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BIOMECCANICA - Università degli Studi di Urbino

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI <strong>di</strong> URBINO “Carlo Bo”<br />

FACOLTA’ <strong>di</strong> SCIENZE MOTERIE<br />

A. A. 2011/12<br />

<strong>BIOMECCANICA</strong><br />

M. Gabriella Trisolino


Mo<strong>di</strong>ficazioni morfofunzionali indottte dall’allenamento<br />

PROPRIETA' COMPORTAMENTALI DELLE UNITA’ MUSCOLOTENDINEE


Mo<strong>di</strong>ficazioni morfofunzionali indottte dall’allenamento<br />

PROPRIETA' COMPORTAMENTALI DELLE UNITA’ MUSCOLOTENDINEE<br />

Le quattro proprietà del tessuto muscolare sono<br />

• estensibilità,<br />

• elasticità,<br />

• eccitabilità,<br />

• l’abilità <strong>di</strong> sviluppare tensione muscolare.<br />

La sua fisiologia e <strong>di</strong>mensione, si mo<strong>di</strong>fica rapidamente durante<br />

l’infanzia e raggiunge il massimo tra i 20 e 30 anni <strong>di</strong> età e dopo,<br />

gradualmente, perde, con gli anni, la sua capacità funzionale.


ESTENSIBILITA' ED ELASTICITA'<br />

ELASTICITA'<br />

Le proprietà <strong>di</strong> estensibilità ed elasticità sono comuni a<br />

molti tessuti biologici.<br />

L’estensibilità è la capacità <strong>di</strong> estendersi<br />

o <strong>di</strong> aumentare in lunghezza,<br />

l’elasticità è l’abilità <strong>di</strong> ritornare alla<br />

lunghezza normale dopo un’estensione


ELASTICITA'<br />

Il comportamento elastico del muscolo consiste in due<br />

maggiori componenti:<br />

La componente elastica parallela (PEC), data dalle membrane<br />

muscolari, fornisce forza quando il muscolo è allungato<br />

passivamente.<br />

La componente elastica in serie (SEC), che si trova nei ten<strong>di</strong>ni,<br />

agisce come una molla per accumulare energia elastica quando<br />

un muscolo è stirato.<br />

Modello meccanico del muscolo


Muscolo A Muscolo B<br />

Lunghezza 2 unità 1 unità<br />

Sezione<br />

trasversa<br />

1 unità 2 2 unità 2<br />

Muscolo A Muscolo B<br />

Tempo <strong>di</strong> contrazione 1 1<br />

Forza max 1 2<br />

Range of motion 2 1<br />

Velocità max 2 1<br />

Picco <strong>di</strong> potenza 2 2


Muscolo A Muscolo B<br />

Lunghezza 2 unità 1 unità<br />

Sezione<br />

trasversa<br />

1 unità 2 2 unità 2<br />

Muscolo A Muscolo B<br />

Tempo <strong>di</strong> contrazione 1 1<br />

Forza max 1 2<br />

Range of motion 2 1<br />

Velocità max 2 1<br />

Picco <strong>di</strong> potenza 2 2


Muscolo A Muscolo B<br />

Lunghezza 2 unità 1 unità<br />

Sezione<br />

trasversa<br />

1 unità 2 2 unità 2<br />

Muscolo A Muscolo B<br />

Tempo <strong>di</strong> contrazione 1 1<br />

Forza max 1 2<br />

Range of motion 2 1<br />

Velocità max 2 1<br />

Picco <strong>di</strong> potenza 2 2


Muscolo A Muscolo B<br />

Lunghezza 2 unità 1 unità<br />

Sezione<br />

trasversa<br />

1 unità 2 2 unità 2<br />

Muscolo A Muscolo B<br />

Tempo <strong>di</strong> contrazione 1 1<br />

Forza max 1 2<br />

Range of motion 2 1<br />

Velocità max 2 1<br />

Picco <strong>di</strong> potenza 2 2


Disposizione delle fibre<br />

Un'altra variabile che influenza la funzione del muscolo<br />

è la <strong>di</strong>sposizione delle fibre all'interno del muscolo.<br />

L'orientamento delle fibre all'interno del muscolo<br />

e le modalità con le quali le fibre si inseriscono nel ten<strong>di</strong>ne<br />

del muscolo variano considerevolmente<br />

tra i muscoli del corpo umano


Disposizione delle fibre<br />

Nella <strong>di</strong>sposizione a fibre parallele, le fibre sono<br />

orientate in gran parte in parallelo con l'asse<br />

longitu<strong>di</strong>nale del muscolo.<br />

Il sartorio, retto addominale e il bicipite brachiale<br />

hanno le fibre a orientamento parallelo.<br />

Nella maggior parte dei muscoli a fibre parallele,<br />

ci sono delle fibre che non si estendono per tutta<br />

la lunghezza del muscolo, ma terminano in qualche<br />

parte del ventre muscolare.<br />

Queste fibre hanno specializzazioni strutturali che<br />

provvedono alle interconnessioni con le fibre vicine,<br />

in molti punti, lungo la superficie della fibra per<br />

consentire la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> tensione quando la fibra<br />

viene stimolata.


Disposizione delle fibre<br />

La <strong>di</strong>sposizione a fibre pennate è quella in<br />

cui le fibre si trovano angolate rispetto<br />

all'asse longitu<strong>di</strong>nale del muscolo.<br />

Quando l'angolo <strong>di</strong> pennazione supera i<br />

60°, la quantità <strong>di</strong> forza effettiva trasferita<br />

al ten<strong>di</strong>ne è meno della metà della forza<br />

effettivamente prodotta dalle fibre<br />

muscolari.<br />

È stato trovato che nei velocisti i muscoli<br />

delle gambe hanno angoli <strong>di</strong> pennazione<br />

minori rispetto ai maratoneti, l'angolo <strong>di</strong><br />

pennazione minore favorisce una<br />

maggiore velocità <strong>di</strong> accorciamento e<br />

quin<strong>di</strong> una velocità <strong>di</strong> esecuzione <strong>di</strong> corsa<br />

maggiore.


Disposizione delle fibre<br />

In questo esempio, lo stesso<br />

volume (e massa) <strong>di</strong> tessuto<br />

muscolare <strong>di</strong> un muscolo<br />

unipennato è capace <strong>di</strong> produrre<br />

durante una contrazione<br />

isometrica una forza <strong>di</strong> trazione<br />

doppia rispetto al tessuto<br />

muscolare <strong>di</strong> un muscolo<br />

longitu<strong>di</strong>nale.<br />

Le fibre corte <strong>di</strong> un muscolo pennato e il loro orientamento relativo all’angolo<br />

<strong>di</strong> trazione, però, limitano la lunghezza della contrazione del muscolo


Disposizione delle fibre<br />

Ogni fibra in un muscolo pennato si inserisce in uno o più ten<strong>di</strong>ni,<br />

alcune fibre si estendono per tutta la lunghezza del muscolo.<br />

Le fibre <strong>di</strong> un muscolo possono presentare più <strong>di</strong> un angolo <strong>di</strong><br />

pennazione ad un ten<strong>di</strong>ne.<br />

Il tibiale posteriore, il retto femorale e i muscoli del deltoide hanno<br />

le fibre <strong>di</strong>sposte in modo pennato.<br />

La <strong>di</strong>sposizione a fibre parallele, oltre a consentire un maggior<br />

accorciamento <strong>di</strong> tutto il muscolo rispetto ad una <strong>di</strong>sposizione pennata,<br />

possono muovere segmenti corporei con movimenti più ampi rispetto<br />

alle fibre pennate.


ECCITABILITA' E ABILITA' DI SVILUPPARE TENSIONE<br />

Un’altra delle proprietà caratteristiche del muscolo,<br />

l’eccitabilità, è la capacità <strong>di</strong> rispondere ad uno stimolo.<br />

Gli stimoli che agiscono sui muscoli sono<br />

sia elettrochimici, come il potenziale d’azione del nervo,<br />

sia meccanico, come un colpo esterno ad una porzione <strong>di</strong><br />

un muscolo. Quando attivato da uno stimolo il muscolo<br />

risponde sviluppando tensione.


Muscolo ultrastruttura<br />

ORGANIZZAZIONE<br />

STRUTTURALE<br />

DEL MUSCOLO<br />

SCHELETRICO<br />

Myosin<br />

Actin<br />

M<br />

Z<br />

H<br />

Z<br />

I I<br />

A<br />

Sarcomer<br />

e<br />

Muscle fiber<br />

Myofibril<br />

Nel corpo umano ci sono approssimativamente 434 muscoli, che<br />

costituiscono il 40-45% del peso corporeo della maggior parte <strong>degli</strong> adulti.<br />

Tendon<br />

I muscoli sono <strong>di</strong>stribuiti a coppie nel lato destro e sinistro del corpo.<br />

Circa 75 muscoli sono responsabili dei movimenti del corpo e della postura,<br />

i rimanenti sono coinvolti in Bone attività quali il controllo oculare e la deglutizione


Struttura muscolare al microscopio<br />

Myofibril<br />

Sarcoplasmic<br />

Reticulum<br />

Mitochondrion<br />

T Tubule<br />

Sarcomere


Struttura del sarcomero<br />

Cross sections<br />

Z<br />

Sarcomero<br />

Z<br />

M<br />

I H<br />

A<br />

I<br />

I I<br />

Sarcomero contratto<br />

Sarcomero rilassato


Struttura della miofibrilla<br />

Filamento leggero<br />

TnI<br />

TnC<br />

TnT<br />

Tropomiosina<br />

Actina<br />

Thin<br />

testa<br />

coda<br />

MLC<br />

MHC<br />

Zone of overlapping<br />

Thick<br />

Filamento pesante<br />

Filamento <strong>di</strong> miosina<br />

assemblato


La forza specifica dell’atleta<br />

La forza massimale prodotta nell’esecuzione <strong>di</strong> uno<br />

stesso movimento è <strong>di</strong>versa per ciascun atleta.<br />

Tali <strong>di</strong>fferenze sono dovute principalmente a due fattori:<br />

la capacità <strong>di</strong> forza massima dei singoli muscoli,<br />

o fattori periferici;<br />

la coor<strong>di</strong>nazione dell’attività muscolare da parte del<br />

sistema nervoso centrale,<br />

o fattori centrali.<br />

Si possono <strong>di</strong>stinguere due aspetti della coor<strong>di</strong>nazione<br />

nervosa:<br />

la coor<strong>di</strong>nazione intramuscolare<br />

la coor<strong>di</strong>nazione intermuscolare.<br />

(Zatsiorskj 2008)


FATTORI PERIFERICI<br />

LEGATI AL POTENZIALE <strong>di</strong> FORZA MUSCOLARE<br />

Tra i fattori periferici che influenzano la forza,<br />

la <strong>di</strong>mensione del muscolo sembra essere<br />

il più importante.<br />

La massa e le <strong>di</strong>mensioni dei muscoli oltre che<br />

all’allenamento sono sensibili ad altri fattori:<br />

l’alimentazione<br />

lo stato ormonale.<br />

(Zatsiorskj 2008)


FATTORI PERIFERICI<br />

LEGATI AL POTENZIALE <strong>di</strong> FORZA MUSCOLARE<br />

È noto che muscoli che presentano un’area della<br />

sezione trasversa elevata generano forze più elevate<br />

rispetto ai muscoli con area minore.<br />

L’allenamento contro sovraccarichi elevati che induce<br />

un aumento dell’area della sezione trasversa,<br />

generalmente è associato ad un aumento della forza<br />

massimale.<br />

La forza prodotta da un muscolo è il risultato<br />

dell’attività delle sue sotto-unità (sarcomeri, miofibrille,<br />

fibre muscolari).<br />

(Zatsiorskj 2008)


Tutti i sarcomeri <strong>di</strong> una miofibrilla lavorano<br />

in serie.<br />

La forza esercitata da, o su, uno qualsiasi <strong>degli</strong><br />

elementi in serie è uguale alla forza sviluppata<br />

in ciascuno <strong>degli</strong> elementi della serie stessa.<br />

La forza prodotta da una fibra muscolare<br />

è limitata dal numero <strong>di</strong> filamenti <strong>di</strong> actina e <strong>di</strong><br />

miosina e, <strong>di</strong> conseguenza, dal numero <strong>di</strong><br />

miofibrille che lavorano in parallelo.<br />

(Zatsiorskj 2008)


Elementi in serie e in parallelo<br />

(Zatsiorskj 2008)


Definizione:<br />

La FORZA MUSCOLARE si può definire come la capacità<br />

che i componenti intima della materia muscolare<br />

hanno <strong>di</strong> contrarsi, cioè <strong>di</strong> accorciarsi<br />

(C. Vittori)<br />

La FORZA è la capacità del muscolo scheletrico<br />

<strong>di</strong> produrre tensione nelle varie manifestazioni<br />

(Y. Verchosanskij).<br />

Si può definire la FORZA dell’uomo come la capacità<br />

<strong>di</strong> vincere una resistenza esterna<br />

o <strong>di</strong> opporvisi con un impegno muscolare (V. Zatsioskyi).


Per valutare il potenziale <strong>di</strong> produzione<br />

<strong>di</strong> forza <strong>di</strong> un muscolo, anziché calcolare<br />

il numero <strong>di</strong> filamenti, i ricercatori stabiliscono<br />

il totale dell’area della sezione trasversa.<br />

Il rapporto tra l’area dei filamenti<br />

e l’area della fibra muscolare<br />

è detto densità dei filamenti.<br />

(Zatsiorskj 2008)


Gli esercizi <strong>di</strong> forza possono indurre un aumento:<br />

del numero dei filamenti per miofibrilla,<br />

delle miofibrille per fibra muscolare<br />

densità dell’area dei filamenti<br />

Si verificano, pertanto,<br />

sia un aumento <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni delle cellule<br />

muscolari<br />

sia un aumento della forza<br />

(Zatsiorskj 2008)


L’aumento delle <strong>di</strong>mensioni del muscolo in<br />

seguito ad un programma <strong>di</strong> allenamento della<br />

forza è detto ipertrofia.<br />

L’ipertrofia può essere dovuta:<br />

un aumento del numero delle fibre motorie<br />

(iperplasia delle fibre)<br />

un incremento dell’area della sezione<br />

trasversa delle singole fibre<br />

(ipertrofia delle fibre)<br />

(Zatsiorskj 2008)


Indagini recenti hanno <strong>di</strong>mostrato che all’ipertrofia<br />

contribuiscono sia l’iperplasia che l’aumento delle<br />

<strong>di</strong>mensioni muscolari.<br />

Ai fini pratici, tuttavia, si può non tenere conto<br />

dell’iperplasia delle fibre in quanto è poco rilevante (< 5%)<br />

L’aumento delle <strong>di</strong>mensioni dei muscoli è dovuto,<br />

principalmente, all’aumento delle <strong>di</strong>mensioni delle<br />

singole fibre, non all’aumento del loro numero.<br />

(Zatsiorskj 2008)


Schematicamente, si possono descrivere due tipi <strong>di</strong><br />

ipertrofia delle fibre:<br />

• l’ipertrofia sarcoplasmatica<br />

• l’ipertrofia miofibrillare<br />

(Zatsiorskj 2008)


Altri fattori periferici :<br />

nutrizione<br />

stato ormonale<br />

(Zatsiorskj 2008)


I FATTORI NERVOSI CENTRALI<br />

Il sistema nervoso centrale (SNC) svolge un<br />

ruolo essenziale nella produzione e nello<br />

sviluppo della forza muscolare.<br />

Questa <strong>di</strong>pende non solo dalla massa muscolare<br />

coinvolta, ma anche dalla misura in cui vengono<br />

attivate le singole fibre del muscolo.<br />

La produzione della forza massimale<br />

richiede l’abilità specifica <strong>di</strong> attivare<br />

correttamente molti muscoli.<br />

(Zatsiorskj 2008)


I FATTORI NERVOSI CENTRALI<br />

L’ attivazione coor<strong>di</strong>nata<br />

<strong>di</strong> molti gruppi muscolari è detta<br />

coor<strong>di</strong>nazione intermuscolare.<br />

L’adattamento nervoso permette agli atleti <strong>di</strong> alto livello<br />

<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare meglio l’attivazione<br />

delle fibre nel singolo muscolo e nel gruppo muscolare,<br />

<strong>di</strong> avere, quin<strong>di</strong>, una migliore<br />

coor<strong>di</strong>nazione intramuscolare<br />

e intermuscolare


La coor<strong>di</strong>nazione intramuscolare<br />

Il sistema nervoso si serve <strong>di</strong> tre opzioni per variare la<br />

produzione <strong>di</strong> forza:<br />

1. il reclutamento, la modulazione della forza<br />

muscolare totale attraverso l’attivazione e la<br />

<strong>di</strong>sattivazione delle singole unità motorie;<br />

2. la variazione della frequenza <strong>di</strong> scarica delle<br />

unità motorie, rate co<strong>di</strong>ng;<br />

3. la sincronizzazione, cioè l’attivazione delle<br />

unità motorie in maniera più o meno<br />

sincronizzata.


Il reclutamento<br />

Durante la contrazione volontaria il pattern <strong>di</strong><br />

reclutamento è controllato in base al principio delle<br />

<strong>di</strong>mensioni.<br />

I motoneuroni piccoli, con soglia <strong>di</strong> eccitazione più<br />

bassa, vengono reclutati per primi.<br />

Le UM con motoneuroni più gran<strong>di</strong>, la cui contrazione<br />

è più intensa e rapida, sono quelle che presentano<br />

soglia più elevata e sono reclutate per ultime.


Il reclutamento<br />

In un muscolo impegnato in un dato movimento<br />

l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> reclutamento delle UM è<br />

relativamente fisso, anche se cambiano la<br />

velocità <strong>di</strong> movimento o tasso <strong>di</strong> sviluppo della<br />

forza.<br />

L’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> reclutamento può essere mo<strong>di</strong>ficato se un<br />

muscolo multifunzionale lavora in movimenti <strong>di</strong>versi.<br />

Gruppi <strong>di</strong> UM nello stesso muscolo potrebbero avere una<br />

soglia bassa per un dato movimento e una soglia elevata per<br />

un altro movimento.


Il reclutamento<br />

La variazione dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> reclutamento determina in<br />

parte la specificità dell’effetto dell’allenamento negli<br />

esercizi con resistenze elevate.<br />

Se l’obiettivo dell’allenamento è lo sviluppo completo<br />

<strong>di</strong> un muscolo (e non una prestazione <strong>di</strong> alto livello),<br />

questo va esercitato in tutta la gamma possibile dei<br />

movimenti (body builder e principianti)


La frequenza <strong>di</strong> scarica (rate co<strong>di</strong>ng)<br />

E’ un altro meccanismo fondamentale<br />

per la modulazione della forza muscolare.<br />

Il range <strong>di</strong> variazione delle frequenze <strong>di</strong> scarica<br />

può essere molto ampio:<br />

generalmente aumenta con l’aumento della<br />

produzione <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong> potenza.


Il contributo relativo del reclutamento rispetto alla frequenza <strong>di</strong> scarica<br />

nella modulazione della forza delle contrazioni volontarie è <strong>di</strong>fferente nei<br />

muscoli gran<strong>di</strong> e in quelli piccoli:<br />

nei muscoli piccoli, la maggior parte delle UM sono reclutate<br />

ad un livello <strong>di</strong> forza inferiore al 50% della Fmm, oltre tale livello<br />

è la frequenza <strong>di</strong> scarica che svolge il ruolo principale<br />

nell’ulteriore sviluppo <strong>di</strong> forza fino al raggiungimento della Fmm;<br />

nei gran<strong>di</strong> muscoli prossimali, deltoide e bicipite,<br />

il meccanismo principale per aumentare la produzione <strong>di</strong> forza<br />

fino all’80% della Fmm e oltre sembra essere il reclutamento<br />

<strong>di</strong> UM ad<strong>di</strong>zionali.<br />

Tra l’80% e il 100% l’incremento <strong>di</strong> forza è ottenuto esclusivamente<br />

attraverso l’intensificazione della frequenza <strong>di</strong> scarica delle UM.<br />

(Zatsiorskj 2008)


La sincronizzazione<br />

Generalmente, le UM lavorano in maniera asincrona per<br />

produrre un movimento fluido e preciso.<br />

Tuttavia, alcuni dati in<strong>di</strong>cano che,<br />

negli atleti d’élite<br />

delle <strong>di</strong>scipline <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong> potenza,<br />

durante un impegno volontario massimale,<br />

le UM sono attivate in maniera sincrona<br />

(Zatsiorskj 2008)


In sintesi<br />

la forza muscolare massimale viene raggiunta quando:<br />

è reclutato il massimo numero <strong>di</strong> UM sia<br />

St sia Ft;<br />

la frequenza <strong>di</strong> scarica è ottimale, tale<br />

da produrre una fusione tetanica in<br />

ciascuna fibra muscolare;<br />

le UM lavorano in maniera sincrona nel<br />

breve lasso <strong>di</strong> tempo che corrisponde<br />

all’impegno volontario massimale.<br />

(Zatsiorskj 2008)


.<br />

La coor<strong>di</strong>nazione intermuscolare<br />

Qualsiasi esercizio, anche quello più semplice<br />

è un’abilità, un’azione motoria che richiede<br />

la coor<strong>di</strong>nazione complessa <strong>di</strong> numerosi<br />

gruppi muscolari.<br />

L’obiettivo principale dell’allenamento<br />

deve essere<br />

lo schema motorio<br />

dell’intero movimento sportivo,<br />

non la forza dei singoli muscoli<br />

o il movimento <strong>di</strong> una singola articolazione.


Quali sono le caratteristiche del corpo umano<br />

che influenzano la produzione <strong>di</strong> forza?<br />

Caratteristiche<br />

immutabili:<br />

1. Tipo <strong>di</strong> fibre muscolari<br />

2. Angolo <strong>di</strong> pennazione<br />

3. Punto <strong>di</strong> inserzione dei<br />

ten<strong>di</strong>ni<br />

4. Caratteristiche<br />

cinematiche delle<br />

articolazioni<br />

Caratteristiche<br />

migliorabili:<br />

1. Sezione trasversa del<br />

muscolo (ipertrofia)<br />

2. Reclutamento delle fibre<br />

3. Coor<strong>di</strong>nazione intra ed<br />

intermuscolari<br />

4. Fattori legati allo<br />

stiramento


Caratteristiche immutabili<br />

1. Tipo <strong>di</strong> fibre muscolari<br />

Tipo I (rosse o Slow Twich)<br />

Tipo IIa (interme<strong>di</strong>e)<br />

Tipo IIb (bianche o Fast Twich)


Caratteristiche immutabili<br />

2. Angolo <strong>di</strong> pennazione<br />

Effetto dell’angolo <strong>di</strong> pennazione:<br />

A. le fibre parallele trasmettono tutta la<br />

loro capacità contrattile al ten<strong>di</strong>ne;<br />

Quelle pennate invece ne<br />

trasmettono solo una parte. Un<br />

angolo <strong>di</strong> 30° trasmette al<br />

ten<strong>di</strong>ne circa il 90% della tensione<br />

esercitata dalle fibre cos(30°)=0,87.<br />

B. anche se comporta una per<strong>di</strong>ta del<br />

potere contrattile delle fibre,<br />

la pennazione permette <strong>di</strong><br />

compattare un gran numero <strong>di</strong> fibre<br />

in un’area trasversale minore.


Caratteristiche immutabili<br />

3. Punto <strong>di</strong> inserzione dei ten<strong>di</strong>ni


Caratteristiche immutabili<br />

4. Caratteristiche cinematiche delle articolazioni<br />

Il braccio <strong>di</strong> leva cambia al variare dell’angolo articolare<br />

a) l’articolazione è in estensione quasi completa;<br />

il braccio risulta piccolo (1,7 cm)<br />

ed il muscolo lavora in con<strong>di</strong>zioni<br />

meccaniche sfavorevoli;<br />

la maggior parte della forza muscolare<br />

provocherà una compressione<br />

dell’articolazione piuttosto che una rotazione<br />

relativa.<br />

b) il braccio <strong>di</strong> leva è aumentato considerevolmente (4,3 cm);<br />

la forza muscolare è trasdotta quasi interamente in rotazione


Caratteristiche immutabili<br />

4. Caratteristiche cinematiche delle articolazioni<br />

L’angolo articolare influenza la lunghezza del sarcomero e quin<strong>di</strong> il<br />

numero <strong>di</strong> ponti acto-miosinici in presa.


Caratteristiche migliorabili attraverso<br />

l’allenamento<br />

1. Sezione trasversa del muscolo (ipertrofia)


Caratteristiche migliorabili attraverso<br />

l’allenamento<br />

Le cause dell’ipertrofia (da: Cometti)<br />

Aumento delle miofibrille<br />

Sviluppo <strong>degli</strong> involucri muscolari<br />

(tessuto connettivo)<br />

Aumento della vascolarizzazione<br />

Aumento del numero <strong>di</strong> fibre (iperplasia).<br />

Argomento questo ancora molto <strong>di</strong>scusso<br />

e criticato da <strong>di</strong>versi ricercatori, perciò da<br />

non prendere in considerazione


Caratteristiche migliorabili attraverso<br />

l’allenamento<br />

2. Reclutamento delle fibre muscolari<br />

a. Reclutamento e frequenza<br />

La graduazione della forza sviluppata <strong>di</strong>pende dalla possibilità <strong>di</strong><br />

variare la frequenza <strong>di</strong> stimolazione delle unità neuromotorie e dalla<br />

possibilità <strong>di</strong> variare il numero delle unità neuromotorie stimolate.<br />

Il meccanismo che regola il numero <strong>di</strong> unità motorie da reclutare per<br />

sviluppare tensioni <strong>di</strong>verse viene definito reclutamento.<br />

Un soggetto sedentario normalmente recluta solo il 30-50% delle unità a<br />

<strong>di</strong>sposizione, dopo alcune settimane <strong>di</strong> lavoro il soggetto è in grado <strong>di</strong><br />

esprimere più forza grazie ad un maggior reclutamento <strong>di</strong> unità motorie,<br />

mentre con il proseguire del tempo la causa del miglioramento <strong>di</strong> forza<br />

<strong>di</strong>venta l'ipertrofia.


Caratteristiche migliorabili attraverso<br />

l’allenamento<br />

2. Reclutamento delle fibre<br />

muscolari<br />

b. sincronizzazione<br />

La sincronizzazione si può definire come la capacità <strong>di</strong> reclutare tutte le<br />

fibre nello stesso istante. Quin<strong>di</strong> la sincronizzazione ci porta ad un<br />

ulteriore miglioramento della forza e soprattutto al miglioramento della<br />

forza esplosiva. Secondo Sale (1988) la sincronizzazione delle unità<br />

motorie non porta ad un aumento della forza massima ma ad una<br />

capacità <strong>di</strong> sviluppare forza in tempi più brevi.


Caratteristiche migliorabili attraverso<br />

l’allenamento<br />

2. Reclutamento delle fibre muscolari<br />

c. Efficienza neuromuscolare<br />

L’incremento <strong>di</strong> forza che un muscolo ottiene dopo un periodo <strong>di</strong><br />

allenamento, è dovuto a adattamenti e mo<strong>di</strong>ficazioni sia della parte<br />

miogena sia della parte neurale.<br />

Questi miglioramenti portano ad un <strong>di</strong>verso rapporto tra forza<br />

sviluppata ed attività elettrica prodotta dal sistema nervoso centrale<br />

(EMG/Forza).<br />

Un decremento <strong>di</strong> questo rapporto dovuto ad una riduzione dell’attività<br />

elettrica ed un aumento della forza evidenzia un fenomeno definito da<br />

Bosco efficienza neuromuscolare.


Caratteristiche migliorabili attraverso<br />

l’allenamento<br />

Rappresentazione dei relativi ruoli <strong>di</strong><br />

adattamento neurale e morfologico<br />

all’allenamento <strong>di</strong> forza massimale.<br />

Nella prima fase <strong>di</strong> allenamento si nota<br />

una fase predominante <strong>di</strong> adattamento<br />

neurale.<br />

Questa fase è stata stu<strong>di</strong>ata nella<br />

maggior parte delle ricerche pubblicate<br />

nella letteratura internazionale.<br />

Lavori sperimentali che sono stati<br />

protratti per lungo tempo mostrano un<br />

successivo adattamento miogeno e la<br />

relativa ipertrofia (mo<strong>di</strong>ficato da: Sale,<br />

1988)


Caratteristiche migliorabili attraverso<br />

l’allenamento<br />

3. Coor<strong>di</strong>nazione intra ed intermuscolare<br />

Molti stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrano che il miglioramento della forza è specifico, cioè<br />

un progresso ottenuto in un determinato esercizio, ad esempio lo<br />

squat, non è sempre accompagnato da un miglioramento della forza in<br />

un altro esercizio.<br />

Ciò significa che incrementi <strong>di</strong> forza in parte sono dovuti alla<br />

coor<strong>di</strong>nazione <strong>di</strong> quei muscoli che intervengono e che sono specifici<br />

per quel determinato esercizio.<br />

Si presenta la necessità <strong>di</strong> inserire esercizi <strong>di</strong> forza<br />

speciale e specifica per ogni determinata <strong>di</strong>sciplina<br />

sportiva.


Caratteristiche migliorabili attraverso<br />

l’allenamento<br />

4. Fattori legati allo stiramento<br />

Un muscolo preventivamente allungato esprime nel<br />

successivo accorciamento una forza maggiore<br />

rispetto ad una semplice contrazione eccentrica.<br />

Le cause <strong>di</strong> questo fenomeno sono:<br />

a. Sollecitazione del sistema nervoso<br />

b. Proprietà viscoelastiche del muscolo e dei ten<strong>di</strong>ni


Caratteristiche migliorabili attraverso<br />

l’allenamento<br />

a. Sollecitazione del sistema nervoso<br />

Fuso neuromuscolare<br />

Meccanismo eccitatorio<br />

Apparato muscolo-ten<strong>di</strong>neo del Golgi<br />

Meccanismo inibitorio


Caratteristiche migliorabili attraverso<br />

l’allenamento<br />

b. Proprietà viscoelastiche del muscolo e dei ten<strong>di</strong>ni<br />

Modello meccanico del muscolo<br />

scheletrico.<br />

Componenete contrattile costituita da<br />

actina e miosina (elemento contrattile).<br />

Elementi elastici in serie con funzione<br />

attiva (ponti actomiosinici = elemento<br />

elastico 1) e passiva (ten<strong>di</strong>ni e tessuto<br />

connettivo = elemento elastico 2).<br />

Elementi elastici in parallelo (tessuto<br />

connettivo e sarcolemma = elemento<br />

elastico 3)<br />

Gli effetti del prestiramento sono <strong>di</strong>pendenti dal tempo che intercorre tra la fase <strong>di</strong><br />

lavoro eccentrico (coumpling time: CT) e quella <strong>di</strong> lavoro concentrico.<br />

All’aumentare del CT infatti gli effetti del prestiramento vengono attenuati <strong>di</strong> circa<br />

20 N/ms (Bosco e coll, 1981) e l’energia elastica accumulata si <strong>di</strong>sperde in calore<br />

(Fenn e Marsh, 1935).


Caratteristiche biologiche che influenzano la<br />

produzione <strong>di</strong> forza<br />

Parametro Proprietà influenzata<br />

Tipo <strong>di</strong> fibre muscolari Velocità e resistenza<br />

Angolo <strong>di</strong> pennazione Forza esercitabile dal muscolo<br />

Proprietà cinematiche delle<br />

articolazioni<br />

Momento articolare<br />

Sezione trasversa del muscolo Forza e velocità<br />

Reclutamento fibre Forza e velocità<br />

Coor<strong>di</strong>nazione intermuscolare Forza specifica<br />

Proprietà viscoelastiche del<br />

muscolo<br />

Riassunto<br />

Forza e velocità


Fattori con<strong>di</strong>zionanti la forza:<br />

il tipo <strong>di</strong> fasci muscolari (fibre bianche, fibre rosse);<br />

il numero <strong>di</strong> fibre attivate (coord. Intramuscolare);<br />

il sincronismo <strong>di</strong> azione dei muscoli sinergici<br />

(coord. Intermuscolare);<br />

la sezione trasversa del muscolo;<br />

gli attriti interni dovuti alla viscosità ed al grado <strong>di</strong><br />

elasticità delle componenti muscolari;<br />

le riserve energetiche;<br />

la corretta tecnica esecutiva;<br />

la ottimale modulazione dei muscoli antagonisti;


Tipologie <strong>di</strong> lavoro muscolare<br />

Si <strong>di</strong>stinguono le seguenti tipologie <strong>di</strong> lavoro muscolare:<br />

Superante (concentrico).<br />

Cedente (eccentrico)<br />

Statico (isometrico)<br />

Combinato


Tipologie <strong>di</strong> lavoro muscolare<br />

Il lavoro muscolare superante<br />

– che prevale nella maggior parte dei<br />

processi motori dello sport –<br />

grazie all’accorciamento del muscolo<br />

permette <strong>di</strong> spostare il proprio peso<br />

corporeo o quello del corpo <strong>di</strong> altri atleti o<br />

<strong>di</strong> vincere resistenze al movimento,


Tipologie <strong>di</strong> lavoro muscolare<br />

Il lavoro muscolare cedente<br />

- serve all’ammortizzazione dei salti o ai<br />

movimenti <strong>di</strong> caricamento (contro<br />

movimenti) - è caratterizzato dall’aumento<br />

<strong>di</strong> lunghezza del muscolo, in una controcontrazione<br />

attiva;


Tipologie <strong>di</strong> lavoro muscolare<br />

Il lavoro muscolare statico serve a<br />

fissare determinate posizioni del corpo o<br />

delle estremità. È caratterizzato dalla<br />

contrazione, ma senza accorciamento del<br />

muscolo;


Tipologie <strong>di</strong> lavoro muscolare<br />

Il lavoro muscolare combinato è<br />

caratterizzato dalla combinazione <strong>di</strong><br />

elementi <strong>di</strong> tipo superante, cedente o<br />

statico.


Tipologie <strong>di</strong> tensione muscolare<br />

Si <strong>di</strong>stinguono tre <strong>di</strong>verse tipologie<br />

<strong>di</strong> tensione muscolare:<br />

isotonica,<br />

isometrica,<br />

auxotonica.<br />

Il muscolo è composto da elementi<br />

elastici e da elementi contrattili.<br />

Secondo il tipo <strong>di</strong> tensione muscolare<br />

che si produce, abbiamo un<br />

comportamento <strong>di</strong>fferente<br />

<strong>di</strong> accorciamento<br />

o <strong>di</strong> allungamento <strong>degli</strong> elementi<br />

interessati.


I regimi <strong>di</strong> contrazione<br />

Si <strong>di</strong>stinguono attualmente <strong>di</strong>versi regimi <strong>di</strong> contrazione:<br />

il regime isometrico;<br />

i regimi anisometrici;<br />

l’elettrostimolazione;


I regimi <strong>di</strong> contrazione<br />

IL REGIME ISOMETRICO<br />

I muscoli si contraggono, le leve non si<br />

muovono ed i punti <strong>di</strong> inserzione sono<br />

fissi.<br />

I REGIMI ANISOMETRICI<br />

Le leve si spostano così come i punti <strong>di</strong><br />

inserzione.


Regime isometrico<br />

Il regime isometrico consiste in<br />

una contrazione muscolare<br />

senza spostamento delle leve<br />

e dei punti <strong>di</strong> inserzione per cui<br />

durante la contrazione isometrica<br />

il muscolo sviluppa tensione ma<br />

non produce movimento esterno.<br />

In con<strong>di</strong>zioni isometriche si riescono a sviluppare<br />

tensioni superiori a quelle concentriche


Regime isometrico<br />

Come si evidenzia dalla figura<br />

carichi molto elevati vengono<br />

spostati con velocità molto<br />

basse prossime allo zero e<br />

l’ultimo carico sollevato viene<br />

considerato il carico massimo o<br />

RM (ripetizione massima).<br />

Nella RM si raggiungono<br />

tensioni elevate ma non<br />

massimali.<br />

La massima tensione si raggiunge contro una resistenza<br />

fissa e quin<strong>di</strong> con velocità zero cioè con una contrazione<br />

isometrica.


Regime isometrico<br />

Negli anni sessanta l’allenamento isometrico<br />

aveva raggiunto una notevole popolarità;<br />

successivamente si è notato che questo metodo<br />

non produceva i risultati sperati soprattutto per la<br />

sua aspecificità rispetto ai gesti sportivi.<br />

Le esercitazioni isometriche trovano una valida<br />

applicazione nel campo riabilitativo e della<br />

rieducazione post-traumatica.


Regime isometrico<br />

L’allenamento isometrico nelle sue varie forme<br />

non deve essere mai utilizzato isolatamente<br />

per il miglioramento della forza massima,<br />

della forza rapida o della resistenza alla forza.<br />

Però, se è collegato con un successivo<br />

allenamento pliometrico, concentrico o<br />

eccentrico, questo metodo<br />

risulta essere efficace.<br />

Possiamo utilizzare esercizi isometrici<br />

senza carico e con carico


I METODI ISOMETRICI<br />

L’isometria senza carico,<br />

combinata con il lavoro<br />

concentrico


Regime isometrico<br />

L’isometria massimale consiste nel<br />

produrre tensione massimale su<br />

resistenze fisse per una durata<br />

massima <strong>di</strong> sei secon<strong>di</strong>.<br />

Per isometria totale si intende<br />

sviluppare tensioni non massimali<br />

ma mantenute fino all’affaticamento totale.<br />

I carichi da utilizzare variano dal 50 a 90%<br />

del carico massimo.


Lo stato-<strong>di</strong>namico<br />

Questo metodo combina in uno stesso<br />

movimento delle fasi statiche<br />

(isometriche) e delle fasi <strong>di</strong>namiche<br />

(concentriche ed eccentriche).<br />

Le fasi statiche possono essere<br />

inserite o nella fase negativa, oppure<br />

in quella positiva.<br />

Possiamo eseguire:<br />

- lo stato-<strong>di</strong>namico a 1 tempo<br />

- lo stato-<strong>di</strong>namico a 2 tempi<br />

6x6 al 50-60%<br />

la sosta è <strong>di</strong> 2” o 3”<br />

Regime isometrico<br />

Il metodo più utilizzato, che a livello empirico ha dato risultati sod<strong>di</strong>sfacenti.


Tra i regimi anisometrici <strong>di</strong>stinguiamo:<br />

il regime concentrico:<br />

i muscoli si contraggono ed i punti<br />

I regimi <strong>di</strong> contrazione<br />

d’inserzione si avvicinano, il corpo muscolare si “concentra”<br />

donde la denominazione concentrico.


il regime concentrico<br />

Sono considerati esercizi concentrici anche<br />

quegli esercizi composti da una fase eccentrica ed<br />

una concentrica come lo squat in quanto le tensioni,<br />

nella fase eccentrica, sono <strong>di</strong> bassa intensità<br />

e soprattutto, il tempo <strong>di</strong> accoppiamento,<br />

cioè il tempo impiegato per invertire il movimento è molto<br />

“lungo” perciò da non annoverare tra i movimenti pliometrici.<br />

La tensione massima che si può ottenere con una<br />

contrazione concentrica è quella che si ottiene con l’ultimo<br />

carico che il soggetto è in grado <strong>di</strong> vincere.<br />

Questo carico viene definito carico massimo (CM)<br />

o ripetizione massima (RM)


I regimi <strong>di</strong> contrazione<br />

il regime eccentrico:<br />

in questo caso, il muscolo si contrae, ma le inserzioni si<br />

allontanano, esse “s’excetrent” donde la denominazione<br />

eccentrico <strong>di</strong>scesa<br />

<strong>di</strong>scesa<br />

contrazione<br />

eccentrica<br />

salita<br />

contrazione<br />

concentrica


il regime eccentrico<br />

Le tensioni che si sviluppano nelle contrazioni eccentriche<br />

sono superiori a quelle ottenute nei movimenti concentrici ed<br />

isometrici parte sinistra della curva con velocità negativa.


il regime eccentrico<br />

Il lavoro eccentrico è da considerare molto intenso e<br />

soprattutto provoca molti <strong>di</strong>sagi a livello muscolare.<br />

Si verificano rotture a livello del sarcomero (banda Z) <strong>di</strong><br />

conseguenza l’intera miofribilla, inoltre si hanno lesioni a<br />

livello del tessuto connettivo e a livello <strong>di</strong> giunzione tra<br />

muscolo e ten<strong>di</strong>ne.<br />

Per questi motivi richiede perio<strong>di</strong> lunghi <strong>di</strong> recupero,<br />

perciò da collocare molto lontano da impegni <strong>di</strong> gare.<br />

Bisogna proporlo con molta cautela, solo con atleti <strong>di</strong><br />

alto livello e con molti anni <strong>di</strong> allenamento sulle spalle


egime pliometrico<br />

corrisponde a quello che i ricercatori chiamano<br />

“stretch-shortening cycle” o ciclo “stiramento-accorciamento”.<br />

Concretamente, il muscolo si contrae in un primo tempo e le<br />

inserzioni si allontanano, esso funziona in modo eccentrico, poi,<br />

si accorcia e allora, lavora in modo concentrico.<br />

L’esempio più semplice è quello dei salti dall’alto in basso:<br />

per essere veramente pliometrica, la contrazione deve<br />

rispettare una concatenazione rapida, una pausa tra<br />

queste due fasi determinerebbe un lavoro meno efficace.


stretch-shortening cycle<br />

Questa combinazione <strong>di</strong> azioni<br />

eccentriche e concentriche forma<br />

un tipo naturale della funzione<br />

dei muscoli chiamato<br />

ciclo stiramento-accorciamento o SSC<br />

(Norman e Komi 1979;Komi 1984,1992).<br />

Nella camminata e nella corsa dell’uomo, nel momento del contatto con il terreno si<br />

hanno carichi notevoli. Ciò richiede una preattivazione dei muscoli estensori dell'arto<br />

inferiore prima del contatto con il terreno in modo da prepararli a resistere l'impatto<br />

(a) e una fase <strong>di</strong> frenata attiva (allungamento) (b).<br />

La fase <strong>di</strong> allungamento è seguita da un’azione <strong>di</strong> accorciamento (concentrico) (c)<br />

(Komi 1992).


egime pliometrico<br />

Tutti i tipi <strong>di</strong> balzi sono da definirsi esercizi pliometrici.<br />

Il fattore rilevante per ottenere la massima efficacia muscolare<br />

dovuta allo stiramento, è il tempo <strong>di</strong> “accoppiamento” (Bosco<br />

1982).<br />

Viene definito tempo <strong>di</strong> “accoppiamento” il tempo che<br />

intercorre tra la fase <strong>di</strong> stiramento e quella <strong>di</strong> accorciamento, in<br />

altri termini il tempo impiegato ad invertire il movimento, cioè il<br />

passaggio dalla velocità negativa (fase eccentrica) alla<br />

velocità positiva (fase concentrica).<br />

Bosco ha <strong>di</strong>mostrato che più breve è il tempo <strong>di</strong><br />

accoppiamento, più elevata è la restituzione <strong>di</strong> energia<br />

potenziale.


ANALISI DEL MOVIMENTO DEI VARI REGIMI DI<br />

CONTRAZIONI<br />

Parallelamente ai regimi <strong>di</strong> contrazione bisogna analizzare<br />

i tipi <strong>di</strong> movimenti che le varie contrazioni muscolari<br />

permettono <strong>di</strong> compiere al corpo umano o parti segmentarie <strong>di</strong><br />

esso.<br />

I movimenti che l’uomo compie si possono riepilogare in:<br />

ISOTONICO<br />

ISOCINETICO<br />

AUXOTONICO O AUXOMETRICO


ANALISI DEL MOVIMENTO DEI VARI REGIMI DI<br />

CONTRAZIONI<br />

Ai rispettivi regimi <strong>di</strong> contrazioni si possono associare i tipi <strong>di</strong><br />

movimenti che la contrazione produce secondo il seguente<br />

schema:<br />

Regimi <strong>di</strong> contrazioni:<br />

concentrico<br />

eccentrico<br />

pliometrico<br />

Regime isometrico<br />

Tipi <strong>di</strong> movimenti:<br />

Isotonico<br />

Isocinetico<br />

auxtonico<br />

Non produce<br />

movimento


MOVIMENTO ISOTONICO<br />

In movimenti con contrazioni solo concentriche, solo<br />

eccentriche o ecc/conc (pliometriche) con carichi<br />

gravitazionali, varia la lunghezza del muscolo ma rimane<br />

costante il carico.<br />

Per questo motivo i movimenti eseguiti con carichi<br />

gravitazionali vengono definiti movimenti isotonici.


Analisi <strong>di</strong> un movimento concentrico<br />

L’esempio classico del movimento concentrico<br />

è il movimento eseguito nel test <strong>di</strong> squat jump.<br />

Il movimento inizia dalla posizione<br />

zero e nell’unità <strong>di</strong> tempo cresce<br />

positivamente fino a raggiungere il<br />

punto più alto.<br />

In un movimento concentrico la<br />

velocità è sempre positiva.<br />

Come si può notare dal grafico la<br />

velocità da zero aumenta fino a<br />

raggiungere un picco positivo per poi<br />

ridursi fino a riportarsi a zero alla fine<br />

del movimento (apice della curva<br />

dello spostamento)


Analisi <strong>di</strong> un movimento eccentrico<br />

In un movimento eccentrico la<br />

velocità presenta solo una fase<br />

negativa.<br />

L’andamento della velocità si<br />

evidenzia nel grafico.<br />

Essa parte da zero e raggiunge un<br />

picco negativo per poi <strong>di</strong>minuire <strong>di</strong><br />

nuovo fino a tornare a zero quando<br />

il movimento raggiunge il punto più<br />

basso (curva dello spostamento).


Analisi <strong>di</strong> un movimento eccentrico<br />

Il regime eccentrico presenta<br />

vantaggi e svantaggi<br />

così sintetizzati:<br />

Vantaggi: Tensione superiore del<br />

30% rispetto all’isometria<br />

Differente sollecitazione delle fibre<br />

Efficace se accoppiato con lavoro<br />

concentrico<br />

Svantaggi: Disadattamento notevole<br />

Lungo recupero<br />

Carichi pesanti


Analisi <strong>di</strong> un movimento pliometrico<br />

il tracciato dello spostamento<br />

<strong>di</strong> un movimento pliometrico (Drop jump)<br />

In un movimento con il doppio ciclo<br />

stiramento-accorciamento la velocità<br />

presenta una fase negativa ed una<br />

positiva,<br />

la parte della curva tra le due linee<br />

verticali si riferisce alla velocità della<br />

parte negativa.


MOVIMENTO ISOCINETICO<br />

Nell’ambito delle contrazioni concentriche,<br />

eccentriche o isometriche,<br />

l’uomo attraverso particolari apparecchiature,<br />

è riuscito ad ottenere contrazioni muscolari<br />

e quin<strong>di</strong> movimenti a velocità costante<br />

In natura non esistono movimenti isocinetici cioè a velocità costante.<br />

Queste macchine sono definite isocinetiche <strong>di</strong> conseguenza il movimento<br />

che ne scaturisce viene chiamato isocinetico.<br />

La caratteristica <strong>di</strong> queste macchine è quella <strong>di</strong> realizzare<br />

una contrazione muscolare che permette <strong>di</strong> eseguire<br />

un lavoro muscolare a velocità costante.


MOVIMENTO ISOCINETICO<br />

In questo tipo <strong>di</strong> contrazione, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto avviene<br />

in una attivazione muscolare naturale,<br />

il muscolo non può assolutamente creare accelerazione,<br />

dato che le con<strong>di</strong>zioni meccaniche delle macchine<br />

isocinetiche permettono solo <strong>di</strong> eseguire un lavoro<br />

muscolare a velocità costante.<br />

L’utilizzo primario <strong>di</strong> queste apparecchiature è nel campo<br />

della riabilitazione ed in fisiatria.<br />

Fig. velocità angolare della gamba durante<br />

estensione del ginocchio eseguita su<br />

<strong>di</strong>namometro isocinetico a <strong>di</strong>verse velocità<br />

angolari 100°-400°/s (da: Ostering, 1986,1).


Confronto l’andamento della velocità rispettivamente in un movimento<br />

isocinetico ed in un movimento eccentrico-concentrico.<br />

Nel movimento isocinetico si nota un andamento costante della velocità<br />

mentre nel movimento naturale si evidenzia un picco negativo della velocità<br />

(fase eccentrica) ed un picco positivo (fase concentrica).


MOVIMENTO AUXOTONICO<br />

Prevalentemente con un regime <strong>di</strong> contrazione<br />

concentrica è possibile, sempre con particolari attrezzi<br />

ottenere un tipo <strong>di</strong> movimento definito auxotonico.<br />

Un movimento auxotonico prevede un aumento del<br />

carico durante lo spostamento con conseguente<br />

aumento della tensione muscolare.<br />

Attraverso una contrazione si ha<br />

un andamento della tensione<br />

muscolare che aumenta gradualmente<br />

fino a raggiungere un picco<br />

per poi <strong>di</strong>minuire e tornare a zero.


MOVIMENTO AUXOTONICO<br />

Questo tipo <strong>di</strong> movimento è possibile ottenerlo eseguendo esercizi con<br />

elastici.<br />

L’elastico offre all’inizio del movimento una determinata<br />

tensione stabilita dal soggetto che risulta essere inferiore <strong>di</strong> quella che<br />

si registra alla fine della contrazione<br />

quando l’elastico ha subito il<br />

massimo allungamento.


ANALISI DI UNA CONTRAZIONE ISOMETRICA<br />

In una contrazione isometrica si analizza solo lo sviluppo<br />

della forza in funzione del tempo<br />

Relazione forza tempo durante tre tipi <strong>di</strong> contrazione isometrica (Da Bosco)


ANALISI DI UNA CONTRAZIONE ISOMETRICA<br />

In una contrazione isometrica<br />

la forza sviluppata in funzione del tempo <strong>di</strong>pende dal livello<br />

d’attivazione del Sistema Nervoso Centrale.<br />

Pertanto si possono avere <strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong> sviluppo della<br />

forza per ottenere la forza massimale.<br />

Le <strong>di</strong>verse modalità si possono così sintetizzare:<br />

Attivazione lenta<br />

Attivazione normale<br />

Attivazione rapida.


ANALISI DI UNA CONTRAZIONE ISOMETRICA<br />

Con un’attivazione lenta<br />

la tensione viene sviluppata<br />

lentamente. L’incremento<br />

della forza avviene<br />

principalmente attraverso un<br />

incremento sempre maggiore<br />

<strong>di</strong> unità motorie e quin<strong>di</strong> da<br />

un aumento della frequenza<br />

<strong>di</strong> stimolo.


ANALISI DI UNA CONTRAZIONE ISOMETRICA<br />

Con un’attivazione normale la<br />

tensione viene sviluppata<br />

attraverso un aumento<br />

progressivo del reclutamento<br />

delle unità motorie e <strong>di</strong><br />

frequenza <strong>di</strong> stimolo.


ANALISI DI UNA CONTRAZIONE ISOMETRICA<br />

Con un’attivazione rapida<br />

la tensione viene<br />

sviluppata rapidamente<br />

poiché contemporaneamente<br />

tutte le unità motorie vengono<br />

reclutate e la frequenza<br />

<strong>degli</strong> stimoli aumenta sin<br />

dall’inizio della contrazione.


I regimi <strong>di</strong> contrazione<br />

l’elettrostimolazione<br />

secondo G. Cometti, la contrazione muscolare indotta con<br />

elettrostimolazione presenta delle caratteristiche che ne fanno<br />

del regime <strong>di</strong> contrazione particolare, anche se non sono tutti<br />

noti i parametri fisiologici <strong>di</strong> tale regime <strong>di</strong> contrazione.<br />

In teoria, uno dei vantaggi dell’EMS è che riesce ad attivare principalmente le fibre<br />

motorie rapide che <strong>di</strong>fficilmente sono reclutate volontariamente.<br />

Con l’EMS il principio delle <strong>di</strong>mensioni nel reclutamento delle unità motorie non è<br />

più valido; le fibre motorie a scossa rapida sono attivate per prime.<br />

Queste presentano una soglia più bassa per la corrente elettrica applicata<br />

dall’esterno, inoltre, sono situate più in superficie.<br />

Potenzialmente, l’EMS può essere utile come integrazione dei meto<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong><br />

allenamento della forza. (Zatsiorskj).


Proprietà meccaniche del muscolo scheletrico<br />

Relazione forza-lunghezza<br />

Relazione forza-velocità<br />

Relazione potenza-velocità<br />

Relazione resistenza/tempo dello sforzo<br />

Proprietà <strong>di</strong> forza storia-<strong>di</strong>pendente


Relazione forza-lunghezza


Relazione forza-lunghezza


Relazione forza-velocità<br />

dove F è la forza massima <strong>di</strong> un<br />

muscolo alla lunghezza ottimale,<br />

F o è la massima forza isometrica<br />

a lunghezza ottimale,<br />

v è la velocità <strong>di</strong> accorciamento,<br />

a e b sono costanti<br />

le unità <strong>di</strong> misura della forza(N)<br />

e della velocità (m* sec -1 )


Relazione forza-velocità


Relazione potenza-velocità


Relazione resistenza/tempo dello sforzo


Proprietà <strong>di</strong> forza storia-<strong>di</strong>pendente

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