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Notte senza fine, di Alessandro Giglia - Il primo amore

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tovagliolo <strong>di</strong> carta, ci siamo baciati un’ultima<br />

volta, poi ha seguito le sue amiche. Sono<br />

tornato al camarote, lasciando Vito e il<br />

fotografo che <strong>di</strong>scutevano ancora del cellulare,<br />

mi sono affacciato e ho guardato <strong>di</strong> sotto. Due<br />

bande <strong>di</strong> due <strong>di</strong>versi blocchi si erano scontrate,<br />

andavano in <strong>di</strong>rezioni opposte, e nessuna delle<br />

due sembrava voler lasciar passare l’altra. Un<br />

percussionista che portava la grancassa è<br />

partito a razzo, e ha spaccato la bacchetta in<br />

testa al collega della banda rivale, dando inizio<br />

alla rissa. <strong>Il</strong> trombettista infilava la pompa<br />

d’intonazione nell’occhio dell’altro trombettista,<br />

arrivavano calci secchi nelle palle, pugni nel<br />

naso, ginocchiate sul mento. Ho visto i poliziotti<br />

balzare giù dalle torrette <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a in un<br />

attimo, mescolandosi con le loro tute mimetiche<br />

alle maschere, sembravano anche loro<br />

travestiti, si facevano largo spingendo<br />

violentemente chiunque gli intralciasse il passo,<br />

hanno iniziato a randellare i musicisti <strong>senza</strong><br />

fare torto a nessuno, a caso. Sentivo i colpi sor<strong>di</strong><br />

dei manganelli che rompevano setti nasali e<br />

costole, il sangue ha cominciato a uscire dai<br />

sopraccigli aperti e dalle labbra spaccate. Solo<br />

allora mi sono accorto che, ai margini <strong>di</strong> quella<br />

sciarra selvaggia, proprio sotto <strong>di</strong> me, qualcuno<br />

con le braccia alzate mi faceva segni per attrarre<br />

la mia attenzione, era Macra, che quasi stava<br />

per prendersi anche lei le bastonate e mi<br />

chiedeva <strong>di</strong>sperata <strong>di</strong> scendere ad aprire la<br />

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