autore<br />

che fa della scrittura un mezzo per proiettare luce nelle zone d’ombra della propria mente, nella<br />

intensità del proprio dolore, nel sottosuolo dell’esistenza. Un intento profondo <strong>di</strong> mostrare<br />

l’uomo: un uomo universalmente fragile, complicato dagli autoing<strong>anni</strong>, con le sue paure, che<br />

sono le paura <strong>di</strong> molti, e la straor<strong>di</strong>naria semplicità delle sue emozioni. Con la lettura <strong>di</strong> Camere<br />

separate, i ragazzi hanno scoperto un <strong>Tondelli</strong> che racconta ai lettori quello che vede dentro e<br />

fuori <strong>di</strong> sé. E la sua umanità <strong>di</strong>viene un esempio per i giovani uomini, gli alunni, che oggi come<br />

sempre cercano uno spazio, un luogo, un modo e un mezzo per esprimersi e per scandagliare la<br />

propria anima. Così, come lo stesso <strong>Pier</strong> <strong>Vittorio</strong> suggerisce, i ragazzi hanno intrapreso anche il<br />

viaggio della scrittura, seguendo i suoi consigli, quelli <strong>di</strong>rettamente esplicitati nell’articolo Scarti<br />

alla riscossa 24 , consigli scevri da tutti i tecnicismi che insegnano nelle scuole <strong>di</strong> scrittura creativa<br />

- scuole che lo stesso <strong>Tondelli</strong> guarda con un certo <strong>di</strong>stacco - per tentare <strong>di</strong> indurre una scrittura<br />

più vera della vita, una scrittura emotiva, una letteratura <strong>di</strong> potenza che coinvolge il lettore “fino<br />

al parossismo”, un lettore che “deve sudare e prendere cazzotti, e ridere, e guarire, e provare<br />

22 Giorgio Manganelli, Letteratura come menzogna, Adelphi, 1985<br />

23 P.V. <strong>Tondelli</strong>, op. cit.<br />

24 Ecco alcune in<strong>di</strong>cazioni, come per un tema in classe. Scrivete non <strong>di</strong> ogni cosa che volete, ma <strong>di</strong> quello che<br />

fate. Astenetevi da giu<strong>di</strong>zi sul mondo in generale ( ci sono già i filosofi, i politologi, gli scienziati ecc.), piuttosto<br />

raccontate storie che si possano oralmente riassumere in cinque minuti. Raccontate i vostri viaggi, le persone<br />

che avete incontrato all’estero, descrivete <strong>di</strong> chi vi siete innamorati, immaginatevi un lieto fine o una<br />

conclusione tragica, non fate piagnistei sulla vostra con<strong>di</strong>zione e la famiglia e la scuola e i professori, ma<br />

provatevi a farli <strong>di</strong>ventare dei personaggi e, quin<strong>di</strong> a farli esprimere con <strong>di</strong>aloghi, tic, mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>re. Descrivete<br />

la vostra città, esercitatevi a fare degli schizzi descrittivi su quel che vedete dalla finestra, dall’autobus,<br />

dall’automobile. Raccontate le vostre angosce senza reticenze piccolo-borghesi, anzi “spandendo il sale sulla<br />

ferita”. Dite quello che non va e quello che sognate attraverso la creazione <strong>di</strong> un “io narrante” che non deve,<br />

per forza <strong>di</strong> cose, essere in tutto e per tutto simile a voi. Iniziate a fingere, a <strong>di</strong>re bugie, a creare sulla carta<br />

qualcosa che parla del vostro mondo, ma che <strong>di</strong>venti poi il mondo <strong>di</strong> tutti, nel senso che tutti noi che leggiamo<br />

possiamo comprenderlo., P.V.<strong>Tondelli</strong>, Scarti alla riscossa, in op. cit.<br />

10<br />

Seminario <strong>Tondelli</strong>, un<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 <strong>di</strong>cembre 2011.<br />

Intervento <strong>di</strong> Anna Pozzi : <strong>Venti</strong> <strong>anni</strong> <strong>dopo</strong>: i giovani <strong>di</strong>alogano con <strong>Tondelli</strong>.


estremo go<strong>di</strong>mento (…). La letteratura emotiva è quella più intimamente connessa alla lingua” 25 .<br />

Una descrizione questa che non ha tardato a far tornare alla mente dei ragazzi la macchina del<br />

Furioso e quell’ingannevole gioco che Ariosto intraprende con la letteratura, unica, in quanto<br />

finzione, in grado <strong>di</strong> far muovere gli uomini, le cose e il mondo in una <strong>di</strong>rezione lineare. E ,<br />

ancora una volta, <strong>Tondelli</strong> è stato stimolo e movimento: motivo e occasione per attivare un<br />

modesto, ma significativo, laboratorio del racconto, nel quale gli studenti hanno avuto modo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ventare loro stessi autori <strong>di</strong> storie e <strong>di</strong> vita menzognera : hanno inventato personaggi, giocato<br />

con la lingua scritta, cancellato, corretto e poi letto e con<strong>di</strong>viso in classe i loro scritti. Un<br />

laboratorio che ha prodotto racconti densi e originali. Significativi. Alcuni scritti sono poi stati<br />

inviati ad un concorso <strong>di</strong> scrittura per gli studenti indetto dalla Provincia <strong>di</strong> Roma scelti, premiati<br />

e pubblicati in un volume.<br />

Testimonianza, questa, che un autore come <strong>Tondelli</strong> non solo continua a vivere attraverso i suoi<br />

racconti e i suoi romanzi, ma non smette <strong>di</strong> farsi stimolo per tutti coloro che desiderano<br />

raccontarsi, come era già accaduto ai giovani scrittori del suo amato progetto de<strong>di</strong>cato agli Under<br />

25.<br />

Ma <strong>Tondelli</strong> è anche lettore e ha offerto agli alunni non pochi spunti per insinuare in loro il virus<br />

della lettura . Egli, da sensibile e raffinato lettore, insegna e racconta come un libro possa alcune volte<br />

aiutare a ritrovarsi nella selva oscura delle proprie emozioni, dei propri conflitti, delle proprie paure:<br />

C’è stato un periodo della mia vita – od<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> questi momenti ne hanno avuti tutti: momenti in<br />

cui senti <strong>di</strong> non essere altro che una persona che gira a vuoto, momenti in cui la sor<strong>di</strong>tà degli<br />

amici alle tue insistenze affettive <strong>di</strong>vengono atrocità e torture, momenti in cui sai perfettamente <strong>di</strong><br />

essere in balia della tua storia e che, a parte te, nessuno riuscirà a drizzarla e a portarla sui<br />

binari giusti – c’è stato un periodo della mia vita, <strong>di</strong>cevo, in cui l’affanno per me stesso, il fatto <strong>di</strong><br />

dovermi personalmente curare <strong>di</strong> una mia risalita in superficie, mi appariva troppo grande, uno<br />

sforzo superiore alle mie possibilità. Quel momento <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà, durato all’incirca un<br />

anno, lentamente si <strong>di</strong>ssolse; il maggiore aiuto che ebbi per riaffiorare alla superficie della vita fu<br />

costituito da un libro (…). Io racconto tutto questo per <strong>di</strong>rvi come molto spesso non siamo affatto<br />

noi a scegliere le nostre letture, i nostri <strong>di</strong>schi o i nostri amori, ma sono gli acca<strong>di</strong>menti stessi che<br />

25<br />

P. V. <strong>Tondelli</strong>, da Colpo d’oppio, in op. cit.<br />

11<br />

Seminario <strong>Tondelli</strong>, un<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 <strong>di</strong>cembre 2011.<br />

Intervento <strong>di</strong> Anna Pozzi : <strong>Venti</strong> <strong>anni</strong> <strong>dopo</strong>: i giovani <strong>di</strong>alogano con <strong>Tondelli</strong>.


vengono a noi in un particolare momento, e quello sarà l’attimo perfetto, facilissimo e inevitabile:<br />

sentiremo un richiamo e non potremo fare altro che obbe<strong>di</strong>re” 26 .<br />

Un incontro, quello con <strong>Tondelli</strong>, che per molti tra i ragazzi è stato un richiamo e una necessità <strong>di</strong><br />

obbe<strong>di</strong>re allo stesso. E per me docente è stato un vivificare la fiducia nelle potenzialità che ha<br />

ancora la scuola, sede <strong>di</strong> una resistenza attiva alla negazione massme<strong>di</strong>atica del pensiero,<br />

vivificazione resa possibile dal vedere i ragazzi entusiasti non solo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are e apprendere, ma<br />

<strong>di</strong> agire e interagire attivamente con l’ autore; dallo scoprirli finalmente svincolati dalla inutile<br />

paura spesso inflitta loro da una scuola chiusa, e finalmente aperti verso l’esterno, vivi <strong>di</strong> quella<br />

vita che è sana curiosità che muove alla scoperta; consapevoli <strong>di</strong> poter guardare alla scrittura e<br />

alla lettura, quin<strong>di</strong> alla letteratura, come a ricchezze irrinunciabili. E’ stato quin<strong>di</strong> testare e<br />

verificare le potenzialità offerte alla <strong>di</strong>dattica da un autore contemporaneo come <strong>Tondelli</strong> .<br />

26<br />

P.V. <strong>Tondelli</strong>, da Fenomenologia dell’abbandono, op. cit.<br />

12<br />

Seminario <strong>Tondelli</strong>, un<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 <strong>di</strong>cembre 2011.<br />

Intervento <strong>di</strong> Anna Pozzi : <strong>Venti</strong> <strong>anni</strong> <strong>dopo</strong>: i giovani <strong>di</strong>alogano con <strong>Tondelli</strong>.

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