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Acqua Diamante Una Coscienza - Erboristeria Arcobaleno

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ero travestita in quel modo.” Allora le dico di mettere in decodificazione quelle energie: le energie della donna che<br />

martirizza l’uomo, che gioca con lui, del gatto che gioca con il topo, e nello stesso tempo mettere anche l’uomo<br />

che si lascia trattare come un tappetino e non si fa stimare dalla donna troppo sessuale e sensuale. Il gatto<br />

sovente simbolizza questo, anche nei sogni.<br />

Se una donna sogna un gatto cattivo che le salta al volto, e se questo schema cresce con l’età per<br />

diventare un leopardo, o una pantera, si tratta sovente di una donna che ha rifiutato e non vuole riconoscere in sé<br />

stessa l’istinto della donna selvaggia, che bisogna assolutamente riconoscere ed amare prima che la sessualità<br />

possa trascendere. Siamo stati talmente programmati a rifiutare tale istinto, perché era considerato un peccato,<br />

che sovente abbiamo questo problema. La donna che fa un sogno di quel genere, è perché ha quel blocco. Del<br />

resto, prova sovente orrore o collera quando vede una donna sexy. Reagisce perché ha quella donna sexy in lei,<br />

nella sua parte non espressa. Sappiate che nelle storie del più e del meno si hanno gli estremi inversi. Cioè, più<br />

una persona esprime qualcosa di molto forzato, più essa ha il lato opposto – e quando questo si rivolta, in genere<br />

è violento. Per esempio, nella storia dell’uomo sottomesso di cui abbiamo parlato, che ha il suo dittatore dietro di<br />

lui, se questo è molto forte, il giorno in cui la coppia divorzierà, quest’uomo farà uscire il suo dittatore e in<br />

tribunale farà a sua moglie una guerra senza pietà. E’ così che funziona.<br />

Vorrei parlare anche dei problemi di denaro, poiché io ci sono passato, e soltanto dopo molti anni ho<br />

capito perché mi sono ritrovato senza un soldo. Ho capito che in molte mie vite anteriori ho avuto delle esistenze<br />

aristocratiche, nelle quali ero il Signor Conte, o Madame Bla Bla, e che forse in quelle vite io mi ero centrato<br />

sull’immagine sociale e sulla fortuna personale, disprezzando i lavoratori che erano per me dei semplici servi,<br />

unicamente là per arricchirmi. A causa di questo, nella vita attuale si manifesta questa memoria di servi, di poveri,<br />

di gente sottomessa ad un sistema di schiavitù, e attiro davanti a me un deserto finanziario. Persino in qualcuno<br />

che ha un mestiere con il quale guadagna correttamente la sua vita, se fa un cammino di evoluzione, questa<br />

memoria un bel giorno esce e si esprime, e lui si ritrova senza niente. Perde il suo lavoro, la sua casa, e si ritrova<br />

nella prova della privazione, che è necessaria; ma se lo capisce prima, o all’inizio dell’arrivo della prova, può farla<br />

abortire e cambia il film sullo schermo. Per questo io vi dico, se avete dei problemi di denaro cercate di vedere in<br />

voi quelle memorie, perché so che talvolta, nella vita che stiamo facendo adesso, a livello finanziario questo non<br />

è evidente. Come potete sapere che si tratta proprio di quello? Ebbene, guardando intorno a voi le persone che<br />

avete attirato. Se avete attirato delle persone assai agiate, o assolutamente non agiate ma che hanno delle<br />

maniere un po’ ampollose, non naturali o cerimoniose, potete essere sicuri che avete in voi quelle memorie.<br />

Potete quindi metterle in decodifica dicendo: “Ho l’intenzione che adesso tutte queste energie aristocratiche<br />

basate sull’immagine, lo snobismo ecc., diventino semplici, autentiche, e che riconoscano nello stesso tempo la<br />

vera sovranità interiore, la vera nobiltà interiore che non è più una nobiltà fittizia, basata sul nome, l’immagine e la<br />

fortuna.” E’ interessante saperlo.<br />

Risposta ad una domanda:<br />

Si mette l’intenzione davanti al bicchiere d’acqua, non nella bottiglia. Non vi sono dei metodi, bisogna che sia<br />

spontaneo. E non bisogna neanche mettere delle tonnellate d’intenzioni, altrimenti si cade nel metodo e nella<br />

rigidità. In rapporto all’esempio citato, l’intenzione può essere di trasformare quella memoria o di renderla più<br />

cristica, più nell’amore, più nella condivisione o cose di questo genere. Ma in ogni modo, essendo il nostro un<br />

linguaggio dualistico, persino questa intenzione è al limite falsa. Non c’è una lingua che non sia dualistica, essa<br />

non esiste, dunque non devi preoccuparti, perché in effetti le intenzioni non escono dalla testa, ma dal plesso<br />

solare sotto forma di frequenze luminose, e queste frequenze sono comunque giuste, anche se tu non metti le<br />

parole spirituali, o se quello che dici non è del tutto ben mirato.<br />

In realtà, ho notato tre tappe. Per prima cosa c’è l’accettazione. Essa si fa con la testa: accetto che questa<br />

persona, o il triste avvenimento che mi capita, è qualcosa che io ho provocato; questa persona è una parte di me.<br />

Questo è mentale, ma è già una prova di umiltà, cioè si è messo da parte l’orgoglio. Si, d’accordo, ciò che mi<br />

viene mostrato non è tremendo, ma io ce l’ho in me, è una cassetta, un video che ho in me. Cerco di non<br />

formulare alcun giudizio: non è né bene, né male. Io sono sicuro e ho la certezza che tutte le atrocità che<br />

vediamo nell’umanità in questo momento, ciascuno di noi le ha tutte, almeno in una cellula. Se le avessimo in 10<br />

miliardi di cellule, si passerebbe all’atto, come fanno loro, perché il motore sarebbe troppo potente. Vedete<br />

dunque che non si può giudicare nulla; tutto è giusto.<br />

In seguito bisogna cercare d’arrivare all’accoglienza. Questa si fa con il cuore. Sfortunatamente il cuore<br />

non lo si comanda, bisogna che la cosa arrivi da sola. Questo passaggio può talvolta durare tre settimane, un<br />

mese, due mesi, sei mesi, perché vi sono delle collere, delle ribellioni, dei rancori, e non si riesce a perdonare.<br />

Anche se sappiamo che è vero che questa persona è una parte di noi, essa ci ha fatto talmente male per 25 anni,<br />

che non ne possiamo più. A quel punto bisogna semplicemente riconoscere la reazione. Il passaggio delle<br />

reazioni è là, fra la testa ed il cuore. In compenso, se veramente esiste in quel passaggio un rancore molto forte,<br />

una grossa cicatrice, si può mettere nell’acqua diamante l’intenzione di arrivare all’accoglienza, di arrivare ad<br />

accogliere ed amare quella persona che ci ha fatto soffrire per 20 o 30 anni.<br />

Questo è molto valido nel lavoro con il papà e la mamma, perché più o meno abbiamo tutti da<br />

rimproverare loro qualche cosa. In genere, si procede più velocemente. Quando si arriva all’accoglienza, talvolta<br />

c’è perfino ciò che io chiamo l’emozione del cuore. Vuol dire che si prende veramente coscienza che questi esseri<br />

– la mamma, il papà o qualcun altro – che sono stati un po’ duri con noi quando eravamo bambini, sono anche<br />

loro venuti con uno zaino pieno di memorie, sono stati educati in un sistema più chiuso di quello attuale, ed hanno<br />

fatto ciò che hanno potuto. Ci hanno dato tutto quello che hanno potuto darci, anche se era pochissimo. Anche se<br />

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