Ei - Sardegna Cultura
Ei - Sardegna Cultura
Ei - Sardegna Cultura
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
gando ore a sceglierli: si ricordava bene che aveva un bel<br />
color porcellino, chissà come l’avevano tagliata con soddisfazione.<br />
Enrico in piedi, osservava il formaggio diventato crema<br />
e i vermi che saltavano come molle: vermi e farfalline a<br />
miriadi… la morte di quella povera Tebe Mistrè… questo<br />
schifo… troppe cose, troppe cose…<br />
Melania si era tolta la giacca e se ne stava sul divano a<br />
braccia aperte. Enrico si distrasse per quelle ascelle misteriose.<br />
Lei se ne accorse ma restò nella stessa posizione<br />
e ridendo disse:<br />
– Se è un formaggio che hai tolto ieri dal frigo, beh, non<br />
so cosa dirti. Non c’è verme così veloce. Se bastassero<br />
ventiquattrore di caldo saremmo sommersi dai vermi e<br />
loro sarebbero i padroni.<br />
Enrico la guardava e pensava a isole, boschetti, fonti e<br />
mare. Melanconico, nonostante tanta forza davanti a lui,<br />
sospirò:<br />
– Hanno sempre ragione i vermi alla fine. Ecco, ecco.<br />
– Che frase da poco! Proprio da professore.<br />
Dalla finestra della cucina un gabbiano, appollaiato sul<br />
davanzale, attratto dal pattume che ogni casa nasconde,<br />
lo guardava dritto negli occhi chiedendo quei resti di cibo.<br />
L’uccello sporcaccione venne accontentato: Enrico<br />
aprì la finestra, mise il formaggio sul davanzale e il gabbiano<br />
se lo portò in cielo. Anche le farfalline pelose se ne<br />
volarono via. La casa, con le finestre aperte, si riempì dei<br />
borbottii che a lui piacevano. Guardò ancora la penombra<br />
delle ascelle di lei esposte al vento che ora attraversava<br />
l’appartamento, l’abbracciò finalmente allegro - ma<br />
era solo distratto - e lei lasciò fare contenta.<br />
28<br />
A mezzodì del giorno seguente Enrico e Battistino, terminate<br />
le discussioni miserabili di fine anno a scuola, tornavano<br />
a piedi verso casa fermandosi ogni tanto all’ombra<br />
di qualche alberello lungo le salite ripide che avevano<br />
conferito ai due quell’andatura curva che avvicina la testa<br />
al terreno per diminuire la fatica. Enrico aveva una classe<br />
di studenti ai quali aveva attaccato la malinconia. Gli allievi<br />
di Battistino invece erano dispettosi. Ma i due amici<br />
ora pensavano ad altro. Ciascuno era attento ai suoi pensieri,<br />
propenso a dare importanza alle proprie opinioni e<br />
ad aspettarsi il peggio dalle cose. Si fermarono sotto una<br />
palma.<br />
– Se una volta, una sola volta Melania mi avesse del tutto<br />
accontentato! – si lamentava Enrico. – Quando tutto<br />
andava bene… ecco, zac: l’obiezione. E si rovinava tutto.<br />
Obiettava a sorpresa. Anche quando era sposata è capitato<br />
due volte che ci vedessimo dopo tante storie… ed è andata<br />
malissimo… Ieri notte siamo stati insieme… abbiamo<br />
mangiato, ascoltato musica, lei ha fumato delle boccate<br />
celestiali, abbiamo discusso, discusso e ingarbugliato<br />
nodi che c’erano già e allora…<br />
Col respiro un po’ grosso l’amico rispose:<br />
– Enrico, è da più di trent’anni che mi parli di questi<br />
nodi, sempre degli stessi…<br />
– Hai ragione, hai ragione… ma non sono esattamente<br />
gli stessi… cambiano con gli anni…<br />
– Da fuori a me sembrano sempre gli stessi, Enrico.<br />
– Comunque hai ragione… così ti do il mal di testa.<br />
Parliamo d’altro.<br />
A Battistino piaceva spiegare sempre qualcosa:<br />
– Il commissario Glicerio! Un malato! Mettono a inve-<br />
29