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Caccia - Associazione Cacciatori Bellunesi

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Aut. del Trib di Belluno n. 558/08 n.c.- «POSTE ITALIANE SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1,<br />

CNS BL». CONTIENE I.P. - Direttore Responsabile: Pellegrinon Giuseppe - Tipografia: Dolomiti Stampa s.r.l., Via Campo, 18/F Santa Giustina (BL)<br />

<strong>Caccia</strong><br />

2000<br />

ORGANO DI INFORMAZIONE<br />

DELL’ASSOCIAZIONE<br />

CACCIATORI BELLUNESI<br />

... CONTINUA IL PROGETTO<br />

“OssERvARE PER...”<br />

foto: Gabriele De Nadai


2<br />

PAGINA<br />

<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

Lettera<br />

del Presidente <strong>Associazione</strong> <strong>Caccia</strong>tori <strong>Bellunesi</strong><br />

La foto in copertina, inusuale per un giornalino di caccia, è invece molto significativa ed<br />

importante. Rappresenta, in maniera tangibile, uno degli scopi principali dell’A.C.B.: la nostra<br />

presenza nelle scuole, sia all’interno delle aule che all’aperto, finalizzata a fornire agli<br />

scolari una conoscenza del territorio, degli animali che lo abitano e delle piante che vi<br />

crescono.<br />

Il progetto “osservare per”, iniziato una quindicina d’anni fa, è in continua evoluzione<br />

e sempre più sono le classi che aderiscono a questa per noi gratificante iniziativa ed alla<br />

quale diamo un’importanza prioritaria (vedi pag. 34/35).<br />

I Direttivi di Riserva con i loro Soci sono, in questo periodo, in piena attività. Dopo le assemblee<br />

per l’approvazione dei bilanci e qualche d’una anche per il rinnovo delle Cariche<br />

sociali ora sono impegnati nei primi censimenti specifici sul cervo e nella programmazione<br />

delle mostre dei trofei con la successiva partecipazione alla fiera di Longarone che, quest’anno, si svolgerà nelle giornate<br />

del 29-30 Aprile e 1 Maggio ed alla quale sarà presente, con il proprio stand, anche l’ A.C.B.<br />

Anche la ns. <strong>Associazione</strong> è in pieno fermento. Si è già riunita con la Giunta più volte per definire i programmi del 2011 e<br />

tante sono le novità che troverete spiegate in dettaglio sfogliando il giornalino:<br />

SICUREZZA: Al momento sono sorte delle difficoltà per poter usare il poligono di Feltre dove avevamo già fissato la<br />

giornata del 31 Luglio p.v. per la consueta taratura delle armi. Speriamo che l’intoppo di leggi e leggine che ha creato<br />

questa sospensione si sblocchi e che si possa rispettare questa ultradecennale e positiva tradizione. Abbiamo comunque<br />

rimediato invitandovi ad andare a Limana (vedi pag. 26).<br />

Riproporremo ancora, dopo il lusinghiero successo ottenuto tre anni fa, delle serate sulla sicurezza nel maneggio delle<br />

armi (vedi calendario serate a pag. 33).<br />

CARD SCONT: Nel giornalino a pag. 25 parleremo di un’altra iniziativa che ci sta impegnando molto perché vogliamo<br />

renderla operativa già con il prossimo tesseramento 2011/12. Auspichiamo susciti non solo la vostra curiosità, ma che<br />

venga usata per cogliere le opportunità che essa offre.<br />

GAGET LIBRO: Quest’anno la Giunta ha deliberato di donare a tutti i Soci, per il tesseramento 2011/12, un gaget veramente<br />

unico e particolare. Si tratta di un bellissimo libro che l’ A.C.B. pubblicherà unitamente alla casa editrice Terra-ferma<br />

(vedi pag. 33).<br />

Altre iniziative sono in fase di preparazione e sarete puntualmente informati man mano che diventeranno mature.<br />

Aspetto d’incontrarVi alle serate sulla sicurezza ed alla festa del cacciatore a Longarone. Sarà l’occasione per conoscerci<br />

e per scambiare quattro chiacchiere insieme.<br />

Un caro saluto a tutti.<br />

IL PRESIDENTE<br />

Sandro Pelli<br />

ULTIM’ORA: Ci giunge notizia di una nuova iniziativa pubblicizzata sia con incontri fra Presidenti delle RAC sia con un documento in<br />

“bozza”, senza firma, di cui abbiamo avuto modo di prenderne visione. In proposito e nel merito siamo molto scettici e perplessi sulla<br />

creazione di una “cosiddetta” struttura gestionale di collegamento e di coordinamento fra le RAC con compiti e funzioni di servizio alle<br />

Riserve poiché:<br />

- dovrebbe dare supporto alle Riserve senza avere deleghe dalle stesse;<br />

- dovrebbe fare da “coordinatore” con la Provincia senza alcun incarico da parte della stessa;<br />

- dovrebbe avere una gestione autonoma senza alcuna copertura finanziaria propria e non risultano definiti eventuali costi per le RAC e<br />

per la Provincia;<br />

In termini più concreti si ha la netta impressione che si voglia costruire un “carrozzone” indefinito e costoso a carico dei <strong>Caccia</strong>tori.<br />

Da un breve sondaggio i Presidenti delle RAC contattati hanno tutti espresso la loro netta contrarietà ed inoltre la maggior parte di essi<br />

ha rimarcato che questa iniziativa sembra rappresentare essenzialmente un trampolino di lancio per qualche personaggio che privilegia<br />

la propria visibilità a carico del mondo venatorio bellunese.


Editoriale<br />

Pubblichiamo molto volentieri la lettera pervenutaci dal presidente nazionale dell’<strong>Associazione</strong> Nazionale Libera <strong>Caccia</strong> Sig.<br />

Paolo Sparvoli. Auspichiamo vivamente che il contenuto della stessa serva a far aprire gli occhi a quei cacciatori che si sono<br />

fatti ammagliare dalle tante…cassandre invidiose, che seminano zizzania e tante falsità, pur di ottenere qualche tesserato<br />

in più.<br />

Con il passare degli anni e con il mutare radicale dei rapporti fra il mondo della caccia e la società<br />

moderna, sempre più sensibile alle tematiche ambientali, questo nostro glorioso e qualificante<br />

aggettivo “Libera”, è stato villanamente usato in senso denigratorio, e quelli che<br />

per oltre quarant’anni si erano orgogliosamente vantati di essere dei cacciatori indipendenti<br />

e apartitici (da qui Libera) sono stati accusati di essere fautori di un caccia sregolata se non<br />

del tutto anarchica, nel senso più negativo del termine.<br />

A suffragare questa mistificante interpretazione ha contribuito la nostra lotta in favore della<br />

mobilità all’interno del territorio nazionale per praticare l’attività venatoria, così che siamo<br />

stati incolpati di un crimine indecente definito “nomadismo venatorio”.<br />

Eppure, a ben vedere, nessun Dirigente della Libera <strong>Caccia</strong> ha mai sollecitato una deregulation<br />

dell’attività venatoria: al contrario, non abbiamo mai nascosto che questa nostra legittima<br />

aspirazione a poter cacciare con amici e con parenti, provenienti da altre regioni, doveva<br />

comunque sottostare alle regole imposte dallo Stato e successivamente dalle Regioni.<br />

Ma, se negli anni settanta (in pieno boom economico e con un numero di cacciatori vicino<br />

ai due milioni) l’ostilità nei confronti della nostra politica poteva avere qualche fondamento,<br />

oggi continuare a parlare di “nomadismo venatorio” significa solo suscitare un allarmismo<br />

del tutto infondato.<br />

La crisi economica che stiamo vivendo, il costo proibitivo dei carburanti e dei trasporti, le<br />

pensioni oramai ridotte al limite della sopravvivenza, vanificano totalmente qualsiasi desiderio<br />

di mobilità e svuotano di significato il così tanto temuto nomadismo.<br />

Con altrettanta frequenza, poi, siamo stati accusati di essere i rappresentanti della “babele<br />

venatoria” e di fomentare le più inconfessabili richieste di sparatori senza scrupoli.<br />

In altre parole, più di qualcuno ci ha dipinti come dei veri e propri criminali, sordi ed insensibili<br />

alle istanze degli ambientalisti e della tutela del territorio, nonché della sua razionale gestione.<br />

Oggi ci piace dichiarare, senza timore di essere smentiti, che tali offese sono del tutto<br />

irricevibili, proprio perché in stridente contrasto con i nostri principi statutari che si fondano<br />

sul rispetto rigoroso delle leggi e della Società civile.<br />

IL PRESIDENTE NAZIONALE ANLC<br />

Paolo Sparvoli<br />

3<br />

PAGINA


4<br />

PAGINA<br />

<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

La stagione venatoria 2010:<br />

superati i 4.000<br />

capi abbattuti<br />

La primavera è il tempo del bilancio provvisorio della stagione<br />

venatoria appena trascorsa.<br />

Con il nuovo calendario venatorio, che prevede anche un<br />

periodo di caccia primaverile, i dati non sono ancora completi;<br />

si tratta quindi di un bilancio provvisorio.<br />

Siccome la maggioranza degli abbattimenti è stato effettuato,<br />

possiamo già presentare quelli relativi agli ungulati<br />

abbattuti nel periodo autunno/inverno e fare le prime<br />

considerazioni.<br />

In primo luogo balza agli occhi il notevole incremento del<br />

numero dei capi abbattuti. Abbiamo superato d’impeto i<br />

quattromila precisamente 4.120.<br />

è un traguardo importante per il mondo venatorio provinciale<br />

che conferma il continuo progresso delle specie<br />

selvatiche sul nostro territorio. La specie principe senza<br />

timore di insidie immediate è il cervo, che cresce negli abbattimenti<br />

superando considerevolmente il capriolo.<br />

Analizziamo ora l’andamento delle singole specie:<br />

Capriolo:<br />

I caprioli abbattuti sono stati 1470 contro i 1432 dello scorso<br />

anno. Possiamo ribadire che la popolazione sembra<br />

stabile ma comunque su densità più basse rispetto al passato.<br />

Quello che appare evidente è invece la diversa pressione<br />

venatoria tra maschi, femmine e piccoli.<br />

Il prelievo dei maschi è ancora molto prevalente in contrasto<br />

con quelle che sono le normali indicazioni tecniche<br />

e gestionali. Su questo bisognerebbe fare una riflessione<br />

approfondita.<br />

Cervo:<br />

Il cervo rappresenta, come già detto, la parte prevalente<br />

dei prelievi effettuati dai cacciatori bellunesi, con 1.726<br />

capi abbattuti: finora ci stiamo avvicinando al 50% del car-<br />

niere totale. L’incremento rispetto all’anno precedente è<br />

consistente e fa pensare che ci sia ancora spazio di espansione<br />

per questa specie, specialmente nella parte meridionale<br />

della provincia. Il rapporto di prelievo tra le varie classi<br />

è abbastanza equilibrato, non ci sono timori nel prelievo<br />

di femmine e piccoli. Non ci soffermiamo sulle classi di età<br />

dato che non sono ancora completate le valutazioni dei<br />

trofei, ma certamente è questa la specie del momento.<br />

Camoscio:<br />

Il prelievo di camosci sembra essere in ripresa anche se<br />

con dati abbastanza altalenanti. La popolazione bellunese<br />

è ancora interessata dall’epidemia di rogna e la specie<br />

sembra reagire bene anche se, vista la sua biologia, le variazioni<br />

annuali sono modeste e bisogna pensare ad una<br />

gestione sul lungo termine, non sulla singola annata venatoria.<br />

L’esperienza acquisita nella gestione dell’emergenza<br />

rogna ci fa sperare in un buon futuro per questo<br />

animale.<br />

Muflone:<br />

NEC SPE NEC METU<br />

a cura dell’Ufficio <strong>Caccia</strong> della Provincia<br />

Siamo oltre i 200 capi abbattuti. La presenza della specie<br />

è oramai consolidata e, dopo un recente notevole incre


mento, sembra essere in fase di stabilizzazione. Anche in<br />

questo caso vengono prelevati in prevalenza maschi.<br />

Conclusioni:<br />

Come visto all’inizio abbiamo oltrepassato i 4.000 capi abbattuti.<br />

L’espansione continua del cervo e la stabilità delle altre<br />

Censimento notturno<br />

di animali selvatici<br />

Femmine di cervo in una radura riprese a circa 50 m di distanza<br />

Com’è ben noto, in questo mese d’aprile, si stanno<br />

effettuando i censimenti del cervo.<br />

Per farlo al meglio la Riserva di Seren del Grappa si<br />

è servita dell’ aiuto del Sig. Giorgio Paoli Vicepresidente<br />

della RAC ed esperto in rilievi termografici.<br />

Il rilievo termografico, che viene effettuato da<br />

persone specializzate, consiste in un’indagine non<br />

distruttiva che permette di rilevare, a distanza, le<br />

temperature superficiali dei corpi tramite opportune<br />

elaborazioni dei dati rilevati.<br />

Queste elaborazioni consentono di produrre delle<br />

mappe termiche (termogrammi) che non sono altro<br />

che matrici di temperatura rappresentate con<br />

delle “palette” di colori in cui, a ciascuna tempe-<br />

specie di ungulati ci fa prevedere un ulteriore incremento<br />

per i prossimi anni.<br />

Possiamo concludere dicendo che sempre maggiori sono<br />

le soddisfazioni per il cacciatore bellunese che risulta essere<br />

tra quelli con il carniere più ricco del Paese, senza<br />

tuttavia dimenticare che solo una corretta gestione del<br />

patrimonio faunistico consentirà anche in futuro di mantenere<br />

e migliorare le popolazioni di fauna selvatica del<br />

bellunese.<br />

dal circolo di Seren del Grappa<br />

ratura, viene associata una tonalità proporzionale<br />

alla temperatura stessa. Questa tecnica applicata<br />

nel monitoraggio ambientale trova una vasta applicazione<br />

nell’individuazione delle fuoriuscite di<br />

biogas dalle discariche, l’individuazione di scarichi<br />

industriali in corpi idrici naturali, di zone più o<br />

meno umide o calde sparse sul territorio.<br />

Per il censimento notturno degli animali selvatici<br />

usando questa tecnica si individuano gli animali<br />

nell’oscurità senza disturbarli o infastidirli. I termogrammi<br />

che Vi proponiamo sono stati ripresi<br />

nel censimento notturno del 7 Aprile 2011 nella ns.<br />

Riserva. (M.G.)<br />

Maschio e femmina di cervo in una radura ripresi a circa 50 m di distanza,<br />

rappresentati con una diversa “palette”<br />

5<br />

PAGINA


6<br />

PAGINA<br />

<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

Conoscerli Meglio<br />

Il Cane da <strong>Caccia</strong><br />

1ªParte<br />

Inizia, con questo numero, una nuova rubrica dedicata<br />

al cane da caccia. Amico e compagno inseparabile di molti<br />

cacciatori che uniscono alla passione venatoria anche<br />

quella, non meno nobile, della cinofilia.<br />

Inizieremo con le origini del nostro amico quadrupede e<br />

con una veloce carrellata sulle principali razze di cani da<br />

caccia. Nei prossimi numeri andremo poi a conoscerle, in<br />

maniera più approfondita, una ad una.<br />

LE ORIGINI DEL CANE DA CACCIA<br />

Un’antica leggenda afferma che quando, tra l’uomo e<br />

gli animali si aprì un baratro, il cane fu l’unico a rimanere<br />

a fianco dell’uomo.<br />

è probabile che siano stati i cacciatori dell’era glaciale<br />

a stabilire i primi contatti amichevoli allevando cuccioli<br />

di lupo. Da allora sono passati 20.000 anni ed il cane ha<br />

seguito l’uomo nella sua evoluzione rimanendogli vicino<br />

nella buona e nella cattiva sorte fino a riceverne il meritato<br />

appellativo di suo “migliore amico”.<br />

Le prime tracce di collaborazione certa, tra cacciatore e<br />

cane, le troviamo però nel mesolitico (8000-5500 a.C.).<br />

Il “Canis familiaris palustris”, più comunemente chiamato<br />

cane delle torbiere, venne trovato, con relativa facilità,<br />

negli scavi archeologici; era insieme cane da caccia<br />

e da guardia e si presume che, in tempi di carestia, servisse<br />

anche come cane da macello.<br />

Una prima “scrematura” delle razze, ancora oggi esistenti,<br />

possiamo datarle tra il neolitico (4000-2200 a.C.)<br />

e l’età del bronzo (2200-750 a.C.). Più che di razze dovremmo<br />

parlare in generale di quattro singoli gruppi.<br />

Al secondo gruppo appartengono i cani da pastore, da<br />

Gazzi<br />

di Gazzi Fabrizio<br />

Via Pedemontana, 20<br />

SORANZEN di Cesiomaggiore (BL)<br />

Tel. 0439 438161 - Cell. 328 9349009<br />

a cura di Elvio Dal Pan<br />

montagna e da caccia: è proprio a quest’ultimi che rivolgeremo<br />

la nostra attenzione.<br />

Nel Medioevo si cercò di riprodurre separatamente i<br />

bracchi per cercare le tracce e i molossi, o cani da seguito,<br />

per inseguire e attaccare la selvaggina accoppiando,<br />

in modo mirato, i portatori di queste caratteristiche.<br />

Da questi primi sommari incroci nacquero il veltro, veloce<br />

cane da seguita ed il nibbio, usato soprattutto per la<br />

caccia con il falcone.<br />

In Francia e nel Regno Unito erano molto praticate le<br />

cacce alla corsa ed in battuta.<br />

Per questo motivo, quindi, ci si occupò prevalentemente<br />

dell’allevamento e relativo addestramento del cane veltro<br />

accrescendone costantemente l’inclinazione per le<br />

cacce ad inseguire.<br />

Dal cane nibbio, invece, ci si aspettava una maggiore<br />

intesa con il falconiere. Suo era il compito di scovare la<br />

s e l v a g g i n a ,<br />

p r e v a l e n t e -<br />

mente da<br />

penna, per<br />

metterla in<br />

condizione di<br />

essere cacciata<br />

dal falcone.<br />

In quest’epoca<br />

nacque<br />

anche una<br />

nuova forma<br />

di segugio<br />

che però era<br />

condotto al<br />

Centro Carni


guinzaglio con lo scopo di cercare le orme o comunque<br />

la presenza della grossa selvaggina: il primo cane da traccia.<br />

A metà del XIX secolo i metodi di caccia cambiarono e,<br />

di conseguenza, cambiò anche l’addestramento dei cani.<br />

Alle spettacolari battute, con grandi mute di cani, è privilegiata<br />

la caccia individuale con il cane nibbio e successivamente<br />

con un suo derivato, il cane da ferma.<br />

Quest’ultimo viene addestrato a restare fermo, in piedi<br />

o seduto, davanti alla selvaggina che ha individuato<br />

tramite l’olfatto, finchè i battitori non abbiano teso una<br />

rete intorno ad essa o che il falconiere si sia sistemato<br />

con il suo ausiliario in una posizione favorevole.<br />

Con l’invenzione e la diffusione delle armi da fuoco,<br />

per migliorare ulteriormente le qualità dei cani da ferma,<br />

si continuò a ricorrere a ripetuti incroci tra veltri, anche<br />

se l’addestramento in tutta Europa differiva da regione a<br />

regione. Iniziarono così a delinearsi le prime diverse razze<br />

sia inglesi che continentali che possiamo riassumere<br />

brevemente in questi gruppi:<br />

BRACCHI<br />

Tutte le varietà dei bracchi discendono dal veltro, lunghe<br />

orecchie pendenti e corpo snello. I primi esemplari<br />

di grandi dimensioni furono a poco a poco sostituiti da<br />

varietà più piccole e più lente per adattarsi alle diverse<br />

attività venatorie e alla riduzione dei territori di caccia.<br />

CANI DA MUTA<br />

Parallelamente alla creazione di razze derivate dal veltro,<br />

soprattutto in Inghilterra, ci si dedicò all’allevamento<br />

di cani da muta e fu proprio nel Regno Unito che questo<br />

tipo di cane raggiunse uno standard che ancora oggi<br />

non ha confronti in nessun altro paese.<br />

sEGUGI<br />

L’antichissimo erede del cane da traccia, sopravvive<br />

nel segugio di Hannover. Come diretto discendente dei<br />

bracchi questo segugio, assieme al suo fratello delle<br />

montagne bavaresi, viene condotto prevalentemente<br />

sulle tracce della selvaggina ferita.<br />

CANI DA LEvA E DA sEGUITO<br />

Questi cani hanno il compito di rintracciare la selvaggina<br />

da pelo seguendone le tracce fino al covo, segnalandone<br />

la presenza con l’abbaio, dopo averla scovata la insegue<br />

sino a portarla a tiro del cacciatore.<br />

CANI DA FERMA<br />

Questi cani prendono il nome dal tipico atteggiamento<br />

che assumono quando percepiscono l’odore della selvaggina,<br />

in quanto, si fermano e attendono immobili l’arrivo<br />

del cacciatore.<br />

CANI DA CACCIA IN TANA<br />

Questi cani di piccola taglia, in genere bassotti e terrier,<br />

sono specialisti nell’infilarsi nelle tane degli animali, prevalentemente<br />

volpi e tassi e incalzarli sino a costringerli<br />

alla fuga e ad uscire dalla tana dove li attendono i cacciatori.<br />

CANI DA RIPORTO<br />

Per aiutare i cani da ferma, specialmente durante la caccia<br />

agli acquatici nelle paludi e negli acquitrini, fu creata<br />

in Inghilterra una razza specializzata quasi esclusivamente<br />

a tale scopo: il Retriever, oggi diventato anche un apprezzato<br />

cane da compagnia per il suo carattere bonario<br />

e tranquillo.<br />

CANI NORDICI<br />

I cani nordici hanno le loro radici negli antichi cani dei<br />

paesi del nord. Fra questi si distingue il cane delle torbiere<br />

danese. Sono di regola buoni cani da leva, anche se<br />

prevalentemente cacciano in silenzio.<br />

Terminiamo così questa breve passeggiata tra le origini e<br />

le varie razze dei cani da caccia.<br />

Nei prossimi numeri di CACCIA 2000 avremo modo di approfondire<br />

e conoscere meglio i nostri amici di avventura<br />

entrando più specificatamente nelle singole razze a<br />

noi più conosciute.<br />

7<br />

PAGINA


8<br />

PAGINA<br />

<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

L’angolo del Legale<br />

VISORE NOTTURNO: SI o NO PER<br />

IL CONTROLLO AL CINGHIALE ? a cura dell’avv. Barbara Bastianon<br />

Gentili Lettori,<br />

da più parti, nell’ultimo periodo, è stata sollevata la<br />

questione e posto il quesito se sia regolare o meno<br />

l’uso del visore notturno durante l’attività di controllo<br />

al cinghiale.<br />

La materia è fonte di grande dibattito anche nelle sedi<br />

istituzionali e, ad oggi, purtroppo, non vi sono ancora<br />

risposte certe, tanto che è in fase di valutazione la formulazione<br />

di una espressa richiesta di presa di posizione<br />

sul punto da parte del Ministero competente.<br />

Ad oggi, l’unica fonte normativa di riferimento, rimane<br />

una sentenza, molto controversa, che fa riferimento<br />

alla direttiva europea 79/1979, che stabilisce a tutela<br />

degli uccelli, il divieto di utilizzare “sorgenti luminose<br />

artificiali, specchi, dispositivi per illuminare i bersagli...<br />

etc”.<br />

Detta direttiva, quindi, a rigore, sarebbe riferibile<br />

solo alla caccia agli uccelli, ma per analogia, potrebbe<br />

intendersi riferibile anche ad altre specie animali.<br />

Per vostra opportuna conoscenza, ritengo di riportavi<br />

di seguito alcuni passaggi tratti dal testo originale di<br />

detta sentenza, con riserva, naturalmente, di aggiornarvi,<br />

nei prossimi articoli, sugli sviluppi normativi della<br />

questione.<br />

“La normativa nazionale in tema di mezzi di caccia,<br />

all’art. 13, prescrive l’utilizzo di armi particolari, con un<br />

divieto espresso di far uso di ogni altra arma o mezzo<br />

per l’esercizio venatorio non espressamente ammessi<br />

dalla norma. La disposizione vieta, con un’espressione<br />

quanto mai omnicomprensiva, al comma 5 “tutte le<br />

armi e tutti i mezzi per l’esercizio venatorio non esplicitamente<br />

ammessi dal presente articolo”, specificando<br />

poi il divieto, ad abundantiam, all’art. 21”. Correlate a<br />

questi divieti e a quelli più specifici dell’art. 21, vi sono<br />

le sanzioni di cui all’art. 30, lett. e) e lett. h), volte appunto<br />

a reprimere comportamenti di caccia vietati e<br />

specificamente tipizzati, quale la caccia praticata sparando<br />

da veicoli a motore, da natante o da aeromobile<br />

(art. 21, lett. i), la caccia a rastrello praticata da più di<br />

tre persone (art. 21, lett. h), la caccia al camoscio praticata<br />

col segugio (art. 21, lett. f), l’utilizzo di mezzi di<br />

caccia specificamente interdetti, quali munizioni esche<br />

o bocconi avvelenati, vischio o sostanze adesive, trappole,<br />

reti, tagliole, lacci, archetti e altri simili mezzi insidiosi<br />

(art. 21, lett. u), oppure l’utilizzo di richiami al<br />

di fuori dei casi consentiti o di richiami vivi accecati o<br />

mutilati ovvero legati per le ali (art. 21, lett. r). La disposizione<br />

include anche il divieto di fare uso di richiami<br />

acustici a funzionamento meccanico, elettromagnetico<br />

o elettromeccanico (art. 21, lett. r)”.<br />

I fucili da caccia consentiti nella pratica venatoria<br />

sono solo quelli costituiti dai meccanismi assemblati<br />

dal costruttore che garantiscono il funzionamento<br />

dell’arma. Qualsiasi modificazione apportata dal detentore<br />

per rendere l’arma più offensiva o più efficace<br />

per l’abbattimento della preda si deve ritenere vietata.<br />

In definitiva si devono ritenere vietati non solo tutti i<br />

mezzi diretti ad abbattere la fauna selvatica diversi da<br />

quelli specificamente ammessi, ma anche tutti quegli<br />

accessori che il detentore aggiunge all’arma per renderla<br />

più offensiva. Invero il legislatore, allorchè ha<br />

indicato le caratteristiche che l’arma deve avere per<br />

essere lecita, prende in considerazione solo quelle<br />

realizzate dal produttore. Qualsiasi modificazione accessoria<br />

o sostitutiva di quella propria dell’arma, rende<br />

questa diversa da quella prevista dal legislatore e<br />

perciò non consentita. In questa materia non vige la<br />

regola in forza della quale tutto ciò che non è espressamente<br />

vietato deve considerarsi consentito, ma<br />

quella opposta in base alla quale tutto ciò che non è<br />

espressamente consentito deve considerarsi vietato.<br />

Tale soluzione trova altresì conforto nella L. n. 157<br />

del 1992, artt. 12 e 21.<br />

A tal fine preliminare ad ogni ulteriore considerazione<br />

è l’esatta definizione del concetto di “esercizio venatorio”,<br />

poichè solo ai mezzi utilizzati per tale attività<br />

si riferisce l’art. 13. All’uopo l’art. 12, comma 2, statuisce<br />

che “costituisce esercizio venatorio ogni atto diretto<br />

all’abbattimento o alla cattura di fauna selvatica mediante<br />

l’impiego dei mezzi di cui all’art. 13” ed, ancora<br />

il comma 3, “è considerato altresì esercizio venatorio<br />

il vagare od il soffermarsi con i mezzi destinati a tale<br />

scopo o in attitudine di ricerca della fauna selvatica o di<br />

attesa della medesima per abbatterla”. Emerge quindi<br />

che per esercizio venatorio si intende qualsiasi atto<br />

diretto o strumentale all’abbattimento, rientrandovi<br />

quindi anche l’atto prodromico di ricerca e di individuazione<br />

della preda.<br />

In base ad una concezione rigorosa e restrittiva dei<br />

mezzi di caccia e delle forme di caccia consentite e,<br />

viceversa, della correlata applicazione estensiva dei<br />

divieti di far uso di mezzi di caccia non consentiti, dottrina<br />

e giurisprudenza hanno per lungo tempo, sino


alla fine degli anni 90, considerato che debba ritenersi<br />

esercizio venatorio non solo ogni atto diretto all’abbattimento<br />

e alla cattura degli animali selvatici, ma anche<br />

l’attività prodromica di appostamento e di ricerca<br />

della fauna, come dispone appunto la L. n. 157 del 1992,<br />

art. 12, commi 2 e 3.<br />

Inoltre, le norme citate e lo stesso art. 13, nell’imporre<br />

una serie di limitazioni anche alle caratteristiche<br />

strutturali dei fucili, dimostrano che non è indifferente<br />

il modo con cui si arriva all’abbattimento della fauna,<br />

in quanto l’abbattimento è lecito solo nel rispetto del<br />

più autentico spirito sportivo, non essendo consentiti<br />

quei mezzi che trasformano un’attività sportiva in una<br />

mattanza di animali.<br />

Siffatto orientamento restrittivo condiviso dalla<br />

prevalente dottrina è stato recepito anche dalla giurisprudenza<br />

di legittimità fino alla pronuncia della<br />

Corte costituzionale n. 95 del 1995, citata nel provvedimento<br />

impugnato e richiamata dal difensore nella<br />

difesa davanti a questa corte costituzionale chiamata<br />

a pronunciarsi sulla legittimità della L. n. 157 del 1992,<br />

art.30, comma 1, lett. h) e della L. n. 157 del 1992, art.<br />

13 nella parte in cui, secondo l’interpretazione corrente<br />

dianzi evidenziata, sanzionava penalmente l’uso di<br />

qualsiasi mezzo ancorchè ausiliario, non espressamente<br />

considerato lecito, con riferimento all’uso del cane,<br />

ha dichiarato manifestamente infondata la questione,<br />

in quanto l’uso del cane è vietato solo per la caccia al<br />

camoscio e, quindi, implicitamente deve considerarsi<br />

ammesso per la caccia ad altri animali.<br />

Ha tuttavia sottolineato nella motivazione che in<br />

base all’art. 13 della legge citata il divieto sanzionato<br />

penalmente deve essere circoscritto ai mezzi diretti<br />

all’abbattimento e non esteso ai mezzi ausiliari, come<br />

ad esempio i richiami vivi non espressamente vietati.<br />

Su questa distinzione si fondano in definitiva il provvedimento<br />

impugnato e la tesi sostenuta all’odierna<br />

udienza dal difensore, per escludere l’illiceità penale<br />

dell’uso del puntatore laser.<br />

L’assunto non può essere recepito per varie ragioni.<br />

Anzitutto perchè lo strumento utilizzato (puntatore laser),<br />

essendo stato incorporato nell’arma, era divenuto<br />

parte essenziale della stessa e rendeva l’arma stessa<br />

più idonea alla cattura diretta degli animali in tempo<br />

notturno. Essendo divenuto parte integrante dell’arma<br />

non può considerarsi estraneo all’uso dell’arma<br />

stessa che è un mezzo diretto di esercizio venatorio.<br />

In secondo luogo perchè la distinzione tra “mezzi<br />

diretti alla caccia e mezzi ausiliari all’esercizio della<br />

caccia “può assumere rilevanza allorchè il mezzo ausiliario<br />

non è espressamente vietato dalla legge. Nella<br />

fattispecie invece il puntatore laser al pari di qualsiasi<br />

altro dispositivo per illuminare il bersaglio è espressamente<br />

vietato dall’allegato quattro lett. a) della direttiva<br />

comunitaria n. 79/ 409 del 2 aprile del 1979, la<br />

quale fa parte integrante della legge. Dispone invero<br />

la L. n. 157 del 1992, art.1, comma 4, che le direttive n.<br />

79/409 CE del 2 aprile del 1979 del Consiglio, n. 85/411<br />

CEE della Commissione del 25 luglio 1985 e n. 91/244<br />

della Commissione del 6 marzo del 2001, con i relativi<br />

allegati, concernenti la conservazione degli uccelli<br />

selvatici, sono integralmente recepite ed attuate nei<br />

modi e nei termini previsti dalla presente legge.<br />

La riprova della sussistenza di esplicito divieto si<br />

desume anche da alcune legislazioni regionali le quali<br />

hanno esplicitamente vietato l’uso del puntatore laser<br />

(cfr a titolo esemplificativo l’art. 49, lett. f) della legge<br />

regionale del Piemonte n. 70 del 1996).<br />

La legge regionale della Regione Puglia non menziona<br />

il puntatore laser tra i mezzi vietati, ma da tale<br />

circostanza non può desumersi la sua liceità stante il<br />

divieto espresso dalla legislazione nazionale a seguito<br />

del recepimento delle direttive comunitarie prima<br />

menzionate.<br />

Alla stregua della considerazioni svolte, riuniti i due ricorsi,<br />

vanno annullate le due ordinanze impugnate con<br />

rinvio al tribunale di Lecce, il quale dovrà attenersi al<br />

principio enunciato da questa corte, in base al quale il<br />

puntatore laser montato su un fucile da caccia deve<br />

considerarsi vietato.<br />

9<br />

PAGINA


10<br />

PAGINA<br />

<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

CAN CHE ABBAIA NON<br />

MORDE … MA SE MORDE?<br />

a cura della Dott. Patrizia Bragagna<br />

Attenzione!<br />

Ultimamente in Italia, a seguito di alcuni gravi episodi di<br />

aggressione (taluni mortali) da parte di cani incustoditi nei<br />

confronti di bambini e persone anziane, sono state emanate<br />

dal Ministero della Salute norme specifiche allo scopo<br />

di tutelare l’incolumità pubblica.<br />

Si tratta di due Ordinanze Ministeriali, la prima del 14 gennaio<br />

2008 “Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione<br />

dei cani”, la seconda del 3 marzo 2009 “Ordinanza contingibile<br />

ed urgente concernente la tutela dell’incolumità<br />

pubblica dall’aggressione dei cani”.<br />

A seguito di ciò, la Regione Veneto ha poi emanato un<br />

proprio provvedimento, il Decreto n. 164 del 16 novembre<br />

2009, che in applicazione dell’art. 3 comma 1 della sopraccitata<br />

ordinanza, definisce un percorso mirato all’accertamento,<br />

da parte dei Servizi veterinari delle aziende ULSS<br />

competenti per territorio, delle condizioni psicofisiche del<br />

cane e della corretta gestione da parte del proprietario a<br />

seguito di episodio di morsicatura od aggressione.<br />

Tale percorso è strutturato in due livelli (condizioni psicofisiche<br />

del cane e corretta gestione del medesimo da<br />

parte del proprietario) a cui corrispondono tre strumenti<br />

operativi:<br />

sCHEDA 1: Valutazione dell’evento morsicatura<br />

sCHEDA 2: Visita clinica del cane e intervista al proprietario/detentore<br />

sCHEDA 3: Albero decisionale finalizzato alla categorizzazione<br />

del rischio (4 categorie) a seguito dell’evento morsicatura.<br />

Le 4 fasce di rischio consentono di valutare in modo oggettivo<br />

il grado di pericolosità del cane morsicatore che<br />

viene così classificato:<br />

Rischio 0: morsicatura accidentale, cane non problematico.<br />

Rischio 1: cane<br />

maggiore di Kg 20,<br />

che provoca lesioni<br />

gravi rispettando<br />

le regole comportamentali<br />

proprie<br />

della specie e dove<br />

l’evento morsicatura<br />

risulta proporzionato<br />

e adeguato.<br />

Rischio 2: cane<br />

maggiore di Kg 20, che provoca lesioni gravi senza rispettare<br />

le regole comportamentali proprie della specie, ma<br />

dove l’evento morsicatura rimane comunque proporzionato<br />

e adeguato.<br />

Rischio 3: cane maggiore di Kg 20, che provoca lesioni<br />

gravi senza rispettare le regole comportamentali proprie<br />

della specie e dove l’evento morsicatura è sproporzionato<br />

e inadeguato al contesto.<br />

Una volta definito il livello di rischio, l’autorità competente<br />

individuerà le misure di prevenzione e le azioni correttive<br />

alle quali dovranno sottostare il cane, il proprietario/<br />

detentore o entrambi. Elenchiamo di seguito i provvedimenti,<br />

le prescrizioni e le azioni che andranno intraprese:<br />

Cane a rischio = 0:<br />

essendo l’episodio ritenuto puramente accidentale si<br />

forniscono al proprietario alcune indicazioni (anche solo<br />

verbali) a discrezione del Veterinario Ufficiale, onde evitare<br />

il ripetersi dell’episodio, valutando di volta in volta<br />

la dinamica del fatto e le circostanze in cui lo stesso si è<br />

verificato.<br />

Cane a rischio = 1:<br />

a) si informa il proprietario sulla normativa vigente specifica<br />

per materia e si forniscono indicazioni scritte per evitare<br />

il ripetersi dell’episodio valutando di volta in volta<br />

la dinamica del fatto e le circostanze in cui lo stesso si<br />

è verificato (ad esempio consigliare di circoscrivere la<br />

zona di presenza del cane con una rete, di evitare giochi<br />

predatori, di evitare di lasciare il cane incustodito<br />

con dei bambini)<br />

b) si consiglia di stipulare una polizza assicurativa<br />

c) si consiglia a discrezione un percorso comportamentale<br />

per il cane.<br />

Cane a rischio = 2:<br />

a) si informa il proprietario sulla normativa vigente specifica<br />

per materia e si forniscono indicazioni scritte per evitare<br />

il ripetersi dell’episodio valutando di volta in volta<br />

la dinamica del fatto e le circostanze in cui lo stesso si<br />

è verificato<br />

b) si consiglia di stipulare una polizza assicurativa<br />

c) si richiede tramite ordinanza sindacale l’obbligo di far<br />

seguire al proprietario/detentore un percorso formativo/informativo<br />

con rilascio del PATENTINO (art. 1, comma<br />

4 dell’OM 03/03/2009)<br />

d) si consiglia a discrezione un percorso comportamentale<br />

per il cane.


Cane a rischio = 3:<br />

a) si informa il proprietario sulla normativa vigente specifica<br />

per materia e si forniscono indicazioni scritte<br />

per evitare il ripetersi dell’episodio valutando di volta<br />

in volta la dinamica del fatto e le circostanze in cui lo<br />

stesso si è verificato<br />

b) si richiede, tramite ordinanza sindacale, la stipula di<br />

una polizza assicurativa<br />

c) si richiede, tramite ordinanza sindacale, l’utilizzo di<br />

guinzaglio e museruola<br />

d) si richiede tramite ordinanza sindacale l’obbligo di far<br />

seguire al proprietario/detentore un percorso formativo/informativo<br />

con rilascio del PATENTINO (art. 1,<br />

comma 4 dell’OM 03/03/2009)<br />

e) si richiede, tramite ordinanza sindacale, di far seguire<br />

un percorso comportamentale al cane.<br />

I Servizi veterinari delle aziende ULSS competenti per<br />

territorio devono tenere un registro aggiornato dei cani<br />

morsicatori valutati.<br />

Inoltre, secondo l’art. 1 comma 5 dell’OM 03/03/2009<br />

il veterinario libero professionista, nell’interesse della<br />

salute pubblica, segnala ai Servizi veterinari cani considerati<br />

“impegnativi” ai fini proporre al proprietario una<br />

valutazione comportamentale.<br />

A questo punto la domanda che corre d’obbligo fare è:<br />

ma cosa c’entrano i cani da caccia con questa normativa?<br />

C’entrano eccome, perché nessuna razza canina e alcuna<br />

attitudine sono state escluse dall’applicazione del percorso<br />

sopra specificato da parte dell’autorità competente.<br />

Infatti, nella scheda di valutazione dell’evento morsicatura<br />

(scheda 1) è precisamente richiesto di specificare<br />

se si tratta di primo episodio o recidiva e se quest’ultimo<br />

ha coinvolto una persona, un cane o un’altro animale.<br />

Inoltre, nell’intervista che il veterinario fa al proprietario/<br />

detentore del cane (scheda 2) viene richiesto di specifi-<br />

care la funzione effettiva che il cane svolge: guardia, difesa,<br />

compagnia o caccia.<br />

Pertanto, fatto salvo quanto stabilito dal Regolamento<br />

di Polizia Veterinaria 320/1954 circa la profilassi antirabbica,<br />

che prevede l’isolamento e l’osservazione del soggetto<br />

per 10 giorni, a seguito della segnalazione di morsicatura<br />

e/o aggressione, anche tra cani durante l’attività<br />

venatoria, il veterinario dell’ULSS competente è tenuto<br />

ad attivare il percorso di valutazione previsto dal Decreto<br />

164/2009.<br />

Tali evenienze possono facilmente concretizzarsi, non<br />

solo durante l’attività venatoria, ma anche in concomitanza<br />

di manifestazioni cinofile, fiere e gare attitudinali,<br />

durante le quali si possono avere incontri tra cani maschi<br />

e femmine, presenza di femmine in calore, situazioni di<br />

gerarchia di gruppo, che possono scatenare nei soggetti<br />

coinvolti atteggiamenti conflittuali e aggressioni.<br />

Va inoltre precisato, che l’art. 1 ai commi 1 e 2 dell’Ordinanza<br />

3 marzo 2009, attribuisce sempre e comunque al<br />

proprietario/detentore la responsabilità del benessere,<br />

del controllo e della conduzione dell’animale e risponde,<br />

sia civilmente che penalmente, dei danni o lesioni a persone,<br />

animali (anche altri cani) e cose provocati dall’animale<br />

stesso.<br />

11<br />

PAGINA


12<br />

PAGINA<br />

<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

Etica venatoria<br />

e ... il tiro a cura di Flavio Galizzi<br />

L’argomento che vorrei trattare in questa mia riflessione<br />

riguarda tutte le forme di caccia, ma in particolare è rivolto<br />

a coloro che usano armi a canna rigata.<br />

Il tiro è il momento conclusivo di una complessa azione di<br />

caccia, intesa non solo come azione di cerca del capo da<br />

prelevare per quella specifica giornata, e ciò vale ovviamente<br />

anche per la caccia all’aspetto, con un significato molto<br />

più ampio per coloro che partecipano attivamente, come<br />

gli accompagnatori, a tutte le attività gestionali della fauna,<br />

dal giorno dopo la chiusura del calendario al periodo di prelievo.<br />

Questa azione chiude un percorso complesso e intenso,<br />

come si trattasse del taglio del nastro all’arrivo per un<br />

maratoneta, per un ciclista che ha scalato un passo alpino,<br />

oppure lo sventolamento della bandiera a scacchi per un<br />

ferrarista, per raggiunger il quale si è impegnato per mesi<br />

e a cui ha dedicato tempo e passione. A un appuntamento<br />

così importante non si può giungere impreparati! Quante<br />

volte accade che invece non si sia stati sufficientemente<br />

previdenti controllando la taratura dell’arma, oppure la<br />

fretta ci abbia fatto perdere la concentrazione necessaria,<br />

oppure l’emozione ci abbia giocato un brutto scherzo?<br />

Per quanto riguarda gli aspetti emozionali, trattandosi di<br />

una caratteristica del tutto soggettiva, essi sono vissuti da<br />

ogni cacciatore con intensità e controllo emotivo diversi;<br />

solo gli anni e la pratica aiuteranno a dominarli. Conosco<br />

amici che alla vista di un selvatico, nonostante i molti anni<br />

di caccia, vengono presi da ansia respiratoria così intensa<br />

da provocare agitazione e persino difficoltà di controllo<br />

dell’arma. Basta ovviamente un minuto per riprendere il<br />

controllo, ma bisogna che questo minuto passi senza che<br />

qualcuno intervenga con sollecitazioni o peggio mettendo<br />

fretta, come a volte qualche accompagnatore fa, peggiorando<br />

così la situazione e pregiudicando l’esito del tiro.<br />

L’incontro con la preda deve essere vissuto con la massima<br />

tranquillità, direi quasi con naturalezza. Ma perché ciò av-<br />

venga le uscite di osservazione dei selvatici devono essere<br />

frequenti, i luoghi devono essere conosciuti oppure, qualora<br />

ci trovassimo ospiti in ambienti nuovi, si deve avere acquisito<br />

una certa confidenza con chi ci accompagnerà, direi<br />

meglio una certa amicizia e piena fiducia affinché l’immersione<br />

nello scenario in cui avverrà l’incontro sia quanto più<br />

naturale possibile, senza nulla togliere al fascino dell’ignoto.<br />

Bosco o scenario alpino non dovrebbero avere segreti,<br />

anche nella grande e inevitabile diversità di ogni luogo, con<br />

i suoi colori, i suoi rumori, con profili e orizzonti sempre di<br />

grande bellezza. Sì, perché ogni luogo in cui si caccia è carico<br />

di fascino, è carico di un’aura propria, di vita e di emozioni.<br />

Emozioni che vanno lasciate emergere con discrezione,<br />

e assaporate, ma anche dominate, non certo represse. Fino<br />

al momento dell’incontro.<br />

Nei ricordi del “dopo caccia” potranno riaffiorare con tutta<br />

la loro originaria intensità. La frequentazione dei luoghi<br />

nelle diverse stagioni, così come gli incontri che si fanno nei<br />

diversi periodi dell’anno, in cui gli animali hanno comportamenti<br />

diversi, stimolerà il desiderio di conoscerli meglio, e<br />

solleciterà la nostra attenzione. Quando ritorneremo negli<br />

stessi luoghi per la caccia, le emozioni vissute si rivestiranno<br />

di sensazioni nuove, cariche di tensioni e di responsabilità,<br />

ma anche di rispetto nei confronti di qualcosa di sacro<br />

che stiamo compiendo, che richiede rispetto, attenzione e<br />

concentrazione. Al tiro dobbiamo giungere preparati anche<br />

sul piano emotivo. Un aspetto importante da bandire<br />

nel modo più assoluto è la fretta. Velocità di esecuzione<br />

non vuol dire assolutamente fretta, semmai vuol dire abilità<br />

e destrezza nel coordinare alcuni gesti che ci devono venire<br />

spontanei: per raggiungere l’abilità necessaria non c’è altra<br />

via che la concentrazione e l’esercizio. La concentrazione<br />

deve rivolgersi non solo verso l’individuazione del selvatico,<br />

per una veloce quanto corretta valutazione del capo,<br />

ma contestualmente anche nei confronti del “luogo”, inteso<br />

sia come conformazione geologica, per l’individuazione<br />

rapida di un possibile appoggio sicuro per il tiro, ma anche<br />

di eventuale direzione di fuga del selvatico, sia come contesto<br />

vegetazionale, mappando tutti gli eventuali ostacoli<br />

che si possono trovare lungo la traiettoria del tiro.<br />

L’individuazione del selvatico non deve quindi farci prendere<br />

da un’eccessiva emozione, sempre in agguato; sarà<br />

possibile se la nostra attenzione e concentrazione sarà rivolta<br />

a come muoverci per trovare un appoggio sicuro per<br />

il tiro, e a come non farci sorprendere dai sensi sempre in<br />

allerta del selvatico. Non sempre avremo il tempo necessario,<br />

ma un esercizio serio e un’attenzione interiore viva ci


permetteranno nella maggior parte dei casi di non sprecare<br />

l’occasione. Da ciò si capisce come la “cerca” non è da tutti,<br />

e resti una pratica venatoria da lasciare al cacciatore maturo,<br />

al quale, semmai, dovremmo desiderare di affiancarci<br />

per comprenderne e apprendere i segreti e lo stile. Tutto<br />

ciò vale non solo quando ci troviamo in ambiente boschivo<br />

a caprioli o a cervi, ma anche per l’alta montagna nei<br />

confronti del camoscio, sempre vigile, scaltro e smaliziato.<br />

Sono gli animali i veri conoscitori dell’ambiente, dai quali<br />

tutto abbiamo da imparare, e nei confronti dei quali dovremmo<br />

sempre continuare ad accrescere le nostre conoscenze,<br />

specie sotto il profilo comportamentale e sociale,<br />

troppo spesso sottovalutati.<br />

è per questo che la chiave per giungere a concludere la<br />

nostra azione di caccia in maniera eccellente non può prescindere<br />

dalla nostra frequentazione dell’ambiente di caccia,<br />

così come dalla conoscenza specifica della specie che ci<br />

apprestiamo ad insidiare. Al momento del tiro giungeremo<br />

preparati solo se abbiamo un’elevata conoscenza dell’animale<br />

che stiamo cacciando, della sua etologia nei diversi<br />

mesi dell’anno e del contesto ambientale e stagionale in cui<br />

svolgiamo il prelievo. Il tiro, di per sé, senza queste emozioni<br />

vissute e gestite correttamente, può non significare<br />

nulla; meglio allora sarebbe sparare a delle sagome, così<br />

saremo certi di non fare danni. Sì, perché, se la nostra preparazione<br />

non è completa, di danni ne potremo fare anche<br />

parecchi. Un animale ferito è di per sé un danno, anche se<br />

poi lo recuperiamo. Un danno per lui, ma anche per il cacciatore:<br />

il ferimento non è mai un esito venatorio da giustificare<br />

con leggerezza, anche se fa parte purtroppo degli<br />

eventi possibili. Un bravo accompagnatore si sente in dovere<br />

di riprendere sempre il cacciatore che ferisce, anche se<br />

per lo più in tono bonario, e chiude la giornata, anche quando<br />

il capo viene recuperato, con un po’ di amaro in bocca,<br />

proprio perché non vorrebbe mai veder soffrire un animale.<br />

La passione e il desiderio di conoscenza non possono che<br />

accrescere le abilità di ogni cacciatore; saremo bravi cacciatori<br />

nella misura in cui avremo la certezza, la voglia e la tensione<br />

interiore di avere ancora qualcosa da imparare. Il presuntuoso<br />

non potrà che rimanere un cacciatore modesto,<br />

superficiale, dal quale non si avrà nulla da imparare, nonostante<br />

l’ingloriosa enfasi con cui condisce spesso i suoi racconti<br />

di caccia. L’azione conclusiva del tiro richiede infine,<br />

oltre a questo bagaglio di esperienza e di conoscenze della<br />

DI FRANCESCO MONTAGNESE<br />

fauna, anche un bagaglio tecnico, legato alla conoscenza<br />

della propria arma, delle sue qualità intrinseche, delle sue<br />

potenzialità e della sua precisione. Per questo motivo non<br />

si può prescindere dalla pratica del tiro, anche saltuariamente,<br />

con la propria arma. Acquisire confidenza e dimestichezza<br />

con l’arma che si utilizzerà a caccia significa avere<br />

maturato un pieno senso di responsabilità per il momento<br />

magico che conclude l’azione di caccia. Anche qui si rileva<br />

spesso un livello alto di irresponsabilità da parte di troppi<br />

cacciatori, quando iniziano la stagione del prelievo senza<br />

aver mai sparato nemmeno un colpo dall’anno precedente.<br />

Alcuni comprensori chiedono che prima dell’inizio dell’attività<br />

venatoria si pratichino delle sezioni di tiro per controllare<br />

la precisione della propria arma, altri organizzano della<br />

gare di tiro proprio per permettere a chi partecipa di tarare,<br />

nell’occasione, la loro arma, altri stanno pensando di farlo.<br />

Se si valuta il costo minimo che tale impegno comporta, irrilevante<br />

in rapporto a tutte le altre spese, non si capisce<br />

perché molti restino superficialmente poco attenti a questo<br />

aspetto, al contrario così importante!<br />

Chiudere con piena soddisfazione un’azione di caccia con<br />

la consapevolezza piena di aver raggiunto una necessaria<br />

preparazione emotiva, di conoscere approfonditamente il<br />

selvatico che si sta cacciando, e di aver riacquisito la giusta<br />

confidenza tecnica e pratica della propria arma, rappresenta<br />

quell’aspetto etico-valoriale e di soddisfazione morale<br />

che qualifica e appaga pienamente ogni cacciatore serio e<br />

responsabile, ben al di là della stessa preda, che si tratti di<br />

un Kitz o di un magniifico trofeo.<br />

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14<br />

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<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

Passeggiando<br />

nel bosco: BARDANA<br />

“Arctium lappa” – Composite<br />

ATTENZIONE!!!<br />

Prima di utilizzare qualsiasi<br />

pianta medicinale, si leggano<br />

attentamente le eventuali<br />

avvertenze contenute<br />

nella loro trattazione. Un<br />

loro cattivo impiego può<br />

causare seri inconvenienti.<br />

Talune piante, o loro parti<br />

o sostanze da esse ricavate,<br />

possono essere addirittura<br />

tossiche o velenose. In ogni<br />

caso nell’ incertezza si ricorra<br />

al consiglio di una persona<br />

qualificata.<br />

DEsCRIZIONE: Pianta dotata di una voluminosa radice cilindrica, ha un fusto<br />

robusto e ramoso, solcato da scanalature. Le foglie di forma cordato-ovata,<br />

sono assai grandi alla base. Nella pagina superiore sono verdi, mentre in quella<br />

inferiore assumono tonalità grigiastre. I fiori di color porporino, poco appariscenti,<br />

sono assembrati in corimbi racchiusi in un involucro con brattee uncinate.<br />

La fioritura avviene in estate. La pianta può superare il metro e mezzo<br />

d’altezza.<br />

HABITAT: è una pianta infestante diffusa nei terreni incolti, vicino ai vecchi<br />

muri, nei sentieri, comune dal piano alla montagna.<br />

RACCOLTA: Si utilizzano le lunghe e grosse radici fresche raccolte in autunno<br />

estirpandole da piante che hanno 2 anni di età. Possono essere utilizzate anche<br />

le foglie, raramente i semi.<br />

Certo vi sarà accaduto di passeggiare d’estate per luoghi incolti e uscirne con i<br />

risvolti dei pantaloni ed i calzini aggrediti da tenaci globi pungenti. Il vegetale<br />

che si arma di tali ostinati frutti è la bardana, pianta dalle grandi foglie carnose.<br />

A fini salutari, è soprattutto la radice della pianta quella che vanta i maggiori<br />

pregi. Essa presenta un diametro di ¾ cm. ed una lunghezza superiore al<br />

metro. Raccolta in autunno da piante di 2 anni può essere consumata lessa,<br />

grattugiata, oppure sotto forma d’infuso o decotto.<br />

Le sue proprietà medicinali si esplicano nei casi di dermatosi: foruncoli, acne,<br />

piaghe in genere, ma svolge pure un’azione intensa contro gli acidi urici che<br />

vengono eliminati con la minzione.<br />

La bardana viene consigliata anche, sotto forma di cataplasma, ai sofferenti<br />

di gotta. In tal caso si applicano sulla parte dolorante delle foglie di bardana<br />

cotte.<br />

Contro la litiasi si utilizza il decotto. Allo scopo si fanno bollire in ½ litro d’acqua<br />

10 gr. di radice fresca per 5 minuti. Si lascia riposare per un quarto d’ora,<br />

si filtra e se ne consumano 2 tazze al giorno prese lontano dai pasti principali.<br />

Contro acne e seborrea si prepara un decotto ponendo a bollire per 10 minuti<br />

30 gr. di radici fresche in 1 litro d’acqua bollente. Si filtra e si usa per lavaggi. Lo<br />

stesso decotto serve per frizionare il cuoio capelluto onde limitare la caduta<br />

dei capelli.<br />

Il decotto di bardana (30 gr. di radice fresca in 1 litro d’acqua e filtrata) abbassa<br />

il tasso glicemico nei soggetti sofferenti di diabete. Uso: 2 tazze al giorno<br />

prese lontano dai pasti.<br />

ALTRI UsI<br />

Tratto da: “Guarire con le erbe” - Fratelli Melita Editore<br />

La bardana è una pianta medicinale apprezzata fin dall’antichità. Le sue proprietà<br />

sono state confermate dai ricercatori moderni. Essa è una pianta biennale,<br />

ossia compie il ciclo vitale in 2 anni: il primo anno emette solo foglie, il<br />

secondo anche i fiori. Oltre che come verdura, nel qual caso si utilizzano le<br />

foglie fresche cotte e mescolate ad altre verdure, la bardana viene utilizzata<br />

per estrarre un olio che serve per depurare le pelli grasse e l’acne.<br />

Nella cosmesi casalinga per depurare le pelli grasse si frantuma 1 cucchiaio di<br />

radici e si pongono a bollire per mezz’ora a vapore in 1 bicchiere d’olio di oliva.<br />

Si lascia riposare in infusione per 4-5 giorni, si filtra e si utilizza con un batuffolo<br />

di cotone imbevuto per detergere la pelle del viso.


I lunghi ad alta<br />

definizione e la caccia<br />

a cura di dott. Corrà Francesco<br />

HD, FL, ED…tante sigle che i produttori utilizzano per definire<br />

i lunghi ad alta definizione. Vediamo che strumenti ci sono<br />

dietro e quali siano gli elementi che offrono veramente vantaggi<br />

pratici ai cacciatori. L’ingrandimento ideale degli oculari<br />

del cannocchiale da osservazione, o lungo, non è più 20-60,<br />

bensì 25-50, con ottica supergrandangolare e quindi campo<br />

visivo migliorato. Del resto, chi si è mai trovato a caccia a<br />

trarre benefici reali dai 60x alzi la mano… Purtroppo il velo<br />

atmosferico e la riduzione della pupilla d’uscita rendono l’osservazione<br />

sopra i 45-50x più problematica dei benefici portati<br />

dal maggior ingrandimento dei soggetti, con buona pace<br />

di chi costruisce prodotti che arrivano a ingrandimenti ben<br />

superiori, ottenuti peraltro al prezzo di appesantire il lungo<br />

di tre o quattro etti. Se ammettiamo che l’ingrandimento di<br />

“lavoro” per valutare un animale a caccia sia tra i 30 e i 45x,<br />

il dato tecnico da catalogo più importante su cui concentrare<br />

l’attenzione per valutare l’utilizzabilità di un lungo è senza<br />

dubbio il campo visivo, la cui limitatezza in questi tipi di strumenti<br />

è da sempre un problema quando si usa il cannocchiale<br />

da osservazione; chiunque abbia un po’ di esperienza sa che<br />

“trovare” il camoscio col lungo sul versante opposto della<br />

montagna a volte richiede tempo e qualche imprecazione…<br />

Aumentare il campo visivo è quindi una delle massime priorità<br />

che i produttori di ottiche si prefiggono quando cercano di<br />

migliorare i loro cannocchiali. Se ad esempio il classico oculare<br />

variabile 20-60 Swarovski portava sui cannocchiali austriaci<br />

un campo visivo (a ingrandimento 20x) di 36m a 1000m di<br />

distanza, oggi il 25-50W, a 25x (quindi con il 25% di ingrandimento<br />

in più) offre un campo visivo di 42m a 1000m. Anche<br />

Leica è su questo ordine di grandezza, con 41m a 1000m a<br />

ingrandimento 25x. Parliamo un po’ di performance ottica in<br />

termini di nitidezza, luminosità, definizione dell’immagine, gli<br />

elementi fondamentali che distinguono la qualità di un prodotto<br />

dall’altro e che si possono presupporre conoscendo la<br />

fama di un produttore, ma di certo non si leggono sui cataloghi:<br />

è necessario provare con i propri occhi. Nitidezza e definizione<br />

dell’immagine, nonché luminosità (nota dolente nei<br />

lunghi a causa della sproporzione<br />

tra ingrandimento elevato e<br />

diametro dell’obiettivo limitato),<br />

che sicuramente compiono passi<br />

avanti nei lunghi ad alta definizione<br />

grazie all’uso di lenti asferiche<br />

e di macchine sempre più sofisticate<br />

che levigano la superficie<br />

delle lenti con tolleranze da microtecnologia,<br />

col risultato di far<br />

passare la luce senza deviazioni<br />

produttive di distorsioni e aberrazioni<br />

cromatiche. Passi avanti an-<br />

Foto ATM STM: I lunghi HD della Swarovski, oggi oggetto di una grande promozione<br />

presso tutti i rivenditori.<br />

che grazie a un materiale costruttivo chiamato fluorite, che<br />

produce immagini migliori ma se usato massicciamente porta<br />

una dominate giallastra nell’immagine e una maggiore debolezza<br />

strutturale delle lenti. Un dato magari apparentemente<br />

meno importante per il cacciatore, ma in realtà rilevante soprattutto<br />

in fase crepuscolare, è quello della fedeltà cromatica,<br />

che si misura con un indice che premia come migliori le<br />

lenti sulle quali i test rilevano i valori più bassi. La fedeltà cromatica<br />

è importante perché la presenza di frange di colore (la<br />

cosiddetta aberrazione cromatica) intorno alle sagome di ciò<br />

che si osserva, soprattutto la sera, rende difficile distinguerne<br />

i contorni rispetto allo sfondo e porta quindi in sostanza<br />

all’impossibilità di identificare l’animale tanto prima rispetto<br />

al buio quanto maggiore è la portata del problema.<br />

Grazie ai nuovi trattamenti delle lenti, i test effettuati in Austria<br />

hanno mostrato sugli ATM/STM col nuovo oculare un indice<br />

poco superiore a 3, mentre gli altri prodotti risultano su<br />

va lori pari almeno al doppio. Dopo il campo visivo, riteniamo<br />

che il più grave problema dei lunghi sia legato al loro peso,<br />

soprattutto per chi a caccia deve fare lunghe camminate. Grazie<br />

all’uso del più leggero magnesio al posto dell’alluminio,<br />

Swarovski riduce drasticamente il peso dei suoi lunghi con gli<br />

ATM ed STM 65 ed 80, portando (oculare 25-50 montato) le<br />

differenze rispetto agli ultimi modelli dei concorrenti tedeschi<br />

nell’ordine dei 300 grammi. Più in generale, consigliamo di<br />

affidarsi senza problemi ad un lungo ad alta definizione con<br />

obiettivo da 65mm, che ha poco ingombro e pesa pochissimo,<br />

se andiamo a caccia di camosci o comunque facciamo<br />

esperienze faticose nelle quali il peso dello zaino ha grande<br />

importanza. La performance di un 65 HD è veramente straordinaria<br />

rispetto a quello che ci si aspetterebbe vedendo uno<br />

strumento così compatto. Per finire, un occhio alla fotografia<br />

(digiscoping), che ormai la maggior parte dei cacciatori pratica<br />

utilizzando una fotocamera o videocamera digitale associata<br />

al lungo. Le macchine hanno fatto grandissimi progressi<br />

in qualità, facilità d’uso e contenimento dei prezzi. Oggi con<br />

300 Euro si compra una grande fotocamera. Alta definizione<br />

in fotografia significa differenza<br />

facilmente percepibile giardando<br />

i risultati degli scatti. Se a<br />

caccia si riesce ad osservare innegabilmente<br />

ma non drammaticamente<br />

meglio con un ottica HD<br />

o FL piuttosto che con una normale<br />

il dettaglio di un camoscio<br />

un po’ distante all’interno di un<br />

branco, quando si fotografa le<br />

differenze diventano veramente<br />

importanti.<br />

Weidmannsheil!<br />

15<br />

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16<br />

PAGINA<br />

<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

LA BALISTICA<br />

Le Chiusure<br />

a cura di Nani Cadorin<br />

Vanno sotto questo nome i meccanismi che hanno il compito di tenere il bossolo nella<br />

camera di scoppio durante lo sparo. Nate per consentire il superamento del caricamento ad<br />

avancarica furono, all’origine, esclusivamente adottate dai militari.<br />

I due sistemi fondamentali, il Dreyse e lo Chassepot, erano stati studiati per ottenere lo sparo<br />

da vere e proprie “cartucce”: involucri cilindrici di carta che contenevano la polvere e ad<br />

una estremità portavano il proiettile. L’innesco era sulla base di quest’ultimo e, per ottenere<br />

lo sparo, il percussore doveva attraversare tutta la cartuccia.<br />

I due sistemi differivano per il modo di impedire la fuoruscita dei gas al momento dello sparo,<br />

dato che l’involucro di carta contenente la polvere non era certo sufficiente.<br />

Diventa molto interessante notare la chiusura della camera di scoppio che era, in entrambi<br />

i casi, assicurata da un lungo chiavistello che girando incastrava i denti di cui era munito in cavità<br />

ricavate da un blocco metallico su cui era avvitata la canna. Questo sistema, modificato<br />

e con mille varianti, è rimasto valido sino ai giorni nostri.<br />

Non ci volle molto per arrivare alle munizioni come le conosciamo oggigiorno. Gli involucri di<br />

carta furono sostituiti con altri interamente metallici o con un fondello metallico e corpo in<br />

cartone. Entrambi i tipi dovevano assicurate la tenuta dei gas. L’innesco fu spostato da dove<br />

era dietro il proiettile e montato sul fondello del bossolo, oppure distribuito su una corona<br />

anulare integrale col fondello.<br />

Le chiusure persero il compito di trattenere i gas e mantennero solo quello di tenere il bossolo<br />

nella camera di scoppio durante lo sparo. Compito da non sottovalutare: i gas che da un<br />

lato spingono il proiettile fuori della canna e dall’altro vorrebbero spingere il fondello fuori<br />

della camera di scoppio possono arrivare a pressioni dell’ordine di 3.000 kg/cm 2 (pardon,<br />

di 300 MP) e questo vuol dire che la spinta che la chiusura deve contrastare può arrivare<br />

intorno a 4.500 Kg.<br />

L’introduzione delle munizioni moderne diede modo, ad una miriade di inventori, di escogitare<br />

i sistemi di chiusura più disparati. Alcuni ebbero applicazione quasi esclusivamente<br />

per usi civili, altri per usi in prevalenza militari e molti furono impiegati in entrambi i campi.<br />

Tutto questo è stato facilitato dalla buona disponibilità sul mercato sia delle munizioni militari<br />

o derivate, sia delle armi complete o delle singole chiusure adottate dai vari eserciti.<br />

Per semplificare le chiusure si possono dividere in tre gruppi:<br />

Chiusure basculanti<br />

Chiusure con otturatore scorrevole<br />

Chiusure con blocchi mobili<br />

CHIUsURE BAsCULANTI<br />

Sono utilizzate principalmente per le armi da caccia (salvo qualche raro impiego in pistole<br />

lanciarazzi, in lanciagranate da spalla o in pistole che sparano proiettili di grosso calibro ed<br />

alta potenza). Queste armi, che hanno sostituito le precedenti ad avancarica, risentono delle<br />

forme e delle soluzioni delle loro antenate opportunamente modificate.<br />

Ritroviamo così, oltre alle armi monocanna, fucili a due canne affiancate o sovrapposte e<br />

fucili a più di due canne che si sono sviluppati grazie alle possibilità offerte dal nuovo munizionamento.<br />

Queste chiusure hanno una caratteristica in comune da cui prendono il nome e sono composte<br />

da due blocchi: uno che porta una o più canne ed un foro trasversale o una sede semicircolare<br />

nella parte inferiore e da un altro, sagomato ad L, che prende il nome di bascula. I<br />

due sono collegati con un perno verso l’estremità della base della bascula che permette al<br />

blocco, che porta le canne, di ruotare su di esso ed andare ad incastrarsi esattamente contro<br />

la faccia della bascula, chiudendo così la camera di scoppio. Per impedire un’eventuale ec-


cessiva rotazione del blocco, rispetto alla bascula durante<br />

l’apertura, sotto le canne viene applicata una parte fissa,<br />

l’astina, che limita la rotazione.<br />

Durante lo sparo però la spinta dei gas tenderebbe a far<br />

distaccare il blocco, che porta le canne, dalla faccia della<br />

bascula che le tiene chiuse facendolo girare intorno al perno<br />

fissato alla stessa; circa il modo di contrastare questa<br />

spinta molti costruttori si sono sbizzarriti:<br />

- c’è chi ha congiunto bascula e blocco portacanne con<br />

una T fissata alla bascula che entra in una cava del blocco<br />

e, ruotando, la trattiene;<br />

- chi invece ha impedito il movimento con un gancio sporgente<br />

sotto il blocco “tenone” che li tiene bloccati da un<br />

chiavistello che si muove all’interno della bascula;<br />

- altri ne hanno impiegati due, usando anche come tenone<br />

la parte del blocco dove è praticato il foro per la rotazione<br />

rispetto alla bascula;<br />

- altri ancora hanno pensato di rendere la chiusura ancora<br />

più solida con un altro chiavistello che impegna un foro<br />

in una linguetta che sporge dietro i piani della culatta delle<br />

canne.<br />

- ed infine qualche d’uno ha pensato di semplificare il tutto<br />

realizzando la chiusura con un perno di congiunzione<br />

blocco-culatta, generosamente dimensionato, assicurando<br />

la chiusura con un unico dente nella parte posteriore<br />

del blocco dove si incastra un chiavistello che ne<br />

impedisce la rotazione.<br />

I precedenti sistemi di percussione per l’accensione<br />

delle armi ad avancarica, con cani che percuotevano una<br />

capsula su un luminello a fianco dell’arma, furono agevolmente<br />

convertiti per le nuove munizioni. Gli acciarini, che<br />

portavano i cani, furono modificati in modo che questi<br />

risultassero in asse con le canne ed azionassero dei percussori<br />

posti nel corpo della bascula. Con questo sistema<br />

le armi diventarono più robuste ed adatte ad affrontare in<br />

seguito le maggiori sollecitazioni generate dal passaggio<br />

dalla polvere nera alle polveri senza fumo.<br />

Con questo tipo di percussione la bascula richiedeva<br />

solo le lavorazioni destinate ad alloggiare il chiavistello<br />

che bloccava i tenoni ed inoltre c’era la sicurezza di poter<br />

portare l’arma carica senza i cani armati in modo da evitare<br />

spari indesiderati.<br />

Il desiderio di rendere le armi più eleganti portò a studiare<br />

i sistemi con cani interni. Restò il principio di un<br />

cane spinto da una molla e comandato da un grilletto. Il<br />

cane divenne più piccolo e posto all’interno della piastra<br />

dell’acciarino, anziché all’esterno. Per poter alloggiare il<br />

tutto fu necessario ricavare delle cavità supplementari<br />

nella bascula.<br />

Nacque il problema di armare i cani. All’inizio venne<br />

risolto con una leva esterna ma, successivamente, questo<br />

sistema venne abbandonato e sostituito da un armamento<br />

ottenuto con leve che attraversavano la bascula<br />

in tutta la sua lunghezza ed azionate da dei denti fissati<br />

sull’astina.<br />

Per l’applicazione di questo armamento, però, si dovevano<br />

praticare nella bascula delle cave per l’inserimento<br />

delle aste e questo indeboliva ulteriormente la struttura<br />

inoltre, senza l’astina, gli acciarini non potevano essere<br />

armati, ed il fucile era inutilizzabile. Inoltre, salvo il caso<br />

in cui ogni acciarino non prevedesse un avvisatore, non si<br />

poteva sapere se i cani erano armati o no.<br />

Gli armaioli più famosi presero come punto d’onore lo<br />

sviluppo di un proprio sistema di blocco delle canne o di<br />

percussione per cui il sistema, pur rimanendo fondamentalmente<br />

lo stesso, si sviluppò in una miriade di variazioni<br />

ognuna col nome dell’inventore.<br />

La transizione dall’avancarica fu più semplice per i fucili<br />

sovrapposti. La soluzione non era stata particolarmente<br />

diffusa nell’avancarica perchè occorreva ottenere la percussione<br />

su due luminelli posti ad altezze differenti; passando<br />

al retrocarica e abbandonando i cani esterni, l’azionamento<br />

di due percussori posti uno sopra l’altro fu più<br />

facile da realizzare.<br />

In questo tipo di arma la bascula ha una cavità più profonda<br />

ed alloggia buona parte del blocco che porta le canne,<br />

ed i tenoni sono sostituiti da due grossi denti che si<br />

incastrano i due incavi sulle facce interne dell’incavo della<br />

basculla stessa.<br />

Il vantaggio del sistema è che l’incastro, tra bascula e<br />

blocco, è posto di fianco e non sotto il blocco: questo alleggerisce<br />

gli sforzi sui chiavistelli che impediscono l’apertura<br />

durante lo sparo. Ci sono ancora costruttori che, anche<br />

per il sovrapposto, utilizzano la chiusura con tenoni<br />

inferiori, ma questo costringe a costruire bascule più alte<br />

e meno eleganti.<br />

Una variante, relativamente recente, che si distacca completamente<br />

dalle concezioni sin qui esposte e che è adatta<br />

specificamente a basculanti monocanna, consiste in una<br />

bascula ed un blocco imperniati normalmente. Il blocco<br />

che porta le canne però ha una robusta lingua che sporge<br />

verso l’indietro ed un dente altrettanto robusto che sporge<br />

inferiormente.<br />

Sulla bascula è montato un blocchetto libero di oscillare,<br />

che porta un grosso dente sulla parte superiore, ed ha<br />

in basso una lingua sporgente con un foro; inoltre all’interno<br />

del blocchetto passa un percussore.<br />

Quando l’arma va in chiusura, il dente superiore del blocchetto<br />

entra esattamente nel foro della lingua che sporge<br />

dal blocco porta-canne, ed il dente inferiore del blocco<br />

porta-canne entra esattamente nel foro sulla lingua del<br />

blocchetto.<br />

All’atto dello sparo, tutta la spinta del fondello è sopportata<br />

dai due denti che fissano il blocchetto al blocco<br />

porta-canne, e la bascula ha solo il compito di tenere<br />

chiusa l’arma, senza altri sforzi aggiuntivi: sono eliminate<br />

tutte le sollecitazioni alla bascula dovute allo sparo, salvo<br />

quelle dovute al rinculo dell’arma.<br />

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<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

Ricetta<br />

“LEPRE A LA BIGORRE” – specialità del sud della Francia<br />

a cura dello chef Dal Pan Vanni<br />

Per 4 persone: 1 lepre – 3 cucchiai di burro – 30 g. di pancetta grassa affumicata<br />

– 2-3 cucchiai di rafano grattugiato in un po’ di panna – 1 uovo – 100 g. di patatine<br />

salate – sale e pepe – concentrato di brodo liquido – 3 cucchiai di salsa rémoulade<br />

– 100 g. di yogurt magro – 2 pomodori – 1 mazzetto di prezzemolo riccio<br />

Tagliate la pancetta a dadini.<br />

Trinciate la lepre a pezzi e rosolateli su tutti i lati in 2 cucchiai di burro insieme<br />

alla pancetta.<br />

Togliete dal fuoco.<br />

Fate raffreddare e strofinate i pezzi di carne con il rafano grattugiato.<br />

Sgocciolate i dadini di pancetta e metteteli in caldo.<br />

Rimettete i pezzi di coniglio nella casseruola con i grassi e fate cuocere coperto,<br />

a fiamma dolce, per circa 1 ora.<br />

Ritirate i pezzi di coniglio a mano mano che sono cotti e disponeteli su una<br />

piastra leggermente oliata con il lato piatto verso il basso.<br />

Sbattete l’uovo e versatelo sui pezzi di carne che impanerete con le patatine<br />

sbriciolate. Mettete una noce di burro su ogni pezzo di lepre e infornate nel<br />

forno preriscaldato.<br />

Nel frattempo declassate il fondo di cottura con un po’ d’acqua calda o di<br />

brodo.<br />

Aggiustate il sapore con il sale, il pepe, il brodo concentrato e un po’ di salsa<br />

rémoulade.<br />

Incorporate lo yogurt magro e tenete in caldo senza mai fare bollire.<br />

Servite la salsa a parte in una salsiera preriscaldata.<br />

Presentate i pezzetti di lepre impanati su un piatto di portata preriscaldato<br />

circondati dalla pancetta a dadini, dai pomodori affettati e dai mazzetti di<br />

prezzemolo.<br />

Come contorno, verdure cotte, patatine al vapore con il prezzemolo e due<br />

fette di melone senza semi.<br />

Come vino consigliamo una buona bottiglia di barbera o di cabernet franc.<br />

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esigenze del singolo cacciatore<br />

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<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

La rete Natura 2000<br />

In Europa<br />

2ªParte a cura dei dott. ri Cesare Lasen e Michele Cassol<br />

foto di Michele Da Pozzo e Adriano Bruna<br />

vEGETALI DI ALLEGATO II INsERITI NELLA DIRETTIvA stazione, fra l’altro molto a rischio, dell’orchidea (poco ap-<br />

Per quanto riguarda le piante, l’allegato II della direttiva pariscente) Liparis loeselii (di zone umide) è bene non cita-<br />

habitat interessa un numero molto limitato di specie. re la località.<br />

Si riportano quelle sicuramente presenti in provincia di Altre piante, peraltro non a rischio, sono inserite nell’alle-<br />

Belluno. La più famosa e nota è certamente la Pianella delgato IV e tra esse<br />

la Madonna (Cypripedium calceolus), in passato soggetto a vi sono due spe-<br />

raccolte eccessive e che oggi non è particolarmente raro cie delle pareti<br />

in alcune aree (ad esempio nelle Dolomiti d’Ampezzo e in rocciose, la Cam-<br />

quelle di sinistra Piave).<br />

panulamorettia- Il gladiolo di palude (Gladiolus palustris), è una bella pianna (simbolo del<br />

ta erbacea che fiorisce in piena estate (fine giugno-luglio) Parco Naziona-<br />

su prati non propriamente umidi (a dispetto del nome), di le) e il raponzolo<br />

solito su pendii soggetti a ruscellamento superficiale. Diffu- di roccia (Physoso<br />

nella parte bassa della provincia: feltrino, sinistra Piave, plexis comosa).<br />

Monte Serva, fino a quote di 1600-1700 m. Sempre più raro Oltre ad esse<br />

a causa dell’abbandono dello sfalcio.<br />

Tipografia Piave: FG nl: AM09-----0177 nome: 27 febbraio 2010 data: 25-02-11 vanno Ora: 10 alt: 97 , ricorda-<br />

00 Compos.:10,42 del 25-02-11 base: B5 col: CMYK<br />

Una terza Tipografia specie Piave: FGinserita nl: AM09-----0177in nome: allegato 27 febbraio 2010 data: II 25-02-11 è una Ora: 10bella alt: 97 , 00e Compos.:10,42 ro- delte 25-02-11 le base: stazioni B5 col: CMYK più<br />

L’Amico del Popolo<br />

busta campanulacea, ramificata con 27 FEBBRAIO fiorellini 2011 - N. 9 di colore chia- orientali Testatina dell’en-<br />

177<br />

L’Amico del Popolo<br />

ro, che vive in ambienti 27 FEBBRAIO 2011 - N. di 9 forra e prati cespugliosi Testatina piuttosto demica insubrica 177<br />

asciutti. Si chiama Adenophora liliiifolia ed è piuttosto spo- Primula spectabiradica<br />

nella parte meridionale della Provincia, nella fascia lis che raggiun-<br />

submontana, raramente oltre i 1000 m di quota.<br />

gono il massic-<br />

Fiorisce in estate avanzata (luglio-agosto). Per l’unica cio del Grappa,<br />

CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PER LA PROVINCIA DI BELLUNO<br />

Via Tiziano Vecellio, 32 - Telefono 0437 931 888<br />

Adenophora liliifolia


Zerynthia polyxena su Muscari botryoides<br />

in stazioni erboso-rupestri della fascia<br />

montana. Non vi sono segnalazioni, invece,<br />

circa la presenza di muschi e di licheni<br />

tra quelli inseriti negli elenchi.<br />

Lista di specie animali inserite nella<br />

direttiva habitat e specie di allegato I<br />

della direttiva Uccelli segnalate nella<br />

provincia di Belluno.<br />

(a cura di Michele Cassol, con la collaborazione<br />

di Marialuisa Dal Cortivo per la parte inerente<br />

la fauna non vertebrata).<br />

DIRETTIvA HABITAT – ALLEGATO II<br />

Specie animali e vegetali d’interesse comunitario<br />

la cui conservazione richiede la designazione<br />

di zone speciali di conservazione<br />

INvERTEBRATI<br />

Rosalia alpina e Falena dell’edera sono specie<br />

prioritarie<br />

Vertigo sinistrorso minore Vertigo angustior<br />

Gambero di fiume Austropotamobius<br />

pallipes<br />

Cervo volante Lucanus cervus<br />

Cerambice delle querce, Capricorno maggiore<br />

Cerambix cerdo<br />

Rosalia alpina Rosalia alpina<br />

Falena dell’edera Euplagia quadripunctaria o<br />

Callimorpha quadripunctaria<br />

Licena delle paludi Lycaena dispar<br />

Aurinia Euphydryas aurinia o Eurodryas<br />

aurinia o Hypodryas aurinia<br />

Ninfa delle torbiere Coenonympha oedippus<br />

ANFIBI<br />

Tritone crestato italiano Triturus carnifex<br />

Ululone dal ventre giallo Bombina variegata<br />

MAMMIFERI<br />

Orso e lince sono specie prioritarie<br />

Ferro di cavallo curiale Rhinolophus euryale<br />

Ferro di cavallo maggiore Rhinolophus<br />

ferrumequinum<br />

Vespertilio minore Myotis blythii<br />

Vespertilio maggiore Myotis myotis<br />

Orso Ursus arctos<br />

Lince Lynx lynx<br />

PEsCI<br />

Lampreda padana Lethenteron zanandreai<br />

Savetta Chondrostoma soetta<br />

Barbo Barbus plebejus<br />

Barbo canino Barbus<br />

meridionalis<br />

Trota padana o marmorata<br />

Salmo (trutta)<br />

marmoratus<br />

Scazzone, marsòn Cottus<br />

gobio<br />

DIRETTIvA HABITAT –<br />

ALLEGATO Iv<br />

Specie animali e vegetali<br />

d’interesse comunitario che<br />

richiedono una protezione<br />

rigorosa<br />

INvERTEBRATI<br />

Saga Saga pedo<br />

Apollo Parnassius apollo<br />

Mnemosine Parnassius mnemosyne<br />

Polissena Zerynthia polyxena<br />

ANFIBI<br />

Salamandra alpina Salamandra atra atra<br />

Tritone crestato italiano Triturus carnifex<br />

Ululone dal ventre giallo Bombina variegata<br />

Rospo smeraldino Bufo viridis<br />

Raganella italiana Hyla intermedia<br />

Rana agile Rana dalmatina<br />

Rana verde minore Rana lessonae<br />

RETTILI<br />

Lucertola di Horvath Lacerta (Archaeolacerta)<br />

horvathi<br />

Ramarro Lacerta bilineata<br />

Lucertola muraiola Podarcis muralis<br />

Biacco Hierophis viridiflavus<br />

Colubro liscio Coronella austriaca<br />

Saettone, Anda Zamenis longissimus<br />

Biscia tassellata Natrix tessellata<br />

Vipera dal corno Vipera ammodytes<br />

MAMMIFERI<br />

Serotino di Nilsson Eptesicus nilssoni<br />

Serotino comune Eptesicus serotinus<br />

Vespertilio daubentoni Myotis daubentoni<br />

Vespertlio mustaccino Myotis mystacinus<br />

Vespertilio di Natterer Myotis nattereri<br />

Nottola comune Nyctalus noctula<br />

Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii<br />

Pipistrello di Nathusius Pipistrellus nathusii<br />

Pipistrello nano Pipistrellus pipistrellus<br />

Orecchione comune Plecotus auritus<br />

Orecchione meridionale Plecotus austriacus<br />

Serotino bicolore Vespertilio murinus<br />

Molosso di cestoni Tadarida teniotis<br />

Driomio Dryomys nitedula<br />

Moscardino Muscardinus avellanarius<br />

Orso Ursus arctos<br />

Lince Lynx lynx<br />

DIRETTIvA UCCELLI – ALLEGATO I<br />

Specie per le quali sono previste misure speciali<br />

di conservazione per quanto riguarda l’habitat,<br />

al fine di garantirne la sopravvivenza e la<br />

riproduzione nella loro area di distribuzione<br />

Tarabuso Botaurus stellaris<br />

Tarabusino Ixobrychus minutus<br />

Nitticora Nycticorax nycticorax<br />

Sgarza ciuffetto Ardeola ralloides<br />

Garzetta Egretta garzetta<br />

Airone bianco maggiore Egretta alba<br />

Airone rosso Ardea purpurea<br />

Cicogna bianca Ciconia ciconia<br />

Cicogna nera Ciconia nigra<br />

Moretta tabaccata Aythya nyroca<br />

Pesciaiola Mergellus albellus<br />

Falco pecchiaiolo Pernis apivorus<br />

Nibbio bruno Milvus migrans<br />

Nibbio reale Milvus milvus<br />

Avvoltoio degli Agnelli Gypaetus barbatus<br />

Grifone Gyps fulvus<br />

Biancone Circaetus gallicus<br />

Falco di palude Circus aeruginosus<br />

Albanella reale Circus cyaneus<br />

Albanella minore Circus pygargus<br />

Aquila reale Aquila chrysaetos<br />

Falco pescatore Pandion haliaetus<br />

Pellegrino Falco peregrinus<br />

Francolino di monte Bonasa bonasia<br />

Pernice bianca Lagopus mutus<br />

Fagiano di monte Tetrao tetrix<br />

Gallo cedrone Tetrao urogallus<br />

Coturnice Alectoris graeca<br />

Voltolino Porzana porzana<br />

Schiribilla Porzana parva<br />

Re di quaglie Crex crex<br />

Gru Grus grus<br />

Piviere tortolino Charadrius morinellus<br />

Combattente Philomachus pugnax<br />

Croccolone Gallinago media<br />

Piro piro boschereccio Tringa glareola<br />

Sterna comune Sterna hirundo<br />

Gufo reale Bubo bubo<br />

Civetta nana Glaucidium passerinum<br />

Allocco degli Urali Strix uralensis<br />

Gufo di palude Asio flammeus<br />

Civetta capogrosso Aegolius funereus<br />

Succiacapre Caprimulgus europaeus<br />

Martin pescatore Alcedo atthis<br />

Picchio cenerino Picus canus<br />

Picchio nero Dryocopus martius<br />

Picchio tridattilo Picoides tridactylus<br />

Averla piccola Lanius collurio<br />

Gladiolus palustris<br />

21<br />

PAGINA


22<br />

PAGINA<br />

<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

Racconti sospirolesi<br />

Un ragazzo in Malga. Galli,<br />

forcelli e altre cose<br />

Aldo è grande, è un omaccione massiccio, ma senza<br />

grasso. Ha la faccia rossa e le mani come pale da muratore.<br />

Se gli metti un braccio sulla schiena senti come due tronchi<br />

di faggio sotto la camicia, divisi appena dalla spina dorsale.<br />

Aldo ha la faccia arcigna e dura, ma quando sorride<br />

tutto il volto si illumina improvvisamente e l’espressione<br />

prende qualcosa di fanciullesco.<br />

Il corpo forestale lo ha come operaio fiduciario e lui ripete<br />

spesso con rammarico che avrebbe voluto studiare per<br />

far carriera come guardia del bosco, ma una volta non<br />

c’era tempo per i libri e già a 15 anni lo mandavano a fare il<br />

ragazzo dei pastori alla malga di Erera.<br />

Alla malga il capo pastore mancava di due dita e non<br />

parlava mai nemmeno di sera quando lui e la sua gente<br />

stavano stesi sui lettucci di foglie e qualcuno raccontava<br />

dei fatti memorabili prima di spegnere la lucerna con un<br />

soffio e darsi al sonno.<br />

Il capo comandava in assoluto e distribuiva la polenta ai<br />

ragazzi, ma il vino lo teneva per sé e lo beveva al chiarore<br />

del fuoco con due occhietti da lucertola e quella mano<br />

senza dita nel mezzo, tutta bianca per il gran rimescolare<br />

nel latte.<br />

Non dava vino ai ragazzi né a Gelindo perché a lui “faceva<br />

male” e stava tutto solo accanto al fuoco a preparare<br />

piccoli lacci per i cotorni con crine di cavallo.<br />

Aldo, in quel tempo era sempre buono come il pane, ma<br />

alle sagre paesane scazzottava spesso i giovinotti di Paderno<br />

che lo prendevano in giro per via delle sue brache<br />

troppo corte sopra le caviglie.<br />

Allora l’osteria si faceva improvvisamente muta e sentivi<br />

solo l’ansimare affannoso dei lottatori e i pugni dell’Aldo<br />

fischiare a vuoto nell’aria o abbattersi con tonfo sordo sulle<br />

schiene e sulle teste rapate.<br />

Gelindo era il vero mandriano: ora ombroso, ora ciarliero<br />

e ridanciano, spesso ritto e immobile per ore con la<br />

mantellina militare a parlare da solo dietro le bestie al pascolo.<br />

Talvolta, per la mancanza del vino, lui si svegliava in piena<br />

notte e ululava come fanno certi segugi famelici alla<br />

catena quando c’è la luna piena e loro la scambiano per<br />

polenta; allora i due bimbi pastorelli saltavano dai loro giacigli<br />

e correvano alle coperte di Aldo e si mettevano sotto<br />

con lui a dormire.<br />

Aldo mungeva molte mucche e portava enormi carriole<br />

di letame fuori dallo stallone poi c’erano i maiali da servire<br />

con secchie di siero rassodato un poco da qualche pugno<br />

di farina ed erbe cotte.<br />

Il lavoro più duro per lui era tuttavia il rifornimento di le-<br />

a cura di Paolo Piccolo<br />

gna che portava alla casera ogni giorno sulle spalle: gran<br />

fasci di pino mugo e rosse “sbreghe” di larice sanguigno.<br />

Eppure tutto ciò era nulla al confronto del calvario che<br />

doveva patire con il mulo e il carico di burro da portare<br />

a valle! La bestia era bizzarra e dispettosa; s’impermaliva<br />

per nulla impuntandosi ogni cento passi e camminando<br />

sul ciglio dei burroni anziché sul centro del sentiero.<br />

Una volta il mulo s’era adombrato per un improvviso volo<br />

di cotorni e si era messo a scalciare all’aria mandando il carico<br />

giù per la china poi era andato a grattarsi il groppone<br />

rotolando sul nevaio! A sera il capo aveva rimproverato<br />

l’Aldo che si era messo a singhiozzare senza ritegno, là<br />

fuori con la testa appoggiata al muro della malga e non<br />

riusciva a calmarsi più. Eppure quel viaggio col mulo, pur<br />

periglioso e pieno di ostacoli, aveva qualche cosa di buono<br />

perché giù in California, all’osteria, Aldo si faceva fare<br />

un pane con la mortadella e la ragazza del banco correva<br />

a pettinarsi quando lo vedeva arrivare.<br />

Col pane e mezzo litro di bel vino rosso rubino, Aldo credeva<br />

d’essere in paradiso anche se la ragazza faceva un<br />

po’ la ritrosa e non voleva dirgli il suo nome, allora gli capitava<br />

d’essere solo in quell’osteria fresca dal pavimento<br />

di pietra. La ragazza stava dietro il banco appoggiata sui<br />

gomiti e lui si perdeva a leggere con fatica i cartelli ai muri:<br />

“Vietato sputare per terra”, “Colpa di qualcuno non si fanno<br />

credito a nissuno”, “Assicurazione contro l’incendio”<br />

ma più di tutto gli piaceva un cartello dove stavano due<br />

uomini d’altri tempi, uno grasso e l’altro macilento.<br />

Il grasso diceva: “Lo vendeva in contanti” e il magro:<br />

“Lo vendeva a credito”… Poi, dopo mangiato, lui si sentiva<br />

contento; faceva lo spiritoso con la ragazza e si comperava<br />

persino due sigarette.<br />

Alla malga arrivava talvolta gente: erano signori di Belluno<br />

o di Feltre e allora i due ragazzini si mettevano un<br />

poco in mostra cacciando i maiali dal “campigol” con la<br />

Malga Erera ed il suo paesaggio


frusta o chiamavano le bestie al pascolo urlando assai più<br />

del bisogno.<br />

Aldo si metteva là con le mani in mano e guardava quella<br />

gente ricca e strana che perdeva le sue domeniche fra i<br />

monti e sciorinava ogni ben di dio sull’erba per mangiare.<br />

Talvolta costoro lo chiamavano sorridendo e gli chiedevano<br />

di stelle alpine, di camosci, di chiocciole pietrificate e<br />

gli domandavano quant’erano le mucche e se avesse mai<br />

visto le candide pernici delle nevi.<br />

Anche se il capo non diceva mai la verità ai forestieri,<br />

Aldo rispondeva sempre con garbo e senza dire il falso<br />

com’è abitudine invece dei pastori.<br />

Qualche volta, quando era ormai tempo di ritornare<br />

a valle per l’autunno e per le cime spesso imbiancate<br />

di neve, capitava un signore alto e con gli occhi grigi in<br />

compagnia di un setter bianco tutto fuoco, per cacciare i<br />

galli forcelli sui Piani Eterni. A giudicare dall’agitazione del<br />

capo, doveva essere un signore importante e gli servivano<br />

il mangiare sul pulito, facevano del vero caffè e lo mettevano<br />

a dormire sopra una bella branda del 1915/18.<br />

L’ospite prendeva solo una scodella di latte con una<br />

fetta bollente di polenta fumante dentro mentre Aldo, lì<br />

presso, lo guardava estasiato pur fingendo di badare al<br />

fuoco. Il cacciatore non disdegnava di parlare al ragazzo<br />

anzi lo trattava alla pari perché Aldo sapeva dov’erano i<br />

galli e cosa facevano nell’arco della giornata e i suoi discorsi<br />

erano corti, solidi e limpidi. Talvolta gli chiedeva di<br />

nettare il fucile e il ragazzo sentiva una stretta al cuore per<br />

l’enorme onore che gli era dato; era una doppietta fine e<br />

Aldo non riusciva a paragonarla ad altro che non fosse la<br />

ragazza dell’osteria in California: gli stessi fianchi sottili; la<br />

stessa figura slanciata! Partivano all’alba dopo aver preso<br />

il caffè con la grappa e camminavano solo alla luce delle<br />

stelle perché le ghiaie bianche del sentiero guidavano i<br />

loro passi; i mughi appena sfiorati liberavano il loro profumo<br />

e sui prati alti c’era un misterioso indefinibile sentore<br />

come se i fiori, pur addormentati e chiusi, non riuscissero<br />

a trattenere tutti i loro effluvi alla carezza del vento.<br />

Non c’erano ontani ma mille praticelli con blocchi solitari<br />

di dolomia, radi vecchissimi larici e macchie di pino<br />

mugo; mancavano quasi del tutto mirtilli e lamponi ma<br />

erano frequenti i sorbi ed altre bacche care ai forcelli che<br />

segnavano bene il posto con buchette per il bagno di polvere,<br />

“chegole” bianco-verdi e qualche rara piuma perduta<br />

in tutto quel loro gran pedonare a terra in caccia di semi<br />

Foto di Gallo Forcello<br />

e cavallette. Il cacciatore portava sempre i guanti anche<br />

nelle ore più calde e spiegò la cosa dicendo che faceva il<br />

chirurgo all’ospedale di Feltre dove non aveva pace né di<br />

giorno né di notte: solo a caccia tra i monti ritrovava forza<br />

e speranza. Non era un gran tiratore, ma a sera avevano<br />

spesso uno o due galli nel sacco e il setter dietro a macchiare<br />

le ghiaie bianche di sangue per l’usura dei polpastrelli.<br />

Un giorno, scendendo verso la valle del Canzoi, quel<br />

signore si fece accompagnare fino al lago e lì mise nelle<br />

grosse mani dell’Aldo un gran biglietto rosso da diecimila.<br />

Il ragazzo lo piegò con cura nel fazzoletto e vi fece sopra<br />

un nodo per maggior sicurezza poi, tornando alla malga<br />

col suo tesoro, divenne paonazzo in volto pensando al<br />

momento in cui lo avrebbe steso sul tavolo di cucina davanti<br />

a sua madre che si sarebbe avvicinata, con il grembiule<br />

in mano, per vedere quant’era bravo il suo figliolo…<br />

A questi pensieri troppo dolci e troppo sentimentali,<br />

l’Aldo ebbe uno di quei gesti furiosi che anche oggi li vedi<br />

talvolta: sollevato un enorme masso contro il petto lo<br />

scaraventò nel vuoto lungo il fianco franoso del monte;<br />

il masso batté sulla roccia tra una selva di schegge e la<br />

dolomia rossa fumò con odore di potassa e di zolfo quindi<br />

saltò nel baratro sottostante e l’eco si udì a lungo finché<br />

si spense lontano.<br />

Quando la montagna fu di nuovo nel silenzio, quel giovane<br />

gigante riprese il viaggio a grandi passi e poi si provò<br />

anche a cantare.<br />

23<br />

PAGINA


24<br />

PAGINA<br />

<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

Notizia del 01/03/2011<br />

Scade il Porto D’Armi<br />

rilasciato nel 2005<br />

MOLTO IMPORTANTE<br />

sI RICORDA CHE QUEsT’ANNO sCADE IL PORTO D’ARMI RILAsCIATO NEL 2005<br />

RIPORTIAMO L’ELENCO DEI DOCUMENTI CHE SERVONO PER IL RINNOVO.<br />

MAGGIORI INFORMAZIONI LE TROVERETE ANCHE SUL NOSTRO SITO (www.associazionecacciatoribellunesi.it)<br />

Ricordiamo che se la Questura, per rinnovare il porto d’armi, chiede il parere anche alla Forestale questo Ente<br />

ha 120 gg. per trasmettere la risposta. Quindi sappiatevi regolare e fate bene i vostri conti…<br />

Altra cosa IMPORTANTISSIMA e che pochi conoscono. Per essere in regola con il trasporto del fucile<br />

(per partecipare a gare, per andare al poligono, per cacciare il cinghiale ecc. la TASSA ANNUALE GOVERNATIVA<br />

(attualmente di €173.16 ) va pagata IL GIORNO DOPO LA DATA DEL RILASCIO del porto d’armi e NON,<br />

come abitualmente…si usa fare, all’inizio della stagione venatoria<br />

assieme all’assicurazione ed alla tassa regionale.<br />

Quest’anno (2011) scade il libretto e/o l’autorizzazione di<br />

porto di fucile rilasciato nell’anno 2005.<br />

Per il rinnovo bisogna far domanda alla Questura di Belluno,<br />

in bollo da € 14,62. La domanda deve contenere l’attestazione<br />

di cui all’art. 12 del T.U.P.S. e la firma del richiedente<br />

deve essere autografa e autenticata.<br />

La sottoscrizione non è soggetta ad autenticazione ove<br />

sia apposta in presenza di Pubblico Ufficiale addetto, ovvero<br />

sia presentata unitamente a copia fotostatica di un<br />

documento d’identità del sottoscrittore.<br />

La domanda indirizzata alla Questura può essere presentata<br />

alla Stazione dei carabinieri del luogo di residenza.<br />

All’istanza vanno allegati i seguenti documenti:<br />

1. N. 1 marche da bollo da Euro 14,62 per il rilascio/rinnovo<br />

della licenza da apporre sull’autorizzazione porto di<br />

fucile;<br />

2. Due fotografie formato tessera, di cui una legalizzata,<br />

entrambe completate dalla firma apposta dall’ interessato<br />

a lato dell’effigie (la legalizzazione può essere<br />

effettuata dall’Ufficio destinatario delle foto se presentate<br />

personalmente dall’interessato o presso gli uffici<br />

comunali - esente da bollo ai sensi dell’art. 34/2°c. del<br />

D.D.R.; 28.12.2000 n. 445);<br />

3. Certificato medico in bollo da Euro 14,62 rilasciato dagli<br />

uffici medico-legali e dai distretti sanitari delle U.L.S.S.<br />

o dalle strutture sanitarie militari e della Polizia di Stato<br />

ai sensi del D.M. Sanità 28.4.1998, previa presentazione<br />

del certificato anamnestico del medico di fiducia;<br />

4. Attestazione, in originale, comprovante il pagamento<br />

della somma di Euro 1,26 corrisposto sul c/c postale n.<br />

11049327 intestato alla Sezione di Tesoreria provinciale<br />

di Belluno, indicando sulla causale “ Capo X – Capitolo<br />

2382 – Costo libretto porto di fucile rilasciato dalla Questura<br />

di Belluno”;<br />

5. Attestazione, in originale, comprovante il pagamento<br />

della tassa di concessione governativa, effettuato<br />

sul c/c postale n. 8003 intestato all’Agenzia delle Entrate<br />

– Centro operativo di Pescara, per l’importo di €.<br />

173,16 (168,00 tassa di CC.GG. + 5,16 addizionale art. 24<br />

L. 157/92);<br />

6. Libretto porto di fucile e relativa autorizzazione, in originale,<br />

scaduto di validità.<br />

7. Copia fotostatica della carta d’ identità.<br />

Si consiglia di richiedere l’autorizzazione per porto di fucile<br />

anche per uso caccia a più di due colpi (Il costo è lo<br />

stesso).<br />

Dall’anno 2007 i libretti per licenza di porto d’arma dovranno<br />

essere ritirati personalmente presso gli Uffici della<br />

Questura in via Lungarno n. 36. La Questura stessa vi<br />

informerà sull’orario del ritiro.


Importante novità:<br />

La card per i soci<br />

CARD SCONT: Nel prossimo numero di <strong>Caccia</strong> 2000,<br />

che uscirà nel mese di Agosto, in occasione del tesseramento<br />

per la stagione venatoria 2011/12, troverete inserita<br />

una tessera nominativa annuale con una lettera<br />

accompagnatoria.<br />

La tessera attesta la Vs. appartenenza all’A.C.B ed esibendola,<br />

nei negozi che hanno aderito all’iniziativa, Vi<br />

darà l’opportunità di avere degli sconti a condizioni<br />

particolari. è un’iniziativa che stiamo portando avanti<br />

che richiede del tempo non solo per organizzare il<br />

tutto ma anche per trovare le Ditte ed i negozi selezionati<br />

da coinvolgere in questa iniziativa che riteniamo<br />

molto valida ed interessante. Tutti i dettagli e le condizioni<br />

che verranno praticate dai vari negozi saranno<br />

specificate in maniera dettagliata su <strong>Caccia</strong> 20000 che<br />

uscirà ad Agosto. Siamo convinti e fiduciosi che incontrerà<br />

il Vs. favore e che nel tempo si amplierà anche<br />

come scelta di prodotti.<br />

Ecco alcune Ditte che hanno già dato il loro consenso<br />

verbale:<br />

Alemagna motori - Ara Gorza - Aurora assicurazioni<br />

Birreria Pedavena ristorante - Bit e Nero - Longarone<br />

fiere - Mitsubishi - Noi e Loro - Ottica Zampol - Pneus<br />

Market - Pro-metal - Sporteam - Sportfull - Swarovski.<br />

GARA A COLLESEI DI FELTRE<br />

IL 17 APRILE 2011<br />

Questa la classifica alla fine della prova.<br />

Vince la gara Comacchio Renato con il cane setter<br />

Fren di Feltre con un punteggio di 61 punti.<br />

Secondo classificato De Girardi Paolo con il setter<br />

Nico di Quero con un punteggio di 51 punti<br />

Terzo classificato De Girardi Paolo con il setter Ginger<br />

con punti 47<br />

Quarto classificato Curto Carlo con il setter Lerry con<br />

punti 45<br />

Quinto classificato De Girardi Paolo con il setter Ciro<br />

con punti 39<br />

Sesto classificato Comacchio Renato con il setter<br />

Toby con punti 29<br />

socio<br />

tessera n°<br />

anno 2011<br />

IL PRESIDENTE<br />

Sandro Pelli<br />

Una bellissima giornata ha allietato la quarta edizione della gara cinofila cane-cacciatore organizzata<br />

dalla nostra <strong>Associazione</strong> in località Collesei di Feltre.<br />

25<br />

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PAGINA<br />

<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

News 2011<br />

TARATURA CARABINE<br />

SI RICORDA CHE LA GIORNATA<br />

PER LA TARATURA DELLE CARABINE<br />

PRESSO IL T.S.N. DI FELTRE<br />

FISSATA PER:<br />

DOMENICA 31 LUGLIO 2011<br />

ORARI: Mattino 8.30-12.00<br />

Pomeriggio 14.00 – 17.00<br />

VISTE LE COMPLICAZIONI LEGISLATIVE<br />

(in proposito ci sono sorti molti dubbi ???)<br />

CHE SONO STATE SOLLEVATE<br />

è STATA PER IL MOMENTO<br />

ANNULLATA<br />

SI RICORDA CHE LA<br />

RIsERvA ALPINA DI CACCIA DI LIMANA<br />

ORGANIZZA<br />

PRESSO LA “MALGA VAN”<br />

in LOC. VAL MOREL NELLE GIORNATE DI<br />

sABATO 7 e DOMENICA 8 MAGGIO 2011<br />

ORARIO DALLE ORE 8 ALLE ORE 18<br />

CON PAUSA PRANZO<br />

LA TARATURA DELLE CARABINE,<br />

A DISPOSIZIONE LINEE DI TIRO<br />

A 100 – 200 – 300 METRI<br />

La prova è aperta a tutti i cacciatori con regolare<br />

porto d’armi e RC validi. Al termine della manifestazione<br />

verranno sorteggiati diversi premi tra<br />

tutti i partecipanti offerti dalla Riserva.<br />

Per i soci A.C.B che presenteranno la tessera di<br />

appartenenza la prima iscrizione costerà € 5.00.<br />

La differenza verrà pagata dall’A.C.B.<br />

CONTRIBUTI PER RIPRIsTINO AMBIENTALE 2011<br />

Si ricorda che il 31 Agosto p.v. scadono i termini per presentare<br />

la domanda per poter accedere ai contributi che,<br />

anche quest’anno, la Dirigenza dell’A.C.B. ha deliberato di<br />

concedere alle Riserve che opereranno nel ripristino ambientale<br />

e che annoverano al proprio interno nostri Soci.<br />

Per poter accederVi è necessario presentare la domanda,<br />

corredata delle date e della piantina delle località dove si<br />

sono svolti i lavori.<br />

PACCHI DONO - FEsTIvITà NATALIZIE<br />

All’operazione “PACCHI DONO” avevamo dato volutamente<br />

(le opere caritatevoli si fanno e non si dicono), solo<br />

la notizia per doverosa informazione ai nostri Soci.<br />

Sempre, per doverosa informazione, desideriamo render-<br />

Vi tutti partecipi del grande successo che tale iniziativa ha<br />

riscosso. Al nostro Presidente sono pervenute diverse lettere<br />

e telefonate anche da Sindaci di ringraziamento e di<br />

plauso per tale benefica e meritevole opera umanitaria.<br />

La giunta dell’A.C.B. ne prende atto con orgoglio ed è propensa<br />

a valutare l’opportunità di riproporla anche per il<br />

prossimo anno.<br />

FIERA DI LONGARONE<br />

DAL 29 APRILE AL PRIMO MAGGIO 2011<br />

Come consuetudine l’A.C.B. con il proprio stand sarà presente<br />

alla oramai tradizionale manifestazione “<strong>Caccia</strong> Pesca<br />

e Natura”. Vi aspettiamo numerosi così saremo ben<br />

lieti di scambiare quattro chiacchiere, di sentire i vostri<br />

suggerimenti ed anche le vostre lamentele. Ci sarà la consueta<br />

possibilità di assaggiare gli affettati di selvaggina e<br />

di bere un buon bicchiere di vino.


Ovunque ti trovi viaggia con Pneusmarket!<br />

Scopri tutti i servizi che solo la maggiore<br />

rete di assistenza pneumatici del Nord-Est<br />

è in grado di offrirti, con in più la<br />

tranquillità di avere sempre un<br />

centro assistenza vicino a te.<br />

Ti aspettiamo presso i centri<br />

Pneusmarket della provincia<br />

di Belluno per illustrarti le<br />

ECCEZIONALI CONDIZIONI<br />

riservate agli<br />

appartenenti alla<br />

ASSOCIAZIONE<br />

CACCIATORI BELLUNESI.<br />

Pneusmarket, da sempre sulla buona strada.<br />

Feltre<br />

Provincia di Belluno<br />

Via Belluno, 32/A<br />

0439 80142<br />

Ponte<br />

Via Cadore, 71/D,<br />

nelle Alpi<br />

0437 998813<br />

Sedico<br />

Via Feltre, 33<br />

0437 853088<br />

Provincia di Bolzano<br />

Via Altmann, 14<br />

0471 203761<br />

Bolzano<br />

Piani di Bolzano, 1<br />

0471 300163<br />

Via Roma, 83A<br />

0471 287395ef<br />

Bressanone<br />

Via A. Amonn, 18<br />

0472 268024<br />

Merano<br />

Via Luis Zuegg<br />

0473 449255<br />

Naz Sciaves<br />

Loc.Ladestatt, 94<br />

0472 412540<br />

San Lorenzo Via Brunico, 15<br />

di Sebato<br />

0474 474074<br />

Brescia<br />

Provincia di Brescia<br />

Via A. Lamarmora, 85<br />

030 2428821<br />

Desenzano<br />

del Garda<br />

Via U. la Malfa, 34<br />

030 9990512<br />

Via Provinciale, 60 - Collio<br />

Vobarno<br />

0365 598695<br />

Provincia di Forlì - Cesena<br />

Cesena - Loc. Via della Cooperazione, 521<br />

Pievesestina<br />

0547 313371<br />

Provincia di Modena<br />

Via Circonv. Nord-Est, 70<br />

Sassuolo<br />

0536 802353<br />

Provincia di Padova<br />

Via Regione Veneto, 21<br />

Padova<br />

049 8703622<br />

Provincia di Ravenna<br />

Via Manlio Monti, 15<br />

Ravenna<br />

0544 456454<br />

Provincia di Trento<br />

Via dell’òra del Garda, 13<br />

0461 956775<br />

Via Einaudi, 62<br />

0461 924079<br />

Trento<br />

Via Leopoldo Pergher, 18<br />

0461 821355<br />

Via Stella, 9/M Loc.Ravina<br />

0461 390737<br />

Trento<br />

Via di Spini 21 - Gardolo<br />

0461 950665<br />

Ala<br />

Via Fermi, 13/15<br />

0464 670040<br />

Mezzocorona<br />

Via Teroldego, 6<br />

0461 601430<br />

Fiera di Primiero<br />

Transacqua - V.le Piave, 56<br />

0439 62677<br />

Rovereto<br />

Via dell’Abetone, 28/A<br />

0464 432222<br />

Provincia di Treviso<br />

Castelfranco Veneto<br />

Via dei Pini, 38<br />

0423 491055<br />

Valdobbiadene<br />

Via Erizzo, 145/A<br />

0423 974198<br />

Villorba<br />

Via della Repubblica, 12/E<br />

0422 420903<br />

Provincia di Trieste<br />

Monrupino<br />

Villa Op.<br />

San Dorligo<br />

della Valle<br />

S.Giorgio<br />

di Nogaro<br />

Loc.Autoporto Fernetti<br />

040 2158069<br />

Via Ressel,2<br />

040 280221<br />

Provincia di Udine<br />

Via III Armata, 45<br />

0431 65313<br />

Via Nazionale, 48<br />

Tavagnacco<br />

0432 548860<br />

Provincia di Venezia<br />

San Michele Via A.Venudo, 49<br />

al Tagliamento 0431 521361<br />

Provincia di Verona<br />

Domegliara Via Passo Napoleone, 1<br />

045 6861498<br />

San Martino<br />

Buon Albergo<br />

Verona<br />

Bassano<br />

del Grappa<br />

V.le del Lavoro, 18<br />

045 8799056<br />

27<br />

PAGINA<br />

Via Magellano, 12<br />

045 8343547<br />

ZAI - V.le del Lavoro, 44-46<br />

045 8204433<br />

Provincia di Vicenza<br />

Via D.Alighieri, 57-59<br />

0424 529192<br />

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28<br />

PAGINA<br />

<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

Poesia<br />

Na Malga<br />

Na gaẑa se destaka da na rama<br />

de l večo ẑaresèr 1 takà a l kaśèl;<br />

tre vake vién molade te la lama 2 ,<br />

su l pra doi pite 3 , an dinğo 4 ko l porẑel.<br />

Su l kol de na montaña poregrama,<br />

indove ke no reña an buskatèl 5 ,<br />

skomínẑia al kontadín na vita grama<br />

ko l burčo, ko la śángola, al tarèl 6 .<br />

Ko l fret, al vent, al bel o al tenp ke śdráia 7 ,<br />

kusita tuti i di da ko l e nat,<br />

fra kuátro mur sek, al kuèrt de páia,<br />

fra moske fastidióśe e spuẑa in ğiro<br />

al taka a lavorár bonora al lat,<br />

par tirár fora n eto de butiro.<br />

1. ciliegio<br />

2. pozza d’acqua piovana<br />

3. galline<br />

4. tacchino<br />

5. cespuglio<br />

6. arnesi antichi per la lavorazione del latte<br />

7. pioggia a catinelle<br />

CACCIA - PESCA - TREKKING - SCI - SPORTWEAR<br />

SCONTO 10%<br />

AI SOCI A.C.B.<br />

del poeta dialettale Ugo Neri


Notizie<br />

dai circoli<br />

sEREN DEL GRAPPA - Il giorno 26 marzo 2011 si è svolta<br />

l’Assemblea dei soci della R.A.C di Seren del Grappa, con<br />

all’ordine del giorno l’elezione del Presidente, del Consiglio<br />

Direttivo e dei revisori dei Conti.<br />

Erano presenti 62 soci su un totale di 67 iscritti.<br />

L’esito dell’elezione ha portato alla riconferma del Presidente<br />

uscente sig. MARCHESAN Galdino con 36 voti mentre l’altro<br />

candidato sig. DAL ZOTTO Dino ha ottenuto 26 voti.<br />

Sono poi stati eletti i nuovi consiglieri nelle persone di:<br />

PAOLI Giorgio (V. Presidente e resp. Ungulati), SCOPEL Endrio<br />

(segretario), SCOPEL Edis (resp. Cinghiali), DE RIZ Gianantonio<br />

(resp Lepri), FANTINEL Ferrucccio (resp ripopolamenti),<br />

SCARIOT Claudio, CALZA Adriano, MENEGAZ Marino,<br />

ZABOT Giorgio.<br />

Per i Revisori dei Conti sono stati eletti i sigg.<br />

CONZ Lorenzo, SCOPEL Danilo, D’ALBERTO Denis.<br />

Nb: il Presidente, 6 consiglieri ed un Revisore dei conti, sono<br />

attualmente soci ACB.<br />

ALANO DI PIAvE - Il giorno 26 marzo 2011 si sono svolte<br />

le elezioni del nuovo Consiglio Direttivo della riserva di<br />

caccia di Alano di Piave.<br />

è stato riconfermato, a larga maggioranza, alla presidenza<br />

della riserva il socio A.C.B. sig. CODEMO Doimo.<br />

Sono stati eletti in qualità di Consiglieri i sigg.:<br />

DAL CANTON Daniele, MASOCCO Vincenzo, COLLAVO<br />

Elio, CARELLE Antonio, MONDIN Roberto, COLLAVO Mario,<br />

BILLò Giuseppe, CODEMO Angelo, ZANCANER Denis.<br />

Sono stati eletti in qualità di Revisori dei Conti i sigg.:<br />

BEINAT Lido, LUBIAN Giovanni, BENATO Francesco.<br />

Auguriamo a tutti un proficuo prosegiumento dell’attività<br />

venatoria per i prossimi 5 anni.<br />

s. GREGORIO<br />

Anche la Riserva di S.Gregorio nelle Alpi, che ha fra i propri<br />

iscritti diversi cacciatori associati all’A.C.B. ha rinnovato di<br />

recente il proprio consiglio direttivo.<br />

Ecco il risultato delle votazioni:<br />

PISLOR Italo Presidente, TRONCO Roberto Vicepresidente<br />

e VIECELI Nicola segretario mentre Consiglieri sono stati<br />

eletti<br />

TONET Bruno, SANVIDO Alvise, PISLOR Michele e PA<br />

GNUSSAT Livio.<br />

A tutti vadano i più fervidi auguri di buon lavoro da parte<br />

della Redazione.<br />

sOvRAMONTE - Bellissimo abbattimento effettuato dal<br />

socio A.C.B. Moretton Gianni lo scorso settembre 2010.<br />

Consegna da parte del Presidente Trento Bortolo dei distintivi<br />

d’oro ai soci ottantenni Moretta Vittore e Reato.<br />

Le nuove speranze di domani... presenti alla cena sociale<br />

della Riserva il 05 marzo 2011.<br />

29<br />

PAGINA


30<br />

PAGINA<br />

LAMON - I cacciatori e simpatizzanti della RAC di Lamon<br />

che hanno partecipato ai censimenti del Gallo Forcello.<br />

ALANO DI PIAvE - Due belle catture per chiudere il<br />

2010 da parte del socio Billò Giuseppe.<br />

BELLUNO - D’incal Luca e Sandoni Elisa.<br />

Bell’abbattimento da parte del socio.<br />

LAMON - Matteo D’Agostini (sx) vuole ricordare il su0<br />

compagno di caccia Gelindo Primolan (dx).<br />

TRICHIANA - Gli anni passano e l’età media, anche tra i<br />

cacciatori, …aumenta.<br />

L’anno 2010, da poco terminato, ha portato alla ns. Riserva<br />

ben quattro lutti.<br />

Quattro cacciatori nostri associati sono scomparsi. Canal<br />

Orazio, anni 51 carissimo amico e compagno di caccia,<br />

Franzonia Angelo anni 65 entrambi appassionati del cane<br />

segugio.<br />

Martuscelli Mario anni 85 e per ultimo Brancher Ferruccio<br />

anni 83. Compagni ed amici inseparabili di caccia fino<br />

all’ultimo, infatti, il destino della vita ha fatto sì che mancassero<br />

a distanza di poco più di mese uno dall’altro.<br />

Brancher Ferruccio con oltre 65 licenze fu uno dei primi<br />

Soci iscritti all’A.C.B. perché fermamente convinto dei<br />

principi su cui la nostra <strong>Associazione</strong> opera per la difesa<br />

del cacciatore.<br />

Più che un amico quasi un secondo padre. Sempre disponibile<br />

con la sua pluriennale esperienza ha dare un consiglio,<br />

un suggerimento. Proprio per questo negli anni 60<br />

aveva ricoperto l’incarico di Presidente della Riserva.<br />

Chi lo incontrava si fermava volentieri a scambiare due<br />

chiacchiere e per sentire le sue avventure di caccia. Amava<br />

soprattutto raccontare le cacciate alla beccaccia, suo<br />

selvatico preferito che, anche negli ultimi anni, andava a<br />

scovare in Croazia sempre accompagnato dalla moglie Signora<br />

Ada e dal suo fedelissimo setter.<br />

Con la sua scomparsa è venuto a mancare un pezzo di storia<br />

della nostra Riserva.


Vivendo nel loro ricordo è doveroso ricordarli e ringraziarli<br />

per quanto hanno fatto in termini di collaborazione e lavoro<br />

per la Riserva, e per l’aiuto che hanno fornito anche<br />

alla nostra <strong>Associazione</strong>. (M.P.)<br />

MEL - Ricordo di Collazuol Renzo.<br />

Ciao Renzo,<br />

Te ne sei andato così velocemente che noi tutti<br />

non ce ne siamo ancora resi conto.<br />

Con te perdiamo un cacciatore, un grande lavoratore<br />

ed un grandissimo amico.<br />

Non dimenticheremo la grande dignità della tua vita<br />

semplice confermata dalla serenità del tuo trapasso.<br />

Purtroppo il destino è un mare senza sponde che con<br />

improvvisa furia ci sommerge e ci annulla.<br />

Vivrai sempre nei nostri cuori che così<br />

inaspettatamente hai lasciato.<br />

Alla moglie Mariella, ai figli e parenti giunga il<br />

Nostro più vivo cordoglio<br />

<strong>Associazione</strong> <strong>Caccia</strong>tori <strong>Bellunesi</strong><br />

Circolo di Mel<br />

LONGARONE- è mancato, dopo una lunga malattia, il<br />

nostro Socio e compagno di tante battute di caccia Bogo<br />

Lionello. Rammarico e sconcerto non solo fra i Soci della<br />

Riserva, ma anche fra i componenti il direttivo dell’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Caccia</strong>tori <strong>Bellunesi</strong> alla quale aveva aderito fin<br />

dalla sua fondazione. In questi anni era stato il referente<br />

dell’<strong>Associazione</strong> per la RAC di Longarone. Salvo l’ultimo<br />

periodo, per ovvie ragioni, era sempre stato presente alle<br />

riunioni dove, dal solito angolo a dx. in prima fila, seguiva<br />

attentamente i lavori e portava il proprio contributo con<br />

interventi pacati, concreti e costruttivi.<br />

Ciao Lionello!<br />

s.GIUsTINA<br />

All’inizio del corrente mese di Marzo ci ha lasciati Sisto<br />

Dalla Sega, figura storica ed indimenticabile tra i cacciatori<br />

di S. Giustina.<br />

Per moltissimi anni ha ricoperto la carica di consigliere e<br />

di Vicepresidente all’interno del consiglio direttivo della<br />

Riserva dove si è sempre distinto per la sua serietà e<br />

competenza.<br />

Solo per sua libera scelta, una decina di anni fa, ha deciso<br />

di abbandonare l’incarico per lasciare spazio ai giovani.<br />

Il Consiglio direttivo della Riserva con tutti i cacciatori<br />

ed il direttivo dell’A.C.B. lo ricorderanno sicuramente<br />

con affetto ed esprimono a tutti i famigliari le più sentite<br />

condoglianze.<br />

31<br />

PAGINA


32<br />

PAGINA<br />

<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

Auguri<br />

ai soci<br />

soci A.C.B che nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile 2011 hanno compiuto gli anni o stanno per compierli:<br />

89 ANNI:<br />

Anese Enrico<br />

87 ANNI:<br />

- Arsiè<br />

Celli Attilio<br />

83 anni:<br />

- Sovramonte<br />

Prest Angelo<br />

82 ANNI:<br />

- Ponte nelle Alpi<br />

Giacomini Ezio Bruno - Arsiè<br />

Segat Antonio<br />

81 ANNI:<br />

- Trichiana<br />

Mazzocco Gelindo - Quero<br />

Reato Amedeo<br />

80 ANNI:<br />

- Sovramonte<br />

De Zaiacomo Gino<br />

79 ANNI:<br />

- La Valle Agordina<br />

Lucchetta Lucio - Santa Giustina<br />

Battistel Remo<br />

78 ANNI:<br />

- Arsiè<br />

Zabot Isidoro - Pedavena<br />

Sitta Ottavio<br />

77 ANNI:<br />

- Mel<br />

Corso Valter - Cesiomaggiore<br />

De Silvestro Giovanni - Domegge di Cadore<br />

Baldovin Michele<br />

76 ANNI:<br />

- Lozzo di Cadore<br />

Da Pra Mauro - Lozzo di Cadore<br />

Deon Franco - Sedico<br />

Slongo Serafino - Sovramonte<br />

Scariot Luciano<br />

75 ANNI<br />

- Feltre<br />

Bee Bortolo - Lamon<br />

Pelosio Cesare - Sovramonte<br />

Frescura Giorgio<br />

74 ANNI:<br />

- Calalzo di Cadore<br />

Monti Nia Pietro - Auronzo di Cadore<br />

Mambretti Antonio - Ponte nelle Alpi<br />

Bottegal Rizzieri - Sovramonte<br />

Turra Pier Enzo - Arsiè<br />

Da Giau Maurizio<br />

73 ANNI:<br />

- Valle di Cadore<br />

Frescura Franco - Domegge di Cadore<br />

Chenet Angelo<br />

72 ANNI:<br />

- Gosaldo<br />

De Marco Dino Angelo - Rivamonte-Voltago<br />

71 ANNI:<br />

Gaiardo Franco - San Tomaso agordino<br />

Bortoluz Giovanni - Pedavena<br />

Campigotto Ferdinando - Seren del Grappa<br />

Caldart Luigi - Rivamonte-Voltago<br />

Fantinel Ferruccio - Seren del Grappa<br />

De Bon Agostino - Belluno<br />

Bedont Anselmo - Gosaldo<br />

Molin P. Liberale<br />

70 ANNI:<br />

- Auronzo di Cadore<br />

Dalla Corte Carlo - Sovramonte<br />

Del Favero Gianpietro - Valle di Cadore<br />

De Bastiani Giovanni - Santa Giustina<br />

Rebernig Flavio - Seren del Grappa<br />

De Polo Francesco - Domegge di Cadore<br />

E i più giovani, che nei mesi di gennaio, febbraio, marzo,<br />

aprile 2011 hanno compiuto gli anni o stanno per<br />

compierli:<br />

30 ANNI:<br />

Strappazzon Ivano - Arsiè<br />

Zambelli Roberto - Auronzo di Cadore<br />

Saviane Dario<br />

29 ANNI:<br />

- Puos d’Alpago<br />

De Val Fabio<br />

28 ANNI:<br />

- San Tomaso agordino<br />

D’incau Simone<br />

27 ANNI:<br />

- Sovramonte<br />

Dal Canton Daniele - Alano di Piave<br />

De Gasperi Fabio<br />

26 ANNI:<br />

- Mel<br />

Maccagnan Michele - Fonzaso<br />

Renon Igor - Gosaldo<br />

Paris Christian<br />

25 ANNI:<br />

- Limana<br />

Fauner Michael - Sappada<br />

Alba Mirko<br />

24 ANNI:<br />

- Quero<br />

Lavore Aldo - Feltre<br />

Bressan Alan<br />

19 ANNI:<br />

- Gosaldo<br />

Celli Luca - Feltre


SERATE SULLA SICUREZZA<br />

La nostra <strong>Associazione</strong>, già prima dei tragici fatti accaduti<br />

nella passata stagione venatoria, aveva programmato l’organizzazione<br />

di serate, sulla falsa riga di quelle proposte nel<br />

2008 (in ottemperanza a quanto previsto dal regolamento<br />

provinciale – parte tecnica) avente come tematica la sicurezza<br />

nel maneggio delle armi.<br />

Il nostro Segretario, Sig. Pol, ci ha portato dalla Germania un<br />

filmato di caccia pratica prodotto dalla Blaser molto valido e<br />

coinvolgente ma in lingua tedesca che tratta in maniera specifica<br />

questo argomento.<br />

Abbiamo trovato, con non poche difficoltà, chi ci ha fatto la<br />

traduzione in italiano e di questo ringraziamo sentitamente:<br />

- la Blaser tramite la Fam. Cicolini, importatrice per l’Italia di<br />

questo prestigioso marchio, per averci concesso la liberatoria;<br />

- la Signora Rosangela Pidatella responsabile della Digicast<br />

di Roma del canale televisivo <strong>Caccia</strong> e Pesca per averci fatto<br />

gratuitamente la traduzione in italiano;<br />

Ora siamo pronti e Vi aspettiamo numerosi alle serate che<br />

trovate qui “calendarizzate”.<br />

A queste riunioni possono partecipare tutti i cacciatori, indipendentemente<br />

dalla tessera associativa, scegliendo possibilmente,<br />

la località più vicina al comune di residenza.<br />

GAGET 2011:<br />

UN MERAVIGLIOSO<br />

LIBRO<br />

In anteprima proponiamo la copertina del libro (il titolo<br />

ed anche la copertina non sono ancora definitive) che<br />

quest’anno l’A.C.B. regalerà a chi farà il tesseramento<br />

per la stagione venatoria 2011/12.<br />

Il libro ricco di foto meravigliose che mostrano animali,<br />

montagne e fiori della ns. Provincia raccoglie anche<br />

12 racconti scelti fra quelli pubblicati, nei 23 anni di vita<br />

dell’A.C.B., nel nostro giornalino di <strong>Caccia</strong> 2000.<br />

è una pubblicazione che verrà anche commercializzata<br />

VEN 29 APRILE<br />

2011<br />

VEN 13 MAGGIO<br />

2011<br />

VEN 13 MAGGIO<br />

2011<br />

VEN 20 MAGGIO<br />

2011<br />

VEN 20 MAGGIO<br />

2011<br />

VEN 27 MAGGIO<br />

2011<br />

VEN 03 GIUGNO<br />

2011<br />

VEN 03 GIUGNO<br />

2011<br />

VEN 17 GIUGNO<br />

2011<br />

VEN 24 GIUGNO<br />

2011<br />

VEN 01 LUGLIO<br />

2011<br />

INIZIO ORE 20.30<br />

sAPPADA<br />

Presso nuova Sala congressi a Cima Sappada<br />

DOMEGGE<br />

Presso la sala San Giorgio<br />

FONZAsO<br />

Presso la Sala riunioni del Comune<br />

AGORDO<br />

Presso la Sala Don F. Tamis Via 27 Aprile<br />

FORNO DI ZOLDO<br />

Presso la Pensione Zoldana<br />

sERAvELLA/CEsIOMAGGIORE<br />

(Riserva di Feltre e Pedavena)<br />

ALANO<br />

Presso la Sala delle Associazioni<br />

sEDICO<br />

Presso Palazzo dei servizi<br />

FARRA D’ALPAGO<br />

Presso la Sala parrocchiale<br />

sERAvELLA di CEsIOMAGGIORE<br />

(Riserva di Belluno ecc.)<br />

TRICHIANA<br />

Presso la Sala parrocchiale<br />

RIBADIAMO CHE è UN FILMATO CON SCENE DI CACCIA<br />

PRATICA, DELLA DURATA DI CIRCA UN’ORA, MOLTO COIN-<br />

VOLGENTE CHE - MERITA DI EssERE vIsTO - ALLA FINE DEL-<br />

LA PROIEZIONE SI APRIRÀ UN DIBATTITO FRA I PRESENTI<br />

dalla casa Editrice nelle librerie. I ns. Soci che desiderassero<br />

averne qualche copia da regalare ad amici e parenti<br />

magari a Natale possono prenotarlo presso i Responsabili<br />

di zona ad<br />

un prezzo speciale.<br />

33<br />

PAGINA


34<br />

PAGINA<br />

<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

OSSERVARE PER ...<br />

Il Progetto scuole compie 15 anni ed<br />

è in continua espansione<br />

è iniziata i primi di Marzo, presso le scuole elementari<br />

di S. Giustina, l’iniziativa che da 15 anni vede ns. Soci<br />

presenti nelle aule delle IV e V.<br />

Dopo le iniziali lezioni teoriche in classe a cura del Dott.<br />

Maurizio Bugana le stesse sono proseguite nello sviluppo<br />

della parte pratica con l’uscita di circa 40 alunni<br />

lungo le rive del fiume Piave.<br />

Camminando lungo un percorso, opportunamente<br />

predisposto in precedenza, hanno potuto osservare le<br />

tracce, i segni, i nidi e le tane degli animali presenti nel<br />

territorio.<br />

Sotto la guida attenta degli Accompagnatori e delle Docenti<br />

hanno saputo apprendere ed accumulare molte<br />

nozioni che andranno successivamente a sviluppare in<br />

classe.<br />

La prossima uscita, nel mese di maggio, vedrà<br />

l’avventurarsi tra i boschi di altre due classi della scuola<br />

di Meano questa volta in territorio montano: meta il<br />

Palmar.<br />

Un grazie a tutti i Collaboratori cacciatori e non che<br />

hanno reso possibile tutto questo e, soprattutto, alle<br />

Docenti che hanno creduto, voluto e saputo apprezzare<br />

questa nostra iniziativa.<br />

Il progetto si sta attuando anche nelle scuole di S. Gregorio<br />

nelle Alpi, di Mel e, per la prima volta, in quelle di<br />

Sedico.<br />

foto: Gabriele De Nadai<br />

foto: Gabriele De Nadai<br />

foto: Gabriele De Nadai<br />

a cura di Dal Pan Elvio


Giornata ecologica<br />

a Mel<br />

Una giornata ecologica lungo il fiume Piave molto<br />

proficua quella svoltasi a Mel il 26 marzo scorso. Tre<br />

prime classi delle scuole Medie e numerosi volontari<br />

scesi in campo a tutela dell’ambiente.<br />

Recuperati una trentina di quintali di ferro, 7-8 quintali<br />

di bottiglie e lattine, gomme di auto, elettrodomestici<br />

di tutti i tipi, batterie varie, oltre 10 q.li di materiale<br />

plastico.<br />

Questa è la quarta edizione del progetto ecologico<br />

ed ambientale promosso dall’A.C.B. Circolo di Mel e<br />

dedicato alla raccolta differenziata. Un’iniziativa sviluppata<br />

in collaborazione con il dirigente scolastico e<br />

docenti delle scuole medie di Mel e Lentiai, dal Comune<br />

di Mel, dall’A.C.B. Provinciale, dalla Dolomiti Ambiente<br />

Bl, dalla riserva di caccia di Mel, dalla Protezione Civile<br />

e dalla sezione Alpini di Mel. Da alcuni anni organizziamo<br />

una giornata ecologica aperta a tutti per valorizzare<br />

il rispetto verso il nostro territorio.<br />

La scorsa primavera siamo intervenuti lungo una parte<br />

del Piave ed abbiamo notato come proprio i bambini<br />

presenti si dimostrassero entusiasti nel partecipare.<br />

L’attività è stata divisa in due parti.<br />

La parte teorica svolta in classe per i ragazzi della<br />

scuola seguiti dai loro insegnanti e<br />

dal personale di Dolomiti Ambiente<br />

è servita a far conoscere i vari tipi<br />

di rifiuti, la pericolosità di alcuni,<br />

l’attenzione necessaria nel maneggiarli<br />

e l’effetto negativo che questi<br />

producono sull’ambiente.<br />

La seconda parte, pratica, è<br />

servita per far vivere ai ragazzi<br />

l’individuazione, la raccolta e lo<br />

smaltimento dei rifiuti. La raccolta<br />

si è snodata su tre percorsi.<br />

Percorso giallo con partenza da<br />

Bardies e arrivo all’ex bruciatore.<br />

Percorso rosso con partenza dal<br />

Tiro a volo di Nave e arrivo all’ex<br />

bruciatore.<br />

Infine il verde, punto di smistamento<br />

lungo la strada che porta al<br />

greto del Piave.<br />

Alle ore 9.00 è stata distribuita la<br />

colazione a base di frutta e yogurt<br />

a tutti gli scolari.<br />

Partenza dall’ex bruciatore a<br />

piedi e arrivo a Tallandino presso<br />

la sede Alpini dove tutti i partecipanti hanno potuto<br />

usufruire di un ottimo pranzo con dessert. Il Circolo di<br />

Mel ringrazia sentitamente tutti coloro che in qualsiasi<br />

modo hanno voluto collaborare e si augura che questa<br />

iniziativa trovi negli anni futuri sempre maggior attenzione.<br />

Il Presidente del Circolo A.C.B.<br />

Elvi De Gasperi<br />

PER LA REALIZZAZIONE DI QUEsTO NUMERO<br />

HANNO COLLABORATO<br />

di Nicola Canal<br />

Bastianon Barbara, Bellus Luca, Berton Piergiuseppe, Bragagna Patrizia, Bruna<br />

Adriano, Cadorin Giovanni, Canal Nicola, Cassol Michele, Corrà Francesco,<br />

Curto Carlo, Dal Pan Elvio, Dal Pan Vanni, Da Pozzo Michele, De Gasperi Elvi,<br />

De Nadai Gabriele, Galizzi Flavio, Grassi Renato, Lasen Cesare, Marchesan<br />

Galdino, Pante Luciano, Perenzin Maurizio, Pelli Sandro, Piccolo Paolo, Pioggia<br />

Pasquale, Sparvoli Paolo, Sbardella Enzo, Segat Stefano, Ufficio <strong>Caccia</strong><br />

della Provincia.<br />

35<br />

PAGINA


36<br />

PAGINA<br />

<strong>Caccia</strong> 2000 Aprile 2011<br />

SEE THE UNSEEN<br />

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