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Capitolo_11-Generatori_di_segnali_sinusoidali

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o<br />

La forma d'onda sinusoidale riveste una particolare importanza negli sviluppi teorici ed<br />

applicativi dell'elettronica e delle telecomunicazioni. Infatti ogni altra forma d'onda può<br />

essere pensata, secondo l'analisi matematica <strong>di</strong> Fourier, come la somma <strong>di</strong> infinite sinusoi<strong>di</strong>:<br />

ciò consente <strong>di</strong> valutare, sfruttando il principio <strong>di</strong> sovrapposizione degli effetti, il comportamento<br />

dei circuiti lineari soggetti a vari tipi <strong>di</strong> sollecitazioni quando ne siano note le<br />

caratteristiche <strong>di</strong> risposta in frequenza. Inoltre il test con onda sinusoidale permette <strong>di</strong><br />

rilevare l'eventuale non linearità <strong>di</strong> un circuito.<br />

In campo applicativo pertanto la forma d'onda sinusoidale trova largo impiego sia in<br />

bassa frequenza (testing <strong>di</strong>sistemi au<strong>di</strong>o,. taratura della strumentazione, pilotaggio <strong>di</strong> trasduttori,<br />

apparecchiature ATE, trasmissione dati su rete telefonica commutata, ecc.), sia in<br />

alta frequenza (portanti ra<strong>di</strong>o e TV, circuiti per la conversione <strong>di</strong> frequenza e la moltiplicazione<br />

<strong>di</strong> frequenza, ecc.).<br />

Diverse sono le tecniche (analogiche o <strong>di</strong>gitali) utilizzate nella generazione dei <strong>segnali</strong><br />

<strong>sinusoidali</strong>in relazione al campo <strong>di</strong> frequenza d'interesse. In questo capitolo viene trattata<br />

in modo particolare la soluzione più classica, che consiste nel portare in oscillazione spontanea<br />

un amplificatore sottoposto a reazione positiva.<br />

Altre tecniche fanno uso <strong>di</strong> circuiti formatori, analogici o <strong>di</strong>gitali, in grado <strong>di</strong> produrre<br />

forme d'onda che approssimano con buona precisione la forma d'onda sinusoidale (ve<strong>di</strong><br />

anche cap. 12). Nonostante la maggiore complessità circuitale e alcune limitazioni, questi<br />

meto<strong>di</strong> vengono talvolta preferiti in quanto presentano elevata flessibilità nel controllo<br />

dell'ampiezza e della frequenza del segnale prodotto.<br />

43


44 <strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong><br />

Fig. <strong>11</strong>.1<br />

Amplificatore<br />

con reazione<br />

positiva.<br />

<strong>11</strong>.1 Oscillatore sinusoidale<br />

Un circuito elettronico in grado <strong>di</strong> generare un segnale sinusoidale <strong>di</strong> frequenza predeterminata,<br />

senza l'intervento <strong>di</strong> alcuna eccitazione esterna che non sia la consueta alimentazione<br />

in continua, prende il nome <strong>di</strong> oscillatore sinusoidale.<br />

<strong>11</strong>.1.1 Principio <strong>di</strong> funzionamento<br />

Per capire come un amplificatore possa, a certe con<strong>di</strong>zioni, in presenza <strong>di</strong> reazione positiva,<br />

trasformarsi in un oscillatore sinusoidale si prenda in considerazione lo schema <strong>di</strong> fig. II.1.<br />

Contrariamente a quanto fatto per gli schemi del cap. 9, si suppone ora che il segnale <strong>di</strong><br />

reazione sia iniettato nel blocco <strong>di</strong> confronto senza inversione <strong>di</strong> fase, come in<strong>di</strong>ca il segno<br />

+ apposto vicino al blocco stesso.<br />

Ipotizzando quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> tenere aperto S2 e <strong>di</strong> chiudere S l' si valuti il segnale <strong>di</strong> reazione<br />

x f = f3Ax s , presente all'uscita del blocco 13, al variare <strong>di</strong> w.<br />

Se esiste un unico valore <strong>di</strong> w = Wo per il quale si ha /f3A = O (oppure 2nn con n intero)<br />

e pertanto x f ed X s risultano in fase, si possono <strong>di</strong>stinguere i seguenti tre casi:<br />

- I f3A(jwo) I = 1 e quin<strong>di</strong> xf=x,; ipotizzando allora <strong>di</strong> chiudere S2 e <strong>di</strong> aprire simultaneamente<br />

S[, l'amplificatore si autoeccita e mantiene in uscita l'oscillazione con pulsazione<br />

'wo <strong>di</strong> ampiezza costante.<br />

- I f3A (jwo) I < 1, per cui Ix f I < I x, I; si intuisce facilmente come, chiudendo ora l'anello<br />

<strong>di</strong> reazione ed escludendo la sorgente x s ' l'oscplazione con pulsazione Wo si smorza<br />

gradualmente nel tempo fino ad esaurirsi.<br />

- I f3A (jwo) I > 1 da cui deriva Ix f I > I X s I; alla chiusura dell'anello e alla simultanea rimozione<br />

<strong>di</strong> X s corrisponde ora il mantenimento dell'oscillazione con pulsazione wo, <strong>di</strong><br />

ampiezza crescente nel tempo sino a quando non intervengono fenomeni <strong>di</strong> non linearità<br />

nell'amplificatore.<br />

È importante osservare che nell'ultimo caso l'oscillazione con pulsazione W o può nascere<br />

spontaneamente nell'anello <strong>di</strong>~reazione in assenza <strong>di</strong> X s alla sola chiusura del circuito <strong>di</strong><br />

alimentazione, rendendo del tutto superflua la funzione eccitatrice della sorgente. L'oscillazione<br />

viene detta perciò autoinnescante. In pratica l'autoinnesco è reso possibile dalla<br />

sicura presenza <strong>di</strong> una componente del rumore termico con pulsazione Wo nel sistema<br />

costituito dall'amplificatore e dalla rete <strong>di</strong> reazione. Tale componente, <strong>di</strong> valore infinitesimo,<br />

viene amplificata in maniera esclusiva dall'anello <strong>di</strong> reazione, trasformandosi in un'oscillazione<br />

<strong>di</strong> ampiezza elevata.<br />

Per quanto ora esposto lo schema a blocchi <strong>di</strong> principio <strong>di</strong> un oscillatore sinusoidale<br />

può essere ricondotto a quello <strong>di</strong> fig. II.2.<br />

ls?<br />

Ò -<br />

XI<br />

- f3 I-----.J<br />

A<br />

x,<br />

-o<br />

- A<br />

- f3 f---<br />

Segnale<br />

<strong>di</strong> uscita<br />

Fig. <strong>11</strong>.2<br />

Schema <strong>di</strong> principio <strong>di</strong> un oscillatore sinusoidale.


Le con<strong>di</strong>zioni necessarie per ottenere in uscita un'oscillazione '<strong>di</strong> ampiezza costante<br />

Oscillatore sinusoidale 45<br />

[<strong>11</strong>.1J<br />

sono conosciute come con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Barkhausen e costituiscono una base sufficiente per<br />

l'analisi del funzionamento e per il <strong>di</strong>mensionamento della maggior parte dei circuiti pratici.<br />

Si noti che le eq. [<strong>11</strong>.1J sono in realtà lo sdoppiamento <strong>di</strong> un'unica con<strong>di</strong>zione: f3A(jwo) = 1.<br />

La necessità <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare a regime le eq. [<strong>11</strong>.1J per un unico valore <strong>di</strong> pulsazione wo'<br />

rende in<strong>di</strong>spensabile la presenza nell'anello <strong>di</strong> reazione <strong>di</strong> componenti selettivi <strong>di</strong> un solo<br />

tipo (generalmente capacità) o <strong>di</strong> entrambi i tipi (L e C).<br />

Inoltre, per quanto visto in precedenza, al fine <strong>di</strong> ottenere l'autoinnesco delle oscillazioni<br />

alla pulsazione w o , si deve prevedere nel funzionamento lineare iniziale dell'amplificatore<br />

un guadagno d'anello I f3A I leggermente superiore ad uno. Successivamente, col crescere<br />

dell'ampiezza dell'oscillazione, la <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> A, causata dai fenomeni <strong>di</strong> non linearità,<br />

riporta gradualmente il valore <strong>di</strong> If3A I ad uno, con conseguente stabilizzazione dell'ampiezza,<br />

anche se Con una certa percentuale <strong>di</strong> <strong>di</strong>storsione armonica.<br />

ESEMPIO <strong>11</strong>.1<br />

Se nel circuito <strong>di</strong> un oscillatore il blocco A è costituito da un amplificatore invertente a banda larga,<br />

quali caratteristiche deve presentare necessariamente la rete <strong>di</strong> reazione [J e a quale frequenza può<br />

ottenersi un'oscillazione <strong>di</strong> ampiezza stabile?<br />

SOLUZIONE<br />

Essendo l'amplificatore a banda larga, la rete <strong>di</strong> reazione deve risultare selettiva (e quin<strong>di</strong> contenere<br />

elementi reattivi) al fine <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Barkhausen per un solo valore <strong>di</strong> frequenza,<br />

La frequenza <strong>di</strong> oscillazione possibile fa è quella per la quale la rete <strong>di</strong> reazione introduce uno<br />

sfasamento pari a ± 180° che, sommato a quello dell'amplificatore invertente (180°), fa sÌ che lungo<br />

l'anello <strong>di</strong> reazione lo sfasamento sia complessivamente nullo (j [JA = O).L'autoinnesco dell'oscillazione<br />

avviene però solo se lungo l'anello il segnale risulta amplificato e quin<strong>di</strong> se I [JA I > 1.<br />

<strong>11</strong>.1.2 Schema a blocchi completo <strong>di</strong><br />

un oscillatore<br />

Nei circuiti pratici si richiede <strong>di</strong> regola la <strong>di</strong>sponibilità<br />

in uscita <strong>di</strong> un segnale con ampiezza<br />

prestabilita e limitato tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>storsione. Questo<br />

risultato viene normalmente raggiunto ricorrendo<br />

ad una rete <strong>di</strong> controllo automatico dell'ampiezza,<br />

come illustra lo schema a blocchi.<br />

più generale <strong>di</strong> un, oscillatore sinusoidale proposto<br />

in fig. <strong>11</strong>.3.<br />

In questo schema, oltre all'alimentazione,<br />

sono assolutamente in<strong>di</strong>spensabili per ottenere<br />

le oscillazioni soltanto il blocco amplificatore<br />

e quello <strong>di</strong> reazione positiva. L'amplificatore<br />

è in genere a banda larga con rete <strong>di</strong> reazione<br />

positiva selettiva (RC o LC); in alcuni casi può<br />

aversi invece la situazione opposta: amplificatore<br />

selettivo con rete <strong>di</strong> reazione a banda larga.<br />

La rete <strong>di</strong> controreazione, quando è presente,<br />

ha la funzione <strong>di</strong> mantenere stabile il guadagno<br />

Controllo<br />

automatico<br />

dell' ampiezza<br />

Rete<br />

<strong>di</strong> reazione positiva<br />

f3<br />

,. o Uscita<br />

"-----+---<strong>11</strong> Alimentazione<br />

DC<br />

Fig. <strong>11</strong>.3<br />

Schema<br />

a blocchi<br />

completo <strong>di</strong> un<br />

oscillatore<br />

sinusoidale.


46 <strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong><br />

Fig.<strong>11</strong>.4<br />

Schema <strong>di</strong><br />

principio <strong>di</strong> un<br />

oscillatore<br />

a sfasamento.<br />

dell'amplificatore, evitando ad esempio che, per occasionali variazioni dei parametri del<br />

circuito, venga meno la con<strong>di</strong>zione d'innesco delle oscillazioni I f3A I > 1. Si noti che per<br />

A si deve intendere in questo caso il guadagno dell'amplificatore controreazionato.<br />

Ad innesco avvenuto e raggiunto' in uscita il livello <strong>di</strong> segnale prefissato, il controllo<br />

automatico <strong>di</strong> ampiezza riporta ad 1 il valore <strong>di</strong> If3A I riducendo IA I. Ciò può essere<br />

ottenuto o agendo sulla rete <strong>di</strong> controreazione (provocando un aumento del tasso <strong>di</strong> reazione<br />

negativa) oppure intervenendo <strong>di</strong>rettamente sull'amplificatore base (variando ad esempio la<br />

. polarizzazione <strong>di</strong> uno o più <strong>di</strong>spositivi attivi). Si noti comunque che una precisa in<strong>di</strong>viduazione<br />

e separazione dei blocchi in<strong>di</strong>cati nello schema <strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.3 può risultare a volte<br />

artificiosa oltre che <strong>di</strong>fficoltosa.<br />

Ri<br />

<strong>11</strong>.2 Oscillatori per basse frequenze<br />

Essi usano solitamente reti <strong>di</strong> reazione <strong>di</strong> tipo RC con un campo d'impiego che si estende<br />

dalle frazioni <strong>di</strong> Hz fino al MHz. Classici e molto utilizzati sono i circuiti a sfasamento<br />

(phase shift oscillato/') e quelli <strong>di</strong> Wien (Wien oscillator) che vengono ora esaminati.<br />

<strong>11</strong>.2.1 Oscillatore a sfasamento<br />

Lo schema <strong>di</strong> principio è riportato in fig. <strong>11</strong>.4. Un amplificatore invertente viene reazionato<br />

con una rete costituita da tre celle CR <strong>di</strong>sposte in cascata. Nell'ipotesi semplificativa che<br />

la rete non carichi l'amplificatore (Ro« Zp), quest'ultimo fornisce un'amplificazione Av reale<br />

e negativa. L'oscillazione è quin<strong>di</strong> possibile alla frequenza fo (pulsazione Wo = 2nfo) per la<br />

quale la rotazione <strong>di</strong> fase introdotta dalle tre celle CR risulta uguale a + 180 0 e determina<br />

così, lungo l'anello <strong>di</strong> reazione, uno sfasamento complessivamente nullo (j f3A = O).<br />

Per calcolare f3A si può procedere aprendo l'anello in un punto qualsiasi, con l'avvertenza<br />

<strong>di</strong> mantenere inalterati ed eventualmente <strong>di</strong> ripristinare i livelli <strong>di</strong> impedenza ai lati del<br />

taglio. In fig. <strong>11</strong>.4 l'apertura viene fatta all'ingresso dell'amplificatore, supponendo Ri = 00<br />

o comunque Ri »R. Si può allora scrivere<br />

[<strong>11</strong>.2J<br />

La funzione <strong>di</strong> trasferimento. 13 = vf /v o della rete CR a tre celle presenta uno sfasamento <strong>di</strong><br />

+ 180 0 con attenuazione uguale a 1/29 per il valore <strong>di</strong> frequenza<br />

[, _ l 1<br />

.0- 2nfiRC:::O 15,4RC<br />

z~<br />

R<br />

[<strong>11</strong>.3J<br />

A tale frequenza si ottengono pertanto oscillazioni<br />

<strong>di</strong> ampiezza stabile nel circuito se risulta<br />

sod<strong>di</strong>sfatta la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Barkhausen<br />

I f3A I = 1, e quin<strong>di</strong> se<br />

[l1.4J


ESEMPIO <strong>11</strong>.2<br />

Oscillatori per basse frequenze<br />

Si ricavino <strong>di</strong>rettamente le relazioni [<strong>11</strong>.3J e [<strong>11</strong>4J applicando al circuito <strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>4 le con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> Barkhausen.<br />

SOLUZIONE<br />

Aprendo l'anello <strong>di</strong> reazione all'ingresso dell'amplificatore e nell'ipotesi che sia R; = w e Ro = O, il<br />

calcolo <strong>di</strong> [JA può essere svolto sulla base del circuito rappresentato in fig. <strong>11</strong>.5a, successivamente<br />

trasformato (ve<strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.5b) me<strong>di</strong>ante il teorema <strong>di</strong> Thevenin applicato tra i punti A-B.<br />

l 1<br />

Si pone per como<strong>di</strong>t~ - = -.- = Z. Sfruttando poi due volte la regola del partitore <strong>di</strong> tensione si<br />

sC JWC<br />

ottiene prima VAS e quin<strong>di</strong> Vf:<br />

Segue<br />

R(Z +R)<br />

. R/ / (Z + R) R . R 2R + Z R<br />

V=V --=AV-- -f<br />

eqZ//R+Z+R//(Z+R)Z+R v 'Z+R ZR Z R(Z+R)Z+R<br />

Z + R + + 2R+Z<br />

La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Barkhausen / [JA = O può essere sod<strong>di</strong>sfatta solo se [JA è un numero reale. Pertanto,<br />

Ca)<br />

Cb)<br />

~ (s) = A,.v;(s)<br />

+<br />

+<br />

R<br />

B<br />

B<br />

R<br />

R<br />

R IljCs)<br />

R IljCs)<br />

[lJ<br />

Fig. <strong>11</strong>.5<br />

Rete CR a tre<br />

celle e circuito<br />

equivalente.<br />

47


48 <strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong><br />

Fig.<strong>11</strong>.6<br />

(al Semplice<br />

oscillatore<br />

a sfasamento<br />

realizzato con<br />

un amplificatore<br />

operazionale;<br />

(bl apertura<br />

dell'anello con<br />

ripristino del<br />

livello <strong>di</strong><br />

impedenza.<br />

R,=R<br />

. l<br />

nell'ipotesi che Au sia reale e ricordando che Z = -.-, basta imporre che i termini immaginari si<br />

jWC<br />

annullino ovvero che sia<br />

Z (Z)3<br />

6-+ - =0<br />

R . R<br />

e quin<strong>di</strong><br />

1 1 1<br />

Sostituendo Z = --, Sl ottlene ---2 = 6 da CUlw == W o = ~<br />

jwC (wCR) v 6 RC<br />

La pulsazione W o (fa = lj2n fi RC) costituisce la possibile pulsazione <strong>di</strong> oscill~zione. Essa però può<br />

mantenersi nell'anello con ampiezza stabile solo se I [JA (w o ) I = l. Per le eq. [lJ e [2J deve quin<strong>di</strong><br />

risultare<br />

1 __ Au = 1<br />

[JA = Au , r , ,,- 29<br />

da cui segue Au = - 29, a conferma che l'amplificatore deve essere invertente con I Au I = 29.<br />

Soluzioni circuitali. Sono possibili realizzazioni circuitali con JFET, BJT e amplificatori<br />

operazionali. In fig. <strong>11</strong>.6a è illustrato un circuito che utilizza un amplificatore operazionale<br />

in configurazione invertente (A" = Vo/Vi = - Rf/R). Si osservi che l'apertura dell'anello nel<br />

punto in<strong>di</strong>cato in figura ai fini del calcolo <strong>di</strong> f3A implica il ripristino sul lato destro del<br />

taglio, del livello <strong>di</strong> resistenza vista dalla terza capacità C prima dell'apertura stessa. Ne<br />

risulta il circuito <strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.6b, che ricalca quello <strong>di</strong> principio <strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.4. Vale quin<strong>di</strong><br />

l'eq. [<strong>11</strong>.3J mentre per l'innesco delle oscillazioni deve essere IA"I =Rf/R>29, da cui<br />

segue Rf> 29R.<br />

R'<br />

+<br />

p<br />

R'<br />

c ". C C<br />

TT<br />

(a)<br />

R,=R -- R<br />

p<br />

+<br />

(b)<br />

[2J


ESEMPIO <strong>11</strong>.3<br />

Oscillatori per basse frequenze 49<br />

L'oscillatore a sfasamento <strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.6a, realizzato con un amplificatore operazionale TL081, presenta<br />

per i componenti i seguenti valori: C = lO nF, R = 8,2 kQ, R' = 220 kQ, P = 50 kQ Si determini la<br />

[requènza <strong>di</strong> oscillazione e si in<strong>di</strong>chi a quale valore <strong>di</strong> resistenza deve, idealmente, essere regolato il<br />

potenziometro P per ottenere oscillazioni <strong>di</strong> ampiezza stabile.<br />

SOLUZIONE<br />

Me<strong>di</strong>ante l'eq. [<strong>11</strong>.3J si ricava<br />

l l<br />

.lo = = = 792 Hz<br />

2nfiRC 2nfi x 8,2 x 10 3 x lO X 10- 9<br />

Le oscillazioni <strong>di</strong> ampiezza stabile si hanno (eq. [llAJ) con I Au I = 29; ne consegue<br />

Rf R' +P<br />

-=--=29<br />

R R<br />

p = 29R - R' = (29 x 8,2) - 220 = 17,8 kQ<br />

In realtà il potenziometro P dovrà essere regolato in modo da avere I Au I un po' superiore a 29 per<br />

ottenere l'autoinnesco delle oscillazioni. Vanno anche tenute presenti le tolleranze dei componenti<br />

che, peraltro, possono incidere in maniera sensibile sul valore <strong>di</strong> lo'<br />

<strong>11</strong>.2.2 Oscillatore <strong>di</strong> Wien<br />

Il circuito illustrato Ìn fig. <strong>11</strong>.7 è costituito<br />

da un amplificatore non invertente reazionato<br />

me<strong>di</strong>ante una rete <strong>di</strong> Wien. Per la determinazione<br />

<strong>di</strong> f3A, nell'ipotesi che sia R j = + 00<br />

o comunque R;» R, risulta comodo aprire<br />

l'anello <strong>di</strong> reazione all'ingresso dell'amplificatore.<br />

Supponendo inoltre che quest'ultimo<br />

non sia caricato apprezzabilmente dalla rete<br />

<strong>di</strong> Wien (R o ~ O o comunque Ro« Zp), si ricava<br />

[<strong>11</strong>.5J<br />

I I 1+<br />

dove Au assume valore reale e positivo.<br />

La funzione <strong>di</strong> trasferimento della rete <strong>di</strong> Wien IJ = vf/v a produce sfasamento nullo in<br />

corrispondenza della frequenza<br />

l<br />

fo = 2nRC<br />

A questa frequenza vf e Vi risultano senz'altro in fase, mentre l'attenuazione introdotta<br />

dalla rete è <strong>di</strong> 1/3. La con<strong>di</strong>zione I [JA I = 1 viene perciò sod<strong>di</strong>sfatta se<br />

[<strong>11</strong>.6J<br />

[<strong>11</strong>.7J<br />

Fig. <strong>11</strong>.7<br />

Schema <strong>di</strong><br />

principio <strong>di</strong> un<br />

oscillatore <strong>di</strong><br />

Wien.


50 <strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong><br />

ESEMPIO <strong>11</strong>.4<br />

Si ricavino <strong>di</strong>rettamente le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> oscillazione stabile per il circuito <strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.7.<br />

n<br />

SOLUZIONE<br />

Aperto l'anello <strong>di</strong> reazione all'ingresso dell'amplificatore (ve<strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.7) nell'ipotesi che sia Rj = 00 ed<br />

assumendo inoltre Ro = O, si ha<br />

l R<br />

R//- -<br />

sC 1+ sCR<br />

Vf (s) = Va (s) l 1 = Av V; (s) R 1<br />

R//-+-+R +-+R<br />

sC sC l +sCR sC<br />

= AvV;(s) 1 + 3sCR +S2C 2 R 2<br />

Segue quin<strong>di</strong> A<br />

V/(s) = v<br />

f3A (s) = V (s) 3 + _1_. + sCR<br />

' sCR<br />

sCR _ Av V;(s)<br />

- 3+ S~R +sCR<br />

Posto nell'eq. [IJ s =jw, la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Barkhausen / [JA = O richiede in primo luogo che [JA sia<br />

reale. Supposto allora Av reale, deve essere nulla la parte immaginaria del denominatore dell'eq. [1]:<br />

1<br />

jwCR +jwCR = O c quin<strong>di</strong><br />

Ne deriva il valore della pulsazione <strong>di</strong> oscillazione:<br />

l =0<br />

wCR- wCR da cui<br />

1<br />

w=wo= RC e<br />

Imponendo infine la con<strong>di</strong>zione [JA (jw o ) = 1, dall'eq. [lJ si ottiene<br />

e quin<strong>di</strong><br />

1<br />

j~ = 2nRC<br />

Soluzioni circuitali. Una soluzione circuitale <strong>di</strong> notevole interesse pratico è quella <strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.8a<br />

dove l'amplificatore non invertente viene realizzato con un amplificatore operazionale. Essendo<br />

sicuramente verificate le ipotesi semplificati ve precedentemente enunciate, la frequenza<br />

<strong>di</strong> oscillazione è fornita dall'eq. [<strong>11</strong>.6]. Deve peraltro aversi a regime Av = vJu j =<br />

= 1+ R2/R1 = 3, da cui deriva la relazione <strong>di</strong> progetto R 2 = 2R 1 . L'autoinnesco delle oscillazioni<br />

richiede inizialmente un valore <strong>di</strong> Av un po' superiore a 3 ed è consigliabile l'impiego<br />

<strong>di</strong> un potenziometro che consenta <strong>di</strong> aggiustare nella maniera più opportuna il rapporto<br />

R2/ R 1 e quin<strong>di</strong> il valore <strong>di</strong> Av stesso.<br />

Confrontando il circuito <strong>di</strong> fig. Il.8a con lo schema a blocchi <strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.3, si in<strong>di</strong>vidua<br />

nel partitore R 1 R 2 la' rete <strong>di</strong> controreazione, mentre la reazione positiva è determinata<br />

dalla rete <strong>di</strong> Wien. La presenza della rete <strong>di</strong> controreazione offre lo spunto per <strong>di</strong>verse<br />

soluzioni circuitali finalizzate ad un efficace controllo automatico dell'ampiezza dell'oscillazione.<br />

Si utilizzano ad esempio <strong>di</strong>o<strong>di</strong> o un JFET usato come resistenza variabile (VCR)<br />

per <strong>di</strong>minuire il guadagno dell'oscillatore dopo l'innesco dell'oscillazione (ve<strong>di</strong> anche esercizio<br />

4).<br />

Una <strong>di</strong>versa interpretazione del circuito <strong>di</strong> fig. 1l.8a consiste nel considerare complessivamente<br />

le reti <strong>di</strong> reazione positiva e negativa, che costituiscono cosÌ i due rami <strong>di</strong> un<br />

ponte <strong>di</strong> Wien (fig. <strong>11</strong>.86). L'applicazione delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Barkhausen porta, com'è ovvio,<br />

[IJ


+<br />

R,<br />

Ca) Cb)<br />

c<br />

R<br />

c<br />

~<br />

Oscillatori per basse frequenze 51<br />

alle stesse conclusioni raggiunte in precedenza. Sulla base <strong>di</strong> questa interpretazione, il<br />

circuito <strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.8 viene comunemente denoniinato oscillatore a ponte <strong>di</strong> Wien (Wien bridge<br />

oscillator).<br />

ESEMPIO <strong>11</strong>.5<br />

Si <strong>di</strong>mensioni un oscillatore <strong>di</strong> Wien secondo lo schema <strong>di</strong> fig. 1l.8a in grado <strong>di</strong> generare un tono<br />

<strong>di</strong> frequenza f = 1 kHz.<br />

SOLUZIONE<br />

La frequenza <strong>di</strong> oscillazione è fornita dall'eq. [<strong>11</strong>.6]. Pertanto, scelta ad esempio C = 47 nF si ricava<br />

1<br />

R = 2n-j,- o C = ~2n-x-:l:-::0-=-0-Ox-4-7-x-l0---9 = 3386 Q<br />

*3,3 kQ<br />

La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> oscillazione con ampiezza stabile richiede poi Rz = 2R 1 ; si può scegliere *Rl = 10 kQ<br />

e *Rz = 20 kQ ma per garantire l'autoinnesco dell'oscillazione è preferibile realizzare R 2 <strong>di</strong>sponendo<br />

in serie un resistore <strong>di</strong> 15 kQ e un potenziometro <strong>di</strong> 10 kQ che potrà essere opportunamente regolato.<br />

L'ampiezza massima dell'oscillazione sarà ovviamente legata al valore dell'alimentazione dell'operazionale;<br />

agendo sul potel).ziometro essa potrà comunque, entro certi limiti, essere aggiustata per<br />

ridurre al minimo la <strong>di</strong>storsione. In genere l'oscillatore viene però dotato <strong>di</strong> un circuito per il controllo<br />

automatico dell'ampiezza.<br />

<strong>11</strong>.2.3 Altre configurazioni circuitali Re e considerazioni pratiche<br />

Esistono altre configurazioni circuitali <strong>di</strong> oscillatori con anello <strong>di</strong> reazione selettivo <strong>di</strong> tipo<br />

RC. Si possono citare l'oscillatore in quadra tura (detto anche, per ovvi motivi, seno-coseno),<br />

che consente <strong>di</strong> prelevare contemporaneamente su due uscite onde sfasate tra loro <strong>di</strong> 90 0<br />

e con la stessa ampiezza, e l'oscillatore a T-pontato.<br />

Il confronto tra le varie configurazioni possibili si basa essenzialmente sul grado <strong>di</strong><br />

stabilità in frequenza (ve<strong>di</strong> par. <strong>11</strong>.4) che è possibile raggiungere e sul maggiore o minore<br />

tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>storsione armonica presente nella forma d'onda <strong>di</strong> uscita. Un altro criterio <strong>di</strong><br />

valutazione è quello della complessità circuitale richiesta per rendere variabile la frequenza<br />

<strong>di</strong> oscillazione entro una gamma più o meno estesa.<br />

+<br />

Fig. <strong>11</strong>.8<br />

(a) Oscillatore<br />

<strong>di</strong> Wien con<br />

amplificatore<br />

operazionale;<br />

(b) rappresentazione<br />

dello<br />

stesso circuito<br />

che evidenzia il<br />

ponte <strong>di</strong> Wien.


52 <strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong><br />

Fig. <strong>11</strong>.9<br />

Schema <strong>di</strong><br />

principio <strong>di</strong> un<br />

oscillatore a tre<br />

punti.<br />

~-~<br />

Nella progettazione con amplificatori operazionali, per la scelta del <strong>di</strong>spositivo in relazione<br />

alla massima frequenza <strong>di</strong> oscillazione richiesta, si deve prestare particolare attenzione<br />

al valore del GBW e dello slew rate. Per una data frequenza, un valore troppo basso <strong>di</strong><br />

quest'ultimo parametro può impe<strong>di</strong>re <strong>di</strong> ottenere l'ampiezza <strong>di</strong> segnale in<strong>di</strong>storto desiderata.<br />

Nella generazione <strong>di</strong> frequenze molto basse è consigliabile l'utilizzo <strong>di</strong> operazionali BIFET<br />

che, consentendo l'inserimento <strong>di</strong> resistenze molto elevate nella rete <strong>di</strong> reazione, permettono<br />

<strong>di</strong> contenere entro livelli ragionevoli il valore delle capacità. Si può infine <strong>di</strong>mostrare che,<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dalla configurazione circuitale prescelta, un alto guadagno ad anello<br />

aperto dell'operazionale incide positivamente sulla stabilità <strong>di</strong> j~.<br />

Nel complesso l'oscillatore <strong>di</strong> Wien risulta la configurazione che ha trovato la maggiore<br />

<strong>di</strong>ffusione per la buona stabilità della frequenza <strong>di</strong> oscillazione unita al basso tasso <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>storsione raggiungibile e alla flessibilità <strong>di</strong> progetto.<br />

<strong>11</strong>.3 Oscillatori per frequenze elevate<br />

In questi <strong>di</strong>spositivi la frequenza <strong>di</strong> oscillazione coincide sostanzialmente con quella <strong>di</strong><br />

risonanza <strong>di</strong> un circuito LC inserito nella rete <strong>di</strong> reazione positiva dell'amplificatore. La<br />

gamma <strong>di</strong> frequenze <strong>di</strong> utilizzo si estende in pratica da qualche decina <strong>di</strong> kHz fino a poche<br />

centinaia <strong>di</strong> MHz. Per valori più bassi <strong>di</strong> frequenza le <strong>di</strong>fficoltà che si incontrano nel<br />

realizzare bobine con alto Q ne sconsigliano l'impiego. L'elevata selettività dei circuiti<br />

risonanti inseriti nella rete <strong>di</strong> reazione consente <strong>di</strong> ottenere una buona stabilità della fre~<br />

quenza <strong>di</strong> oscillazione e un basso tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>storsione armonica della forma d'onda <strong>11</strong>1<br />

uscita, anche in caso <strong>di</strong> funzionamento fortemente non lineare dell'amplificatore.<br />

<strong>11</strong>.3.1 Struttura circuitale a tre punti<br />

Esistono numerose versioni circuitali <strong>di</strong> oscillatori LC, ma quasi tutte sono riconducibili<br />

alla tipica struttura detta a tre punti, illustrata in fig. <strong>11</strong>.9. L'amplificatore, supposto invertente,<br />

include spesso un unico <strong>di</strong>spositivo attivo (FET, BJT, operazionale a banda larga),<br />

mentre le impedenze Z l' Z2, Z3 sono costituite da elementi reattivi<br />

CD, Cl), Cl) sono rispettivamente i terminali <strong>di</strong> ingresso, <strong>di</strong> uscita<br />

l'amplificatore.<br />

dei due tipi. I punti<br />

e <strong>di</strong> riferimento del-<br />

Un'analisi rigorosa del circuito risulta alquanto<br />

complessa anche per le elevate frequenze <strong>di</strong> lavoro.<br />

Si possono tuttavia cogliere le caratteristiche<br />

essenziali della struttura a tre punti svolgendo<br />

un'analisi approssimata. A tal fine si in-<br />

G)<br />

troduconole seguenti ipotesi semplificative:<br />

a) si suppone la resistenza <strong>di</strong> ingresso R; dell'amplificatore<br />

FET);<br />

infinita -(ve<strong>di</strong> ad esempio<br />

· ·2, O 2,<br />

.,jrlz<br />

b) si considerano ideali i componenti reattivi<br />

della rete <strong>di</strong> reazione;<br />

c) si trascurano, alla frequenza <strong>di</strong> oscillazione,<br />

gli effetti reattivi dei <strong>di</strong>spositivi attivi.


Per il calcolo <strong>di</strong> f3A e per l'imposizione<br />

delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Barkhausen, conviene, do-<br />

. po aver aperto l'anello <strong>di</strong> reazione all'ingresso<br />

dell'amplificatore, far riferimento al circuito<br />

equivalente <strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.10. Con Av (> O) e Ro<br />

si in<strong>di</strong>cano. rispettivamente l'amplificazione<br />

a vuoto e la resistenza <strong>di</strong> uscita dell'amplificatore<br />

(ad esempio µ e r d per uno sta<strong>di</strong>o CS<br />

a JFET).<br />

Si scrive quin<strong>di</strong><br />

dove risulta<br />

[<strong>11</strong>.8J<br />

Sviluppando l'espressione <strong>di</strong> Z l. si perviene alla relazione<br />

f3A = -_A..:..vZ_~.:...J Z--=..2<br />

Ro(Zl +Z2 +Z3) +Z2(ZI +Z3)<br />

Espresse poi le tre impedenze, puramente immaginarie, come segue<br />

l'eq. [<strong>11</strong>.10J <strong>di</strong>viene<br />

A~X1X2<br />

13A<br />

= ------=----=---=---jRo(Xl<br />

+X2 +X3) -X2(Xl +X3)<br />

CD<br />

o<br />

~<br />

Oscillatori per frequenze elevate 53<br />

2,<br />

[<strong>11</strong>.9J<br />

[<strong>11</strong>.10J<br />

[l1.<strong>11</strong>J<br />

[<strong>11</strong>.12J<br />

Si osserva innanzitutto che le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Barkhausen possono essere sod<strong>di</strong>sfatte solo se<br />

{~A risulta reale; ciò avviene se<br />

ovvero se gli elementi reattivi non sono tutti dello stesso tipo.<br />

In questo modo l'eq. [<strong>11</strong>.12J si riscrive come<br />

f3A= AvXJ =Av Xl<br />

- (Xl +X 3 ) X 2<br />

[<strong>11</strong>.13J<br />

[<strong>11</strong>.14J<br />

Si ha inoltre /f3A = O solo se Xl eX 2 sono reattanze dello stesso segno (entrambe capacitive<br />

o induttive), mentre per l'eq. [I1.13J X 3 deve essere <strong>di</strong> segno opposto.<br />

La con<strong>di</strong>zione I f3A I = l implica infine la relazione<br />

[<strong>11</strong>.15J<br />

L'analisi svolta porta a concludere che sono possibili due <strong>di</strong>verse strutture <strong>di</strong> oscillatori<br />

a tre punti a seconda che X 1 e X 2 siano reattanze induttive e X 3 capacitiva o VIceversa.<br />

Fig. <strong>11</strong>.10<br />

Circuito<br />

equivalente<br />

dell'oscillatore<br />

a tre punti per<br />

il calcolo <strong>di</strong> [JA.


54 <strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong><br />

Fig. <strong>11</strong>.<strong>11</strong><br />

Circuito .<strong>di</strong><br />

principio <strong>di</strong> un<br />

oscillatore<br />

Hartley.<br />

<strong>11</strong>.3.2 Oscillatore Hartley<br />

Se nel circuito a tre punti Z 1 e Z2 sono induttanze e Z3 una capacità, l'oscillatore viene<br />

detto <strong>di</strong> H artley. Lo schema <strong>di</strong> principio <strong>di</strong> un tale oscillatore è illustrato in fig. <strong>11</strong>.<strong>11</strong>.<br />

Per l'eq. [<strong>11</strong>.13J si ha allora<br />

1<br />

wL l +wL 2--=0<br />

wC<br />

da cui si ricavano agevolmente la pulsazione e la frequenza <strong>di</strong> oscillazione<br />

Dall'eq. [<strong>11</strong>.15J deriva invece la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> oscillazione a regIme<br />

[<strong>11</strong>.16J<br />

[<strong>11</strong>.17J<br />

La fig. <strong>11</strong>.12a riporta il circuito <strong>di</strong>namico <strong>di</strong> un oscillatore Hartley realizzato con un JFET,<br />

per il quale l'eq. [<strong>11</strong>.17J <strong>di</strong>viene<br />

CD?-----i ~@<br />

Fig. <strong>11</strong>.12<br />

Circuito<br />

<strong>di</strong>namico <strong>di</strong> un<br />

oscillatore'<br />

Hartley<br />

realizzato<br />

(a) con un<br />

JFET;<br />

(b) con un B1T.<br />

c<br />

(a)<br />

CD'> .. h<br />

[<strong>11</strong>.18J<br />

Lo stesso circuito, ottenuto ora con un BJT è rappresentato in<br />

fig. <strong>11</strong>.12b. La frequenza fo è ancora fornita dall'eq. [<strong>11</strong>.16]. In<br />

questo caso però l'impedenza Z 1 risulta in parallelo alla resistenza<br />

<strong>di</strong> ingresso non elevata del <strong>di</strong>spositivo (R; ~ rb'e)' Considerando<br />

inoltre, in prima approssimazione, il circuito <strong>di</strong> uscita del BJT<br />

come un generatore ideale <strong>di</strong> corrente <strong>di</strong> valore gl/lvb'e ~ gl/lvbe,<br />

si perviene alla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> oscillazione a regime<br />

[<strong>11</strong>.19J<br />

L'oscillatore Hartley consente <strong>di</strong> variare facilmente j~, agendo<br />

soltanto sul valore della capacità C, senza alterare in alcun modo<br />

la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> oscillazione a regime che <strong>di</strong>pende esclusivamente<br />

c c<br />

CD'>~---i<br />

(b)


c_<br />

• 0+ V CC<br />

L,<br />

Oscillatori per frequenze elevate 55<br />

c<br />

CD +-----1<br />

da L l e L 2 . Il suo funzionamento però risulta spesso critico per frequenze superiori a qualche<br />

MHz a causa delle capacità parassi te delle bobine,<br />

Di norma le induttanze L l e L 2 vengono ricavate da un'unica bobina con una presa<br />

interme<strong>di</strong>a; in tal caso nelle eq. [<strong>11</strong>.16J, [<strong>11</strong>.18J e [<strong>11</strong>.19J a L l occorre sostituire L l + M<br />

e a L2, L 2 + M, dove M rappresenta il coejJìciente <strong>di</strong> mutua induzione.<br />

ESEMPIO <strong>11</strong>.6<br />

Si verifichi che il circuito rappresentato in fig, <strong>11</strong>.13a implementa un oscillatore <strong>di</strong> tipo Hartley se<br />

\ si considerano Cl e CE dei cortocircuiti alla frequenza <strong>di</strong> lavoro.<br />

SOLUZIONE<br />

Il BJT è polarizzato con la consueta rete <strong>di</strong> polarizzazione automatica a partitore. La capacità Cl<br />

è <strong>di</strong> blocco per la. corrente continua; si nota infatti che in sua assenza, la base verrebbe a trovarsi,<br />

tramite LI alla tensione <strong>di</strong> alimentazione V cc . Dinamicamente invece Cl risulta un cortocircuito<br />

come pure CE che pone l'emettitore a massa. Il circuito per il segnale può quin<strong>di</strong> essere <strong>di</strong>segnato<br />

come in figura (ll.13b), con R8=RI//R2' Nell'ipotesi <strong>di</strong> poter trascurare l'inOuenza <strong>di</strong> quest'ultima<br />

(R8» I"b'e ~ hie) si ritrova il circuito <strong>di</strong>namico dell'oscillatore Hartley <strong>di</strong> fig. 1l.12b.<br />

In questo caso però le induttanze LI e L 2 sono ottenute da una sola bobina sud<strong>di</strong>visa da una presa<br />

interme<strong>di</strong>a e considerando l'effetto <strong>di</strong> mutua induzione si avrà<br />

<strong>11</strong>.3.3 Oscillatore Colpitts<br />

Quando nella struttura circuitale a tre punti Z [<br />

e Z2 sono capacità e Z3 un'induttanza, l'oscillatore<br />

viene detto <strong>di</strong> Colpitts (ve<strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.14).<br />

Anche in questo caso la frequenza <strong>di</strong> oscillazione<br />

si ottiene imponendo che sia verificata<br />

l'eq. [<strong>11</strong>.13].<br />

Si scrive quin<strong>di</strong><br />

l 1<br />

------+wL=O<br />

wC l<br />

wC 2<br />

(a)<br />

L<br />

CDQ...----1 >------9@<br />

.c,<br />

L,<br />

(b)<br />

Fig. <strong>11</strong>.13<br />

(a) Oscillatore<br />

Hartley a BJT<br />

e (b) circuito<br />

<strong>di</strong>namico.<br />

Fig. <strong>11</strong>.14<br />

Circuito <strong>di</strong><br />

principio <strong>di</strong> un<br />

oscillatore<br />

Colpitts.


56 <strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong><br />

Fig.<strong>11</strong>.15<br />

Circuito<br />

<strong>di</strong>namico <strong>di</strong> un<br />

I i<br />

L L<br />

CD? ~h ...... _C,<br />

CD? l =c2<br />

C ..... I I C-<br />

oscillatore l_ I<br />

Colpitts<br />

realizzato<br />

(a) con un (a) G) G)<br />

JFET;<br />

(b) con un BJT.<br />

da cui S1 ncava<br />

1 1 C IC 2<br />

w=wo= J"LC fa = 2ny'LC con C=cc 1 + 2<br />

Si noti che C equivale alla serie delle due capacità.<br />

La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> oscillazione a regime (eq. [<strong>11</strong>.15J) assume ora la seguente forma<br />

(b)<br />

[ <strong>11</strong>.20J<br />

[<strong>11</strong>.21J<br />

Nel caso dell'oscillatore a JFET <strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.15a e <strong>di</strong> quello a BJT <strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.15 b, l'eq. [<strong>11</strong>.21J<br />

<strong>di</strong>venta rispettivamente<br />

ESEMPIO <strong>11</strong>.7<br />

[<strong>11</strong>.22J<br />

Verificare se il circuito rappresentato in fig. 1l.16a può realizzare un oscillatore <strong>di</strong> tipo Colpitts. Si<br />

considerino C G e C s dei cortocircuiti alla frequenza <strong>di</strong> lavoro.<br />

SOLUZIONE<br />

La bobina <strong>di</strong> arresto (choke) deve presentare un'impedenza molto elevata e praticamente costitUire<br />

un circuito aperto alla frequenza <strong>di</strong> oscillazione desiderata. Essa risulta invece un cortocircuito per<br />

la corrente continua proveniente dall'alimentazione V DD che assicura la corretta polarizzazione del<br />

JFET. La capacità <strong>di</strong> by-pass C s pone <strong>di</strong>namicamente a massa il source mentre C G è <strong>di</strong> blocco per<br />

la continua.<br />

Da queste considerazioni deriva il circuito <strong>di</strong>namico <strong>di</strong> fig. 1l.16b coincidente <strong>di</strong> fatto con quello <strong>di</strong><br />

fig. 1l.15a <strong>di</strong> un oscillatore Colpitls a JFET. Si noti che la resistenza RG utile per la polarizzazione<br />

del <strong>di</strong>spositivo può essere scelta <strong>di</strong> valore molto elevato (MQ) e tale da non influenzare in maniera<br />

significativa il funzionamento dell'oscillatore. Il progetto <strong>di</strong> massima, per frequenze <strong>di</strong> oscillazione<br />

non troppo elevate, può essere impostato tenendo presenti le relazioni [<strong>11</strong>.20J e [<strong>11</strong>.22}<br />

Considerando peraltro che µ non è normalmente inferiore a qualche decina, si ha Cl» C z ; ne<br />

consegue (ve<strong>di</strong> eq. [<strong>11</strong>.20J) C"", C z e fa"'" 1j2n J LCz·


Cboke<br />

L L<br />

~ + • O\~<br />

<strong>11</strong>.3.4 Considerazioni pratiche<br />

C 2<br />

Oscillatori per frequenze elevate 57<br />

(a) (b)<br />

Si ricorda innanzi tutto che le relazioni <strong>di</strong> progetto ricavate in precedenza sono state<br />

ottenute in con<strong>di</strong>zioni ideali, <strong>di</strong>fficilmente avvicinabili nella realtà, specie se la frequenza<br />

<strong>di</strong> oscillazione richiesta è molto elevata.<br />

Un'analisi più accurata dell'anello <strong>di</strong> reazione può essere svolta utilizzando i modelli<br />

in alta freq uenza dei transistori e tenendo conto delle per<strong>di</strong>te dei componenti passivi (bobine);<br />

si perviene così ad equazioni più precise ma anche molto più complesse e <strong>di</strong> uso pratico<br />

non imme<strong>di</strong>ato, anche per l'incertezza sul valore dei parametri parassiti (ve<strong>di</strong> effetti capacitivi<br />

dei <strong>di</strong>spositivi attivi). Spesso conviene quin<strong>di</strong> impostare un progetto <strong>di</strong> massima sulla base<br />

delle relazioni idealizzate e procedere successivamente ad una messa a punto sperimentale<br />

per la quale molta importanza riveste l'esperienza acquisita dal progettista. La scelta del<br />

<strong>di</strong>spositivo attivo richiede attenzione per i suoi limiti <strong>di</strong> risposta in frequenza in relazione<br />

alla frequenza <strong>di</strong> oscillazione desiderata (per un BJT, ad esempio, deve risultare fT» fo);<br />

i componenti passivi devono essere <strong>di</strong> valore stabile. Le induttanze sono generalmente in<br />

aria o costruite su supporto ceramico per ra<strong>di</strong>ofrequenze. Particolare cura va prestata nella<br />

<strong>di</strong>sposizione e nel montaggio dei componenti per evitare possibili accoppiamenti parassiti<br />

indesiderati, sicuramente in grado <strong>di</strong> compromettere il corretto funzionamento dell'oscillatore.<br />

L'impiego <strong>di</strong> amplificatori operazionali nella progettazione degli oscillatori per alte frequenze<br />

ha incontrato tra<strong>di</strong>zionalmente un limite ben preciso nella larghezza <strong>di</strong> banda inadeguata<br />

<strong>di</strong> tali <strong>di</strong>spositivi. Sono però comparsi sul mercato in tempi relativamente recenti<br />

operazionali Wide band con un GBW dell'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> molte centinaia <strong>di</strong> MHz in grado <strong>di</strong><br />

consentire interessanti realizzazioni.<br />

C 2<br />

Fig. <strong>11</strong>.16<br />

(a) Oscillatore<br />

Colpitts e<br />

(b) circuito<br />

<strong>di</strong>namjco.


58 <strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong><br />

Fig.<strong>11</strong>.17<br />

Andamento <strong>di</strong><br />

(P (f): curva<br />

(a) buona<br />

stabilità in<br />

frequenza; curva<br />

(b) scarsa<br />

stabilità in<br />

frequenza.<br />

<strong>11</strong>.4 Stabilità in frequenza<br />

La frequenza d'innesco f~ <strong>di</strong> un oscillatore coincide, come già si è detto, con la frequenza<br />

per la quale lo sfasamento cp lungo l'anello <strong>di</strong> reazione risulta nullo. Ne consegue che la<br />

stabilità della frequenza <strong>di</strong> oscillazione è essenzialmente legata alla stabilità della curva <strong>di</strong><br />

fase <strong>di</strong> f3A, il cui andamento viene influenzato da eventuali variazioni <strong>di</strong> valore dei componenti<br />

che la determinano. Cause possibili <strong>di</strong> qu~ste variazioni sono l'invecchiainento, il<br />

mutamento delle con<strong>di</strong>zioni ambientali (temperatura, umi<strong>di</strong>tà, ecc.), l'instabilità della tensione<br />

<strong>di</strong> alimentazione, il modo con cui il circuito è montato (si. pensi, ad esempio, al<br />

problema delle capacità parassite per un oscillatore in alta frequenza). Slittamenti della<br />

frequenza <strong>di</strong> oscillazione possono altresÌ essere provocati da variazioni <strong>di</strong> carico. A questo<br />

problema si può ovviare inserendo uno sta<strong>di</strong>o separatore (buffer) tra oscillatore ed utilizzatore.<br />

Per poter confrontare tra <strong>di</strong> loro le varie configurazioni circuitali degli oscillatori, relativamente<br />

alla stabilità <strong>di</strong> fo, si fa spesso riferimento al seguente coefficiente<br />

[<strong>11</strong>.23J<br />

il cui valore deve risultare elevato per una buona stabilità. Appare chiaro il suo significato<br />

se si considera che, ad una variazione !'l(P della fase per una qualsiasi delle cause precedentemente<br />

citate, corrisponde una variazione relativa !'l/Ifo <strong>di</strong> fo, che si vuole la più<br />

piccola possibile. Una buona stabilità della frequenza richiede pertanto che la curva <strong>di</strong> fase<br />

cp (f) tagli l'asse 0 0 con la massima pendenza possibile, come illustra la fig. <strong>11</strong>.17. Ciò si<br />

realizza con anelli <strong>di</strong> reazione particolarmente selettivi.<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista pratico la stabilità della frequenza <strong>di</strong> un dato oscillatore viene<br />

specificata dal costruttore come variazione relativa (espressa in ppm [1/106J o in percentuale<br />

[%J) in rapporto al suo valore nominale fo, in con<strong>di</strong>zioni ambientali specificate. Si ha quin<strong>di</strong><br />

S% = 100!'lf<br />

fa<br />

[<strong>11</strong>.24J<br />

Piuttosto limitata si rivela in generale la stabilità degli oscillatori a sfasamento; migliore<br />

è invece quella dell'oscillatore a ponte <strong>di</strong> Wien realizzato con un amplificatore operazionale.<br />

Per gli oscillatori a tre punti la stabilità è <strong>di</strong>rettamente proporzionale al coefficiente <strong>di</strong><br />

qualità Q del circuito risonante che costituisce la rete <strong>di</strong> reazione e determina la frequenza<br />

f~; il valore <strong>di</strong> Q però <strong>di</strong> norma non supera alcune<br />

centinaia. A ciò si aggiungono le variazioni delle con<strong>di</strong>zioni<br />

ambientali, in particolare della temperatura, che<br />

influenzano i valori <strong>di</strong> L e C causando la deriva della<br />

@ frequenza <strong>di</strong> oscillazione.<br />

f<br />

ESEMPIO <strong>11</strong>.8<br />

Per un oscillatore con frequenza nominale fa = 10 MHz viene<br />

in<strong>di</strong>cata una stabilità S = ± 100 ppm. Si valuti il campo <strong>di</strong><br />

frequenza <strong>di</strong> oscillazione del <strong>di</strong>spositivo e la stabilità percentuale.<br />

SOLUZIONE<br />

Dal!'eq. [<strong>11</strong>.24J si ricava<br />

fo"f=Sj~ x 10- 6 = ± 100 x 10 X 10 6 X 10- 6 = ± 1000 Hz


Il campo <strong>di</strong> oscillazione si estende pcrtanto fra i valori<br />

fOlin =fa - t'1f = 9999000 Hz e fOlax =fa + t'1f = 10001000 Hz<br />

La stabilità percentuale vale S% = ± 0,01 %<br />

<strong>11</strong>.5 Oscillatori a quarzo<br />

Oscillatori a quarzo 59<br />

Alcune applicazioni, quali ad esempio i generatori della frequenza portante nei trasmettito-'<br />

ri o i generatori <strong>di</strong> dock nei sistemi <strong>di</strong>gitali e <strong>di</strong> telecomunicazioni, richiedono un elevato<br />

grado <strong>di</strong> stabilità. I limiti degli oscillatori Le vengono superati ricorrendo ad oscillatori<br />

controllati da risonatori elettromeccanici ad elevatissimo Q costituiti da cristalli pie~<br />

zoelettrici.<br />

Quarzi piezoelettrici. Alcuni materiali naturali o sintetici, tra i quali i cristalli <strong>di</strong> quarzo<br />

(Si02), hanno proprietà piezoelettriche: se sottoposti a deformazione meccanica generano<br />

tra le loro facce una <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> potenziale. Viceversa l'applicazione tra le' stesse facce <strong>di</strong><br />

una tensione costante determina una deformazione del cristallo. Eliminando la tensione<br />

applicata, la deformazione scompare passando attraverso una serie <strong>di</strong> stati interme<strong>di</strong> secondo<br />

un regime oscillatorio smorzato, la cui frequenza è legata alle caratteristiche geometriche<br />

e meccaniche del cristallo e ne rappresenta la jr'equenza naturale <strong>di</strong> vibrazione.<br />

L'eccitazione del cristallo con una tensione alternata, <strong>di</strong> frequenza corrispondente a quella<br />

naturale, esalta fortemente l'ampiezza della vibrazione, determinando un fenomeno <strong>di</strong> risonanza<br />

estremamente selettivo. Alla risonanza lo scambio <strong>di</strong> energia meccanica ed elettrica<br />

avviene con bassissime per<strong>di</strong>te nel cristallo; esso costituisce pertanto un risonato re elettromeccanico<br />

<strong>di</strong> elevatissima qualità.<br />

I <strong>di</strong>spositivi impiegati in campo elettronico sono costituiti da una sottile lamina <strong>di</strong><br />

quarzo, <strong>di</strong> forma circolare o rettangolare, che presenta su due facce un sottile rivestimento<br />

metallico, al quale fan~lO capo i conduttori <strong>di</strong> collegamento con i due elettro<strong>di</strong> esterni. Il<br />

tutto viene racchiuso in un contenitore metallico (ve<strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.18).<br />

Fig. <strong>11</strong>.18<br />

Cristallo <strong>di</strong><br />

quarzo<br />

e <strong>di</strong>spositivi<br />

a quarzo<br />

commerciali.


60 <strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong><br />

Fig. <strong>11</strong>.19<br />

(al Simbolo<br />

grafico <strong>di</strong> un<br />

quarzo<br />

piezoelettrico;<br />

(bl e (cl circuiti<br />

equivalenti.<br />

Circuito equivalente. In fig. <strong>11</strong>.19 è riportato il simbolo grafico <strong>di</strong> un quarzo piezoelettrico<br />

con i relativi circuiti equivalenti. Co tiene conto della capacità elettrostatica determinata<br />

dalle due facce metallizzate del cristallo e delle capacità parassite dovute ai conduttori <strong>di</strong><br />

connessiçme e al contenitore. Il ramo RLC rappresenta invece le caratteristiche <strong>di</strong> risonanza<br />

meccanica del quarzo. In particolare L traduce l'inerzia (legata alla massa) della lamina,<br />

C la sua elasticità, e R la sua viscosità interna fonte delle per<strong>di</strong>te. Valori tipici <strong>di</strong> questi<br />

tre parametri, detti cinetici, per una frequenza <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> 280 kHz sono R = 1,35 kQ,<br />

L = 27,7 H, e C = 0,0<strong>11</strong>7 pF; Co vale a sua volta 6,18 pF. Dal circuito equivalente <strong>di</strong><br />

fig. <strong>11</strong>.19b deriva il modello semplificato che rappresenta l'impedenza totale Zs scomposta<br />

nei suoi due elementi, resistivo Rs e re attivo Xs'<br />

In fig. <strong>11</strong>.20a è illustrato il <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> X s' la reattanza totale, al variare della fre-.<br />

quenza; X s si annulla per due valori <strong>di</strong> frequenza denominati rispettivamente frequenza <strong>di</strong><br />

risonanza .f,. e <strong>di</strong> antirisonanza fa' Per le basse per<strong>di</strong>te del circuito, la frequenza <strong>di</strong> risonanza<br />

.f,. coincide con ottima approssimazione con quella <strong>di</strong> risonanza serie fs (ramo RCL); si<br />

può pertanto assumere<br />

1<br />

.f,.~fs= 2n~<br />

[<strong>11</strong>.25J<br />

In maniera simile possono essere considerate praticamente uguali la frequenza <strong>di</strong> antirisonanza<br />

fa e la frequenza <strong>di</strong> massima resistenza f p , (ve<strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.20b) denominata comunemente<br />

frequenza <strong>di</strong> risonanza parallelo del quarzo. Per fa si assume pertanto<br />

con<br />

[<strong>11</strong>.26J<br />

Essendo poi Co» C, confrontando le eq. [<strong>11</strong>.25] e [<strong>11</strong>.26] si deduce che per un quarzo<br />

le frequenze <strong>di</strong> risonanza e <strong>di</strong> antirisonanza sono assai vicine. Si ricava facilmente<br />

[<strong>11</strong>.27J<br />

La capacità dei quarzi <strong>di</strong> stabilizzare la frequenza <strong>di</strong> un oscillatore è strettamente legata<br />

alla loro elevatissima selettività. Il Q, definito con riferimento al ramo risonante serie,<br />

è espresso da<br />

wsL 1<br />

Q=R= wsRC<br />

e il suo valore va da qualche migliaia a 2 x 10 6 .<br />

l=<br />

T x,<br />

(a)<br />

R,<br />

(b) Z,= R, + jX,<br />

(c)<br />

[<strong>11</strong>.28J


X,(Q )<br />

10 6<br />

10 2<br />

_10 4<br />

o<br />

I~<br />

1/<br />

I<br />

/<br />

J; fa<br />

I<br />

7<br />

279.4 279.6<br />

279.8<br />

Frequenza (kHz)<br />

(a)<br />

/<br />

/' L----<br />

280.0<br />

R/Q) lO'<br />

10 5<br />

10 4<br />

10 2<br />

.-<br />

t-<br />

r-<br />

"7<br />

1<br />

!"<br />

Oscillatori a quarzo 61<br />

f;/<br />

I<br />

\<br />

\<br />

/ \<br />

I / \<br />

I<br />

/<br />

\<br />

\<br />

/ 1"-<br />

279.4 279.6 279.8<br />

Frequenza (kHz)<br />

(b)<br />

=1<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

~<br />

I I J<br />

I quarzi vengono <strong>di</strong> norma fatti lavorare nell'intervallo ristretto <strong>di</strong> frequenza compreso<br />

tra I, e j~, all'interno del quale la reattanza equivalente X s è induttiva e cresce rapidamente.<br />

Al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> questo intervallo X s è invece capacitiva, sicché, in corrispondenza<br />

<strong>di</strong> .r.. e /" la fase dell'impedenza subisce una ripi<strong>di</strong>ssima variazione <strong>di</strong> circa 180°.<br />

Ne consegue che gli oscillatori che inseriscono un quarzo nella loro rete <strong>di</strong> reazione hanno<br />

un'altissima stabilità in frequenza: il quarzo si <strong>di</strong>mostra infatti in grado <strong>di</strong> correggere anche<br />

rilevanti errori <strong>di</strong> fase, causati ad esempio da variazioni dei parametri dell'amplificatore,<br />

con minimi scostamenti della frequenza <strong>di</strong> oscillazione. Si noti infine che alla frequenza <strong>di</strong><br />

risonanza l'impedenza del quarzo è con ottima approssimazione puramente resistiva e data<br />

da R.<br />

La gamma delle frequenze <strong>di</strong> oscillazione dei quarzi si estende da pochi kHz a poche<br />

decine <strong>di</strong> MHz. Frequenze <strong>di</strong> oscillazione più elevate, dell'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 200 MHz e in alcuni<br />

casi anche 500 MHz, si raggiungono con i quarzi detti overtone. Questi ultimi sono cristalli<br />

opportunamente pre<strong>di</strong>sposti per oscillare in<strong>di</strong>fferentemente alla frequenza nominale (fondamentale)<br />

o su armoniche <strong>di</strong>spari della fondamentale,'purché eccitati in modo adeguato dal<br />

circuito esterno.<br />

Oscillatori quarzati. Ad un oscillatore con quarzo si richiede la massima insensibilità della<br />

frequenza <strong>di</strong> oscillazione alle variazioni delle con<strong>di</strong>zioni ambientali, <strong>di</strong> alimentazione e <strong>di</strong><br />

canco.<br />

È perciò <strong>di</strong> fondamentale importanza la scelta <strong>di</strong> un quarzo <strong>di</strong> adeguata quaiità, specie<br />

per quanto riguarda la stabilità termica della frequenza. È possibile a questo proposito<br />

l'impiego <strong>di</strong> cristalli compensati in temperatura e nei casi più critici quello <strong>di</strong> circuiti per<br />

il controllo automatico della temperatura del cristallo.<br />

280.0<br />

Fig. <strong>11</strong>.20<br />

Andamento<br />

tipico dei<br />

<strong>di</strong>agrammi<br />

(a) della<br />

reattanza e<br />

(b) della<br />

resistenza <strong>di</strong> un<br />

quarzo<br />

piezoelettrico.


62 <strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong><br />

Fig. <strong>11</strong>.21<br />

(a) Circuito<br />

<strong>di</strong>namico <strong>di</strong> un<br />

oscilla tore tipo<br />

Colpitts a EJT<br />

con quarzo.<br />

(b) Oscillatore<br />

<strong>di</strong> Miller.<br />

(c) Oscillatore<br />

a quarzo con<br />

operazionale.<br />

D<br />

Esistono numerose versioni <strong>di</strong> oscillatori a quarzo. Una delle più comuni si rifà all'oscillatore<br />

Colpitts, dove però la bobina viene sostituita dal cristallo. Un confronto <strong>di</strong>retto<br />

si può fare fra lo schema <strong>di</strong> principio dell'oscillatore a BIT <strong>di</strong> fig. 1l.15b e l'oscillatore<br />

a quarzo <strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.21a. La frequenza <strong>di</strong> oscillazione, imposta dal quarzo, è situata nel<br />

ristretto intervallo compreso tra fr e J;" nel·quale la reattanza del quarzo stesso è induttiva.<br />

In prima approssimazione la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> oscillazione ad ampiezza stabile è data dalla<br />

seguente relazione<br />

~~<br />

c"~/ ~ T ~ +<br />

I<br />

I<br />

C2 ~<br />

c- ,-<br />

I 1 = ---,-- '>R3<br />

>--+-- Il ~'.-J "<br />

I T7T I R2<br />

(a) t ! I (b) m (c)<br />

R,<br />

[<strong>11</strong>.29J<br />

dove gli! è la transconduttanza del BIT e R la resistenza <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta del cristallo. Questo<br />

tipo <strong>di</strong> oscillatore viene ancora chiamato Colpitts, ma più spesso Pierce, specie quando le<br />

due capacità presenti nel circuito sono costituite dalle sole capacità parassite del BIT: C be<br />

eCce' Sono evidentemente possibili circuiti simili a IFET.<br />

Un'altra interessante configurazione, detta <strong>di</strong> Miller, è rappresentata in fig. <strong>11</strong>.21b ed<br />

è, in linea <strong>di</strong> principio, riconducibile all'oscillatore Hartley (ve<strong>di</strong> fig. 1l.12a). Le bobine LI<br />

e L2 sono costituite rispettivamente. dal quarzo e dal circuito risonante parallelo che, per<br />

risultare induttivo alla frequenza <strong>di</strong> oscillazione imposta dal quarzo, deve essere accordato<br />

ad una frequenza leggermente .maggiore; la capacità C è invece quella parassita C gli del<br />

IFET: L'oscillazione avviene ad una frequenza vicina a quella <strong>di</strong> antirisonanza.<br />

Sono infine realizza bili circuiti con amplificatori integrati (ve<strong>di</strong> fig. 1l.21c) tenendo presenti<br />

i limiti <strong>di</strong> funzionamento (larghezza <strong>di</strong> banda, slew rate) <strong>di</strong> questì <strong>di</strong>spositivi. Il cristallo,<br />

con resistenza <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta R, entra in oscillazione alla frequenza J;. se si verifica la relazione<br />

R3/R2 = R/Rl·


Sommario<br />

• La forma d'onda sinusoidale riveste particolare<br />

importanza in Elettronica e trova largo impiego<br />

sia in bassa sia in alta frequenza. La tecnica più<br />

classica per la generazione <strong>di</strong> <strong>segnali</strong> <strong>sinusoidali</strong><br />

consiste nel portare in oscillazione spontanea un<br />

amplificatore con reazione positiva.<br />

• Con riferimento ad un amplificatore <strong>di</strong> guadagno<br />

A e con reazione positiva f3, le con<strong>di</strong>zioni<br />

necessarie per ottenere sull'uscita dell'amplificatore<br />

un'oscillazione con una data pulsazione W o<br />

e ampiezza costante sono le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Barkhausen<br />

dove f3A è il guadagno <strong>di</strong> anello. Per ottenere<br />

l'autoinnesco dell'oscillazione occorre però che<br />

inizialmente sia 1 f3A 1 > l. Innescata l'oscillazione<br />

si potrà intervenire sul guadagno dell'amplificatore,<br />

con un controllo manuale o automatico, per<br />

ridurre 1 A 1 e stabilizzare cosÌ l'ampiezza dell'oscillazione.<br />

• Nella gamma delle basse frequenze (filiO al<br />

MHz), si utilizzano reti <strong>di</strong> reazione RC, in particolare<br />

i circuiti a sfasamento e quelli <strong>di</strong> Wien.<br />

Il <strong>di</strong>mensionamento viene effettuato imponendo<br />

le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Barkhausen. La realizzazione circuitale<br />

si basa principalmente sull'uso <strong>di</strong> amplificatori<br />

operazionali, che devono presentare GBW<br />

e slew rate adeguati.<br />

• L'oscillatore a sfasamento è costituito da un<br />

amplificatore invertente e guadagno Av reazionato<br />

con una rete <strong>di</strong> reazione positiva formata da tre<br />

celle CR <strong>di</strong>sposte in cascata. Le relazioni <strong>di</strong> progetto<br />

sono<br />

1<br />

fo= 2nj6RC<br />

• L'oscillatore <strong>di</strong> Wien è costituito da un amplificatore<br />

non invertente e guadagno Av reazionato<br />

me<strong>di</strong>ante una rete <strong>di</strong> Wien formata da un ramo<br />

RC serie e un ramo RC parallelo. Le relazioni<br />

<strong>di</strong> progetto sono<br />

1<br />

.f~ = 2nRC<br />

• Per Fequenze elevate (circa 10 kHz -;. 500 MHz),<br />

si utilizzano amplificatori invertenti nella cui rete<br />

<strong>di</strong> reazione positiva sono inseriti elementi LC che<br />

determinano la frequenza <strong>di</strong> oscillazione. Le realizzazioni<br />

circuitali sono numerose e varie, ma quasi<br />

tutte sono riconducibili alla struttura detta a tre<br />

punti illustrata in figura. Essa si compone essenzialmente<br />

<strong>di</strong> un <strong>di</strong>spositivo attivo (principalmente JFET<br />

e BJT, ma anche amplificatori operazionali) e <strong>di</strong><br />

tre impedenze, Zl' Z2' Z3' costituite da elementi<br />

reattivi <strong>di</strong> due tipi.<br />

CD - A,<br />

• Se Zl e Z2 sono induttanze (Ll e L2) e Z3<br />

una capacità (C), l'oscillatore viene detto <strong>di</strong> tipo<br />

Hartley. La frequenza <strong>di</strong> oscillazione e il guadagno<br />

si determinano secondo le relazioni<br />

Utilizzando JFET e BJT, il guadagno risulta Ilspettivamente<br />

• Se Z 1 e Z2 sono capacità e Z3 un'induttanza,<br />

l'oscillatore viene detto <strong>di</strong> tipo Colpitts. La frequenza<br />

<strong>di</strong> oscillazione e il guadagno si determinano<br />

secondo le relazioni<br />

1<br />

fa = 2n.fLC<br />

Cl<br />

Av= C 2<br />

con<br />

Utilizzando JFET e BJT, il guadagno risulta nspettivamente<br />

Sommario 63<br />

CAP.<br />

<strong>11</strong>


64 <strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong><br />

• La frequenza <strong>di</strong> innesco e <strong>di</strong> oscillazione coincide<br />

con la frequenza per cui lo sfasamento eplungo<br />

l'anello <strong>di</strong> reazione è nullo. Pertanto la stabilità<br />

della freq uenza j~ <strong>di</strong> oscillazione <strong>di</strong>pende<br />

dalla stabilità della curva della fase <strong>di</strong> f3A. Quin<strong>di</strong><br />

si definisce un coefficiente <strong>di</strong> stabilità<br />

d(p I t'lep<br />

Sf= df/fo f=fo"" t'lf/fo<br />

che specifica la variazione relativa della frequenza<br />

<strong>di</strong> oscillazione rispetto ad j~ per una data variazione<br />

t'lep della fase; Sf deve essere il più piccolo<br />

possibile.<br />

In pratica si definisce un <strong>di</strong>versofattore <strong>di</strong> stabilità<br />

(percentuale o in ppm)<br />

S = t'lf106 [ppm]<br />

fu<br />

che rappresenta semplicemente la variazione della<br />

frequenza rispetto ad fu.<br />

• In applicazioni con severe esigenze <strong>di</strong> stabilità,<br />

i limiti degli oscillatori LC; dovuti principalmente<br />

al valore non elevatissimo del Q delle bobine,<br />

vengono supera ti utilizzando i quarzi piezoelettrici.<br />

Essi presentano una frequenza <strong>di</strong> risonanza f.-<br />

(risonanza serie) ed una frequenza <strong>di</strong> antil'isonanza<br />

fa (risonanza parallelo), assai vicine, legate ai pa-<br />

rametri del quarzo (R, L, C, Co) ed espresse dalle<br />

relazioni<br />

1 1<br />

r. ""fs = }Lef, ""fp = - rr;:;-<br />

2n LC 2n v LCeq<br />

CCo<br />

con C'q=--<br />

< c+ Co<br />

Anche il fattore Q, che raggiunge valori elevatissimi<br />

(fino a 2 x 10 6 ), è definito con riferimento ai<br />

parametri del quarzo come<br />

wsL l<br />

0=-=--<br />

- R wsRC<br />

Il circuito equivalente del quarzo può essere rappresentato<br />

da una reattanza equivalente X s in serie<br />

ad una resistenza Rs' I quarzi vengono <strong>di</strong> norma<br />

utilizzati nell'intervallo <strong>di</strong> frequenza compreso fra<br />

f.- ed fa, all'interno del quale la reattanza X s è induttiva<br />

e cresce rapidamente; al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> questo<br />

intervallo, X s è invece capacitiva.<br />

I circuiti degli oscillatori a quarzo sono vari: comune<br />

è l'oscillatore Pierce, che ricalca la struttura<br />

Colpitts, come pure l'oscillatore <strong>di</strong> Miller, riconducibile<br />

alla configurazione Hartley. Sono infine<br />

realizza bili oscillatori con amplificatore operazionaie<br />

se le frequenze in gioco sono compatibili con<br />

i parametri dell'operazionale.


Dimensionare l'oscillatore <strong>di</strong> fig. 1 per ottenere un'oscillazione <strong>di</strong> ampiezza stabile<br />

con frequenza fo = 2 kHz.<br />

• Il circuito riprende lo schema <strong>di</strong> fig. 1L6a. Applicando<br />

la relazione [<strong>11</strong>.3J si determina RC<br />

RC = 32,5 X 10- 6<br />

Ponendo, ad esempio C = IO nF si calcola<br />

R = 3249 Q (*R = 3,3 kQ)<br />

Per ottenere 1 [JA 1 = 1, deve essere I Av 1 = 29. Con<br />

R = 3,3 kQ, si calcola R f = 95700 Q. Si può scegliere<br />

R' = 82 kQ e P = 50 kQ. La scelta dell'operazionale<br />

non è critica.<br />

R<br />

R' "P<br />

+<br />

r~r<br />

T7T T7T<br />

'e '" e e<br />

Per l'oscillatore RC <strong>di</strong> fig. 2a ricavare la pulsazione <strong>di</strong> oscillazione e la con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> innesco.<br />

• L'oscillatore è costituito da un amplificatore non invertente e da una rete <strong>di</strong> reazione<br />

positiva comprendente una cella RC e una CR <strong>di</strong>sposte in cascata.<br />

• Supponendo ideale l'operazionale (R; = 00), l'apertura dell'anello <strong>di</strong> reazione per il calcolo<br />

<strong>di</strong> [JA e per l'inlposizione delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Barkhausen può essere fatta, senza alterarc<br />

i livelli <strong>di</strong> inlpedenza, sull'ingresso EB dell'operazionale stesso. Ponendo allora V+ = V; e in<strong>di</strong>cando<br />

con V f il segnale <strong>di</strong> reazione presente ai capi <strong>di</strong> R (fig. 2b) si scrive<br />

con<br />

Per la funzione <strong>di</strong> trasferimento della rete <strong>di</strong> reazione (fig. 2b) si ricava<br />

Vf [J (s) = = 1<br />

V o<br />

3 + sCR + sCR<br />

e, ponendo s =jw,<br />

1<br />

PAUw) ~ (1+ ~:) 3+ J(WCR- W~R)<br />

• La con<strong>di</strong>zione' <strong>di</strong> oscillazione stabile [JA (jw) = 1 (j [JA = O, 1 [JA 1 = 1) richiede pertanto<br />

1<br />

wCR- -- =0<br />

wCR<br />

da cui<br />

da cui R 2 =2<br />

R l<br />

1 .<br />

w == wo = - (pulsazione <strong>di</strong> oscillazione)<br />

RC<br />

Per l'autoinnesco delle oscillazioni dovrà però risultare R 2 /R l un po' superiore a 2.<br />

+/<br />

,,5 C.l.<br />

re<br />

(a) m<br />

R ~I<br />

I<br />

-e<br />

v. r-re<br />

(b)<br />

i f-G<br />

R I~<br />

Esercizi 65<br />

Fig. 1<br />

Fig. 2


66 <strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong><br />

Ripetere l'esercizio precedente scambiando le posizioni delle R e delle C nella rete<br />

<strong>di</strong> reazione.<br />

• Con proce<strong>di</strong>mento analogo a quello seguito nell'esercizio 2 si perviene agli stessi risultati:<br />

Wo = l/RC, R2/RI = 2.<br />

• Si può osservare che in entrambi i casi esaminati la rete <strong>di</strong> reazione presenta uno zero<br />

nell'origine e due poli ed è pertanto <strong>di</strong> tipo passa-banda. La curva <strong>di</strong> fase <strong>di</strong> [J(jw) inizia<br />

quin<strong>di</strong> a + 90 0 per w = O e tende a - 90 0 (per effetto dei due poli) per w -> +


• Con le consuete regole dell'elettrotecnica e considerato che l'ingresso invertente dell'operazionale<br />

è a massa virtuale, si perviene alle relazioni<br />

Ro<br />

[JA(s) = ~ = - ~(3+ ~R + (SC~)2)<br />

sC S<br />

[JA (jOJ) =-<br />

_1_(3+ _4__ ~~1~)<br />

JOJC jOJCR OJ2C 2 R 2<br />

• Le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Barkhausen richiedono in primo luogo che [JA sia reale; ciò si verifica se a denominatore<br />

dell'espressione <strong>di</strong> [JA (jOJ) risulta<br />

da cui segue<br />

l<br />

OJ == W o =fiRC<br />

Per questo valore <strong>di</strong> frequenza si ricava l'espressione <strong>di</strong> [JA (jOJo) come<br />

Ro<br />

12R<br />

e<br />

1<br />

fo= 2nJ3RC<br />

L'innesco delle oscillazioni alla frequenza fa si ha quin<strong>di</strong> se [JA > l ovvero Ro/R> 12.<br />

, 5 I Per l'oscillatore <strong>di</strong> fig. S, che presenta un controllo automatico <strong>di</strong> ampiezza realizzato<br />

...:.J con un termistore PTC, l'ampiezza del segnale in uscita risulta stabilizzata al valore<br />

VoM = 10 V. Si determini la frequenza dell'oscillazione, il valore <strong>di</strong> resistenza presentato dal<br />

PTC a regime e la corrente che lo attraversa.<br />

ISOQ<br />

R<br />

3.3kQ<br />

+<br />

R,<br />

- 15V<br />

R<br />

3,3kQ<br />

C<br />

33nF<br />

• Il circuito <strong>di</strong> fig. 5 è un oscillatore a ponte <strong>di</strong> Wien. La frequenza dell'oscillazione è fornita<br />

dalla relazione [<strong>11</strong>.6]. Si calcola quin<strong>di</strong> fa = 1462 Hz<br />

• L'ampiezza costante dell'oscillazione si ottiene (eq. [<strong>11</strong>.7J) se A,,=3: nel caso in esamc, se<br />

R R<br />

Av = 1 + 2 = 3 e quin<strong>di</strong> se 2 = 2. Risulta pertanto RT = 130 Q.<br />

Rl +RT Rl +RT<br />

Fig. 5<br />

• Il valore efficace dclla corrente che attraversa il PTC a regime vale<br />

_1_ lO<br />

fi 560 + 150 + 130 = 8,4 mA<br />

Esercizi 67


68 <strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong><br />

Ricavare le con<strong>di</strong>zioni d'innesco dell'oscillatore in quadratura <strong>di</strong> fig. 6, nell'ipotesi<br />

che sia T = RI CI = R 2C 2 .<br />

R,<br />

vi+I+~ .--J + (1) >--t--- v"'<br />

R,<br />

Il,<br />

Val<br />

~<br />

C'I II<br />

l,: l" Fig.<br />

• Supposti gli operazionali ideali, l'anello <strong>di</strong> reazione può essere aperto come in fig. 6. Si ha<br />

[JA(s) = Yj = VI v" 1 V+ = __ 1_ 1+ SCI RI<br />

V; v"l V+ V; SC3R3 sC)R, (l +sC2R2)<br />

• Nell'ipotesi che sia Rl C, = R 2 C 2 l'eq. [lJ <strong>di</strong>viene<br />

e quin<strong>di</strong>, con s =jw,<br />

c,<br />

1<br />

[JA (jw) = w2C) C 3 R)R3<br />

L'espressione <strong>di</strong> [JA (jw) risulta reale in<strong>di</strong>pendentemente dal valore <strong>di</strong> w e la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

oscillazione ad ampiezza stabile 1 [JA 1 = l determina in questo caso il valore <strong>di</strong> w o ' Uguagliando<br />

ad uno l'espressione <strong>di</strong> [JA (jw) si trova<br />

l<br />

wO=r====<br />

JR)R3C1C3<br />

6<br />

• Nel caso in cui si imponga Rl = R2 = R3 = R e Cl = C2 = C 3 = C si ottiene W o = l/Re.<br />

• Si osservi che il secondo operazionale implementa un integrato re ideale invertente per cui<br />

le uscite va) e v 02 risultano in quadratura.<br />

Ricavare le con<strong>di</strong>zÌoni d'innesco <strong>di</strong> un oscillatore a tre punti che utilizza un BJT,<br />

verificando in particolare la vali<strong>di</strong>tà delle equazioni [<strong>11</strong>.19J e [<strong>11</strong>.22].<br />

• L'ipotesi semplificati va, introdotta nel<br />

par. <strong>11</strong>.3, in merito alla resistenza d'ingresso<br />

supposta infinita del!'am plificatore, non<br />

è evidentemente accettabile per uno sta<strong>di</strong>o<br />

a BJT. Con riferimento allo schema <strong>di</strong> principio<br />

<strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.9, l'apertura dell'anello <strong>di</strong> reazione<br />

richiede pertanto il ripristino del livello<br />

<strong>di</strong> impedenza ai capi <strong>di</strong> Z l' Tenuto presente<br />

il modello <strong>di</strong> Giacoletto alle BF, assumendo<br />

come resistenza vista dalla base del transistore<br />

Ri = l'w + l'b'e = hie "" l'b'e e considerando<br />

l'ce = 00, il circuito equivalente approssimato<br />

per la determinazione delle con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> innesco risulta quello <strong>di</strong> fig. 7.<br />

[lJ<br />

C 0)<br />

, t o \~<br />

z,<br />

Fig. 7


• Posto 21//l'b'e = 2~ con passi analoghi a quelli <strong>di</strong> par. <strong>11</strong>.3.1 si ricava<br />

v f<br />

2z2~<br />

[JA = - = - g", 2' + 2 + 2<br />

Vi 1 2 3<br />

Esercizi<br />

Imponendo ora [JA = l, esplicitando le impedenze (2 1 = jX l' 2z = jX 2,2 3 = jX 3 ) e ricordando<br />

che g",rb'e = hfe, si perviene all'equazione<br />

Da questa, essendo il primo membro reale e dovendo perciò esserlo anche il secondo, si ricava<br />

e quin<strong>di</strong><br />

Segue pertanto hfeX2XI=-XI(X3+X2) e infine<br />

Xl<br />

hfe=y<br />

z<br />

Dalle relazioni [lJ c [2J derivano le equazioni [<strong>11</strong>.16J, [<strong>11</strong>.19J e [<strong>11</strong>.20J, [l1.22J, valide<br />

rispettivamente per il <strong>di</strong>mensionamento degli oscillatori HarUey e Colpitts.<br />

8 I Il circuito <strong>di</strong>namico <strong>di</strong> un oscillatore Hartley a JFET con P,nin = 50 è rappresentato<br />

..:.J in fig. 8. Si <strong>di</strong>mensionino i componenti al fine <strong>di</strong> ottenere un'oscillazione con ampiezza<br />

stabile a frequenza fo = 1 MHz.<br />

• Il <strong>di</strong>mensionamento <strong>di</strong> massimà può essere fatto, trascurando<br />

gli effetti reattivi del FET e le per<strong>di</strong>te dei componenti<br />

passivi, sulla base delle eq. [<strong>11</strong>.16J e [<strong>11</strong>.18]. Si nota però<br />

che le induttanze LI e L 2 vengono ottenute da una sola<br />

bobina L provvista <strong>di</strong> presa interme<strong>di</strong>a che ne sud<strong>di</strong>vide<br />

in due parti n l e n z il numero <strong>di</strong> spire complessivo. Si deve<br />

pertanto considerare l'effetto <strong>di</strong> mutua induzione tra le due<br />

sezioni dell'avvolgimento ed appare a questo scopo ragionevole<br />

assumere per il coefficiente <strong>di</strong> accoppiamento tra LI<br />

e L2 il valore k = l da cui risulta M = k J L 1 Lz = J LI L2·<br />

c<br />

",<br />

L, L,<br />

Fig. 8<br />

• Scelta allora C = 220 pF (molto maggiore deLle capacità parassite del JFET) e sostituito<br />

nell'eq. [<strong>11</strong>.16J a LI: L~=LI +M e a L 2 : L;=L2+M si ha<br />

1 1<br />

fa = = fTr. con L = L~ + L; = L1 + Lz + 2M da cui segue<br />

2n J (L~ + L;) C 2n v LC<br />

1 1<br />

L=--= = <strong>11</strong>5 µH<br />

4n2Cfoz 4n z x 220 x lO. I.Z x (1 X 10 6 f<br />

. . L; _ L2 + M = 50<br />

• Dall'eq.[<strong>11</strong>.18J 51 ha pOI µ= L~- LI +M<br />

e, nota L = L~ + L; = <strong>11</strong>5 ~lH,SI rIcava L; = <strong>11</strong>2,745 µH L'I = 2,255 µH<br />

• I valori <strong>di</strong> LI e L2, essendo M=JLILz, si ottengono risolvendo il sistema <strong>di</strong> equazioni<br />

L~= LI + M = LI + JL:L; = 2,255<br />

L; = Lz + M = L2 + JL:L; = <strong>11</strong>2,745<br />

Si perviene ai valori LI = 0,0442 ~lH Lz = <strong>11</strong>0,53 µH M = 2,21 ~lH<br />

[IJ<br />

[2J<br />

69


70 <strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong><br />

• Poiché l'induttanza <strong>di</strong> una bobina è in linea <strong>di</strong> principio proporzionale al quadrato del<br />

numero <strong>di</strong> spire, si ha<br />

Ll = n~ = (n2)2 = n2 da cui si calcola il rapporto spirc n= 50<br />

L1 nl fil<br />

9 I Dimensionare i componenti della rete <strong>di</strong> reazione <strong>di</strong> un oscillatore Colpitts realizzato<br />

..:..J con un BJT che presenta un h fe non inferiore a 75; si richiede un'oscillazione stabile<br />

a frequenza fo = 500 kHz.<br />

• Il circuito <strong>di</strong>namico dell'oscillatore è quello <strong>di</strong> fig. <strong>11</strong>.15b e il <strong>di</strong>mensionamento <strong>di</strong> massima<br />

dei componenti, considerato anche il valore relativamente basso <strong>di</strong> lo, può essere fatto sulla<br />

base delle relazioni ideali [<strong>11</strong>.20J e [<strong>11</strong>.22].<br />

• Per l'elevato valore <strong>di</strong> hfe' dalla eq. [<strong>11</strong>.22J deriva Cl» Cl; la eq. [<strong>11</strong>.20J può pcrtanto<br />

esserc approssimata come segue<br />

1 1'<br />

[0= '="'--===<br />

· 2n.jLC 2nJLC I<br />

1<br />

• Scelta, ad esempio, L = 50 ~lH si ottiene allora Cl = -2--2 = 2,02 nF<br />

4n Lfo<br />

• Per l'eq. [<strong>11</strong>.22J si ricava successivamente Cl = hfeC I = 75 x 2,02 = 151 nF<br />

• Per ottenere un innesco sicuro dell'oscillazione e per compensare l'effetto delle per<strong>di</strong>te della<br />

bobina, in pratica si dovrà ridurre il valore <strong>di</strong> C 2 . Si nota che ciò non comporta un'apprezzabile<br />

variazione <strong>di</strong> lo.<br />

Si ripeta il precedente esercizio utilizzando un JFET con Ilmill = 30.<br />

• Con lo stesso valore <strong>di</strong> L = 50 ~lH risulta C2 '='" 2 nF, Cl '='" 60 nF.<br />

Per il circuito <strong>di</strong> fig. 9 si determinino le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> oscillazione su pponendo l'0perazionale<br />

ideale e i componenti reattivi privi <strong>di</strong> per<strong>di</strong>te.<br />

• Aprendo l'anello <strong>di</strong> reazione sull'ingresso non invertente dell'operazionale si può scnvere<br />

R,<br />

;:; + O,\'<br />

~<br />

R C<br />

Fig. 9


• La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Barkhausen [JA (jw) = 1 impone che [JA (jw) sia reale e quin<strong>di</strong><br />

1<br />

wL--=O<br />

wC<br />

1<br />

w == wo = f""'i"r, (pulsazione d'oscillazione)<br />

vLC<br />

Per questo valore <strong>di</strong> w si deve poi avere<br />

ed infine<br />

• Si nota che la pulsazione <strong>di</strong> oscillazione coincide con quella <strong>di</strong> risonanza del circuito LC,<br />

per la quale si ha l'annullamento della reattanza.<br />

In pratica per ottenere l'autoinnesco dell'oscillazione e compensare l'influenza della resistenza<br />

<strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta della bobina deve risultare R2/Rl > R/R3'<br />

1 I parametri <strong>di</strong> un quarzo piezoelettrico presentano i seguenti valori: R = 1,35 kQ,<br />

12 j L=27,7 H, C=O,0<strong>11</strong>7 pF; la capacità elettrostatica è invece pari a Co=6,18 pF.<br />

Si determinino la frequenza <strong>di</strong> risonanza serie, la frequenza <strong>di</strong> risonanza parallelo e il Q del<br />

cristallo.<br />

,. Sulla base delle eq. [<strong>11</strong>.25J e seguenti, si ricavano<br />

fs = 279 568 Hz f p = 279 832 Q = 36000<br />

Si valuti la possibilità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare il circuito dell'oscillatore <strong>di</strong> fig. 9 dell'esercizio <strong>11</strong><br />

utilizzando un quarzo piezoelettrico.<br />

• Si può pensare <strong>di</strong> sostituire il risonatore RLC con un quarzo; alla frequenza <strong>di</strong> risonanza<br />

f, il <strong>di</strong>spositivo presenta un'impedenza puramente resistiva Rs' Per valori <strong>di</strong> frequenza non<br />

.troppo elevati (decine <strong>di</strong> kHz), adatti alle caratteristiche degli operazionali, si ricor<strong>di</strong> che<br />

Rs ~ R è dell'or<strong>di</strong>ne dei kQ. Se è verificata la relazione R 2 /R 1 ~ R)R3 (ve<strong>di</strong> esercizio <strong>11</strong>) si<br />

ottiene l'oscillazione a frequenza f,. ~fs.<br />

Esercizi 71


72 <strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong><br />

Un'oscillazione <strong>di</strong> pulsazione W o può mantenersi nel tempo con ampiezza costante in un anello<br />

<strong>di</strong> reazione positiva se si verificano le seguenti con<strong>di</strong>zioni:<br />

ITJ / fiA (jwo) = 180 0 ,<br />

C[J /fiA(jw o ) = 0°,<br />

m/fiA (jwo) = 0°,<br />

[QJ /fiA(jwo) =0°,<br />

1 fiA (jwo) 1 > 1<br />

1 fiA(jw o ) 1 = 1<br />

1 fiA(jwo) 1 > l<br />

1 fiA (jwo) 1 < l<br />

Un oscillatore a sfasamento è <strong>di</strong> norma costituito da:<br />

ITJ un amplificatore invertente con una rete <strong>di</strong> reazione a tre celle CR.<br />

C[J un amplificatore non invertente con una rete <strong>di</strong> reazione RLC.<br />

m un amplificatore invertente con una rete <strong>di</strong> reazione a due celle CR.<br />

[QJ un amplificatore non invertente con una rete <strong>di</strong> reazione a tre celle CR.<br />

La struttura circuitale <strong>di</strong> figura (supposto per l'amplificatore Ri = 00, Ro = O):<br />

ITJ non può <strong>11</strong>1 alcun caso oscillare.<br />

C[J può oscillare solo sostituendo una bobina con una capacità.<br />

m potrebbe oscillare se l'amplificatore fosse non invertente.<br />

[QJ può entrare in oscillazione.<br />

L'oscillatore <strong>di</strong> Wien è formato da:<br />

ITJ un amplificatore invertente con una rete <strong>di</strong> reazione positiva RC passa-basso a due celle.<br />

C[J un amplificatore non invertente con una rete <strong>di</strong> reazione positiva RC passa-banda.<br />

m un amplificatore invertente con una rete <strong>di</strong> reazione positiva Re passa-banda.<br />

[QJ un amplificatore invertente con una rete <strong>di</strong> reazione positiva RLC.<br />

La frequenza <strong>di</strong> oscillazione fa <strong>di</strong> un oscillatore <strong>di</strong> Wien è espressa dalla seguente relazione:<br />

ITJ fa = 1/2n JLC<br />

C[J fa = 1/2n RC<br />

m lo = 1/2n fl/\c<br />

[QJ fa = 1/2n.)Re<br />

L


Il controllo automatico <strong>di</strong> ampiezza <strong>di</strong> un oscillatore <strong>di</strong> Wien viene realizzato:<br />

[TI esclusivamente con una rete limitatrice a <strong>di</strong>o<strong>di</strong>.<br />

C[J solo inserendo nella rete <strong>di</strong> reazione negativa un termistore.<br />

m sempre inserendo nella rete <strong>di</strong> controreazione un JFET utilizzato come VeRo<br />

rn in <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong>, intervenendo in generale sul tasso <strong>di</strong> reazione negativa dell'amplificatore.<br />

Gli oscillatori con reti <strong>di</strong> reazione RC vengono normalmente impiegati per frequenze <strong>di</strong> oscillazione:<br />

[TI fino a 1 MHz.<br />

C[J inferiori a SO kHz.<br />

m comprese tra 100 Hz e lO MHz.<br />

rn solo fino a lO kHz.<br />

Le frequenze <strong>di</strong> risonanza serie e parallelo <strong>di</strong> un quarzo sono:<br />

[TI estremamente vicine ma f~>f p '<br />

C[J tali che risulta f p = 2j,.<br />

m estremamente vicine ma f p >fs'<br />

rn tali che risulta fp» fs·<br />

In<strong>di</strong>care se le seguenti affermazioni sono vere o false.<br />

a) I blocchi circuitali strettamente necessari per realizzare un oscillatore sinusoidale sono, oltre<br />

all'alinlentazione, un amplificatore e una rete <strong>di</strong> reazione positiva. D V D F<br />

b) La rete <strong>di</strong> reazione <strong>di</strong> un oscillatore sinusoidale deve essere sempre selettiva e contenere<br />

elementi dei tre tipi (R, L, C). D V D F<br />

c) Un oscillatore in quadra tura fornisce sulle sue due uscite due onde <strong>sinusoidali</strong> <strong>di</strong> eguale<br />

ampiezza ma sfasate <strong>di</strong> 180 0 • D V D F<br />

d) Un quarzo piezoelettrico è elettricamente equivalente ad un circuito risonante RLC ad<br />

alto Q. Dv DF<br />

In un oscillatore sinusoidale l'innesco dell'oscillazione a frequenza f~ avviene sfruttando la<br />

presenza nell'anello <strong>di</strong> reazione <strong>di</strong> a frequenza fa purché risulti 1 [JA (jw o ) I<br />

Per determinare la frequenza <strong>di</strong> oscillazione <strong>di</strong> un oscillatore sulla base deLle con<strong>di</strong>zioni<br />

......... ... , l'anello <strong>di</strong> reazione può essere aperto.<br />

preesistenti.<br />

Completare lo schema <strong>di</strong> figura per ottenere un oscillatore <strong>di</strong> Wien.<br />

2<br />

R,<br />

3<br />

Prova strutturata 73<br />

avendo cura <strong>di</strong> ripristinare


74 <strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong><br />

Completare il circuito <strong>di</strong> figura per ottenere lo schema <strong>di</strong> principio <strong>di</strong> un oscillatore Colpitts.<br />

Nell'intervallo <strong>di</strong> frequenza compreso fra I. e fa la reattanza <strong>di</strong> un quarzo è<br />

Per un oscillatore con frequenza nominale fa = 1 MHz e stabilità S = ± 0,01%, il campo <strong>di</strong><br />

frequenza <strong>di</strong> oscillazione è compreso fra Imin = . e fm3x = ..<br />

Il circuito <strong>di</strong> figura oscilla ad una frcquenza fa = 1/2n..}Le se R2/ R l = R/ R3' Quale parte del<br />

circuito potrebbe essere sostituita da un quarzo con resistenza serie Rs = R e quale sarebbe la<br />

freq uenza <strong>di</strong> oscillazione?<br />

<strong>11</strong>3<br />

~---jl+<br />

R,<br />

:o + o v"

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