LA CARRIERA DI UN LIBERTINO STRAVINSKIJ - Auditorium Parco ...
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Mercoledì 1<br />
Sala Santa Cecilia<br />
ore 21<br />
Ondate sonore di sapore mistico e meditativo,<br />
ricerca estetica, sono solo alcune fra le caratteristiche<br />
dello spettacolo proposto da questo sofisticato<br />
ensemble di percussionisti giapponesi. Nato nel<br />
1969, Za Ondekoza ha mantenuto inalterata la<br />
propria ispirazione alla tradizione giapponese delle<br />
percussioni, il Wadaiko, giocando sapientemente<br />
con ritmi unisonici, variazioni ritmiche repentine e<br />
spazi di silenzio. La formazione attuale, di grande<br />
impatto scenografico, riesce a coniugare l'antica<br />
tradizione con suoni e suggestioni del mondo contemporaneo.<br />
Utilizzando un’ampia scelta di tamburi<br />
tradizionali, il gruppo di percussioni affronta la<br />
sua "sfida" di fondere l’antico con il moderno insieme<br />
allo shakuhachi (flauto in bambù della tradizione<br />
giapponese) di Seizan Mazuda, al cembalo<br />
di Kazuko Hosokawa, al sassofono di Kazutoki<br />
Umezu e alla cantante Mieko Miyazaki.<br />
Giovedì 2<br />
Sala Santa Cecilia<br />
ore 21<br />
Ondekoza<br />
Rock your heart<br />
András Schiff<br />
pianoforte<br />
ANDRÁS<br />
SCHIFF<br />
NEL<strong>LA</strong> TEMPESTA<br />
In collaborazione con<br />
Ambasciata del Giappone<br />
Japan Foundation<br />
Istituto Giapponese di Cultura<br />
ONDEKOZATamburi giapponesi<br />
Beethoven<br />
Integrale delle Sonate per<br />
pianoforte<br />
Sonata op. 31 n. 1, 2, e 3<br />
e op. 53 “Waldstein”<br />
SPONSOR UFFICIALE<br />
del Monte Fuji<br />
Sala Studio 1 ore 19.15<br />
I Salotti del Venerdì<br />
Conferenza introduttiva con<br />
degustazione di vini abbinata<br />
al concerto delle ore 21<br />
in Sala Santa Cecilia<br />
Info e prenotazioni 0680242354/55<br />
servizio_cortesia@santacecilia.it<br />
A 52 anni, il pianista ungherese Andras Schiff ha confessato in una recente intervista di aver provato, in gioventù,<br />
una sorta di soggezione per il Beethoven maturo, ragion per cui si era tenuto, fino ai 40 anni, entro la soglia<br />
delle Sonate del primo periodo, proponendosi di aggiungerne al proprio repertorio almeno tre<br />
all’anno e concludere il ciclo entro i 50 anni d’età. Detto e fatto, ecco che già da<br />
due anni (e per almeno altri tre o quattro) Schiff è impegnato in un tour<br />
che prevede in totale 8 concerti in 15 diverse città, fra le quali, per<br />
nostra fortuna, anche Roma. E' prevista anche l’incisione discografica<br />
integrale – rigorosamente dal vivo – del corpus<br />
delle Sonate beethoveniane. Giunto più o meno a metà<br />
del percorso, nel concerto di febbraio Schiff eseguirà<br />
proprio alcune tra quelle Sonate del periodo “di<br />
mezzo”, altrimenti detto “eroico” che, a suo dire, costituiscono<br />
la sfida interpretativa più ardua per un interprete<br />
dal carattere, come lui stesso lo definisce nell’intervista,<br />
“tutt’altro che eroico”… Mantenuta la consuetudine<br />
di suonare due strumenti diversi, uno Steinway per le<br />
Sonate più drammatiche e un Bösendorfer per quelle più liriche<br />
e serene, nell’attesa non ci resta che indovinare su quale dei due, a<br />
turno, Schiff eseguirà le tre sonate dell’opera 31 (tra le quali la straordinaria<br />
Tempesta) e quel capolavoro, tra le vette assolute della letteratura pianistica di ogni<br />
tempo, che è la Waldstein, Sonata dedicata all’omonimo Conte, nonché mecenate del compositore, che per<br />
prima annuncia le dimensioni ultraterrene in cui Beethoven si spingerà nelle ultime sonate.