Numero 7 - Settembre 2011 - Scarica l'edizione in ... - Saturno Notizie
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12<br />
Valtiber<strong>in</strong>a Toscana<br />
“Delle medievali fiere appenn<strong>in</strong>iche – al<br />
Sasso di Simone, al Passo di San Cristoforo,<br />
al Ranco e per San Michele, il 28 e il<br />
29 settembre – solo quest’ultima è<br />
sopravvissuta; anzi è stata radicalmente<br />
trasformata per rispondere alle esigenze<br />
moderne del mercato zootecnico”. Così<br />
Giancarlo Renzi, consigliere <strong>in</strong> Comunità<br />
Montana Valtiber<strong>in</strong>a Toscana e nel<br />
Comune di Sest<strong>in</strong>o, spiega le tappe che<br />
hanno portato a far nascere la mostra<br />
dedicata al bestiame <strong>in</strong> località Ranco,<br />
che quest’anno è arrivata alla XVIII edizione.<br />
“Ranco - cont<strong>in</strong>ua Renzi - era l’<strong>in</strong>crocio<br />
di più it<strong>in</strong>erari stradali e l’<strong>in</strong>crocio<br />
anche di due fiumi: il Marecchia e il Presale.<br />
Pertanto, offriva una larga spianata<br />
per ospitare un affollato appuntamento,<br />
costituita dall’alveo dei fiumi e dalle zone<br />
di esondazione. Il luogo dello svolgimento<br />
della fiera aveva ancora la caratteristica<br />
dell’appartenenza territoriale a due<br />
Comuni: Sest<strong>in</strong>o e Badia Tedalda. Due<br />
“vocaboli” antichi che <strong>in</strong>dicano la località<br />
ne danno le prime fondamentali <strong>in</strong>formazioni:<br />
“Mercato Ranco” (1396) e anche<br />
“Torre del Ranco”, “Ranco Mercatale”).<br />
Ranco è parola di derivazione longobarda,<br />
data alle terre “rancate”, cioè diboscate<br />
e messe a coltivazione. Orig<strong>in</strong>e,<br />
tutto sommato, avvalorata anche dal<br />
fatto che la “fiera” vi si celebrava il 28 e il<br />
29 settembre, giornata <strong>in</strong> cui il calendario<br />
liturgico ricorda San Michele Arcangelo e<br />
ancora esiste un piccolo oratorio sotto<br />
questa <strong>in</strong>vocazione: santo caro ai Longobardi<br />
ma <strong>in</strong>vocato dalle popolazioni transumanti,<br />
che - nella zona - <strong>in</strong> gran parte<br />
partivano per svernare <strong>in</strong> altre località<br />
proprio il 29 settembre. In questo “mercatale”<br />
del Ranco confluivano<br />
bestiami (bov<strong>in</strong>i, su<strong>in</strong>i,<br />
pecore ecc.) e numerose<br />
merci, con alta affluenza di<br />
pubblico, essendo all’orig<strong>in</strong>e<br />
“zona franca” e qu<strong>in</strong>di con<br />
ampie libertà di partecipazione<br />
e gestione. Intorno al<br />
1970, i Comuni di Badia<br />
Tedalda e di Sest<strong>in</strong>o, la Prov<strong>in</strong>cia<br />
di Arezzo con l’assessore<br />
Vasco Acciai e l’Associazione<br />
Prov<strong>in</strong>ciale Allevatori<br />
di Arezzo, diretta dal dottor Maurizio<br />
Kovacevich, ritengono di rilanciare<br />
soprattutto il mercato bov<strong>in</strong>o, <strong>in</strong>dirizzato<br />
verso una razza di straord<strong>in</strong>arie qualità: la<br />
Chian<strong>in</strong>a. La data “storica” di celebrazione<br />
della “fiera” rimane <strong>in</strong>variata, ma la<br />
località di realizzazione viene spostata,<br />
per motivi di opportunità e perché ormai<br />
pochissimo frequentata, nei campi lungo<br />
la strada che, dopo Ponte Presale, porta<br />
verso il Mul<strong>in</strong>ello; fu costituito un consorzio<br />
<strong>in</strong>tercomunale per la gestione e<br />
una struttura con box <strong>in</strong> legno per ospitare<br />
i capi <strong>in</strong> mostra. Era il rilancio di una<br />
“fiera” ma soprattutto una nuova attenzione<br />
al mondo rurale e a un moderno<br />
<strong>in</strong>dirizzo zootecnico del quale, <strong>in</strong> concreto,<br />
i protagonisti furono gli allevatori<br />
stessi. La strada di una fortunata modernizzazione<br />
è armai aperta: la “fiera” di<br />
merci e bestiame si trasforma <strong>in</strong> mostra<br />
prov<strong>in</strong>ciale della razza Chian<strong>in</strong>a e f<strong>in</strong>almente<br />
(siamo nel 1994) <strong>in</strong> “Mostra<br />
Nazionale degli allevamenti chian<strong>in</strong>i alle-<br />
a cura di Francesco Crociani<br />
SESTINO<br />
Dalla “fiera del Ranco”<br />
alla Mostra nazionale della Chian<strong>in</strong>a<br />
Un momento delle passate edizioni<br />
vati allo stato semibrado e iscritti al libro<br />
genealogico”. Ciò richiede anche una<br />
struttura ricettiva adeguata: nel 2001 si<br />
costituisce l’apposito “Consorzio Alpe<br />
della Luna” tra Comuni della Valtiber<strong>in</strong>a,<br />
Comunità Montana e Prov<strong>in</strong>cia di Arezzo,<br />
il quale rileva le strutture già appartenenti<br />
alla Cooperativa Pratomagno e<br />
procede poi con una riorganizzazione<br />
degli spazi”. L’appuntamento, <strong>in</strong>fatti, giunge<br />
a comprendere tre giornate fisse - 27,<br />
28 e 29 settembre - e il progetto orig<strong>in</strong>ario<br />
non era solo “mostra” ma anche<br />
“servizi”, momento di <strong>in</strong>contro e di<br />
aggiornamento sulle problematiche della<br />
zootecnia e della salute animale, sui progetti<br />
di sviluppo e sulle esigenze del mercato.<br />
Insomma, anche un momento di<br />
formazione e <strong>in</strong>formazione, soprattutto<br />
<strong>in</strong> difesa della sfida lanciata <strong>in</strong> favore della<br />
Chian<strong>in</strong>a e del mondo appenn<strong>in</strong>ico nuovo.<br />
“Il complesso - conclude il ricercatore<br />
storico locale Giancarlo Renzi – è stato<br />
<strong>in</strong>titolato a Silvio Datti (<strong>in</strong> passato anche<br />
La chian<strong>in</strong>a, protagonista<br />
della manifestazione<br />
s<strong>in</strong>daco di Badia Tedalda) e la mostra si è<br />
arricchita poi di un centro per il miglioramento<br />
genetico della razza chian<strong>in</strong>a, l<strong>in</strong>ea<br />
femm<strong>in</strong>a. L’antica “Fiera del Ranco”<br />
ormai è un ricordo che dovrebbe dare<br />
fierezza e coraggio agli allevatori di oggi,<br />
veri imprenditori, che a Ponte Presale<br />
giocano un ruolo di rilevanza nazionale”.