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Cent'anni a Monacazzo - versione p. T (prima - santoro rupert

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da quel paraculo di fra Cristoforo il penitenziere, ebbe questa idea: visto che<br />

questa era la chiesa dei ricchi,visto che i ricchi hanno avuto tanto dalla vita,era<br />

giusto che ogni volta che andavano in chiesa si facissiru questa bella scalinata<br />

per espiare qualche loro piccatuzzo.Che i ricchi qualche piccatuzzo o piccatazzu<br />

ce l'hanno sempre. Dopo la bella trovata architettonica del principe, il più<br />

ragionevole barone Nicola Incardasciò fece costruire una rampa laterale<br />

percorribile dalle carrozze. Così baroni sminchiati e dame spompate arrivavano<br />

freschi freschi in chiesa per assistere alle funzioni religiose e dire sempre<br />

amen,ammuccarisi l'ostia e genuflettersi davanti al santissimo sacramento.<br />

Sempre 'nda la ciazza ci sta lu palazzu di lu baruni Incardasciò di Muntivirdinu.<br />

A proposito, la piazza si chiama SMA, cioè suamaestàaltissima. Così quando il<br />

re schiatta ed esala l'ultimo ciato o l'ultimo pirito,tutto dipende se al momento<br />

dell'addio usa la bocca di sopra o quella di sotto,nun c'è il bisogno di cangiare<br />

nomi a la ciazza.Dalla piazza parte il corso Principe di Montefigata che è tutto<br />

una sfilata di palazzi nobiliari o quasi, visto che ci sono anche le case di certi<br />

ricchi moderni.A <strong>Monacazzo</strong> 'e sutta abita il popolo,il proletariato,tutto raccolto<br />

intorno all'arcibasilica di lu santu patronu,l'apostulu Paulu.Appena deci scaluna<br />

pi trasiri 'npararisu e vidiri la statua cu tantu di spaduni pronta a fari minnitta<br />

pa' difenniri lu populu sou.Pronto a tagliare teste 'e supra e teste 'e sutta,brazza e<br />

ghiammi,nasi e aricci e quello che capita capita.Chista chiesa è a croce greca e<br />

tiene due cappelle:chidda de masculi e chidda de fimmini. E ci sono tre<br />

importanti reliquie : la coda dell'asino che portò la sacra famiglia in Egitto , un<br />

pezzo della cesta che conteneva Mosè picciriddu quannu fu sarvatu da l'acqua<br />

di lu fiumi Nilo e il santo prepuzio di nostro signore Gesù Cristo. I due poli del<br />

piccolo paese siciliano di <strong>Monacazzo</strong> sono collegati da un corso con quattro<br />

tornanti che nella parte centrale si allarga a formari 'u bedduviriri dove si<br />

trovano due statue di cavalli accavallati da lu"zu Vittorio e da 'npari Pippinuca si<br />

dannu la manu pi futtiri lu popolu italianu" ( rittu popolari). Dalla parte opposta<br />

al belvedere c'è il convento delle Orsoline,vecchia istituzione monacazzese,che<br />

ha visto la presenza di monache sante e di monache zoccole.Quando passarono i<br />

garibaldini pare ca ficinu la festa a qualche monaca,dico a qualche, perchè<br />

buona parte delle amate sorelle la festa se l'era già fatta fare da padre Carnazza.<br />

E mai nome fu più appropiato. E la madre badessa ,per vendetta contro quel<br />

miscredente di Garibaldi, fece murare le finestre dalle quali si vedeva la statue<br />

equestre di Peppino. Accanto al convento delle Orsoline c'è quello dei<br />

Domenicani,Domine canis , e a quanto pare,anticamente,ma non tanto<br />

anticamente ,i due conventi erano collegati da un corridoio sotterraneo. Questo<br />

lo scenario della nostra disgraziata storia.

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