Parlando di... Attualità Il medico deve essere bravo e deve essere buono ASP REGGINA: la Squilaccioti si reinsedia al posto di Carullo come sostiene il Tribunale del <strong>La</strong>voro FRANCO CRINÒ Nella sanità reggina, ciò <strong>che</strong> fa sciaguratamente sbagliare la politica, oltre al resto, è un riflesso condizionato. Mi riferisco al fatto <strong>che</strong> i circuiti, per quanto decimati, dei rappresentanti istituzionali si svegliano la mattina e si premurano di sapere se continua Carullo al timone dell’ASP oppure se ritorna la Squillacioti e non, invece, i motivi per i quali in un reparto di Locri si è denunciato il fatto <strong>che</strong> per mettere un catetere, la moglie di un ricoverato è dovuta andare ad acquistarlo in farmacia e, poi, indossare un camice e aiutare il medico di turno nell’operazione. Chi è chiamato ad assolvere al compito della amministrazione e sceglie, a sua volta, i collaboratori, dovrebbe sapere <strong>che</strong> meriti e demeriti si riversano Per il dr. Cisterna non ci voleva la zingara IN EVIDENZA Nato per stare in un circo equestre, dove la natura parca lo aveva destinato, Nino Lo Giudice s’ era persuaso, al contrario <strong>che</strong> era degno d’un teatro tragico, e scelse d’essere “uomo d’onore”. S’attendeva riconoscimenti, apprezzamenti, ric<strong>che</strong>zza, come beni esclusivi della milizia ‘ndranghetista, e, quando, invece, arrivò il carcere, pensò di evadere senza lenzuola e grimaldelli, sfoderando una bella lingua serpentina. Che, siccome si realizzava per sputi, necessariamente erano rivolti in alto. Incredibile a dirsi, ma non a credersi per certi solenni magistrati: verso un magistrato, di vita sobria e di ricca dottrina, il dr. Alberto Cisterna. Accusato da Nino, pentito, d’avere preso soldi dal fratello Luciano onde liberare dal carcere il fratello Maurizio. Che un pentito, per sciogliersi dalle sbarre, denunci i propri consanguinei, è fatto <strong>che</strong> fa tentennare, al di là d’ogni legittimo dub- Rosanna Squillacioti e Renato Carullo, di professione direttore dell’ASP Reggina. IL DITO NELL’OCCHIO / di Roderigo Di Castiglia Il magistrato Alberto Cisterna su chi li nomina e gli effetti, in nessun altro settore come quello della sanità, si leggono sulla carne viva, per usare una drammatizzazione <strong>che</strong> qui calza moltissimo, dei cittadini. Se si <strong>ha</strong> il polso vero della situazione, si può rimediare a quei fattori e a quei comportamenti <strong>che</strong> appannano ulteriormente le istituzioni per i modelli gestionali <strong>che</strong> adottano. Quale vertice istituzionale si butta volontariamente la zappa sui piedi? Nessuno, a meno <strong>che</strong> abbia deciso di prendersi le magre di chi lo guarda e le ferite dello strumento <strong>che</strong> gli è bio, an<strong>che</strong> il più debole e il più stralunato dei cervelli. In Italia, purtroppo, siamo alluvionati dai cervelli forti, oltre <strong>che</strong> dai maestri del sospetto, <strong>che</strong> vantano tra i loro cattedratici i magistrati. E così il dr. Cisterna finisce nel registro degli indagati. E, nello stesso giorno dell’interrogatorio a Roma, sulle pagine del “Corriere della Sera”, <strong>che</strong> più volte le <strong>ha</strong> aperte alla generosa prosa del nuovo Capo della Procura della Città eterna, dr. Giuseppe Pignatone. Tanto per dimostrare <strong>che</strong> in Italia si fa tutto alla luce del sole. O non è per questo? Siamo a Roma, il rito deve essere secondo l’antico romano impero. Gli indesiderabili non lasciano la testa sul patibolo, ma vengono esposti al patibolo. Il dr. Cisterna, nonostante <strong>che</strong> il pentito per il CSM e per la Cassazione non sia attendibile, viene confinato a Tivoli in via cautelare. Non sarà responsabile di corruzione, ma di qual- stato dato in mano e <strong>che</strong> non usa bene, perché tanto il fine è realizzare un proprio utile. Sappiamo bene cosa è la comunicazione istituzionale, ma an<strong>che</strong> quanto è importante la comunicazione intesa come affiatamento tra le gerarchie come, nel caso di una ASP, tra Assessore alla Sanità, in una gestione ordinaria, Direzione Strategica, Dipartimenti, Unità Operative, sino ad arrivare ai cittadini. Se non fosse <strong>che</strong> tutto va come va, cioè disordinatamente, si dovrebbe passare a un altro modello di comunicazione, quella tra medico e paziente. Se ne è parlato al 6° Forum Risk Management in sanità ad Arezzo, con la presentazione di un libro a cui ho assistito. I richiami alla umanizzazione della medicina evidenziano la necessità di stabilire una relazione empatica con gli assistiti e cosa di non legittimo sarà stato capace. Secondo il codice della Santa Inquisizione , per la miseria. Che c’è di nuovo, ma non d’inaspettato? C’è <strong>che</strong> il giudice per le indagini preliminari, Barbara Bennato, <strong>ha</strong> archiviato l’accusa di corruzione nei riguardi del dr. Cisterna. Giustizia è stata fata, ci sarebbe da scrivere. Ma io non lo scrivo. Ci sarebbe giustizia solo se il nobile magistrato reggino fosse <strong>messo</strong> in condizione di partecipare alla corsa di Capo della Procura di Reggio. Onde cominciano i suoi guai. E non ci voleva la zingara per saperlo. Né un anno e mezzo per decidere <strong>che</strong> è innocente. E, invece, la Cassazione rigetta il ricorso del dr. Cisterna contro il suo confino a Tivoli, e il dr. Giuseppe Pignatone regge superbamente la Procura di Roma, sul quale avverso s’era pronunciato Falcone e <strong>che</strong> era stato sporcato dal pentito Siino, il quale l’accusava di corruzione. con quanti li accompagnano in vita, sapendo leggere correttamente i messaggi <strong>che</strong> questi cercano di trasmettere. Un passaggio è stato particolarmente applaudito in un intervento, «[...] sia chiaro <strong>che</strong> il medico deve essere bravo e deve essere buono», non solo curando il paziente, ma, an<strong>che</strong>, dandogli consigli, e sostegno psicologico e morale. Invece <strong>che</strong> di queste cose, quelli di cui al secondo rigo dell’articolo sono più impegnati nel teatrino della politica <strong>che</strong> sulla crisi del sistema sanitario. Adesso c’è la notizia del reinsediamento della Squillacioti, decretato dall’ennesima e diversa sentenza dei giudici. Al Direttore Generale abbiamo sempre raccomandato di “guardarsi” dai collaboratori “infedeli”. Sono troppe le cose <strong>che</strong> non vanno. In Italia, purtroppo, siamo alluvionati dai cervelli forti, oltre <strong>che</strong> dai maestri del sospetto, <strong>che</strong> vantano tra i loro cattedratici i magistrati. e così il dr. Cisterna finisce nel registro degli indagati DOMENICA 09 DICEMBRE 2012 LA RIVIERA 10
DOMENICA 09 DICEMBRE 2012 LA RIVIERA 11