4 Il CELLU<strong>LA</strong>RE questo sconosciuto! Nel precedente articolo ci siamo soffermati su alcuni aspetti della psicopatologia da cellulare come l’intolleranza della distanza, l’illusione dell’onnipotenza, il controllo paranoico, ma l’elenco purtroppo non si ferma qui in quanto esistono, come vedremo, conseguenze più gravi. L’aspetto più eclatante della psicopatologia del cellulare è senza dubbio l’esibizionismo, infatti l’onnipotenza o meglio la sua illusione, non è tale se non viene esibita, ostentata fino a giungere alla pubblicizzazione dell’intimo, del privato. Ci sono persone di ogni età che usano il cellulare per strada, dando visibilità ai propri sentimenti, aggiungendo dettagli intimi, parlando volutamente ad alta voce, senza mostrare vergogna, mentre noi diveniamo testimoni necessari della loro visibilità. Questo significa in termini semplici scambiare la spudoratezza per sincerità e guadagnare visibilità solo al costo di una telefonata. Proprio il bisogno di esibirsi la dice lunga sull’angoscia dell’anonimato in laboratori cui gli individui della nostra società temono di annegare. Infatti l’anonimato da un lato è la condizione per mettere a nudo per via telefonica o telematica i propri sentimenti, i propri desideri profondi a volte perversi, dall’altro è la denuncia dell’isolamento che ciascuno cerca di colmare attraverso i contatti telefonici, dove senza farsi vedere, si soddisfa il bisogno di essere al centro dell’interesse di qualcuno, di non sentirsi soli, di sentirsi al centro dell’attenzione. Come i bambini instaurano relazioni affettive tramite giochi, orsacchiotti ecc. così oggi sembriamo incapaci di stabilire relazioni senza l’ausilio del cellulare. Insomma la tecnologia di cui andiamo tanto fieri sembra farci sprofondare in una sorta di progressivo infantilismo che ci coinvolge tutti. Un bel paradosso! <strong>La</strong> parola cellulare per uno strano scherzo lessicale ha lo stesso nome del mezzo con cui si trasportano i detenuti, ma a guardare bene nulla di più appropriato! Quante volte vi è capitato che mentre parlate con qualcuno un trillo prepotente pone fine alla conversazione, la persona si scusa, si allontana, si mette a parlare al telefonino, poi torna, scusandosi nuovamente a voi oppure che qualcuno si allontani all’improvviso da voi, girando ansiosamente alla ricerca disperata del campo. In entrambi i casi vi fanno capire chiaramente che voi venite dopo la comunicazione telefonica. Alcuni decenni fa chi <strong>La</strong>b P.zza del Mercato Nuovo, 61 - 05100 TERNI www.salvatidiagnostica.it - Dir. Dr. Luciana Salvati Unità Operative Settore Medicina di laboratorio Tel. 0744.409341 Patologia Clinica (Ematologia, Chimico-Clinica, Immunochimica, Coagulazione) Microbiologia e Parassitologia Clinica Riproduzione (dosaggi ormonali, valutazione fertilità maschile) Infettivologia - Allergologia - Biologia Molecolare Tossicologica umana e ambientale - Citologia Intolleranze alimentari - Malattie Autoimmuni Settore AcquAriAlimenti Tel. 0744.406722 Microbiologica e chimica degli alimenti e delle acque Consulenza ed assistenza tecnico-legislativa in aziende alimentari Valutazione, progettazione, implementazione piani HACCP Corsi di formazione ed aggiornamento parlava da solo ad alta voce in strada era considerato pazzo, oggi chi si comporta così è considerato persona molto impegnata. Per loro il telefonino è una spina che li tiene collegati al mondo, così perdono il mondo circostante e soprattutto il loro mondo interiore. Non sanno infatti cos’è il silenzio, unico modo per entrare in comunicazione con se stessi e quindi di conoscersi; non sanno cos’è l’attesa con il carico di emozioni che comporta e che colora di sorpresa la nostra quotidianità; non hanno più rispetto nemmeno dell’atmosfera di pausa col mondo eterno che si crea nella comunicazione d’amore. Ogni cosa viene detta ad alta voce senza riguardo per l’interlocutore. <strong>La</strong> conseguenza più grave, a parere non solo mio, è la perdita della libertà. Il cellulare talvolta si può spegnere o non avere campo o il credito è finito ed allora ecco una serie di giustificazioni per spiegare la nostra irraggiungibilità. Acceso o spento il telefonino non ci dà tregua. Se chiamiamo significa che non sappiamo attendere, se rispondiamo siamo alla mercé degli altri, se lo spegniamo prima o poi dovremo giustificarci. Possiamo quindi constatare che non siamo più liberi, non disponiamo più del tempo di pensare le nostre risposte perché dobbiamo rispondere subito. Non abbiamo la possibilità di interiorizzare i nostri amori perché se non chiamiamo, è già abbandono. Non riusciamo a stare da soli più di un’ora e in questo modo la nostra interiorità si impoverisce. Di conseguenza il cellulare che portiamo in tasca ci ingabbia né più né meno del suo omonimo addetto al trasporto dei detenuti con la differenza che nel caso specifico le sbarre ci sono, ma non le vediamo, subendone le conseguenze. Il telefonino in compenso, a parte qualche interferenza, qualche vuoto di campo, ci ha dato il mondo o meglio la sua immagine virtuale. Grazie ad esso riusciamo a sapere in tempo reale che la nostra ragazza ci ama, che la mamma sta bene, che il tale appuntamento è stato spostato, che il mondo esterno esiste e che così anche noi esistiamo… un indubbio vantaggio, ma al prezzo di una grossa fetta della nostra libertà! Pierluigi Seri parte II “Non occorre guardare per vedere lontano” E’ questo lo slogan di Dialogo nel Buio (www.dialogonelbuio.org) il <strong>progetto</strong> imprenditoriale, e non solo, portato avanti dall’Istituto dei Ciechi di Milano. Il quadro di riferimento è ancora una volta quello della Global Entrepreneurship Week, anno <strong>2010</strong>, il terzo della sua era globale, organizzato per l’Italia dalla ternana META Group. Il contesto è l’evento a Milano di Make A Change www.makeachange.it, un’organizzazione con finalità sociali, che finanzia la propria attività esclusivamente grazie al contributo dei soci e attraverso l’assistenza professionale ad aziende profit nello sviluppo di iniziative sociali sostenibili collegate e coerenti con il core-business. Elemento interessante che merita di essere sottolineato è che, pur essendo un’organizzazione non a fini di lucro, Make a Change non accetta donazioni o forme di beneficenza di alcun genere. I soci fondatori sono persone e organizzazioni diverse e complementari, unite dal desiderio di operare un cambiamento reale nella società, introducendo un nuovo modello di impresa all’interno del mondo degli affari. Peraltro Make A Change è guidata da uno dei suoi fondatori, Andrea Rapaccini di MBS Consulting, milanese di adozione, ma ternano di nascita. Fa piacere ritrovarsi per caso fra ternani a lavorare, lontano da Terni, a progetti di alto valore sociale. Nel corso della serata il premio Make a Change per “gli imprenditori sociali dell’anno”, riferimento il 2009, è stato assegnato al gruppo CAUTO, Cooperativa Sociale di Brescia, www.cauto.it. Il <strong>progetto</strong> “<strong>La</strong> Locanda dei Buoni e Cattivi” del gruppo Domus de Luna di Cagliari, www.domusdeluna.it vince, invece, la prima edizione del concorso “il più bel lavoro del mondo” per nuovi progetti di business sociale. Decisamente originale l’avvio della serata stessa, che si è aperta con la possibilità di fare l’esperienza dell’Aperitivo al buio, per vedere oltre. Avete mai provato semplicemente a muovervi in un luogo completamente buio? Un buio dove non filtra nulla, solido, quasi palpabile. E’ un’esperienza che consiglio, terrificante ed incredibile allo stesso tempo, soprattutto quando, nella fase successiva, si è presa confidenza con il buio ed apprezzi il pianista non vedente che suona da qualche parte, nel buio, oppure intessi la conversazione con gli altri avventori, mai visti, nè prima né durante e sorseggi i cocktail del barman non vedente, il cui bancone è nel buio, ma c’è. L’esperienza vissuta è anche un bell’esempio di business sociale. Dialogo nel Buio è stato creato da Andreas Heinecke con un duplice obiettivo: avvicinare le persone comuni al mondo dei non vedenti e offrire a quest’ultimi una opportunità di lavoro e un’utilità sociale. Nascono così in Germania delle mostre completamente al buio, in cui i visitatori, guidati da una persona non vedente, attraversano varie stanze sperimentando il mondo dal punto di vista di un non vedente. Il successo è stato enorme tanto che Dialogue in the Dark (nome originale del <strong>progetto</strong>) è ormai un fenomeno globale che ha “aperto gli occhi” a 6 milioni di fruitori e dato lavoro a 6000 non vedenti. George Bernard Shaw sosteneva, “Le persone ragionevoli adattano se stesse al mondo, quelle irragionevoli insistono nel voler adattare il mondo a se stesse. Dunque tutti i progressi dipendono dagli irragionevoli”. Non ci resta quindi che sperare in un mondo pieno di persone irragionevoli! a.melasecche@meta-group.com