Le cinque priorità di Renzo Tondo Valorizzare le idee e le risorse ...

Visione
Enrico Tomaso Cucchiani
attualmente Amministratore delegato di
Allianz Spa e membro del board
di Allianz SE con responsabilità per Italia,
Spagna, Portogallo, Turchia,
Grecia, Sud America.
È anche componente del Sustainability
program in property-casualty insurance
relativo al mercato mondiale area Danni.
Valorizzare le idee
e le risorse migliori
La visione di Enrico Tomaso Cucchiani, Amministratore
delegato di Allianz, sul futuro della città
L’
allargamento dell’Europa riposiziona
Trieste al centro del Vecchio Continente,
svincolandola da quella posizione che
da un lato offre i benefici dell’essere cerniera tra
l’Occidenteeilbloccodell’Est,madall’altroamplifica
le insicurezze tipiche di una città di frontiera.
In questa dimensione internazionale che si
evolve velocemente, Trieste deve adeguarsi con
altrettanto vigore al cambiamento. Deve imparare
a guardare al futuro da un punto di osservazione
privilegiato: quello di polo di riferimento di un
territorio che va dalle regioni del Nordest, cioè
l’area d’Italia più vivace in termini di energia
imprenditoriale, e che dalla Carinzia si spinge
fino ai Paesi della Nuova Europa, le cui economie
sono caratterizzate da elevati tassi di crescita.
La città deve far leva sulla sua posizione strategica,
le forze produttive e sociali sono chiamate a
cogliere quest’opportunità e a valorizzarne gli
effetti.
L’alta qualità della vita, l’offerta formativa
e culturale di livello europeo, la volontà di
intraprendere, la disponibilità di servizi, sono
solamente alcuni dei fattori sui quali costruire
una nuova identità che sappia svilupparsi ben
oltre i localismi.
Premessa indispensabile è il miglioramento
del sistema logistico e delle infrastrutture di
collegamento: fare del porto uno dei principali
snodi internazionali, potenziare le reti stradali,
autostradali, ferroviarie e informatiche (Corridoio
V, terza corsia Autostrada A4, Autostrada del Mare,
Aeroporto di Ronchi dei Legionari, collegamenti
con Austria e Slovenia). Tutte priorità in linea con
le nuove prospettive e aspettative della città.
Il mondo si trasforma molto rapidamente. Lo
scenario economico globale è oggi alquanto
complesso. Da un lato, il sistema finanziario è
cresciuto esponenzialmente: oggi è 14 volte più
vasto rispetto al 1980, e vale ormai 3,5 volte il Pil
mondiale. Dall’altro lato, le gerarchie di potere
e i player sono cambiati in modo impensabile
solo alcuni anni fa: le banche centrali asiatiche,
i Paesi produttori di petrolio, gli hedge funds e i
fondi di private equity sono i nuovi protagonisti
che hanno ridisegnato il mercato globale dei
capitali.
Di fronte a questo quadro, la situazione del Vecchio
Continente è particolarmente delicata. E per
l’Italia lo è ancora di più. La crescita rappresenta il
fattore più importante per migliorare il benessere
dei cittadini e, com’è noto, il nostro Paese soffre
di un deficit di sviluppo al quale contribuiscono
numerosi fattori: il peso del debito pubblico, un
grado di burocrazia del tutto anomalo per un
Paese avanzato, un sistema “valoriale” troppo
distante da quei criteri meritocratici che sono
la stella polare della concorrenza globale e il
fondamento dell’impalcatura infrastrutturale.
In questo contesto, anche Trieste è chiamata a
fornire risposte concrete per trasformare la grande
sfida portata dai mercati aperti in opportunità di
rilancio e stabilità. Sono sostanzialmente tre gli
obiettivi principali che la città deve centrare.
Primo, mantenere la motivazione imprenditoriale
agli alti livelli del passato. Prova di non poco