ORIZZONTI augura buone ferie ai propri lettori, in agosto la rivista ...

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PIA DE’ TOLOMEI: “La Pia del nonno”
In tutta la Toscana è diffusa una storia in ottave che mio
nonno spesso recitava, ricordandosela quasi per intero ed
emozionandosi ogni volta sulla sua conclusione:
la Pia de’ Tolomei.
La storia in ottave ha per protagonista Pia, che
Dante Alighieri colloca nel V canto del Purgatorio
tra i morti di morte violenta.
«Deh, quando tu sarai tornato al mondo,
e riposato de la lunga via»,
seguitò ‘l terzo spirito al secondo,
«ricordati di me, che son la Pia:
Siena mi fé, disfecemmi Maremma:
salsi colui che ‘nnanellata pria
disposando m’avea con la sua gemma».
Pia della famiglia dei Tolomei di Siena era la
sposa di Nello d’Inghiramo dei Pannocchieschi,
signore del Castello della Pietra
in Maremma e podestà di Volterra e Lucca;
secondo gli antichi commentatori di Dante,
Pia sarebbe stata uccisa dal marito intorno al
1297.
All’origine del delitto ci sarebbe stata l’infedeltà
di Pia, reale o presunta, o il desiderio del marito di passare
a nuove nozze con Margherita degli Aldobrandeschi, poiché
Pia non era riuscita a dargli un erede.
Secondo la versione più nota, Nello, in partenza per la guerra,
aveva lasciato in custodia la giovane moglie al fedele amico
Ghino. Quest’ultimo tentò di sedurre la bellissima e virtuosa
Pia, ma la risposta della donna fu di rifiuto; allora l’uomo, per
vendicare l’orgoglio ferito, indusse Nello a credere che Pia gli
fosse stata infedele con un uomo che aveva visto uscire dalla
sua stanza abbracciandola. In realtà l’uomo con cui era stata
vista Pia non era altri che il fratello di lei, Pietro de’ Tolomei,
costretto a incontrarla di nascosto perchè parteggiava per una
parte politica avversa ai Pannocchieschi. Ma Nello non ebbe
dubbi sull’infedeltà della moglie e la fece rinchiudere nel suo
castello in Maremma, dove Pia fu costretta a vedere la fine dei
suoi giorni prigioniera, ignara delle cause che l’avevano vista
vittima del marito.
Pia non si ribellò mai al destino che per lei era stato tracciato
e per questo la sua storia rappresentava un esempio di morale,
come era comune alle ballate in ottave.
I Senesi sostengono che la casa natale di Pia è ancor oggi ben
DANTE E VIRGILIO INCONTRANO
LA PIA DE’ TOLOMEI
di Michela Cammilli
visibile in via S. Pietro, nel cuore della
città del Palio, a soli due passi da Piazza
del Campo; di Castel di Pietra, invece,
non resta ormai che qualche brandello
di muro divorato dalla vegetazione e dal
tempo.
Pia de’ Tolomei è anche un’opera lirica di Gaetano
Donizetti, su libretto di Salvadore
Cammarano; ha debuttato nel 1837 al Teatro
Apollo di Venezia, anche se doveva essere
rappresentata alla Fenice prima che un
incendio ne impedisse la rappresentazione.
Gianna Nannini due anni fa ha dedicato alla
sua conterranea un disco, Pia come la canto
io, che presto dovrebbe essere trasposto
in un musical.
Il pittore preraffaellita Dante Gabriel Rossetti,
invece, ci ha donato una sognante
immagine di Pia (1868-1890) così come lui
l’aveva immaginata nelle forme della moglie
defunta, musa di tutte le figure femminili che
popolano i suoi dipinti (nella pagina successiva)
Ci sono molte versioni della storia in ottave,
data la sua forma orale; le porzioni di testo
qui riportate sono tratte da I canti, le fiabe,
le feste nella tradizione popolare toscana (a cura di A.Currà,
R.De Lucia, R.Lelli, M.Riga, G.Vettori, Lado Side Editori, Roma,
1981).
Nell’anni che di Guelfi e Ghibellini
repubblica a que’ tempi costumava,
si battean li Cortonesi e l’ Aretini,
specie d’ogni partito guerreggiava.
I Pisani si battean coi Fiorentini,
Siena co’ la Maremma contrastava
e Chiusi si battea contro Volterra,
non vi era posto che ‘un vedessi in guerra.
Un signore di Siena che non erra
e dalla Pietra vien chiamato Nello
sposò la Tolomei onesta e sgherra
e un sacro matrimon passò con quello.
Nativa è Pia della senese terra,
Pietro diletta al suo carnal fratello,
e l’altro è Ghino che adesso a voi vi dico
che Nello lo tenea un fedele amico. […]
N. 9 LUGLIO/AGOSTO 2009