Ei - Sardegna Cultura
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sono rimasto solo in casa. Sette stanze e ne uso solo tre.<br />
Nellina zampettava dappertutto.<br />
I gradini del mercato erano ripidi, come tutto ad Epipanormo.<br />
E ripido, un precipizio, sembrò a Enrico il collo di<br />
Melania, un precipizio che portava al centro della terra.<br />
– Ma tu eri solo anche con Nellina. Che razza di compagnia<br />
facevi a quel cane? Povera bestia.<br />
Lui si accorse di essere troppo curvo, pensò che la colpa<br />
era di Battistino, lo frequentava troppo, e si raddrizzò,<br />
era alto quando stava dritto:<br />
– Perché mi hai sorriso?<br />
– Beh, ne hai bisogno, si vede. Sento quando mi guardi<br />
anche se ti do le spalle, anzi, quando ti do le spalle il tuo<br />
sguardo lo sento di più.<br />
– È che quando mi dài le spalle è meno complicato<br />
guardarti.<br />
– Oggi non sembri neanche uno di Epipanormo, sembri<br />
di un’altra razza! Sei giallo…<br />
– Sono giallo?<br />
Lei aveva le maniche rimboccate e Enrico non resistette<br />
alla tentazione di accarezzarla. Melania accettò, la sua<br />
peluria mandò segnali buoni e strinse le spalle come chi<br />
ha freddo.<br />
Entrarono al Mercato Vecchio. Qui Epipanormo comunicava<br />
con Epipanormo. Gli altri erano ammessi, sceglievano,<br />
compravano, facevano affari, chiacchieravano,<br />
passavano il tempo, ma restavano stranieri.<br />
Melania e Enrico arrivarono dal Pechinese, il pescatore<br />
con la voce da castrato: – Professor Ricasoli, professore!<br />
Venga, venga! Guardi, guardi che banco! Qui tutto si<br />
muove, tutto vivo! Senza impegno, guardi! Tutto vivo! A<br />
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proposito, ho saputo del cane: non comprerà più ventresca<br />
di tonno per Nellina!<br />
Il Pechinese fissava Melania come avrebbe guardato il<br />
più bel pesce del golfo, le pinne forti e le squame brune.<br />
Gridò: – Venga anche lei, signora!<br />
I due si avvicinarono e il Pechinese gridò più forte: –<br />
Professore! Che colorito! È blu!<br />
Enrico si appoggiò alla spalla di Melania… “Sono<br />
blu…” e sentì la clavicola solida di lei. – Vorrei sogliole,<br />
ma senza la testa, – disse. Il Pechinese gliene decapitò tre.<br />
Le mise dentro la carta straccia e gliele porse con le manine<br />
al cloro che Enrico evitava di sfiorare. Gracidò ancora:<br />
– Che faccia blu, professore!<br />
Lui, mentre pagava, si ricordò di colpo: la testa di Nellina…<br />
il sangue di Nellina… il pelo di Nellina… sapeva di<br />
pesca… Svenne.<br />
Si svegliò dentro la vasca delle anguille dove era caduto.<br />
Le anguille erano terrorizzate. Melania era sbalordita.<br />
Enrico riuscì a saltare fuori dalla vasca e si trascinò un<br />
groviglio di anguille che scapparono in mezzo alla gente.<br />
Cercò Melania, la guardò, trovò forza e pattinò via sulle<br />
piastrelle luride.<br />
Stordito, vide viali di pesci, la danza dei gamberi, il coro<br />
delle spigole con la bocca spalancata. Arrivò alle carni<br />
che gli ricordarono ancora Nellina morta, vide grovigli di<br />
budella, cuori fibrosi, il rosso dei fegati, e gli procurarono<br />
subito acidità. Trovò l’uscita, fece le scale a precipizio,<br />
cercò una panchina e si sedette all’ombra tastandosi il<br />
polso e respirando, a occhi chiusi. Ecco.<br />
Melania, anche se non era una donna pietosa, si sedette<br />
vicino:<br />
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