Il Trovatore - Musica, musica, musica...SUONATE!!!
Il Trovatore - Musica, musica, musica...SUONATE!!!
Il Trovatore - Musica, musica, musica...SUONATE!!!
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
INTRECCIO<br />
Parte III - Scena IV<br />
L’interrogatorio di Azucena da parte del conte ha subito inizio secondo tutti i classici crismi, primo fra tutti la minaccia<br />
di punire duramente chi racconta menzogne. La zingara sostiene che, secondo gli usi della sua gente, girovagava<br />
senza uno scopo e una meta precisi. Le credereste? Noi (che la conosciamo bene) sentiamo un certa “puzza di<br />
bruciato” (lascio però a ciascuno l’esercizio di ipotizzare quale può essere la ragione per cui ha viaggiato così a lungo<br />
e perché si trovi proprio da quelle parti...). All’udire, comunque, che proviene dalle lontane terre di Biscaglia, sia il<br />
conte che Ferrando hanno un sussulto, anzi, in quest’ultimo inizia a insinuarsi, addirittura, un presentimento (“Che<br />
intesi!... O qual sospetto!”).<br />
La zingara, comprendendo che deve giustificare in altro più<br />
convincente modo il trovarsi lontano dai luoghi in cui, come racconta,<br />
ha trovato ricovero, apre il suo cuore con totale sincerità: racconta che il<br />
suo unico bene, un figlio “ingrato” e incurante dell’amore che lei gli ha<br />
donato, l’ha abbandonata a se stessa; perciò lei sta vagando, alla cieca<br />
(non può certo rivelare che andava proprio a Castellor) e con il cuore in<br />
pezzi, alla sua ricerca nonostante le sofferenze che lui gli ha inferto,<br />
perché continua ad amarlo come nessun altra madre al mondo ha mai<br />
fatto. E’ un racconto che intenerirebbe anche i sassi ma i due, uomini<br />
d’armi tutti d’un pezzo, non sono ancora soddisfatti. Mentre Ferrando,<br />
nei tratti del volto della sconosciuta, inizia a riconoscere una fisionomia<br />
che non gli è nuova, il conte (ligio alla promessa fatta al padre) le<br />
chiede se si sia mai imbattuta in un bambino rapito dal suo castello<br />
trent’anni prima e probabilmente nascosto tra le impervie montagne di<br />
Biscaglia. Azucena, in affanno per la sorpresa, chiede di sapere chi le<br />
pone quella (imbarazzante!) domanda e, quando egli le svela di essere<br />
il “fratello del tradito”, non riesce a soffocare del tutto il sussulto di<br />
terrore che le sgorga d’istinto dal petto.<br />
Figurino di Azucena, Alfred Albert, Opera di Parigi 1857<br />
<strong>Il</strong> trovatore:<br />
il libretto