Ursula Sprecher e Andi Cortellini - Swiss Life
Ursula Sprecher e Andi Cortellini - Swiss Life
Ursula Sprecher e Andi Cortellini - Swiss Life
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SWiSSlife<br />
2° anno // Numero 2 // CHf 6.50<br />
Estate 2011 // Sabato pomeriggio
In «<strong>Swiss</strong> Photo Selection» SWISSLIFE presenta le opere<br />
di fotografi svizzeri che sono stati premiati dalla giuria<br />
internazionale dello «<strong>Swiss</strong> Photo Award – ewz.selection».<br />
www.ewzselection.ch
Amici nel<br />
tempo libero<br />
Cosa fa la gente il sabato pomeriggio dopo lo shopping?<br />
<strong>Ursula</strong> <strong>Sprecher</strong> e <strong>Andi</strong> <strong>Cortellini</strong> approfondiscono la questione<br />
con la loro rassegna fotografica ritraendo le persone che<br />
s’incontrano regolarmente: nei club, associazioni e gruppi.<br />
›››<br />
SWISSLIFE Estate 2011<br />
<strong>Swiss</strong> Photo Selection // 3
Pagina precedente: Tauchclub «Dintefisch» (club dei sub «Dintefisch»), 48 membri. Sopra: Sezione scout di St. Brandan, 53 membri.
SWISSLIFE Estate 2011<br />
<strong>Swiss</strong> Photo Selection // 5
«Freunde der Tätowierung» (associazione degli amici del tatuaggio), 100 membri.
«Pudelclub beider Basel» (club del barboncino delle due Basilee), 68 membri.<br />
SWISSLIFE Estate 2011<br />
<strong>Swiss</strong> Photo Selection // 7
«Ruderclub Blauweiss» (club di canottaggio Blauweiss), 230 membri.
Corpo comunale dei pompieri, 64 membri dei pompieri.
SWISSLIFE Estate 2011<br />
<strong>Ursula</strong> <strong>Sprecher</strong> e <strong>Andi</strong> <strong>Cortellini</strong>:<br />
Foto di persone,<br />
su persone, con persone<br />
I fotografi <strong>Ursula</strong> <strong>Sprecher</strong> e <strong>Andi</strong> <strong>Cortellini</strong> condividono<br />
uno studio fotografico a Basilea. Lavorano<br />
in campo pubblicitario ed editoriale e si sono specializzati<br />
in fotografia ritrattistica: con gallerie di<br />
immagini e progetti artistici indipendenti. <strong>Sprecher</strong><br />
e <strong>Cortellini</strong> hanno frequentato la Scuola di arti<br />
applicate di Basilea, terminato il tirocinio come<br />
fotografi e lavorato come assistenti in patria e<br />
all’estero prima di aprire il proprio studio a metà<br />
degli anni novanta.<br />
Nella loro opera di fama internazionale «Freizeitfreunde»<br />
(Amici nel tempo libero) <strong>Sprecher</strong> e<br />
<strong>Cortellini</strong> ritraggono gruppi di persone che con <br />
dividono e si dedicano volontariamente a una pas<br />
sione comune. I protagonisti di questi scatti offrono<br />
un ritratto della società rappresentata da ogni<br />
classe di età, ogni sesso, religione e gruppo etnico. Le<br />
immagini raccontano, segretamente ma in modo<br />
riconoscibile, l’impegno profuso da queste persone<br />
per la loro idea. Si percepiscono l’impegno e la<br />
serietà di tutte le persone coinvolte, sia davanti che<br />
dietro l’obiettivo.<br />
Potete ammirare tutti i 50 scatti della serie «Amici<br />
nel tempo libero» sul sito www.swisslife.ch/rivista<br />
<strong>Swiss</strong> Photo Selection // 11<br />
Per la galleria fotografica relativa all’ar -<br />
ticolo di apertura «Die guten Lehrer»<br />
(I bravi insegnanti) pubblicata nella<br />
rivista GEO 2/2011 la coppia di fotografi<br />
formata da <strong>Ursula</strong> <strong>Sprecher</strong> e <strong>Andi</strong><br />
<strong>Cortellini</strong> è ritornata a scuola. I due<br />
hanno girato in lungo e in largo la<br />
Germania, arrivando fino a Örebro in<br />
Svezia, per trovare dei «bravi insegnanti»<br />
e per fotografarli con i loro alunni.
Gruppo di majorette e show dance «The Starlights», 35 membri.
Salve<br />
Non so voi, ma per me i sabato pomeriggio sono fantastici:<br />
essere all’aria aperta, alleggerire la testa, ricaricarsi di<br />
nuova energia.<br />
Fare qualcosa con i nostri cari, con la famiglia. Per esem <br />
pio andare in bicicletta, superare le colline, in di scesa<br />
godere del vento contrario, alla fine sentire anche un<br />
po’ di fatica nelle gambe. Oppure l’escursionismo!<br />
Scoprire la varietà della Svizzera, incontrare persone<br />
simpatiche e come premio un cornetto alla nocciola<br />
all’osteria. Finalmente avere tempo a disposizione.<br />
Lasciarsi andare alle proprie inclinazioni, senza l’obbligo<br />
del fare. E naturalmente leggere, come ad esempio<br />
SWISSLIFE. In questo numero abbiamo visitato persone<br />
socievoli riunite in associazioni nella Svizzera<br />
nordoccidentale o parrucchiere e parrucchieri dell’Argovia<br />
che hanno appena concluso l’esame finale di<br />
tirocinio. O la caporedattrice di Losanna che il sabato<br />
decide cosa i romandi leggeranno la domenica.<br />
Vi auguro buon divertimento in questo viaggio di scoperta<br />
del sabato pomeriggio attraverso la Svizzera.<br />
SWISSLIFE Estate 2011<br />
Editoriale // 13<br />
Ivo Furrer, CEO di <strong>Swiss</strong> <strong>Life</strong> in Svizzera, afferma:<br />
«Il sabato pomeriggio ci rilassiamo, ricarichiamo<br />
nuova energia e ci dedichiamo ai nostri hobby –<br />
con i nostri cari o persone di idee e interessi affini.»
01 <strong>Swiss</strong><br />
Il sabato pomeriggio cosa fa la gente nel tempo libero? La<br />
coppia di fotografi <strong>Ursula</strong> <strong>Sprecher</strong> e <strong>Andi</strong> <strong>Cortellini</strong> offre la<br />
risposta con una serie di foto di gruppi inscenate ad arte.<br />
Photo Selection: Amici nel tempo libero<br />
13 Editoriale: Ivo Furrer<br />
16 Due facce della medaglia: Appassionati di videogiochi<br />
contro scout<br />
20 Fulcro: In giro con l’auto<br />
Il sabato gli svizzeri si dedicano alle loro automobili. Il nostro<br />
autore Max Küng ha esaminato con attenzione gli autolavaggi,<br />
partendo dal selfservice fino ad arrivare al tunnel di lavaggio<br />
più esclusivo del Paese.<br />
28 Mix di numeri: I passatempi del sabato pomeriggio<br />
31 Buona valutazione: Il futuro comincia qui.<br />
Responsabile del progetto: <strong>Swiss</strong> <strong>Life</strong> Public Relations, Martin Läderach Commissione redazionale: Ivo Furrer,<br />
René Aebischer, Thomas Bahc, Thomas Langenegger, Christian Pfister, Hans-Jakob Stahel Direttore della<br />
redazione UPDATE: Dajan Roman Indirizzo della redazione: Rivista SWISSLIFE, Public Relations, General-<br />
Guisan-Quai 40, 8022 Zurigo, magazin@swisslife.ch Coordinamento del progetto: Mediaform, Christoph<br />
Grenacher, Ittenthal Ideazione e progettazione: Festland Werbeagentur, San Gallo/Zurigo Traduzione:<br />
Language Services, <strong>Swiss</strong> <strong>Life</strong> Stampa e spedizione: Heer Druck AG, Sulgen Pubblicazione: 3 volte l’anno<br />
(primavera, estate, autunno) Tiratura: 100 000 esemplari Inserzioni: Mediaform, Baumgärtli, 5083 Ittenthal,<br />
mediaform@mediaform.ch Cambiamenti d’indirizzo/Ordinazioni: Rivista SWISSLIFE, General-Guisan-Quai 40,<br />
8022 Zurigo, www.swisslife.ch/abbonarsirivista Avviso legale: le informazioni relative a servizi e prodotti<br />
contenute nella presente pubblicazione non costituiscono un’offerta in termini giuridici. Non viene tenuta alcuna<br />
corrispondenza in merito a concorsi. È escluso il ricorso alle vie legali.<br />
L’unione fa la forza<br />
Dal club del barboncino a quello degli amici<br />
del tatuaggio fino ad arrivare al corpo locale<br />
dei pompieri: la coppia di fotografi formata<br />
da <strong>Ursula</strong> <strong>Sprecher</strong> e <strong>Andi</strong> <strong>Cortellini</strong> ritrae<br />
gli amici nel tempo libero.<br />
Il rituale del lavaggio<br />
Di sabato, quando il tempo è bello, gli<br />
uomini si dedicano al benessere… della loro<br />
auto. Ed ecco che si sfoderano spugne, i<br />
migliori prodotti per il make up e, talvolta,<br />
anche gli spazzolini da denti.
L’artefice della domenica<br />
Femminista senza spocchia, cattolica senza<br />
fede nuziale, caporedattrice senza carriera:<br />
un’analisi delle contraddizioni nella vita di<br />
Ariane Deyer.<br />
Consulenza precisa<br />
Le soluzioni assicurative e previdenziali<br />
sono così varie come le persone stesse.<br />
Scoprite in UPDATE perché <strong>Swiss</strong> <strong>Life</strong><br />
attribuisce grande importanza alla<br />
consulenza individuale.<br />
SWISSLIFE Estate 2011<br />
38 A <strong>Swiss</strong> <strong>Life</strong>: Ariane Dayer<br />
La caporedattrice di Le Matin Dimanche trascorre il sabato<br />
occupandosi dei titoli del giorno dopo. D’altronde la stessa<br />
Ariane Dayer merita una storia: questa professionista vallesana<br />
è considerata un fenomeno dei media, pur mantenendo un<br />
basso profilo.<br />
47 I piaceri della cucina: Il sole nel piatto<br />
49 Reeto von Gunten: Frugare, trovare, accaparrarsi<br />
50 Concorso: Una grigliata per 20 amici<br />
52 Fuoriprogramma: Tempo di jodel con il gruppo<br />
«Oesch’s die Dritten»<br />
Sommario // 15<br />
Inserto: UPDATE<br />
Leggete come <strong>Swiss</strong> <strong>Life</strong> si adatta ai periodi di svolta nella vostra<br />
vita, perché un salario elevato non implica necessariamente una<br />
pensione sicura e adeguata, e come <strong>Swiss</strong> <strong>Life</strong> vi semplifica la vita.
Testo: Simone Ott, foto: Noë Flum<br />
Selvaggio<br />
o<br />
virtuale?<br />
Benjamin Stauffacher, 20 anni, capo dei boy scout<br />
«Schwyzerstärn» di Kehrsatz BE racconta: «La mia<br />
ragazza qualche volta si lamenta perché<br />
trascorro più tempo libero con i boy scout che<br />
con lei. Ma il sabato pomeriggio amo andare<br />
fuori con gli scout e sfogarmi. Essendo un<br />
informatico, durante la settimana sono un vero<br />
pantofolaio e gli scout rappresentano per me<br />
un’importante valvola di sfogo. Ci incontriamo<br />
il sabato alle 14.00 e facciamo esercitazioni su<br />
un determinato tema. Ultimamente si è trattato<br />
di «Reperimento di fondi» vestendo i panni di<br />
agenti e organizzando la caccia al tesoro. Tra gli<br />
scout si respira un cameratismo straordinario,<br />
difficilmente riscontrabile altrove. Viviamo insieme<br />
l’avventura. Inoltre impariamo a convivere e<br />
collaborare come comunità. In questo modo si<br />
crea un legame indissolubile. Ci si aiuta e so -<br />
stiene nei momenti difficili, incoraggiandosi. È<br />
bello sapere di poter contare sui propri compagni.<br />
Voglio trasmettere agli scout anche valori<br />
come il rispetto per l’ambiente e per il prossimo.<br />
O dimostrare che vale la pena di tenere duro, un<br />
principio completamente sconosciuto per diversi<br />
bambini. Purtroppo molti giovani pensano che<br />
essere uno scout sia noioso e fuori moda e pre-<br />
feriscono giocare a calcio o non fare niente. Ma<br />
io non vorrei fare niente di diverso.»
SWISSLIFE Estate 2011<br />
Due facce della medaglia // 17<br />
Stephanie Burri, 25 anni, appassionata di videogame,<br />
Zollikofen BE racconta: «Alcuni amici hanno<br />
installato nella sala prove della loro band la<br />
Playstation 2 e 3 e uno schermo. Il sabato<br />
pomeriggio vado sempre lì con il mio ragazzo.<br />
La maggior parte delle volte siamo in<br />
sette o otto che giochiamo. Uno dei miei giochi<br />
preferiti è la corsa automobilistica, dove è possibile<br />
«scontrarsi» con altre auto, oppure mi piac ci o -<br />
no le discipline olimpiche come il pattinaggio<br />
artistico su ghiaccio. Durante il gioco stacco com -<br />
pletamente la spina. Il mio lavoro in uno studio<br />
legale è piuttosto stressante. Nel tempo libero<br />
voglio rilassarmi e trascorrere ore piacevoli con i<br />
miei amici. Oltre al nostro regno della Playstation,<br />
esistono anche altri locali occupati da appassionati<br />
di videogiochi. Ci si conosce e ci si frequenta.<br />
Nel corso del tempo siamo diventati amici e<br />
usciamo anche insieme. A casa gioco con il mio<br />
Atari del 1993, ereditato dai miei fratelli. Si tratta<br />
di un oggetto «vecchia scuola»: un apparecchio<br />
vintage con schermo microscopico, joystick e<br />
una tastiera un po’ troppo grande. Questa cosa<br />
funziona ancora con i dischetti! Con questo<br />
mi cimento in «Monkey Island», un gioco in cui<br />
un uomo salva una donna. Giocare ai videogame<br />
è un vero spasso. E io sono ambiziosa: mi piace<br />
vincere.»
Such-<br />
Die maschine<br />
der Schweizer<br />
Familie<br />
Im Spannungsfeld zwischen gestern und morgen hat die Schweizer Familie eine gute Nase für interessante<br />
Themen und überraschende Geschichten. Bei der Lektüre stossen Sie auch immer wieder
auf Tipps, die Sie bei vielen Dingen auf die richtige Spur bringen.<br />
Für Abos: Gratistelefon 0800 000 993 oder www.schweizerfamilie.ch<br />
Überraschend anders.
Balsamo intenso: fotografato su giallo Lamborghini.
Un colpo<br />
di spugna<br />
Testo: Max Küng, foto: Lucas Peters<br />
Insaponare, dare la cera, lucidare: il sabato è il giorno dedicato<br />
al benessere delle auto. Il nostro autore ha visitato le roccaforti<br />
dei rituali di lavaggio tipicamente maschili: dagli «Stützliwösch»<br />
(a pagamento con monete) fino al tunnel di lavaggio più costoso<br />
della Svizzera. ›››<br />
SWISSLIFE Estate 2011<br />
Fulcro // 21
Ogni sabato dopo pranzo,<br />
quando il tempo era bello,<br />
mio fratello maggiore usciva<br />
di casa con un secchio di plastica in<br />
mano per raggiungere la sua auto parcheggiata<br />
proprio davanti alla porta di<br />
casa. Era una Simca 1300, turchese metallizzato,<br />
che risplendeva al sole mentre<br />
io strizzavo gli occhi abbagliato seduto<br />
sulla scala d’ingresso.<br />
Era la sua prima auto, acquistata a<br />
prezzo d’occasione con i risparmi del<br />
suo salario da apprendista. Amava la<br />
sua Simca. Così tanto che il sabato non<br />
mi permetteva neanche di aiutarlo. Perché<br />
si trattava di un lavoro che richiedeva<br />
serietà, senso di responsabilità e dedizione,<br />
tutte qualità che mancano a un<br />
bambino. Mio fratello prendeva un rullo<br />
avvolgicavo dalla rimessa, trascinava<br />
fuori di casa l’aspirapolvere munendosi<br />
anche di scopino e paletta. Poi spariva<br />
all’interno della sua Simca. Riuscivo a<br />
vedere solo le sue gambe che spuntavano<br />
fuori mentre dava la caccia all’ultima<br />
briciola o all’ultimo granello di polvere.<br />
Quando usciva dall’auto strisciando, attaccava<br />
il tubo dell’acqua del giardino.<br />
Prendeva il detergente, una spugna e un<br />
panno di pelle asciutto ma terribilmente<br />
rigido e grinzoso. L’acqua scorreva.<br />
La schiuma schizzava ovunque. Lavorava<br />
con calma. Dedicandosi a lungo ai<br />
cerchioni. E poi passava alla lucidatura.<br />
Il lavaggio dell’auto era un rituale<br />
del sabato, non diverso dall’andare in<br />
chiesa, ma decisamente molto più interessante<br />
agli occhi di un bambino e<br />
probabilmente anche a quelli di mio<br />
fratello. Quando l’auto si ergeva lucida<br />
al sole, ammiravamo la sua bellezza.<br />
Ora poteva arrivare il sabato sera per<br />
mio fratello maggiore e la sua piccola<br />
auto: poteva uscire con le ragazze per-<br />
ché finalmente aveva un’auto splendente.<br />
Per fare colpo sulle ragazze. Fare colpo<br />
su di loro e su tutti quelli disposti a<br />
farsi impressionare oppure no.<br />
Oggi non esiste più la marca automobilistica<br />
Simca e mio fratello ha<br />
smesso di lavare l’auto davanti casa,<br />
una decisione intelligente: per amore<br />
della falda acquifera. Ora si reca dove va<br />
la maggior parte degli automobilisti: in<br />
un tunnel di lavaggio.<br />
L’evento sensazionale<br />
degli anni sessanta.<br />
Il primo tunnel di lavaggio della Svizzera<br />
è stato inaugurato nel 1967 a Zurigo<br />
al Sihlquai, dove del resto si trova ancora<br />
oggi, nello stesso posto, nello stesso<br />
edificio, al numero 41. All’epoca si trattava<br />
di un grande evento, di qualcosa di<br />
sensazionale di cui si è parlato anche<br />
alla televisione. «Come in America»<br />
sono le parole utilizzate dal conduttore<br />
del notiziario per commentare le immagini<br />
in bianco e nero con serietà e un<br />
certo tremore nella voce. Un lavaggio<br />
costava sette franchi. Il principio era lo<br />
stesso di oggi: l’auto entra in una cosiddetta<br />
catena di traino che trasporta il<br />
veicolo fino alla fine del tunnel. Nel frattempo<br />
l’auto viene lavata. All’inizio,<br />
data l’assenza delle apposite macchine,<br />
veniva lavata ancora dalle diligenti mani<br />
dell’uomo.<br />
Un professionista classifica generalmente<br />
gli impianti di autolavaggio in<br />
tre tipi. Oltre ai tunnel di lavaggio con<br />
catena di traino, si conoscono anche i<br />
cosiddetti impianti a portale (l’auto resta<br />
ferma e l’impianto si muove avanti e<br />
indietro) e i più popolari box di lavaggio,<br />
estremamente diffusi, dove si lava<br />
l’auto da soli inserendo delle monete e<br />
utilizzando una pistola spruzzatrice ad<br />
alta pressione.<br />
La Porsche Cayenne nera di Janine<br />
Meyerstein è sicuramente l’auto più pulita<br />
della Svizzera perché viene lavata<br />
ogni giorno.<br />
Esiste una motivazione. Janine Meyerstein<br />
e sua sorella Marlene gestiscono<br />
un impero di autolavaggi in Svizzera<br />
fondato da loro padre agli inizi degli<br />
anni ’80. Quando visita uno dei loro<br />
impianti, verifica ovviamente la qualità<br />
Si dice sempre che le auto inquinano l’ambiente.<br />
Nel box dell’autolavaggio la prospettiva è ca -<br />
po volta: l’ambiente sporca l’auto.<br />
del lavaggio proprio sulla sua auto. Circa<br />
trent’anni fa ha avuto inizio la storia<br />
di successo della famiglia Meyerstein<br />
con l’apertura di un impianto il cui<br />
nome è diventato sinonimo di lavaggio<br />
rapido e conveniente: «Stützliwösch».<br />
Non è un caso che il nome dell’azienda<br />
ricordi i locali tristemente noti di<br />
«Stützlisex» che offrivano agli occhi degli<br />
uomini un passatempo rapido ed<br />
economico. Meyerstein scelse consapevolmente<br />
questo nome piuttosto significativo,<br />
fatto che all’epoca attirò imme-
diatamente l’attenzione delle autorità.<br />
Durante il procedimento di autorizzazione<br />
per l’impianto di lavaggio vollero<br />
sapere con precisione che non si trattasse<br />
di qualcosa di losco. Ma in quel caso<br />
si trattava semplicemente di ciò di cui si<br />
tratta ancora oggi: pulizia.<br />
Rituale amorevole<br />
Di sabato i dieci box dello «Stützliwösch»<br />
presso il Letzigrund di Zurigo sono tutti<br />
occupati, le auto sono ferme in coda.<br />
Gli automobilisti trattano con cura il<br />
loro tesoro. Qui avviene il contatto diretto<br />
con l’auto. Qui non ci sono distanze<br />
che separano come in un tunnel<br />
di lavaggio. Tutto è sotto controllo, rispettivamente<br />
una pistola spruzzatrice<br />
dalla quale esce acqua calda e, a richiesta,<br />
anche il detergente necessario per il<br />
lavaggio, la schiuma o la cera. Si sceglie<br />
da soli il programma. Meticolosamente<br />
si trattano con decisione la carrozzeria, i<br />
punti nevralgici, le zone problematiche.<br />
Si dice sempre che le auto inquinano<br />
l’ambiente. Nel box dell’autolavaggio<br />
la prospettiva è capovolta: l’ambiente<br />
sporca l’auto. Una miriade di insetti<br />
morti si attacca ai fanali, alla griglia del<br />
radiatore, alle parti anteriori, fango,<br />
polvere, polline, linfa appiccicosa che<br />
cola dagli alberi ed escrementi di uccelli.<br />
Gli escrementi di uccelli sono i peggiori<br />
soprattutto per la carrozzeria dei<br />
veicoli: sotto il sole diretto bruciano arrivando<br />
fino alla lamiera. Quindi devono<br />
sparire. Meglio se subito. E un altro<br />
gettone nella macchina, l’acqua schizza<br />
nuovamente fuori dalla pistola spruzzatrice,<br />
la spazzola schiumogena gorgoglia,<br />
l’aspirapolvere entra in funzione<br />
per un minuto. Se si ammirano i proprietari<br />
delle Subaru Impreza blu, delle<br />
Mitsubishi Lancer rosse, molte dotate<br />
SWISSLIFE Estate 2011<br />
Il trucco sta nell’asciugatura<br />
Fulcro // 23<br />
Questa primavera la rivista per consumatori «Ktipp»<br />
ha testato dodici impianti di autolavaggio in tutta la<br />
Svizzera. Il risultato è sorprendente: soltanto uno di questi dodici impianti è<br />
stato classificato con la valutazione «buono». Sette sono stati classificati come<br />
«sufficienti» e quattro come «insufficienti». Comunque: tutti gli impianti testati<br />
lavorano bene. Non sono stati riscontrati graffi o altri danni dopo il lavaggio.<br />
In generale si può dire che in fatto di accuratezza un tunnel di lavaggio è sempre<br />
superiore a un impianto di lavaggio manuale.<br />
L’unico impianto con valutazione buona tra i dodici tunnel di lavaggio testati è il<br />
lussuoso «Autop», ubicato a Seefeld, Zurigo. Tuttavia per il successo del test<br />
non era determinante il livello di pulizia, perché anche gli impianti che costano la<br />
metà lavano in profondità. La differenza decisiva sta nella fase di asciugatura.<br />
Il consiglio dell’esperto: lavare spendendo poco e<br />
asciugare l’auto da soli. Si consiglia anche il lavaggio<br />
negli impianti rapidi «Stützliwösch» o in impianti<br />
simili. Ed è semplicissimo: prima rimuovere lo sporco<br />
più grosso con la pulitrice ad alta pressione. Poi lavare<br />
con detergente e spugna. Risciacquare la schiuma<br />
e alla fine asciugare con uno strofinaccio o un panno<br />
di pelle.
Make up per l’amata: fotografato su rosso Ferrari.
di spoiler, longheroni anteriori, posteriori<br />
e laterali, cerchioni non di serie,<br />
marmitte con diametri grandi come<br />
una mortadella, si ha l’impressione che<br />
qui non si tratta altro che di amore. Un<br />
amore profondo. Uomo e auto, non<br />
sono mai stati così vicini come di sabato<br />
in un box dell’autolavaggio. E lo<br />
spazzolino da denti è effettivamente un<br />
utensile molto diffuso per dare l’ultimo<br />
tocco ai cerchioni. Perché un cerchione,<br />
per quanto semplice, richiede impegno:<br />
farlo diventare perfettamente lucido e<br />
pulito è una vera arte.<br />
«Secondo un sondaggio realizzato<br />
in Germania», afferma Janine Meyerstein,<br />
«si è scoperto che la maggior parte<br />
della gente considera l’autolavaggio<br />
un male necessario. Le donne lo paragonano<br />
addirittura a una visita dal<br />
dentista.» I Meyerstein volevano cambiare<br />
questa opinione. E così hanno fatto.<br />
Janine Meyerstein siede al primo<br />
piano della nuovissima filiale all’estremità<br />
del quartiere di Seefeld a Zurigo,<br />
lì dove inizia la «Costa d’oro», i cui abi-<br />
SWISSLIFE Estate 2011<br />
tanti possono vantare un eccellente stipendio<br />
mensile. Analogamente elevata<br />
è la densità di auto costose e, di conseguenza,<br />
la necessità di una pulizia delle<br />
auto adeguata a tale livello. Per questo<br />
i Meyerstein sono venuti qui e hanno<br />
creato un impianto che sembra una<br />
corazzata futuristica: angoli, spigoli,<br />
tratti inclinati progettati dallo studio<br />
di architettura Atelier WW. Non è altro<br />
che l’impianto di autolavaggio più moderno<br />
ed esclusivo che si possa immaginare.<br />
Al primo piano poco resta di un<br />
normale tunnel di lavaggio: una scala<br />
dorata conduce al piano superiore, nobili<br />
liquori sono esposti in vetrine a<br />
specchio dietro a un bancone del bar,<br />
gli sgabelli sono rivettati e realizzati in<br />
robusta pelle. Sembra di trovarsi in un<br />
club esclusivo e, in un certo senso, è<br />
vero. Sullo sfondo si aggirano figure<br />
esili e guizzano lampi abbaglianti: è in<br />
corso un servizio fotografico di moda<br />
per l’inserto sul lusso di un quotidiano.<br />
Questo luogo è molte cose insieme.<br />
Fulcro // 25<br />
«Volevamo creare semplicemente una<br />
sala per i nostri clienti, dove possono<br />
rilassarsi mentre noi ci prendiamo cura<br />
delle loro auto.» Ora il posto è un bar<br />
con pianoforte a coda, un club, un punto<br />
d’incontro dove si può anche bere<br />
dello champagne adatto a questa sede<br />
(Krug, 410 franchi alla bottiglia).<br />
Eliminazione dei peli per 70 franchi<br />
Al pianterreno si trova il vero e proprio<br />
impianto di lavaggio e un reparto speciale<br />
per la pulizia meticolosa dell’auto,<br />
all’interno e all’esterno. Ecco una<br />
Bentley. Una Ferrari. Proprio ora una<br />
Porsche viene massaggiata con una<br />
macchina per lucidare. L’eliminazione<br />
dei peli di cane costa 70 franchi. Una<br />
lucidatura completa di una limousine<br />
ben mille franchi. E come avviene nel<br />
settore cosmetico anche qui vengono<br />
utilizzati costosissimi prodotti per la<br />
pulizia. Qui si supera ampiamente<br />
l’idea che l’autolavaggio sia un male<br />
necessario. Qui si tratta di puro stile<br />
di vita.<br />
Su richiesta del sultano: ripuliti della polvere attraverso il deserto<br />
Noi siamo fortunati perché possiamo girare attraverso il Paese anche<br />
con le auto non lavate. Non è così ovunque. Nel Sultanato dell’Oman,<br />
ad esempio, dal 1973 è in vigore un decreto che è stato emanato<br />
dal sultano Qabus Ibn Said, ancora oggi a capo del Paese. Questo<br />
de creto vieta espressamente a tutti gli automobilisti di girare per il<br />
piccolo sultanato (2,5 milioni di abitanti, capitale Muscat) con le<br />
auto impolverate. Perché il sultano desidera la pulizia. Lavare l’auto<br />
in Oman è un obbligo, sebbene questo Paese da tempo risenta della<br />
scarsità d’acqua. Le violazioni sono punite con multe da 5 a 10<br />
rial, pari a un importo da 12 a 24 franchi. In caso di recidiva l’auto<br />
viene confiscata.
«Lasciate il motore acceso, grazie, attraversate<br />
la porta, lì c’è la cassa, una consumazione<br />
è gratis.» Queste sono le<br />
parole pronunciate dall’uomo che vi<br />
accoglie e saluta educatamente all’ingresso<br />
del tunnel di lavaggio. E poi si<br />
scende dalla macchina lasciandola in<br />
mano ai professionisti e alla cassa si<br />
può scegliere il proprio programma. 42<br />
franchi e 50 centesimi per il lavaggio totale,<br />
incluso il «trattamento speciale<br />
per cerchioni» e la cera schiumosa, la<br />
Per i cani vengono distribuiti gratuitamente<br />
snack Frolic, per i bambini dolciumi Haribo.<br />
Più veloce di così non si riesce a far scendere<br />
dalle auto i piccoli a due e a quattro zampe.<br />
lucidatura brillante e la pulizia completa<br />
della sottoscocca. Il programma base<br />
costa 22 franchi e 50 centesimi. La maggior<br />
parte dei clienti, una volta qui, si<br />
concede però il programma completo.<br />
Cosa sono 42 franchi in un mondo in<br />
cui un’automobile arriva a costare anche<br />
centomila franchi.<br />
Oltre alla tecnica, molta psicologia<br />
Qui si tratta di emozioni, di creare sensazioni<br />
positive e di evitare assolutamente<br />
le sensazioni negative, come la<br />
paura. I clienti non devono restare seduti<br />
in auto mentre vengono trascinati<br />
da una forza invisibile attraverso il tunnel<br />
buio dell’autolavaggio, provando la<br />
sensazione di trovarsi immersi in una<br />
tetra tempesta, come avviene solitamente<br />
negli impianti più economici. Al<br />
massimo questa situazione può essere<br />
divertente per i bambini, ma non per<br />
tutti.<br />
«Abbiamo ideato il percorso per i<br />
clienti in modo assolutamente consapevole.»<br />
Da «Autop», questo è il nome<br />
dei tunnel di lavaggio dei Meyerstein, si<br />
può seguire l’intero processo di pulizia<br />
dell’auto perché avviene dietro a grandi<br />
pannelli di vetro. Sembra di essere al<br />
cinema: si può assistere mentre l’auto<br />
viene insaponata, strofinata dagli ap-<br />
positi panni e accarezzata dalle spazzole.<br />
Certo, si assiste a una misteriosa trasformazione:<br />
dalla carretta sporca a un<br />
gioiello scintillante.<br />
Per aumentare ulteriormente la<br />
soddisfazione e il comfort della clientela<br />
esigente, si offrono gratuitamente<br />
caffè e cornetto e, chi desidera, con la<br />
macchina per lucidare le scarpe, collocata<br />
nell’angolo, può anche dare una<br />
pulitina alle scarpe. I Meyerstein hanno<br />
capito che il successo dell’autolavaggio<br />
non dipende solo dalla tecnica<br />
utilizzata, ma anche dalla psicologia.<br />
Così bambini e cani vengono fatti<br />
uscire dalle auto prima dell’inizio del<br />
processo di lavaggio, in modo da evitare<br />
eventuali rallentamenti, perché i<br />
rallentamenti comportano ritardi e i<br />
ritardi creano tensioni e costano so-<br />
prattutto denaro. «Per i cani vengono<br />
distribuiti gratuitamente snack Frolic,<br />
per i bambini dolciumi Haribo.» Più<br />
veloce di così non si riesce a far scendere<br />
dalle auto i piccoli a due e a quattro<br />
zampe.<br />
Tuttavia il fattore più importante è<br />
e resta la pulizia perfetta delle auto. A<br />
tale riguardo ci sono tre criteri principali<br />
che devono essere rispettati, affinché<br />
il cliente sia completamente soddisfatto<br />
dallo splendore a cui ha diritto.<br />
Si tratta dei tre fattori chiave universali<br />
di ogni impianto di autolavaggio. In<br />
primo luogo i cerchioni devono essere<br />
perfettamente puliti. In secondo luogo<br />
al termine del lavaggio non devono<br />
comparire graffi. E infine: l’asciugatura<br />
perfetta e completa.<br />
Perché lavare un’auto è una cosa.<br />
Un’altra è avere un’auto perfettamente<br />
asciugata nel più breve tempo possibile.<br />
A tale scopo si utilizza acqua osmotica<br />
e acqua demineralizzata in modo<br />
da evitare la formazione di macchie<br />
bianche o anche solo di tracce sulla vernice<br />
quando alla fine del tunnel entra<br />
in funzione l’asciugatore ad alta potenza<br />
che in pochi secondi elimina l’umidità<br />
residua.<br />
Solo presso gli impianti Meyerstein<br />
si lavano ben 5000 auto al giorno. Sempre<br />
che non piova. Perché il brutto<br />
tempo fa male agli affari. Il sabato è il<br />
giorno in cui ci sono più auto davanti<br />
ai tunnel di lavaggio. È sempre stato<br />
così e sarà sempre così. Perché il sabato<br />
e l’autolavaggio formano semplicemente<br />
una combinazione perfetta.<br />
Max Küng vive con la sua famiglia e la sua vettura<br />
familiare Audi a Zurigo e lavora come reporter per<br />
«Das Magazin». Non lava la sua auto regolarmente.<br />
Perché è convinto che un’auto sporca racconti una<br />
vita avventurosa.
Fortuna scintillante: fotografato su British Racing Green.
Cosa fate il sabato pomeriggio?<br />
30,9 %<br />
Andare a trovare<br />
gli amici<br />
42,5 %<br />
Praticare sport da<br />
soli o in un’associazione<br />
Fonte: sondaggio <strong>Swiss</strong> <strong>Life</strong><br />
28,2 %<br />
Giardinaggio<br />
13,8 %<br />
Lavare e stirare<br />
8,4 %<br />
Visitare un centro<br />
per il bricolage<br />
23,3 %<br />
Relax e benessere<br />
41,7 %<br />
Pulire o riordinare<br />
la casa<br />
4,9 %<br />
Lavorare a titolo<br />
onorifico<br />
25,2 %<br />
Dedicarsi a un hobby da<br />
soli o in un’associazione<br />
24,7 %<br />
Fare qualcosa<br />
con i bambini<br />
6,2 %<br />
Suonare
10 %<br />
Tagliare il prato<br />
8,7 %<br />
Lavorare per<br />
l’ufficio<br />
SWISSLIFE Estate 2011<br />
52,3 %<br />
Shopping<br />
29,5 %<br />
Ultimi preparativi<br />
per l’invito a cena<br />
6,2 %<br />
Andare dal<br />
parrucchiere<br />
37,7 %<br />
Escursioni<br />
Mix di numeri // 29<br />
6,8 %<br />
Lavare l’auto<br />
12,5 %<br />
Amore e coccole<br />
13,8 %<br />
Andare a trovare<br />
i parenti<br />
10 %<br />
Corsi di aggiornamento<br />
1,4 %<br />
Fare benzina
SWISSLIFE è disponibile anche come App per iPad e come e-magazine all’indirizzo<br />
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Più passaggi?<br />
Più tiri diretti?<br />
Incitare di più?<br />
Il futuro<br />
comincia qui.<br />
Arrivano i giovani: la scorsa settimana in occasione<br />
degli esami finali di tirocinio migliaia di giovani donne<br />
e uomini in tutta la Svizzera hanno dimostrato la loro<br />
bravura. SWISSLIFE ha chiesto alle nuove parrucchiere<br />
e ai nuovi parrucchieri della Berufsfachschule Baden<br />
(AG), cosa si aspettano dal futuro. ›››<br />
La vita ci chiama a decidere. Come il giocatore della nazionale Gökhan Inler, nella<br />
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SWISSLIFE Estate 2011<br />
Fine apprendistato // 31<br />
Ins_SL-Magazin_Inler_Satzsp_180x238.indd 1 17.05.2011 11:12:55
helen Wanner (18), WindiSch<br />
«finalmente un salario migliore!<br />
e nuove esperienze.»<br />
Sabrina bumann (20), WindiSch<br />
«Take care Of Your hair!»<br />
céline burkarT (18), OberrOhrdOrf<br />
«adesso posso permettermi di più.»<br />
eliSa Widmer (19), nuSSbaumen<br />
«il mio attestato di apprendistato è l’inizio<br />
del perfezionamento professionale:<br />
come truccatrice.»<br />
SulTan Yeliz Sünbül (20), WeTTingen<br />
«la vita è imparare. Sono ancora giovane, voglio<br />
tornare tra i banchi di scuola. mi piacerebbe fare<br />
l’educatrice dell’infanzia.»<br />
SamanTa SchmaSSmann (19), mellingen<br />
«Voglio diventare istruttrice di guida così da poter rilevare<br />
un giorno l’attività del mio patrigno e di mia madre.»
Tina lüScher (20), WOhlen<br />
«diventare autonoma e progettare da sola il mio futuro.»<br />
melanie della TOrre brYan (19), SpreiTenbach<br />
«Voglio seguire una formazione da poliziotta e dopo<br />
lavorare alle dogane.»<br />
malSOre kraSnici (21),<br />
SpreiTenbach «prima dei 30 anni<br />
avrò la mia attività!»<br />
SWISSLIFE Estate 2011<br />
rOman eller (21), WiTTnau<br />
«il mio sogno è un salone di parrucchiere che funzioni bene. Se così<br />
non fosse vedo il mio futuro come giardiniere paesaggista o autista.»<br />
STefania raSeTTa (22), WeTTingen<br />
«il mio lavoro è la mia vita – con tutte le sue<br />
esperienze.»<br />
arlinda mazrekaj (18), hauSen<br />
«andare a casa dopo il lavoro e staccare<br />
la spina!»
laila keller (18), riniken<br />
«nella mia vita voglio imparare il più possibile. per questo<br />
dopo l’apprendistato frequenterò la scuola privata minerva.»<br />
jeSSica nigg (22), WeTTingen<br />
«lavorare come parrucchiera.<br />
e scoprire il mondo.»<br />
fabienne dObler (18), OberlunkhOfen<br />
«Voglio fare altre esperienze nel mio lavoro.<br />
per questo cambio posto di lavoro.»<br />
anne rieWOldT (26), zurigO<br />
«il mondo è un caos, ma i suoi capelli sono perfetti!»<br />
fabienne fux (18), münchWilen<br />
«farò uno stage come educatrice dell’infanzia e poi<br />
lavorerò come maestra d’asilo. il mio sogno è sempre<br />
stato fare la maestra d’asilo e la parrucchiera.»<br />
manuela hunkeler (18), neuenhOf<br />
«prima un perfezionamento come visagista.<br />
e poi aprire un salone di parrucchiere con<br />
Sandro.»
fabienne STeinmann (19),<br />
büeliSacker «adesso voglio risparmiare<br />
soldi per una formazione. Truccatrice o<br />
fotografa: non sarebbe male!»<br />
dalia abdulahad (20), nuSSbaumen<br />
«forse mi metto in proprio.»<br />
peTra haSler (18), Obermumpf<br />
«dopo le vacanze estive vado in montagna –<br />
lavorerò come parrucchiera ad arosa.»<br />
SWISSLIFE Estate 2011<br />
cOrinne SauSer (18), leuggern<br />
«dopo aver superato l’esame finale di tirocinio<br />
mi sono davvero meritata le vacanze.»<br />
Sandra Saxer (19), unTerSiggenThal<br />
«Tra un paio di anni voglio aprire la mia attività.<br />
per questo ora faccio ancora esperienza.»<br />
dragOljub mihajlOVic (19), baden<br />
«basta con i saloni di parrucchiere – il mio<br />
futuro è sulla strada: diventerò autista di<br />
autocarri.»
Deborah fritSchi (20), neuenhof<br />
«basta con le forbici – per ora: adesso mi<br />
attende uno stage come impiegata di<br />
commercio e la scuola di commercio.»<br />
Stefanie Strebel (19), Mägenwil<br />
«adesso inizia l’avventura viaggio. e poi seguirò<br />
una formazione secondaria come infermiera.»<br />
chantal huMbel (18), nieDerwil<br />
«grazie all’amore per il mio lavoro e alla<br />
mia creatività, tra qualche anno lavorerò<br />
in un top team.»<br />
SWISSLIFE è disponibile anche come App per iPad e come e-magazine all’indirizzo<br />
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SanDro egli (20), winkel Zh<br />
«farò il militare – ma non so cosa succederà dopo.»<br />
angela PeterhanS (20), fiSliSbach<br />
«continuare a lavorare con ambizione, seguire corsi<br />
di perfezionamento – e dopo mettermi in proprio.»<br />
Stefanie bertSchi (20), VeltheiM<br />
«Prima di tutto fare le vacanze – e poi<br />
schiarirmi le idee sul mio futuro.»
Più passaggi?<br />
Più tiri diretti?<br />
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Sempre con le eccellenti opportunità di rendimento e l’elevata sicurezza dello<br />
specialista leader in materia di previdenza. Rivolgetevi ai nostri esperti. www.swisslife.ch<br />
Ins_SL-Magazin_Inler_Satzsp_180x238.indd 1 17.05.2011 11:12:55
Testo: Margrit <strong>Sprecher</strong>, foto: Tom Haller<br />
Il turno<br />
del sabato<br />
Femminista, ma senza pregiudizi contro le «veline». Né<br />
sposata, né madre, ma cattolica convinta. Caporedattrice<br />
già a 33 anni, pur senza esperienza profes sionale. Un<br />
ten tativo di inter pretare le contraddizioni nella vita di<br />
Ariane Dayer, capo di Le Matin Dimanche. ›››<br />
SWISSLIFE Estate 2011<br />
A <strong>Swiss</strong> <strong>Life</strong> // 39
Il lago sembra in festa tutto puntinato di barche a vela e<br />
sulla sponda la gente allegra si abbronza la faccia al<br />
sole. Magnolie ovunque, un’esplosione di fresco splendore<br />
e davanti ai semafori rossi le auto con i motori accesi<br />
strillano impazienti. Sabato pomeriggio a Losanna.<br />
Solo la sede degli uffici in Rue de la Gare 33 emana l’aura<br />
di un normale giorno lavorativo. Impenetrabili le finestre<br />
oscurate, silenziosa la scala di accesso, deserta la sala d’attesa.<br />
Felice per la compagnia inattesa, la giovane donna afferra<br />
immediatamente il telefono dietro il banco della reception:<br />
«Ariane, è per te!»<br />
Un attimo dopo Ariane Dayer esce dall’ascensore, cellulare<br />
all’orecchio, facendo gesti di scusa. Ma è chiaro. In queste<br />
ore si decide tutto. Ora il giornale prende forma. Ora si<br />
decide cosa leggeranno domani i 523 000 romandi durante<br />
Arrivata a Losanna ha<br />
comprato al buffet del chiosco<br />
la solita insalata insipida che<br />
aveva deciso di non comprare<br />
mai più. Ma di sabato la<br />
mensa aziendale è chiusa.<br />
la colazione domenicale, vale a dire uno su due. E quale, così<br />
spera la caporedattrice, sarà l’argomento di discussione per<br />
tutta la settimana successiva.<br />
Nell’ufficio open space della redazione di Le Matin Dimanche<br />
non trapela alcuna frenesia. Si parla a bassa voce per non<br />
disturbare il collega che sta immobile con le mani incrociate dietro<br />
la nuca e lo sguardo fisso sul computer alla ricerca dell’espressione<br />
giusta. E anche la collega che, alla ricerca di una cifra<br />
importante, fruga tra pile di carta. Dalla finestra si vedono la<br />
catena montuosa innevata della Savoia e il Lago Lemano. Il<br />
panorama dall’ufficio della caporedattrice è molto meno spettacolare.<br />
I vetri insonorizzati si affacciano su un cortile interno,<br />
su una facciata deserta con le persiane chiuse.<br />
Per Ariane Dayer il conto alla rovescia per la prossima edizione<br />
del giornale domenicale inizia già il lunedì, il suo giorno<br />
libero. Annota le prime idee nel suo taccuino nero, uno<br />
nuovo per ogni numero, e ogni sorta di trovata. Può trattarsi<br />
delle chiacchiere argute di un personaggio in vista, ma anche<br />
di una notizia esclusiva sfuggita alla concorrenza. Ecco<br />
un esempio: inaspettatamente Kofi Annan ha partecipato al<br />
Cully Jazz Festival. «C’est genial» dice facendo scorrere le<br />
pagine quadrettate tra le dita. La sua grafia è tondeggiante,<br />
minuta e molto accurata. Niente a che vedere con i soliti scarabocchi<br />
dei giornalisti. Qui qualcuno desidera essere letto e<br />
capito. Anche da se stesso.<br />
Il venerdì sera la sede di Edipresse si svuota rapidamente<br />
tra voci allegre che gridano «Bon weekend!». Il sabato mattina<br />
alle otto in punto Ariane Dayer entra nell’edificio deserto.<br />
Come sempre, a Ginevra ha preso l’autobus delle 06.30 fino<br />
alla stazione ferroviaria. Durante il viaggio in treno fino a<br />
Lo sanna ha già sfogliato i quotidiani più importanti. Arrivata<br />
a Losanna ha comprato al buffet del chiosco la solita insalata<br />
insipida che aveva deciso di non comprare mai più. Ma<br />
mangiare fuori richiede troppo tempo e la mensa aziendale<br />
è chiusa di sabato. Lascerà la redazione solo alle 23.15.<br />
Nessuna giornalista nel mondo giornalistico svizzero ha<br />
avuto una carriera più rapida di Ariane Dayer. A 28 anni scriveva<br />
i primi articoli come corrispondente dal Palazzo federale<br />
per La Suisse. A 33 anni era caporedattrice di L’Hébdo, la<br />
rivista di attualità della Romandia. Non tutti erano contenti.<br />
Soprattutto i colleghi uomini chiedevano con aria di sufficienza:<br />
«L’Hébdo o L’Hébda?» intendendo con questo:<br />
Ariane Dayer trasforma questo giornale per intellettuali in<br />
uno strumento di lotta femminista e di sinistra. In effetti,<br />
non conosce ragioni quando si tratta di salario uguale per<br />
chi occupa la stessa posizione e di pari opportunità in campo<br />
professionale e politico. Ma il suo femminismo, in un<br />
certo senso una variante più indulgente tipicamente vallesano,<br />
le permette di esprimere ammirazione per suo padre e<br />
altri uomini; questo tipo di femminismo non si schiera contro<br />
le ragazze seminude sulle copertine di riviste e giornali.<br />
Dopo cinque anni alla direzione di L’Hébdo, Ariane<br />
Dayer si è lanciata in una nuova sfida professionale. Ha fondato<br />
il 54° giornale della Romandia, una regione con 1,5<br />
milioni di abitanti di lingua francese e probabilmente il mercato<br />
mondiale con la migliore copertura da parte dei media.<br />
Dopo tre anni ha finito il budget. «Morto dalle risate» è il ti-
Dirige con tono sommesso ma tenace una delle più importanti redazioni della Svizzera: Ariane Dayer.<br />
Per ogni edizione riempie un nuovo bloc notes d’idee.<br />
SWISSLIFE Estate 2011<br />
Una donna lungimirante – e con un buon fiuto per la satira.
Giornale scandalistico o meno: Ariane Dayer non trascina nessuno nel fango.
tolo dell’ultimo numero del suo giornale satirico Saturne. Nel<br />
2008 diventa caporedattrice di Le Matin e nel 2010 di Le<br />
Matin Dimanche. «Prima lo svizzero tedesco Peter Rothenbühler<br />
e ora una donna!» si sono lamentati i redattori sul<br />
sito Web di Edipresse. In effetti, il suo stile ha influenzato<br />
immediatamente il giornale. Con lei, giornale scandalistico<br />
o meno, nessuno è stato insultato o trascinato nel fango.<br />
SWISSLIFE Estate 2011<br />
Bussano in continuazione<br />
alla sua porta di vetro. Di<br />
solito non è un buon segno:<br />
la principale fonte di informazioni<br />
non è raggiungibile<br />
o l’anteprima prevista si<br />
rivela un fiasco.<br />
Cerca sempre un approccio femminile a una determinata<br />
tematica, avvicinandola dal lato umano e psicologico. E per<br />
lei l’opinione delle sue lettrici conta più di quella di un consigliere<br />
federale o del presidente di un’associazione. Durante<br />
la riunione della redazione si premura sempre di chiedere:<br />
«Vostra madre ha trovato interessante questo tema? E l’articolo<br />
le è piaciuto?»<br />
Manovre diversive, quando si passa al privato<br />
Nonostante sia caporedattrice di un giornale popolare che<br />
vive di confessioni e storie personali, nel privato Ariane Dayer<br />
mantiene un basso profilo. Non si nota subito. Perché<br />
ricorre abilmente a diversivi come un hobby sorprendente:<br />
costruisce modellini di barche a vela. A volte mostra un accessorio<br />
straordinario: il suo orologio da polso è così massiccio<br />
da sembrare eccessivamente pesante per il braccio di una<br />
persona esile. Non c’è da stupirsi, si tratta dell’orologio indossato<br />
dai membri dell’equipaggio di un sommergibile<br />
italiano durante la seconda guerra mondiale. Ma anche gli<br />
aspetti in apparenza più privati, che trapelano, ad un’analisi<br />
più approfondita non risultano così personali. Nelle inter-<br />
A <strong>Swiss</strong> <strong>Life</strong> // 43<br />
viste cita sempre il padre tanto ammirato, ex caporedattore<br />
del giornale vallesano Nouvelliste. Parla del Vallese, perché<br />
per lei «è importante conoscere le proprie radici». E parla<br />
della sua fede. «Sono cattolica» ammette, una confessione<br />
che oggi all’interno della cerchia di intellettuali richiede più<br />
coraggio dell’ammissione di strani orientamenti sessuali. I<br />
suoi occhi trasparenti, color nocciola, restano incollati<br />
all’interlocutore finché anche l’intervistatore più ostinato<br />
non si arrende: nel caso di Ariane Dayer non ci sono ambiguità<br />
o cadute di stile da scoprire. Questa donna non solo<br />
non si trucca, ma è anche un capo scout, che desidera migliorare<br />
un po’ il mondo. Per questo non si preoccupa né di<br />
avere un profilo adatto né di creare una finta immagine di sé.<br />
Neanche quando si tratta dei suoi autori preferiti. «Colette»<br />
risponde, un nome che strappa un sorriso compassionevole<br />
anche a uomini in carriera che sperano di segnare punti con<br />
Voltaire o Houllebecq.<br />
Ore 18.00: Ariane Dayer controlla sullo schermo se ci<br />
sono nuovi messaggi e contemporaneamente ascolta con<br />
orecchio allenato la radio a basso volume. Bussano in continuazione<br />
alla sua porta di vetro. Di solito non è un buon<br />
segno. La principale fonte di informazioni non è raggiungibile.<br />
L’anteprima prevista si rivela un fiasco. L’articolo sugli<br />
esiti delle votazioni non è ancora arrivato. Qui un taglio, lì<br />
un compromesso: come ogni sabato di ora in ora si perde<br />
qualcosa dello scoop originale che Ariane aveva in mente.<br />
Ma il suo tono di voce resta calmo e paziente e le sue parole<br />
sembrano più un invito gentile piuttosto che un ordine severo.<br />
Alle 23.15 la redazione chiude. Qualcuno abbozza uno<br />
stanco segno di vittoria, altri allungano e stiracchiano le<br />
membra. Le bottiglie dell’acqua sulle scrivanie sono vuote,<br />
gli occhi arrossati. Solo Ariane Dayer si comporta come se<br />
avesse trascorso l’intera giornata all’aperto respirando l’aria<br />
fresca del Vallese. «E domani sicuramente piove…» sospira<br />
profondamente simulando una punta di amarezza. È improbabile<br />
che il tempo possa influenzare il suo stato d’animo.<br />
Piuttosto ha detto la frase per principio di solidarietà<br />
come conclusione finale.<br />
La giornalista e autrice Margrit <strong>Sprecher</strong> vive a Zurigo, lavora per<br />
«Die Zeit», «NZZ», nonché per riviste nazionali e straniere ed è coeditrice<br />
della rivista specializzata «Schweizer Journalist».
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Facile preda: piccanti<br />
tortine di pomodori e peperoni<br />
con corona di asparagi selvatici<br />
Tortine di pomodori e peperoni. Pulire e lavare la verdura. // Sminuzzare<br />
le cipolle. // Pelare i peperoni con lo sbucciapatate e rimuovere la<br />
parte bianca all’interno. // Immergere i pomodori 20 secondi in acqua<br />
bollente, sbucciare e rimuovere i semi. // Frullare tutti gli ingredienti<br />
(tranne la gelatina) per 3 minuti. // Sciogliere la gelatina, aggiungerla e<br />
mescolare. // Aggiungere sale, pepe e passare attraverso un settaccio a<br />
maglie fini. // Versare in 4 piccole forme per muffin e mettere in<br />
frigorifero per 4 ore. // Corona di asparagi selvatici. Pulire gli asparagi,<br />
lavarli, rimuovere le estremità fibrose. Quindi sbollentare 2 minuti in<br />
acqua salata, raffreddare con acqua fredda e tagliare in barrette da 4 a<br />
5 cm. // Mescolare succo di limone, sale, zucchero, pepe,<br />
erba cipollina e olio d’oliva. // Disporre le barrette di<br />
asparagi a corona su 4 piatti, versare a gocce il coulis<br />
di succo di limone ed erba cipollina. Rovesciare<br />
le tortine dalle forme e disporle al centro dei<br />
piatti. // Aggiungere un po’ di pepe e sale,<br />
decorare con erba cipollina o erbe aromatiche<br />
fresche, aggiungere un po’ di olio d’oliva e<br />
cospargere con fiore di sale. //<br />
Buon appetito!<br />
Ingredienti per 4 persone Per le tortine: 50g di cipolle, 200g di peperoni rossi maturi, 200g<br />
di pomodori da insalata, ½ spicchio d’aglio schiacciato, 1 cucchiaino di tabasco, 1 cucchiaino<br />
di salsa Worchester, 3 cucchiai di aceto balsamico bianco, 1 cucchiaio di concentrato di<br />
pomodoro, 3 foglie di basilico, ½ chili dolce, 3 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva, 4 fogli di<br />
gelatina, immergere in acqua fredda 15 minuti prima d’iniziare la cottura. Per la corona:<br />
1 mazzo di asparagi selvatici verdi, 4 cucchiai di olio d’oliva extra vergine, succo di limone,<br />
1 mazzo di erba cipollina o erbe aromatiche fresche, 1 cucchiaino di zucchero, fiore di sale, pepe.<br />
SWISSLIFE Estate 2011<br />
Illustrazione: Sylvia Geel<br />
I piaceri della cucina // 47<br />
Frédérik<br />
Kondratowicz<br />
sull’ispirazione<br />
in cucina<br />
Spesso la gente mi chiede: dove trovi<br />
tutte queste idee? Eppure le fonti<br />
d’ispirazione sono ovunque, basta<br />
tenere gli occhi aperti. Le trovo nella<br />
gioia di vivere, nell’atmosfera in<br />
cucina, nel mio team, nelle reazioni<br />
dei miei ospiti e in molti altri luoghi.<br />
La più grande fonte d’ispirazione,<br />
però, è il mercato che si svolge due<br />
volte a settimana nella via davanti<br />
al ristorante. Quando tengo in mano<br />
la verdura fresca, un succoso pezzo<br />
di carne o il pesce fresco, sento il<br />
prodotto naturale, ne sento il gusto<br />
e il profumo, per me si tratta di<br />
ispirazione allo stato puro. Subito<br />
ho le idee chiare e so quale sarà il<br />
menu della serata.<br />
Frédérik Kondratowicz è stato eletto cuoco<br />
emergente 2010 della Svizzera romanda da<br />
GaultMillau. Serve la sua «cuisine du marché» nel<br />
Restaurant de L’Hôtel de Ville a Friburgo (FR).
«Grazie per 125 anni di fiducia:<br />
la nuova collezione natura.»<br />
Création Baumann AG | Bern-Zürich-Strasse 23 | CH-4901 Langenthal<br />
www.creationbaumann.com
Il sabato pomeriggio si fa sport, si praticano diversi<br />
hobby e ci si dedica alle attività associative. Attività che<br />
richiedono continuamente nuovi accessori e riempiono<br />
regolarmente gli armadi di oggetti ormai inutili. Così si<br />
formano le nostre roccaforti del caos, gli abissi della nostra<br />
operosità. Le cantine e i garage, le stanze per hobby,<br />
i ripostigli e le soffitte, tutti spazzi strapieni di oggetti<br />
stipati disordinatamente, i canotti<br />
pieghevoli, l’abito da sposa, l’attrezzatura<br />
da pesca, i bastoni da sci di<br />
fondo, gli utensili da campeggio,<br />
camere oscure complete e collezioni<br />
di cartoline incomplete. Cianfrusaglie<br />
probabilmente acquistate un<br />
sabato pomeriggio e che da allora<br />
continuiamo a trascinarci dietro per<br />
una vita.<br />
Adoro questa roba. Mi ricorda<br />
continuamente che nulla può essere<br />
veramente perfetto, ordinato, effettivamente<br />
a posto. C’è sempre qualcosa<br />
che rimane inutilizzato e in<br />
attesa di tornare utile prima o poi.<br />
Venduto, almeno svenduto o regalato.<br />
Eppure queste sono proprio le cose a cui ci affezioniamo<br />
di più. Perché raccontano le storie non proprio<br />
perfette che rendono la vita più piacevole.<br />
È vero, la maggior parte del ciarpame accumulato è<br />
del tutto inutile e senza valore. Forse però c’è bisogno<br />
proprio di questo, affinché tra tanta roba si possano<br />
nascondere veri e propri tesori.<br />
Lo ha capito il mio rigattiere che in anni di scrupoloso<br />
lavoro ha perfezionato questo concetto. Il suo padiglione<br />
di vendita è un enorme magazzino colmo di<br />
arte e robaccia, cianfrusaglie e tesori. Una simbiosi quasi<br />
perfetta tra negozio, territorio di caccia e museo di<br />
SWISSLIFE Estate 2011<br />
Reeto von Gunten // 49<br />
Se non ci fossero i sabati pomeriggio, nelle nostre case<br />
ci sarebbero sicuramente meno cianfrusaglie. Sarebbe<br />
un gran peccato, ritiene il nostro colonnista.<br />
artigianato artistico. Rilassato, disordinato e meravigliosamente<br />
caotico.<br />
A intervalli irregolari passo zigzagando in mezzo al<br />
groviglio di oggetti preziosi accumulati e da molto ho<br />
perso l’abitudine di cercare qualcosa di concreto. Infatti,<br />
dal rigattiere come nella vita reale, solo essendo completamente<br />
liberi da desideri, si possono scoprire i veri<br />
tesori. Qui mi rilasso e mi affido al<br />
colpo di fortuna, so quello che cerco<br />
solo quando lo trovo, vado a caccia<br />
istintivamente e colpisco a intuito.<br />
Qui ho l’occasione di ritirarmi, frugare,<br />
fare scoperte e stupirmi. Si<br />
tratta di un’esposizione d’arte, del<br />
sogno di un bambino e a volte di<br />
una vera rivelazione.<br />
Senza il mio collezionista di oggetti<br />
d’arte preferito e il suo intuito<br />
per il bello delle cose, trascorrerei<br />
più spesso il sabato pomeriggio sui<br />
campi di calcio e possederei meno<br />
quisquilie. Tuttavia, ci sarebbero anche<br />
meno regali, come quelli che mi<br />
piace fare con questi oggetti. E non<br />
esisterebbe questa rubrica, dove prossimamente presenterò<br />
alcuni di questi reperti e le loro storie.<br />
Reeto von Gunten è speaker radiofonico (DRS3), autore e narratore, oltre a essere<br />
appassionato delle piccole meraviglie della vita. In SWISSLIFE scrive di cose insigni -<br />
ficanti che però presentano una storia particolare.
Vincete una<br />
grigliata per<br />
20 amici
SWISSLIFE Estate 2011<br />
Concorso // 51<br />
Qual è la parte del filetto? Vincete la<br />
grigliata perfetta per voi e i vostri 20<br />
migliori amici – le imprese di tradizione<br />
Bell e Feldschlösschen vi forniscono<br />
carne gustosa e birra dissetante per<br />
un valore di 1000 franchi – per una<br />
festa che ricorderete a lungo.<br />
Partecipate al concorso tramite Internet<br />
(www.swisslife.ch/rivistaconcorso) oppure barrate<br />
la risposta esatta sulla cartolina-risposta (scheda<br />
della copertina posteriore). Il termine di partecipazione<br />
è il 30 luglio 2011. Il nome della vincitrice o<br />
del vincitore sarà reso noto sul prossimo numero<br />
di SWISSLIFE. Ci congratuliamo con Felix Wiggenhaus<br />
di Benken (ZH) per la vincita dell’ultimo concorso<br />
e di un buono acquisto dei magazzini GLOBUS del<br />
valore di 2000 franchi. A proposito: nell’«occhio<br />
magico» si vedeva… un coniglio.
52 // Fuoriprogramma<br />
Oesch’s die Dritten<br />
«C’è qualcosa<br />
di tutti<br />
gli Oesch»<br />
Mon amour c’est la Suisse,<br />
meine Leidenschaft das Jodeln,<br />
und ich sage euch warum,<br />
pourquoi, warum,<br />
pourquoi cet amour.<br />
Quella della composizione di questa canzone è una<br />
storia un po’ particolare. Durante le prove ci capita<br />
di suonare così, un po’ a caso. Uno inizia e gli altri lo<br />
seguono. È stato così anche per «Jodel-Time»: Kevin<br />
con la chitarra e papà con l’organetto stavano suonando<br />
delle melodie, allora ho cercato di accompagnarli<br />
con la voce. C’eravamo proprio scaldati, i vari brani ci<br />
piacevano e allora abbiamo deciso di registrare tutto<br />
con il nostro registratore di Mini Disc.<br />
Nello stesso periodo era in ballo anche la questione<br />
del Concorso Eurovisione della Canzone. I nostri fan<br />
ci incoraggiavano a partecipare. Riascoltando successivamente<br />
la registrazione ci è sembrato che ci fossero<br />
degli ottimi elementi e abbiamo cercato di unire le<br />
varie parti.<br />
Di solito siamo io e papà a tenere insieme i fili<br />
musicali e a occuparci anche dei testi. Abbiamo la fortuna<br />
di abitare tutti nella stessa casa su tre piani, così<br />
si fa presto a scendere, bussare e chiedere «hai un<br />
attimo di tempo?». Io e papà ci troviamo spesso insie-<br />
me per rivedere le singole canzoni e i testi, a discutere<br />
se il suono è abbastanza tipico per gli Oesch. Ci teniamo<br />
molto che la nostra musica rimanga naturale e<br />
autentica.<br />
Alla fine il progetto del Concorso Eurovisione della<br />
Canzone non è andato in porto. In compenso abbiamo<br />
ricevuto molte risposte positive da tutto il mondo.<br />
Così per noi ne è valsa comunque la pena. Ci hanno<br />
contattato soprattutto persone che prima non si erano<br />
mai realmente interessate alla nostra musica. Siamo<br />
stati molto contenti di questo e ci ha reso anche<br />
un po’ orgogliosi. È straordinario vedere cosa succede<br />
quando suoniamo questa canzone dal vivo. La gente si<br />
alza, batte le mani e non finisce più di applaudire. Evidentemente<br />
per loro «Jodel-Time» rappresenta qualcosa<br />
di speciale, e lo è anche per noi. Questa canzone<br />
tocca nel profondo! È difficile dire cosa sia a colpire le<br />
persone in particolare. Forse il fatto che si tratta di<br />
un’opera comune di noi tutti. Abbiamo partecipato<br />
tutti alla sua composizione, c’è qualcosa di tutti gli<br />
Oesch. Forse è questo che piace alla gente.<br />
Jodel-Time è la canzone che dà il titolo al nuovo CD degli Oesch’s die Dritten.<br />
Melanie (24 anni), Mike (22 anni) e Kevin (21 anni) si esibiscono con i loro genitori<br />
Annemarie e Hansueli, nonché con il fisarmonicista Heinz Haldi, suonando musica<br />
popolare come se fosse la cosa più naturale del mondo: tra l’altro si esibiranno<br />
il 31 luglio al «Volkstümliches Schlager Open Air Flumserberg» e da agosto nel<br />
teatro svizzero on tour «Das Zelt». Informazioni: www.oesches.ch.
www.swisslife.ch/riviesta