Pasquini Symposium - Patrizio Barbieri
Pasquini Symposium - Patrizio Barbieri
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Quaderni Trentino Cultura Cultura per il territorio Atti<br />
go della tela, citata da Paola Della Pergola e da Bernhard Kerber, i quali<br />
tuttavia non ne hanno fornito una trascrizione. Una recente verifica, per<br />
la quale devo ringraziare il direttore del conservatorio di Firenze Paolo<br />
Biordi, ha permesso di appurare che dietro il dipinto si legge, in grafia antica<br />
e a stampatello maiuscolo, “P. POZZI”, mentre sulla traversa centrale<br />
del telaio un cartellino reca la scritta “<strong>Pasquini</strong> Bernardo”, pure in grafia<br />
antica. Questa precisazione assume rilevanza alla luce di un importante<br />
ritrovamento archivistico, gentilmente comunicatomi da <strong>Patrizio</strong> <strong>Barbieri</strong><br />
in occasione del colloquio pasquiniano di Smarano. Si tratta dell’inventario<br />
dei beni del musicista stilato a Roma poco dopo la sua morte, nel<br />
1710, ora pubblicato dallo stesso <strong>Barbieri</strong> 11 : in esso, accanto a una cospicua<br />
serie di dipinti, è registrato anche il ritratto del musicista “originale<br />
del Padre Pozzi”. La formula, come si vede, corrisponde perfettamente<br />
a quanto si legge a tergo della tela oggi a Firenze e fornisce la definitiva<br />
conferma dell’autografia dell’opera. Inoltre la scritta prova indirettamente<br />
che il dipinto fiorentino apparteneva alla collezione personale di <strong>Pasquini</strong><br />
e si può così presumere che fosse stato commissionato all’artista dallo<br />
stesso effigiato.<br />
Da questi punti fermi è possibile procedere con passo più sicuro verso<br />
una lettura critica dell’opera. L’unico tentativo in questo senso fu compiuto<br />
nel 1932 da Paola Della Pergola, nell’ambito di un articolo dedicato<br />
alla produzione ritrattistica di Pozzo apparso sulla rivista “Studi Trentini<br />
di Scienze Storiche” 12 . In quella sede la studiosa faceva osservare come<br />
“l’impostazione della figura architettonicamente concepita” e “la gravità<br />
del viso” fossero caratteristiche che deponevano a favore dell’attribuzione,<br />
mentre le spiccate qualità cromatiche - “il rosso del drappo nella spinetta,<br />
il grigio-argento nella piega del mantello verde e nel turbante, il giallo<br />
della veste” - costituirebbero un’eccezione rispetto al consueto modus operandi<br />
dell’artista: osservazione, quest’ultima, che non è più possibile ac-<br />
11 P. BARBERI, John Ravenscroft and Bernardo <strong>Pasquini</strong>: the art collections and instruments of two musicians in Late-Baroque<br />
Rome, in "Music in Art", XXXVI, 2011, nn. 1-2, pp. 272-274.<br />
12 P. DELLA PERGOLA, Quattro ritratti di Andrea Pozzo, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, XIII, 1932,<br />
n. 4, pp. 260-265.<br />
Contributo all’iconografia di Bernardo <strong>Pasquini</strong><br />
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