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Imparare a scrivere e leggere con il metodo sillabico - Associazione ...

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ASSOCIAZIONE EUROPEA DISGRAFIE<br />

Rosa Rinaldi<br />

rm.rinaldi@libero.it<br />

INSEGNARE A SCRIVERE E LEGGERE<br />

CON IL METODO SILLABICO


IMPARARE A SCRIVERE E LEGGERE CON IL METODO SILLABICO<br />

Come insegnante ho vissuto in prima persona tutti i dubbi che possono emergere alla<br />

coscienza frequentando <strong>il</strong> corso di rieducazione della scrittura e che possono essere riassunti<br />

nel fatto che la libertà che viene lasciata all’insegnante circa <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> di insegnamento della<br />

letto scrittura, può s<strong>con</strong>finare nell’incapacità di valutare quale sia <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> più adatto, quali<br />

gli strumenti, come far <strong>scrivere</strong> le prime lettere e da quali cominciare. Non per cattiva<br />

volontà, ma perché nella scuola Primaria non esiste una normativa univoca che riguarda<br />

l’insegnamento della letto scrittura: “Sotto <strong>il</strong> primo riguardo (indicazione del fine<br />

dell’istruzione primaria) i programmi hanno carattere normativo e prescrivono <strong>il</strong> grado di<br />

preparazione che l’alunno deve raggiungere……Le indicazioni attinenti al se<strong>con</strong>do aspetto<br />

dei programmi (la via o <strong>metodo</strong> da seguire per <strong>il</strong> raggiungimento degli scopi dell’istruzione<br />

primaria) non hanno <strong>il</strong> medesimo carattere normativo delle precedenti; poiché lo Stato, se ha<br />

<strong>il</strong> diritto e <strong>il</strong> dovere di richiedere l’istruzione obbligatoria, non ha una propria <strong>metodo</strong>logia<br />

educativa……(Programmi Didattici per la scuola Primaria 1955).<br />

“Lingua Scritta: a livello di apprendimento iniziale della lingua scritta i metodi in uso<br />

sono parecchi e ciascuno di essi si rifà a motivazioni teoriche che vanno tenute presenti per<br />

effettuare una scelta…..La scelta del <strong>metodo</strong> dovrà anche tener <strong>con</strong>to di una attenta<br />

osservazione e valutazione del livello di sv<strong>il</strong>uppo percettivo e mentale dei fanciulli….”<br />

(Programmi didattici D.P.R. 12 febbraio 1985, n. 104).<br />

Sostanzialmente i programmi ministeriali riguardano i <strong>con</strong>tenuti che devono essere<br />

acquisiti dai bambini e agli insegnanti è lasciata libertà circa <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> da usare per<br />

raggiungere gli obiettivi. È lasciato alla buona volontà personale approfondire questo aspetto<br />

della didattica ma un discorso a parte, quasi completamente ignorato nelle scuole italiane, è<br />

quello che riguarda l’educazione del gesto grafico che deve produrre una scrittura <strong>con</strong> regole<br />

<strong>con</strong>venzionali di forma, spazio, dimensione, direzione, <strong>con</strong>tinuità<br />

Solo da poco tempo in Italia si sta facendo largo la coscienza che “si scrive <strong>con</strong> tutto <strong>il</strong><br />

corpo”, in quanto la scrittura è integrazione di attività cognitive motorie e spazio-temporali;<br />

mentre, per esempio, in Francia <strong>il</strong> Ministero dell’Educazione Nazionale ha proposto agli<br />

insegnanti due modelli di corsivo da far acquisire <strong>con</strong> un preciso <strong>metodo</strong>.<br />

1


1. METODI DI APPRENDIMENTO DELLA LETTO SCRITTURA<br />

Per l’apprendimento della letto scrittura nella prima classe della scuola primaria tutti i<br />

metodi si differenziano per avere un approccio inizialmente analitico o sintetico.<br />

I metodi globali-analitici partono da un tutto (parole e/o frasi) che viene scomposto (per<br />

scoperta spontanea) in elementi successivamente componib<strong>il</strong>i, mentre i metodi sintetici<br />

partono da elementi (fonemi o s<strong>il</strong>labe) per giungere a parole e frasi.<br />

Negli anni settanta, in sintonia <strong>con</strong> <strong>il</strong> rinnovamento sociale, la pedagogia pone l’accento<br />

sul rispetto della spontaneità e della libertà del bambino a scapito delle regole grafiche: è tutto<br />

un fiorire di metodi che rispettano i ritmi di apprendimento del bambino, promuovono la<br />

scoperta personale e priv<strong>il</strong>egiano l’approccio analitico globale.<br />

Sono metodi analitico- globali quello di Dottrens, di Decroly, di Mialaret, di Jadoulle; <strong>il</strong><br />

<strong>metodo</strong> della stampa di Freinet, <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> globale di Bruno Ciari che è <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> globale più<br />

usato nelle scuole italiane, quello di Germano e <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> di Ferruccio Deva.<br />

Il punto debole dei metodi globali- analitici, a parer mio, è quello che non sempre <strong>il</strong><br />

bambino ha la maturità adeguata per compiere in modo e<strong>con</strong>omico <strong>il</strong> processo di analisi di<br />

una parola tanto da scomporla in s<strong>il</strong>labe e fonemi in tempi adeguati alla frequenza del primo<br />

anno della scuola primaria.<br />

I metodi sintetici o fonematici partono dal singolo fonema per arrivare alle parole<br />

passando attraverso le s<strong>il</strong>labe.<br />

Una ricerca recente effettuata da Ferreiro e Toberosky, sui bambini tra i 4 e 6 anni ha<br />

evidenziato che <strong>il</strong> momento in cui <strong>il</strong> bambino scopre che la scrittura rappresenta la lingua<br />

orale fa prima l’ipotesi s<strong>il</strong>labica a cui segue l’ipotesi alfabetica che si <strong>con</strong>cretizza in un’analisi<br />

sistematica dei fonemi: <strong>il</strong> codice è stato compreso anche se deve essere acquisito <strong>il</strong> gesto<br />

grafico relativo a tale codice.<br />

2


METODO FOGLIARINI<br />

E proprio le s<strong>il</strong>labe sono <strong>il</strong> punto di forza del <strong>metodo</strong> Fogliarini, <strong>metodo</strong> semplice,<br />

analitico – sintetico. Se<strong>con</strong>do Fogliarini “<strong>il</strong> procedimento s<strong>il</strong>labo- letterale non costituisce un<br />

<strong>metodo</strong> nuovo, ma è soltanto un particolare procedimento tecnico…”. Questo procedimento<br />

non è nuovo perché si basa sulla divisione delle parole in s<strong>il</strong>labe, fase di passaggio di tutti i<br />

metodi di apprendimento: <strong>il</strong> fonematico presenta i singoli fonemi da comporre subito dopo in<br />

s<strong>il</strong>labe; chi usa <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> globale arriva alle s<strong>il</strong>labe ma alla fine del percorso frase - parola –<br />

s<strong>il</strong>laba – fonema; ma <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> Fogliarini <strong>con</strong>sidera la s<strong>il</strong>laba <strong>il</strong> fulcro di ogni lavoro.<br />

Ma allora qual è <strong>il</strong> vantaggio di partire dalle s<strong>il</strong>labe se alle s<strong>il</strong>labe tutti i metodi arrivano?<br />

Il vantaggio <strong>con</strong>siste principalmente nel fatto che <strong>il</strong> bambino spontaneamente divide in<br />

s<strong>il</strong>labe le parole e, cosa forse ancora più importante, dividere in s<strong>il</strong>labe una parola, vuol dire<br />

scomporla in “meno pezzetti” e più chiari fonologicamente, rispetto alla divisione in singoli<br />

suoni, insomma c’è un’operazione in meno da fare (moltiplicata per n volte) e più semplice<br />

rispetto al <strong>metodo</strong> fonematico ed è un <strong>metodo</strong> più e<strong>con</strong>omico in tempo ed energia rispetto al<br />

globale.<br />

La parola MELA <strong>con</strong> <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> fonematico viene divisa in quattro parti. M- E- L- A,<br />

mentre <strong>con</strong> <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> s<strong>il</strong>labico in due parti: ME- LA<br />

Se<strong>con</strong>do <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> Fogliarini la partenza della scrittura e della lettura è data dalle s<strong>il</strong>labe<br />

iniziali di parole indicanti oggetti o animali abbinate al disegno dell’oggetto o dell’animale. Il<br />

suono è chiaro e la memorizzazione veloce.<br />

Per quanto riguarda la lettura, le s<strong>il</strong>labe vengono memorizzate attraverso lettura globale<br />

prima, poi ideografica e guidata (fig 1)<br />

Fig 1<br />

3


Quando la s<strong>il</strong>laba è memorizzata, si passa al suo ri<strong>con</strong>oscimento all’interno di altre parole<br />

e quindi alla lettura di parole formate da s<strong>il</strong>labe note. Contemporaneamente <strong>il</strong> bambino<br />

comincia a esercitarsi nella scrittura delle s<strong>il</strong>labe e di parole semplici. Non si può che<br />

<strong>con</strong>fermare quello che dice Fogliarini nelle istruzioni relative al suo <strong>metodo</strong>:“Per la chiarezza<br />

dei suoni tale esercizio è rapidamente appreso anche dagli alunni più lenti”. Successivamente,<br />

quando la classe ha compreso <strong>il</strong> meccanismo fondamentale s<strong>il</strong>labico, si introdu<strong>con</strong>o le s<strong>il</strong>labe<br />

complesse che si <strong>con</strong>siderano s<strong>il</strong>labe dirette <strong>con</strong> appendice <strong>con</strong>sonantica. Per esempio la<br />

parola PORTO viene presentata come PO (PO di ponte) + R (lettera sciolta) + TO (TO di<br />

torre) (vedi fig 3).<br />

L’insegnamento si avvale dell’uso di cartelloni (fig 3- 4- 5) che presentano tutte le s<strong>il</strong>labe<br />

scritte in corsivo e che, proprio per questo, si presentano come un’unità grafica, <strong>con</strong> l’oggetto<br />

o l’animale di riferimento. Un aiuto prezioso è dato dal “rammentatore”, che è una copia in<br />

formato A4 dei cartelloni <strong>con</strong> le s<strong>il</strong>labe e che ogni bambino ha sempre <strong>con</strong> sé (fig 2).<br />

Fig 2 Rammentatore<br />

Nota: questa e tutte le immagini riportate hanno subito una riduzione<br />

La memorizzazione delle s<strong>il</strong>labe si ottiene <strong>con</strong> la ripetizione <strong>con</strong>tinua e <strong>con</strong> le schede di<br />

lettura: “80 schede suddivise in 8 serie graduate per difficoltà che i bambini copiano sul<br />

4


quaderno, leggono, si scambiano, in modo tale che ogni bambino lavori su ciascuna scheda,<br />

fino a quando impara senza fatica”, si legge nelle istruzioni. Le s<strong>il</strong>labe <strong>con</strong>osciute vengono<br />

“cacciate”, cioè cerchiate <strong>con</strong> un colore stab<strong>il</strong>ito, all’interno di parole e frasi.<br />

Naturalmente ci sono bambini che non hanno difficoltà, qualsiasi sia <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> usato: la<br />

loro maturazione psicofisica , l’affettività e <strong>il</strong> loro livello di competenze è tale da acquisire<br />

fac<strong>il</strong>mente e velocemente <strong>il</strong> <strong>leggere</strong> e lo <strong>scrivere</strong>.<br />

Ma l’esperienza insegna che in ogni classe, accanto a bambini “pronti” per la scuola vi<br />

sono bambini che non hanno ancora raggiunto uno sv<strong>il</strong>uppo psicomotorio adeguato, che<br />

hanno carenze affettive, che hanno semplicemente bisogno di un <strong>metodo</strong> <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e<br />

semplice ed ordinato.<br />

A questo si può aggiungere che attualmente i bambini arrivano a scuola ricchi di<br />

competenze verbali e non verbali, ma hanno meno capacità di attenzione e <strong>con</strong>centrazione<br />

perché la cultura delle immagini è veloce e pretende cambiamenti <strong>con</strong>tinui, hanno meno<br />

manualità perché hanno giochi pre<strong>con</strong>fezionati e passano molte ore davanti alla televisione,<br />

quindi un buon <strong>metodo</strong> dovrà tenere <strong>con</strong>to di questo e semplificare al massimo le operazioni<br />

di acquisizione del codice, proponendo in parallelo attività motorie per far acquisire o<br />

<strong>con</strong>solidare lo schema corporeo.<br />

È certamente importante rispettare la creatività dei bambini, ma lo è altrettanto dare<br />

regole, poche e semplici, ma chiare, che possano rappresentare i binari sui quali un bambino<br />

senta di poter camminare accompagnato da una guida sicura. Un’altra <strong>con</strong>siderazione<br />

importante parlando di apprendimento della letto scrittura è quella della motivazione: usare un<br />

<strong>metodo</strong> di apprendimento semplice e veloce è gratificante per un bambino che viene a scuola<br />

proprio “per imparare a <strong>leggere</strong> e a <strong>scrivere</strong>” e <strong>con</strong> grande soddisfazione comincia a s<strong>il</strong>labare<br />

insegne, avvisi, pagine di rac<strong>con</strong>ti.<br />

2. IL METODO FOGLIARINI NELLA MIA ESPERIENZA<br />

Ho “in<strong>con</strong>trato” questo <strong>metodo</strong> agli inizi degli anni novanta, quando durante un’estate ho<br />

cominciato a preparare <strong>il</strong> materiale e le idee per la classe prima che avrei dovuto iniziare a<br />

settembre. Le colleghe me lo hanno presentato come un <strong>metodo</strong> semplice e veloce e ho<br />

cominciato a studiarlo e successivamente ad applicarlo nonostante in quel momento <strong>il</strong> <strong>metodo</strong><br />

più quotato nell’opinione comune fosse <strong>il</strong> globale. Ho insegnato in prima diverse volte, ma<br />

nessun bambino è arrivato alla fine dell’anno senza aver imparato a <strong>leggere</strong> e <strong>scrivere</strong> e senza<br />

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troppi ritardi rispetto alla maggior parte della classe. Mi sono resa <strong>con</strong>to, per esperienza<br />

personale, che se in una classe apprende solo un numero limitato di bambini forse c’è<br />

qualcosa che non va nei <strong>con</strong>tenuti proposti, che non sono quelli giusti al momento giusto, o<br />

nel <strong>metodo</strong> che non tiene <strong>con</strong>to di tutte le variab<strong>il</strong>i della classe.<br />

Quindi nel corso degli anni, tutte le volte che ho dovuto affrontare una prima elementare<br />

sono ricorsa al <strong>metodo</strong> s<strong>il</strong>labico “secco” <strong>con</strong> gli aggiustamenti che mi sembravano più<br />

opportuni per i bambini sempre meno propensi ai lavori ripetitivi, come poteva essere <strong>il</strong><br />

lavoro di copiatura delle schede del <strong>metodo</strong> Fogliarini. Ho modificato <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> nel modo che<br />

mi sembrava più opportuno in relazione all’uso delle parole di riferimento, alle fasi di<br />

presentazione delle s<strong>il</strong>labe, all’uso del materiale, in particolare delle schede ( per esempio, la<br />

s<strong>il</strong>laba GHE, che nell’edizione originale aveva come parola di riferimento “ghette” è stata<br />

sostituita da gheriglio; la s<strong>il</strong>laba SI aveva come riferimento la parola sigaro ed è stata<br />

sostituita da sirena).<br />

Fig 3 Cartellone murale <strong>con</strong> le s<strong>il</strong>labe di riferimento (h 1m)<br />

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Fig 4 Cartellone murale<br />

Fig 5 Cartellone murale<br />

7


Comincio <strong>con</strong> le vocali iniziali di un oggetto che per tutto l’anno costituirà <strong>il</strong> riferimento<br />

per <strong>il</strong> bambino; a ciascuna vocale viene abbinata a un colore che sarà <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o <strong>con</strong>duttore per <strong>il</strong><br />

ri<strong>con</strong>oscimento delle vocali ma anche delle s<strong>il</strong>labe.<br />

Fig 6 Presentazione della vocale A<br />

Nota. Nella riproduzione delle pagine di quaderno i margini non sono stati mantenuti<br />

La lettura delle vocali e delle s<strong>il</strong>labe parte dal disegno e arriva al simbolo, per cui un<br />

bambino, di fronte a LA, che ha come oggetto di riferimento la lampadina, leggerà all’inizio<br />

“lampadina”, poi LA (vedere fig. n. 3); la parola LANA potrà essere letta all’inizio come<br />

“lampadina- nave”, fino a quando <strong>il</strong> bambino non avrà imparato a isolare le s<strong>il</strong>labe iniziali<br />

delle parole di riferimento e <strong>con</strong> loro comporre le parole.<br />

Fig 7 Esercizio <strong>con</strong> le s<strong>il</strong>labe<br />

8


All’inizio dell’apprendimento la lettura dei cartelloni murali è quotidiana e vi partecipano<br />

tutti i bambini: è una lettura per pittogrammi e serve a ricordare o a imparare i nomi degli<br />

oggetti o degli animali che sono riferimento per le s<strong>il</strong>labe. I più veloci a memorizzare aiutano<br />

gli altri.<br />

Non è mai possib<strong>il</strong>e <strong>con</strong> questo <strong>metodo</strong> usare gli alfabetieri allegati ai libri di testo perché<br />

seguono sempre <strong>il</strong> sistema fonematico, <strong>con</strong> un oggetto o un animale di riferimento per ciascun<br />

fonema.<br />

È doveroso aprire una piccola parentesi sui libri di testo: l’offerta è sempre stata molto<br />

vasta tra libri che seguono <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> globale o fonematico o <strong>il</strong> s<strong>il</strong>labico misto, ma non per <strong>il</strong><br />

<strong>metodo</strong> s<strong>il</strong>labico “secco”; attualmente, grazie all’ultima riforma della scuola primaria, i libri<br />

di testo vengono scelti solo ogni cinque anni per cui un insegnante si trova a scegliere <strong>il</strong> libro<br />

che servirà anche per i colleghi e questo restringe ancora le possib<strong>il</strong>ità di trovare un testo<br />

adeguato. La <strong>con</strong>seguenza è che l’uso del libro di testo per la lettura è rimandato a quando <strong>il</strong><br />

bambino ha imparato <strong>il</strong> codice, certamente non prima di gennaio e tutti gli esercizi di lettura<br />

nella prima parte dell’anno vengono preparati dall’insegnante; <strong>il</strong> testo di esercitazioni che in<br />

genere accompagna <strong>il</strong> libro di lettura rimane inut<strong>il</strong>izzato.<br />

Per quanto riguarda la scrittura, le vocali e successivamente le s<strong>il</strong>labe vengono scritte alla<br />

lavagna e sul quaderno di ogni bambino. Non sono i bambini a muoversi per la classe mentre<br />

scrivono, ma è l’insegnante che passa <strong>con</strong>tinuamente tra i banchi a <strong>scrivere</strong> sui quaderni,<br />

incoraggiare, correggere.<br />

La presentazione delle s<strong>il</strong>labe non segue l’ordine alfabetico, ma la logica di fac<strong>il</strong>ità<br />

grafica, dando la precedenza alle s<strong>il</strong>labe più frequenti nella formazione delle parole, in modo<br />

da avere presto una buona quantità di s<strong>il</strong>labe <strong>con</strong> cui formare parole da <strong>scrivere</strong> o <strong>leggere</strong>.<br />

Alla luce del corso di rieducazione della scrittura si può affermare che imparare a <strong>scrivere</strong><br />

da subito le s<strong>il</strong>labe in corsivo educa la fluidità del gesto grafico.<br />

Ma forse <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> s<strong>il</strong>labico dà <strong>il</strong> meglio di sé per quanto riguarda l’apprendimento dei<br />

digrammi e dei trigrammi: le s<strong>il</strong>labe complesse vengono presentate come iniziali di oggetti e<br />

animali a cui si fa sempre riferimento in fase di apprendimento per cui non può esserci<br />

<strong>con</strong>fusione ed errore <strong>con</strong> altre s<strong>il</strong>labe. Questo è ancor più vero per le s<strong>il</strong>labe CHI e CHE, GHI<br />

e GHE. (fig 8).<br />

9


Fig 8. Le s<strong>il</strong>labe CHI e CHE sono state proposte a dicembre<br />

Per <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> fonematico invece <strong>il</strong> grafema C è relativo a due fonemi( /k / e /∫t/): <strong>il</strong> lavoro<br />

del bambino deve essere quello di comprendere che lo stesso grafema si legge /k/, non solo<br />

associato alle vocali A, O, U ma anche alle vocali E, I quando viene aggiunta l’H alla<br />

<strong>con</strong>sonante. Certamente <strong>il</strong> bambino arriva alla sintesi corretta, ma <strong>con</strong> dispendio d’energie ed<br />

è diffic<strong>il</strong>e che la correttezza di queste s<strong>il</strong>labe sia <strong>con</strong>seguita alla fine della prima.<br />

Il lavoro di lettura e scrittura viene integrato <strong>con</strong> molti giochi: la ricerca di parole che<br />

cominciano per una data s<strong>il</strong>laba, <strong>il</strong> treno di parole per cui bisogna cercare la parola che<br />

comincia <strong>con</strong> la s<strong>il</strong>laba finale della parola precedente, f<strong>il</strong>astrocche e rime, le catene di parole:<br />

ogni bambino cerca una parola che abbia un legame <strong>con</strong> quella detta dal compagno<br />

precedente: legame semantico o puramente linguistico, spiegando <strong>il</strong> perché della sua scelta;<br />

altro gioco è la composizione di parole usando cartoncini su cui sono scritte le s<strong>il</strong>labe.<br />

Per quanto riguarda gli strumenti ut<strong>il</strong>izzati, per tutta la prima elementare ho fatto usare un<br />

quaderno a quadretti da 5 mm su cui lo stampato maiuscolo occupa due quadretti e la zona<br />

mediana del corsivo uno.<br />

Ho fatto usare la matita perché scorrevole e fac<strong>il</strong>mente cancellab<strong>il</strong>e dai bambini e<br />

dall’insegnante che passa <strong>con</strong>tinuamente tra i banchi e addita l’errore e fa cancellare e<br />

ri<strong>scrivere</strong>, in modo che <strong>il</strong> lavoro finito sia per tutti pulito e ordinato, senza cancellature<br />

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evidenti e macchie perché ognuno possa essere soddisfatto del lavoro svolto. Solo in se<strong>con</strong>da<br />

sono passata al quaderno a righe e alla penna cancellab<strong>il</strong>e.<br />

Il lavoro di apprendimento della letto scrittura è stato affiancato da lavori sulla motricità<br />

non come specifica educazione del gesto grafico, ma perché previsto dalle discipline facenti<br />

parte dei programmi didattici ministeriali. Sono stati proposti ai bambini attività sui <strong>con</strong>cetti<br />

topologici sia facendo geografia che motoria; sui <strong>con</strong>cetti temporali facendo storia; attività<br />

sullo schema corporeo facendo motoria e geografia, attività per la coordinazione occhio mano<br />

facendo immagine e motoria…e così via. Certamente hanno favorito anche l’acquisizione del<br />

gesto grafico, ma è mancato un progetto unitario e sono mancati tutti quegli esercizi specifici<br />

per la motricità fine della mano di cui ho potuto comprendere l’importanza.<br />

3. IL METODO SILLABICO “SECCO” DOPO IL CORSO DI RIEDUCAZIONE<br />

DELLA SCRITTURA<br />

Tutto questo prima del corso di rieducazione della scrittura! Alla luce di queste nuove<br />

<strong>con</strong>oscenze potrei fare innumerevoli <strong>con</strong>siderazioni sulle difficoltà mie e di tutti gli insegnanti<br />

che si trovano soli di fronte a dubbi oppure sono acritici per scarsità di <strong>con</strong>oscenze. A parziale<br />

discolpa c’è <strong>il</strong> fatto che l’attenzione della scuola nei <strong>con</strong>fronti della scrittura è relativa<br />

soprattutto al risultato finale non al come si perviene a tale risultato. È un’attenzione precisa<br />

per quanto riguarda l’ortografia, la morfologia e la sintassi, ma assolutamente insufficiente<br />

per quanto riguarda <strong>il</strong> modo di tracciare la forma delle parole in uno spazio.<br />

Nel differenziarsi dei metodi di apprendimento della letto scrittura, tutti validi per la<br />

normativa italiana, non esiste nessun riferimento al gesto grafico, come se <strong>il</strong> modo di<br />

“disegnare” le lettere, le parole, fosse spontaneamente corretto come pure <strong>il</strong> modo di<br />

impugnare lo strumento grafico.<br />

Quando ho iniziato <strong>il</strong> corso di rieducazione della scrittura, come insegnante, mi sono<br />

trovata davanti nuove <strong>con</strong>oscenze che mi hanno imposto una serie di domande sul mio modo<br />

di insegnare a <strong>leggere</strong> e a <strong>scrivere</strong>: penso che molto si possa migliorare ma <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> s<strong>il</strong>labico<br />

in sé può certamente essere salvato perché è semplice ed efficace e anzi, ha acquistato una<br />

virtù in più: partendo dalle s<strong>il</strong>labe dà al gesto grafico quella <strong>con</strong>tinuità che <strong>il</strong> <strong>metodo</strong><br />

fonematico non può dare, è più semplice del globale e facendo uso da subito del corsivo<br />

elimina la rigidità propria dello stampato maiuscolo usato a lungo.<br />

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Certamente può essere ripensata la presentazione delle s<strong>il</strong>labe in relazione alla <strong>con</strong>tinuità<br />

del gesto grafico, per cui prima LI LU LE e poi LA e LO. Ma soprattutto si può riflettere sul<br />

modo di tracciare le lettere come vengono presentate dall’AED, <strong>con</strong> un gesto grafico <strong>con</strong>tinuo<br />

e <strong>con</strong> quelle semplificazioni delle lettere maiuscole corsive che nulla tolgono alla bellezza ed<br />

efficienza della nostra lingua scritta.<br />

Fig 9 Il primo dettato dell’anno<br />

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Fig 10. A marzo un arcobaleno visto da qualcuno dopo un temporale è lo spunto per <strong>il</strong> dettato tutto in<br />

corsivo<br />

Importante è dare spazio a tutti quei giochi che vivacizzano l’apprendimento, permettono<br />

a tutti di partecipare, danno la possib<strong>il</strong>ità di esprimere le proprie emozioni, come “la<br />

messaggeria”, un gioco da fare alla fine dell’anno, che invoglia molto i bambini a <strong>scrivere</strong> e<br />

che prevede la scrittura di messaggi indirizzati a un compagno, imbucati in una casella di<br />

posta, una per ogni bambino…<br />

Potrebbe essere completamente eliminato lo script, che piace ai bambini ma crea<br />

<strong>con</strong>fusioni in chi ha una lateralità <strong>con</strong>fusa; e poi attenzione alla forma e al movimento, alla<br />

direzione, fin qui praticamente ignorati, più attenzione allo spazio. Per quanto riguarda forma<br />

e direzione, senz’altro <strong>il</strong> corso di rieducazione della scrittura mi ha chiarito le idee circa <strong>il</strong><br />

bisogno di un modello unitario di corsivo, semplice, funzionale e non rigido e frammentato<br />

come quello normalmente in uso, che inviti a legare tra loro le lettere e che <strong>il</strong> <strong>metodo</strong><br />

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Fogliarini, date le sue caratteristiche di sistema s<strong>il</strong>labico e la sua attenzione al corsivo, è<br />

priv<strong>il</strong>egiato ad accogliere.<br />

Fig. 11. Il rammentatore “ripensato”<br />

CONCLUSIONI<br />

Spazio quindi a un <strong>metodo</strong> che <strong>con</strong>sideri la forma delle lettere, <strong>il</strong> modo di tracciarle, <strong>il</strong><br />

modo di collegarle, che sia anticipato e accompagnato da tutti gli esercizi di motricità per le<br />

braccia, i polsi, le mani, le dita e anche attenzione all’educazione o alla rieducazione del<br />

modo di impugnare lo strumento grafico, sensib<strong>il</strong>izzando i genitori.<br />

Sarebbe auspicab<strong>il</strong>e che tutti gli insegnanti che compongono <strong>il</strong> team di classe<br />

<strong>con</strong>dividessero le attività di educazione ad una motricità fluida e armonica.<br />

Insomma la strada da percorrere è ancora lunga e passa innanzitutto dalla<br />

sensib<strong>il</strong>izzazione delle famiglie e degli insegnanti della scuola dell’infanzia e della scuola<br />

primaria, dalla loro <strong>con</strong>sapevolezza e <strong>con</strong>vinzione che <strong>il</strong> <strong>metodo</strong> fa la differenza.<br />

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BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO<br />

P. Cristofanelli, S. Lena, Disgrafie. Esame, prevenzione, rieducazione, Libreria Moretti<br />

R. Oliveaux, Disordini e rieducazione della scrittura<br />

A. Venturelli, Dal gesto alla scrittura, Mursia<br />

Articoli biblioteca digitale AED:<br />

M. Bonfigli, Il bambino e la scrittura nella scuola primaria<br />

M. V. D’Anna, Sv<strong>il</strong>uppo percettivo- motorio e disgrafia<br />

A Fittipaldi, Come <strong>il</strong> bambino impara a <strong>scrivere</strong><br />

M. Nusiner, La rieducazione della scrittura: perché?<br />

C. Pannucci, Dominanza e lateralizzazione<br />

L. Tonucci, Come <strong>il</strong> bambino impara a <strong>scrivere</strong><br />

Istruzioni Illustrate Metodo Fogliarini<br />

Programmi ministeriali per la scuola primaria 1955<br />

Programmi didattici D.P.R. 12 febbraio 1985, n. 104<br />

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