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Geroglifici - Corso di geroglifico a livello universitario - Sito Mistero

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dee; e per gli dei ed i re; , per i defunti beati. , e , che sono grafie<br />

fonetiche, si sostituiscono talvolta alla grafia più semplice. Nelle rappresentazioni<br />

dove la persona che parla è raffigurata, il pronome suffisso <strong>di</strong> 1 a persona è<br />

frequentemente omesso: è il ritratto stesso che lo sostituisce. Per gli altri casi<br />

d’omissione del pronome , cf. § 6.2, nota 2. L’espressione (Kah.,<br />

29,12), convenzionalmente tradotta questo umile servo, lett. il servo (che è) là (§ 7.4<br />

nota 3), si sostituisce regolarmente a: “io, me, io stesso” nella corrispondenza,<br />

quando l’autore <strong>di</strong> una lettera si rivolge ad un superiore.<br />

2 a pers. sing. – L’egiziano possiede dei pronomi <strong>di</strong>stinti per il maschile ed il<br />

femminile: , tu (uomo) sei sotto il sicomoro; , tu (donna) sei<br />

sotto il sicomoro. Alla 2 a pers. masc. sing. (= ), nei testi trascritti dallo ieratico,<br />

l’ansa della ciotola è invertita: . In certi usi, invece <strong>di</strong> = , si può incontrare<br />

= (§ 6.2, nota 3). Alla 2a pers. fem. sing. le due variazioni del pronome e , si<br />

spiegano con l’evoluzione da in nell’Antico Regno. Lo stesso <strong>di</strong>casi per la 2 a<br />

pers. plur.<br />

3a pers. sing. – L’egiziano possiede un maschile egli, lui ed un pronome femminile<br />

ella, lei: , egli è sotto il sicomoro; , ella è sotto il sicomoro.<br />

Non esiste alcuna forma speciale per il pronome riflessivo (sé); cf. § 14.2, a, p. 163.<br />

In certi usi, invece <strong>di</strong> e , si può incontrare e (§ 6.2, nota 3; 40.2,<br />

d, 43.1 e 48.4). In certi testi, grazie ad un gioco grafico, il gruppo è<br />

scritto , prendendo a prestito la grafia della parola , carne, membra. Alla 3a<br />

pers. fem. sing., = possiede, oltre al suo senso normale, un senso collettivo,<br />

prossimo a quello <strong>di</strong> un <strong>di</strong>mostrativo: questo, ciò, quello (§ 4.2); in questo uso è<br />

sovente scritto . Sotto questa forma, quando si riferisce ad un gruppo umano<br />

considerato collettivamente e, in quanto tale, spesso in<strong>di</strong>cato da un nome femminile<br />

(§ 5.2), si traduce con essi.<br />

2 a pers. plur. – Come per la 2a pers. fem. sing., il fonema si è evoluto in durante<br />

l’Antico Regno, da cui le due varianti e . Contrariamente all’italiano, il<br />

pronome <strong>di</strong> 2a pers. plur. non è mai usato per esprimere un “plurale <strong>di</strong> cortesia”:<br />

, , voi, si riferisce sempre a più persone; quando ci si deve rivolgere ad una

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