"Malto difficilmente si diventa giornalisti!". Mussolini sinte- tizzò così ...
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"<strong>Malto</strong> <strong>difficilmente</strong> <strong>si</strong> <strong>diventa</strong><br />
<strong>giornalisti</strong>!". <strong>Mussolini</strong> <strong>si</strong>nte<strong>tizzò</strong><br />
<strong>così</strong>, in occa<strong>si</strong>one di una<br />
riunione di <strong>giornalisti</strong> milane<strong>si</strong><br />
nel 1923, le sue idee sul giornalismo. Nel suo<br />
caso <strong>si</strong> trattava - diceva - di una pas<strong>si</strong>one, al<br />
pari di quella per la politica. Qua<strong>si</strong> di un "istinto"<br />
che affermava di possedere come nessuno.<br />
Vero o falso che fosse, il giornalismo, sempre<br />
coniugato con la politica, fu l'attività che più lo<br />
impegnò fino alla presa del potere nel 1922. E
E come usò il potere della stampa per i suoi fini<br />
<strong>Mussolini</strong><br />
che non abbandonò nemmeno negli ultimi giorni<br />
della Repubblica Sociale, a Salò.<br />
DEBUTIO SVIZZERO. I primi pas<strong>si</strong> nella profes<strong>si</strong>one<br />
li mosse in Svizzera, a Losanna, nel 1902.<br />
A salvarlo dall'accusa di vagabondaggio - era<br />
stato arrestato perché dormiva sotto un ponte<br />
- fu Emilio Marzetto, artigiano e redattore de<br />
J;avvenire del lavoratore, organo della Federazione<br />
socialista itàliana in Svizzera, che gli procurò<br />
un tetto e un sus<strong>si</strong>dio di lO franchi per lavorare<br />
al giornale e nel <strong>si</strong>ndacato dei muratori. ~<br />
Rivoluzionario<br />
A destra, la rivista<br />
socialista La lotta di<br />
classe (1910), dove<br />
scrisse <strong>Mussolini</strong>, e<br />
Utopia, da lui diretta<br />
(1913). Sotto, il duce<br />
(1914) sull'Avanti!<br />
dopo l'assoluzione<br />
dall'accusa di<br />
sedizione.<br />
Milano,<br />
UTOPIA<br />
Rivista Quindicinale del' Socialismo<br />
Rivoluzionario Italiano ... "" .11 ~<br />
Dire/ra,c:<br />
BENITO MUSSOLINI<br />
SOMMARIO:<br />
R~d..r!t)rt' ..<br />
GIUSEPPE DE FALCO<br />
. B. MUSSOl.!NI: A! l'''!'Q! l. GVESDE: .o., .<br />
.$ ,qlnr dimcnfic"/~ (L.t rivolUZiono.- COme f.Uto .st(')~<br />
.." rico', - G. DE fALCO, l/t,,;onfo di un nl4"<br />
... loao_: NOli Co.,I"nlinol,.... ri. G. BARNI:<br />
... l sofi adI'.n.'chismn - G. BALDAZZI! Au.<br />
... !fUslo Bt.nqui IL FASTIDITO! Vil/",i.•<br />
... molf
"II giornale è per noi un partito, è una bandiera, è un'anima": lo disse negli Anni<br />
Cambio<br />
di registro<br />
Pubblicità del Popolo<br />
d'Italia fondato e<br />
diretto da <strong>Mussolini</strong><br />
(1914), A destra,<br />
la testata di<br />
Gerarchia, rivista<br />
del fascismo da lui<br />
ideata nel 1922,<br />
72<br />
Il 2 agosto di quello stesso anno pubblicò il<br />
suo primo articolo, Ne seguirono altri nove,<br />
frutto di un apprendistato culturale e politico<br />
nella cerchia dell'emigrazione socialista svizzera,<br />
dove poté mostrare la sua intran<strong>si</strong>genza rivoluzionaria,<br />
Sempre in Svizzera iniziò la collaborazione<br />
con Avanguardia socialista, settimanale<br />
dei <strong>si</strong>ndacalisti-rivoluzionari: per loro<br />
. continuò a scrivere anche nel 1904, rientrato in<br />
Italia, riconoscendo<strong>si</strong> nelle po<strong>si</strong>zioni di chi nelle<br />
agitazioni sociali non disprezzava gli "ecces<strong>si</strong><br />
anarchici". Scriveva per esempio: "Ma i buoni<br />
[" ,) apostoli del riformismo, quando stigmatizzano<br />
nella loro prosa sonora (sonora perché<br />
vuota) gli atti vandalici a cui <strong>si</strong> abbandonò la<br />
teppa, intendono condannare non già il teppismo,<br />
ma l'insurrezione. Il loro sodalismo, strana<br />
amalgama di po<strong>si</strong>tivismo borghese e pretismo<br />
cristiano, non concepisce l'idea di 'forza'.<br />
[... ) Per tutti coloro che al socialismo andarono<br />
attraverso le vie del sentimento, riesce impos<strong>si</strong>bile<br />
concepire la rivoluzione sodalista come una<br />
semplice e pura questione di 'forza: L'idea della<br />
'violenza' poi li fa rabbrividire. Es<strong>si</strong> attraversarono<br />
come dechi quaranta secoli di Storia!".<br />
ANTICLERICALE. Da redattore a direttore il passo<br />
fu breve: le raccomandazioni del politico e<br />
giornalista Giacinto Menotti Serrati e dell'attivista<br />
Angelica Balabanoff gli permisero di muovere<br />
i primi pas<strong>si</strong> alla guida di modesti giornali<br />
locali, A Oneglia (Imperia), dove approdò nel<br />
1908, gli fu affidata la direzione del settimanale<br />
socialista La lima. Subito <strong>si</strong> fece notare per i<br />
toni ÌITiverenti e provocatori, dei quali era maestro:<br />
durante i quattro me<strong>si</strong> di quel lavoro scrisse<br />
oltre una ventina di articoli, alcuni firmati<br />
"un vero eretico", tutti improntati a un anticlericalismo<br />
che rasentava la blasfemia. Come in<br />
questo caso: "E ora vogliamo porre una questione<br />
elegante ai teologi, ai preti, ai credenti: come<br />
spiegate il fatto che nonostante la prima o succes<strong>si</strong>ve<br />
comunioni, un uomo può <strong>diventa</strong>re miscredente,<br />
eretico, ateo o peggio ancora malfattore?<br />
Voi rispondete: dopo la comunione ha nuovamente<br />
peccato, Ed io ribatto: ma come ha potuto<br />
peccare se aveva il figlio di Dio in corpo? O<br />
Cristo è sempre presente e l'uomo non può peccare,<br />
o Cristo ha... evacuato e allora è un dbo<br />
che passa peri canali degli alimenti comuni".<br />
Gli avversari definirono "empio e cannibalescamente<br />
antireligioso" anche ilsettimanale socialista<br />
trentino L'avvenire del lavoratore (omo-
'10, ma valse anche dopo<br />
nimo di quello svizzero) che il futuro duce diresse<br />
dall'inverno all'estate del 1909. A Trento<br />
<strong>Mussolini</strong> affiancò l'incarico di segretario della<br />
locale Carnera del Lavoro a un intenso impegno<br />
di scrittura, non limitando<strong>si</strong> a riempire da<br />
solo le quattro pagine del piccolo giornale, ma<br />
collaborando attivamente al Popolo, diretto da<br />
Cesare Battisti (giustiziato come traditore dagli<br />
austriaci nel 1916) Tra i bersagli preferiti della<br />
penna del giovane <strong>Mussolini</strong>, oltre ai cattolici<br />
e al clero, <strong>si</strong> aggiunse il Partito popolare di<br />
Alcide De Gasperi (che farà arrestare nel 1927).<br />
"LASCIATE PURE GLI ERRORI': I toni incendiari<br />
gli procurarono un arresto con l'accusa di "incitamento<br />
ad azioni immorali e all'odio contro<br />
le autorità dello Stato". Fu espulso dalla città<br />
(allora austriaca) dopo pochi me<strong>si</strong> di soggiorno.<br />
Rientrato a Forlì, visse negli ultimi me<strong>si</strong> del<br />
1909 in una condizione di precarietà, qua<strong>si</strong> rassegnato<br />
ad accettare !'impiego come funzionario<br />
dello stato civile ad Argenta, un comune del<br />
ferrarese. Finché i compagni socialisti gli proposero<br />
di <strong>diventa</strong>re segretario della federazione<br />
forlivese e di dirigere il giornale che ne sarebbe<br />
stato portavoce,<br />
Per il nuovo settimanale il direttore <strong>Mussolini</strong><br />
scelse il nome La lotta di classe. Fu questo il<br />
trampolino di lancio per la sua carriera politica.<br />
Il giornale hl impostato sulla falsariga adottata<br />
fino a quel momento, con toni veementi e lavorandoci<br />
praticamente da solo. "Lasciateci pure<br />
gli errori di grammatica e di <strong>si</strong>ntlLS<strong>si</strong>" raccomandava<br />
al tipografo "i nostri lettori ci <strong>si</strong> sentiranno<br />
più a loro agio". Fu a questo <strong>Mussolini</strong>,<br />
dopo il trionfo al Congresso socialista di Reggio<br />
Emilia come leader della corrente rivoluzionaria,<br />
che la direzione del Partito socialista affidò<br />
all'unanimità, ilIO novembre del 1912, la direzione<br />
dell'Avanti!. Fu una scelta, dal punto di<br />
vista delle vendite, azzeccata. Sotto la sua direzione<br />
il quotidiano passò da circa 30 mila a 70<br />
mila copie, con punte anche di 100 mila.<br />
CAMBIO DI LINEA, Allo scoppio della Prima<br />
guerra mondiale, fedele ai dettami del pacifismo<br />
internazionalista al quale ilpartito aderiva,<br />
il direttore <strong>Mussolini</strong> fu dapprima sostenitore<br />
del più radicale neutralismo: "È giunta l'ora del-<br />
le grandi responsabilità. Il proletariato d'Italia<br />
permetterà dunque che lo <strong>si</strong> conduca al macel-<br />
lo ancora una volta? Noi non lo pen<strong>si</strong>amo nem-<br />
meno. Ma occorre muover<strong>si</strong>, agire, non perdere<br />
tempo. Mobilitare le forze. Sorga dunque [... )<br />
Incendiario a ogni costo<br />
<strong>Mussolini</strong> arrestato a Roma nel1914<br />
per un comizioa favore dell'intervento<br />
nella Prima guerra mondiale,<br />
Faccia a faccia ·con se stesso<br />
Sopra, il giornale satirico L'A<strong>si</strong>no ironizza sul<br />
voltafaccia di <strong>Mussolini</strong>. A destra, un articolo<br />
censurato sul Popolo d'Italia rlel1919 (al posto del<br />
testo, gli insulti al pre<strong>si</strong>dente del Con<strong>si</strong>glio Nitti),<br />
dalle moltitudini profonde del proletariato un<br />
grido solo, e <strong>si</strong>a ripetuto per le piazze e le strade<br />
d'Italia: 'Abbasso la guerral'''. A pochi me<strong>si</strong><br />
di distanza, con l'.editoriale Dalla neutralità<br />
assoluta alla neutralità attiva uscito il 18 ottobre<br />
1914, ci fu una clamorosa inver<strong>si</strong>one di rotta<br />
a favore dell'intervento dell'Italia in guerra.<br />
Due giorni dopo <strong>Mussolini</strong> <strong>si</strong> dimise e fu espulso<br />
dal partito. Il 15 novembre usciva già il primo<br />
numero (4 pagine) del suo nuovo giornale:<br />
Il Popolo d'Italia. ~<br />
Americani<br />
sedotti da "Iui"<br />
Una delle doti di <strong>Mussolini</strong><br />
fu la capacità di entrare in<br />
<strong>si</strong>ntonia con le attese dei lettori.<br />
Esemplari i dieci articoli<br />
scritti per l'agenzia United<br />
Press,tradotti da Margherita<br />
Sarfatti e pubblicati a puntate<br />
con iltitolo Mytwenty-four<br />
hours nel gennaio 1927 su<br />
varie testate americane.<br />
Seduttore. Con una prosa<br />
accattivante <strong>Mussolini</strong><br />
illustrò.agli americani (che<br />
di lui sapevano poco) una<br />
sua giornata-tipo,lmpegnatis<strong>si</strong>mo<br />
a dirigere la<br />
politica interna ed estera, <strong>si</strong><br />
dichiarava attentis<strong>si</strong>mo alla<br />
corrispondenza che "in quantità<br />
enorme" gli giungeva,<br />
Vantava una straordinaria<br />
capacità di lavoro: 15 o 16 ore<br />
di lavoro al giorno, Un'inezia,<br />
diceva, di fronte all'obiettivo<br />
di "restituire alla mia gente lo<br />
gloria che le apparteneva un<br />
tempo". Salutista e sportivo <strong>si</strong><br />
presentava come un modello<br />
di determinazione che finì<br />
per stregare gli americani.<br />
73
Benito <strong>Mussolini</strong> rivendicò la responsabilità morale dell'assalto al giornale<br />
socialista l'Avanti! del 1919 in un'intervista rilasciata al Giornale d'Italia<br />
Brigate d'assalto<br />
Un articolo del duce per Brigata nera<br />
(1944), Sotto, la sede dell'Avanti! a<br />
Milano dopo l'assalto del 1919 e, sul<br />
giornale satirico L'A<strong>si</strong>no, l'attentato<br />
allo stesso giornale del 1921,<br />
STRATEGICO, La tempestività con cui nacque il<br />
nuovo giornale dimostra come <strong>Mussolini</strong> contasse<br />
già da tempo sui soldi necessari. Chi glieli<br />
aveva dati? Principalmente la Francia e alcune<br />
grandi industrie italiane (Fiat, Ansaldo) che<br />
con<strong>si</strong>deravano il conflitto (a ragione, dal loro<br />
punto di vista) una fonte di grandi profitti,<br />
Il quotidiano, che per alcuni anni continuò a<br />
definir<strong>si</strong> socialista, divenne portavoce dell'interventismo<br />
rivoluzionario e <strong>Mussolini</strong> vi impegnò<br />
tutte le sue doti comunicative, Il Popolo<br />
d'Italia divenne qualcosa di più di un giornale<br />
d'opinione: fu per il suo direttore uno strumento<br />
per la conquista di un ruolo da protagonista<br />
sulla scena politica,<br />
L'aggres<strong>si</strong>vità e la vis polemica affinate negli<br />
anni diedero i loro frutti. Il linguaggio immediato<br />
e diretto, improntato alla sfida più che alle<br />
argomentazioni, ricorreva a tecniche in parte<br />
ispirate ai futuristi. Esemplare l'incipit dell'articolo<br />
intitolato "Trincerocrazia" del dicembre<br />
del 1917: "La parola è brutta. Non importa. Ce<br />
ne sono di più brutte che hanno già da tempo<br />
diritto di cittadinanza nella lingua italiana, Ce<br />
ne infischiamo dei puristi che ringhiano davanti<br />
ai neologismi. Eterno conflitto fra sen<strong>si</strong>bilità<br />
vecchia e quella nuova! La trincerocrazia è l'aristocrazia<br />
della trincea. È l'aristocrazia di domani.<br />
I suoi 'quarti di nobiltà' hanno il bel colore<br />
del sangue. Nel suo blasone può essere dipinto<br />
un 'cavallo di fri<strong>si</strong>a', una trincea, una bomba a<br />
mano", E ancora: "L'Italia va verso due grandi<br />
partiti: quelli che ci sono stati e quelli che non ci<br />
sono stati; quelli che hanno combattuto e quelli<br />
che non hanno combattuto", Si conquistò <strong>così</strong><br />
l'appoggio dei combattenti che, da reduci,<br />
avrebbero costituito la base del fascismo. E non<br />
a caso nel 1918Il Popolo d'Italia diventò "quotidiano<br />
dei combattenti e dei produttori".<br />
MEGAFONO, Nel dopoguerra dal giornale <strong>Mussolini</strong><br />
continuò a tessere la sua tela del consenso,<br />
Il 29 ottobre 1922 fu proprio nel suo piccolo<br />
ufficio di direttore, in via Paolo da Cannobio<br />
a Milano, che <strong>Mussolini</strong> ricevette dal re il telegramma<br />
con l'invito a recar<strong>si</strong> a Roma per ricevere<br />
!'incarico di formare un nuovo governo,<br />
Due giorni dopo, la direzione del quotidiano<br />
passò al fratello minore, Arnaldo.<br />
Il giornalista <strong>Mussolini</strong> cedette ilpasso al duce<br />
del fascismo, Eppure anche quando <strong>si</strong> affidò<br />
a mezzi di propaganda più potenti, come la<br />
radio, <strong>Mussolini</strong> continuò (fino all'ultimo, negli<br />
anni di Salò) a scrivere articoli. E a censurare<br />
la stampa, di cui conosceva bene la capacità<br />
di influenzare l'opinione pubblica. •<br />
Gianpaolo Fissore