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Venti anni dopo - Centro di Documentazione Pier Vittorio Tondelli

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linguaggio che gli compete, che lo ha scelto, l’unico in cui gli sia tollerabile esistere” 22 . E come<br />

sia importante non cadere nelle trappole <strong>di</strong> un cattivo scrittore che “pensa sempre <strong>di</strong> parlare dei<br />

gran<strong>di</strong> sentimenti, <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> problemi” 23 e <strong>di</strong> risolvere, <strong>di</strong> conseguenza, tutti i drammi dell’uomo e<br />

sondare tutto lo scibile umano.<br />

Attraverso l’ultimo <strong>Tondelli</strong>, è stato inoltre possibile osservare che la scrittura è fatta anche della<br />

forza che ha un autore <strong>di</strong> scoprirsi, <strong>di</strong> mettersi a nudo, <strong>di</strong> mostrare le proprie ferite, le proprie<br />

debolezze; <strong>di</strong> interagire con se stesso e con i propri sentimenti attraverso la scrittura; un autore<br />

che fa della scrittura un mezzo per proiettare luce nelle zone d’ombra della propria mente, nella<br />

intensità del proprio dolore, nel sottosuolo dell’esistenza. Un intento profondo <strong>di</strong> mostrare<br />

l’uomo: un uomo universalmente fragile, complicato dagli autoing<strong>anni</strong>, con le sue paure, che<br />

sono le paura <strong>di</strong> molti, e la straor<strong>di</strong>naria semplicità delle sue emozioni. Con la lettura <strong>di</strong> Camere<br />

separate, i ragazzi hanno scoperto un <strong>Tondelli</strong> che racconta ai lettori quello che vede dentro e<br />

fuori <strong>di</strong> sé. E la sua umanità <strong>di</strong>viene un esempio per i giovani uomini, gli alunni, che oggi come<br />

sempre cercano uno spazio, un luogo, un modo e un mezzo per esprimersi e per scandagliare la<br />

propria anima. Così, come lo stesso <strong>Pier</strong> <strong>Vittorio</strong> suggerisce, i ragazzi hanno intrapreso anche il<br />

viaggio della scrittura, seguendo i suoi consigli, quelli <strong>di</strong>rettamente esplicitati nell’articolo Scarti<br />

alla riscossa 24 , consigli scevri da tutti i tecnicismi che insegnano nelle scuole <strong>di</strong> scrittura creativa<br />

- scuole che lo stesso <strong>Tondelli</strong> guarda con un certo <strong>di</strong>stacco - per tentare <strong>di</strong> indurre una scrittura<br />

più vera della vita, una scrittura emotiva, una letteratura <strong>di</strong> potenza che coinvolge il lettore “fino<br />

al parossismo”, un lettore che “deve sudare e prendere cazzotti, e ridere, e guarire, e provare<br />

22 Giorgio Manganelli, Letteratura come menzogna, Adelphi, 1985<br />

23 P.V. <strong>Tondelli</strong>, op. cit.<br />

24 Ecco alcune in<strong>di</strong>cazioni, come per un tema in classe. Scrivete non <strong>di</strong> ogni cosa che volete, ma <strong>di</strong> quello che<br />

fate. Astenetevi da giu<strong>di</strong>zi sul mondo in generale ( ci sono già i filosofi, i politologi, gli scienziati ecc.), piuttosto<br />

raccontate storie che si possano oralmente riassumere in cinque minuti. Raccontate i vostri viaggi, le persone<br />

che avete incontrato all’estero, descrivete <strong>di</strong> chi vi siete innamorati, immaginatevi un lieto fine o una<br />

conclusione tragica, non fate piagnistei sulla vostra con<strong>di</strong>zione e la famiglia e la scuola e i professori, ma<br />

provatevi a farli <strong>di</strong>ventare dei personaggi e, quin<strong>di</strong> a farli esprimere con <strong>di</strong>aloghi, tic, mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>re. Descrivete<br />

la vostra città, esercitatevi a fare degli schizzi descrittivi su quel che vedete dalla finestra, dall’autobus,<br />

dall’automobile. Raccontate le vostre angosce senza reticenze piccolo-borghesi, anzi “spandendo il sale sulla<br />

ferita”. Dite quello che non va e quello che sognate attraverso la creazione <strong>di</strong> un “io narrante” che non deve,<br />

per forza <strong>di</strong> cose, essere in tutto e per tutto simile a voi. Iniziate a fingere, a <strong>di</strong>re bugie, a creare sulla carta<br />

qualcosa che parla del vostro mondo, ma che <strong>di</strong>venti poi il mondo <strong>di</strong> tutti, nel senso che tutti noi che leggiamo<br />

possiamo comprenderlo., P.V.<strong>Tondelli</strong>, Scarti alla riscossa, in op. cit.<br />

10<br />

Seminario <strong>Tondelli</strong>, un<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 <strong>di</strong>cembre 2011.<br />

Intervento <strong>di</strong> Anna Pozzi : <strong>Venti</strong> <strong>anni</strong> <strong>dopo</strong>: i giovani <strong>di</strong>alogano con <strong>Tondelli</strong>.

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