n.4 "passioni" - Andrea Granelli
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Sei gradi di avvicinamento<br />
Come la rete rende il mondo piccolo e i nostri rapporti molto più efficaci.<br />
• 66<br />
Carlo Infante<br />
“Empathy for the web”, con questo slogan si<br />
cavalcò l’onda dei blog che a partire dal 2001<br />
ha scardinato molte logiche editoriali del web,<br />
tracimando soggettività e scrittura partecipativa<br />
nella rete.<br />
Quello scardinamento arrivava dopo un generalizzato<br />
fallimento degli investimenti in internet,<br />
dettato dallo “sboom” della new economy<br />
che provocò disastri finanziari e, dato ancora<br />
più imbarazzante, una diffusa sfiducia nel futuro<br />
sviluppo delle nuove tecnologie della comunicazione.<br />
Un imbarazzo che sta costando caro al nostro<br />
paese, slittato alla quarantaduesima posizione<br />
nella classifica della competitività internazionale.<br />
In questo progressivo processo di desertificazione<br />
delle attenzioni pubbliche, istituzionali<br />
ed economiche, nei confro nti del web, il fenomeno<br />
carsico dei blog ha saputo riportare in<br />
superficie il flusso reale della comunicazione<br />
interattiva: quello centrato sul protagonismo<br />
degli utenti e sulla necessità di fare comunità.<br />
Quel flusso che stava alla base della nascita e<br />
della vita di internet.<br />
Un aspetto che sarebbe banale sottovalutare<br />
solo come un buon sentimento delle anime<br />
belle e culturali che frequentano la rete. E’ altresì<br />
una delle monete più sonanti, basterebbe<br />
citare solo due esempi che hanno fatto di<br />
quel principio il miglior business degli ultimi<br />
“Sviluppare relazioni<br />
attraverso la rete,<br />
intrecciando amicizie,<br />
amori e gerarchie professionali,<br />
si sta rivelando un modo<br />
per interpretare<br />
il web 2.0”