scubazone #5
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Un subacqueo in immersione<br />
sui fondali delle Filippine<br />
Perché sebbene la livrea e la forma dell’organismo<br />
siano spesso sufficienti a identificarlo,<br />
a volte sono i dettagli a fare la<br />
differenza: una macchia in più, una lieve<br />
ma differente distribuzione dei colori, la<br />
rugosità o meno di una superficie, la differenza<br />
fra organismi giovanili e adulti, o<br />
maschili e femminili, etc.<br />
Particolari che non sempre sono facilmente<br />
visibili in fotografia.<br />
Identificare tutte le specie che avete visto<br />
sarà quindi un lavoro lungo e faticoso.<br />
In pratica è come se doveste ricominciare<br />
dalla vostra prima immersione nel<br />
Mare Nostrum, quando ciò che avevate<br />
visto erano un sacco di pesci colorati più<br />
o meno grandi, qualche stella e un po’ di<br />
spugne!<br />
Ma allora come fanno i biologi marini<br />
quando la vista, l’esperienza e i vari manuali<br />
fotografici non sono sufficienti a<br />
dare un nome alle specie?<br />
Nel caso di ricerche e studi scientifici, l’identificazione<br />
della specie è spesso fondamentale<br />
per classificare i vari organismi.<br />
Ecco quindi che gli studiosi si rifanno spesso<br />
all’utilizzo delle così dette chiavi dicotomiche.<br />
Queste non sono altro che una<br />
serie di “domande descrittive”, che si basano<br />
quindi su criteri morfologici, alle quali<br />
bisogna rispondere con un “sì”, un “no”,<br />
oppure con una delle possibilità elencate.<br />
Ad esempio, nell’ambito degli idrodi, organismi<br />
appartenenti al phylum degli Cnidari,<br />
una domanda potrebbe essere: l’organismo<br />
presenta polipi tecati o atecati?<br />
La risposta ci permetterebbe di capire se<br />
questo faccia parte delle Leptomeduse,<br />
nel primo caso, o delle Antomeduse, nel<br />
secondo.<br />
Ma proviamo a fare un esempio ancora<br />
più semplice… l’organismo presenta delle<br />
ossa? Se la risposta è “Sì”, allora il mio<br />
organismo farà parte dei vertebrati, se la<br />
risposta è “No”, andrò invece a ricercarlo<br />
all’interno degli invertebrati.<br />
Una volta risposto alla prima domanda<br />
si è rimandati a una domanda successiva<br />
e così via.<br />
Praticamente ogni risposta permette di<br />
escludere tutte quelle specie che non presentano<br />
tale caratteristica, restringendo<br />
sempre di più il campo, fino ad arrivare<br />
all’identificazione finale (es. Amphiprion<br />
ocellaris).<br />
Tuttavia non è sempre detto che si arrivi<br />
a un unico risultato, qualche volta si può<br />
arrivare a determinare il genere dell’organismo<br />
considerato, ma non la specie (Es.<br />
Amphiprion sp.). Magari per mancanza di<br />
tutte le informazioni necessarie o perché<br />
le chiavi dicotomiche utilizzate devono<br />
ancora essere perfezionate.<br />
Anche quest’ultime infatti vengono costantemente<br />
aggiornate e ottimizzate,<br />
grazie a nuove scoperte o approfondimenti.<br />
Insomma…<br />
L’identificazione dell’organismo non è sempre<br />
così facile come sembra. I manuali e le<br />
guide fotografiche forniscono sicuramente<br />
un ottimo aiuto ma non sempre sono<br />
sufficienti. Pensate che, in alcuni casi, differenti<br />
specie possono essere distinte solo<br />
attraverso l’analisi genetica!<br />
Non arrabbiatevi quindi se un biologo non<br />
è sempre in grado di dirvi al volo di che<br />
specie si tratta… tentate di capirlo, è un<br />
lavoraccio!<br />
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