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Scheda 8 Il gioco e lo sport - life and fitness

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<strong>Scheda</strong> 8<br />

<strong>Il</strong> <strong>gioco</strong> e <strong>lo</strong> <strong>sport</strong> Pietro Delfini<br />

Secondo Enrile, “il giuoco è un ideale veico<strong>lo</strong> che aiuta l’uomo a<br />

raggiungere il traguardo della sua formazione personale e sociale” 1 .<br />

Egli, infatti, per <strong>gioco</strong> intende “quell’attività, scelta liberamente, verso la<br />

quale l’uomo, in ogni periodo della vita, è istintivamente portato. Esso<br />

peculiarmente si manifesta in gratuità, nella massima naturalezza<br />

esecutiva e col fine di ricreare” 2<br />

Dall’osservazione del comportamento delle specie animali, inoltre, si<br />

deduce che i cuccioli dei mammiferi sono gli unici a praticare forme di<br />

<strong>gioco</strong> reiterate e continuate, almeno secondo la nostra idea di <strong>gioco</strong>.<br />

Finora ne è stata data un’interpretazione evoluzionistica, ritenendo<strong>lo</strong> una<br />

fase necessaria del<strong>lo</strong> sviluppo, utile a esercitare e sviluppare quei<br />

comportamenti che saranno tipici dell’essere adulto.<br />

Non è difficile, infatti, se si osserva un gattino, identificare nella serie di<br />

agguati ad un gomito<strong>lo</strong> che non vuole stare fermo, perché spinto in tutte le<br />

direzioni, nella successione di balzi e di mutamenti improvvisi di direzione<br />

e negli arresti repentini, quasi a simulare perdita di interesse,<br />

l’esercitazione di strategie e modalità di cattura di un topo o di un uccellino<br />

o di una lucertola da parte del gatto adulto.<br />

In seguito, qu<strong>and</strong>o, da adulti, devono essere fatte le cose sulle quali ci si è<br />

divertiti ad esercitarsi da cuccioli, si smette di giocare, ossia viene a<br />

mancare, nell’attività lavorativa, addestrativa o finalizzata alla<br />

sopravvivenza, quella caratteristica di spontaneità, di naturalezza<br />

esecutiva, liberamente scelta e a tito<strong>lo</strong> del tutto gratuito 3 .<br />

La ricerca scientifica ce ne ha fornito una controprova.<br />

Le curve che descrivono <strong>lo</strong> sviluppo del cervel<strong>lo</strong> e quel<strong>lo</strong> del <strong>gioco</strong><br />

procedono parallelamente, anzi coincidono, crescendo di pari passo,<br />

1<br />

Enrile, E.,1966, Corso di Storia del<strong>lo</strong> Sport, Coni – Scuola del<strong>lo</strong> Sport, Roma, p. 31.<br />

2<br />

ibidem pp. 31 - 32.<br />

3<br />

L’aforisma di Mateev (si veda “L’evoluzione motoria umana – L’età adulta”) che conclude: “si<br />

diventa vecchi perché si smette di fare <strong>sport</strong>” assume al<strong>lo</strong>ra una nuova rilevanza perché se <strong>lo</strong><br />

<strong>sport</strong> è <strong>gioco</strong> e movimento caratterizzati da finalità agonistiche, regolamentato, organizzato e,<br />

soprattutto, reso possibile dall'allenamento e, forse, tante altre cose, come visto al primo anno,<br />

l’aforisma può essere tradotto in: si diventa vecchi perché si smette di giocare ovvero qu<strong>and</strong>o non<br />

ci si diverte più.<br />

- <strong>Il</strong> <strong>gioco</strong> e <strong>lo</strong> <strong>sport</strong> - 1


dall’infanzia alla preadolescenza dove toccano il punto del <strong>lo</strong>ro massimo<br />

sviluppo.<br />

È questo <strong>lo</strong> stadio del<strong>lo</strong> sviluppo in cui “si formano un gran numero di<br />

contati – o sinapsi – tra i neuroni e (…. ) le fibre nervose che allacciano i<br />

neuroni si moltiplicano in modo consistente, facendo si che si stabiliscano<br />

circuiti nervosi essenziali ad un buon funzionamento cerebrale. I risultati di<br />

una ricerca recente indicano chiaramente che negli animali che giocano<br />

aumenta la proteina c-FOS, tipicamente associata alla stimolazione e<br />

crescita delle cellule nervose” 4 .<br />

<strong>Il</strong> passaggio al<strong>lo</strong> stato adulto comporta, dunque, la fine del <strong>gioco</strong>, perché<br />

è giunto il momento di dedicarsi ad attività che si presentano con le<br />

caratteristiche della <strong>lo</strong>ro esecuzione secondo modalità proprie del<br />

contesto socio – culturale e che prevedono una retribuzione.<br />

Le esercitazioni divertenti, creative e non imposte diventano, perciò,<br />

obbligatorie, ripetitive, rituali, schematiche, a volte noiose e, soprattutto,<br />

perdono i caratteri della spontaneità e, spesso, dell’apparentemente<br />

irrazionale ricerca dell’innovazione, così tipica dell’attività ludica.<br />

Si smette, a quel punto, di crescere intellettualmente e il <strong>gioco</strong> si trasforma<br />

in lavoro 5 .<br />

Non si vuole con ciò affermare che gli adulti non giocano più.<br />

Essi, piuttosto, smettono di praticare i giochi dei ragazzi e degli<br />

adolescenti.<br />

È come se si trovassero a considerare che quelle attività, che li avevano<br />

impegnati con entusiasmo e divertimento fino alla fine dell’adolescenza 6 ,<br />

hanno perso ogni attrattiva e non hanno più per <strong>lo</strong>ro carattere ludico.<br />

Lo hanno invece (il carattere ludico) tutte le attività in cui si può dimostrare<br />

una certa competenza.<br />

Ecco, al<strong>lo</strong>ra, che ritorna l’importanza di va<strong>lo</strong>rizzare (da parte del tecnico o<br />

insegnante) i successi, i progressi (anche quelli minimi) e l’impegno<br />

profuso nelle attività non imposte, anzi liberamente scelte in conformità a<br />

una valutazione di una possibile riuscita.<br />

Alberto e Anna Oliverio sono anche consapevoli di ulteriori funzioni del<br />

<strong>gioco</strong> sul piano psico<strong>lo</strong>gico e non tralasciano di mettere in evidenza la sua<br />

influenza su sensazioni, percezioni, emozioni e movimenti che <strong>lo</strong><br />

qualificano come vero e proprio esercizio cognitivo 7 .<br />

Gioc<strong>and</strong>o, inoltre, si acquisiscono e si esercitano le regole del gruppo,<br />

del<strong>lo</strong> stare insieme, del tener conto dell’altro o degli altri.<br />

4 Oliverio, A., Oliverio Ferrarsi, A., 2004, Le età della mente, Rizzoli, Milano, p. 109.<br />

5 A me risulta una so<strong>lo</strong> eccezione: i calciatori professionisti che (secondo un’opinione diffusa)<br />

vengono anche pagati per giocare a pal<strong>lo</strong>ne. Essi stessi, nell’esercizio della <strong>lo</strong>ro attività,<br />

dimostrano sovente di dimenticarsi di essere dei professionisti e l’elemento ludico, irrazionale, di<br />

improvvisazione e spontaneità prevale, nel caratterizzare il <strong>lo</strong>ro comportamento, su quel<strong>lo</strong><br />

professionale.<br />

6 In particolare, <strong>lo</strong> <strong>sport</strong>.<br />

7 ibidem, p. 109<br />

- <strong>Il</strong> <strong>gioco</strong> e <strong>lo</strong> <strong>sport</strong> - 2


Al contrario, la forzata deprivazione del <strong>gioco</strong> comporta un ridotto sviluppo<br />

della corteccia frontale, come hanno dimostrato recenti studi su scimmie<br />

antropomorfe.<br />

Vediamo ora, con un esempio, come, sul piano dell’operatività di tutti i<br />

giorni i dati della ricerca e degli studi compiuti possono trovare<br />

un’applicazione puntuale nelle situazioni, nelle strutture, nelle proposte e<br />

nelle modalità operative.<br />

Antonietta Parmendola e Mauro Pascolini, due insegnanti di<br />

educazione fisica, che lavorano anche per la Federazione Italiana di<br />

Atletica Leggera, partono, al<strong>lo</strong>ra, dalla considerazione che “per i bimbi il<br />

<strong>gioco</strong> diventa la migliore modalità dell’apprendimento intellettivo e motorio,<br />

e viceversa qualsiasi apprendimento diventa il più bel <strong>gioco</strong>” 8 e<br />

confezionano un ruo<strong>lo</strong> su misura per genitori e insegnanti, che si<br />

caratterizza come stimo<strong>lo</strong>, aiuto ed educazione per la crescita anche<br />

attraverso il <strong>gioco</strong>, ovviamente anche in vista di un avviamento alle attività<br />

<strong>sport</strong>ive.<br />

Questo diventa, così, il fi<strong>lo</strong> conduttore che ricuce sette modalità<br />

d’intervento, pedagogicamente rilevanti:<br />

1. l’inserimento della parola <strong>gioco</strong> in tutte le proposte didattiche;<br />

2. l’invenzione di nuovi giochi, anche molto semplici, come staffette,<br />

percorsi, lancio di palle e palline,<br />

3. l’inserimento di semplici regole, all’inizio, per evitare che la fantasia<br />

possa sconfinare nell’anarchia;<br />

4. la definizione dei limiti delle proprie azioni, finalizzati al rispetto degli<br />

altri (la mia libertà finisce dove comincia quella degli altri);<br />

5. la programmazione accuratamente graduata delle difficoltà da<br />

introdurre;<br />

6. l’inserimento nelle proposte di attrezzi sempre un po’ differenti dai<br />

precedenti, in modo da stimolare le possibilità di scelta ed evitare la<br />

sclerotizzazione delle situazioni;<br />

7. la definizione dei giochi con regole e disegni, elenc<strong>and</strong>one<br />

schematicamente le caratteristiche essenziali come: spazi necessari e<br />

limiti, attrezzi, numero di giocatori, arbitri, punteggi, finalità, tempi di<br />

effettuazione e tipo<strong>lo</strong>gia (<strong>gioco</strong> individuale o di squadra).<br />

Differenze e rapporti<br />

tra <strong>gioco</strong> e <strong>sport</strong> Lo <strong>sport</strong>, <strong>lo</strong> abbiamo rammentato nella nota 3, è anche (anzi<br />

soprattutto) <strong>gioco</strong> e movimento caratterizzati da finalità agonistiche. Le<br />

differenze, quindi, si evidenziano nella diversa connotazione e<br />

finalizzazione di una medesima attività.<br />

Ad esempio, il ragazzino che palleggia incessantemente con un pal<strong>lo</strong>ne su<br />

un campo di basket, esercita la sua capacità di eseguire il fondamentale,<br />

8 Parmendola A., Pascolini M., 2007, Educazione motoria in sintesi, Ass.i.TA.L., p. 38.<br />

- <strong>Il</strong> <strong>gioco</strong> e <strong>lo</strong> <strong>sport</strong> - 3


traendone un divertimento intrinseco al fatto che riesce ad eseguire<br />

sempre meglio il suo <strong>gioco</strong>. Se, invece, il medesimo ragazzino si impegna<br />

ad arrivare sotto canestro, con un numero di palleggi sempre inferiore (o<br />

superiore) rispetto al suo st<strong>and</strong>ard precedente, oppure compete con un<br />

coetaneo con l’obbiettivo di arrivare, palleggi<strong>and</strong>o, il più presto possibile,<br />

ad un traguardo prestabilito, secondo regole prestabilite, non gioca più,<br />

soltanto, ma sta, anche, facendo <strong>sport</strong>.<br />

Un ragazzo, quindi, che sta facendo <strong>sport</strong>, sta anche gioc<strong>and</strong>o.<br />

Un ragazzo, invece, che sta gioc<strong>and</strong>o, non necessariamente sta facendo<br />

<strong>sport</strong>.<br />

Funzioni<br />

del <strong>gioco</strong> <strong>Il</strong> <strong>gioco</strong> non ha, però e come abbiamo visto sopra, soltanto una funzione<br />

cognitiva, sociale (apprendimento di regole) e di influenza sulla<br />

maturazione nervosa, ma implica anche una forte “co<strong>lo</strong>ritura” emotiva.<br />

Attraverso il <strong>gioco</strong>, infatti, il bambino attiva le emozioni (e non so<strong>lo</strong> quelle<br />

piacevoli), le esercita: attraverso quel<strong>lo</strong> che Piaget definisce “<strong>gioco</strong><br />

d’esercizio” egli allena i suoi schemi motori e le relative funzioni cognitive,<br />

che si diverte a reiterare instancabilmente, e, nel<strong>lo</strong> stesso tempo (come<br />

nei giochi simbolici), impara a gestire la quantità e qualità delle emozioni<br />

negative, a ridimensionare l’entità di una delusione attribuendola a una<br />

bambola, ad esempio, o ad un altro oggetto.<br />

Riveste, dunque, il carattere dell’imprescindibilità la proposta dell’attività<br />

motoria e <strong>sport</strong>iva, fortemente connotata sotto il profi<strong>lo</strong> ludico, soprattutto,<br />

ma non so<strong>lo</strong>, nella fase di avviamento agli <strong>sport</strong>, come dimostrato da<br />

Giancarla Spagolla e Raffaella Massaccesi in un volumetto pubblicato<br />

dalla Scuola del<strong>lo</strong> Sport a metà degli anni ‘80 intitolato Gioco<strong>sport</strong> 9 .<br />

In esso la proposta ludico – motoria (quella rivolta ai bambini della fascia<br />

d’età 6 – 11 anni) si articola su una serie di obiettivi, raggiungibili e<br />

verificabili attraverso serie di esercitazioni o mezzi, secondo una<br />

metodo<strong>lo</strong>gia didattica ben definita.<br />

Gli obiettivi comprendono:<br />

1. La conoscenza e la presa di conoscenza corporea<br />

2. Lo sviluppo funzionale e organico<br />

3. Lo sviluppo della funzione coordinativa<br />

4. Lo sviluppo dell’espressività corporea<br />

Essi possono essere raggiunti tramite attività sotto forma di <strong>gioco</strong> (mezzi)<br />

che facilitano, per il 1° obiettivo:<br />

la scoperta delle varie posture e azioni possibili del corpo e di suoi<br />

segmenti<br />

9 Spagolla, G., Gioco<strong>sport</strong>, Coni - Scuola del<strong>lo</strong> Sport, Roma.<br />

- <strong>Il</strong> <strong>gioco</strong> e <strong>lo</strong> <strong>sport</strong> - 4


la presa di coscienza della funzione respiratoria<br />

la sensibilità fine (capacità tattile – pressoria, visiva, uditiva e<br />

cinestetica)<br />

per il 2° obiettivo:<br />

la mobilità (massime escursioni articolari e capacità di contrazione e<br />

decontrazione<br />

la ve<strong>lo</strong>cità (di reazione e di movimento con alte<br />

frequenze e tempi brevi; brevi tratti di corsa alla massima ve<strong>lo</strong>cità,<br />

staffette, balzi e saltelli)<br />

la forza elastica (salti, lanci)<br />

la resistenza generale (percorsi con e senza attrezzi, a navetta, lavoro<br />

a stazioni, staffette)<br />

per il 3° obiettivo:<br />

l’equilibrio (riduzione graduale della base d’appoggio, rotazioni)<br />

la strutturazione spazio – temporale (esercizi per nozioni di: dentro,<br />

fuori, avanti, dietro, sopra, sotto, vicino, <strong>lo</strong>ntano, destra, sinistra, al di<br />

qua, al di là; valutazione distanze e traiettorie, riproduzione percorsi)<br />

coordinazione generale dinamica (sulle attività di base: correre,<br />

saltare, strisciare, rotolare, arrampicarsi, spingere, trascinare, tirare)<br />

la coordinazione senso – motoria (ocu<strong>lo</strong> - manuale e ocu<strong>lo</strong> - pedale :<br />

lanciare, ricevere, palleggiare, calciare)<br />

per il 4° obiettivo:<br />

10 Spagolla, G., cit., pp. 9 – 16.<br />

imitazione (giochi di imitazione)<br />

identificazione (giochi di identificazione)<br />

attività mimica (giochi di finzione)<br />

creatività ed espressione personale<br />

(presa di coscienza delle possibilità espressive del<br />

corpo e drammatizzazione)<br />

Tale proposta va accuratamente dosata tenendo presente i principi<br />

metodo<strong>lo</strong>gici della quantità e dell’intensità (nel rispetto delle<br />

caratteristiche e delle esigenze dei bambini), della gradualità<br />

dell’intervento (dal facile al difficile, dal semplice al complesso, dal bl<strong>and</strong>o<br />

all’intenso), dell’alternanza, del recupero adeguato e della ripetizione<br />

(continuità) 10 .<br />

- <strong>Il</strong> <strong>gioco</strong> e <strong>lo</strong> <strong>sport</strong> - 5


Sarà, ovviamente, compito di altro insegnamento entrare nel dettaglio<br />

delle singole proposte e dei mezzi, dei metodi e delle metodo<strong>lo</strong>gie da<br />

adottare.<br />

Dom<strong>and</strong>e di riepi<strong>lo</strong>go relative alla scheda “<strong>Il</strong> <strong>gioco</strong> e <strong>lo</strong> <strong>sport</strong>”<br />

1. Qual è il significato del <strong>gioco</strong> nella prospettiva evoluzionistica?<br />

2. Che funzione svolge la proteina c-FOS?<br />

1. Che indicazioni può trarne il tecnico <strong>sport</strong>ivo?<br />

1. Fai un esempio di differenziazione tra <strong>gioco</strong> e <strong>sport</strong>.<br />

2. Quali sono le principali funzioni del <strong>gioco</strong>?<br />

3. Descrivi alcuni obiettivi, sul piano fisico, raggiungibili tramite una proposta di attività<br />

ludico – motoria.<br />

- <strong>Il</strong> <strong>gioco</strong> e <strong>lo</strong> <strong>sport</strong> - 6

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