31.05.2013 Views

Il metodo Jacobson. - Associazione Europea Disgrafie

Il metodo Jacobson. - Associazione Europea Disgrafie

Il metodo Jacobson. - Associazione Europea Disgrafie

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

INTRODUZIONE<br />

AED – <strong>Associazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Disgrafie</strong><br />

Corso in Educazione e Rieducazione<br />

del Gesto Grafico<br />

Anno 2011/2012<br />

Corso di Bergamo<br />

<strong>Il</strong> <strong>metodo</strong> <strong>Jacobson</strong>.<br />

Un aiuto contro la disgrafia<br />

1<br />

Franzoni Maurizio


Ho deciso di proporre il Rilassamento Muscolare Progressivo di <strong>Jacobson</strong> perché credo che<br />

sia una tecnica molto valida da affiancare al Training Autogeno.<br />

Ho pensato al <strong>metodo</strong> <strong>Jacobson</strong> perchè durante il mio lavoro mi è capitato spesso di proporre<br />

questo tipo di rilassamento e spesso i soggetti a cui lo avevo proposto mi dicevano che<br />

riuscivano ad applicarlo ovunque anche nelle situazioni più critiche e inimmaginabili:<br />

Mentre guidavano.<br />

Mentre aspettavano il loro turno di interrogazione.<br />

Allo sportello della posta quando c’era la fila.<br />

I bambini lo applicano a scuola stringendo una pallina di gomma tra le mani o altri<br />

oggetti morbidi.<br />

Dall’esperienza riportatami da un ragazzino seguito privatamente ho pensato che il <strong>metodo</strong><br />

<strong>Jacobson</strong> poteva essere una tecnica da affiancare al training autogeno.<br />

Ho pensato di proporre il Rilassamento Muscolare Progressivo perchè messo a confronto con<br />

il Training Autogeno sono due tecniche di rilassamento molto diverse a livello fisico e a<br />

livello psicologico, infatti una prevede molto l’utilizzo della mente e della psiche, mentre<br />

l’altra ha va a lavorare quasi totalmente a livello corporeo-muscolare.<br />

Una tecnica prevede un buon livello cognitivo e una buona capacità di attenzione, mentre<br />

l’altra è proponibile anche a bambini piccoli e cognitivamente meno maturi.<br />

Per queste grosse differenze ho pensato che il rilassamento progressivo di <strong>Jacobson</strong> potesse<br />

affiancare il training autogeno per aiutare a rilassarsi, ma soprattutto, a rilassare i singoli<br />

gruppi muscolari coinvolti nella scrittura, riportando nel soggetto il piacere di scrivere<br />

2


IL RILASSAMENTO<br />

CAPITOLO 1<br />

1.1 COSA SONO LE TECNICHE DI RILASSAMENTO?<br />

Le tecniche di rilassamento sono una serie di esercizi, di attività e di vissuti che aiutano il<br />

nostro corpo a distendersi, a rilassarsi e a trovare calma e tranquillità.<br />

Al di là delle varie tecniche che possiamo sperimentare, personalizzare e usare quando<br />

vogliamo, possiamo dire che in tutte le tecniche di rilassamento ci sono dei denominatori<br />

comuni:<br />

<strong>Il</strong> rilassamento è una tecnica semplice sia dal punto di vista economico che dal punto<br />

di vista fisico. Economico perché non richiede l’acquisto di attrezzature particolari o<br />

indumenti appositi e non necessita di una palestra o di uno spazio specifico. Fisico<br />

perché non si deve fare nessuno tipo di sforzo.<br />

<strong>Il</strong> rilassamento porta ad una apparente inattività del corpo perchè chi si rilassa attiva<br />

emozioni, sensazioni e vissuti che aiutano il soggetto ad una progressiva e sempre più<br />

profonda conoscenza di sé.<br />

Con il rilassamento si affrontano tutte le resistenze e tutte le tensioni muscolari del<br />

corpo e delle mie paure.<br />

Per poter parlare di rilassamento dobbiamo prima parlare di tono muscolare e di respirazione.<br />

<strong>Il</strong> tono muscolare è un fenomeno riflesso; noi ci accorgiamo del nostro tono muscolare<br />

perchè si manifesta sottoforma di tensione o distensione tonica. Questo fenomeno avviene<br />

sia a livello di muscolatura liscia che a livello di muscolatura striata.<br />

<strong>Il</strong> tono quindi è fondamentale per l’esecuzione di ogni piccolo movimento e per qualsiasi<br />

nostro riflesso volontario o involontario che sia.<br />

Possiamo quindi parlare di tre tipi di tono:<br />

TONO DI BASE: si assume mentre dormiamo o quando siamo a riposo oppure<br />

quando rilassiamo i nostri muscoli.<br />

TONO POSTURALE: assicura il mantenimento della postura eretta del nostro corpo.<br />

TONO DI SOSTEGNO: assicura la contrazione sia volontarie che involontarie,<br />

sincronizzando i muscoli.<br />

Secondo Sherrington 1 il tono muscolare dovrebbe essere sufficientemente elevato per<br />

mantenere la postura eretta, quindi deve contrastare la forza di gravità, ma allo stesso tempo<br />

non deve essere troppo elevato e quindi non deve produrre resistenza nei movimenti,<br />

rallentandoli o rendendoli poco fluidi e poco precisi.<br />

Ogni persona ha quindi un suo stato di tensione e questa tensione può essere più o meno<br />

elevata, quindi possiamo dire che ogni persona ha un suo personale tono muscolare.<br />

<strong>Il</strong> tono muscolare quindi è un funzione inconscia dell’uomo e che può determinare tensioni<br />

muscolari, dolori e rilassatezza.<br />

3


Parleremo quindi di:<br />

IPOTONIA: Privo di tono. In genere il muscolo si presenta mollo, i movimenti sono<br />

poco precisi, durante il cammino o le azioni gli arti sono abbandonati e ciondolanti.<br />

IPERTONIA: Aumento esagerato del tono muscolare. In genera il muscolo risulta<br />

rigido e teso, i movimenti risultano bloccati poco fluidi e rapidi (scatti).<br />

1 [SHERRINGTON neurofisiologo, studioso della conduzione nervosa, ottenne nel 1932, insieme a Edgar Douglas<br />

Adrian, il premio Nobel per la medicina per le loro scoperte sulle funzioni dei neuroni]<br />

Avere un adeguato tono muscolare mentre si scrive si traduce in:<br />

Postura corretta della schiena, senza tensioni, senza ipotonia e quindi non si accascia<br />

su piano di scrittura e non prendere una scorretta posizione.<br />

Gli occhi sono ad una adeguata distanza dal foglio.<br />

<strong>Il</strong> braccio che scrive ha un tono adeguato alla situazione, non è troppo rigido<br />

(altrimenti i suoi movimenti sono non sono fluidi ma sono a scatto, imprecisi e<br />

dolorosi), non è troppo ipotonico o mollo (altrimenti la presa del mezzo risulta poco<br />

precisa, insicura e la scrittura non è ben strutturata).<br />

Un tono adeguato di mano e braccio aiuta a dosare la pressione sul foglio: infatti<br />

l’ipertonia porta a schiacciare molto con il mezzo sul foglio e l’ipotonia porta a<br />

lasciare dei tratti appena percepibili.<br />

Le spalle sono rilassate quindi non sono portate verso le orecchie creando così<br />

tensione e dolore a tutta la zona che comprende le spalle ed il collo.<br />

I muscoli del collo sono rilassati; in questo modo il sangue scorre più fluidamente ed i<br />

nervi sono privi di costrizioni e quindi non si hanno dolori e si riesce anche a<br />

prevenire i mal di testa. Se i muscoli del collo non sono contratti quest’ultimo è libero<br />

di muoversi e di seguire la mano che scrive migliorando notevolmente la<br />

coordinazione oculo-manuale.<br />

Per arrivare a tutto ciò devo riuscire a sentire il mio tono muscolare e di conseguenza<br />

imparare a controllarlo. Inoltre devo sentire le tensioni e le mie distensioni, le contrazioni e<br />

le mie decontrazioni, le mie ipertonie e le ipotonie.<br />

Per aiutarmi in questo devo prima di tutto lavorare su me stesso annullando tutte le<br />

contrazioni che involontariamente creo nel mio corpo e mettermi in relazione con i miei<br />

muscoli quando sono in uno stato di rilassamento.<br />

Un piccolo aiuto per arrivare a questo lo posso trovare nel rilassamento.<br />

4


ECCO UNO SCHEMA DI COME ALCUNE TECNICHE DI RILASSAMENTO VANNO<br />

AD AGIRE SULLA PERSONA E SUL SUO CORPO<br />

TECNICA<br />

Ipnosi<br />

Rilassamento<br />

muscolare<br />

progressivo<br />

di <strong>Jacobson</strong><br />

Training<br />

autogeno di<br />

Schultz<br />

TECNICA<br />

Rilassamento<br />

pedagogico di<br />

Soubiran<br />

Rilassamento<br />

terapeutico di<br />

Bèrges<br />

FONDAMENTI<br />

EPISTEMIOLOGICI<br />

Concezione olistica<br />

dell’uomo<br />

Orientamenti:<br />

Primo livello<br />

neurofisiologico<br />

Secondo livello<br />

psicosomatico<br />

Concezione olistica<br />

dell’uomo<br />

FONDAMENTI<br />

EPISTEMIOLOGICI<br />

Concezione olistica<br />

dell’uomo<br />

Pluridisciplinari età<br />

Orientamenti:<br />

psicomotorio con i<br />

bambini<br />

psicosomatico con<br />

adolescenti e adulti<br />

Concezione olistica<br />

dell’uomo<br />

Pluridisciplinarietà<br />

con accento<br />

psicodinamico non<br />

interpretativo<br />

OBIETTIVI MOVIMENTO STATO FISICO<br />

Pedagogici<br />

Clinici<br />

Dinamici<br />

psicoanalitici<br />

Rilassamento<br />

fisico<br />

Gestione<br />

dell’ansia<br />

Decondizionamen<br />

to<br />

Immagine psicofisica<br />

Condizione di<br />

calma<br />

Benessere<br />

psicofisico<br />

Introspezione<br />

psichica<br />

Padronanza di sé<br />

5<br />

Può essere<br />

suggerito<br />

Autogestito in<br />

condizione di<br />

distensione<br />

Non previsto<br />

ipnotico<br />

Contrasto<br />

iper ed ipotonico<br />

procedimento<br />

progressivo per<br />

distretti corporei<br />

Ipnotico<br />

Procedura<br />

accumulativa di<br />

sensazioni<br />

somatiche<br />

OBIETTIVI MOVIMENTO STATO FISICO<br />

Educazione:<br />

alla conoscenza<br />

alla sensibilità<br />

cinestetica<br />

all’equilibrio<br />

tonicoemozionale<br />

Ristrutturazione<br />

delle regole base<br />

della<br />

comunicazione<br />

verbale e non<br />

verbale<br />

Dello schema<br />

corporeo e<br />

dell’immagine di<br />

se<br />

Passivo e se<br />

spontaneo<br />

commentato<br />

dall’operatore<br />

Previsto<br />

Rilasciamento<br />

Modificazioni<br />

fisiologiche<br />

Coordinazione di<br />

tensione e<br />

distensione<br />

Evoluzione<br />

Tempo tonico<br />

Tempo<br />

respiratorio<br />

Tempo<br />

addominale<br />

Tempo terminale<br />

Scopo<br />

Focalizzare<br />

interesse<br />

all’ascolto di<br />

percezioni e<br />

sensazioni<br />

distrettuali<br />

generalizzate del<br />

corpo<br />

CONDIZIONE<br />

MENTALE<br />

Percettiva<br />

rappresentativa<br />

immaginativa del<br />

corpo<br />

Introspettiva ed<br />

analitica<br />

mediante:<br />

suggestioni<br />

visualizzazioni e<br />

vissuti<br />

Vissuti fondati<br />

sulla differenza di<br />

percezione tra<br />

contrazione e<br />

decontrazione<br />

Livello avanzato<br />

Interferenze<br />

psicosomatiche<br />

Percezioni<br />

rappresentazioni<br />

ed immaginazioni<br />

del corpo<br />

Ciclo superiore<br />

Produzione di<br />

visualizzazioni e<br />

vissuti<br />

CONDIZIONE<br />

MENTALE<br />

Dissociazione tra<br />

corpo immobile e<br />

corpo in<br />

movimento<br />

Attivazione di<br />

vissuti di ascolto<br />

interiore e di<br />

autoconoscenza<br />

Vissuto del corpo<br />

fantasmatico<br />

Fasi di<br />

concentrazione<br />

mentale su aspetti<br />

del corpo cui<br />

seguono<br />

rappresentazioni<br />

e visualizzazioni<br />

Presa di coscienza<br />

dell’Io corpo


LA RESPIRAZIONE<br />

CAPITOLO 2<br />

La maggior parte se non la totalità delle tecniche di rilassamento è basata su una cosa molto<br />

semplice ma allo stesso tempo molto importante e vitale: la respirazione.<br />

Ecco perché se mi voglio rilassare è molto importante imparare a respirare correttamente.<br />

Respirare è un’attività vitale per il nostro corpo ma è anche l’unica attività involontaria che<br />

noi riusciamo a modificare a nostro piacimento e senza grosse difficoltà.<br />

Respirare vuol scambiare aria; quando respiro creo uno scambio tra me e l’ambiente<br />

l’esterno e le altre persone. Inspirando porto aria nel mio corpo ed espirando immetto aria<br />

verso ciò che mi circonda.<br />

La respirazione è anche comunicare infatti, a seconda della situazione e a seconda del nostro<br />

stato d’animo, il nostro respiro si modifica, si altera, si adatta alle situazioni fisiche e quindi<br />

comunica agli altri quando sono annoiato, stanco, tranquillo oppure quando sono in ansia,<br />

agitato, ecc. Quindi gli altri riescono a capire come mi sento anche solo dal modo in cui<br />

respiro.<br />

2.1 MA COME POSSO MODIFICARE IL MIO RESPIRO?<br />

Prima di tutto devo partire dalle basi e per questo motivo devo imparare a respirare bene, ma<br />

cosa ancora più importante devo imparare ad ascoltare il mio respiro e sentire come questo si<br />

adatta alle varie situazioni. Basti pensare a come si respira quando ci si trova in uno stato di<br />

agitazione, tranquillità, paura, tensione, prima di un esame, mentre si sta correndo, oppure<br />

quando si è tranquillamente sdraiati sul divano.<br />

Se non riesco a sentire queste differenze non imparerò mai a gestire la mia respirazione.<br />

Ecco perchè è molto importante essere coscienti di come si respira, il che non vuol dire<br />

limitarsi semplicemente al fatto che inspiro con il naso e gonfio i polmoni ed espiro con la<br />

bocca mandando fuori tutta l’aria, ma devo sentire se il mio respiro è regolare e fluido<br />

oppure se ci sono dei picchi dove trattengo l’aria e creo tensioni. Devo capire se il respiro è<br />

troppo veloce poiché tale modo di respirare mi fa agitare o peggio ancora mi porta a dei<br />

giramenti di testa; insomma devo percepire tutte le piccole sfumature che mi aiutano a<br />

gestire la mia respirazione e di conseguenza a controllare meglio il mio corpo.<br />

Una buona respirazione può essere un ottimo rimedio contro lo stress e le tensioni che si<br />

manifestano in tutto il corpo e che procurano ansia e tensione.<br />

Per abbassare il livello di stress oppure di tensione può essere sufficiente fare dei respiri<br />

lenti, continui e molto profondi e senza mai trattenere il respiro. Questo aiuta il nostro corpo<br />

a rilassarsi abbassando così tutti i ritmi e il tono muscolare e di conseguenza ridurre le<br />

tensioni.<br />

Inoltre una respirazione di questo tipo può essere applicata in qualsiasi luogo, in qualsiasi<br />

situazione e senza aver bisogno di particolari attrezzature. Tutto ciò rende il rilassamento una<br />

cosa semplice e alla portata di tutti.<br />

Una respirazione di questo tipo è utile per ripristinare ritmi più lenti, più salutari, più adatti al<br />

controllo di se stessi, aiutando a riflettere e a ritrovare la quiete e la calma.<br />

6


2.2 I DIVERSI TIPI DI RESPIRAZIONE.<br />

La respirazione toracica.<br />

L'iperventilazione è quel tipo di respiro superficiale e rapido.<br />

Respirare affannosamente in modo continuato è spesso la conseguenza di<br />

problemi psicologici, emozionali o mentali, nascosti.<br />

Respirare superficialmente è sicuramente anche il risultato di cattive abitudini<br />

del passato, a volte infantili.<br />

La respirazione superficiale.<br />

La respirazione superficiale è rapida e corta, eseguita soprattutto col torace.<br />

Se si respira male l'ossigeno è scarso, e il corpo continua ad accumulare<br />

anidride carbonica.<br />

La respirazione addominale.<br />

Alla base della ginnastica medica c’è il meccanismo della respirazione addominale, che<br />

consiste in un aumento dell’escursione respiratoria diaframmatica e in una riduzione dell’uso<br />

degli altri muscoli respiratori nella contrazione ed espansione addominale collegata ai<br />

fenomeni dell’inspirazione e dell’espirazione. Tale respirazione attiva le funzioni degli<br />

organi toraco-addominali: polmone, cuore, fegato, pancreas e milza; esercita un<br />

automassaggio su tutti i visceri: esofago, stomaco, intestino tenue e crasso, colecisti e<br />

vescica; esercita benefici effetti sulle dinamiche pressorie toraciche ed addominali, sulla<br />

colonna, sulla circolazione linfatica, venosa ed arteriosa e sulla psiche.<br />

È finora il miglior tipo di respirazione. Non viene naturale alla maggior parte delle persone,<br />

ma non è difficile.<br />

La respirazione addominale ha effetti fisiologici importanti perchè:<br />

abbassa la pressione arteriosa<br />

riduce la frequenza del battito cardiaco<br />

riduce gli ormoni dello stress<br />

diminuisce l'accumulo di acido lattico<br />

ripristina la concentrazione di ossigeno e anidride carbonica nel sangue<br />

ottimizza le funzioni del sistema immunitario<br />

dona calma e benessere<br />

accresce energia e vitalità<br />

2.3 ESERCIZI DI RESPIRAZIONE<br />

RESPIRAZIONE MEDIA.<br />

In una posizione comoda, ponete il palmo delle mani all’altezza del diaframma (i medi<br />

sfiorano la bocca dello stomaco).<br />

Prendete coscienza della zona del plesso solare (tra ombelico e torace) e della schiena a<br />

questo livello. Mentre respirate, cercate di sentire che la zona coperta dalle mani e il dorso si<br />

muovono per effetto del respiro: si gonfiano quando inspirate e si sgonfiano durante l’espiro.<br />

Continuate a eseguire con calma e senza rinunciare anche se all’inizio non è facile percepire<br />

l’onda epigastrica del respiro. Anche la zona dell’assimilazione fisica e mentale ha bisogno<br />

di tempo per essere riscoperta.<br />

7


RESPIRAZIONE ALTA<br />

Ancora nella posizione comoda, ponete il palmo delle mani sul petto, tra i capezzoli e le<br />

clavicole, con i gomiti aderenti al torace. Ora concentratevi sulla zona toracica: petto e dorso.<br />

Mentre inspirate, cercate di sentire che la parte alta del petto (quella coperta dalle mani) e le<br />

scapole si muovono per effetto del respiro: si gonfiano quando inspirate e si sgonfiano<br />

durante l’espiro. Praticate con calma, e continuate anche se all’inizio avete problemi a sentire<br />

l’onda toracica del respiro.<br />

Anche la zona dei sentimenti ha bisogno di tempo per essere riscoperta.<br />

RESPIRAZIONE BASSA.<br />

E’ molto utilizzata nelle pratiche orientali e smuove in modo naturale l’energia preparandola<br />

a risalire verso i livelli superiori. Ecco l’esercizio consigliato. Seduti, oppure inginocchiati o<br />

stesi supini, ponete il palmo delle mani sulla pancia (i pollici sono all’altezza dell’ombelico).<br />

Prendete coscienza della zona pelvica e del coccige. Mentre inspirate, cercate di sentire che<br />

la zona pelvica e ipogastrica (quella coperta dalle mani) nonché il coccige si muovono per<br />

effetto del respiro: sembrano gonfiarsi quando inspirate e sgonfiarsi durante l’espiro.<br />

Eseguite tranquillamente e non arrendetevi se all’inizio avete qualche difficoltà a sentire<br />

l’onda addominale del respiro. La zona delle sensazioni ha bisogno di tempo per essere<br />

riscoperta.<br />

RESPIRAZIONE COMPLETA.<br />

Siete seduti, inginocchiati oppure stesi. Prendete coscienza di tutto il tronco. Poi, mentre<br />

respirate, mettete una mano sull'addome e una sul tronco e cercate di sentire che, come<br />

un’onda, il tronco si gonfia dal basso in alto mentre inspirate e si sgonfia dall’alto in basso<br />

mentre espirate. Soprattutto in questa parte completa dell’esercizio è necessario che<br />

pratichiate con fiducia, senza arrendervi anche se all’inizio avrete qualche difficoltà a<br />

coordinare le varie fasi dell’esercizio.<br />

8


CAPITOLO 3<br />

IL RILASSAMENTO MUSCOLARE PROGRESSIVO DI JACOBSON<br />

La tecnica del Rilassamento Muscolare Progressivo (RMP) è stata elaborata dalla<br />

statunitense Edmund <strong>Jacobson</strong> attorno agli anni 30.<br />

A differenza di altre tecniche il RMP di <strong>Jacobson</strong> ha escluso quasi totalmente la parte<br />

psicologica del rilassamento, concentrandosi solo ed esclusivamente sull’aspetto<br />

neuromuscolare.<br />

<strong>Jacobson</strong> notò che:<br />

<strong>Il</strong> sussulto in una persona è facilitato da uno stato di tensione, questo infatti non<br />

avviene quando il soggetto è disteso.<br />

Turbamenti ed emozioni vengono spesso accompagnate da modificazioni del tono<br />

muscolare.<br />

Per <strong>Jacobson</strong> il rilassamento si ha con una correlazione tra messa a riposo del tono muscolare<br />

e la corrispettiva area nella zona della corteccia celebrale. Questa duplice corrente<br />

CORTICO-PERIFERICA e SOMATO-CORTICALE stabilisce il principio fondamentale del<br />

rilassamento neuromuscolare e proprio da qui nasce il suo significato (Lemaire J.G 1977)<br />

Nel <strong>metodo</strong> <strong>Jacobson</strong> il conduttore ha un ruolo molto attivo fin dall’inizio, ma non è<br />

coinvolto in nessun modo dal punto di vista psicologico; in alcuni casi il conduttore può<br />

anche rassicurare il soggetto, specificando sin dall’inizio che lui non andrà mai ad intaccare<br />

la sua sfera psichica, ma lavorerà solo a livello corporeo-muscolare (questo aiuta molto<br />

quando ci si trova davanti una persona molto riservata).<br />

Con il rilassamento progressivo il conduttore non va a lavorare sulla sfera emozionale, ma<br />

piuttosto va a modificare e rilassare la parte neuro-muscolare del corpo, così il soggetto<br />

riesce a scaricare le tensioni che ci sono a livello muscolare e reagire in modo più tranquillo<br />

alle diverse situazioni che deve affrontare durante il giorno.<br />

A questo punto il conduttore indica al soggetto di iniziare a sentire il proprio corpo da un<br />

punto di vista fisiologico, tecnico e pratico quindi, far conoscere e sentire il proprio corpo si<br />

parlerà molto delle sue parti, dei suoi muscoli, di tensione, di distensione, di contrazione e di<br />

decontrazione.<br />

Non è necessario avere un laurea in medicina per fare rilassamento e non è necessario<br />

conoscere perfettamente l’anatomia del corpo umano con tutti i muscoli e le minime parti di<br />

esso, ma è più importante riuscire a focalizzarsi sulle singole parti del corpo, per poterne<br />

sentire il tono e le sue variazioni.<br />

<strong>Il</strong> <strong>metodo</strong> <strong>Jacobson</strong> è fondamentalmente basato sulla contrazione e sulla decontrazione dei<br />

muscoli che compongono le varie parti del corpo. <strong>Il</strong> tempo che il conduttore lascia passare<br />

tra una decontrazione e la successiva contrazione è molto importante per chi lo esegue,<br />

infatti in questo lasso di tempo, si dà la possibilità di sentire e sperimentare la decontrazione<br />

dei muscoli sentendo così quel piccolo stato di piacevolezza e di rilassatezza.<br />

Importante è anche che il soggetto riesca a percepire questa sensazione di piacere sia a<br />

livello fisico sia a livello psichico.<br />

Per fare percepire e per fare aumentare il piacere e la rilassatezza si consiglia sempre<br />

l’allenamento a casa e di conseguenza si riesce ad interiorizzare meglio la tecnica.<br />

9


Tra terapeuta e soggetto non vi è nessun transfert ma solo uno semplice scambio di<br />

informazioni che servono al soggetto per poter migliorare la tecnica, per perfezionarla, per<br />

interiorizzarla e per personalizzarla senza avere paure di sbagliare.<br />

Le sensazioni psico-fisiche che si ottengono sono correlate allo sforzo ma in senso opposto,<br />

ovvero: più il soggetto riuscirà a contrarre i suoi muscoli più riuscirà a sentire chiaramente la<br />

sensazione di distensione nella fase di decontrazione, infatti è proprio nei momenti di<br />

inattività che si riesce a sentire il piacere dei muscoli rilassati.<br />

Molto importante: la contrazione non deve mai essere talmente forte da produrre dolore,<br />

perchè è solo un vissuto di sensazioni piacevoli che porta il corpo a rilassarsi.<br />

Questa tecnica è molto passiva per il soggetto perchè deve solo svolgere quello che gli viene<br />

chiesto e a fine seduta poi riferire le sue sensazioni corporee e nulla di più. Questo aiuta<br />

moltissimo le persone timide o tutte le persone passive perché non si sentono in obbligo di<br />

parlare di loro stessi o delle loro emozioni.<br />

3.1 LA RESPIRAZIONE NEL METODO JACOBSON<br />

Affinché il RMP di <strong>Jacobson</strong> dia buoni risultati è molto importante la respirazione, quindi<br />

chi vuole utilizzare questo <strong>metodo</strong> deve prima lavorare sulla propria respirazione in modo da<br />

renderla molto profonda, ma allo stesso tempo fluida senza scatti e senza apnee.<br />

Solo quando si riesce ad ottenere questo risultato si potranno sentire veramente i muscoli che<br />

si rilassano e quindi si arriverà a quella distensione che permette di rilassarsi.<br />

<strong>Il</strong> <strong>metodo</strong> <strong>Jacobson</strong> prevede una respirazione profonda in modo che torace e addome si<br />

alzino, poi seguono 5/10 secondi di pausa e poi si espira lentamente cercando di buttare fuori<br />

tutta l’aria. È importante che durante l’espirazione il torace, l’addome e tutte le parti<br />

dell’apparato respiratorio ( gola, polmoni e diaframma ) siano rilassati, questo permette a<br />

tutta l’aria di uscire in modo fluido e aiuta svolgere gli esercizi in modo piacevole.<br />

<strong>Jacobson</strong> sosteneva che per arrivare a questo si doveva agire sia sulla muscolatura, sia sugli<br />

organi.<br />

Per respirare correttamente devo tener conto di queste tre pre-rilassamenti:<br />

RILASSAMENTO DELLA BOCCA<br />

RILASSAMENTO DEI POLMONI<br />

RILASSAMENTO DELL’ADDOME<br />

Queste tre fasi servono per aiutare chi compie il rilassamento a prendere maggiore coscienza<br />

dell’apparato respiratorio nel suo insieme e per sentire l’importanza ed i benefici di una<br />

respirazione corretta.<br />

10


3.2 LE REGOLE DI BASE<br />

Decidete se iniziare da soli o con la supervisione di un esperto.<br />

Trovate le risorse, il tempo e il luogo per effettuare gli esercizi. Programmate un’ora al<br />

giorno a vostra completa disposizione.<br />

Scegliete il luogo. Deve essere tranquillo, compatibilmente con l’ambiente circostante.<br />

Per tutta la durata dell’esercizio, non dovute essere interrotti dalle incombenze quotidiane:<br />

figli, mariti, mogli, amanti telefono e qualunque altra cosa.<br />

Avete un’ora solo per voi.<br />

All’inizio si pratica da sdraiati. Usate un divano, una stuoia, qualunque supporto su cui<br />

potete sdraiarvi, stando comodi e con le braccia a fianco del corpo e leggermente<br />

distaccate.<br />

Se vi piace, utilizzate un cuscino per sostenere la testa, ma non è necessario.<br />

La posizione iniziale è supina con gli occhi che guardano il soffitto. Le braccia sono a<br />

fianco del corpo con le mani staccate di una decina di centimetri.<br />

Si rimane in silenzio<br />

Si comincia con gli occhi aperti per alcuni minuti, durante i quali si sta semplicemente<br />

sdraiati, poi si chiudono gli occhi.<br />

3.3 LE POSIZIONI<br />

11


Qui possiamo vedere alcune posizioni per iniziare il rilassamento progressivo di <strong>Jacobson</strong>:<br />

La prima figura illustra la posizione sdraiata<br />

La seconda e la terza 2 varianti di quella seduta<br />

Qui sono illustrati alcuni esempi di esercizi in posizione supina:<br />

Figura 1 – flessione dei piedi verso il pavimento<br />

Figura 2 – alzare leggermente le gambe dal pavimento<br />

Figura 3 – sollevare il bacino dal pavimento<br />

Figura 4 – sollevare il torace dal pavimento<br />

Figura 5 – alzare la testa portando il mento sullo sterno<br />

Figura 6 – chiudere e aprire le mani<br />

Figura 7 – movimenti con la bocca<br />

Figura 8 – corrugare e distendere la fronte<br />

12


Qui sono illustrati alcuni esempi di esercizi da svolgere stando seduti.<br />

Questi esercizi possono essere molto utili per le persone con disgrafia perché possono<br />

svolgere gli esercizi stando anche seduti sui banchi di scuola o sul posto di lavoro<br />

13


CAPITOLO 4<br />

COME PROPORRE IL RMP DI JACOBSON:<br />

Come detto prima, il rilassamento secondo <strong>Jacobson</strong> è inteso quasi come un allenamento che<br />

il soggetto deve fare anche a casa per interiorizzarlo e personalizzarlo.<br />

La seduta che viene svolta in studio sarà quindi il modello che il soggetto ripeterà a casa. Gli<br />

esercizi avranno una frequenza ben definita (1 volta al giorno per non meno di un’ora nella<br />

fase di acquisizione) per tutto il tempo che passa da una seduta all’altra. Si consiglia inoltre<br />

di tenere un piccolo diario con le annotazioni delle varie esercitazioni.<br />

<strong>Il</strong> <strong>metodo</strong> <strong>Jacobson</strong> è diviso in 2 livelli:<br />

Un promo livello BASE<br />

Un secondo livello detto AVANZATO<br />

<strong>Il</strong> livello BASE a sua volta si suddivide in 4 parti:<br />

Rilassamento di mani e braccia<br />

Rilassamento di volto, nuca e spalle<br />

Rilassamento del ventre<br />

Rilassamento delle gambe e quindi di tutto il corpo<br />

Per la tesi prenderò in considerazione solo il primo livello, poiché si basa maggiormente<br />

sulla contrazione-decontrazione muscolare; infatti la rigidità muscolare è una delle cause che<br />

portano i soggetti a scrivere male, a stancarsi facilmente e a far vivere la scrittura come una<br />

sofferenza piuttosto che un piacere di esprimersi.<br />

4.1 PRIMA PARTE<br />

RILASSAMENTO DI MANI E BRACCIA<br />

Si invita il soggetto a chiudere la mano destra oppure sinistra se si tratta di un mancino e si<br />

invita il soggetto a concentrarsi sulla tensione mentre il conduttore conta fino a 3.<br />

In seguito l’ordine sarà di riaprire lentamente la mano e portare quindi l’attenzione sulla<br />

decontrazione e sui muscoli che piano piano si rilassano. Durante la decontrazione conto<br />

lentamente da 5 a 0 oppure devo contare lentamente, in questo modo do maggiore<br />

importanza e quindi attenzione alla distensione e aiuto il soggetto a distendersi.<br />

Un ultimo suggerimento che posso dare è proprio quello di sentire la differenza tra la<br />

tensione iniziale e la distensione alla fine dell’esercizio. Faccio ripetere l’esercizio per 3-5<br />

volte e poi posso passare all’altra mano.<br />

<strong>Il</strong> passo successivo sarà di far fare l’esercizio con entrambe le mani cosi la contrazione sarà<br />

maggiore e di conseguenza anche il rilassamento delle mani.<br />

Nello stesso tempo contraendo le mani posso anche contrarre e decontrarre i muscoli delle<br />

braccia questo per far lavorare nello stesso tempo un numero maggiore di muscoli.<br />

<strong>Il</strong> passo successivo per le braccia sarà quello di flettere anche i gomiti tutto questo con gli<br />

stessi tempi e le stesse modalità delle mani.<br />

Per concludere il rilassamento di mani e braccia faccio fare dei movimenti di apertura e di<br />

chiusura delle mani, faccio sciogliere le braccia e se possibile le faccio cadere lungo il corpo<br />

per dare la possibilità ai muscoli di lasciare tutte le tensioni.<br />

14


4.2 SECONDA PARTE<br />

RILASSAMENTO DI VOLTO, NUCA E SPALLE<br />

Una volta provata la prima parte in studio, ma soprattutto dopo aver fatto gli esercizi a casa<br />

si fa un breve colloquio con il soggetto al fine chiedere come è andata, ma anche per chiarire<br />

dei dubbi sugli esercizi.<br />

Se tutto è andato bene oppure se i dubbi sono stati chiariti si passa alla seconda parte.<br />

Adesso iniziamo a rilassare volto, nuca e spalle, faccio ripercorrere tutta la prima fase, al<br />

termine della prima fase il soggetto sentirà tutti i muscoli distesi e rilassati.<br />

Una volta raggiunto questo stato di calma e tranquillità, invio il soggetto ad aggrottare ciglia<br />

e fronte e lo invito a farlo a fare l’esercizio con sempre più forza, in questo modo intensifico<br />

molto la tensione e di conseguenza anche la distensione. Una volta aggrottate bene e con<br />

molta forza invito il soggetto a lasciare andare tutte le tensioni e rilassare bene tutti i<br />

muscoli.<br />

Come nella prima parte i tempi di contrazione le decontrazioni e le pause vengono stabiliti<br />

dal conduttore, si darà molta importanza alla fase della distensione e si potrà anche dire al<br />

soggetto: “adesso senti la distensione dei tuoi muscoli!” oppure: “senti i muscoli che piano<br />

piano si distendono e si rilassano!”.<br />

Anche qui i tempi saranno:<br />

3 secondi fase di contrazione; posso contare anche ad alta voce.<br />

5-10 secondi fase di decontrazione; posso contare a bassa voce oppure solo<br />

mentalmente<br />

15-20 secondi pausa; lascio il tempo di rilassare i muscoli e do la possibilità di<br />

interiorizzare la sensazione di rilassamento.<br />

Faccio fare da 3 a 5 ripetizioni.<br />

Adesso posso passare agli occhi.<br />

Chiedo di chiudere gli occhi con forza e poi li faccio aprire molto lentamente; se mi trovo<br />

davanti un soggetto molto ansioso o insicuro che non vuole chiudere gli occhi, posso<br />

chiedergli di socchiudere gli occhi e di fissare molto intensamente un oggetto.<br />

Una volta fatte tutte le ripetizioni passo alla bocca, faccio stringere i denti contraendo le<br />

mascelle e poi le labbra. Seguendo questa piccola scaletta riuscirò a diffondere in modo<br />

omogeneo il rilassamento su tutto il volto.<br />

Speso, nel rilassamento del volto, i soggetti si rendono conto di quanto il loro viso sia teso e<br />

contratto; in questa fase spesso il soggetto dice che si sente una faccia strana e che non<br />

sembra più la sua. Per tranquillizzarlo gli spiego che a muoversi e a rilassarsi è la maschera<br />

facciale. Se devo fare questi esercizi con i bambini posso dire loro: “dai che giochiamo a fare<br />

le linguacce o le facce buffe”.<br />

Ora rilasseremo la nuca.<br />

Indico al soggetto di portare prima la testa all’indietro portando la sua attenzione sui muscoli<br />

del collo.<br />

Ora farà degli esercizi di rotazione a destra e a sinistra e qui sentirà i muscoli del collo che si<br />

contraggono e subito dopo si decontraggono; la stessa cosa quando la consegna sarà di<br />

piegare la testa a destra e a sinistra.<br />

15


Anche qui come negli esercizi precedenti devo dare delle indicazioni precise sui tempi, sulla<br />

durata delle contrazioni e delle decontrazioni e sulla durata delle pause per il rilassamento<br />

dei muscoli. Devo stare attento ai tempi e se il soggetto fa smorfie di dolore lo invito a<br />

diminuire lo sforzo oppure diminuisco il tempo e le ripetizioni.<br />

Passiamo ora alle spalle. Chiedo al soggetto di portare le spalle verso l’alto, poi in avanti e<br />

per finire all’indietro, anche qui faccio fare più ripetizioni per ogni movimento.<br />

Essendo le spalle una zona dove le persone tendono ad accumulare le tensioni sto attendo a<br />

non esagerare con le contrazioni per non rendere gli esercizi dolorosi e quindi spiacevoli.<br />

4.3 TERZA PARTE<br />

RILASSAMENTO DEL VENTRE<br />

La terza parte ha lo scopo di rilassare il ventre. Ma perché si deve rilassare? Semplicemente<br />

perché in questo modo posso educare o rieducare il soggetto a respirare in modo fluido e<br />

profondo e questo porterà di conseguenza uno stato di distensione e rilassamento.<br />

Gli esercizi prevedono dei respiri molto profondi con intervalli di 5 secondi tra ispirazione ed<br />

espirazione.<br />

La richiesta degli esercizi sarà quella di fare dei respiri gonfiando bene la pancia e la cassa<br />

toracica, poi la respirazione sarà spostata tutta verso il ventre ed è proprio qui che i muscoli<br />

addominali, il diaframma e la schiena si contrarranno e si decontrarranno portando così un<br />

piacevole stato di rilassamento a tutta la zona.<br />

Di conseguenza anche il modo di respirare e il corpo saranno molto più rilassati.<br />

Questa fase è molto importante perché posso rieducare il soggetto a respirare correttamente e<br />

quindi anche lui si sentirà meglio e durante la scrittura imparerà a non avere delle lunghe<br />

apnee e riuscirà a scrivere in modo più scorrevole.<br />

4.4 QUARTA PARTE<br />

RILASSAMENTO DELLE GAMBE E DI TUTTO IL CORPO<br />

Dopo aver parlato dell’allenamento fatto a casa farò sdraiare il soggetto su un lettino o su un<br />

materassino. Gli chiederò di allungare le gambe contraendo in questo modo i glutei e le<br />

cosce (questo per le prime ripetizioni) poi chiederò di portare il piede e le dita dei piedi verso<br />

il basso, in questo modo avrò una contrazione anche al livello del polpaccio.<br />

In seguito chiederò di allungare le gambe contraendo in questo modo i glutei e le cosce<br />

(questo per le prime ripetizioni) e questa volta farò portare la punta dei piedi verso il bacino.<br />

Abbinando questi due esercizi la persona riuscirà a contrarre e decontrarre tutti i muscoli<br />

delle gambe.<br />

Questo per 5 ripetizioni, stando attento a non esagerare per non provocare nel soggetto<br />

eventuali crampi.<br />

Anche qui i tempi saranno uguali a quelli degli esercizi precedenti.<br />

Questi esercizi si possono fare anche stando seduti e quindi si possono utilizzare mentre si<br />

sta scrivendo.<br />

16


CAPITOLO 5<br />

COME POSSO PROPORRE QUESTE ATTIVITA’ AI BAMBINI<br />

Questa tecnica di rilassamento impostata in questo modo può andare benissimo con<br />

adolescenti o con persone adulte, ma come poso proporre queste attività ad un bambino?<br />

I bambini hanno difficoltà a sentire quando i muscoli sono tesi e quando invece sono<br />

rilassati, questo non per cause neurologiche, ma semplicemente perché non sono abituati a<br />

sentire il loro tono muscolare, soprattutto non sono abituati a sentire i propri muscoli che si<br />

rilassano o con un tono adeguato. Se invece il bambino è ipotonico questo non sarà abituato<br />

a sentire la tensione muscolare.<br />

La cosa è molto semplice. Posso leggere delle piccole storie ed il bambino deve fare quello<br />

che gli viene chiesto nella storia.<br />

In letteratura esistono racconti (P.Kendall, M. Di Pietro -1995- Terapia scolastica dell’ansia.<br />

Guida per psicologi e insegnanti. Edizioni Erickson) che io ho proposto ad alcuni bambini e<br />

ne sono stati davvero entusiasti ottenendo buoni risultati.<br />

5.1 RILASSAMENTO DELLE MANI E DELLE BRACCIA<br />

Immagina di avere mezzo limone nella tua mano sinistra. Adesso immagina di spremere con<br />

forza il limone. Cerca di spremerlo fino all’ultima goccia di succo. Adesso lascia andare il<br />

limone. Cerca di notare la sensazione che provi al braccio quando smetti di stringere il<br />

pugno. Adesso prendi un altro limone e spremilo. Cerca di spremerlo con più forza che puoi.<br />

Adesso lascia andare il limone e rilassa il braccio. Cerca di notare quanto si sentono meglio<br />

il braccio e la mano quando sono rilassati. Ancora una volta prendi un limone nella tua mano<br />

sinistra e spremi tutto il succo. Non lasciarne nemmeno una goccia. Spremi più forte che<br />

puoi. Bene adesso lascia cadere il limone e rilassa il braccio e la mano.<br />

Immagina di avere mezzo limone nella tua mano destra. Adesso immagina di spremere con<br />

forza il limone. Cerca di spremerlo fino all’ultima goccia di succo. Adesso lascia andare il<br />

limone. Cerca di notare la sensazione che provi al braccio quando smetti di stringere il<br />

pugno. Adesso prendi un altro limone e spremilo. Cerca di spremerlo con più forza che puoi.<br />

Adesso lascia andare il limone e rilassa il braccio. Cerca di notare quanto si sentono meglio<br />

il braccio e la mano quando sono rilassati. Ancora una volta prendi un limone nella tua mano<br />

destra e spremi tutto il succo. Non lasciarne nemmeno una goccia. Spremi più forte che puoi.<br />

Bene adesso lascia cadere il limone e rilassa il braccio e la mano.<br />

5.2 RILASSAMENTO DELLE BRACCIA E DELLE SPALLE<br />

Immagina di essere un bel gatto pigrone che si vuole stiracchiare dopo aver fatto una bella<br />

dormita. Stendi le braccia in avanti e sollevale sopra la testa. Spingi le braccia all’indietro e<br />

stendile più che puoi. Adesso lasciale andare giù. Lasciale penzolare lungo i fianchi. Bene,<br />

bene adesso fai ancora il gatto e stiracchiati ancora. Stendi le braccia in avanti e sollevale<br />

sopra la testa. Spingi le braccia all’indietro, spingile più che puoi. Adesso lascia cadere giù le<br />

braccia. Bene, cerca di sentire quanto sono rilassate le braccia. Adesso ti stirerai ancora più<br />

forte che puoi. Cerca di stendere le braccia come se dovessi toccare il soffitto. Sollevale più<br />

che puoi sopra la testa. Adesso spingi le braccia all’indietro e cerca di sentire quanto sono<br />

17


tese anche le spalle. Tieni ancora un attimo le braccia ben tese. Benissimo, adesso lasciale<br />

cadere giù e senti come si rilassano le spalle e le braccia. Adesso le spalle e le braccia sono<br />

piacevolmente rilassate.<br />

5.3 RILASSAMENTO DELLE SPALLE E DEL COLLO<br />

Adesso immagina di essere una tartaruga. Ti trovi sopra una roccia sulla riva di un laghetto e<br />

ti stai riposando al calore del sole. Ti stai gustando il paesaggio e ti senti rilassato.<br />

All’improvviso ti accorgi di qualcosa di pericoloso e tiri indietro la testa dentro il guscio.<br />

Cerca di sollevare le spalle avvicinandole alle orecchie, mentre tiri dentro la testa tenendola<br />

incassata tra le spalle. Rimani fermo così, non è facile essere una tartaruga nel suo guscio.<br />

Adesso il pericolo è passato. Puoi uscire fuori al sole e puoi di nuovo sentirti rilassato e<br />

tranquillo. Ma attenzione, c’è di nuovo un pericolo! Svelto, ritira dentro la testa dentro la tua<br />

casetta e rimani stretto stretto dentro il guscio. Devi rimanere rannicchiato con la testa<br />

incassata tra le spalle per sentirti protetto. Bene, adesso puoi rilassarti porta di nuovo fuori la<br />

testa e lascia che le spalle si rilassino. Porta di nuovo fuori la testa e lascia che le spalle si<br />

rilassino. Senti quanto si sta meglio, quando si è rilassati invece che irrigiditi. Adesso, ancora<br />

una volta pericolo! Ritira la testa all’interno spingi le spalle in su, avvicinandole alle<br />

orecchie. Non lasciare nemmeno un pezzetto di testa fuori dal guscio. Senti come sono<br />

irrigiditi le spalle ed il collo. Bene, ora puoi tornare fuori, sei di nuovo al sicuro. Ogni<br />

pericolo è scomparso, non c’è più niente di cui aver paura, ti senti tranquillo e contento.<br />

5.4 RILASSAMENTO DELLO STOMACO<br />

Ecco che adesso sta arrivando un giovane elefantino molto birbante. Non guarda neanche<br />

dove cammina e non si accorge che ci sei tu sdraiato in mezzo all’erba. Sta venendo verso di<br />

te e sta per camminare proprio sopra il tuo stomaco. Non muoverti, ormai non fai più in<br />

tempo a spostarti, cerca di irrigidire più che puoi lo stomaco. Tieni tutti i muscoli dello<br />

stomaco più tesi che puoi. Rimani ancora un istante con lo stomaco duro… l’elefantino ha<br />

cambiato direzione, adesso puoi rilassarti. Lascia andare i muscoli dello stomaco. Cerca di<br />

sentire lo stomaco morbido e piacevolmente rilassato. Lo stomaco si rilassa e si distende…<br />

ma, attenzione! Ecco di nuovo l’elefantino. Tieniti pronto ed irrigidisci lo stomaco. Cerca di<br />

fare diventare lo stomaco più duro che puoi. Se l’elefantino ti calpesta mentre tieni lo<br />

stomaco irrigidito non ti farà male. <strong>Il</strong> tuo stomaco diventa come una roccia. Bene, se ne sta<br />

andando in un’altra direzione, puoi rilassarti. Lascia andare completamente ogni tensione e<br />

cerca di notare la differenza tra il tuo stomaco irrigidito e uno stomaco rilassato. <strong>Il</strong> tuo<br />

stomaco ora diventa morbido e piacevolmente rilassato … non ci crederai, ma quel testardo<br />

di un elefantino sta tornando verso di te. Questa volta procede a maggiore velocità. Irrigidisci<br />

bene lo stomaco … tienilo ben duro come una roccia. Ecco che l’elefantino sta arrivando<br />

sopra il tuo stomaco, irrigidisci bene lo stomaco, ecco che è arrivato con la zampa sopra di te<br />

… è passato, ma non ti ha fatto male. Va tutto bene, ora puoi proprio rilassarti<br />

completamente. Lascia andare ogni tensione dello stomaco. Cerca di sentirti completamente<br />

disteso e rilassato. Lo stomaco è morbido come se fosse di gomma e ti senti piacevolmente<br />

rilassato.<br />

Adesso immagina di dover passare per un cancello che è quasi completamente chiuso. La tua<br />

palla è andata dall’altra parte e vuoi recuperarla. <strong>Il</strong> cancello è stato verniciato da poco e la<br />

vernice non è ancora completamente asciutta. Inoltre il cancello è bloccato, per cui non può<br />

essere aperto di più, ma tu devi passare proprio per quel cancello. Dovrai cercare di più<br />

18


sottile che puoi, cercando di tenere lo stomaco in dietro. Prova a tenere lo stomaco<br />

completamente schiacciato verso l’interno in modo da non sfregare contro la vernice ancora<br />

fresca del cancello. Bene, ce l’hai fatta. Puoi tornare con lo stomaco normale. Lascia andare<br />

completamente i muscoli dello stomaco e rilassati. Adesso hai recuperato la palla e dopo<br />

averla lanciata dall’altra parte cerchi di passare di nuovo il cancello semichiuso facendoti più<br />

sottile che puoi per non sfregare contro la vernice fresca. <strong>Il</strong> tuo stomaco adesso è proprio<br />

sottile, completamente schiacciato verso l’interno. Rimani adesso un attimo così mentre<br />

passi per il cancello. Bene, ce l’hai fatta e non ti sei sporcato neanche un po’. Adesso sei<br />

soddisfatto e puoi rilassarti completamente. <strong>Il</strong> tuo stomaco è tornato normale. I muscoli sono<br />

distesi e tu ti seni piacevolmente rilassato.<br />

5.5 RILASSAMENTO DELLE GAMBE E DEI PIEDI<br />

Adesso immagina di essere al mare e di giocare sulla riva. Ti trovi nel punto dove la sabbia è<br />

bagnata e le onde arrivano quasi a sfiorarti i piedi. Ti stai divertendo a cercare di affondare<br />

sempre di più nella sabbia e tieni le dita dei piedi ben allargate mentre cerchi di premere con<br />

le gambe sulla sabbia bagnata. Senti le gambe ed i piedi irrigiditi mentre stai affondando<br />

nella sabbia. Ora però hai deciso di sederti un po’ sulla sabbia asciutta e rilassarti. Le tue<br />

gambe ed i tuoi piedi di distendono e li senti rilassati. Ti stai gustando questa piacevole<br />

sensazione di rilassamento alle gambe e ai piedi. Adesso ti è venuta di nuovo voglia di<br />

giocare sulla riva. Sei in piedi e premi forte contro la sabbia bagnata cercando di affondare<br />

sempre più. Senti la sabbia che passa attraverso le dita dei piedi, mentre le tue gambe sono<br />

completamente irrigidite. Bene, adesso torni di nuovo a distenderti sulla sabbia asciutta e<br />

senti le gambe ed i piedi che si rilassano completamente. Ti senti piacevolmente rilassato, le<br />

dita dei piedi e le gambe si rilassano sempre di più.<br />

5.6 COME PROCEDO CON I BAMBINI:<br />

Inizio il trattamento prima in studio e quindi insegno in modo pratico al bambino cosa vuol<br />

dire tensione e distensione (questo perché spesso non riescono a sentire correttamente il tono<br />

muscolare del corpo) poi, dopo numerosi esercizi fatti insieme al conduttore, il bambino<br />

inizia a farli a casa insieme ai genitori.<br />

Per i più piccoli utilizzo i racconti, perché mi sono accorto che fare esercizi molto tecnici con<br />

loro li porta a stancarsi oppure, se ci sono difficoltà di attenzione, a distrarsi facilmente.<br />

Racconto loro una storia (in base alla parte del corpo che voglio far rilassare) ed insieme<br />

facciamo ciò che c’è scritto. I vantaggi che questo procedimento porta sono:<br />

il bambino vede come dev’essere fatto l’esercizio e lo fa in modo corretto.<br />

ottengo una maggiore complicità da parte del bambino.<br />

rendo il tutto più divertente (secondo me è molto importante che il bambino viva<br />

questi esercizi in modo divertente perché mi sono accorto che in questo modo tutto<br />

risulta più efficace e gli esercizi vengono interiorizzati più semplicemente).<br />

19


Per seguire le indicazioni di <strong>Jacobson</strong> devo dare gli esercizi da ripetere a casa quindi il<br />

bambino deve allenarsi e per fare questo do come compito per casa quello di svolgere gli<br />

esercizi assieme ai genitori. In questo modo il bambino si sente importante perché insegna<br />

quello che ha imparato ai genitori e allo stesso tempo esegue gli esercizi a casa con la<br />

supervisione dell’adulto (se il bambino è piccolo posso dare ai genitori una copia dei racconti<br />

che dovranno leggere e fare con il bambino).<br />

Propongo al bambino tutte le storie, in questo modo riesco a fargli sentire la differenza tra<br />

tensione e distensione a livello globale, poi posso chiedere al bambino di utilizzare solo<br />

piccole parti come ad esempio quando si stringe forte il limone, questo serve per fare<br />

contrarre e decontrarre i muscoli della mano. In questo modo riesco a rilassare le varie parti<br />

del corpo. Nel caso della disgrafia posso anche dire al bambino che prima di iniziare a<br />

scrivere, o quando sente tensione e dolore alla mano può far finta di spremere un limone,<br />

così facendo riesce a rilassare tutta la muscolatura della mano e del braccio e quindi può<br />

continuare a scrivere correttamente.<br />

Molto importante è parlare con il bambino alla fine di ogni piccola sessione di rilassamento<br />

per capire com’è andata e come sente adesso i suoi muscoli.<br />

20


COME PROCEDO CON GLI ADULTI<br />

CAPITOLO 6<br />

Con gli adulti invece posso essere più tecnico e quindi faccio prima sentire la differenza tra<br />

contrazione e decontrazione, poi tra tensione e distensione questo per iniziare a portare<br />

l’attenzione del soggetto sulla distensione dei muscoli.<br />

Dopo una prima parte di approccio propongo da prima un training dove vado a lavorare su<br />

tutto il corpo, seguendo le quattro fasi sopra elencate, così l’adulto inizia a prendere<br />

coscienza del proprio corpo, dei propri muscoli e delle zone dove c’è maggiore o minore<br />

tensione.<br />

A questo punto posso utilizzare solo gli esercizi per mani, braccia, spalle e collo nel caso in<br />

cui un soggetto disgrafico abbia problemi di tensione a questo livello e posso chiaramente<br />

digli che questa può essere una sua risorsa quando sente che la mano con cui scrive inizia ad<br />

essere dolorante, soprattutto a livello muscolare.<br />

Ecco quindi che non chiederò più di eseguire gli esercizi su tutto il corpo cosa che magari in<br />

ufficio risulta inopportuno o semplicemente non si ha il tempo per eseguire tutto il training<br />

ma consiglio di eseguire gli esercizi con le mani, braccia e spalle se devo rilassare la mano<br />

che scrive, se invece deve rilassarsi completamente gli do come aiuto gli esercizi con il<br />

ventre e gli esercizi di respirazione.<br />

Possiamo dire che questa tecnica di rilassamento risulta molto versatile e fattibile anche<br />

mentre si sta lavorando, inoltre gli esercizi non devono seguire forzatamente uno schema<br />

fisso, ma possono essere segmentati ed utilizzati a seconda delle esigenze.<br />

<strong>Jacobson</strong> da molta importanza alla respirazione e questo aiuta molto i soggetti che<br />

trattengono il fiato mentre scrivono, questo provoca ulteriori tensioni quando scrivo e quindi<br />

una scrittura irregolare.<br />

Una rieducazione della respirazione porta ad eliminare queste “apnee” e quindi elimina<br />

ulteriori tensioni muscolari.<br />

21


CAPITOLO 7<br />

CONCLUSIONI<br />

<strong>Il</strong> <strong>metodo</strong> <strong>Jacobson</strong> è costituito da una serie di esercizi semplici e fattibili da chiunque, ed è<br />

proprio per questo motivo che ho pensato di proporlo per aiutare chi ha problemi di disgrafia.<br />

Inoltre è basato tutto su contrazioni e decontrazioni, quindi sensazioni fisiche molto semplici<br />

da percepire sia dall’adulto ma anche dal bambino più piccolo, basta cambiare il termine<br />

contrazione con la formula “facciamo diventare i muscoli duri duri” e li facciamo<br />

decontrarre utilizzando la formula “ adesso i muscoli diventano tutti molli”.<br />

7.1 HO PENSATO AL METODO JACOBSON PERCHÉ :<br />

Mi permette di lavorare con qualsiasi soggetto che mi trovo davanti dal bambino<br />

all’adulto e persino l’anziano.<br />

Non c’è nessun coinvolgimento psichico da parte del conduttore e non ci sono<br />

problemi legati al tranfert ed al controtranfert.<br />

<strong>Il</strong> soggetto non ha la paura di essere giudicato dal punto di vista psicologico.<br />

Gli esercizi possono essere svolti senza nessun problema in qualsiasi luogo.<br />

Non c’è bisogno di particolari spazi dove potersi concentrare e appartare.<br />

Nel caso dei bambini con particolari problemi di tensioni a livello dell’arto scrivente<br />

lo possono mettere in pratica anche a scuola senza l’ausilio di particolari oggetti.<br />

Posso veramente dare un piccolo aiuto ai bambini ma anche agli adulti per poter<br />

diminuire le sue tensioni e gestire meglio le emozioni<br />

7.2 PERCHÉ PROPORRE IL METODO JACOBSON NEI CASI DI DISGRAFIA?<br />

22


Gli scopi del rilassamento quando lavoro con soggetti disgrafici sono:<br />

Diminuire le tensioni muscolari soprattutto a livello di spalla, braccio, gomito, mano ,<br />

polso e dita.<br />

Aiutare il soggetto a respirare meglio e per arrivare a questo devo farlo respirare in<br />

modo più cosciente<br />

Gestire meglio le proprie emozioni, soprattutto quelle che provocano agitazione e<br />

tensione.<br />

Attraverso il rilassamento stabilisco un rapporto di fiducia tra me ed il soggetto, questo<br />

aumenta la fiducia in quello che propongo.<br />

Miglioro le capacità di attenzione soprattutto se il soggetto ha molte energie da<br />

scaricare.<br />

Posso rilassare le singole parti del corpo, nel caso della disgrafia la mano, così è meno<br />

dolorante durante la scrittura e di conseguenza rilasso anche il resto del corpo.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

DSM-IV-TR [Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders, Fourth Edition,<br />

Text Revision 2000 – American Psychiatric Association]<br />

N. Boille, E. Manetti (2010) La nostra scrittura. Un test per riconoscerci. Edizioni<br />

Sovera.<br />

P. Cristofanelli (2005) La tua scrittura il tuo carattere.Edizioni Paoline<br />

M. Pratelli, (1995) Disgrafia e recupero delle difficoltà grafo motorie. Edizioni<br />

Erickson<br />

P.G. Malesani (2004) Quiete e tempeste dell’essere. Edizioni ReS.<br />

P. Kendall, M. Di Pietro (1995)Terapia scolastica dell’ansia. Edizioni Erickson<br />

A.M. Wille, C. Ambrosini (2008) Manuale di terapia psicomotoria. Edizioni Cuzzolin<br />

23

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!