31.05.2013 Views

Note sugli Albanesi d'Italia nel Mezzogiorno - Sides

Note sugli Albanesi d'Italia nel Mezzogiorno - Sides

Note sugli Albanesi d'Italia nel Mezzogiorno - Sides

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

giunti <strong>nel</strong> regno. Per i coronei la sorte fu differente. Sia al momento dell’arrivo che in<br />

seguito vennero accordati loro numerosi privilegi. Durante il viceregno di Don Pedro de<br />

Toledo vennero riconosciute ad essi – su loro richiesta – le franchigie, immunità ad<br />

esenzioni di cui godevano i liparoti. In più Carlo V concesse ad alcuni di loro sussidi e<br />

li esentò da ogni “gabella regia, jusso ordinario ed extraordinario imposto e da imporsi”,<br />

nonché dai “diritti, baronali e di università” 13 , privilegi validi per ogni attività e in ogni<br />

luogo finché si fossero trattenuti <strong>nel</strong> regno. Questi privilegi furono poi in larga parte<br />

confermati dai successivi sovrani Filippo III, IV e V.<br />

Si assiste così allo strano fenomeno per il quale mentre si proibiva ad una parte degli<br />

albanesi di poter fare certe cose, ad un’altra si concedeva di farle e con grande liberalità.<br />

Mentre gli uni, ad esempio, non potevano portare armi sotto pena di gravi sanzioni, gli<br />

altri – i coronei – fino al 1671, quando fu abolito il privilegio, potevano portare le armi<br />

per “tutti li regni et juridictione delle M. M. Cesaree, etiam sino la camera delle loro<br />

Maestà”. In più ebbero il titolo di cavalieri e il permesso di usare sella e sproni.<br />

Queste distinzioni oltre a ricreare in Italia un’aristocrazia albanese, “comprovano<br />

quanto fosse stato diverso il fato dei vari gruppi di uomini appartenenti tutti allo stesso<br />

popolo ed emigrati per l’identica cagione 14 .<br />

Questa aristocrazia albanese si stabilì <strong>nel</strong>la quasi totalità <strong>nel</strong>la capitale dove i suoi<br />

componenti si dedicarono in maggioranza al mestiere delle armi, arruolandosi o <strong>nel</strong>la<br />

marina, o nei famosi reparti degli stradioti 15 - o allo spionaggio, essendo indispensabile<br />

per i vicerè conoscere i progetti del nemico turco. Si organizzò, così, “gradualmente una<br />

rete di spie, agenti, sabotatori “che dietro compenso” e “per ragioni sentimentali”<br />

svolgevano la loro attività a Costantinopoli, in Morea, <strong>nel</strong> Negroponte, in Egitto, in<br />

Siria. Questi uomini, variamente denominati come espias, confidentes, agentes,<br />

embajadores, si tenevano in contatto con le autorità del regno che, a loro volta,<br />

trasferivano le notizie raccolte a Madrid sotto il titolo di avisos de Levante 16 .<br />

13 Sui privilegi concessi ai coronei, v. tra gli altri: G. V. MEOLA, Delle Istorie della Chiesa greca, cit.,<br />

pp. 95 – 96; D.AMBRASI, In margine, cit., A MASCI, Discorso sull’origine, i costumi e lo stato attuale<br />

degli albanesi <strong>nel</strong> regno di Napoli, Napoli, 1847; J. MARTINEZ FERNANDO, Privilegios otargados<br />

por el Emperador Carlos V en el reino de Napoles, Barcellona, 1946, pp. 6, 31 – 36 e passim, Elenco dei<br />

privilegi in favore dei liparoti che furono confermati da Carlo V anche a favore degli altri albanesi, in F.<br />

A. PRIMALDO COCO, Casali albanesi <strong>nel</strong> Tarantino, in “Roma e l’Oriente”, vol. XV, ff. 85 – 86,<br />

gennaio – febbraio 1918 e vol. XVI, ff. 115 – 120, luglio – dicembre 1920; A. TRAPUZZANO, Gli<br />

<strong>Albanesi</strong> <strong>nel</strong>l’Italia meridionale, in “Studi meridionali”, a. IV, ff. II e III, p. 260; F. TAJANI, Le Istorie<br />

albanesi, Cosenza, 1969, pp. 46 – 47. Più in generale, V. GIURA, La vita economica degli <strong>Albanesi</strong>, cit.,<br />

pp. 77 – 78 e La comunità greca di Napoli (1534 – 1861), cit. in “Storia di minoranze. Ebrei, greci<br />

albanesi <strong>nel</strong> regno di Napoli”, Napoli, ESI, 1984, pp. 123 – 124.<br />

14 F. TAJANI, Le Istorie albanesi, cit., pp. 47 – 49; V. GIURA, La comunità greca, cit., p. 123; M.<br />

MANDALÀ, Vultus mundi decipi, cit., pp. 165 – 181, pone in discussione la tesi tradizionale relativa<br />

all’immigrazione coronea, affermando che “non solo non tutti i coronei ottennero gli onori di Carlo V, ma<br />

che i documenti fiscali che concessero loro determinati privilegi, furono “sufficienti per trasformare i<br />

profughi in un’inventata casta sociale aristocratica, introducendo una grave mistificazione “…” che<br />

collocava in una posizione “ideologica” inferiore quelli che erano giunti in Italia prima dei coronei”, e che<br />

pure venivano collegati a Scanderbeg, l’eroe albanese per eccellenza”.<br />

15 Avevano il nome di stradioti o stradiotti i reparti di cavalleria leggera, formati da albanesi, molto<br />

reputati per il loro valore. Nella chiesa greca di Napoli, una lapide ricorda che li “ riposano i due fratelli<br />

capitani di una compagnia ordinaria in questo regno di trecento soldati a cavallo nominati stradioti<br />

conceduto dalla Real Corona di Spagna alla casa di detti nobili capitani albanesi nominati D. Nicolò e D.<br />

Angelo Maispesi, per loro, suoi eredi e successori in perpetuo. Ann. Dom. MDC VIII”.<br />

16 J. K. HASSIOTIS, La comunità greca, cit., pp. 282 – 283; V. GIURA, La comunità greca, cit., pp. 125<br />

– 126.<br />

4

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!