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COMUNALE<br />
;<br />
DELLA COMMISSIONE D'INCHIESTA<br />
SULL' AMMINISTRAZIONE<br />
DEL SINDACO CAPECCHI<br />
E<br />
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE<br />
8 FEBBRAIO 1878<br />
PISA<br />
TIPOGRAFIA T. NISTEI E C.<br />
1878<br />
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Onorati da Vói del diffìcile e doì ; '.atissimo inca-<br />
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rico di costituirci in Commissione .'richiesta, insieme<br />
ad egregio Collega nominato dal Governo, per esaminare<br />
1' amministrazione tenuta dal Sindaco Capecchi<br />
dal 1868 al 1877, ci trovammo posti in un bivio<br />
doloroso. Tanto il rifiuto che 1' accettazione ci si<br />
palesarono subito pregni di difficoltà.,.-poiché rifiutando<br />
ci mettevamo nel caso di rendere un cattivo servizio<br />
al Sindaco, il quale, come quello che aveva di motuproprio<br />
invocata e voluta l' inchiesta, mostrava soltanto<br />
per questo di poter combattere vittoriosamente<br />
le accuse che gli si facevano, e. il nostro rifiuto poteva<br />
essere interpetrato in senso di sfiducia verso di Lui, e<br />
quasi una sentenza anticipata di reità. Infatti non v' è<br />
causa : purché buona, per la quale un uomo onesto non<br />
abbi a d i ritto a trovare dei giudici. Accettando ci si<br />
paravano d inan zi ; difficoltà eli vari a natura : ale une ri-,<br />
flettevano il caso che spinti dalla evidenza e verità dei<br />
fatti ci si fosse trovati nella condizione non piacevole<br />
di dover dire cose dure contro il Sindaco accusato; altre
che avessimo dovuto dirle contro gli accusatori, con i<br />
quali, come col Sindaco, stavamo in buoni rapporti di<br />
amicizia e di stima; infine ci angustiava l'idea di trovarci<br />
in mezzo a partiti in cozzo fra loro, e come partiti<br />
non sempre ragionevoli e riflessivi. Ma prevalse il concetto<br />
che il dare giudizio, chiamati, sugli atti eli un<br />
pubblico amministratore non è atto di cortese compiacenza<br />
ma puro dovere di cittadino. 0 l'amministratore è<br />
innocente ed è giusto trionfi, od è reo ed è parimente<br />
giusto sia condannato. E accettammo, decisi di fare il<br />
nostro dovere qualunque cosa fosse per avvenire.<br />
Infatti'opportunamente invitata la Commissione si<br />
costituì in Pontedera in una sala del Palazzo Comunale<br />
la mattina del 29 Ottobre 1877 e vi tenne la sua prima<br />
adunanza eleggendosi un Presidente ed un Segretario<br />
e stabilendo l'ordine del lavoro.<br />
Prima di tutto si trovò concorde nel sistema, che<br />
infatti adottò, di formulare capitolati d'interrogatori<br />
diretti a chiarire la verità, da deferirsi tanto ad amici<br />
quanto ad avversari del Sindaco, non che a quelle persone<br />
che Le venissero indicate per neutrali.<br />
In secondo luogo presa cognizione delle accuse varie<br />
stampate in opuscoli o fogli volanti, sia durante, sia<br />
dopo il periodo <strong>della</strong> lotta per le elezioni amministrative<br />
del Luglio 1877, stabilì che di tutti i fogli e foglietti<br />
anonimi pubblicati nel periodo elettorale ( che è ormai<br />
per brutta consuetudine il porto-franco delle idee avariate,<br />
e il giubileo delle contumelie impunite ) non si<br />
avesse da tener conto, come cose di chi non avendo il<br />
coraggio <strong>della</strong> responsabilità, non. meritava l'onore <strong>della</strong><br />
discussione. Altrettanto stabilimmo per opuscoli o fogli<br />
volanti firmati in quel tempo, e ciò non perchè rifiutassimo<br />
di appurare quegli appunti e di discuterli, ma uni-
camente per questo: perchè essendo stati quegli appunti<br />
e quelle accuse recapitolate in un opuscolo intitolato<br />
-Cearai stampato a Pisa colla data di Pontedera'24<br />
Settembre 1877 e firmato collegialmente da.<br />
cinque onorevoli persone, ci parve più conveniente, più<br />
decoroso, e più utile attenersi esclusivamente a quelle.<br />
Infatti TOpuscolo del 24 Settembre aveva assunto<br />
forma e sostanza di vera e severa requisitoria; e.pur<br />
circondandosi di cautele, gli accusatori formularono in<br />
esso accuse •precise e determinate.<br />
Considerando che -lo spoglio e l'esame delle nude<br />
carte non bastano ad illustrare gli atti di una amministrazione<br />
senza che la viva voce dell' uomo ricordando<br />
il tempo, il modo e le circostanze che gli accompagnarono,<br />
ìi precedettero o li susseguirono non gli renda,<br />
diciam cosi parlanti, si diede opera subito ad interrogare<br />
per essere, più che ajutafci, guidati alla scoperta<br />
del vero. E poiché prima a udirsi doveva, come di<br />
regola essere l'accusa y invitammo singolarmente i<br />
firmatari dell'opuscolo Cenni Storici Signori Giuseppe<br />
Lotti, Faustino Bellinoioni, Ingegnere Luigi Beliincioni<br />
Benvenuto Morini e Oreste Ricci. Pensatamente avevamo<br />
invitato ultimo il sig. Ricci come quello nel quale<br />
si riassumeva (nè egli ne faceva prima, nè ne fece mai<br />
dopo mistero) l'origine e lo sviluppo delle accuse, come<br />
quello anche che aveva da Consigliere e da Assessore<br />
amministrato il Comune insieme col Sindaco. Gli altri<br />
a parer nostro sarebbero stati in grado di ' direi menò,<br />
e con minore cognizione precisa.di causa del sig. Ricci,<br />
e quindi avevamo deciso- d'interrogarli i primi, persuasi<br />
che di molte cose per schiarimenti ci avrebbero rinviati<br />
al sig. Ricci..Questo sistema, ; d'altrónde logico e semplice,<br />
non piacque ai prefati cinque signori. ;
Intatti all'adunanza del 5 Novembre 1877 presentatosi<br />
il sig. Giuseppe Lotti, dichiarò che i firmatari<br />
dell' Opuscolo non intendevano di presentarsi alla Com- '<br />
missione isolatamente, ma tutti insieme: se questo<br />
principio non si fosse accettato ei rifiutavasi di rispondere<br />
.<br />
La <strong>commissione</strong> il cui unico scopo era di essere<br />
illuminata sul serio e con ordine, riconobbe impossibile<br />
il sistema proposto dal sig. Lotti, che avrebbe indubitatamente<br />
portato ad una grande confusione e<br />
ad una gran perdita .di tempo'. Allora il sig. Lotti,<br />
avendo 'dichiarato, che i firmatari dell'Opuscolo si<br />
sarebbero piuttosto trovati d' accordo a scegliere fra<br />
loro uno che rispondesse per tutti, accettando fin<br />
d' ora quello che avrebbe detto e facendosi solidali<br />
delle di Lui risposte, annunziò che il prescelto era il<br />
sig. Oreste Ricci.<br />
Noi accettammo, ed il sig. Ricci si presentò e ci<br />
dichiarò che effettivamente Egli si costituiva rappresentante<br />
di tutti.i firmatari dell'Opuscolo i quali lo<br />
avevano incaricato di rispondere per loro .<br />
Nelle adunanze successive furono interrogati i signori<br />
Avv. Silvestro Del Guerra, Ciompi Raffaello, Ugo<br />
Zeppini, Avv. Eugenio Balbiani, Avv. Leonardo Bettini,<br />
Dott. Stefano Reali e molto lungamente il Sindaco<br />
sig. Avv. Enrico Capecchi.<br />
Ultimati gì'interrogatori compulsammo, Registri e<br />
.Protocolli, domandammo schiarimenti agli Impiegati<br />
, dell' Ufficio, rovistammo l'Archivio, esaminammo carte<br />
d'ogni specie.e così ci ponemmo in grado di chiudere il<br />
: periodo istruttorio, dopo aver raccolto da documenti e<br />
da interrogatori, tutti gli elementi necessari a giudicare<br />
rettamente.
Ed ora eccovi o Signori i resultati dei nostri studi<br />
e delle nostre indagini.<br />
Sfrondato dalle quisquilie, e dalle cose poco concludenti,<br />
l'atto di accusa si sostanziava nei seguenti capi :<br />
Illegalità, irregolarità, disordine amministrativo<br />
e trascuratezza nei diversi rami del servizio del<br />
Comune;<br />
2.° Indebito maneggio di danaro pubblico per<br />
parte del Sindaco;<br />
3.° Insinuazione ( quantunque negata dagli accusatori)<br />
di disonestà o di indebita locupletazione a carico<br />
del Comune ;<br />
4.° Aumento enorme dei debito comunale per<br />
colpa del Sindaco, senza corrispondente utilità di opere<br />
pubbliche.<br />
Poniamo di bel principio fuori di discussione che<br />
molte a.ccuse, checché si voglia sostenere in contrario,<br />
sono infette di esagerazione e portano tuttora l'impronta<br />
<strong>della</strong> lotta elettorale, in cui per la prima volta incominciarono<br />
a propalarsi.<br />
Infatti, se questo non fosse vero, ce ne dorrebbe<br />
immensamente per gli stessi accusatori, alcuni dei quali<br />
fecero parte, come Assessori e come Consiglieri, dell'Amministrazione<br />
Capecchi. I quali conosciuti da nói<br />
per brave ed oneste persone non arriveremmo a capacitarci<br />
come, se realmente convinti di tutta la verità<br />
degli addebiti, si fossero indotti per tanto tempo a tacerli.<br />
Ce ne dorrebbe per Loro inquantochè, quando per<br />
fiducia degli elettori si ha l'onore di sederei nei Consigli<br />
dei Comuni, si ha altresì strettissimo dovere di denunziare<br />
a viso aperto, senza sotterfugi e senza riguardi<br />
personali lo magagne che per avventura vi s* incontrano,<br />
sia che si faccia parte di una minoranza che di una
maggioranza . Chi si concincésse diversamente non<br />
meriterebbe la pubblica fiducia, nè potrebbe addurre in<br />
feuo favore alcuna scusa persuasivi.<br />
Per noi dunque le accuse risentono in gran parte<br />
del 'tèmpo in cui da prima vennero fuòri; e per quanto<br />
il tempo in èui un accusa è lanciata non giustifichi<br />
1' accusa stessa se esagerata o non vera, pure ha per<br />
se, come nel càs'o nostro, 1' attenuamento <strong>della</strong> scusabilità.<br />
Si è detto di sopra che ormai per tacito consènso<br />
nei fomenti di agitazione elettorale vige il mal vezzo<br />
che i partiti si Vituperino impunemente a vicenda,<br />
lasciando pilla calma del poi di rimettere a suo posto la<br />
verità: V' è chi la chiama vita e 'chi ingrassa in tal<br />
palleggiò di contumelie, ; dal quale nessuna reputazione<br />
si cansa. E vero che la parola non lascia livido, ma è<br />
vero in senso fisico; lascia però sovente tale livido<br />
morale che nessuno unguento è buono a dileguare. E<br />
da espèrare desiderare che il tempo e la educazione<br />
;più prestò o più tardi informino il nostro costume<br />
all'uso <strong>della</strong> libertà congiunto al rispetto del patrimonio<br />
inorale dell' uomo, l'onore. 'Soltanto-quanto discuteremo<br />
senza insolentirci, saremo civili.<br />
Nè soltanto dal tempo in cui nacquero e si diffusero<br />
le aócuse acqui stano titolo ad essere scusati li accusatori<br />
del Sindaco Capécchi. Vi era, sia detto'francamente, un<br />
cumulo di apparenze che per 'chi v ! i si fermasse sopra superficialmente,<br />
poteva venir 'tratto i n errore e si potevano<br />
stócrèditare sospetti quantunque in sostanza infondati. E<br />
'questo costituisce per noi nuova ragione di : scusa.<br />
1/ amministrazione in genere, sarebbe vano nasconderlo,<br />
fu mal tenuta come in quasi tutti i Comuni del<br />
'Régno; ed anche questo costituisce per gli accusatori<br />
una 'circostanza scusante.
Non possiamo nascondere che provammo un- senso<br />
di dolore ad udire la dichiarazione, in bocca degli accusatori,<br />
che se il Sindaco si fosse dimesso, come era<br />
loro desiderio, le accuse non sarebbero venute in dominio<br />
del pubblico. 0 erano vere, o non lo erano: se<br />
vere, il dovere di uomini pubblici imponeva di rilevarle';<br />
seireputate non vere dovevano tacersi dopo, come si erario<br />
taciute prima.<br />
I Sindaci nel sistema costituzionale si fanno e si disfanno<br />
con ordini del giorno portanti fiducia 0 sfiducia.<br />
Patteggiare le dimissioni di un pubblico Amministratore,<br />
tacerne per riguardi personali o per interesse<br />
gli errori e le colpe, e provocare il cambiamento, non<br />
discusso, non votato dall' Assemblea dei rappresentanti<br />
è, nei Consigli Comunali come nei parlamenti, un sistema<br />
condannabile di così dette rivoluzioni di palazzo alla<br />
Spagnola, un atto dietro le quinte a cui i più elementari<br />
canoni di costituzionalismo si oppongono e si ribellano.<br />
:<br />
Nè vale la scusa eli essere minoranza. Alle minoranze<br />
è applicabile il motto « gutla cavai lapidem ><br />
e non mancano esempi antichi e recenti di Parlamenti<br />
in cui i pochi è derisi divennero col tempo e col senno<br />
moltissimi ed applauditi. Quando un programma è giusto,<br />
onesto e rispondente alla verità dei' bisogni, così di<br />
un Popolo come di un Paese,: non tarda a lungo il giorno<br />
in cui è datò;di applicarlo ed esplicarlo. —• Soltanto là<br />
fretta è nemica del bene. . .<br />
Veniamo adesso air analisi delle accuse: • v
— io —<br />
1.° Illegalità, irregolarità, disordine<br />
amministrativo, ecc.<br />
Sarebbe follìa pretendere di sostenere che nell' Amministrazione<br />
del Comune tutto camminasse nel migliore<br />
dei modi possibili. Disordine vi era antico e ribadito.<br />
Trascuratezze se ne notavano, irregolarità anche: ma da<br />
queste al caos che si vorrebbe far credere, specialmente<br />
dopo le avvenute riforme degli Uffizi comunali, vi è un<br />
gran tratto che non autorizza tutte le accuse lanciateli<br />
contro.<br />
Intanto un miglioramento sensibile in mezzo all'antico<br />
disordine, un miglioramento che chiameremo provvidenziale<br />
nel servizio interno, si ottenne di già colla<br />
istituzione <strong>della</strong> Ragioneria. Senza una Ragioneria è<br />
impossibile una Pubblica Amministrazione, e perchè essa<br />
sia utile dev'essere non soltanto ufficio apparente per<br />
lusso di montatura, ma serio e sostanziale per cura e<br />
vigilanza continua, per pratica di partita, per giornaliera<br />
e intelligente applicazione di chi ne è titolare, al movimento<br />
degli affari comunali. Questo, a lode del vero,<br />
siamo lieti di aver riscontrato oggimai introdotto nel<br />
Vostro Comune.<br />
Ma se disordine v'era, se vi furono irregolarità,<br />
dovrà darsene tutta la colpa al Sindaco, o dovrà attribuirsi<br />
una parte di tale responsabilità a quelli che con<br />
Lui amministrarono, cioè: ai Consigli, alle Giunte, agli<br />
Impiegati ?<br />
Intanto una cosa è certa per le dichiarazioni di<br />
tutti coloro che furono da noi interrogati nel periodo<br />
istruttorio dell'inchiesta, ed è, che non sempre, nè<br />
tutto il personale fu adatto agli uffici affidatigli, nè
u —<br />
sempre, come avviene nei piccoli luoghi fu facile impresa<br />
correggerlo o cambiarlo.<br />
Sta bene che la Legge prima ed il pubblico poi,<br />
tengano responsabile del buono e cattivo andamento<br />
di un'azienda Comunale soprattutti il Sindaco, ma nè<br />
la Legge esige, nè può esigerlo il pubblico, che un<br />
Sindaco sia ogniscente, che attenda a tutto e a tutti<br />
nelle molte, gravi e svariate attribuzioni che ad un<br />
Comune sono affidate. Nè mancano altre attenuanti.<br />
Il Sindaco Capecchi entrava in ufficio dopo una inchiesta<br />
Governativa (vedi Relazione a stampa del 20<br />
ottobre 1868) la quale, mentre non aveva trovato le<br />
cose Comunali di uua precisione matematica, constatava<br />
una passività fruttifera a tutto il 31 dicembre 1867<br />
' di Lire 315818, 70.<br />
Anche allora questo guaio di debiti, comune in<br />
Toscana, derivava non già dai Sindaci, ma dal sistema<br />
di esazione per mezzo dei Camarlinghi, verso i quali<br />
era destinata a riuscire pur troppo inefficace qualunque<br />
sollecitazione o premura come, in mancanza d'altro,<br />
10 proverebbe all'evidenza il fatto che lo Stato stesso<br />
era costretto a rimanere in credito di enormi somme,<br />
tanto che fu poi necessaria la Legge sull'esazione dell'Imposte<br />
del 20 aprile 1871 ; legge quanto severa<br />
altrettanto benefica per tutti.<br />
Ma non è neppur vero che, ad onta di tanti ostacoli<br />
inerenti al sistema, il Sindaco Capecchi lasciasse<br />
11 Camarlingo sbizzarrirsi a suo beneplacido nel sovrapporre<br />
arretrati ad arretrati. Infatti se non resulta<br />
dai protocolli (conforme accennano gli autori dei Cenni<br />
storici) di alcuna Deliberazione dei Consiglio con la<br />
quale sarebbe stata nominata una Commissione coll'incarico<br />
di costringere il Valli, Camarlingo comunale, a
ender conto <strong>della</strong> sua gestione, resulta bensì eh e fu<br />
più volte ingiunto al Valli stesso di preparare un resorconto;<br />
anzi fu perfino in anticipazione nominato il sig.<br />
Torcigliane di Pipa perchè lo rivedesse. Ma il Valli<br />
accampando certi pretesti, diede luogo ad una lunga<br />
corrispondenza (che esiste tuttora nell'Archivio comunale)<br />
e protrasse tanto l'esecuzione di questo suo dovere,<br />
da lasciarlo inadempito quando la mano scellerata di<br />
un'assassino gii ebbe barbaramente troncata la vita,<br />
È in questa inattesa sciagura che il Sindaco Capecchi<br />
trova anzi la maggiore delle attenuanti. Per chi conosce,<br />
ed è ormai universalmente noto, in quale inestrigabile<br />
disordine fu lasciata dal Valli la esazione<br />
delle Tasse del Comune di' Pontedera ed di quello di<br />
San Miniato, non occorre dire altro per dimostrare come<br />
quella fosse una grave pietra d'inciampo y per il Sindaco<br />
Capecchi, come sarebbe stata per qualunque altro, a<br />
camminare franco, spedito e ordinato nella sua amministrazione.<br />
Ce ne appelliamo agli stessi egregi firmatari<br />
-dell'opuscolo: « Cenni storici », e mettiamo pegno<br />
che nell' intimo <strong>della</strong> loro coscienza non possono pensarla<br />
diversamente da noi. Ma, soggiungono, dovevate<br />
tutelare subito e meglio gl'interessi del Comune dopo la<br />
uccisione nefanda del Valli. Tutelare subito e meglio! —•<br />
Il Valli come Camarlingo aveva, sia pur piccola, una<br />
cauzione per la sua gestione; teneva il suo ufficio in<br />
Pontedera e lì custodiva i Daziaioli e quant'altro di relativo.<br />
Morto Leandro Valli, il Comuue aveva il diritto<br />
di far compilare, uno spoglio dei Daziaioli ed un Reso^<br />
conto, e domandare agli Eredi una sistemazione. Un<br />
" passo più in là era abusivo. Invece per zelo di bene,<br />
per'abbondanza di cautela, resulta dagli atti che dopo<br />
l'uccisione del Valli si era telegrafato alla Prefettura,
si era adunata la Giunta ed era stato nominato un<br />
Cassiere provvisorio perchè il servizio non si arrestasse.<br />
Più tardi la Giunta con Decreto del Pretore ed insieme<br />
all'Autorità-Giudiziaria e politica fece un atto di eccesso<br />
alla casa Valli in Ponsacco, vi suggellò Casse<br />
ed Armadi e perfino esportò danari ed oggetti di valore<br />
depositandoli nella Cassa Provinciale di Pisa, mentre<br />
non resulta che- tali cautele fossero praticate dagli amministratori<br />
del Comune di S. Miniato, non meno di<br />
questo interessato nella faccenda. .<br />
. Fu dunque nominato un Cassiere provvisorio nella<br />
persona di Remigio Nannini, impiegato Comunale, coir,<br />
l'incarico di esigere tutte le tasse e rendite del 1872-;;,<br />
e per gli arretrati degli anni anteriori ebbe quest'incarico<br />
il sig. Marco Conti.<br />
. Non sussiste che il Sindaco Capecchi scegliesse per<br />
proprio conto, come viene accusato, un Esattore dei<br />
Residui attivi -lasciati • dal Valli, ma furono gli- Eredi<br />
stessi del Valli che nel 7 maggio 1872 fecero regolare<br />
mandato di procura al sig. Marco Conti; al quale mandato<br />
intervenne con lodabile accortezza amministrativa<br />
il Sindaco. Capecchi per tutelare nell 5 unico modo allora<br />
possibile lo interesse che il Comune aveva a che la esazione<br />
degli arretrati procedesse regolarmente e sotto<br />
la sorveglianza immediata e continua dei Comune. La<br />
quale sorveglianza apparisce effettivamente esercitata,<br />
colla istituzione eli un registro che permetteva, al Comune<br />
di conoscere l'ammontare delle riscossioni. Infatti troviamo<br />
per esempio, che nel Saldo 1873 in conto di Residui<br />
a tutto il 1871 furono portate in entrata L. 88852.; 80.<br />
còlle quali furono pagati altrettanti man che sono<br />
descritti in appositi allegati al Saldo medesimo. •. . .<br />
, Non sussiste che il Comune abbia trascurato di. fare
— 14<br />
i passi necessari ad ottenere dal Regio Erario il rimborso<br />
delle quote inesigibili, perchè è pur troppo provato<br />
con atti dell' Intendenza di Pisa, che tali rimborsi vennero<br />
chiesti ed ottenuti. Nei Conti Giudiziari infatti<br />
del 1872 e retro si trovano tutto lo partite che rappresentano<br />
siffatte quote inesigibili, come resulta da quietanze<br />
di Tesoreria di n.° 3350 del 21 ottobre 1872<br />
per L. 505,93, di n.» 2604 del 2.2 agosto 1872 per<br />
L. 1317,92 e per L. 4033,37 con diverse date. Altre<br />
L. 3125, 42 furono rimborsate inoltre con mandato<br />
di n.° 293 cap. 150 Esercizio 1872, L. 891,08 furono<br />
egualmente rimborsate con mandato di n.° 2020<br />
Cap. ed'Eserc. suddetti L. 1231,85 con mandato numero<br />
2713, L. 317,71 con mandato numero 2019,<br />
e L. 964, 44 con mandato n.° 2734.<br />
Non sussiste che il Sindaco intervenisse di proprio<br />
arbitrio all' atto di Procura fatto a favore di Marco<br />
Conti dagli Eredi Valli il 7 marzo 1872. Il Sindaco<br />
fu anzi autorizzato dalla Giunta a intervenirvi, e quantunque<br />
trattandosi di un atto puramente amministrativo<br />
e cautelativo non ve ne fosse a tutto rigore il bisogno,<br />
pure da concordi dichiarazioni dì rispettabili testimoni,<br />
resulta che alla stipulazione di tale atto erano presenti<br />
anche tutti i membri <strong>della</strong> Giunta.<br />
Non sussiste che Marco Conti, permettendolo il<br />
Sindaco, trascurasse i propri doveri di Esattore degli<br />
arretrati perchè risulta invece che furono fatti contratti<br />
di Composizione di debiti con diversi Contribuenti,<br />
quando specialmente la riscossione appariva dubbia o<br />
difficile per le condizioni economiche del debitore; resulta<br />
infine che furono sostenute virilmente ai Tribunali<br />
Cause, ora perdute ora vinte, contro debitori morosi.<br />
E qui giova parlare di un altra accusa, che cioè
il Sindaoo sì opponesse alla notificazione di ingiunzioni<br />
deliberate dalla Giunta e dirette a sollecitare la esazione<br />
o il Reso-conto degli arretrati dell'eredità Valli.<br />
Neil' inserto esistente in Archivio, relativo al Camarlingo,<br />
si trova un atto di intimazione e protesta"<br />
agli eredi Valli in data 31 gennaio 1873 il quale tutela<br />
contro ogni evenienza e mette per quanto è possibile<br />
il Comune al coperto di danni derivabili dal ritardo ad<br />
esigere. Anche senza notificare la nuova deliberezione<br />
<strong>della</strong> Giunta del 25 aprile 1876 (questa adunanza non<br />
fu neppure presieduta dal Sindaco) di cui fa cenno<br />
l'opuscolo, il Sindaco Capecchi aveva già provveduto<br />
da tempo. Ma si deve ancora avvertire che quand'anche<br />
la deliberazione del 25 aprile 1876 fosse stata notificata,<br />
era inutile perchè con quella il Comune faceva<br />
ingiunzione e diffidamento a Marco Conti e non, come<br />
si sarebbe dovuto, agli Eredi Valli, di fronte ai quali<br />
soltanto deve rispondere lo Esattore degli arretrati, <strong>della</strong><br />
missione affidatagli. Più tardi infatti è stata tenuta"<br />
questa via regolare, notificando agli Eredi Valli un<br />
atto per costituirli in mora relativamente alla presentazione<br />
del Roso-conto, e crediamo siasi saggiamente<br />
operato. Anzi ci consta per recente notizia che il Resoconto<br />
è stato compilato e fors'anche a quest'ora presentata<br />
da Marco Conti.<br />
La Commissione tuttavia non vuol sostenere che '<br />
per dipanare questa arruffata matassa degli arretrati/<br />
tutto sia stato fatto bene, che nessun errore sia siato<br />
commesso, e ogni diligenza più scrupolosa sia stata<br />
usata da chi di dovere. Ma trattandosi di arretrati<br />
ci sentiamo irresistibilmente trascinati a concedere una<br />
larga indulgenza, inquantochè, noi che abbiamo l'onore<br />
di comporre la Vostra "Commissione, crediamo di essere
- 16 — _<br />
in grado meglio di altri, per gli uffici pubblici che ricopriamo,<br />
di valutare tutte le difficoltà che vi sono<br />
inerenti.<br />
Il Decreto del Ministro Sella de 1 15 novembre 1872<br />
fu salutare per lo Stato, ma immensamente gravoso<br />
pei Comuni. Lo Stato incassò senza disturbo i suoi Crediti,<br />
e lasciò ai Comuni tutte lo noie, tutte le incertezze<br />
di una esazione che ha formato e forma tuttavia<br />
la disperazione dei medesimi, con loro scapito rilevante<br />
e sicuro. Sarà un bel giorno e pieno di grande utilità<br />
per i Comuni quello in cni essi potranno radiare dai<br />
loro Bilanci d'entrata questi più che ipotetici titoli, quali<br />
sono gli Arretrati per imposte anteriori alla nuova<br />
Legge, che entro in vigore il primo gennaio 1873.<br />
Per il poco fin qui discorso sembraci, se non ci<br />
inganniamo, che il tuono accentuato degli appunti critici<br />
diretti dai Revisori del Conto 1875 agli amministratori<br />
del Comune (a voler esser giusti) debbansi<br />
riferire non solo agli attuali, ma in maggior dose a<br />
quelli anteriori al 1868, nè con questo abbiamo in<br />
animo di accusare per scusare: ciò è ben lontano, e<br />
teniamo a dichiararlo, dai nostri intendimenti; siamo<br />
convinti anzi, che più che degli uomini, la colpa devesi<br />
in gran parte dalle circostanze dei tempi, dei<br />
luoghi, dei sistemi e delle Leggi. Se ne abbiamo fatto<br />
cenno è stato unicamente per rendere omaggio alla<br />
verità.<br />
2,° Indebito ed illegale maneggio<br />
di danaro pubblico.<br />
Non sussiste che il Sindaco Capecchi abbia maneg-:<br />
giato indebitamente ed illegalmente danaro pubblico;
—17 —<br />
non indebitamente, perchè come vedremo, ogni qual<br />
voltarlo maneggiò) vi fu sempre autorizzato; non illegalmente,<br />
.perchè sia per il modo sia per il caratteredelle<br />
amministrazioni nelle quali si trovò, più spintoche<br />
spontaneo, a maneggiare danaro, non poteva trovare<br />
ostacolo : in; alcuna ?disposizione^ di Legge. E non<br />
avere egli ricevuto mai osservazioni di sorta alcuna,.<br />
ed:avere anzi trattato sempre apèrtamente,, anche come<br />
maneggiatore : di pubblico denaro, colle ' superiori autorità;<br />
preposte alla tutela delle: leggij avere con esse<br />
conteggiato e discussole da esse essersi fatta eziandio<br />
qualificare e. ritenere- Contabile, mostra chiaramente .<br />
che nè disprezzo di Leggi nè offesa-vi fu mai.<br />
Infatti;, ucciso. il camarlingo:Valli e interpellata la<br />
Prefettura.di Pisa (il telegramma di quell' epoca è<br />
tutfora: visibile in Archivio) intorno alle misure d' urgenza<br />
da prendersi,.. ed.: avutane' risposta, la Giunta<br />
nominò Cassiere provvisorio- il sig. Remigio Nannini,:<br />
con: incarico di esigere,-. e di versare- sera .per sera<br />
l'esatto nelle mani del .Sindaco o suo Assessore Delegato-,<br />
all'oggetto di farne deposito in una pubblica Cassa.<br />
Notiamo di passaggio che invece del • Sindaco Capecchi,<br />
faceva; più di frequente questo servizio di trasmissione<br />
,'• il sig- avv. Silvestro Del Guerra Assessore delegato,<br />
cornea quello;; che dimorando continuamente in paese<br />
aveva maggior agio di trovarsi; giornalmente presente<br />
all'Ufficio Comunale.- , ; :<br />
Ma ossia che ritirasse il Sindaco, ossia lo. Assessore<br />
Delegato,. dalle mani del Nannini il prodotto delle riscossioni<br />
giornaliere, è provato dalla eloquenza inconfutabile,<br />
delle cifre dei libretti di deposito <strong>della</strong> Banca<br />
Agricola di Pontedera, che; tanto l'uno quanto l'altro<br />
depositavano puntualmente e giornalmente il ricevuto
- 18 — _<br />
denaro, seppure 11011 pagavano con quello j mandati<br />
che venivano via via presentati o non ne ritiravano<br />
altro dalla Banca per lo stesso scopo. Anzi, le spese<br />
verificandosi sovente superiori agli introiti, tanto il Sindaco<br />
Capecchi da solo, quanto l'assessore Del Guerra<br />
insieme col Sindaco (come resulta dagli interrogatori)<br />
si appigliarono più di una volta al generoso partito di<br />
firmare perfino cambiali in proprio per sopperire alle<br />
•defìcenze <strong>della</strong> Cassa Comunale. E pur troppo il disinteresse<br />
del Sindaco è giunto a tale, che tuttora apparisce<br />
creditore del Comune per somme delle quali non<br />
ha avuto'o non ha ancora domandato rimborso. Noi<br />
però invece di lodare siamo in dovere di biasimare questo<br />
disinteresse parendoci che collimi colla trascuratezza<br />
è ponga in imbarazzo il Comune, mantenendo<br />
sospese e non liquidate partite che in-buona amministrazione<br />
non possono nè debbono tollerarsi. Quanto più<br />
presto quindi il Sindaco Capecchi avrà dimostrato e si<br />
sarà fatto liquidare i suoi crediti dal Comune, altrettanto<br />
sarà lodato dalla gente sennata.<br />
In questo maneggio di danaro pertanto non vi era<br />
niente di indebito, e null'altro costituiva che una noia<br />
e una responsabilità di più che il Sindaco si era addossato<br />
per obbedire ad una necessità di situazione e ad:<br />
una deliberazione presa per urgenza. Nessuno degli interrogati,<br />
non esclusi i firmatari dei cenni storici, ha<br />
articolato sillaba contro la delicatezza' dei Sindaco in<br />
questo maneggio di danaro, ed anzi, tutti concordemente<br />
hanno, 'per propria convinzione, escluso affatto<br />
queste tre cose:<br />
1Che il Sindaco.. Capecchi siasi locupletato di<br />
alcuna somma a carico del Comune.<br />
2.° Che maneggiando i danari del Comune abbia<br />
: -
avuto inanimo-di trarne un qualche particolare profitto.<br />
-<br />
3.° Che se nell'amministrazione da Lui tenuta<br />
esistono degli errori, questi siano stati fatti con animo<br />
di trarne un profìtto personale.<br />
Ne fu illegale il maneggio delle rendite del patrimonio<br />
lasciato dal benemerito e filantropo Felice<br />
Lotti per la erezione' in Pontedera di uno Spedale per<br />
i malati cronici. Quando il Sindaco Capecchi, autorizzato<br />
e spinto- dal Consiglio a ricevere, ebbe effettivamente<br />
ricevuto in consegna, gli assegnamenti costituenti<br />
la Eredità Lotti, dal Sig. Bartalena che ne era stato<br />
fine-allora amministratore nella sua qualità di esecutore<br />
testamentario, lo spedale non era costruito, ma<br />
appena ideato: quindi l'Eredità Lotti non era, e crediamo-non<br />
sia neppur oggi, un'Opera Pia Dichiarata<br />
con Decreto Reale. Nessuna Legge ostava dunque all'amministrazione<br />
per parte del Sindaco, il quale con<br />
Contratto pubblico- rogato Bottini ebbe in consegna<br />
dal Sig. Bartalena le-Cartelle del Debito Pubblico e<br />
le ricevute di Deposito dei Capitali ricavati 'dall'alienazione<br />
del Patrimonio Lotti.<br />
y Non è vero, che primo frutto dell' amministrazione<br />
di queste rendite per parte del Sindaco; fosso uno scapito<br />
che l'Eredità fece : per la non accettazione, eli un<br />
progettò di. transazione sugli. onorari e rimborsi ; pretesi,<br />
dal Bartalena. Il Bartalena, il quale come si disse<br />
era esecutore testamentario nominato dal Lotti, ed. in<br />
questa ,= sua' quali tà funge va un Ufficio molt issi m.o. gratuito,,<br />
mei rimettere: al Comune Erede ; il, suo Reso-<br />
Conto domandava la somma di L. 17146, 59 a titolo<br />
di ; onorari e L. 2256.,. 65 a titolo di rimborso* di speso<br />
per la compilazione del Reso-Conte. Par ve' eccessiva
— 20 —<br />
la domanda al Consiglio Comunale, e consultati onorevoli<br />
Giureconsulti si rifiutò di pagare, fermo a<br />
quella savia massima la quale vuole che si vada a rilento<br />
nella generosità col patrimonio dei poveri e degli<br />
infelici.<br />
Riuscito inutile ogni tentativo dì ^amichevole. accòrdo<br />
fu giuocoforza. adire i lìribunali i quali non è vero che<br />
condannassero, il: Comune, a una; somma maggiore od<br />
eguale a quella: pretesa, dal: Sig. Bartalena^ perchè la<br />
somma, comprese le spese che l'Er.edità? Lotti dovè pagare,<br />
fu di L. 12600,25, inferiore; a quella! domandata<br />
di L. 6802, 89.<br />
E quand'anche non fosse stato questo il resultato,,<br />
non sapremmo in qua! modo, addebitarne il. Sindaco, il<br />
quale autorizzato dal Consiglio a stare. in:giudizio, non<br />
aveva, anche, se lo avesse voluto, alcun modo di. rifiutarsi.<br />
• •<br />
- Intanto il Sindaco Capecchi faceva porre mano ralla'<br />
costruzione dello Spedale nell'ex convento dei cappuccini,<br />
e. non è: vero; che - facesse; e disfacesse;;- senza auto» i<br />
rizzazionedi alcuno. Ed , a volerne una. prova, bastai<br />
riflettere che l'Egregio Architetto che dirigeva e consigliava<br />
i lavori, fu, almeno per un certo tempo, anche<br />
Consigliere Comunale.<br />
È vero certamente. < che per conto dèli'. Eredità 'Lotti:<br />
il Sindaco si fece imprestare dal Comune L. 3235, 98,;<br />
ma è> vero altresì che furono a suo tempo restituite,<br />
come è vero che non una ma tante volte i danari dell'eredità<br />
Lotti erano serviti ai bisogni <strong>della</strong> Cassa ;<br />
Comunale; e derivò,-senza dubbio da questa confusione ;<br />
di Casse, da questo pagare con i danari di una le spese<br />
di un'altra amministrazione, la lamentata difficoltà 1 nella •<br />
compilazione del Saldo 1873, e quelle, certe somme
esultanti pagate in più, delle quali terremo parola più<br />
sotto. -<br />
Non resulta che .al Sindaco fosse ingiunto di presentare<br />
il Reso-conto dell'Amministrazione <strong>della</strong> Eredità<br />
Lotti, e possiamo esser franchi nell* asserirlo,<br />
perchè in nessun protocollo di Deliberazioni di nessun :<br />
epoca troviamo la benché minima traccia di ciò.<br />
Non possiamo dispensarci dal manifestarvi la dispiacevole<br />
impressione che in noi produsse il rimprovero<br />
fatto al Sindaco di tenere iu mano un rilevante resto<br />
di Gassa <strong>della</strong> Eredità Lotti, mentre apparisce dai libri<br />
di Contabilità teauti dal Ragioniere del Comune, che<br />
quelle somme che sì annunziavano come cassa di danaro<br />
contante in, mano del Sindaco, altro non erano che<br />
somme depositate in conto fruttifero e alla Banca Agricola<br />
e alla Provincia di Pisa. Infatti nel libro Giornale<br />
trovasi scritturato come fondo di Cassa una partita di<br />
L. 19796, 15, mentre la Cassa effettiva allora non era<br />
che di L. 354, 90 soltanto, ed ogni rimanente era rappresentato<br />
da regolari, depositi fruttiferi colle Aziende<br />
sopra rammentate.<br />
Di tutte le accuse formulate contro il Sindaco che;<br />
amministrava l'Eredità Lotti non rimane che un fatto,<br />
che a noi piace ricordare ed è: che mentre in dieci anni<br />
di amministrazione dell' esecutore testamentario signor.<br />
Bartalena la Eredità Lotti ha dovuto spendere Lire<br />
12160, 35 in sci anni di amminisrrazione del Sindaco<br />
Capecchi, essa non ha pagato un picciolo di spese<br />
di amministrazione; e questo, dopo tutto non è lieve<br />
vantaggio. E tanto apparve vantaggio anche ai Revisori<br />
del Resoconto presentato dal Sindaco ( signori Ricci<br />
e Bellincioni) che mentre ne fecero gli elogi proposero<br />
essi stessi al Consiglio di deliberare che il Sindaca<br />
Capecchi continuasse a tenerne T amministrazione.
— 22 —<br />
Non è esatto che l'opera di Chiesa di S. Jacopo e<br />
Filippo fesse amministrata dal Sindaco. Il Camarlingo<br />
Comunale riscuotendo certi livelli, pagava nello stesso<br />
tempo alcune spese; D'altri cespiti di entrata e di altre<br />
spese s' ingeriva 1' Operaio che è l'amministratore<br />
effettivo di quelle come di tutte le altre opere di Chiesa..<br />
Fra le Carte del Camarlingo Valli fnrono trovate e<br />
quindi consegnate al Sindaco alcune Cartelle di rendita<br />
nominativa, derivanti da risegna per affrancazioni di<br />
livelli; fino alla concorrenza degli interessi di coteste<br />
Cartelle.il Sindaco e per esso il Nannini fu solito pagare<br />
le spese dell' Opera. Ultimamente il Consiglio^<br />
deliberò di spogliare affatto il Comune di ogni abusiva<br />
ingerenza negli affari dell' Opera, ed il Sindaco restituì<br />
all'Operajo le dette Cartelle, che durava a ritenere<br />
presso di se soltanto per rimborsarsi di anticipazioni<br />
che aveva fatte in proprio all'opera stessa.<br />
Non è vero che il Sindaco ricevesse dal Governo<br />
somme per sussidi in occasione <strong>della</strong> inondazione per<br />
causa <strong>della</strong> rottura degli argini dell'Era nel 1872; ed<br />
è assurdo che, come si lamenta, si dovessero notare nei<br />
Bilanci e nei Reso-conti del Comune queste somme,<br />
che non rappresentavano minimamente una funzione<br />
Comunale. Il Governo per Legge è obbligato al manteniménto<br />
di certi: tratti di argine dei fiumi e conseguentemente<br />
alle loro riparazioni in occasione di guasti.<br />
Fatte le riparazioni e liquidate le spese fra Sindaco e<br />
Genio Civile Governativo tutto e terminalo, nè il Comune<br />
ha titolo o ragiono per ingerirsene: come non può<br />
ingerirsi nella distribuzione di sussidi che piacesse al<br />
Governo, in caso di pubblici infortuni, di rimettere ad<br />
un Sindaco, come di Lui rappresentante locate, ognora<br />
che il Sindaco è tenuto a renderne esatto' conto al Governo<br />
stesso che lo ha incaricato <strong>della</strong> distribuzione.
- 23 — _<br />
Par troppo in momenti di trepidazione per minaccia<br />
di pubblico pericolo, come in caso di inondazione, si<br />
fanno dai Comuni spese anche gravi nè sempre oculate<br />
nè tutte rigorosamente giustificabili. In quelle occasioni<br />
tutti ordinano e comandano, tutti spendono senza<br />
pensare a chi poi pagherà. Nel 1872 anche a Pontedera<br />
la Giunta sedeva in permanenza, si distribuivano sussidi<br />
agli inondati, molti coraggiosi facevano atti di abnegazione<br />
e di stupenda pietà,. . . ma chi sostenne quasi<br />
tutte le spese fu il Sindaco Capecchi, il quale a tutt'oggi<br />
non nè ha chiesto il dovutoli rimborso, e per il<br />
quale egli ha, come abbiamo avuto occasione di osservare<br />
noi stessi, tutte le carte giustificative in buonissima<br />
regola. Non esitiamo a dire che ha fatto male e che per<br />
il suo lungo indugio (quantunque tutto a suo danno) è<br />
severamente redarguibile, perchè lascia il Comune nell<br />
1 ignoranza, o almeno nella incertezza di un debito che<br />
non sà a quanto ammonti, nè quando debba pagare. .—<br />
Anche per questa partita il Sindaco Capecchi farà<br />
opera savia, liquidandola immediatamente e facendosi<br />
deliberare i rimborsi ai quali ha incontestabilmente<br />
diritto.<br />
Di fronte a questi titoli di credito ò ben vero che<br />
Egli ha da imputare a suo debito la somma di Lire<br />
1614, 65 da esso ritirata dall'Intendenza di Finanza<br />
per compenso del 30 per 100 dovuto dal Governo sulla<br />
Tassa di Ricchezza Mobile (che quantunque abbia speso<br />
altrove per conto del Comune ne è debitore, per essergli<br />
altrove stata 1 abbuonata la spesa ) più L. 1008,65<br />
per arretrati dell' anno 1872 incassati e dovuti dal Sig.<br />
Nannini eL. 497,79 per interessi sui depositi fatti alla<br />
.>Banca Agricola di danari del Comune: delle quali Lire<br />
497,79 sebbene dal Compilatore del saldo 1873 Sig,
~ 24 ~<br />
Carà si compulsassero e si avessero in mano i Libretti<br />
di Depositi sui quali i detti interessi erano annotati,<br />
sembra non si tenesse conto, o almeno non resulta dai<br />
saldi.<br />
Ora rimarrebbe a discorrere delle famose Capre<br />
<strong>della</strong> signora Elisabetta Ranno, che il Sindaco per ordine<br />
<strong>della</strong> Prefettura, come rilevasi dalla corrispondenza<br />
d*ufficio ebbe ad ereditare in occasione dello<br />
sgombro di una casa per misura di pubblica sicurezza,<br />
come ufficiale governativo, e che non furono potute<br />
vendere per causa dello spirito litigioso <strong>della</strong> espropriata<br />
come non fu possibile, sembra, liquidarne la spesa<br />
pacificamente col proprietario <strong>della</strong> casa stessa, cui<br />
erasi per intervento pressante <strong>della</strong> Prefettura reso un<br />
vero servigio. Ma dal momento che queste spese non<br />
fanno carico al Comune, e il Sindaco ha finalmente a<br />
quanto dicesi, trovato una via per venire a. capo <strong>della</strong><br />
cosa, non è altrimenti luogo ad occuparsene e quindi<br />
noi rinunciamo a sviluppare le pressanti ragioni che<br />
indussero il Sjjndaco ad operare in tal guisa.<br />
Circa la trascuratezza colposa dei servizi amministrativi<br />
dicemmo, a nostro giudizio abbastanza allorquando<br />
notammo la insufficienza o la imperfezione dì<br />
parte del personale e la impossibilità <strong>della</strong> ogniscenza<br />
di un Sindaco.<br />
3. Disonestà e locupletazione del Sindaco.<br />
Abbiamo veduto e luminosamente dimostrato di<br />
sopra come in tutte le accuse formulate contro il Sin-,<br />
daco Capecchi, sia venuta, ad essere posta fuori di questione<br />
la di lui integrità ed onestà. Ma. da certe<br />
apparenze, dicono gli accusatori, potrebbe anche .so-
— 25 —<br />
spettarsene. Vediamo queste apparenze e soprattutto<br />
fermiamoci alla più capitale, a quella che formò subietto<br />
di grave discussione in Consiglio nel 26 Maggio<br />
1877, e che nelF opuscolo a stampa si (orna a<br />
rinverdire. Si tratta di certe L. 6000 trovate in più<br />
nei versamenti fatti dal signor Nannini nell'esercizio<br />
dell' anno 1872 e che il Sindaco Capecchi reclamò<br />
come proprie. Il Nannini, dicono gli accusatori, non<br />
poteva versare di suo una somma che non aveva;<br />
quindi vi dev' essere un cespite d' entrata omesso di<br />
notare, il quale fa crescere la somma del versato. Ma<br />
intanto si dimentica che in quel torno di tempo col<br />
Nannini vi era puro il Sindaco che maneggiava il<br />
danaro del Comune; si dimontica che il Sindaco amministrava<br />
anche le rondite <strong>della</strong> Eredità Lotti, le<br />
quali tante volte, in momenti di bisogno <strong>della</strong> Cassa<br />
Comunale, ne hanno fatto lo spese; si dimentica che<br />
il Sindaco da solo od in compagnia dell' Assessore<br />
Del Guerra, ha sovente ricorso ad imprestiti in proprio,<br />
per far fronte a spese dell'amministrazione del<br />
Comune. — Qual meraviglia che in questa commistione<br />
di Casse sia potuto avvenire un 1 errore? ì<br />
Intanto, per quanto si sia indagato, non è stato<br />
possibile venire che a questa conclusione, alla, quale<br />
era venuta prima di noi la Prefettura, che aveva<br />
esaminata la pratica e rifatte le somme, ed alla<br />
quale erano pur venuti i membri <strong>della</strong> minoranza del<br />
Consiglio nel 1876, cioè : che le L. 6000 trovate in<br />
più nel Reso-conto resultano da un errore materiale<br />
in cui cadde il compilatore del Saldo. L' errore era<br />
incorso nel conto del Dazio di Consumo. Nella parte<br />
attiva del consuntivo cotesto cespite era distinto fra<br />
Dazio-per-- abbuommento e Dazio di minuta; vendita.
- 26 — _<br />
L* uno portava una cifra di L. 14,300 ( nella quale<br />
era compreso anche l'introito di L. 6000 del Dazio<br />
di minuta vendita ) e 1' altro portava la somma di<br />
L. 6000. Ora invece di prendere la somma di Lire<br />
14,300, rappresentante in blocco T introito delle<br />
due specie di Dazio, fu presa non solo quella, ma<br />
vi fu aggiunto l'altra <strong>della</strong> minuta vendita, in L. 6000,<br />
già compenetrata nella somma di L. 14,300, per cui<br />
la cifra di L. 6000 venne conteggiata due volte e<br />
questo occasionò V errore che più tardi si volle giustamente<br />
riparare.<br />
II Sindaco per le ragioni poco sopra spiegate, ritenuto<br />
contabile per quell' esercizio, lasciò correre le<br />
cifre delle quali veniva addebitato, perchè (si noti<br />
bene) non essendo allora stato fatto il Reso-conto dell'amministrazione<br />
dell'eredità Lotti, le cui rendite<br />
erano sovente impiegate anche per le spese del Comune<br />
, era ben sicuro, che ciò che cresceva da una<br />
parte sarebbe scemato dall' altra o dalla sua propria<br />
Cassa. E difatti avvenne precisamente così, e furono<br />
appena annunziate le L. 6000 dì differenza , che il<br />
Sindaco le reclamò come sue, e con fondamento di<br />
ragione. La minoranza del Consiglio si oppose, ma<br />
poiché non adduceva che ipotesi in luogo di dati certi,<br />
la maggioranza fece ragione al reclamo del Sindaco,<br />
e gli accordò il rimborso. Ricorsero alla Prefettura,<br />
la quale fatti rifare i conti al Brignole, convalidò il<br />
Deliberato, riducendo però la somma a L. 4968, 81<br />
per il consuntivo in esame, e rimandando il rimanente<br />
al conto immediatamente successivo, che era tuttavia<br />
da esaminarsi ed approvarsi,<br />
Certo non possiamo nascondere un obietto che fa*<br />
ceva la minoranza opponente e che ripètono gli ac*
cusatori, cioè: che si poteva soprassedere a deliberare<br />
questo rimborso e praticare una nuova, più minuziosa<br />
e più larga revisione, dal momento che , il rimborso<br />
si proponeva di effettuarlo nel successivo anno, non<br />
essendovi per quello in corso le opportune somme in<br />
Bilancio.<br />
Tale obietto apparisce da prima di un certo valore,<br />
ma è altresì da considerare un fatto che questo<br />
valore distrugge; il fatto cioè, che queir adunanza di<br />
Consiglio' non era presieduta dal Sindaco, il quale era<br />
assente. Siamo certi che se egli fosse stato presente,<br />
trattandosi di cosa che lo riguardava da vicino e che<br />
li veniva richiesta da avversari, avrebbe aderito alla<br />
sospensiva; ma dal momento che, lui assente, il Consiglio<br />
respinse ogni obiezione e convinto <strong>della</strong> verità<br />
realtà del credito ne deliberò il rimborso, ci troveremmo<br />
molto imbarazzati a ritenere che egli, che sapeva<br />
di essere creditore, dovesse all'indomani respingere<br />
la Deliberazione che sanzionava il suo credito, e<br />
fare cosi sfregio alla maggioranza approvante, in ossequio<br />
<strong>della</strong> minoranza opponente.<br />
4.° Aumento enorme del Debito Comunale.<br />
È vero che il Debito del Comune dal 1868, epoca<br />
nella quale cominciava il Sindacato del sig. Capecchi,<br />
siasi fuori di misura accresciuto/ senza corrispondenti<br />
utilità derivanti o derivabili da opere pubbliche, come<br />
asserirebbe l' Opuscolo citato?<br />
Dalla relazione <strong>della</strong> Commissione <strong>d'inchiesta</strong> del<br />
1868 desumiamo, che la cifra del Debito Comunale<br />
era a quell' epoca di L. 345,818, 70: però noi sappiamo<br />
dal sig. Àvv. Del Guerra Silvestro, che nelle
- 28 —<br />
cose del Comune era molto addentro, che egli non ha<br />
mai conosciuto lo stato Attivo e Passivo del Comune<br />
al 31 Dicembre 1867, e che non ha mai tenuto per<br />
un: lavoro esatto lo stato dei Creditori inserito nel-<br />
T Opuscolo a stampa relativo all' Inchiesta Governativa<br />
dell' anno 1868. Nondimeno teniamo pure come<br />
esatta quella cifra: alla quale va subito aggiunta la<br />
somma che per imposte arretrate a tutto il 1871 dovè<br />
mutuarsi colla Provincia di Pisa in L. 266,189, 64<br />
in seguito al Decreto Sella del 1872 , qual somma<br />
era dovuta per Lire 244,218» 94 al Governo, e per<br />
L. 21,979 alla Provincia di'Pisa.<br />
Intanto per le cifre sopra esposte e per l'accennato<br />
sistema dei Camai-linghi toscani, non si può senza peccare<br />
di atroce ingiustizia accollare la colpa del presente<br />
stato di cose al Sindaco Capecchi, il quale'si è trovato<br />
per questo nella numerosa compagnia dei Sindaci <strong>della</strong><br />
Toscana, e potrebbe a buon diritto ritorcere l'accusa<br />
contro i suoi predecessori.<br />
.. A tutto il 1871 si aveva dunque un debito complessivo<br />
fruttifero di L. 612008, 34 pel servizio del<br />
quale e pel pagamento delle pattuite rate di ammortizzazione,<br />
non potevano certamente bastare le risorse<br />
ordinarie del Comune, sebbene le imposte fossero spinte<br />
al. massimo: possibile, e. di qui la necessità di provvedere<br />
colla creazione di nuovi debiti, per ammortizzare<br />
i quali; occorrerà ben altro che la diligonza degli; esercenti<br />
a soddisfare al Comune le dovute quote per Dàzio<br />
di Consumo, il cui servizio, senza dubbio, è stato alquanto<br />
trascurato; ma la colpa, anche in questo ramo<br />
di servizio, è poi tutta dell' Ufficio comunale ? E in gran<br />
parte- dei contribuenti stessi, i quali sembra non siano<br />
troppo convinti <strong>della</strong> verità, che il Comune deve usare
— Ì29 ~<br />
sì tutti i mèzzi per esigerò le imposte, ma èssi devono<br />
anche dal canto loro, coadiuvarlo nella dura impresa 1 ,<br />
facendosi promura di pagare. E questo diciamo, perchè<br />
mentre è falso che dai ruoli sia mai apparso debitore<br />
pèr imposte il Sindaco, il sig. Oreste Ricci, che ha<br />
rappresentato gli accusatori davanti a noi ebbe a dichiararci,<br />
con onesta franchezza, ch'e anche egli figurava<br />
fra i debitori per tasse comunali.<br />
Noi opiniamo che fòsse un errore distogliere dalle<br />
cure <strong>della</strong> esazione del Dazio di Consumo il Nannini,<br />
col caricarlo dell'altro ufficio di Camarlingo provvisorio,<br />
che gli fu attribuito dopo la morte del Valli. Quantunque<br />
così facendo il Comune si procurasse un servizio<br />
di cassa continuamente sorvegliato dall'amministrazione<br />
municipale, è al tempo stesso un servizio economico perchè<br />
hullà : costava, è indubitato che doveva produrre,<br />
come produsse, un rallentamento di zelo e di precisione,<br />
nell'esazione, per se difficile, del Dazio di Consumo che<br />
oggi si deplora e si vorrebbe far credere anche maggiore<br />
del vero. Ma dalla trascuratezza alla disonestà<br />
corre gran tratto, e mentre <strong>della</strong> prima possiamo fino<br />
ad un certo punto convenire, dell' altra .non abbiamo<br />
trovato ad onore dal vero nessuna traccia mai.<br />
Esaurito così, questo che chiameremo incidente del<br />
Dazio di Consumo, torniamo al nostro tema del debito<br />
del : Comune ingigantito, si dice, sotto l'amministrazione<br />
del Sindaco Capecchi.<br />
Noi abbiamo dimostrato quale : era il debito del<br />
Comune al 31 dicembre 1867, di quanto dovè aumentarsi<br />
al 1871; ora se voi sommate a quel debito<br />
l'importare dei non pochi miglioramenti che sono stati<br />
introdotti nel Comune durante l'amministrazione-Capecchi,<br />
e che noi non vogliamo, per brevità, ad uno ad<br />
!
— 30 —<br />
uno numerarvi, se tenete conto <strong>della</strong> massa di spese<br />
obbligatorie che dal Governo vengono imposte ai Comuni,<br />
le quali vanno sempre crecendo, tanto che i servizi<br />
iscritti nei bilanci di 10 anni fà non sono più comparabili<br />
al presente, se terrete conto degli interessi che<br />
costava il debito già esistente al 1868 e al 1871, voi<br />
sarete presto convinti che l'aumento del debito, non è<br />
colpa dell'amministratori, ma una necessità che. si è imposta<br />
al Vostro Comune come a tutti i Comuni del<br />
Regno.<br />
Ma è tempo di venire, o signori, alla conclusione di<br />
questa • rassegna, che ci pare per quanto è possibile<br />
completa e tale da dimostrarvi che lo studio e le ricerche<br />
nostre diligenti ed imparziali, se sono state lunghe e<br />
tediose hanno pur portato alla conseguenza, che con<br />
coscienza ci siamo posti in grado di asserire, riassumendoci,<br />
dinanzi a Voi e dinanzi al pubblico.<br />
Che il Sindaco avv. Enrico Capecchi è un onesfuomo,<br />
un onesto cittadino, un pubblico funzionario<br />
onesto;<br />
Che coloro che firmarono l'Opuscolo Cenni storici<br />
ci sembrano scusabili se per circostanze di<br />
tempi, di luoghi e per un cumulo di apparenze, che<br />
potevano presentarsi ad una men retta interpetrazione,<br />
si lasciarono andare con non troppa ponderazione<br />
a compilare una severa requisitoria che non<br />
reggeva come non ha retto alla prova delV esame<br />
calmo e ' spassionato nell'interesse del vero.<br />
• Che neW a rami n (strazio ne Comunale vi erano dei<br />
servizi che non procedevano tròppo regolarmente,<br />
ed in genere Vamministrazione non era troppo ben<br />
temila; ma mentre ciò era da attribuirsi a condizioni<br />
e ad insufficienza ed, imperizia del personale
— 31 —<br />
d'Ufficio, era altresì da imputarsi non soltanto al<br />
Sindaco, ma ancora alla Giunta e al Consiglio per<br />
protratta tolleranza di lutti.<br />
Che se il Sindaco Capecchi maneggiò pubblico<br />
denaro si deve:<br />
, 1.° Alla eccezionale situazione in cui si trovò<br />
d'improvviso posto il Comune dalla uccisione del suo<br />
:Camarlingo.<br />
2.° Alla fiducia che meritamente ebbero sempre<br />
il Consiglio e la Giunta nel Sindaco., tanto che<br />
oggi ha ragione il Sindaco stesso di affermare, che<br />
se Egli sente di avere una colpa è quella di essere<br />
stato sempre troppo ossequiente alle loro deliberazioni;<br />
Che il Sindaco Capecchi non fece mai lucro di<br />
alcuna somma a carico del Comune, ma anzi costa<br />
che per conto del Comune anticipò molte volte delle<br />
somme;<br />
Che non può attribuirglisi responsabilità alcuna<br />
diretta o indiretta sul debito patrimoniale del Comune;<br />
Che per quanto non sia affatto scevra di difetti,<br />
ramministrazione tenuta dal Sindaco Capecchi, ed<br />
egli non possa del tzitto andare immune da critica,<br />
nondimeno è giusto ritenere che del bene ne ha anche<br />
fatto, e. ne avre bbe po tu io fare di più a l ir ove e con<br />
altri coadiutori all'opera, e che le cose da Lui operate<br />
in prò del Comune, nel lungo periodo di tempo<br />
in cui sostenne) la grave e gratuita carica di Sindaco<br />
sia che egli vada o che resti, gli danno titolo sufficiente<br />
alla: riconoscenza: dei buonij degli onesti e<br />
clegl' intelligenti di qualunque partito.<br />
; Noi ignoriamo se questa nostra relaziono sia per
— 32 —<br />
incontrare l'approvazione di tutti, nè ce ne preoccupiamo.<br />
Sappiamo di aver compiuto un dovere senza riguardi per<br />
nessuno, e questo ci basta a soddisfare la nostra coscienza<br />
pel leale adempimento del nostro mandato.<br />
Terminando, Signori sentiamo il dovere di fare un<br />
ringraziamento a tutti coloro che con sollecitudine<br />
gentilezza e cavalleria squisita risposero ai nostri inviti,<br />
e interrogati ci somministrarono abbondanza di lumi per<br />
chiarire la verità; e di formulare un voto ed è per la pace<br />
e per la concordia. Se quietassero i partiti (tollerabili,<br />
quantunque spesso dannosi nei grandi centri, intollerabili<br />
ed esiziali sempre nei luoghi piccoli) se parenti ed<br />
amici si stringessero cordialmente la mano, e- reietto<br />
ogni mal genio di sterili piati, si serrassero in falange<br />
per lottare gagliardamente e pertinacemente nei fecondi<br />
Campi del lavoro e delle industrie, per le quali si mostra<br />
privilegiato questo importante Paese che tanto ha<br />
da pensare al proprio avvenire industriale, sarebbe<br />
opera di serio, utile ed intelligente patriottismo, e<br />
Pon tederà potrebbe andare orgogliosa dì meritarsi davvero<br />
il titolo di Manchester <strong>della</strong> nostra Toscana. Se<br />
questo giorno bene augurato spuntasse, noi avremo,<br />
Signori, conseguito per la nostra ingrata fatica "la<br />
ricompensa migliore che si potesse desiderare. G rat issi<br />
mi <strong>della</strong> fìduc'ia che vi piacque riporre in noi abbiamo<br />
l'onore di protestarci con. perfetta osservanza.<br />
. LI 17 Gennaio 1878 :<br />
Ossequiosissimi<br />
MATTEO REM AGGI.<br />
ADOLFO BATTOLI, A.<br />
: LEONE RIGOLI. -<br />
AV-v. LEOPOLDO GALASSI.
— 33 —<br />
Vertale fli Delerazioie Consigliare<br />
L'anno 187oUo e questo dì otto del mese di Febbraio<br />
alle ore 2 pomeridiano nella solita sala <strong>della</strong><br />
adunanze si è riunito il Consiglio Comunale in Sessione<br />
Straordinaria debitamente autorizzata ed i$ Seduta<br />
Pubblica per discutere il seguente<br />
ORDINE DEL GIORNO<br />
« Lettura <strong>della</strong> Relazione <strong>della</strong> Commissione d' in-<br />
« chiesta sulF Amministrazione Capecchi — Ulteriori<br />
« deliberazioni del Consiglio — » .<br />
Presiede TOn. Assessore Anziano Notaro Tommaso<br />
Cecca rei li.<br />
Assiste l'infrascritto Segretario.<br />
Si procede all'appello nominale e risultano presenti<br />
i Signori : Ciompi Niccolò — Ciompi Raffaello — Lori<br />
ni Luigi — Pezzi Michele — Pagliai Giovanni<br />
Conti Basilio — Del Guerra Francesco — Birga Ing.<br />
Jacopo — Giuliani Faustino — Riparbelli Oreste —<br />
Cerrai Giuseppe — Bartoli Giuseppe — Mastiani Conte<br />
Francesco — : Nebbiai Ferdinando —Degli Innocenti<br />
Virgilio — Pierattini Antonio— Novelli Romualdo —<br />
Brunelli Leopoldo — Della Pura Prof. Alfredo —<br />
Naldini Marziale — Maccioni Annibale —< Pacchiani<br />
Pietro. %<br />
Durante l'appello nominalo interviene il Consigliere<br />
signor Leoncini Raffaello. . •<br />
E cosi i presenti in numero di ventiquattro, assenti<br />
gli altri quantunque legalmente invitati.
L'Oli. Presidente annunzia essere pervenuto all'ufficio<br />
postale un piego raccomandato diretto al Consiglio<br />
Comunale, contenente la Relazione e gli atti <strong>della</strong><br />
Commissione <strong>d'inchiesta</strong>, il quale non è stato per anco<br />
ritirato. Se il Consiglio non ha difficoltà l'On. Presidente<br />
crede che si potrebbe invitare l'Ufficiale Postale<br />
a portare il piego sul banco <strong>della</strong> Presidenza.<br />
Ciò avvenuto si estraggono dal piego due fascicoli<br />
contenenti l'uno la Relazione <strong>della</strong> Commissione, l'altro<br />
gli interrogatori dalla medesima raccolti.<br />
L'on. Presidente ordina la lettura <strong>della</strong> Relazione,<br />
la quale ultimata, dichiara aperta la discussione sui resultati<br />
d'ella medesima.<br />
L'on. cons. sig. Francesco Del Guerra esprime il<br />
desiderio che la relazione e gli atti alla medesima allegati<br />
vengano esposti per giorni dieci nell'Uffizio Comunale<br />
a disposizione di chiunque voglia consultarli.<br />
Nessuno opponendosi, questa proposta viene approvata<br />
ad unanimità di voti resi per alzata e seduta.<br />
L'on. cons. Conte Francesco Mastiani, chiesta ed<br />
ottenuta la parola, dichiara d'ignorare se qualche Consigliere<br />
intenda di domandare schiarimenti su questo o<br />
quel punto <strong>della</strong> Relazione, se altri abbia intendimento<br />
di fare . delle osservazioni qual si siano. Comunque<br />
però 1' on. Consigliere avverte che l'argomento sottoposto<br />
all'esama del Consiglio è di sua natura strettamente<br />
personale e quindi è necessario che il Consiglio<br />
discuta e deliberi in seduta privata.<br />
L'on. Presidente si associa all'opinione espressa<br />
dall'on. preopinante, e nessuno opponendosi, ordina<br />
quindi che sia fatta sgombrare la sala.<br />
Riunitosi quindi il Consiglio in seduta privata l'on.<br />
consigliere prof. Alfredo Della Pura, chiesta ed ottenuta<br />
la parola svolge il seguente ordine del giorno:
~ 35 ~<br />
IL CONSIGLIO, -<br />
Udita la Relaziono <strong>della</strong> Commissione <strong>d'inchiesta</strong><br />
sull'amministrazione del Sindaco avv. Enrico Capecchi;<br />
Visti gli atti alla medesima allogati;<br />
Riconosce risultare comprovato che il Sindaco Capecchi<br />
è un onesto uomo, un onesto cittadino e un<br />
pubblico funzionario onesto, e conseguentemente lo dichiara<br />
meritevole <strong>della</strong> sua fiducia.<br />
L'on. Presidente, nessuno domandando la parola,<br />
pone ai voti l'ordine del giorno proposto dal consigliere<br />
Della Pura ed il medesimo resulta approvato a voti<br />
unanimi resi nei consueti modi e con le debite forme.<br />
Successivamente il cons. ingegnere Iacopo Birga,<br />
chiesta ed ottenuta la parola, svolge il seguente ordine<br />
del giorno:<br />
IL CONSÌGLIO, :<br />
Considerando essere cosa di somma importanza che<br />
la cittadinanza abbia largo modo di essere illuminata su<br />
questa questione che da tempo non breve tiene agitata<br />
la pubblica opinione.<br />
Ordina la pubblicazione per mezzo delle stampe <strong>della</strong><br />
Relazione <strong>della</strong> Commissione <strong>d'inchiesta</strong>, ed incarica<br />
l'uffizio di dispensare, i|n| !e|emplare <strong>della</strong> Relazionea<br />
tutti gli Elettori amministrativi del Comune.<br />
Posta ai voti questa proposta viene approvata ad<br />
unanimità di voti.<br />
Dopo di che l'adunanza è sciolta.<br />
Il Presidente<br />
Noi R. CECCÀRELLI.<br />
U Consigliere Anziano<br />
LUIGI LORINI. -•:<br />
Il Segretario<br />
Cav. PIETRO RIDOLFI.
— 36 —<br />
Per Copia Conforme all'originale col quale collazionato<br />
confronta salvo ec. -<br />
Dal Palazzo Municipale, li 10 Febbraio 1878<br />
Ter ' II Sindacò<br />
FRANCESCO DEL GUERRA.<br />
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