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Strutture_dissipative_files/Le strutture ... - Mauro Scardovelli

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<strong>Le</strong> <strong>strutture</strong> <strong>dissipative</strong><br />

Tratto dal cap. VI del libro “Usare il cervello del cuore” di Annie Marquier (ediz. Amrita)<br />

Che la condizione umana, ad un basso livello di coscienza, non sia sempre piacevole, è il minimo<br />

che si possa dire. Certo, ci si abitua a questi limiti, e la capacità di adattamento è una qualità<br />

nell’uomo: però può rivelarsi anche una trappola che ci tiene prigionieri di sofferenze a cui siamo<br />

ormai assuefatti, o perlomeno di certe nostre limitazioni, tagliandoci fuori da un potere creativo<br />

immenso, da un potenziale straordinario, e alla fin fine dalla profonda bellezza della vita.<br />

Prima o poi finiamo per destarci e allora emerge chiaramente in noi questo<br />

bruciante interrogativo: vi è speranza di liberarsi dalle costrizioni della coscienza inferiore,<br />

sia individualmente che collettivamente?<br />

Da millenni, tutti gli insegnamenti filosofici e spirituali affermano che è possibile; eppure,<br />

nonostante i grandi progressi raggiunti nel corso della storia umana, il nostro attuale mondo<br />

caotico sta a dimostrare come questi vecchi meccanismi siano ancora fortemente attivi nella<br />

maggior parte degli uomini. Che cosa sta succedendo su questo pianeta? Dovremo ancora<br />

attendere millenni di evoluzione perché emerga un mondo migliore, sia in noi che intorno a noi?<br />

Di fronte a questi interrogativi abbiamo la grande fortuna, in questo inizio del terzo millennio, di<br />

avere a disposizione delle risposte originali, piene di buon senso e soprattutto piene di speranza.<br />

E’ la scienza stessa a fornircele, grazie a una serie di scoperte che gettano nuova luce su questa<br />

fase così delicata della nostra evoluzione.<br />

LE STRUTTURE DISSIPATIVE<br />

Alla fine del XX secolo, Ilya Prigogine ricevette il premio Nobel per le sue scoperte sulle “<strong>strutture</strong><br />

<strong>dissipative</strong>”. <strong>Le</strong> sue ricerche sulle leggi che regolano il funzionamento dei sistemi l’avevano<br />

portato ad addentrarsi nel campo della termodinamica, dove da più di un secolo<br />

gli scienziati osservavano un’apparente contraddizione tra due leggi naturali. Infatti, la<br />

seconda legge della termodinamica dichiara che il grado di disordine, di casualità o di caos,<br />

chiamato entropia*, cresce costantemente nell’universo. D’altro canto si osserva però che molti<br />

aspetti della vita, inclusa la Vita stessa, crescono e diventano sempre più ordinati, meno casuali.<br />

Da un bel pezzo gli scienziati si chiedevano come potesse accadere che alcune cose si evolvessero,<br />

si strutturassero sempre di più e crescessero, mentre la tendenza generale dell’universo<br />

sembrava andare nella direzione opposta.<br />

Fu allora che Prigogine fu indotto a definire i cosiddetti “sistemi aperti”, cioè sistemi che hanno la<br />

capacità di scambiare energia e materia con il loro ambiente. Qualsiasi sistema “vivente” o in<br />

crescita nell’universo può essere considerato tale: un fiore che spunta, un’organizzazione che si<br />

arricchisce, una società che si struttura, un ecosistema che si sviluppa, un pianeta che si muove<br />

nello spazio, o... un essere umano che si evolve attraverso i continui scambi, a vari livelli, con il suo<br />

ambiente.<br />

Una caratteristica comune di questi sistemi “aperti” è che sono in grado di mantenere la loro<br />

struttura e persino di crescere e di evolversi in sistemi ancora più complessi perché sono capaci<br />

di adattare le loro <strong>strutture</strong> in base agli scambi che effettuano con l’ambiente, il quale assorbe il


loro disordine. In altri termini, ciò significa che hanno la capacità di “dissipare la loro entropia”<br />

nell’ambiente. In questo modo la quantità globale di entropia effettivamente cresce, rispettando<br />

alla fine la seconda grande legge della termodinamica. In compenso, questi sistemi mantengono il<br />

loro ordine, e addirittura lo accrescono, a spese, entropicamente parlando, del loro ambiente, e<br />

perché ciò accada i sistemi aperti devono possedere qualità come la flessibilità, la fluidità e la<br />

capacità di adattarsi alle fluttuazioni dell’ambiente.<br />

* N.d.R.: dall’omonimo termine greco, che significa “ritorno indietro”. In termodinamica:<br />

funzione che definisce lo stato di disordine del sistema.<br />

IL PUNTO DI BIFORCAZIONE<br />

Eppure, ed è qui che tocchiamo un primo punto chiave molto importante per il nostro discorso,<br />

questa capacità di adattamento ha i suoi limiti. Esiste una soglia di adattabilità oltre la quale il<br />

sistema non è più in grado di adattarsi, cioè di dissipare l’entropia per mantenere il proprio<br />

equilibrio e la propria crescita. Questo limite dipende dalla complessità del sistema, dal suo grado<br />

di evoluzione, dalla complessità e dalla flessibilità della sua organizzazione interna. Quando<br />

l’impatto esterno diventa troppo forte e viene superato questo limite di adattamento, il sistema,<br />

al suo interno, diventa instabile e caotico.<br />

Ed ecco un secondo punto chiave: se l’impatto continua ad essere troppo forte, il sistema<br />

registra una tale instabilità che si ritrova per un attimo in uno stato di fluttuazione<br />

estremamente delicato. In quel momento la minima influenza può indurre un’infinità<br />

di risposte possibili, e il sistema diventa imprevedibile nelle sue reazioni. Alla fine, in queste<br />

condizioni molto particolari, il sistema, secondo l’espressione usata da Prigogine, giunge a un<br />

“punto di biforcazione”. Si presentano allora due possibilità:<br />

o collassa completamente e scompare, dissolvendosi nell’ambiente;<br />

o si riorganizza completamente, ma a un livello superiore.<br />

Ed ecco un terzo punto chiave: la caratteristica sorprendente di questa organizzazione<br />

completamente nuova è che non ha niente a che vedere con l’organizzazione precedente, e<br />

non ne costituisce affatto un miglioramento o una continuazione dotata di maggior capacità di<br />

adattamento. Viene ricreata su princìpi completamente diversi, che non hanno assolutamente<br />

alcun legame con quelli precedenti, perché funzionano all’interno di un’altra realtà. E quello<br />

che viene chiamato “salto quantico”.<br />

Il concetto, dovuto a Prigogine, di “<strong>strutture</strong> <strong>dissipative</strong>” soggette a “biforcazioni” periodiche non<br />

lineari porta un contributo enorme alla comprensione scientifica del nostro mondo, permettendo<br />

di descrivere il processo evolutivo di qualunque sistema aperto, in qualunque punto del nostro<br />

universo. Tale processo si ripete milioni di volte ogni minuto nelle nostre cellule; presiede anche<br />

all’evoluzione dei regni della natura, dei pianeti, delle galassie, e in particolare... della nostra<br />

coscienza di esseri umani.<br />

Il punto di biforcazione del nostro mondo attuale


Ora, è assai evidente che da alcuni decenni il nostro ambiente sociale, umano, naturale, politico,<br />

informatico, di fatto tutti gli ingranaggi della nostra società, esercitano pressioni enormi<br />

sull’essere umano. Procede tutto troppo velocemente, aumentano le pressioni sociali, le relazioni<br />

più strette si indeboliscono e le famiglie scoppiano, il lavoro diventa sempre più esigente o raro,<br />

la competizione, l’ipnosi collettiva, le manipolazioni di massa, la corsa al denaro, al piacere e al<br />

potere raggiungono livelli insopportabili e creano uno stress che non siamo più sicuri di riuscire<br />

a gestire. Il relativo equilibrio che caratterizzava la vita dei nostri avi sembra scomparso:<br />

l’esistenza, oggi, assomiglia sempre di più a una corsa sfrenata.<br />

Per quanto riguarda il pianeta nel suo complesso, la situazione non è migliore: minacce di catastrofi<br />

ecologiche, guerre pronte a scoppiare in ogni istante, violenza diffusa in tutto il mondo, povertà<br />

insopportabile, eccetera. Evidentemente il pianeta si trova in una condizione di stress e di<br />

grave squilibrio. Diventa tutto molto instabile e sappiamo bene che il più piccolo evento può<br />

precipitare il tutto nel più grande dei caos.<br />

Il nostro mondo sta raggiungendo il limite della sua capacità di adattamento.<br />

Come sistema, in questo inizio del XXI secolo l’umanità è arrivata a un punto di biforcazione, a<br />

partire dal quale la nostra situazione attuale evolverà secondo le leggi delle <strong>strutture</strong> <strong>dissipative</strong>.<br />

Il punto di biforcazione della coscienza<br />

Il caos, l’instabilità e lo stress del nostro mondo attuale provengono dalle vecchie <strong>strutture</strong> della<br />

coscienza ad esso sottese, e che ho descritto prima. Evidentemente tali <strong>strutture</strong> non sono più<br />

adeguate, sono superate e non sono più in grado di garantire l’ordine e la pace nel mondo, da cui<br />

l’emergere di questo punto di biforcazione. Secondo la scienza, l’umanità si trova quindi, in quanto<br />

“sistema aperto”, di fronte a due possibilità:<br />

o il crollo totale del nostro mondo con conseguente scomparsa dall’universo, cosa assolutamente<br />

possibile per esempio nel caso di una catastrofe ecologica o nucleare: ne esistono tutti i<br />

presupposti, e un piccolo incidente può effettivamente provocare questo genere di situazione; è<br />

una possibilità reale;<br />

o il nostro mondo si rigenera, si trasforma radicalmente, ed entriamo in un altro sistema le cui<br />

<strong>strutture</strong> sono completamente diverse da quelle esistite finora. La buona notizia è che abbiamo i<br />

presupposti anche per questa possibilità. Nel resto del libro descriverò infatti un altro circuito<br />

disponibile all’interno della coscienza umana, grazie al quale dar vita a un mondo completamente<br />

diverso. La scienza, anche in questo caso, ci fornirà la chiave per comprendere e realizzare questo<br />

nuovo mondo. Questa alternativa è quindi ugualmente possibile.<br />

Non è la prima volta, nella storia dell’umanità, che attraversiamo periodi di grossi cambiamenti<br />

(l’avvento del cristianesimo, il Rinascimento, la rivoluzione industriale, la fine della schiavitù e<br />

molti altri, di portata maggiore o minore, per limitarci ai più recenti), che hanno indotto grandi<br />

trasformazioni nelle mentalità e nelle <strong>strutture</strong> delle nostre società. Eppure la trasformazione<br />

che stiamo vivendo risulta essere di un’ampiezza e di un’intensità finora sconosciute, e ciò<br />

deriva dal fatto che non si tratta di un cambiamento, ma piuttosto di uno sconvolgimento che<br />

trasformerà da cima a fondo non solo i fondamenti delle nostre società, ma le radici stesse della<br />

coscienza umana: si tratta di un salto, un salto quantico...


Il punto di biforcazione in cui si trova il nostro mondo attuale è un punto di trasformazione<br />

molto importante che può catapultare l’umanità in un’era completamente nuova.<br />

Ciò che è richiesto ora, è un radicale cambiamento di livello di coscienza affinché il nostro<br />

mondo non solo sopravviva, ma approdi ad una realtà completamente diversa che,<br />

contrariamente alla precedente, potrebbe offrire felicità, abbondanza e libertà per tutti.<br />

Il processo di trasformazione personale nel punto di biforcazione<br />

Questo punto di biforcazione non è affatto evidente a tutti. All’interno del caos attuale, alcune<br />

persone continuano freneticamente a cercare di organizzare la loro vita in base alle leggi del<br />

vecchio mondo, come se tutto fosse destinato a continuare come prima. Ma ciò avviene a prezzo<br />

di un grande stress e di un gran dispendio di energia. I giovani se la cavano ancora, attingendo alle<br />

loro risorse di vitalità; i meno giovani si affannano sempre di più... altri crollano: infarti,<br />

depressioni, eccetera. Altre persone ancora, infine, sono sufficientemente consapevoli da porsi i veri<br />

interrogativi e fare un intenso cammino di ricerca interiore e anche di azione esterna consapevole.<br />

Gli appartenenti a questo gruppo sono oggi sempre più numerosi, ed è proprio a loro che si rivolge<br />

questo libro.<br />

Eppure, anche in questo caso, le cose non sono semplici. A quanto pare, malgrado molti sforzi,<br />

molte letture, molte riflessioni, molte pratiche di per sé eccellenti, malgrado il fatto che si<br />

progredisca e si arrivi a conservare un certo equilibrio interiore, ci si può sentire alquanto fragili.<br />

Spesso, addirittura, la ricerca interiore sembra renderci ancora più sensibili, causando quindi una<br />

quantità ancora maggiore di disturbi a livello fisico (dolori, problemi di salute di ogni tipo, spesso<br />

inspiegabili secondo la medicina convenzionale), a livello emozionale (ipersensibilità) o mentale


(messa in discussione di tutto), e stress a tutti i livelli dell’individuo. E di fronte ai modelli di pace<br />

e di serenità presentati da alcuni insegnamenti, ci si può sentire impotenti e persino un po’<br />

stupidi per il fatto di essere ancora intrappolati in questo turbine di preoccupazioni e di tensioni.<br />

Talvolta si arriva persino a rimpiangere i bei tempi in cui eravamo ancora inconsapevoli... Posso<br />

dire a queste persone aperte e di buona volontà che tali difficoltà non sono segno di una<br />

mancanza di consapevolezza; al contrario. Sono piuttosto il segno di un grande caos necessario<br />

affinché possa avvenire una profonda riorganizzazione interiore. <strong>Le</strong> leggi delle <strong>strutture</strong><br />

<strong>dissipative</strong> sono le stesse per tutti i sistemi aperti, e ogni essere umano è uno di questi sistemi...<br />

Ma la cosa non è completamente nuova. I grandi mistici ci hanno già parlato di questa “buia notte<br />

dell’anima”, e la scienza ce ne dà una splendida conferma.<br />

Siamo allora lontani dall’atteggiamento semplicistico del movimento New Age, secondo il quale<br />

più si lavorerà su se stessi e più ci si sentirà felici, a proprio agio, raggianti e pieni di amore. Sì,<br />

possiamo certamente migliorare la nostra condizione e rendere la nostra vita in certa misura più<br />

armoniosa: all’interno della “zona grigia” in cui ci troviamo, saliremo verso una gradazione di<br />

“grigio” sempre più chiara, dove la luce è più spesso presente; ma il reale processo di fondo è<br />

molto più complesso e difficile.<br />

Per spiegarlo possiamo osservare che cosa succede a un elettrone. Per far passare un elettrone<br />

dalla sua abituale orbita ad un’altra, gli si deve fornire una gran quantità di energia, aumentando<br />

così in maniera enorme la sua velocità, il che permette la sua espulsione dalla vecchia orbita per<br />

raggiungere la nuova. Una volta giunto sulla nuova orbita, l’elettrone non ritornerà a quella<br />

precedente: la sua “realtà” sarà completamente e definitivamente diversa. È ciò che viene<br />

chiamato “salto quantico”.<br />

La stessa cosa avviene se si desidera fare un vero “salto quantico” di coscienza (quello richiesto<br />

oggi). Molte tecniche di crescita personale oggi disponibili, benché siano corrette, non sono in<br />

grado di fornire un accesso diretto alla nuova coscienza, perché ancora ci trattengono nella<br />

vecchia orbita. In compenso sono utili, perché, se son tecniche corrette, permettono di cominciare<br />

ad elevare il tasso vibratorio, cioè di “aumentare la velocità”. Ma non è sufficiente qualche<br />

seminario per “cambiare orbita”; per questo occorre una volontà sovrumana, un ardente<br />

desiderio di passare ad un’altra realtà. Gurdjieff descriveva proprio questo quando dichiarava:<br />

«Anche nel caso in cui l’uomo comprendesse, nella maniera più chiara, le sue possibilità, ciò non<br />

potrebbe farlo avanzare di un solo passo verso la realizzazione di esse. Per essere in grado di<br />

realizzare il proprio potenziale, egli deve possedere un desiderio di liberazione molto ardente,<br />

dev’essere pronto a sacrificare tutto, a rischiare tutto per la propria liberazione» (Uspenskij).<br />

A un certo punto quest’”accelerazione”, questa quantità di energia accumulata in noi, può<br />

diventare talmente grande da proiettarci sull’orbita successiva, là dove la realtà non ha più niente<br />

a che vedere con quella che abbiamo conosciuto prima. Ma, ancora una volta, occorre per questo<br />

molta energia. Per quanto riguarda l’essere umano, tale energia può provenire solo da una<br />

potente intenzione, con cui spesso egli è in grado di entrare in contatto solo a causa della sua<br />

sofferenza e della sua disperazione; come ben sappiamo, “è poco prima dell’alba che la notte è più<br />

nera”.<br />

Secondo le leggi di natura, questo salto quantico non è un processo dolce e delicato, tutt’altro. E<br />

una straordinaria rivoluzione che a tratti può essere assolutamente terrificante!*


Eppure, arrivati in fondo all’abisso, nel momento in cui può crollare tutto e più niente ha<br />

importanza, arrivati al punto di biforcazione, allora può accadere qualcosa di incredibile,<br />

d’indescrivibile. Si è parlato di “grazia”, ma ciò che avviene va ben oltre il concepibile.<br />

*Avviso a tutti coloro che ricercano la comodità, anche all’interno di<br />

una ricerca spirituale: «La comodità è il cimitero della<br />

consapevolezza» (Sri Adi Dadi).<br />

IL PROCESSO VA ONORATO<br />

Il caos è necessario, per quanto sul momento possa risultare doloroso; fa parte del processo<br />

evolutivo, che a sua volta è organico. La sola cosa che possiamo fare è riconoscerlo e favorirlo,<br />

allo stesso modo in cui, se vogliamo far crescere un fiore, occorre rispettare le leggi naturali.<br />

Quando il fiore è solo in boccio non gli andiamo certo a dire che non è come dovrebbe essere o<br />

che “così non va bene”, perché potrebbe essere già un fiore meraviglioso, pienamente sbocciato,<br />

né tentiamo forzarne la crescita cercando di allungarne il gambo con le mani. Ce ne prendiamo<br />

cura, lo annaffiamo, gli forniamo calore, luce, e la natura farà il resto. Il fiore sboccerà a tempo<br />

debito, se avremo saputo riconoscere le leggi universali che sono all’opera e se avremo<br />

sviluppato la comprensione di cosa sia un fiore nelle sue diverse fasi di crescita. Allo stesso modo,<br />

è controproducente opporre resistenza al nostro processo di fioritura interiore solo perché degli<br />

istruttori ci dicono che, siccome dovremmo vivere nella pace e nell’amore, se ancora proviamo<br />

stress non siamo “così come dovremmo”. Meglio allora comprendere che questo processo caotico<br />

è naturale e che abbiamo i mezzi per usarlo ai fini di una trasformazione molto importante. <strong>Le</strong><br />

nostre stesse difficoltà diventeranno allora come il terriccio fertilizzante per il fiore,<br />

permettendoci di accettare il nostro caos interiore invece di opporvi resistenza in nome di<br />

ideali spirituali. Non si ripeterà mai abbastanza che è il fatto di accettare una situazione che ci<br />

permette di cambiarla, mentre opporvi resistenza (prendendocela con noi stessi, con gli altri o<br />

con la vita) ci rende ancora più prigionieri delle circostanze.<br />

UNA NUOVA REALTÀ<br />

L’umanità è arrivata al momento della scelta, e questa scelta è d’importanza capitale per il nostro<br />

futuro. Nel punto di biforcazione a cui siamo arrivati non possiamo più contare sul passato, o<br />

adattarlo: ci siamo spinti troppo in là nell’instabilità. Secondo le leggi di natura, tutto dev’essere<br />

completamente trasformato se vogliamo continuare ad esistere su questo pianeta come umani.<br />

Non è una scelta tra un sistema sociopolitico e un altro, tra un’organizzazione e un’altra;<br />

sarà una scelta tra uno stato di coscienza e un altro, perché solo un salto quantico della<br />

coscienza collettiva permetterà la costruzione di un mondo completamente nuovo.<br />

Comprendere che siamo arrivati al punto di biforcazione non solo dà un senso a molte nostre<br />

difficoltà attuali, ma ci dà anche la certezza che nel nostro mondo può emergere una realtà<br />

completamente nuova: non è una semplice speranza, ma una possibilità reale, perché in questo<br />

inizio del XXI secolo ci diventa accessibile un circuito della coscienza completamente diverso, che<br />

non ha più niente a che vedere con il precedente, risalente all’era preistorica, che ho descritto<br />

prima.


Tutte le tradizioni spirituali hanno menzionato e insegnato l’accesso a quest’altro livello<br />

di coscienza. Ora, in più, abbiamo la fortuna di poterci fondare sulle ultime scoperte scientifiche<br />

per comprendere meglio questo nuovo circuito, e per sperimentarlo e integrarlo nella nostra vita<br />

quotidiana. Possiamo avere la certezza che un mondo completamente nuovo è alle porte: un<br />

mondo di pace, di abbondanza e di libertà per tutti, un mondo totalmente diverso dal precedente,<br />

un sistema completamente nuovo. La scienza non lo prevede in modo vago, ma ne dimostra<br />

l’assoluta possibilità. Abbiamo tutto ciò che occorre per fare il grande salto. Come vedremo<br />

nella seconda parte del libro, questo salto quantico non è né misterioso né complicato: è a portata<br />

di mano, alla portata del nostro cuore…

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