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I fenomeni vulcanici - Sei

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© SEI – 2012<br />

■ Eruzioni freatiche, caratterizzate dall’emissione con violente<br />

esplosioni di enormi quantità di vapore, prodotto dal contatto<br />

dell’acqua presente nel sottosuolo con una massa magmatica<br />

calda. Se il vapore fuoriesce insieme a brandelli di magma, si<br />

parla di esplosione freato-magmatica. In entrambi i casi si<br />

tratta di eventi improvvisi, difficilmente prevedibili e non controllabili,<br />

che causano sempre danni enormi. L’esplosione del<br />

Krakatoa, avvenuta nel 1883, è uno degli esempi più significativi<br />

di esplosione freato-magmatica.<br />

■ Eruzioni lineari, caratterizzate dall’effusione di lave basaltiche.<br />

Si osservano in Islanda e in corrispondenza delle dorsali oceaniche,<br />

rilievi dai pendii dolci che attraversano come lunghe cicatrici<br />

tutti i fondali oceanici. In passato si sono verificate anche<br />

eruzioni lineari con emissione di lave sialiche. Le eruzioni<br />

lineari alimentate da magmi basaltici producono volumi enormi<br />

di lava 31. Intorno alle fessure si formano espandimenti basaltici.<br />

Uno tipico è il Columbia Plateau, che ricopre una superficie<br />

di ben 130 000 km 2 ed è costituito di colate successive, che<br />

in alcune zone raggiungono uno spessore complessivo superiore<br />

a 1 km. Anche l’Islanda è costituita da un espandimento basaltico,<br />

prodotto dal sistema di lunghe fratture attualmente attivo<br />

in tutta l’isola. I ricoprimenti riolitici (plateaux ignimbritici)<br />

sono meno frequenti. Un esempio italiano è la piattaforma<br />

porfirico-atesina, che si è formata circa 250 milioni di anni fa.<br />

Le esplosioni vulcaniche<br />

Molte eruzioni vulcaniche modificano drammaticamente e repentinamente<br />

l’aspetto di una regione. Esempi significativi e documentati<br />

in tempi relativamente recenti sono l’esplosione del vulcano<br />

Pelée, del Monte St. Helens e l’esplosione del Krakatoa.<br />

Vulcano Pelée<br />

L’eruzione del 1902 del vulcano Pelée, nell’isola Martinica (Piccole<br />

Antille), fu preceduta da emissione di cenere, da piccole scosse sismiche<br />

e dalla formazione di una cupola di ristagno. Le autorità sottovalutarono<br />

l’importanza di questi segnali premonitori e invitarono<br />

la popolazione a trattenersi sull’isola. Invece, l’8 maggio, dalla base<br />

32 La città di Saint-Pierre, distrutta dopo l’eruzione del 1902 e la guglia di lava che emerse dal cratere del vulcano.<br />

6 I <strong>fenomeni</strong> <strong>vulcanici</strong><br />

31 Il vulcano islandese Laki nel 1783 produsse un volume di 12,5 km 3 di lava,<br />

sufficiente per ricoprire un’area di 560 km 2 .<br />

della cupola fuoriuscì una nube ardente che, espandendosi lateralmente,<br />

raggiunse in pochi minuti la città di Saint-Pierre e causò la<br />

morte dell’intera popolazione. La nube conteneva prevalentemente<br />

biossido di carbonio, polveri e vetri <strong>vulcanici</strong>, aveva una temperatura<br />

di circa 800 °C e si muoveva alla velocità di 160 km/h. Nei mesi<br />

successivi, si verificarono altri episodi simili, che portarono alla fuoriuscita<br />

completa dei gas dal condotto. Infine, nel cratere comparve<br />

un’estrusione solida simile a una guglia, che in pochi giorni raggiunse<br />

l’altezza di circa 350 m. La guglia era costituita di lava andesitica<br />

estremamente viscosa, che fuoriusciva dal condotto mantenendone<br />

la forma a una velocità di 15 m al giorno 32.<br />

121<br />

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