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Air Jordan<br />

In libreria da qualche tempo, “riscopriamo” la monografia su<br />

Neil Jordan (Il Castoro, pagg. 168, € 13,90) firmata da Matteo<br />

Pollone e Caterina Taricano, componenti del direttivo<br />

dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema. Agile ed<br />

essenziale guida per addentrarsi nei sentieri di quello che lo<br />

stesso Stephen Rea – suo attore feticcio – rinomina<br />

“Jordanland”, il viaggio nella carriera del più irlandese tra i<br />

registi irlandesi d’esportazione (primato che condivide con<br />

Jim Sheridan) viene affrontato dagli autori seguendone<br />

cronologicamente la filmografia,<br />

partendo da Angel (1982) per arrivare<br />

fino ad Ondine, realizzato l’anno scorso,<br />

passato al Festival di Toronto e ancora in<br />

attesa di distribuzione. In mezzo,<br />

capolavori quali La moglie del soldato e<br />

operazioni mainstream come Intervista<br />

col vampiro.<br />

VALERIO SAMMARCO<br />

I ricordi di Mario<br />

Pubblicazione postuma ma curata sin dal principio nella sua<br />

redazione dallo stesso Mario Verdone, la raccolta A<br />

Cantalupo in Sabina – Versi e memorie (Ed. Sabinae, pagg.<br />

118, € 12,00) contiene i ricordi delle primavere e delle estati<br />

appartenenti alla giovinezza trascorsa a Cantalupo. Il grande<br />

studioso delle Arti del ‘900 ci regala i suoi versi in cui pone<br />

uno sguardo intimo e familiare verso un passato ricordato<br />

con nostalgia. Dai tramonti ai profumi, ogni cosa desta<br />

nell’autore un piacevole e duraturo<br />

ricordo impresso nelle pagine di<br />

quest’opera. Emerge nei suoi versi tutto<br />

l’amore provato per la terra sabina e per<br />

la serenità del “buen ritiro” che essa ha<br />

saputo regalargli. Le piccole cose<br />

pascoliane si rivelano come le più gradite<br />

e divengono ispirazione poetica in animi<br />

sensibili come quello dell’autore.<br />

ANGELA SANSEVIERO<br />

Fellini Satyricon<br />

“Saggio di fantascienza del passato”. Così nel 1969 Federico<br />

Fellini definiva il suo film Fellini-Satyricon, presentato quello<br />

stesso anno alla Mostra di Venezia. Alla trasposizione onirica<br />

e surreale di una Roma imperiale decadente e volgare è<br />

dedicato questo volume, parte di un progetto più ampio<br />

dell’Università degli Studi di Milano, intitolato Scene di Roma<br />

antica: al fine di evidenziare come tutte le arti abbiano di volta<br />

in volta guardato all’antichità romana come soggetto.<br />

Ricerche e riflessioni tra l’arcaico e il modernissimo in una<br />

particolare percezione dell’antico a metà<br />

strada tra i Musei Capitolini e “Harper’s<br />

Bazaar”, a conferma delle molteplici chiavi<br />

interpretative di un’opera che dopo 40 anni<br />

mantiene intatta la propria vitalità. La<br />

trascrizione della sceneggiatura audiovisiva<br />

dell’intero film in appendice fa di questo<br />

lavoro un valido strumento di studio.<br />

GIULIO BASSI<br />

Il volo di Wim<br />

Gesto-immagine in Spazio Wenders, reportage<br />

delle riprese del corto in 3D<br />

di Giulio Bassi<br />

Roberto De<br />

Gaetano, Bruno<br />

Roberti,<br />

Emilio Arnone<br />

(a cura di)<br />

Spazio<br />

Wenders<br />

Ed. LibrAre<br />

€ 20,00<br />

Pagg. 64<br />

“Sono convinto che in futuro gli uomini dovranno vivere<br />

insieme, condividere”. Così Wim Wenders<br />

nell’introduzione al libro fotografico Spazio Wenders,<br />

pubblicato dall’Università della Calabria e Plane in<br />

occasione del cortometraggio Il volo. Wenders approda<br />

in Calabria con una sceneggiatura quasi indefinita e la<br />

scelta del 3D, per raccontare gli eventi che hanno<br />

segnato il difficile approdo in quelle terre di emigranti<br />

curdi, afgani, eritrei, palestinesi ed etiopi. Nel volume le<br />

immagini del regista durante le riprese sono<br />

accompagnate da saggi sul cinema dell’erranza, sul<br />

viaggio come ricerca, sull’accoglienza e sulla diversità.<br />

Wenders percorre uno spazio di luce-volume verso una<br />

sorta di sfondamento della visualità. Il 3D distorce la<br />

superficie cui siamo abituati ridando allo sguardo una<br />

nuova infanzia intesa come naturale capacità di vedere<br />

le cose per la prima volta. “Quando il bambino era<br />

bambino…”, così l’incipit de Il cielo sopra Berlino.E’<br />

questo il compito più alto che il cinema si può dare. Il<br />

gesto-immagine di Wim Wenders sui tetti di Badolato<br />

durante la lavorazione de Il volo sembra mutare l’ordine<br />

abituale delle cose. Emerge la possibilità di sentire e<br />

pensare una nuova infanzia intesa come modo nuovo di<br />

mutare dal progetto. All’arte sempre il compito più<br />

arduo: resistere all’abbrutimento che impedisce che il<br />

“nuovo” nasca.

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