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XXIV Giornate Cardiologiche Torinesi Advances in Cardiac ...

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CARDIO PIEMONTE • N. 3/2012 settembre/dicembre 2012<br />

Come già riferito, nell’immediato dopo guerra, l’apertura<br />

delle frontiere culturali costituì un grosso stimolo<br />

per lo sviluppo della cardiologia dell’<strong>in</strong>fanzia e<br />

dell’adulto, f<strong>in</strong>o all’entrata <strong>in</strong> funzione della cardiochirurgia,<br />

un’altra branca all’avanguardia nei Paesi<br />

anglosassoni. E sempre nel 1950 il noto chirurgo tor<strong>in</strong>ese<br />

Prof. A.M. Dogliotti, di ritorno da uno dei suoi<br />

frequenti viaggi di aggiornamento negli Stati Uniti,<br />

convoca i due giovani emod<strong>in</strong>amisti, di cui aveva<br />

sentito parlare, e chiede la loro collaborazione per<br />

organizzare un centro di cardiochirurgia. In cambio<br />

promette un’assunzione <strong>in</strong> ruolo, a patto però che uno<br />

dei due lo aiuti nel condurre gli <strong>in</strong>terventi e prosegua<br />

poi la sua attività come cardiochirurgo. La scelta cade<br />

sul Dr. Actis-Dato mentre il Dr. Angel<strong>in</strong>o assume la<br />

responsabilità del laboratorio di emod<strong>in</strong>amica fornito<br />

di apparecchiature d’avanguardia.<br />

E’ questo, si può dire, l’atto di nascita ufficiale del<br />

primo laboratorio di emod<strong>in</strong>amica <strong>in</strong> Piemonte, operante<br />

nel complesso del Centro di Cardiochirurgia «A.<br />

Blalock», dal nome di un noto cardiochirurgo americano,<br />

un pioniere nella terapia chirurgica dei difetti<br />

congeniti nei bamb<strong>in</strong>i. L’attività del centro raggiunge<br />

livelli impensabili per quel periodo, e dopo il primo<br />

<strong>in</strong>tervento di cardiochirurgia eseguito <strong>in</strong> Piemonte<br />

(febbraio 1951) su un adulto affetto da stenosi della<br />

valvola mitrale, deve fronteggiare un afflusso cont<strong>in</strong>uo<br />

di pazienti provenienti da tutta Italia.<br />

Si deve però arrivare a cavallo degli anni ‘60-‘70<br />

perchè si verifich<strong>in</strong>o due importanti eventi, che costituiscono<br />

un ulteriore importante progresso. Da<br />

una parte, l’organizzazione delle Unità Coronariche,<br />

responsabili della creazione di servizi di cardiologia<br />

nel contesto delle divisioni di Medic<strong>in</strong>a Interna, o di<br />

divisioni autonome di cardiologia; dall’altra la diffusione<br />

delle tecniche di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e diagnostica per lo<br />

studio delle sezioni s<strong>in</strong>istre del cuore, e <strong>in</strong> particolare<br />

la coronarografia, attuate negli Stati Uniti f<strong>in</strong> dai primi<br />

anni ‘60.<br />

E’ l’<strong>in</strong>farto miocardico, e la prevenzione della «morte<br />

improvvisa» nella fase acuta, a stimolare l’organizzazione<br />

delle Unità di Terapia Intensiva Coronarica.<br />

Successivamente il diffondersi delle conoscenze su<br />

questo importante capitolo <strong>in</strong>dirizza l’attenzione verso<br />

lo studio della cardiopatia ischemica per meglio<br />

prevenire l’evento fatale. Sono qu<strong>in</strong>di i cardiologi<br />

impegnati presso le Unità Coronariche a vedere nella<br />

coronarografia il supporto fondamentale per un completo<br />

svolgimento del percorso cl<strong>in</strong>ico-terapeutico e<br />

lo stimolo alla realizzazione dei laboratori di emod<strong>in</strong>amica<br />

da aggregare al servizio.<br />

Per <strong>in</strong>iziative spontanee e l’ausilio delle componenti<br />

amm<strong>in</strong>istrative locali, f<strong>in</strong>o alla metà degli anni ‘80<br />

i laboratori si diffondono <strong>in</strong> tutta la Regione, senza<br />

tenere <strong>in</strong> considerazione le dimensioni dei bac<strong>in</strong>i di<br />

utenza e il relativo volume di attività assistenziale.<br />

Dopo lo studio emod<strong>in</strong>amico-coronarografico, i pazienti<br />

con patologia coronarica, con o senza pregresso<br />

<strong>in</strong>farto miocardico, venivano trasferiti presso il<br />

centro di cardiochirurgia per essere sottoposti a <strong>in</strong>tervento<br />

di rivascolarizzazione miocardica mediante<br />

by-pass aorto-coronarico, con <strong>in</strong>evitabili e sempre più<br />

lunghe liste d’attesa.<br />

Grazie alla generosità dell’<strong>in</strong>dustriale tor<strong>in</strong>ese Orfeo<br />

Pianelli, il primo laboratorio di emod<strong>in</strong>amica della Regione,<br />

distaccato da un centro di cardiochirurgia e <strong>in</strong><br />

grado di eseguire uno studio emod<strong>in</strong>amico completo<br />

(<strong>in</strong> particolare il cateterismo s<strong>in</strong>istro e la coronarografia),<br />

vede la luce nel 1969 presso l’Istituto di Cl<strong>in</strong>ica<br />

Medica dell’Università di Tor<strong>in</strong>o, dove era attiva<br />

da due anni la prima Unità Coronarica del Piemonte.<br />

Oltre ai pazienti ricoverati <strong>in</strong> sede, prestava servizio<br />

per quelli provenienti da altri ospedali della città e<br />

periferia.<br />

Nel 1986, con l’angioplastica coronarica, una manovra<br />

di tipo terapeutico-<strong>in</strong>terventistica (eseguita per la<br />

prima volta da un team di emod<strong>in</strong>amisti dell’Ospedale<br />

Mol<strong>in</strong>ette con i dottori Badu<strong>in</strong>i e Marra), s’<strong>in</strong>izia una<br />

nuova era per i laboratori di emod<strong>in</strong>amica. Lo studio<br />

del paziente può essere completato con un <strong>in</strong>tervento<br />

che ne limita le dipendenze dalla terapia chirurgica.<br />

Sarebbe troppo lungo elencare le tappe dell’evoluzione<br />

tecnologica e il ruolo assunto oggi dall’emod<strong>in</strong>amica<br />

nell’ambito della cardiologia. Come detto <strong>in</strong><br />

precedenza, per il processo di diffusione spontanea<br />

dovuto alla complicità delle Unità Coronariche, la Regione<br />

Piemonte, su 32 sedi di cardiologia, conta ben<br />

24 laboratori di emod<strong>in</strong>amica, più o meno organizzati<br />

per soddisfare le esiegenze dell’area dove sono ubicati,<br />

ma da qualche tempo con seri problemi, soprattutto<br />

di natura economica.<br />

I costi del materiale di base e degli apparati impiegati<br />

nel trattamento delle diverse patologie cardiache<br />

(stent, valvole artificiali, ecc.) hanno provocato un<br />

<strong>in</strong>cremento delle spese di gestione oltre i limiti tollerabili:<br />

il solo impianto di una valvola può superare<br />

i 30 mila euro. Ne consegue che il ridotto numero di<br />

<strong>in</strong>terventi eseguiti da molti laboratori, causato dalla<br />

loro eccessiva presenza <strong>in</strong> rapporto alle esigenze del<br />

territorio, oltre a renderli sottoutilizzati ed economicamente<br />

passivi, co<strong>in</strong>volge direttamente il problema<br />

della qualità delle prestazioni: è ampiamente dimostrato<br />

come il mantenimento di un buon livello di<br />

qualità sia strettamente connesso con il volume di<br />

lavoro svolto. Pertanto, il tentativo di razionalizzare<br />

questo tipo di attività assistenziale allo scopo di ridurre<br />

le spese di gestione deve essere attuato, anche<br />

se non è facile trovare rimedi ottimali.<br />

In conclusione, la soluzione del problema con cui abbiamo<br />

com<strong>in</strong>iato questa breve rassegna storica dei laboratori<br />

di emod<strong>in</strong>amica del Piemonte, si può ottenere<br />

con l’adeguamento del servizio alle esigenze di alcuni<br />

capitoli della cardiologia attuale e dell’assistenza di<br />

base per determ<strong>in</strong>are aree del territorio, e non solo<br />

con la generica soppressione o ridistribuzione. Non si<br />

deve dimenticare che agli stessi va attribuito il merito<br />

del livello di conoscenze e qualità operative <strong>in</strong> campo<br />

cardiologico, di cui il Piemonte può vantarsi.

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