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Angelo di Ottobre - Parrocchia di Chiari

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che si protrasse per buona parte del<br />

mese. A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> giorni dall’arrivo<br />

a Salvaro, nell’ultima pagina del<br />

suo <strong>di</strong>ario, annotava lucidamente e<br />

senza alcuna enfasi: “Sono piombato<br />

in piena retrovia <strong>di</strong> guerra con tutti<br />

i rischi e i pericoli”. Mentre le forze<br />

alleate, infatti, stavano per congiungersi<br />

alle formazioni partigiane operanti<br />

nella regione, i tedeschi si accanivano<br />

ferocemente contro donne e<br />

bambini, accusandoli <strong>di</strong> essere “fiancheggiatori”.<br />

Dinanzi alle gravi situazioni che si venivano<br />

creando, don Comini, insieme<br />

con l’amico padre Martino Cappelli,<br />

dehoniano, si pro<strong>di</strong>gò da subito<br />

a soccorrere quanti erano esposti<br />

a rastrellamenti, incen<strong>di</strong>, deportazioni<br />

sempre più frequenti e drammatiche.<br />

In quegli ultimi giorni <strong>di</strong> settembre<br />

la situazione era precipitata<br />

anche a Salvaro: i tedeschi, avendo<br />

trovato il cadavere <strong>di</strong> un loro soldato,<br />

reagirono fermando e uccidendo<br />

una decina <strong>di</strong> civili e saccheggiando<br />

numerose case coloniche. Il 29,<br />

alle avvisaglie <strong>di</strong> un nuovo attacco,<br />

la popolazione atterrita si riversa nella<br />

chiesa parrocchiale, mentre i tedeschi,<br />

in località presso Salvaro, arrestavano<br />

69 persone. Don Comini e<br />

padre Cappelli, incuranti del fuoco<br />

tedesco, accorrono imme<strong>di</strong>atamente<br />

sul luogo dello scontro. Fatti prigionieri,<br />

con l’accusa <strong>di</strong> essere delle<br />

spie, vengono poi rinchiusi in una<br />

scuderia con altri 45 civili. Il 30 settembre<br />

viene inscenato un sommario<br />

processo e il primo <strong>di</strong> ottobre, collocati<br />

sul margine <strong>di</strong> un serbatoio, in<br />

cui si trovava soltanto uno strato <strong>di</strong><br />

melma, furono tutti giustiziati a colpi<br />

<strong>di</strong> mitra, mentre don Comini supplicava:<br />

“Pietà! Pietà, Signore!”. I loro<br />

corpi, trascinati dall’acqua che venne<br />

fatta affluire nel serbatoio, non furono<br />

mai ritrovati.<br />

Ai primi <strong>di</strong> ottobre, pochi giorni dopo<br />

l’esecuzione, la notizia della morte <strong>di</strong><br />

don Comini ci raggiunse a Treviglio,<br />

in modo piuttosto confuso, da farci<br />

credere, ancora per parecchio tempo,<br />

che non fosse vera… Don Comini<br />

ha incontrato la “sua” morte, “su<br />

misura” del suo essere sacerdote.<br />

Prof. Germano Proverbio<br />

Università <strong>di</strong> Torino<br />

Grazie, Samber!<br />

… sembra ieri la prima volta che mettevamo piede a Samber, ed invece<br />

eccoci qui, con cinque anni <strong>di</strong> liceo alle spalle ed un nuovo percorso<br />

davanti a noi. Ricordo con un sorriso quasi malinconico il primo<br />

giorno <strong>di</strong> scuola… la curiosità per un posto ancora sconosciuto,<br />

la paura <strong>di</strong> fare brutte figure agli occhi degli studenti più gran<strong>di</strong>, la<br />

preoccupazione <strong>di</strong> trovarsi in una classe con insegnanti e amici nuovi…<br />

Paure che fin dai primi giorni sono svanite!<br />

Ripensando a quegli anni mi tornano in mente le gite, Roma e Praga,<br />

lo scambio culturale in California, i ritiri spirituali a Como, ma<br />

soprattutto i semplici giorni passati sui banchi <strong>di</strong> scuola tra verifiche,<br />

interrogazioni, pianti e risate che hanno reso questi anni in<strong>di</strong>menticabili!<br />

Ora ognuno <strong>di</strong> noi prenderà strade <strong>di</strong>verse, forse ci perderemo<br />

<strong>di</strong> vista, ma il legame che ci ha uniti per questi cinque anni farà<br />

in modo che ogni volta che ci incontreremo sarà come ritornare ai<br />

“vecchi tempi”!<br />

Mentre lasciavo Samber con la maturità stretta fra le mani e il cuore<br />

in gola, mi sembrava <strong>di</strong> stringere uno <strong>di</strong> quei romanzi che <strong>di</strong>vori riga<br />

dopo riga, capitolo dopo capitolo, per arrivare presto all’ultima pagina,<br />

per assaporarne il finale, anche se in cuore vorresti non finisse<br />

mai. Giunta alla fine, alzi gli occhi, chiu<strong>di</strong> la copertina e ti volti in<strong>di</strong>etro:<br />

cinque capitoli… cinque anni <strong>di</strong> liceo, e rivivi come in una magia<br />

gioie, preoccupazioni, amicizie, emozioni… Grazie, Samber per<br />

quanto ci hai dato!<br />

Grazie a voi professori che da “ragazzini” <strong>di</strong> quattor<strong>di</strong>ci anni ci avete<br />

trasformati in <strong>di</strong>ciannovenni maturi, pronti ad affrontare chi il mondo<br />

dell’università, chi quello del lavoro… a proposito <strong>di</strong> maturità mi<br />

sembra giusto ricordare che, nonostante la commissione esterna ci<br />

avesse fatto preoccupare non poco!!, i risultati sono stati molto positivi!<br />

Grazie a tutte le persone che ci hanno accompagnato in questi<br />

anni, ma soprattutto alla mia classe con la quale ho con<strong>di</strong>viso ogni<br />

singolo istante <strong>di</strong> questa esperienza…<br />

Grazie!!<br />

Veronica<br />

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